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Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 04 del 30 aprile <strong>2023</strong><br />

www.diocesimazara.it<br />

<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />

MESE MARIANO<br />

Il popolo di Dio onora<br />

la Madre di Gesù<br />

Servizi alle pagine 2 e 3<br />

foto : mosaico della Basilica della Natività a Betlemme


L’EDITORIALE<br />

MESE MARIANO.<br />

Contemplare Cristo con gli occhi di Maria<br />

di MONSIGNOR ANGELO GIURDANELLA<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Torna caro al nostro<br />

cuore il mese di maggio,<br />

che la pietà cristiana<br />

dedica a Maria di<br />

Nazareth per guardarla più<br />

intensamente, per pregarla,<br />

per imparare da Lei. Chi più<br />

di Maria può insegnarci a vivere<br />

con freschezza di fede e<br />

con delicatezza di amore il rapporto<br />

con Gesù, ad ascoltare la<br />

sua Parola, a riconoscerlo operante<br />

nella nostra vita, a donargli<br />

la pronta obbedienza della<br />

fede? Chi meglio di Lei può insegnarci<br />

l’arte di meditare e di<br />

pregare? Non è̀ Lei la Sapienza<br />

riflessiva e la Vergine in preghiera?<br />

Chi più di Lei può esserci<br />

Maestra di vita interiore e<br />

di docilità allo Spirito? A Lei<br />

noi guardiamo fiduciosi nell’ora<br />

del dolore, quando le<br />

asprezze della vita, la fragilità<br />

del corpo, le prove interiori, le<br />

delusioni degli amici, potrebbero<br />

indurci a dubitare dell’amore<br />

del Padre. Da Lei<br />

impariamo la fedeltà nella tribolazione,<br />

la fiducia nel Padre,<br />

che ci prova ma non ci abbandona,<br />

ci saggia per purificare il<br />

nostro amore e per rendere<br />

limpido il nostro cuore. Maria<br />

è per noi il modello più alto<br />

di amore a Gesù eucaristia.<br />

Contemplando le disposizioni<br />

del suo cuore, noi siamo<br />

aiutati a rivedere il nostro<br />

rapporto con questo grande<br />

sacramento dell’Amore.<br />

Siamo spinti ad accogliere<br />

Gesù eucaristia non per fredda<br />

abitudine ma con fervente<br />

amore. Rinnoveremo esplicitamente<br />

la fede nella presenza<br />

sacramentale di Gesù. Impareremo<br />

a trattenerci con Lui come<br />

con una persona viva, cara,<br />

amica, da adorare, ringraziare e<br />

amare; a Lui avremo tanto da<br />

chiedere e da confidare. Da Lui<br />

ci lasceremo assimilare, trasformare,<br />

santificare. In questo<br />

mese di maggio con più insistenza<br />

chiediamo a Maria,<br />

Regina della pace, il dono di<br />

questo bene così fragile e necessario.<br />

La pregheremo perché<br />

vegli sui popoli oppressi e<br />

immiseriti dalle guerre e sull’umanità<br />

sofferente. La supplichiamo<br />

affinché insegni a tutti<br />

l’arte della pacifica convivenza,<br />

attraverso il rispetto<br />

della dignità e dei diritti di<br />

tutti. A Lei affidiamo il nostro<br />

cammino sinodale, come un<br />

grande esercizio spirituale,<br />

perché ci renda capaci di assumere<br />

un atteggiamento di<br />

ascolto, di ciò che “lo Spirito<br />

dice alle Chiese”, di vedere<br />

che cosa nel cuore dei credenti<br />

e anche di coloro che magari<br />

credono diversamente o non<br />

credono, quali ricchezze deposita<br />

lo Spirito, quali “sogni” le<br />

persone esprimono e come la<br />

Chiesa attraverso l’annuncio<br />

del Vangelo di Gesù risorto può<br />

andare incontro a queste esigenze.<br />

Portiamo con noi la corona<br />

sia come devozione alla<br />

Madonna, sia come affetto<br />

alla mamma. Sì, non trascuriamo<br />

il Santo Rosario: preghiera<br />

meditativa e<br />

contemplativa. È un modo semplice<br />

e popolare di esporre la<br />

fede, di predicare il Vangelo, di<br />

annunciare i misteri della nostra<br />

salvezza. A Lei ricorriamo<br />

con in<strong>cond</strong>izionata fiducia filiale,<br />

invocandola con la dolce<br />

giaculatoria: «Madre mia, fiducia<br />

mia».<br />

2<br />

AFFIDIAMO A MARIA IL CAMMINO SINODALE DIOCESANO


A MARSALA.<br />

All’Opera Santuario<br />

preghiera e riflessioni<br />

MAGGIO MARIANO<br />

di PADRE ADRIANO COZZI, ICMS *<br />

www.diocesimazara.it<br />

Maggio è il mese tradizionalmente<br />

dedicato alla Madonna.<br />

Viene anche<br />

definito “mese mariano”. Seguendo<br />

una tradizione piuttosto recente, si<br />

pensa che maggio, mese del rifiorire<br />

della natura, ci ricordi appunto l’idea<br />

dei fiori, e la Madonna certamente è<br />

il fiore più bello. Il Santo Padre ci<br />

“educa” ad amare la Madonna. Nell’esortazione<br />

apostolica Evangelii gaudium<br />

scrive: «Ho affidato il cammino<br />

della Chiesa alla materna premurosa intercessione<br />

di Maria ricordando a tutti i<br />

credenti che vi è uno stile mariano nell’attività<br />

evangelizzatrice della Chiesa.<br />

Perciò ogni volta che guardiamo a Maria<br />

torniamo a credere nella forza rivoluzionaria<br />

della tenerezza e dell’affetto. Non<br />

stanchiamoci dunque di imparare da<br />

Maria, di ammirare e contemplare la sua<br />

bellezza, di lasciarci guidare da Lei, che<br />

ci <strong>cond</strong>uce sempre alla fonte originaria<br />

e alla pienezza dell’autentica, infinita<br />

bellezza, quella di Dio, rivelatasi a noi in<br />

Cristo, Figlio del Padre e Figlio di<br />

Maria». Nell’udienza del 1° maggio 2013<br />

diceva: «Vorrei richiamare all’importanza<br />

e alla bellezza della preghiera del<br />

Santo Rosario. Recitando l’Ave Maria, noi<br />

siamo <strong>cond</strong>otti a contemplare i misteri<br />

di Gesù, a riflettere cioè sui momenti<br />

centrali della sua vita, perché, come per<br />

Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro<br />

dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni<br />

e delle nostre azioni. Sarebbe bello<br />

se, soprattutto in questo mese di maggio,<br />

si recitasse assieme in famiglia, con gli<br />

amici in parrocchia, il Santo Rosario o<br />

qualche preghiera a Gesù e alla Vergine<br />

Maria! La preghiera fatta assieme è<br />

un momento prezioso per rendere ancora<br />

più valida la vita familiare,<br />

l’amicizia! Impariamo<br />

a pregare di più in<br />

famiglia e come famiglia!».<br />

Presso l’Opera Santuario<br />

Nostra Signora di Fatima<br />

a Birgi di Marsala viviamo<br />

la spiritualità mariana<br />

del Movimento<br />

“Famiglia del Cuore Immacolato<br />

di Maria”. In<br />

questa oasi di pace (come<br />

in tanti amano definirla), padri, suore,<br />

laici consacrati, simpatizzanti procedono<br />

insieme nell’approfondimento del Messaggio<br />

di Fatima, nel vivere il carisma<br />

dell’offerta e della riparazione e nella ricerca<br />

del significato della vera conversione<br />

e della penitenza, prendendo<br />

come modelli i pastorelli, Lucia, Giacinta,<br />

Francesco. Il motivo per cui la Madonna<br />

di Fatima e il suo Messaggio sono così<br />

presente nella nostra realtà è la certezza<br />

della sua grande perseveranza nell’indicare<br />

a tutti la via della pace e dell’amore.<br />

Forti esperienze<br />

spirituali alla luce del<br />

Messaggio di Fatima<br />

La “Vergine della Cova de Iria”, nel suo<br />

Messaggio, ci invita a essere costanti<br />

verso la preghiera vera, sentita che porti<br />

al pentimento sincero e a una conversione<br />

totale. L’importanza della preghiera<br />

quotidiana è ribadita, più<br />

volte, dalla Madonna nel corso di<br />

tutte le apparizioni. Lei stessa si definì<br />

la “Regina del Rosario”, per sottolineare<br />

come la recita del Santo Rosario fosse<br />

fondamentale per la penitenza dei peccati,<br />

per sopportare i sacrifici e per accogliere<br />

la misericordia di Dio. Gli<br />

appuntamenti presso l’Opera Santuario<br />

hanno inizio, ogni anno, il 4 maggio<br />

con la Novena in memoria della<br />

prima apparizione della Madonna ai<br />

Pastorelli. Seguono appuntamenti il<br />

12 e 13 di ogni mese fino a ottobre,<br />

data in cui si ricorda la sesta e ultima<br />

apparizione. In tanti si chiedono perchè<br />

riunirsi anche la vigilia di ogni<br />

apparizione. La risposta è la seguente:<br />

per la Famiglia del Cuore Immacolato di<br />

Maria la vigilia è tempo di grazia. È<br />

tempo di attesa che dilata il cuore. Infatti,<br />

in qualsiasi parte d'Italia ci troviamo, il<br />

nostro Movimento si riunisce per un<br />

breve tempo di adorazione e per una<br />

breve processione eucaristica. L’esperienza<br />

spirituale edificante, vissuta il 13<br />

maggio e nei mesi a seguire da laici e<br />

pellegrini provenienti da varie diocesi<br />

della Sicilia, continua a essere sprone<br />

per il nostro Movimento al fine di portare<br />

Cristo al mondo per mezzo del Cuore<br />

Immacolato di Maria.<br />

* Rettore dell’Opera Santuario<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

IL 13 MAGGIO LA SANTA MESSA CON LA PARTECIPAZIONE DI NUMEROSI FEDELI<br />

3


LA RIFLESSIONE<br />

LA FAMIGLIA OGGI.<br />

Fragilità e sfide<br />

nel mutato contesto<br />

multiculturale<br />

e multireligioso<br />

a cura della redazione<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Il contesto multiculturale e<br />

