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Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 04 del 26 aprile <strong>2024</strong><br />
www.diocesimazara.it<br />
condividere@diocesimazara.it<br />
IL PIANETA<br />
CHE CAMBIA<br />
CLIMA, ENERGIE RINNOVABILI,<br />
ACQUA E LAVORO<br />
> Servizi alle pagine 3-7
L’EDITORIALE<br />
25 aprile. Una memoria<br />
insanguinata che merita rispetto!<br />
> ***<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
Sono passati 79 anni da<br />
quel 25 aprile 1944 e molti<br />
hanno dimenticato - o fingono<br />
di dimenticare - quanto debbono<br />
a quella giornata e a quanti<br />
l’hanno preparata nei lunghi anni<br />
delle stragi e delle violenze degli ignobili<br />
nazi-fascisti. Se oggi ognuno gode<br />
della più ampia libertà e dell’esercizio<br />
dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale,<br />
con buona pace di chi cerca<br />
ancora di farsi valere con manganelli<br />
e ostruzionismi di varia natura; se è<br />
possibile dissentire in un clima di rispetto<br />
e di tolleranza; se ognuno può<br />
professare e manifestare un credo<br />
ideologico o politico o religioso senza<br />
essere privato della sua libertà ciò lo<br />
si deve proprio a coloro che hanno sfidato<br />
un regime disumano, colpevole<br />
delle proprie malefatte e di quelle dei<br />
propri alleati. È, allora, interesse di<br />
tutti non dimenticare il senso e il valore<br />
di questo giorno per poter difendere<br />
la libertà e la democrazia,<br />
riconquistate a prezzo del sangue di<br />
tanti martiri e di tante vittime innocenti.<br />
La memoria diventa, perciò, un<br />
debito di gratitudine verso tutti costoro<br />
- e sono diverse migliaia - perché<br />
hanno pagato per noi con la vita<br />
e non tollererebbero di aver pagato<br />
invano. Questo sguardo memore al<br />
passato consente anche di unire con<br />
un filo rosso le generazioni antiche<br />
La memoria diventa<br />
debito di gratitudine<br />
con le nuove, nella scoperta delle radici<br />
comuni, le sole che danno un<br />
senso allo Stato democratico con il<br />
suo patrimonio di valori e con le sue<br />
istituzioni. La consegna di un testimone<br />
ideale tra le due generazioni<br />
proietta allora tutti verso un futuro di<br />
progresso e di pace progettato insieme,<br />
memori della lezione della storia<br />
e aperti alle nuove frontiere che si<br />
aprono in Europa e nel mondo. Dopo<br />
decenni di convivenza pacifica, seppure<br />
segnata da spietate guerre locali,<br />
improvvisi bagliori di guerra lacerano,<br />
purtroppo, l’Europa e il Mediterraneo,<br />
con un tributo di vite<br />
umane e di distruzione che sta sfinendo<br />
il popolo ucraino e il popolo<br />
palestinese. La pace, al momento, appare<br />
assai lontana in entrambi gli<br />
scacchieri perché ci si illude che le<br />
due guerre possano concludersi con<br />
un vincitore e un vinto. Però, al di là<br />
delle speranze illusorie dei due fronti,<br />
le guerre producono solo sconfitti e<br />
ne pagano sempre le peggiori conseguenze<br />
i più fragili, come continua ad<br />
ammonire Papa Francesco: «La<br />
guerra sempre è una sconfitta, è una<br />
distruzione della fraternità umana».<br />
Il 25 aprile, allora, è sì memoria, ma<br />
è anche guardare avanti perché<br />
«senza memoria, non c’è futuro»<br />
(Mattarella). Ben vengano, quindi, i<br />
custodi della memoria e coloro che<br />
alimentano la speranza, rispettando<br />
tutti, dialogando con chi la pensa diversamente,<br />
accogliendo e integrando<br />
chi chiede aiuto. Coloro che hanno<br />
combattuto contro il regime fascista<br />
sognavano un’Italia democratica,<br />
aperta, tollerante, pacificata, crocevia<br />
di incontro sulle sponde del Mediterraneo,<br />
casa comune dei figli di<br />
Abramo, secondo la visione profetica<br />
di Giorgio La Pira. E questo sogno ce<br />
lo hanno consegnato perché trovi avveramento.<br />
2<br />
SONO PASSATI 79 ANNI DAL 25 <strong>APRILE</strong> 1944 E MOLTI HANNO DIMENTICATO
Cambiamento climatico.<br />
Fare qualcosa prima che sia tardi<br />
FOCUS<br />
tro pagine che potrete leggere a seguire<br />
le abbiamo dedicate al cambiamento<br />
climatico, alle scelte economiche che si<br />
stanno facendo nel campo delle energie<br />
alternative anche nel nostro territorio,<br />
ma anche al mondo del lavoro<br />
che cambia. Raccontiamo la storia dei<br />
mastri di muretti a secco a Pantelleria<br />
che sono quasi scomparsi e il Parco,<br />
insieme all’Ebat Trapani, che ha pensato<br />
di fare un corso di formazione per<br />
Inverni senza pioggia<br />
ed estati caldissime<br />
> MAX FIRRERI<br />
Un inverno senza piogge,<br />
estati caldissime, l’acqua<br />
che manca, le temperature<br />
che si innalzano, il mare nostrum<br />
che diventa sempre più<br />
tropicale. In due sole parole: cambiamento<br />
climatico, ed è quello che<br />
stiamo vivendo negli ultimi 50 anni in<br />
tutto il mondo. La Terra risponde a ciò<br />
che l’uomo fa e se stiamo assistendo a<br />
cambiamenti epocali le cause sono<br />
tutte nostre: dal benessere a cui non<br />
vogliamo rinunciare, alla poca attenzione<br />
che poniamo alla tutela ambientale.<br />
Verrebbe da dire che è il gioco<br />
delle parti, si raccoglie ciò che si semina.<br />
Ma il dato che emerge da analisi<br />
e statistiche non ci fa sperare nulla di<br />
buono. Il cambiamento climatico ci ha<br />
già travolti e di questo ce ne accorgiamo<br />
solo quando siamo toccati in<br />
prima persona con catastrofi (speriamo<br />
mai) oppure fenomeni straordinari<br />
(come trombe d’aria e<br />
temperature sempre più impazzite,<br />
queste sempre più frequenti). Le quat-<br />
aspiranti mastri. E diamo spazio alla<br />
voce dei sindacati, accogliendo la testimonianza<br />
del segretario generale Uil<br />
Trapani Tommaso Macaddino che, in<br />
occasione del 1° maggio, racconta del<br />
mondo del lavoro che cambia anche in<br />
virtù di scelte legate alla nuova frontiera<br />
delle energie alternative. L’agrifotovoltaico<br />
cancella le produzioni<br />
