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NUOVO ACCOLITO/1.<br />

«Contribuire a nutrire i fratelli<br />

con la Parola di Dio»<br />

VITA DI CHIESA<br />

di ERASMO BARRESI<br />

www.diocesimazara.it<br />

n. 04 - 30 aprile <strong>2023</strong><br />

Nelle ultime settimane, in<br />

molti mi hanno chiesto chi<br />

sia l’accolito. Nella sua origine<br />

greca, questa parola significa<br />

inserviente. Nella Chiesa, infatti,<br />

l’accolito è istituito per aiutare stabilmente<br />

il sacerdote e il diacono<br />

nelle celebrazioni liturgiche. Ha, in<br />

generale, il compito di curare il servizio<br />

dell’altare, dedicandosi eventualmente<br />

anche alla formazione<br />

degli altri ministri laici della liturgia.<br />

L'accolito dovrebbe dunque animare<br />

la vita liturgica della comunità.<br />

In via straordinaria, può anche distribuire<br />

la santa Comunione ed<br />

esporre il Corpo di Cristo all’adorazione<br />

dei fedeli. Papa san Paolo VI,<br />

in Ministeria quaedam, ha dichiarato<br />

che l’accolito, «destinato in modo<br />

speciale al servizio dell'altare»,<br />

deve prendersi cura con sincero<br />

amore del popolo di Dio, «soprattutto<br />

dei deboli e dei malati». Leggendo<br />

queste parole, si pensa<br />

subito a quando l'accolito porta la<br />

santa Comunione agli ammalati,<br />

ma forse la sua attenzione verso i<br />

piccoli potrebbe assumere anche<br />

altre forme; egli potrebbe persino<br />

diventare animatore, nella comunità,<br />

dei progetti di promozione<br />

umana. Penso che per ogni comunità<br />

sarebbe una ricchezza poter<br />

contare su un gruppo di ministri istituiti<br />

ben formati, che, senza escludere<br />

i “ministri di fatto”, potrebbero<br />

invece incentivarli e sostenerli.<br />

Qualsiasi cristiano idoneo, uomo o<br />

donna, desideroso di servire fedelmente<br />

Dio e il popolo cristiano e disponibile<br />

a formarsi<br />

adeguatamente, può chiedere al<br />

proprio Vescovo di ricevere il ministero<br />

di accolito, di lettore o di catechista.<br />

Chi, come me, si prepara a<br />

diventare presbitero deve essere<br />

istituito lettore e accolito prima<br />

dell’ordinazione, per meglio disporsi<br />

ai futuri servizi della Parola e<br />

dell’altare. Dall’inizio della Quaresima<br />

riecheggia nel mio cuore una<br />

frase di Gesù che parla di «parola»<br />

e di «pane»: «Non di solo pane vivrà<br />

l'uomo, ma di ogni parola che esce<br />

dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Qui<br />

Gesù risponde a una tentazione del<br />

diavolo, che gli chiede di “dimostrare”<br />

di essere Figlio di Dio trasformando<br />

le pietre in pane. Gesù si<br />

rifiuta, richiamando il racconto<br />

dell’uscita del popolo di Israele dall’Egitto:<br />

nel deserto il popolo provò<br />

la fame, ma poi il Signore lo nutrì di<br />

manna, e il popolo capì che l’uomo<br />

non vive soltanto di pane, ma di<br />

quanto esce dalla bocca del Signore<br />

(cfr. Dt 8,3). Il ministero di lettore,<br />

che ho ricevuto l’anno scorso, mi<br />

stimola a gustare sempre più profondamente<br />

la Parola che esce<br />

dalla bocca di Dio per poi porgerla<br />

agli altri. Con il ministero di<br />

accolito, che ora ho ricevuto, sono<br />

chiamato a contribuire maggiormente<br />

a che i fratelli possano nutrirsi<br />

di quelle offerte che, per la<br />

potenza delle parole di Gesù che il<br />

sacerdote pronuncia su di esse, cessano<br />

di essere pane e vino e diventano<br />

il suo Corpo e il suo Sangue.<br />

6<br />

L’ACCOLITO CURA IL SERVIZIO ALL’ALTARE E ANIMA LA VITA LITURGICA DELLA COMUNITÀ

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