multireligioso sempre più<br />

diffuso impone una rivisitazione<br />

della realtà coniugale<br />

e familiare sul piano dei modelli,<br />

non più ancorabili all’unica<br />

tipologia del<br />

matrimonio fra cattolici. In<br />

particolare, diverse le problematiche<br />

a cui prestare attenzione e<br />

che comprendono i matrimoni tra<br />

battezzati cattolici e battezzati<br />

non cattolici (è il caso dei matrimoni<br />

misti in senso giuridicamente<br />

proprio), i matrimoni tra<br />

battezzati e non battezzati (chiamati<br />

essi pure per estensione, ma<br />

Nuove sensibilità<br />

e nuovi modelli<br />

e nuove tutele<br />

impropriamente sotto il profilo<br />

giuridico, matrimoni misti), i matrimoni<br />

civili dei cattolici, le convivenze,<br />

le unioni di fatto nelle<br />

diverse modalità, comprese le<br />

unioni omosessuali. Pur essendo<br />

fattispecie diverse la cui considerazione<br />

in questa sede non<br />

può trovare spazio adeguato,<br />

esse tuttavia riportano l’attenzione<br />

sulla famiglia e impongono<br />

una riflessione di carattere multidisciplinare<br />

(antropologico, sociologico,<br />

etico, giuridico) per<br />

I <strong>cond</strong>izionamenti<br />

e gli apporti del<br />

fenomeno migratorio<br />

superare, nelle forme possibili,<br />

sia un annacquamento del modello<br />

famiglia, sia l’assenza di<br />

tutela giuridica per talune situazioni<br />

indotte da mutate sensibilità<br />

esistenziali e culturali.<br />

All’interno della Chiesa esiste<br />

una forte consapevolezza di<br />

queste diverse problematiche<br />

sulle quali Papa Francesco ha<br />

promosso una riflessione a<br />

largo raggio nella prospettiva<br />

della sinodalità, partendo da<br />

una analisi un po’ preoccupata<br />

della realtà per richiamare<br />

l’attenzione e l’impegno pastorale<br />

della Chiesa su alcune<br />

sfide come i matrimoni misti o interreligiosi,<br />

le famiglie monoparentali,<br />

una cultura del<br />

non-impegno e della presupposta<br />

instabilità del vincolo, i fenomeni<br />

migratori e la<br />

riformulazione dell’idea stessa di<br />

famiglia, il diffondersi del fenomeno<br />

delle madri surrogate<br />

(utero in affitto); e in ambito più<br />

strettamente ecclesiale, l’indebolimento<br />

o abbandono della fede<br />

nella sacramentalità del matrimonio<br />

e nel potere terapeutico<br />

della penitenza sacramentale.<br />

Se, poi, si considerano le problematiche<br />

concernenti le famiglie<br />

immigrate, le sfide<br />

aumentano di numero e di gravità<br />

a motivo dell’inadeguatezza<br />

delle politiche<br />

migratorie elaborate negli ultimi<br />

decenni. Alcune esemplificative:<br />

ricongiungimento familiare,<br />

lavoro (spesso nero),<br />

disoccupazione, rientro in patria,<br />

richiedenti asilo e rifugiati politici,<br />

il problema casa. Se per un<br />

verso si assiste, perciò, a una<br />

transizione di modelli familiari<br />

dovuti alle migrazioni, dall’altro,<br />

in ragione del <strong>nuovo</strong> contesto<br />

multietnico e multiculturale da<br />

una parte, ed ecclesiale, ecumenico<br />

e interreligioso dall’altra, si<br />

avverte la necessità di favorire<br />

un processo <strong>cond</strong>iviso di integrazione,<br />

rendendo le famiglie corresponsabili<br />

e protagoniste della<br />

vita sociale ed ecclesiale nei territori<br />

in cui vivono. In ogni caso,<br />

il tema famiglia deve occupare<br />

un posto di rilievo nell’agenda<br />

di tutte le istituzioni perché<br />

essa rappresenta la cartina di<br />

tornasole dello stato di salute<br />

di una società, compresa la realtà<br />

ecclesiale.<br />

4<br />

LA COMUNITÀ FAMILIARE CARTINA DI TORNASOLE DI UNA SOCIETÀ


IL CONFRONTO.<br />

La Commissione<br />

diocesana Pastorale<br />

familiare incontra<br />

il Vescovo<br />

La Commissione diocesana<br />

di Pastorale familiare,<br />

coordinata da<br />

Giusy Russo e Roberto Palmeri,<br />

ha incontrato il Vescovo<br />

monsignor Angelo Giurdanella<br />

presso il Seminario vescovile<br />

di Mazara del Vallo. A<br />

questo primo incontro era presente<br />

don Angelo Grasso, direttore<br />

dell’Ufficio diocesano di<br />

Pastorale familiare. Per tutti i<br />

componenti la Commissione è<br />

stato un bel momento di confronto,<br />

dopo che la coppia coordinatrice<br />

ha illustrato al<br />

Vescovo il percorso sin qui<br />

svolto. La Commissione diocesana<br />

per la famiglia è un organismo<br />

collegiale che è stato<br />

istituito nel 1993 in Diocesi.<br />

SELINUNTE.<br />

Riunione<br />

Commissione<br />

regionale<br />

Sabato 6 e domenica 7 maggio, presso<br />

l’hotel Admeto di Marinella di Selinunte<br />

si riunirà la Commissione regionale<br />

di Pastorale della famiglia, guidata dal<br />

Vescovo delegato monsignor Pietro Maria<br />

Fragnelli. La due giorni sarà così articolata:<br />

ore 9,30, santa messa; dalle 10,30 alle 11 meditazione<br />

sul tema “Gesù rivela il volto del<br />

Padre - Nel cammino delle relazioni familiari”<br />

con don Alberto Genovese; dalle 11,15<br />

alle 12,30, “Nelle pieghe del Catecumenato<br />

matrimoniale” con don Giuseppe Alcamo,<br />

docente di Catechetica presso la Facoltà<br />

Teologica di Sicilia; alle 15,30 “Costruire un<br />

percorso di ispirazione catecumenale” con<br />

monsignor Salvatore Muratore, Vescovo emerito<br />

di Nicosia. Domenica mattina meditazione<br />

proposta da don Calogero Tascone.<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

PUBBLICITÀ<br />

5


NUOVO ACCOLITO/1.<br />

«Contribuire a nutrire i fratelli<br />

con la Parola di Dio»<br />

VITA DI CHIESA<br />

di ERASMO BARRESI<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Nelle ultime settimane, in<br />