agricole e, a sua volta, anche gli agricoltori.<br />
È nostro compito raccontare<br />
anche questo. Affinché la parola cambiamento<br />
climatico non rimanga solo<br />
una narrazione ma stimoli tutti noi a<br />
fare qualcosa prima che sia troppo<br />
tardi.<br />
LA TERRA RISPONDE A CIÒ CHE L’UOMO FA<br />
LA RACCOLTA.<br />
Gli aiuti per la popolazione della Palestina<br />
Èdi 8.826,85 euro la somma<br />
che è stata raccolta in Diocesi<br />
per la popolazione<br />
della Palestina. A promuovere la<br />
raccolta è stata la Caritas italiana<br />
che già sulla Striscia di Gaza ha attivato<br />
l’assistenza umanitaria, ma il<br />
sostegno è anche economico alla popolazione<br />
di tutte le zone del conflitto.<br />
All’appello del Vescovo<br />
monsignor Angelo Giurdanella le<br />
parrocchie della Diocesi, insieme<br />
alle comunità, hanno risposto donando<br />
somme in denaro che l’Ufficio<br />
economato della Diocesi ha già versato<br />
a Caritas italiana. Tra gli interventi<br />
in programma la<br />
ristrutturazione della clinica di Caritas<br />
Gerusalemme a Gaza, la fornitura<br />
di attrezzatura medica alla<br />
clinica di Caritas a Taybeh, ma<br />
anche aiuti economici e buoni d’acquisto<br />
a famiglie vulnerabili. Le singole<br />
somme donate dalle parrocchie<br />
sono consultabili sul sito www.diocesimazara.it.<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
3
FOCUS<br />
L’allarme delle acque.<br />
Stop allo sfruttamento<br />
intensivo del mare, l’appello<br />
di “Ocean Decade”<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
Evitare lo sfruttamento intensivo<br />
delle risorse marine<br />
e investire di più per<br />
la protezione dei mari, a fronte<br />
del riscaldamento globale. È quanto è<br />
emerso nella conferenza “Ocean Decade”<br />
organizzata dall'Unesco a Barcellona.<br />
Nero su bianco questi due<br />
appelli sono stati inseriti nel documento<br />
finale illustrato dal segretario<br />
della Commissione Oceanografica Intergovernativa<br />
dell'Unesco, Vidar<br />
Helgelsen, citato dall'Efe. A Barcellona<br />
si sono ritrovati 1.500 esperti da<br />
tutto il mondo per analizzate le sfide<br />
fissate per il decennio 2021-2030. Fra<br />
IL MINISTRO.<br />
Ok alla ricerca per trovare<br />
vitigni più resistenti<br />
degli impatti climatici, ad esempio<br />
comprendendo meglio gli ecosistemi<br />
delle acque profonde degli oceani, inclusa<br />
la vulnerabilità al cambio climatico».<br />
I paesi devono «ampliare<br />
rapidamente» le azioni di mitigazione,<br />
rispetto alle emissioni di gas,<br />
mediante «il ricorso all'energia rinnovabile<br />
marina». La dichiarazione fa<br />
appello ad «aumentare significativamente<br />
gli investimenti» nel campo<br />
delle scienze oceaniche, con lo sviluppo<br />
di politiche e strumenti finanziari<br />
innovativi, e «le risorse<br />
specifiche destinate alle azioni della<br />
Ocean Decade dell'Onu».<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
A Barcellona 1500<br />
esperti da tutto il mondo<br />
le priorità indicate, investire risorse<br />
per «una gestione sostenibile della<br />
pesca industriale» e per «sviluppare<br />
la pesca e l'acquacoltura su piccola<br />
scala" con criteri "sostenibili, equitativi<br />
e resilienti». Combattere l'inquinamento<br />
marino, proteggere gli<br />
ecosistemi, alimentare in maniera sostenibile<br />
la popolazione mondiale e<br />
aumentare la resilienza rispetto ai rischi<br />
oceanici provocati dalla crisi climatica<br />
sono altre delle azioni indicate<br />
nella dichiarazione. A tal fine, il documento<br />
segnala che «è necessario disporre<br />
di una maggiore conoscenza<br />
er difendere la produzione<br />
vinicola dai cambia-<br />
climatici i centri di Pmenti<br />
ricerca italiani devono essere<br />
in condizione di trovare vitigni<br />
nel mondo che sono più resistenti<br />
alle fitopatie e alla sfida<br />
del cambiamento climatico. Lo<br />
ha detto il Ministro dell’agricoltura<br />
Francesco Lollobrigida al Vinitaly di<br />
Verona. Il Ministro ha detto sì alla<br />
possibilità di scambio di know how<br />
sui vitigni internazionali. Lollobrigida<br />
ha ribadito che «bisogna prevedere<br />
con modelli strategici<br />
un'agricoltura del futuro, fatta di innovazione».<br />
«Ho trovato grande<br />
condivisione da parte di tutti a difesa<br />
delle imprese e della cultura del<br />
mondo dell'agricoltura. Occorre trovare<br />
pilastri a prescindere dai governi<br />
per arrivare nei contesti<br />
internazionale solo con una maglia:<br />
la maglia azzurra in difesa dell'impresa<br />
italiana», ha concluso Lollobrigida.<br />
L’agricoltura, dunque, sta<br />
facendo già i conti con le stagioni<br />
che sono cambiate. Inverni non piovosi<br />
con temperature più alte alle<br />
medie attese ed estati caldissime<br />
con punte anche di 40° che mettono<br />
a rischio il raccolto. Da qui la ricerca<br />
di nuove colture che meglio si adattino<br />
al cambiamento climatico. A<br />
partire dai vitigni che molto interessano<br />
la provincia di Trapani.<br />
4<br />
I PAESI DEVONO AMPLIARE RAPIDAMENTE LE AZIONI DI MITIGAZIONE
FOCUS<br />
L’energia dal sole.<br />
A Marsala un impianto fotovoltaico<br />
per soddisfare 30 mila famiglie<br />
> MAX FIRRERI<br />
Se da un lato manca l’acqua<br />
e la siccità sta mettendo<br />
in seria difficoltà<br />
gli agricoltori, dall’altro la<br />
fortuna dei siciliani è quella<br />
di avere sole quasi tutti i<br />
giorni. Ecco perché l’Isola è diventata<br />
terra appetibile da parte di<br />
multinazionali e colossi dell’energia<br />
pulita che hanno investito – e<br />
continuano a farlo – milioni di<br />
euro in impianti nelle campagne<br />
siciliane. Nel Trapanese, in contrada<br />
Nasco a Marsala, è nato un<br />
impianto agrivoltaico da 41 ettari,<br />
con una potenza installata complessiva<br />
di 50,92 mw capace di generare<br />
90.000 MWh all’anno di<br />
energia elettrica, in grado di soddisfare<br />
il fabbisogno di 30 mila famiglie.<br />
Si chiama “Anguillara” e a<br />