molti mi hanno chiesto chi<br />

sia l’accolito. Nella sua origine<br />

greca, questa parola significa<br />

inserviente. Nella Chiesa, infatti,<br />

l’accolito è istituito per aiutare stabilmente<br />

il sacerdote e il diacono<br />

nelle celebrazioni liturgiche. Ha, in<br />

generale, il compito di curare il servizio<br />

dell’altare, dedicandosi eventualmente<br />

anche alla formazione<br />

degli altri ministri laici della liturgia.<br />

L'accolito dovrebbe dunque animare<br />

la vita liturgica della comunità.<br />

In via straordinaria, può anche distribuire<br />

la santa Comunione ed<br />

esporre il Corpo di Cristo all’adorazione<br />

dei fedeli. Papa san Paolo VI,<br />

in Ministeria quaedam, ha dichiarato<br />

che l’accolito, «destinato in modo<br />

speciale al servizio dell'altare»,<br />

deve prendersi cura con sincero<br />

amore del popolo di Dio, «soprattutto<br />

dei deboli e dei malati». Leggendo<br />

queste parole, si pensa<br />

subito a quando l'accolito porta la<br />

santa Comunione agli ammalati,<br />

ma forse la sua attenzione verso i<br />

piccoli potrebbe assumere anche<br />

altre forme; egli potrebbe persino<br />

diventare animatore, nella comunità,<br />

dei progetti di promozione<br />

umana. Penso che per ogni comunità<br />

sarebbe una ricchezza poter<br />

contare su un gruppo di ministri istituiti<br />

ben formati, che, senza escludere<br />

i “ministri di fatto”, potrebbero<br />

invece incentivarli e sostenerli.<br />

Qualsiasi cristiano idoneo, uomo o<br />

donna, desideroso di servire fedelmente<br />

Dio e il popolo cristiano e disponibile<br />

a formarsi<br />

adeguatamente, può chiedere al<br />

proprio Vescovo di ricevere il ministero<br />

di accolito, di lettore o di catechista.<br />

Chi, come me, si prepara a<br />

diventare presbitero deve essere<br />

istituito lettore e accolito prima<br />

dell’ordinazione, per meglio disporsi<br />

ai futuri servizi della Parola e<br />

dell’altare. Dall’inizio della Quaresima<br />

riecheggia nel mio cuore una<br />

frase di Gesù che parla di «parola»<br />

e di «pane»: «Non di solo pane vivrà<br />

l'uomo, ma di ogni parola che esce<br />

dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Qui<br />

Gesù risponde a una tentazione del<br />

diavolo, che gli chiede di “dimostrare”<br />

di essere Figlio di Dio trasformando<br />

le pietre in pane. Gesù si<br />

rifiuta, richiamando il racconto<br />

dell’uscita del popolo di Israele dall’Egitto:<br />

nel deserto il popolo provò<br />

la fame, ma poi il Signore lo nutrì di<br />

manna, e il popolo capì che l’uomo<br />

non vive soltanto di pane, ma di<br />

quanto esce dalla bocca del Signore<br />

(cfr. Dt 8,3). Il ministero di lettore,<br />

che ho ricevuto l’anno scorso, mi<br />

stimola a gustare sempre più profondamente<br />

la Parola che esce<br />

dalla bocca di Dio per poi porgerla<br />

agli altri. Con il ministero di<br />

accolito, che ora ho ricevuto, sono<br />

chiamato a contribuire maggiormente<br />

a che i fratelli possano nutrirsi<br />

di quelle offerte che, per la<br />

potenza delle parole di Gesù che il<br />

sacerdote pronuncia su di esse, cessano<br />

di essere pane e vino e diventano<br />

il suo Corpo e il suo Sangue.<br />

6<br />

L’ACCOLITO CURA IL SERVIZIO ALL’ALTARE E ANIMA LA VITA LITURGICA DELLA COMUNITÀ


VITA DI CHIESA<br />

NUOVO ACCOLITO/2.<br />

«In cammino aperto<br />

al dono di grazia»<br />

di FRANCESCO INGRANDE<br />

www.diocesimazara.it<br />

Il dono del ministero dell’accolitato<br />

nel cammino di formazione<br />

e di discernimento<br />

verso il presbiterato, cammino<br />

che si vive in Seminario, mi genera<br />

due nuove esperienze: un legame<br />

ministeriale, e non solo<br />

personale, con l’Eucarestia e gli ultimi,<br />

e la consapevolezza che il cammino<br />

formativo sta per giungere a<br />

un momento decisivo di svolta e di<br />

maturazione. L’accolitato «è il se<strong>cond</strong>o<br />

dei ministeri istituiti che si<br />

svolge nell’area dell’altare, su cui si<br />

celebra il memoriale dell’amore<br />

oblativo di Cristo, che diviene “sacramento<br />

ed esempio” dell’amore<br />

con cui i suoi discepoli devono<br />

amare Dio e amarsi gli uni gli altri.<br />

Questo ministero, nel suo concreto<br />

esercizio, è destinato a mettere in risalto<br />

l’intimo legame che esiste tra<br />

liturgia l’Eucaristia in particolare e<br />

carità» (Ministeria quaedam, 62). Infatti,<br />

nella preghiera di benedizione<br />

per il <strong>nuovo</strong> accolito così il Vescovo<br />

si esprime: «Fa’ che, assiduo nel servizio<br />

dell’altare, distribuisca fedelmente<br />

il pane della vita ai suoi<br />

fratelli e cresca continuamente nella<br />

fede e nella carità per l’edificazione<br />

del tuo Regno». Questo significa<br />

che diventa ministero, cioè servizio,<br />

testimonianza, responsabilità di vivere<br />

sempre più intensamente un<br />

legame profondo con il Signore,<br />

presente sacramentalmente nell’Eucarestia,<br />

nel pane spezzato e nel<br />

vino versato, suo corpo e suo<br />

sangue; questo comporta, altresì,<br />

di fare di questo legame<br />

la sorgente e la forza dell’altro<br />

legame, quello con i poveri,<br />

con gli ultimi, con gli scartati e<br />

i rifiutati, con le vittime, anch’essi<br />

carne di Cristo. L’accolito<br />

fa esperienza di grazia<br />

del fatto che Cristo si è donato<br />

come corpo e come sangue,<br />

e che si è reso presente<br />

come carne e come carità nei poveri.<br />

L’accolito fa esperienza di<br />

quella unità che la liturgia ci dona<br />

soprattutto il Giovedì santo, quando<br />

si fa memoria del dono dell’Eucarestia,<br />

nel segno della lavanda dei<br />

piedi, se<strong>cond</strong>o il testo del Vangelo<br />

di Giovanni. Diventa allora responsabilità<br />

la capacità di saper dare<br />

l’esempio, di saper donare tempo e<br />

disponibilità ai più poveri, di partecipare<br />

alla Eucarestia con intensa<br />

profondità spirituale. L’altare diventa<br />

così un vero luogo spirituale<br />

e sorgente di carità; ovvero consapevolezza<br />

della grazia del legame<br />

tutto eucaristico fra Cristo e i poveri.<br />

Inoltre, il dono di questo se<strong>cond</strong>o<br />

ministero giunge per me al<br />

quinto anno di Teologia, a conclusione<br />

dell’esperienza formativa nel<br />

Seminario di Palermo. Sono tante le<br />

domande, le speranze e anche le<br />

preoccupazioni, che ora cominciano<br />

a sorgere nel cuore: cosa<br />

farò adesso? Quale esperienza il<br />

UNA TAPPA SIGNIFICATIVA DELL’ESPERIENZA FORMATIVA<br />

Vescovo avrà pensato per me?<br />

Come mi troverò nelle comunità<br />

parrocchiali? Cosa mi attende? Desiderare<br />

il dono dell’ordinazione<br />

non corrisponde alla logica del risultato<br />

o dell’obiettivo raggiunto. È<br />

sempre un cammino aperto al dono<br />

della grazia e alla consapevolezza<br />

della propria fragilità e dei propri<br />

limiti. Da una parte, ecco gli anni<br />

del Seminario, il senso e il valore<br />

del tuo impegno, della tua fatica,<br />

delle tue scelte responsabili; ma<br />

dall’altra la grandezza della missione,<br />

la bellezza del Vangelo, la<br />

speranza del popolo di Dio. E tu<br />

scopri di essere veramente piccolo<br />

e fragile, come un vaso di argilla. Allora<br />

sorge il vero sentimento spirituale<br />

dell’accolitato come dono: la<br />

gratitudine. È con il sentimento<br />

spirituale della gratitudine, per<br />

la mia piccolezza e la grandezza<br />

del dono della vocazione, che mi<br />

appresto a ricevere questo ministero.<br />

7n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong>


PRIMO MAGGIO<br />

LAVORO.<br />

Dalle zone più disagiate<br />

un progetto di rilancio<br />

per il Paese<br />

di ALFIO MANNINO *<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Il lavoro e la dignità delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori<br />