costruirlo è stata la società italiana<br />
“Recurrent energy”, controllata<br />
dalla canadese “Canadian solar”,<br />
All’interno dell’impianto<br />
anche piante e arbusti<br />
con un investimento di oltre 50<br />
milioni di euro. I lavori sono iniziati<br />
nel 2018 e completati alcuni<br />
mesi fa. Questo nuovo campo fa<br />
parte dei 4 che la società “Recurrent<br />
energy” ha in attività nel Trapanese,<br />
per un totale di 170 ettari.<br />
La particolarità dell’impianto è<br />
quella che la produzione di energia<br />
pulita è combinata con l’agricoltura,<br />
con pannelli montati a 2<br />
metri d’altezza. I terreni sono stati<br />
acquistati dalla società ed erano<br />
incolti al momento della vendita.<br />
«Il progetto prevede la realizzazione<br />
di estese opere di mitigazione<br />
ambientale, sia in aree di<br />
impianto interne che perimetrali»,<br />
ha spiegato Filippo Ricci, country<br />
manager Italia della “Canadian<br />
solar”. Tutto attorno alla distesa di<br />
pannelli fotovoltaici saranno piantati<br />
ulivi, piante officinali, alberi<br />
da frutto. «Il 70% degli ettari sarà<br />
dedicato alla coltivazione», assicura<br />
Ricci. Al taglio del nastro<br />
sono stati presenti anche il sindaco<br />
di Marsala Massimo Grillo e<br />
il deputato regionale Stefano Pellegrino;<br />
la benedizione dell’impianto<br />
è stata presieduta da don<br />
Marco Laudicina. La “Recurrent<br />
energy” ha assicurato che, di concerto<br />
col Comune, contribuirà alla<br />
realizzazione di opere di compensazione<br />
ambientale e territoriale<br />
per un valore di oltre 2,5 milioni.<br />
Il primo intervento sarà quello di<br />
riqualificazione urbanistica e ambientale<br />
del waterfront sul lungomare<br />
Mediterraneo in città.<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
I PANNELLI SOLARI SONO DISTRIBUITI SU 41 ETTARI DI TERRENO<br />
5
FOCUS<br />
Agricoltura.<br />
I mastri di muretto a secco<br />
non ci sono più: un corso<br />
per impararne l’arte<br />
>MAX FIRRERI<br />
Non si può pensare a Pantelleria<br />
senza immaginarla con<br />
gli splendidi terrazzamenti,<br />
la sua agricoltura eroica e i muretti a<br />
secco che disegnano uno skyline<br />
unico nel suo genere. Se la si guarda da<br />
un lato o dall’altro l’isola perla nera del Mediterraneo<br />
è segnata da centinaia di metri di<br />
muretti a secco che delimitano strade urbane,<br />
sentieri pedonali e gli appezzamenti<br />
di terreno che gli abitanti dell’isola hanno<br />
messo in produzione con vigneti, uliveti o<br />
piccoli orti. «A oggi si contano quasi 12 mila<br />
km di barriere in pietra sull’isola – spiega<br />
Carmine Vitale, geologo del Parco di Pantelleria<br />
– che necessitano di manutenzione<br />
laddove si sono danneggiati». Sapere costruire<br />
un muretto che duri è un’arte che nel<br />
tempo si è tramandata di generazione in generazione.<br />
I più anziani dell’isola raccontano<br />
che tra agricoltori vi era un mutuo soccorso<br />
nella logica dell’autosostentamento: ci si<br />
L’iniziativa del Parco<br />
e di Ebat Trapani<br />
aiutava a vicenda e chi era un bravo mastro<br />
a costruire i muretti senza cemento andava<br />
da una parte all’altra dell’isola senza pretendere<br />
nulla in cambio. Fra qualche giorno il<br />
Parco di Pantelleria, insieme a Comune,<br />
Ebat Trapani e Itla Italia Aps, avvierà un<br />
corso gratuito, teorico e pratico per 10 persone<br />
che potranno formarsi su come costruire<br />
i muri in pietra a secco. Il corso avrà<br />
la durata di 34 ore, 10 teoriche e 24 di pratica.<br />
Il docente sarà Pietro Della Monica<br />
esperto di paesaggistica. Stefano Gamba, 61<br />
anni, isolano, che i muretti a secco li sa fare<br />
dice: «Si deve essere bravi a scegliere le pietre<br />
migliori, spaccarle e poi comporle, l’una<br />
sopra l’altra, trovando un incastro naturale<br />
affinchè si sorreggano l'una con l'altra. Oggi<br />
i giovani vanno tutti via dall’isola e nessuno<br />
impara più quest’arte che sta scomparendo».<br />
Nella nomenclatura dei mestieri, in<br />
effetti, non esiste il mastro di muretti. «Sono<br />
stati gli stessi agricoltori a imparare come<br />
fare – spiega Battista Belvisi, 50 anni, agricoltore<br />
della contrada Buggeber – io ricordo<br />
che finivo di fare i compiti di scuola e mi<br />
mettevo a fianco a mio padre per imparare<br />
come si alzavano i muretti». Dai nonni<br />
hanno imparato i figli e poi anche i nipoti.<br />
«Non c’è un manuale per farli – dice Battista<br />
– questo corso è un segnale di speranza;<br />
sono fiducioso e mi auguro che si ritorni a<br />
essere più contadini, con più umiltà, e a farlo<br />
non solo per interessi economici». L’arte nel<br />
fare i muretti a secco dal 2018 è patrimonio<br />
immateriale dell’Unesco, riconoscimento<br />
avvenuto 4 anni dopo quello assegnato per<br />
la coltivazione della vite ad alberello.<br />
OGGI I GIOVANI VANNO VIA DALL’ISOLA E NESSUNO IMPARA L’ARTE<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
PUBBLICITÀ<br />
6
FOCUS<br />
Il lavoro.<br />
Più tutela e dignità<br />
per un domani<br />
migliore per tutti<br />
>TOMMASO MACADDINO *<br />
insieme<br />
un’Europa di pace, lavoro<br />
e giustizia so-<br />
“Costruiamo<br />
ciale” è lo slogan scelto da Cgil,<br />
Cisl e Uil per il 1° maggio <strong>2024</strong>. I<br />
temi che saranno portati in piazza,<br />
dunque, sono quelli che quotidianamente<br />
guidano l’azione del sindacato.<br />
Al centro di tutto ovviamente il lavoro,<br />
in tutte le sue forme e sfaccettature: la<br />
tutela del lavoro che c’è, le politiche per<br />
il lavoro che manca, il lavoro precario,<br />
il lavoro che cambia, la sicurezza sul lavoro.<br />
Sono argomenti che riguardano il<br />
sindacato a livello nazionale e che vengono<br />
declinati sui vari territori, acquistando<br />
così peculiarità e particolari<br />
dimensioni. Solo pochi giorni fa anche<br />
a Trapani abbiamo portato davanti la<br />
Prefettura, insieme alla Cgil, un sit-in e<br />
un flash mob sul tema della salute e<br />