sono i temi su cui vogliamo<br />

puntare i riflettori questo Primo<br />

Maggio. Ancora una volta, perché<br />

questi obiettivi caratterizzano<br />

già l’azione della Cgil, ma<br />

con la consapevolezza che ci<br />

sia tanto ancora da fare su temi<br />

che intersecano lo sviluppo sociale<br />

e civile ma anche la legalità.<br />

Perché dignità nel lavoro<br />

significa anche rispetto di leggi e<br />

contratti, significa salute e sicurezza,<br />

significa stare stabilmente<br />

Il Governo annuncia<br />

un decreto che renderà<br />

il lavoro più precario<br />

nella sfera del diritto e non del favore<br />

che alimenta soggezione,<br />

clientele, corruzione, mafia. C’è<br />

tanto da fare soprattutto qua in Sicilia,<br />

dove lavoro povero, sfruttamento<br />

precarietà imperano. E su<br />

un percorso per niente lineare e a<br />

ostacoli. Mi riferisco ai tanti ritorni<br />

indietro e alle buche create<br />

da una politica che non guarda al<br />

Mezzogiorno e ai suoi problemi,<br />

che punta a dividere il Paese con<br />

provvedimenti come l’autonomia<br />

differenziata, che sta cercando di<br />

creare ulteriore precarietà che si<br />

tradurrà in più povertà e meno diritti.<br />

Noi crediamo che il lavoro<br />

debba essere al centro di un<br />

progetto di rilancio del Paese e<br />

che questo progetto debba partire<br />

da dove c’è meno lavoro e<br />

più disagio sociale. Cioè dal<br />

Mezzogiorno e dalla Sicilia. Invece<br />

cosa fa il Governo? Annuncia<br />

per il Primo Maggio, festa dei lavoratori,<br />

quasi una beffa, un decreto<br />

che renderà il lavoro più<br />

precario. Per i contratti a termine<br />

arriva la liberalizzazione. Potranno<br />

essere stipulati senza causale,<br />

cioè senza dovere esplicitare<br />

la motivazione dell’assunzione e<br />

anche con trattativa individuale.<br />

Sarà un Far West senza possibilità<br />

di tutele, su una linea dei diritti<br />

sempre più flebile su cui le lavoratrici<br />

e i lavoratori dovranno<br />

stare in equilibrio, rinunciando a<br />

certezze in uno scenario in cui<br />

pressioni e ricatti diventano del<br />

tutto plausibili. Saremo più ricchi<br />

o più poveri? Chi trarrà vantaggi?<br />

Sarà un braccio di ferro a<br />

svantaggio dei più fragili, degli<br />

ultimi che resteranno tali. Ci saranno<br />

ricadute sui salari e sulla sicurezza,<br />

con una caduta verticale<br />

degli standard. Se aggiungiamo la<br />

riforma fiscale che vuole fare il<br />

governo, il cui cuore è la Flat tax,<br />

con l’assenza di provvedimenti<br />

che abbattano realmente il carico<br />

fiscale sul lavoro dipendente, ci<br />

rendiamo conto di una situazione<br />

Nella Regione Siciliana<br />

mancano 50 mila<br />

lavoratori<br />

che rischia di precipitare. Oggi la<br />

vera emergenza è quella salariale.<br />

In Sicilia su 5 milioni di abitanti<br />

lavorano 1,4 milioni, con uno<br />

scarto di 15 punti percentuali rispetto<br />

al Centro-Nord. E di quelli<br />

che lavorano circa un terzo sono<br />

precari , stagionali. Di fatto il differenziale<br />

del reddito pro-capite<br />

rispetto al Centro-Nord e anche<br />

alla media nazionale rimane<br />

molto alto. E questo peraltro in<br />

una regione dove il welfare non<br />

offre il supporto necessario soprattutto<br />

alle famiglie più in difficoltà,<br />

il diritto alla salute rischia<br />

di essere cosa per ricchi. Bisogna<br />

puntare sullo sviluppo dell’apparato<br />

produttivo, ma per utilizzare<br />

le risorse disponibili bisogna partire<br />

dal dare efficienza alla pubblica<br />

amministrazione. Oggi<br />

mancano all’appello nella pubblica<br />

amministrazione siciliana 50<br />

mila lavoratori. Assumerli coglierebbe<br />

un doppio obiettivo: <strong>nuovo</strong><br />

lavoro, nuove competenze per una<br />

amministrazione pubblica efficiente.<br />

* Segretario generale Cgil Sicilia<br />

8<br />

LE CRITICITÀ NEL MONDO DEL LAVORO AGGRAVANO LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI


A PARTANNA<br />

Torna Giovaninfesta<br />

tra musica e riflessioni<br />

Si terrà venerdì 2 giugno, dalle ore<br />

9 alle 20, in piazza Falcone e Borsellino<br />

a Partanna “Giovaninfesta<br />

<strong>2023</strong> – Wake me up”, organizzato dall’Ufficio<br />

di Pastorale giovanile e dall’Ufficio<br />

di Pastorale vocazionale. La giornata è<br />

dedicata ai giovani dai 12 ai 25 anni: un<br />

momento di <strong>cond</strong>ivisione, giochi e riflessione.<br />

Parteciperà anche il Vescovo monsignor<br />

Angelo Giurdanella, che<br />

accompagnerà i partecipanti in questa<br />

esperienza di vero risveglio per il territorio.<br />

È previsto un servizio pullman con<br />

partenze da Marsala, Strasatti, Mazara del<br />

Vallo e Castelvetrano<br />

(quota<br />

7 euro A/R). La<br />

quota di iscrizione<br />

è di 8<br />

euro (comprensivo<br />

del<br />

pranzo). Iscrizioni presso la propria parrocchia,<br />

oppure compilando il modulo<br />

che si può trovare nella sezione Agenda<br />

del sito diocesano www.diocesimazara.it.<br />

Questo il programma: ore 9,30, accoglienza<br />

e consegna del kit di benvenuto;<br />

ore 10, colazione e animazione; ore 11,<br />

saluti del Vescovo e preghiera iniziale;<br />

ore 11,30, testimonianze; ore 13, pranzo;<br />

ore 15, giochi e laboratori; ore 16,30,<br />

santa messa; ore 18, spettacolo con un<br />

super ospite, il cui nome verrà comunicato<br />

nelle prossime settimane tramite i<br />

canali social dell’iniziativa.<br />

MARSALA DOC<br />

VINI DA TAVOLA<br />

MOSCATO<br />

MALVASIAASIA<br />

ZIBIBBO<br />

CREME<br />

EX GENIMINE VITIS<br />

Premiati con la Croce d’Oro<br />

Lateranensis<br />

PUBBLICITÀ<br />

VIA MAZARA, 10 - 91025 MARSALA<br />

TEL. +39 0923 999133 - FAX +39 0923 999036<br />

e-mail: info@intorcia.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

www.intorcia.it<br />

9


DAL TERRITORIO<br />

CAMPOBELLO<br />

DI MAZARA<br />

Offesa ai caduti<br />

Vandalizzato a Campobello di<br />

Mazara il monumento al Milite<br />

Ignoto, che si trova all'interno<br />

della villa comunale. È stato<br />

imbrattato con scritte di vernice blu.<br />

Nei giorni precedenti sono stati, inoltre,<br />

danneggiati anche la panchina<br />

rossa, simbolo della lotta contro la violenza<br />

sulle donne, la pensilina per la<br />

fermata degli autobus e il raccoglitore<br />

mangia-plastica, che si trovano sempre<br />

all’ingresso della villa. «Sono davvero<br />

sconcertato – afferma il sindaco Castiglione<br />

- per il verificarsi nel nostro Comune<br />

di atti vili e ignobili che<br />

feriscono fortemente la comunità campobellese<br />

nella sua componente civile.<br />

Il rispetto dei monumenti costituisce<br />

infatti un elemento fondamentale di civiltà<br />

e il vilipendio del Milite Ignoto, in<br />

particolare, rappresenta un esecrabile<br />

gesto di irriverenza nei confronti della<br />

nostra storia e dello Stato italiano.<br />

Nell’esprimere, dunque, ferma <strong>cond</strong>anna<br />

per tali atti, auspico che le forze<br />

dell’Ordine possano al più presto fare<br />

luce sull’accaduto, assicurando i responsabili<br />

alla giustizia», ha dichiarato<br />

il sindaco Giuseppe Castiglione. Parole<br />

di <strong>cond</strong>anna sono state espresse anche<br />

dal Pd locale e dal circolo di Fratelli<br />

d’Italia.<br />

IN BREVE<br />

CASTELVETRANO.<br />

Due nuovi assunti<br />

al Comune<br />

avvocato Maika Giacalone e l’architetto<br />

Pasquale Calamiasono gli<br />

L’ ultimi due assunti a tempo indeterminato<br />

al Comune di Castelvetrano. I due professionisti<br />

facevano parte di due distinte<br />

graduatorie in altri Comuni: l’avvocato Giacalone<br />

era inserita nella graduatoria del Comune<br />

di Santa Ninfa (dove vinse il concorso<br />

nel 2021), mentre l’architetto Calamia era inserito<br />

nella graduatoria al Comune di Custonaci.<br />

Il Comune di Castelvetrano, così come prevede<br />

la legge, ha chiesto ai diversi enti locali<br />

della provincia disponibilità delle graduatorie<br />

per l’assunzione nei ruoli necessari e così sia<br />

Giacalone che Calamia (tutte due di Castelvetrano)<br />

sono stati assunti.<br />

PETROSINO.<br />

Tunisina diventa<br />

cittadina italiana<br />

Alloucha Hadil, tunisina, nata a<br />

Mazara del Vallo il 17 febbraio<br />

del 2005, ha ottenuto a Petrosino,<br />

dove risiede dalla nascita, la cittadinanza<br />

italiana. «Siamo orgogliosi che il nostro<br />

Comune abbia riconosciuto questo diritto<br />

fondamentale ad Alloucha Hadil e lo<br />

abbia fatto, per la prima volta, nei confronti<br />

di una donna. I figli di stranieri che<br />

oggi nascono nel nostro Paese sono quasi<br />

un milione e il futuro dell’Italia, senza di<br />

loro, è inimmaginabile», ha dichiarato il<br />

sindaco Giacomo Anastasi.<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

CI SONO POSTI<br />

CHE NON<br />

APPARTENGONO<br />

A NESSUNO<br />

PERCHÉ<br />

SONO DI TUTTI.<br />

Sono i posti dove ci sentiamo parte di un<br />

progetto comune; dove ognuno è valorizzato<br />

per il proprio talento e riesce a farlo splendere<br />

in ogni momento; dove tutto diventa possibile<br />

se solo si è uniti. Sono i posti che esistono<br />

perché noi li facciamo insieme ai sacerdoti.<br />

Quando doni, sostieni i sacerdoti che ogni giorno<br />

si dedicano a questi posti e alle nostre comunità.<br />

Vai su unitineldono.it e scopri come fare.<br />

DONA ANCHE CON<br />

DONA ANCHE CON<br />

Versamento sul conto corrente postale 57803009<br />

Carta di credito chiamando il Numero Verde 800 825000<br />

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#UNITIPOSSIAMO<br />

PUBBLICITÀ<br />

10


FOTOCRONACHE<br />

CASTELVETRANO.<br />

Festa di fine Ramadan<br />

con gli ospiti musulmani<br />

MARSALA.<br />

Il furto in chiesa, «spezzata<br />

relazione con Dio Padre»<br />

sprimo il dolore<br />

della Chiesa di Ma-<br />

del Vallo per il «Ezara<br />

furto sacrilego dell’Eucaristia<br />

avvenuto a Marsala nella<br />

chiesa di San Giovanni Battista<br />

al Boeo». Lo ha detto il Vescovo<br />

monsignor Angelo Giurdanella<br />

dopo che alcuni malviventi sono<br />

entrati forzando una porta laterale<br />

e rubando le ostie consacrate<br />

e gli oggetti in metallo<br />

utilizzati per le liturgie. «Il Giovedì<br />

santo, nella liturgia, abbiamo<br />

celebrato l’istituzione<br />

dell’Eucaristia, accogliendo e<br />

adorando il dono del Corpo di<br />

Gesù per amore dei suoi discepoli<br />

e di tutta l’umanità. A Pasqua<br />

abbiamo celebrato la risurrezione<br />

del Corpo di Gesù, che<br />

non è stato rubato dal sepolcro,<br />

ma è stato glorificato dal Padre<br />

e, non più situato nello spazio e<br />

nel tempo, può mostrarsi ai suoi<br />

discepoli come e dove vuole».<br />

Condividere, anno XXI, n. 04<br />

del 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Mensile<br />

della Diocesi<br />

di Mazara del Vallo<br />

Registrazione Tribunale<br />

di Marsala n. 140/7-2003<br />

Ancora monsignor Giurdanella:<br />

«Il corpo di Gesù, il Pane della<br />

vita non deve essere rubato o<br />

profanato ma accolto con lo<br />

stesso amore con cui si dona; chi<br />

lo riceve con amore partecipa<br />

alla vita divina di Gesù e può diventarne<br />

mediatore anche per<br />

gli altri. Chi ha compiuto questo<br />

furto non ha ferito soltanto la comunità<br />

dei credenti, ma ha ferito<br />

sé stesso e ha spezzato la sua relazione<br />

con Dio Padre e con i fratelli,<br />

relazione che può ricucire<br />

soltanto avviando un processo di<br />

riconciliazione e di perdono. Ricordiamo<br />

anche che, purtroppo,<br />

Cristo continua a essere profanato<br />

non solo nelle specie eucaristiche<br />

ma anche nei fratelli più<br />

piccoli e poveri». Tra i fedeli, intanto,<br />

è stata avviata una colletta<br />

per acquistare nuovamente gli<br />

arredi liturgici della chiesa. A<br />

lanciare l’appello è stato don<br />

Francesco Fiorino.<br />

Editore<br />

Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

Direttore editoriale<br />

mons. Angelo Giurdanella<br />

Direttore responsabile<br />

Max Firreri<br />

Redazione<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

tel. 0923.902737<br />

<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />

Hanno collaborato<br />

Erasmo Barresi, padre Adriano Cozzi, Francesco Ingrande,<br />

Alfio Mannino.<br />

Èstata una festa di famiglia quella che<br />

nel giardino della chiesa della Tagliata a<br />

Castelvetrano, hanno vissuto alcuni ragazzi<br />

musulmani per celebrare la fine del Ramadan.<br />

L’iniziativa è stata organizzata dalla<br />

Fraternità Betlemme di Efrata, nell’ambito del<br />

progetto ecumenico, interreligioso e interculturale<br />

“Pane spezzato”. «Abbiamo cercato insieme<br />

di creare un clima familiare per essere<br />

famiglia, casa e nutrimento con chi ne è privato<br />

in questo momento», ha spiegato don Vincenzo<br />

Aloisi. Alla festa erano presenti alcuni giovani<br />

ospiti del centro d’accoglienza “I Locandieri” di<br />

Marinella di Selinunte. Sono intervenuti anche i<br />

coniugi Maurilio Stabile e Piera Maniaci, responsabili<br />

dell’Opera di promozione per l’alfabetizzazione<br />

del sud del mondo, che hanno<br />

donato uova di cioccolato ai ragazzi. «Con la laboriosità<br />

di tutti (cristiani e musulmani) abbiamo<br />

realizzato alcuni gustosi dolcetti che<br />

sono stati venduti nella stessa giornata e il ricavato<br />

di 70 euro è stato donato alla Caritas parrocchiale<br />

di San Francesco da Paola in<br />

Castelvetrano».<br />

AZIONE CATTOLICA.<br />

Incontro di formazione<br />

“A voci alterne”<br />

Presso l’aula magna del Seminario si è<br />

svolto l’incontro di formazione del settore<br />

adulti dell’Azione cattolica diocesana.<br />

All’evento, organizzato dall’equipe adulti,<br />

hanno partecipato i rappresentanti del settore<br />

delle associazioni parrocchiali presenti nella diocesi.<br />

Il titolo dell’incontro di formazione è stato “A<br />

voci alterne”.<br />

Questo numero è stato chiuso in redazione il 30 aprile<br />

<strong>2023</strong>. È vietata la riproduzione integrale o parziale<br />

senza espressa autorizzazione del direttore.<br />

Periodico associato alla:<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

11


ZOOM SUL TERRITORIO<br />

MESSINA DENARO.<br />

La “normale esistenza” del boss<br />

in un territorio sotto controllo<br />

di MAX FIRRERI<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Con l’arresto di<br />