della sicurezza sul lavoro in occasione<br />
dello sciopero di 4 ore dei lavoratori<br />
privati. Ormai da tanto tempo, soprattutto<br />
con la campagna #Zeromortisullavoro,<br />
la Uil mette al centro della sue<br />
azioni la tutela della sicurezza di chi lavora,<br />
contro quella che è ormai una<br />
strage vera e propria con migliaia di infortuni<br />
mortali all’anno in tutta Italia,<br />
infortuni che non esentano anche il nostro<br />
territorio purtroppo. La Uil ha<br />
chiesto e continua a chiedere a gran<br />
voce al Governo misure più stringenti<br />
affinché si rispettino le norme esistenti<br />
o affinché vengano inasprite le pene. Il<br />
20 aprile si è tenuta un’altra importante<br />
tappa: ancora una volta la piazza<br />
a Roma è stata riempita per chiedere al<br />
Governo di garantire la sanità pubblica,<br />
di fermare la strage civile dei morti sul<br />
lavoro e di favorire politiche fiscali e salari<br />
equi. In Italia i poveri<br />
sono circa sei milioni.<br />
È evidente che<br />
l’assegno di inclusione<br />
non dà risposte ai più bisognosi.<br />
Le misure sono<br />
insufficienti e la politica<br />
tutta dovrebbe capire<br />
come migliorare il welfare<br />
di questo Paese. Chiaro che il reddito<br />
di cittadinanza non ha funzionato.<br />
Soprattutto per quanto riguarda le politiche<br />
sul lavoro. Mancavano i centri<br />
pubblici per l’orientamento, il personale<br />
adeguato. È giusto salvare le<br />
aziende, ma quelle che tutelano lavoratrici<br />
e lavoratori! I contributi bisogna<br />
darli a chi rispetta i contratti e la sicurezza<br />
sul lavoro. Gli stipendi attuali<br />
non permettono al consumo di ripartire.<br />
Se aumentano gli occupati e il PIL<br />
non cresce c’è un dato oggettivo incontrovertibile.<br />
Occorre rinnovare i contratti,<br />
detassare gli aumenti<br />
contrattuali e dare più soldi in busta<br />
paga. Oggi è necessario affrontare il<br />
tema del lavoro precario. Siamo un<br />
Paese in cui i dati sembrano dimostrare<br />
che il tema della precarietà giovanile<br />
non c'è più. Ma non è così: troppi ragazzi<br />
hanno difficoltà a trovare un<br />
posto di lavoro stabile, hanno difficoltà<br />
ad accedere ai mutui. Sono giovani invisibili,<br />
le istituzioni devono dare loro<br />
un'identità e una prospettiva. Bisogna<br />
dire un no secco alla precarietà e dare<br />
seguito con azioni concrete. Un’attenzione<br />
particolare vorrei rivolgere in occasione<br />
del prossimo 1° maggio a uno<br />
dei settori produttivi più importanti<br />
per questa nostra Terra, ovvero quello<br />
dell’agricoltura. È bene ricordare cosa<br />
TROPPI RAGAZZI HANNO DIFFICOLTÀ A TROVARE UN LAVORO<br />
questo settore ha rappresentato e rappresenta:<br />
nel periodo pandemia è stato<br />
protagonista con enormi sacrifici dei<br />
lavoratori per garantire cibo sulle nostre<br />
tavole, per poi essere puntualmente<br />
dimenticati e abbandonati a se<br />
stessi poiché la mancanza di filiere<br />
agricole garantite, la mancanza di protezione<br />
dei nostri prodotti di qualità<br />
determinano l'ingresso nel nostro<br />
Paese di cibi di dubbia provenienza e<br />
produzione. Le necessità qui sono numerose:<br />
da quella di migliorare la gestione<br />
dei flussi e il reperimento della<br />
manodopera straniera fino ai giovani<br />
da incentivare, e non solo. Dobbiamo<br />
coinvolgere le ambasciate per cercare e<br />
formare i lavoratori migranti, e creare<br />
delle condizioni di accesso regolare più<br />
semplici. Ma anche incentivare i giovani<br />
a guardare al settore, a una agricoltura<br />
5.0 che richiede competenze<br />
sempre più specifiche. E lavorare alla<br />
definizione di prezzi delle merci sotto i<br />
quali non scendere, che tengano conto<br />
anche del costo del lavoro. Rispettiamo<br />
sempre la dignità del lavoro e dei lavoratori,<br />
solo così potremo costruire un<br />
domani migliore per noi e per i nostri<br />
figli. Viva il Lavoro! Viva i Lavoratori.<br />
Buon 1° maggio.<br />
* Segretario generale Uil Trapani<br />
7n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong>
VITA DI CHIESA<br />
Castelvetrano.<br />
Faccia a faccia Vescovo-studenti<br />
nel ricordo del Beato Pino Puglisi<br />
> MAX FIRRERI<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
Un colloquio a tu per tu tra<br />
giovani liceali e Vescovo a<br />
partire dalla figura di don<br />
Pino Puglisi. Chi era il parroco di<br />
Brancaccio e cosa ha fatto per la<br />
Chiesa? Per poi arrivare a temi più<br />
caldi sollevati dagli studenti, come il<br />
caso di Emanuela Orlandi e la posizione<br />
della Chiesa in tal senso. Nell’aula<br />
magna del liceo classico “G.<br />
Pantaleo” di Castelvetrano si sono ritrovate<br />
6 classi dei licei cittadini a confronto<br />
col Vescovo monsignor Angelo<br />
Giurdanella. L’incontro è stato organizzato<br />
da suor Cinzia Grisafi, Piera<br />
Mannino, Graziella Campo e Mirella<br />
Bivona. Al centro del colloquio la figura<br />
del beato don Pino Puglisi che in questi<br />
mesi gli alunni hanno studiato, facendo<br />
tappa anche nel quartiere Brancaccio<br />
dove il prete ha vissuto ed è<br />
stato ucciso. Così hanno incalzato di<br />
domande monsignor Angelo Giurdanella,<br />
Vescovo di Mazara del Vallo, al<br />
suo primo confronto pubblico in un<br />
una scuola di Castelvetrano. «Don Puglisi<br />
da un male, quale era la mafia, ha<br />
visto il bene lontano, ecco perché si impegnava<br />
in prima linea nel quartiere<br />
Brancaccio – ha detto il Vescovo – nei<br />
suoi discorsi non era mai “contro”<br />
qualcuno, il suo sorriso gentile veniva<br />
dal di dentro». Per i giovani conoscere<br />
l’impegno di don Puglisi è stata una<br />
scoperta. Da qui l’esigenza di conoscerlo<br />
di più e confrontarsi con un<br />
L’incontro al Liceo<br />
Classico “G. Pantaleo”<br />
uomo di Chiesa quale è il Vescovo. Attorno<br />
alle domande degli studenti per<br />
monsignor Giurdanella gioca l’esigenza<br />
di sapere e il Vescovo risponde:<br />
«La ricchezza che propone la mafia è<br />
un’illusione – dice monsignor Giurdanella<br />
– sono necessari gesti di accoglienza<br />
e d’aiuto concreto». Il Vescovo<br />
cita la sua esperienza con i tossicodipendenti,<br />
li chiama i «giovani di<br />
strada» e afferma che con le droghe<br />
non c’è via, «ma nessun è irrecuperabile»,<br />
dice. I liceali incalzano il Vescovo<br />
e vogliono sapere la posizione della<br />
Chiesa in situazioni scomode, come<br />
quella di Emanuela Orlandi o della pedofilia.<br />
«Se dentro ci sono i pedofili<br />
quella è una Chiesa che non è amabile<br />
– dice il Vescovo – ma la presenza di<br />
Dio la rende bella». Come perdonare<br />
dopo essere stato trattato male?,<br />
chiede una ragazza. Il Vescovo risponde:<br />
«Il perdono è dare a tutti una<br />
possibilità di recuperare restituendo il<br />
mal tolto». La platea sta ad ascoltare il<br />
Vescovo per più di due ore di fila:<br />
«Rendiamo umano questo nostro<br />
tempo», dice Giurdanella ai giovani.<br />
L’applauso degli studenti è spontaneo.<br />
E la preside Tania Barresi afferma: «I<br />
giovani bisogna saperli ascoltare»,<br />
pensiero che trova d’accordo anche il<br />
Vescovo che chiude l’incontro con un<br />
sorriso e con tre parole: «vi voglio<br />
bene».<br />
8<br />
I LICEALI HANNO FATTO TAPPA ANCHE NEL QUARTIERE BRANCACCIO DOVE OPERÒ DON PUGLISI
VITA DI CHIESA<br />
Pantelleria.<br />
Il Fondo solidarietà<br />
sociale aiuta i poveri<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
In 3 anni, dal 2021 al 2023, tramite<br />
il Fondo di solidarietà<br />
sociale a Pantelleria sono stati<br />
spesi 15.193,30 euro. È questo il dato<br />
che emerge dall’analisi degli ultimi 3<br />
anni d’attività del Fondo nato da un<br />
protocollo d’intesa tra Comune dell’Isola,<br />
Caritas parrocchiale di Pantelleria<br />
e Fondazione San Vito Onlus<br />
(braccio operativo della Caritas diocesana)<br />
per far fronte alle esigenze sociali<br />
degli indigenti e delle famiglie in difficoltà<br />
che vivono sull’isola. Il Fondo si<br />
forma grazie alle donazioni del 5×1000<br />
dei contribuenti che indicano sulla dichiarazione<br />
dei redditi il codice fiscale<br />
del Comune di Pantelleria. Da agosto a<br />
dicembre 2021, per far fronte alle richieste<br />
degli assistiti, sono stati spesi<br />
605,11 euro per spese farmaceutiche,<br />
energia elettrica, acquisto bombole del<br />
gas e biglietti di viaggio per spese mediche<br />
specialistiche. Nel 2022 sono stati<br />
spesi 7.794,83 euro, mentre nel 2023 la<br />
spesa annuale per le esigenze di soggetti<br />
bisognosi è stata di 6.793,36<br />
euro. «In alcuni casi la Fondazione<br />
e la Caritas diocesana<br />
sono intervenute con somme<br />
extra fondo per aiutare nuclei<br />
familiari che avevano bisogno<br />
di aiuto per beni di prima necessità<br />
– spiega il presidente<br />
della Fondazione Vito Puccio –<br />
ma tutti gli interventi rappresentano<br />
un aiuto concreto e<br />
tangibile che derivano dalla<br />
scelta volontaria dei contribuenti di destinare<br />
il 5×1000 nella loro dichiarazione<br />
dei redditi». «Basta un piccolo<br />
gesto per aiutare tante persone che sull’isola<br />
hanno bisogno – spiega il sindaco<br />
di Pantelleria Fabrizio D’Ancona –<br />
ognuno di noi può fare di più facendo<br />
passaparola con amici, spiegando cosa<br />
è il Fondo di solidarietà e la finalità benefica<br />
che si prefigge». Per donare il<br />
5×1000 è necessario indicare in dichiarazione<br />
dei redditi il codice fiscale del<br />
Comune di Pantelleria: 00247990815.<br />
ACCORDO COMUNE-CARITAS-FONDAZIONE SAN VITO ONLUS<br />
MIGRANTI.<br />
Presentato il<br />
Report 2023<br />
Presso il centro diocesano<br />
“Operatori di<br />
pace” di Mazara del Vallo<br />
è stato presentato il Report<br />
2023 della Fondazione Migrantes<br />
sui migranti. A illustrare i<br />
dati è stata Mariacristina Molfetta,<br />
coautrice del volume, durante<br />
l’incontro organizzato<br />
dall’Ufficio diocesano per le migrazioni<br />
e la mobilità umana.<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
PUBBLICITÀ<br />
9
IN BREVE<br />
La Giornata del mare<br />
coi bambini in banchina<br />
Anche a Mazara del Vallo è<br />
stata celebrata giovedì 11<br />
aprile la Giornata del mare,<br />
istituita nel 2017 per porre l’attenzione<br />
sulla necessità di protezione<br />
per le nostre acque e la<br />
biodiversità che le popola. La Capitaneria<br />
di porto di Mazara del Vallo<br />
ha organizzato presso la banchina<br />
della Lega Navale Italiana una mattinata<br />
dedicata agli studenti della città<br />
che hanno potuto conoscere alcuni<br />
aspetti del mare, come tutelarlo, l’attività<br />
che svolge la Guardia Costiera e<br />
hanno potuto assistere a una dimostrazione<br />
di salvataggio di uomo a mare.<br />
Per l’occasione la Capitaneria si è avvalsa<br />
della collaborazione dell’Ias-Cnr<br />
di Torretta Granitola, di “Mare vivo” e<br />
dell’associazione “Misericordia”. Per la<br />
gioia dei più piccoli presso la banchina<br />
della Lega Navale Italiana sono pure<br />
arrivati i cani da salvataggio della sezione<br />
di Palermo della Scuola italiana<br />
cani salvataggio. «L’attività di oggi è<br />
l’occasione per far conoscere ai più piccoli<br />
cosa ruota attorna al mare – ha<br />
detto il comandante della Capitaneria<br />
Raffaele Giardina – dalla tutela, dal rispetto<br />
sul tema dell’inquinamento alle<br />
buone pratiche da mettere in atto nel<br />
caso di un’emergenza».<br />
CASTELVETRANO.<br />
“Plastic free” e la raccolta<br />
dei rifiuti in periferia<br />
Tra i rifiuti raccolti sono stati<br />
trovati anche quattro pacchi di<br />
latte ancora confezionati. E poi<br />
altro cibo e rifiuti di ogni tipo: decine e decine<br />
di bottiglie, cassette di legno, tubi di<br />
plastica utilizzati in agricoltura. È stata una<br />
giornata da ricordare quella vissuta dai volontari<br />
dell’associazione “Plastic free” in<br />
via Rosario Livatino a Castelvetrano. Contestualmente<br />
nella stessa zona hanno operato<br />
i volontari chiamati a raccolta da Mc<br />