Laura Bonafede<br />

8 le persone arrestate<br />

Che il boss Matteo Messina Denaro<br />

sarebbe stato tutelato per<br />

lunghissimo tempo da persone<br />

conosciutissime dalle Forze<br />

dell’ordine è un fatto che «disorienta».<br />

Così, nero su bianco, ha scritto il gip del<br />

Tribunale di Palermo Alfredo Montalto<br />

nell’ordinanza di custodia cautelare che<br />

ha portato in carcere Laura Bonafede<br />

qualche settimana addietro. A oggi l’insegnante<br />

di Scuola materna sospesa, figlia<br />

del boss defunto Leonardo, è l’ottava<br />

pedina caduta della rete di protezione<br />

che ha assicurato una «normale esistenza»<br />

al boss durante la latitanza. Matteo<br />

Messina Denaro, si scopre sempre di<br />

più, per la sua latitanza non si è affidato a<br />

soggetti sconosciuti e inimmaginabili. La<br />

famiglia Bonafede è conosciuta alle<br />

Forze dell’ordine. A partire dal padre<br />

Leonardo (scomparso qualche anno<br />

addietro) che fu reggente della famiglia<br />

di Campobello di Mazara e amico<br />

di Francesco Messina Denaro, padre<br />

del boss Matteo. Ma c’è anche il marito<br />

di Laura Bonafede, Salvatore Gentile che<br />

sta scontando l’ergastolo in un carcere<br />

della Sardegna. Dunque soggetti finiti<br />

sotto controllo anche in diverse operazioni<br />

delle Forze dell’ordine che si sono<br />

susseguite negli anni proprio tra Campobello<br />

e Castelvetrano, «senza che, tuttavia,<br />

sia stato possibile acquisire altro che<br />

non labili tracce della presenza del latitante».<br />

Il gip Montalto è duro tra le righe<br />

dell’ordinanza: «Le investigazioni conseguite<br />

a tale arresto destano (sempre più)<br />

sconcerto perché mettono in luce l’incredibile<br />

e inspiegabile insuccesso di anni<br />

e anni di ricerche in quella ristretta cerchia<br />

territoriale compresa tra Campobello<br />

e Castelvetrano». Un pezzo di<br />

provincia di Trapani definito ad alta densità<br />

mafiosa, «costantemente setacciato e<br />

controllato con i più sofisticati sistemi di<br />

intercettazioni e di videosorveglianza in<br />

tutti i luoghi strategici che, tuttavia, non<br />

hanno impedito al latitante di vivere una<br />

“normale” esistenza», scrive ancora il<br />

gip. Con l’arresto di Laura Bonafede e la<br />

figlia Martina Gentile indagata (il pm ha<br />

chiesto gli arresti domiciliari ma il gip<br />

non l’ha concesso) si è fatta luce sugli ultimi<br />

anni di latitanza di Matteo Messina<br />

Denaro e sul fatto che la Bonafede era in<br />

rapporti col boss da molto tempo. Sin dal<br />

1997 quando si sono conosciuti, instaurando<br />

poi un rapporto quasi familiare,<br />

coinvolgendo anche la figlia della Bonafede,<br />

Martina Gentile. I pubblici ministeri<br />

scrivono che il rapporto sarebbe<br />

durato dal 2007 sino al dicembre 2017,<br />

quando venne interrotto a seguito di<br />

un’importante ennesima operazione<br />

di polizia, per poi riprendere, appena<br />

«calmatesi le acque» negli ultimi anni<br />

sino all’arresto del 16 gennaio scorso.<br />

Si conoscevano bene Matteo Messina<br />

Denaro, Laura Bonafede e la figlia Martina<br />

Gentile, al punto tale che nelle missive<br />

hanno utilizzato un «codice<br />

linguistico riservato e complesso». Nomi<br />

criptati come “Depry” (era il boss), “Venesia”,<br />

“Blu” (Laura Bonafede), “Rubinetto”<br />

(Paolo De Santo), “Rubinettino”<br />

(Antonino De Santo) e poi “Ma<strong>cond</strong>o”<br />

(Campobello di Mazara) e “Ma<strong>cond</strong>ino”<br />

(località Tre Fontane), “Tramite” (Lorena<br />

Lanceri), “Squallido”<br />

(clinica “La Maddalena”).<br />

Dall’indagine<br />

dei carabinieri del Ros<br />

è emerso anche che<br />

Laura Bonafede e Matteo<br />

Messina Denaro,<br />

nell'ultimo periodo<br />

della latitanza del capomafia<br />

trapanese,<br />

avrebbero programmato due appuntamenti<br />

fissi a settimana: il sabato mattina<br />

alle 11 (perché l’insegnante era libera dal<br />

lavoro) e il lunedì, destinato allo scambio<br />

della corrispondenza clandestina. Le indagini,<br />

sino a ora, hanno dato certezza<br />

che almeno dal 2017 il latitante vivesse a<br />

Campobello di Mazara. Ma non è escluso<br />

che già girasse indisturbato ancora<br />

prima. C’era una rete di fiancheggiatori<br />

e vivandieri che si prendevano cura di<br />

lui. Al momento sono otto gli arrestati:<br />

Giovanni Luppino (l’autista che lo ha accompagnato<br />

a Palermo il 16 gennaio<br />

scorso), Andrea Bonafede senior (che ha<br />

Utilizzato un codice<br />

linguistico riservato<br />

e complesso<br />

prestato l’identità al boss), il medico Alfonso<br />

Tumbarello che ha prescritto le ricette<br />

mediche, Andrea Bonafede junior,<br />

“postino” per recapitare le prescrizioni<br />

del medico al latitante, Rosalia Messina<br />

Denaro, sorella del boss che avrebbe tenuto<br />

i conti e poi i coniugi Lorena Lanceri<br />

ed Emanuele Bonafede, vivandieri del<br />

boss; ultima, in ordine di tempo, Laura Bonafede.<br />

12<br />

SI VA SVELANDO LA RETE DI COMPLICI CHE HA COPERTO IL LATITANTE


CASTELVETRANO.<br />

In città esposta<br />

la “Quarto Savona 15”,<br />