Donalds Castelvetrano per un progetto di<br />
recupero rifiuti. La zona è quella dove c’era<br />
una volta la piscina comunale e dalle responsabili<br />
locali di “Plastic free” (Emanuela<br />
Indiano e Manuela Cappadonna) è<br />
stata individuata per effettuare una raccolta<br />
straordinaria di rifiuti. L’iniziativa ha<br />
avuto il patrocinio del Comune e la collaborazione<br />
della “Sager” che ha fatto sistemare<br />
un cassone scarrabile sulla strada.<br />
PARTANNA.<br />
Studio sui reperti<br />
degli scavi di Tusa-Ponte<br />
Una settimana di lavoro a maggio<br />
per analizzare, studiare e<br />
ricostruire in 3D i reperti ritrovati<br />
durante gli scavi presso le ex capanne<br />
situate dove oggi sorge il G55 a Partanna.<br />
A organizzarla è il Rotary international<br />
che, insieme alla Fondazione “Sebastiano<br />
Tusa”, ha pensato di intervenire su questi<br />
reperti dell’età del bronzo che scoprirono,<br />
durante uno scavo, Sebastiano Tusa e<br />
Lidia Ponte.<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
PUBBLICITÀ<br />
10
DAL SITO WEB<br />
Il giorno di Pasqua la notizia fece scalpore:<br />
mentre i piccoli frati di Gesù e Maria stavano<br />
celebrando la santa messa, nella sacrestia<br />
della parrocchia Santa Lucia prese<br />
fuoco la scrivania perché sul tavolo era stato<br />
poggiato il porta incenso d’argento. Dalla porta<br />
uscì il fumo, ci fu un ex vigile del fuoco che intervenne<br />
con l’estintore e il resto dei fedeli uscirono<br />
dalla chiesa. Quel pomeriggio di Pasqua i fedeli non<br />
abbandonarono la parrocchia e i piccoli frati e così si<br />
sono dati da fare per ripulire le pareti, il pavimento e<br />
ritinteggiare i locali e comparono il telefono cellulare<br />
di una ministrante che era andato bruciato. Fra Giuseppe<br />
e fra Francesco hanno così motivato tutti i parrocchiani<br />
a non abbattersi. E così i lavori di pulizia e<br />
di sistemazione sono andati avanti in queste settimane<br />
senza sosta. Sono stati ripuliti i muri e nuovamente<br />
intonacati, tutti i mobili sono stati disinfettati<br />
e tutto è ritornato come prima. «Ci siamo messi al<br />
servizio della nostra parrocchia che è la casa di tutti»,<br />
ha detto Rosy Costa, una dei fedeli che frequentano la<br />
parrocchia Santa Lucia. Da qualche giorno i lavori si<br />
sono conclusi: «Grazie a tutti coloro hanno lavorato<br />
con fatica per ridare splendore alla nostra meravigliosa<br />
chiesa», hanno detto fra Giuseppe e fra Francesco.<br />
Santa Lucia a Castelvetrano.<br />
Le fiamme e la rinascita in parrocchia<br />
> I NOSTRI CANALI SOCIAL________________________________________<br />
MARSALA.<br />
Donato Crocifisso al Santuario<br />
Alto 2,20 metri, realizzato in<br />
bronzo da un calco in legno disegnato<br />
proprio da Sebio De Bartoli.<br />
È il Crocifisso che la famiglia De Bartoli<br />
di Marsala (produttrice di vino) ha voluto donare<br />
al Santuario Santo Padre delle Perriere<br />
di Marsala. La scopertura e la benedizione è<br />
avvenuta il giorno di Pasqua. Il Crocifisso è<br />
stato sistemato su una parete della zona<br />
esterna del Santuario. «La nostra famiglia è<br />
molto devota al Santo Padre – ha detto Sebio<br />
De Bartoli – già mia nonna materna veniva<br />
in preghiera qui e si prodigava per lo stesso<br />
Santuario». Il Crocifisso è stato pensato da<br />
Sebio De Bartoli senza croce e senza corone<br />
di spine sul capo. Sulla parete alla vista dei fedeli<br />
si presenta come fosse sospeso.<br />
<strong>Condividere</strong>, anno XXII,<br />
n. 4 del 26 aprile <strong>2024</strong><br />
Mensile<br />
della Diocesi<br />
di Mazara del Vallo<br />
Registrazione Tribunale<br />
di Marsala n. 140/7-2003<br />
Editore<br />
Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
Direttore editoriale<br />
mons. Angelo Giurdanella<br />
Direttore responsabile<br />
Max Firreri<br />
GEMELLAGGIO.<br />
Mazara del Vallo -Tunisi: come sostenerlo<br />
Ventisei anni di gemellaggio tra la Chiesa di Mazara del Vallo e<br />
quella di Tunisia, «un cammino di amicizia, di conoscenza, di solidarietà<br />
e di scambio fraterno che ha dato già qualche buon frutto nella condivisione<br />
della nostra comune fede in Cristo Gesù», dice il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor<br />
Angelo Giurdanella. Per dare un rinnovato rilancio al gemellaggio tra le<br />
Chiese di Mazara del Vallo e Tunisi il Vescovo ha istituito un Ufficio ad hoc guidato<br />
da don Francesco Fiorino. Ma il Vescovo ha proposto anche alcuni percorsi operativi.<br />
Come, ad esempio, la colletta per sostenere alcune opere-segno con la Chiesa in<br />
Tunisia che quest’anno si farà il 19 maggio (Pentecoste). La raccolta di quest’anno<br />
servirà per la Scuola di Menzel Bourguiba, guidata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice<br />
e l’attività di doposcuola con i bambini bisognosi del quartiere La Goulette (denominato<br />
“Piccola Sicilia”) coordinata dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Dal 1°<br />
all’8 giugno prossimi si terrà la visita d’amicizia in Tunisia, con partenza da Mazara<br />
del Vallo. Ma il Vescovo suggerisce anche di accogliere gruppi ecclesiali e associazioni<br />
tunisine nella nostra Diocesi; celebrare la preghiera per la Chiesa sorella di<br />
Tunisi ogni martedì del mese e avviare un gruppo di “sostenitori del gemellaggio”<br />
che si impegnino, con la preghiera e con una donazione mensile di 10 euro, per una<br />
costante collaborazione con la Chiesa in Tunisia.<br />
Redazione<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
tel. 0923.902737<br />
condividere@diocesimazara.it<br />
Hanno collaborato<br />
Tommaso Macaddino.<br />
Questo numero è stato chiuso in redazione il 26<br />
aprile <strong>2024</strong>. È vietata la riproduzione integrale o<br />
parziale senza espressa autorizzazione del direttore.<br />
Periodico associato alla:<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
11
DAL TERRITORIO<br />
Mazara del Vallo.<br />
La GdF nell’ex casa<br />