monumento alla memoria<br />

a cura della redazione<br />

Alla presenza del ministro dell'Interno<br />

Matteo Piantedosi,<br />

di Tina Montinaro, vedova<br />

dell'agente della Polizia di Stato<br />

Antonio, morto nella strage di Capaci<br />

del 1992, e del sindaco di Castelvetrano<br />

Enzo Alfano, è stata<br />

scoperta al Sistema delle piazze di<br />

Castelvetrano, la teca contenente<br />

la “Quarto Savona 15”, i resti dell'auto<br />

di scorta della strage di Capaci.<br />

La bandiera tricolore che copriva la<br />

teca è stata sollevata dopo che la<br />

banda cittadina ha intonato l'inno nazionale<br />

e il “silenzio”. È seguito un<br />

lungo applauso. «In questa piazza ci<br />

sono persone che hanno detto platealmente<br />

no alla mafia, ancora prima<br />

che venisse arrestato il boss Matteo<br />

Messina Denaro. La loro testimonianza<br />

deve servirci da stimolo affinché<br />

ognuno di noi continui a fare la<br />

nostra parte» ha detto il sindaco di<br />

Castelvetrano Enzo Alfano davanti al<br />

ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.<br />

In piazza tra i testimoni presenti<br />

c'era Giuseppe Cimarosa, figlio del<br />

dichiarante Lorenzo e parente del<br />

boss Matteo Messina Denaro. Cimarosa<br />

ha avuto parole di disprezzo per<br />

il mafioso. «Lo Stato ha dimostrato<br />

che, seppur con mille contraddizioni,<br />

alla fine c'è e ha risposto. E questo<br />

devono saperlo i tanti che hanno consentito<br />

la latitanza<br />

di Messina<br />

Denaro e<br />

che si sono<br />

infiltrati nella<br />

nostra vita.<br />

Facciamo riferimento<br />

a<br />

quella borghesia<br />

mafiosa<br />

che oggi<br />

non fa sonni<br />

t r a n q u i l l i .<br />

L'ora arriverà<br />

anche per<br />

loro», ha detto Antonello Cracolici,<br />

presidente della Commissione regionale<br />

antimafia. «Lo abbiamo arrestato.<br />

Lo Stato c'è e vince sempre» ha detto<br />

Tina Montinaro, vedova dell'agente<br />

Antonio morto nella strage di Capaci<br />

nel 1992. «Si vuole fare passare il criminale<br />

come romantico e, invece, dovete<br />

sapere che è un criminale - ha<br />

aggiunto - Ricordiamo che la lotta alla<br />

mafia è iniziata da tanto tempo e molti<br />

poliziotti hanno fatto il loro dovere,<br />

facendo giuramento, ma non come<br />

quello che fanno i mafiosi». «La Liberazione<br />

e la lotta alla mafia sono pagine<br />

diverse, ma entrambe della<br />

stessa storia, la nostra...», ha detto il<br />

ministro Piantedosi. «Nella lotta alla<br />

mafia ritroviamo i valori e lo spirito<br />

della Liberazione, che ormai è patrimonio<br />

di noi tutti... Stare insieme<br />

dalla stessa parte significa anche<br />

tracciare la strada alle giovani generazioni<br />

che dobbiamo preservare dall’omologazione,<br />

educandole alla<br />

libertà di pensiero e allo spirito critico»,<br />

ha aggiunto il ministro. Il titolare<br />

del Viminale ha concluso: «Un<br />

territorio in mano alla mafia non è libero.<br />

I suoi cittadini non sono liberi<br />

perché le loro scelte sono sempre influenzate<br />

da forme di <strong>cond</strong>izionamento.<br />

Sia esso palese, sia esso<br />

subdolo. Se i diritti non sono di tutti,<br />

se un diritto deve essere riconosciuto<br />

ed esercitato come un privilegio, questo<br />

allontana dalla stessa democrazia<br />

delineata dalla nostra Costituzione».<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

13


GLI INTERVENTI<br />

8x1000.<br />

Una firma che vale<br />

un gesto d’amore<br />

a cura della redazione<br />

www.8xmille.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

«Se fare un gesto d’amore ti<br />

fa sentire bene, immagina<br />

farne migliaia».<br />

Questo il ritornello della nuova<br />

campagna di comunicazione<br />

8xmille della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, che mette in evidenza<br />

il significato profondo di un semplice<br />

gesto che permette ogni anno<br />

la realizzazione di migliaia di progetti<br />

in Italia e nei Paesi in via di<br />

sviluppo. La campagna, al via dal 2<br />

maggio, mette inoltre in luce la relazione<br />

forte e significativa tra la vita<br />

quotidiana dei cittadini e le opere<br />

della Chiesa, attraverso<br />

la metafora<br />

dei “gesti<br />

d’amore”: piccoli<br />

o grandi gesti di<br />

altruismo che capita<br />

di fare nella<br />

vita e che non<br />

fanno sentire bene solo chi li riceve,<br />

ma anche chi li compie. Ecco, quindi,<br />

che attraverso una semplice firma,<br />

quella per l’8xmille alla Chiesa cattolica,<br />

è possibile moltiplicare la sensazione<br />

di benessere che si prova<br />

quando si fa un gesto d’amore. Come<br />

fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi,<br />

arrivando capillarmente sul<br />

territorio a sostenere e aiutare chi ne<br />

ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati,<br />

ma anche italiani che attraversano<br />

momenti di difficoltà.<br />

«L’obiettivo della campagna <strong>2023</strong> –<br />

afferma il responsabile del Servizio<br />

per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa cattolica, Massimo<br />