di Gaetano Riina<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
Èstata inaugurata nell’ex<br />
casa di Gaetano Riina,<br />
fratello del boss corleonese,<br />
nel quartiere Trasmazzaro,<br />
a Mazara del Vallo<br />
(Trapani), la nuova caserma<br />
della Guardia di finanza. L’immobile<br />
è stato confiscato nell’84 a<br />
Riina e nel ’98 è stata assegnata alla<br />
Gdf che l’ha ristrutturata con fondi<br />
propri e del demanio. La caserma è<br />
stata intitolata al tenente Luigi Fiorentino,<br />
che si è distinto in due diverse<br />
occasioni durante il primo<br />
conflitto mondiale e per questo è<br />
stato insignito di due medaglie di<br />
bronzo e la croce di guerra al valor<br />
militare. Alla cerimonia era presente<br />
la figlia di Fiorentino, Adele, di 92<br />
anni; il comandante interregionale<br />
dell’Italia sud-occidentale, Rosario<br />
Lo Russo; il sottosegretario all’Interno<br />
Wanda Ferro e il prefetto<br />
Bruno Corda dell’Agenzia nazionale<br />
dei beni confiscati. «Quella di oggi è<br />
la testimonianza dell’affermazione<br />
della legalità e della giustizia sul territorio<br />
– ha detto il comandante Lo<br />
Russo – oggi un bene che ha avuto<br />
origine nell’illegalità torna alla fruizione<br />
della cittadinanza». Nella caserma<br />
lavoreranno 30 agenti già<br />
impiegati nella caserma che si trovava<br />
nei pressi di piazza Matteotti. Al<br />
secondo piano ci sono anche tre alloggi.<br />
«Lo Stato c’è per colpire anche<br />
la zona grigia della criminalità e oggi<br />
l’inaugurazione di questo presidio è<br />
il simbolo tangibile di uno Stato capace<br />
di vincere la battaglia contro la<br />
mafia – ha detto il sottosegretario<br />
Ferro -. Solo nel 2023 sono stati<br />
4.647 i beni confiscati e assegnati agli<br />
enti locali. Il lavoro di squadra a più<br />
livelli è quello che alla fine da risultati».<br />
A benedire l’immobile è stato il<br />
Vescovo monsignor Angelo Giurdanella.<br />
PREFETTO CORDA.<br />
Aiuto ai Comuni<br />
Beni confiscati alla mafia e<br />
poi trasferiti ai Comuni,<br />
che spesso non hanno i<br />
soldi per ristrutturarli e così<br />
metterli a bando d’affidamento.<br />
È questa una delle criticità<br />
degli enti locali nella gestione dei<br />
beni confiscati, che per anni rimangono<br />
abbandonati. «La possibilità di<br />
finanziamenti c’è da parte dello<br />
Stato e della Comunità europea», ha<br />
detto il prefetto Bruno Corda, a capo<br />
dell’Agenzia nazionale per i beni<br />
confiscati. «Ma anche in alcune Regioni,<br />
come la Sicilia, ci sono fondi<br />
disponibili. I soldi per poter ristrutturare<br />
- osserva Corda - si possono<br />
trovare. Ritengo sia molto complicato,<br />
invece, per i piccoli Comuni di<br />
andare a intercettare i fondi e poi di<br />
progettare. Dobbiamo fare uno<br />
sforzo corale per aiutare i Comuni a<br />
presentare delle buone domande per<br />
avere i finanziamenti».<br />
L’IMMOBILE SI TROVA NELLA ZONA TRASMAZZARO: VI LAVORERANNO 30 AGENTI<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
12
DAL TERRITORIO<br />
I beni di Carmelo Patti.<br />
Non era “vicino” alla mafia,<br />
in Appello confisca annullata<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
Secondo gli inquirenti Carmelo<br />
Patti, originario di Castelvetrano<br />
e trapiantato a<br />
Robbio, nel Pavese, ex patrono<br />
della Valtur e deceduto nel 2016,<br />
sarebbe stato vicino al boss Matteo<br />
Messina Denaro. L’ascesa di<br />
Patti – da Castelvetrano al Nord dove<br />
si è ingrandito grazie al settore del cablaggio<br />
di fili per auto – per gli inquirenti<br />
sarebbe stata sospetta e quindi<br />
chiesero e ottennero dal Tribunale di<br />
Trapani la confisca del tesoro di Patti<br />
che, nel frattempo, era diventato patron<br />
della Valtur. A distanza di sei anni<br />
dalla decisione dei giudici e dopo anni<br />
di processo, la Corte d'appello di Palermo<br />
ha annullato il provvedimento e<br />
ridato i beni agli eredi. La Corte ha<br />
escluso che l'imprenditore, difeso dall'avvocato<br />
Francesco Bertorotta, abbia<br />
avuto nel corso della sua attività rapporti<br />
di "vicinanza" con l'associazione<br />
mafiosa. Tra fallimenti e conseguenze<br />
delle amministrazioni giudiziarie, però,<br />
agli eredi, assistiti dagli avvocati Roberto<br />
Tricoli, Raffaele Bonsignore, Angelo<br />
Mangione, Marco Antonio Dal Ben<br />
e Giuseppe Carteni, di un patrimonio<br />
stimato dalla Dia in un miliardo e<br />
mezzo di euro, resta ben poco. «Prendendo<br />
in considerazione il materiale<br />
probatorio complessivamente raccolto<br />
sia nel corso del primo grado che nel<br />
grado di appello deve escludersi che<br />
siano emersi concreti sintomi della pericolosità<br />
sociale (requisito per le misure<br />
patrimoniali come la confisca,<br />
ndr) del proposto, essendo rimasta dimostrata<br />
una vicinanza a soggetti, a<br />
loro volta vicini all'associazione mafiosa,<br />
in assenza di concreti elementi<br />
indiziari relativi a una cointeressenza di<br />
esponenti mafiosi nelle attività imprenditoriali<br />
di Patti», scrive la Corte. Per i<br />
giudici inoltre nulla proverebbe il fatto<br />
che uno dei più fidati collaboratori di<br />
Patti fosse il cognato di Messina Denaro,<br />
Michele Alagna, fratello della<br />
donna che al boss ha dato una figlia.<br />
L'imprenditore e Alagna si sono conosciuti<br />
nel 1991 e la bambina è nata nel<br />
1996: è da dimostrare, dunque, per il<br />
collegio, che la relazione tra il capomafia<br />
e l'amante risalisse a 5 anni prima e<br />
che, dunque, il commercialista, peraltro<br />
mai indagato per mafia, avesse rapporti<br />
pregressi con il padrino. La Corte,<br />
poi, non ha ritenuto credibili le dichiarazioni<br />
contro Patti rese sia dal pentito<br />
Angelo Stino che da Nino Giuffrè. «Si<br />
potrebbe dire che il tempo è galantuomo<br />
- dicono gli avvocati - restano,<br />
però, i segni di una aggressione mediatica<br />
ingiustamente subita dal cavaliere<br />
Patti che è stato indicato al pubblico di<br />
molte trasmissioni televisive e dalla<br />