Monzio Compagnoni – è far<br />

La Chiesa cattolica con<br />

le firme dei contribuenti<br />

opera sul territorio<br />

comprendere il valore<br />

di un gesto molto semplice<br />

come una firma,<br />

abbinandolo a momenti<br />

della vita di tutti i giorni.<br />

Gli spot ruotano intorno<br />

al concetto del ‘sentirsi<br />

bene’ prendendosi cura del prossimo<br />

grazie a un’opzione, nella propria dichiarazione<br />

dei redditi, che si traduce<br />

in migliaia di progetti. Chi firma è<br />

protagonista di un cambiamento ed<br />

è autore di una scelta solidale,<br />

frutto di una decisione consapevole,<br />

da rinnovare ogni anno. In ogni<br />

iniziativa le risorse<br />

economiche<br />

sono messe a<br />

frutto da sacerdoti,<br />

suore, operatori<br />

e dai<br />

tantissimi volontari<br />

che, con le<br />

nostre firme, sono il vero motore dei<br />

progetti realizzati». Nella campagna<br />

<strong>2023</strong> la Chiesa si racconta attraverso<br />

otto storie di speranza e di coraggio.<br />

Gli spot mettono in luce il<br />

valore della gratuità e gli sforzi di una<br />

Chiesa in uscita, che si prende costantemente<br />

cura dei più deboli, donando<br />

opportunità e fiducia, intervenendo<br />

con discrezione e rispetto, operando<br />

con creatività e positività. Dalla “Casa<br />

della carità” che, a Seregno, offre ospitalità<br />

ai più fragili senza fissa dimora,<br />

alla mensa delle parrocchie solidali di<br />

Brindisi, una mano tesa rivolta a quanti<br />

sono a rischio di esclusione sociale.<br />

Dalla “Casa Santa Elisabetta”, un <strong>cond</strong>ominio<br />

solidale nel cuore di Verona<br />

per donne sole con minori, a “Opera<br />

Seme Farm”, una filiera etica che, nel<br />

Salento, promuove i prodotti del territorio,<br />

generando valore e occupazione,<br />

passando per il “Centro di<br />

ascolto diocesano” di Albano, un luogo<br />

accogliente e familiare per chi ha bisogno<br />

di assistenza alimentare e non<br />

solo. Farsi prossimo con l’accoglienza<br />

è la mission del progetto “Un popolo<br />

per tutti” che, a Roccella Jonica, rappresenta<br />

un <strong>nuovo</strong> inizio per i migranti<br />

in fuga in cerca di un futuro migliore.<br />

Grazie alle firme, ogni anno, vengono<br />

restituiti a fedeli e visitatori molti tesori<br />

dimenticati. Come ad Ancona dove la<br />

chiesa di Santa Maria della Piazza, gioiello<br />

romanico, è sottoposta a un intervento<br />

di restauro conservativo per<br />

continuare a tramandare arte e fede<br />

alle generazioni future. Dopo gli anni<br />

difficili della pandemia la campagna,<br />

quest’anno, vola all’estero per documentare<br />

come a Tosamaganga, in Tanzania,<br />

con il supporto delle firme la<br />

speranza sia giunta in aula e in corsia.<br />

Qui i medici del Cuamm, la prima organizzazione<br />

italiana per la promozione<br />

e la tutela della salute delle<br />

popolazioni africane, sono presenti da<br />

oltre 50 anni e si prendono cura delle<br />

persone più vulnerabili, soprattutto<br />

delle mamme e dei bambini, fin dai<br />

primi attimi di vita.<br />

14<br />

LA NUOVA CAMPAGNA AL VIA DAL 2 MAGGIO IN TUTTA ITALIA


A PANTELLERIA.<br />

Rifacimenti della chiesa di San Giuseppe<br />

a cura della redazione<br />

www.diocesimazara.it<br />

La chiesa di San Giuseppe di<br />

contrada Rekale sull’isola di<br />

Pantelleria è ora accessibile<br />

anche alle persone diversamente<br />

abili. Grazie a un intervento co-finanziato<br />

coi fondi 8x1000 destinati all’edilizia<br />

di culto, è stato aperto il cantiere che<br />

ha consentito di realizzare la rampa di<br />

accesso per chi ha difficoltà motorie o si<br />

trova in sedia a rotelle. La chiesa, prima<br />

d’ora, era quasi inaccessibile alle persone<br />

diversamente abili. Nel progetto<br />

originario, risalente al 1966, non fu prevista<br />

la realizzazione dello scivolo ma<br />

solamente la scalinata d’accesso al<br />

luogo di culto. L’intervento conservativo<br />

predisposto dalla Diocesi e realizzato<br />

dalla ditta Salvatore Di Tusa<br />

ha consentito di modificare l’ingresso<br />

realizzando, di fianco, la<br />

rampa. Il cantiere ha, comunque, interessato<br />

anche la parte interna della<br />

chiesa che, nel tempo, si era ammalorata.<br />

Il ferro del cemento armato si era<br />

arrugginito per l’umidità e alcune parti<br />

delle pareti e dei pilastri si erano già<br />

staccati. Da qui la necessità di eliminare<br />

le infiltrazioni delle acque piovane che<br />

con il tempo hanno portato al degrado<br />

di alcune pareti, di bloccare l’umidità di<br />

risalita e di impermeabilizzare e coibentare<br />

il solaio di copertura. Nel progetto<br />

sono stati previsti anche il<br />

rifacimento degli intonaci, l’ammodernamento<br />

degli impianti in genere,<br />

il rifacimento della<br />

pavimentazione, e in particolare dell’area<br />

liturgica, e il rivestimento dei<br />

servizi igienici. Per l’edificio sacro si è<br />

trattato di un intervento di manutenzione<br />

necessario, visto che l’ultimo, in<br />

ordine di data, era avvenuto più di dieci<br />

anni addietro. Semplice al suo interno,<br />

la chiesa è di stile a “dammuso”, ma con<br />

copertura a solaio piano.<br />

IL CANTIERE HA INTERESSATO ANCHE GLI INTERNI DEL LUOGO DI CULTO<br />

PUBBLICITÀ<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

15


n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

PUBBLICITÀ<br />

CI SONO POSTI<br />

CHE NON<br />

APPARTENGONO<br />

A NESSUNO<br />

PERCHÉ<br />

SONO DI TUTTI.<br />

Sono i posti dove ci sentiamo parte di un progetto<br />

comune; dove ognuno è valorizzato per il proprio<br />

talento e riesce a farlo splendere in ogni momento;<br />

dove tutto diventa possibile se solo si è uniti. Sono<br />

i posti che esistono perché noi li facciamo insieme<br />

ai sacerdoti.<br />

Quando doni, sostieni i sacerdoti che ogni giorno<br />

si dedicano a questi posti e alle nostre comunità.<br />

Vai su unitineldono.it<br />

e scopri come fare.<br />

DONA ANCHE CON<br />

Versamento sul conto corrente postale 57803009<br />

Carta di credito chiamando il Numero Verde 800 825000<br />

# U N I T I P O S S I A M O<br />

16

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