stampa nazionale come un imprenditore<br />
'vicino' al contesto mafioso di Castelvetrano».<br />
«Il cavaliere Patti è<br />
deceduto incensurato ed è stato assolto<br />
da tutti i processi nei quali è stato chiamato<br />
a difendersi e ha dedicato la sua<br />
vita al lavoro e alla crescita delle sue<br />
aziende dopo essere emigrato al nord<br />
Italia all'età di 26 anni - conclude il collegio<br />
difensivo - non ha mai reagito alle<br />
aggressioni mediatiche e non mai perso<br />
fiducia nella giustizia che oggi, finalmente,<br />
gli restituisce integralmente<br />
l'onorabilità».<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
L’IMPRENDITORE DI ORIGINI CASTELVETRANESI È MORTO NEL 2016<br />
13
8XMILLE<br />
La nuova campagna.<br />
Il racconto di una<br />
Chiesa in uscita<br />
al fianco dei più fragili<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
n. 4 - 26 aprile <strong>2024</strong><br />
Ha preso il via la nuova<br />
campagna promozionale<br />
dell’8xmille che racconta<br />
una Chiesa in uscita costantemente<br />
al fianco dei più fragili.<br />
Condomini solidali, doposcuola, poliambulatori,<br />
case di accoglienza, dormitori,<br />
mense, restauri di beni culturali<br />
e artistici, stanziamenti per calamità<br />
naturali o emergenze umanitarie nel<br />
mondo: sono solo alcuni esempi dell’articolata<br />
rete di aiuto messa in<br />
campo ogni anno dalla Chiesa cattolica<br />
per rispondere alle nuove povertà e a<br />
fasce di popolazione con bisogni diversi<br />
e sempre più complessi. Ad agire<br />
sono le mani e i cuori di professionisti<br />
e volontari grazie al supporto<br />
dell’8xmille alla Chiesa cattolica che<br />
dal 1990 realizza ogni anno migliaia di<br />
progetti, secondo tre direttrici fondamentali<br />
di spesa: culto e pastorale, sostentamento<br />
dei sacerdoti diocesani,<br />
carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.<br />
Nel 2023 sono stati assegnati<br />
oltre 243 milioni di euro per interventi<br />
caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi<br />
per la carità, 13 ad esigenze di rilievo<br />
nazionale di cui circa la metà<br />
destinati a Caritas Italiana e 80 a interventi<br />
a favore dei Paesi più poveri). Accanto<br />
a queste voci figurano 403<br />
milioni di euro per il sostentamento<br />
degli oltre 32 mila sacerdoti che si<br />
spendono a favore delle comunità e che<br />
sono spesso i primi motori delle opere<br />
a sostegno dei più fragili. E oltre 352<br />
milioni di euro per esigenze di culto e<br />
pastorale, voce che comprende anche<br />
gli interventi a tutela dei beni culturali<br />
ecclesiastici anche con interventi di restauro<br />
per continuare a tramandare<br />
arte e fede alle generazioni future oltreché<br />
sostenere l’indotto economico e turistico<br />
locale. L’8xmille è quindi un<br />
vero e proprio moltiplicatore di risorse<br />
e servizi che ritornano sul territorio a<br />
beneficio di tutti. Un sostegno concreto<br />
per i più fragili che fugge le logiche del<br />
mero assistenzialismo ma anzi diventa<br />
un volano di percorsi di promozione<br />
umana. Basta guardare, nell’ambito<br />
della carità locale, alle opportunità derivanti<br />
dai tanti progetti promossi dalle<br />
diocesi nel solo 2023 dove troviamo,<br />
ad esempio, progetti a favore di famiglie<br />
disagiate e persone economicamente<br />
fragili, precari e disoccupati (53<br />
milioni di euro), di anziani (oltre 4 milioni<br />
di euro), di persone senza fissa dimora<br />
(13 milioni di euro), di persone<br />
portatrici di handicap (quasi 3 milioni<br />
di euro), di formazione e prevenzione<br />
per bambini e ragazzi a rischio devianza<br />
(oltre 2 milioni di euro), di sostegno<br />
e liberazione per chi è vittima di<br />
tratta, usura o dipendenze patologiche<br />
(circa 3 milioni e mezzo di euro) e<br />
molto altro. Oppure volgendo lo<br />
sguardo all’estero e alle tragedie umanitarie<br />
nel mondo come non ricordare<br />
lo stanziamento per le popolazioni turche<br />
e siriane colpite dal terremoto o<br />
per l’emergenza ucraina (in totale 1 milione<br />
di euro), per l’emergenza alluvione<br />
in Emilia Romagna (1 milione di<br />
euro) o l’emergenza in Marocco (300<br />
mila euro). «Il welfare cattolico – afferma<br />
il responsabile del Servizio per<br />
la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio<br />
Compagnoni – si è evoluto nel corso<br />
degli ultimi decenni e ormai, oltre alla<br />
presenza fondamentale dei volontari,<br />
coinvolge anche diverse figure professionali<br />
per rispondere alla complessità<br />
delle esigenze e per spingersi oltre le<br />
forme assistenziali. Le nostre parrocchie<br />
e i nostri servizi aprono le porte<br />
per accogliere le molteplici sfide della<br />
povertà, senza dimenticare l’importanza<br />
di operare in rete con le altre risorse<br />
presenti sul territorio». Tutto<br />
questo è reso possibile da una semplice<br />
firma, quella per l’8xmille, grazie alla<br />
quale la Chiesa non lascia indietro nessuno:<br />
poveri, immigrati, disoccupati,<br />
anziani, giovani, donne sole e famiglie<br />
vulnerabili.<br />
8XMILLE.<br />
Una firma per la<br />
Chiesa cattolica<br />
Come fare per sostenere<br />
la Chiesa cattolica che,<br />
a sua volta, aiuta i più<br />
poveri? Per destinare l’8xmille<br />
è necessario firmare nell’apposita<br />
sezione che si trova nella dichiarazione<br />
dei redditi.<br />
L’apposizione della firma deve<br />
avvenire in fase di presentazione<br />
della dichiarazione.<br />
14<br />
NEL 2023 ASSEGNATI 243 MILIONI PER INTERVENTI CARITATIVI
8XMILLE<br />
Castelvetrano.<br />
Torna al suo antico<br />
splendore la chiesa<br />
della Tagliata<br />
> A CURA DELLA REDAZIONE<br />
Ifondi 8xmille oltre a essere destinati<br />
agli interventi per la carità,<br />
vengono utilizzati anche<br />
per i beni di culto: chiese e parrocchie<br />
sottoposti a manutenzione<br />
per garantire sicurezza e splendore.<br />
In Diocesi, tra i cantieri sostenuti<br />
grazie ai fondi 8xmille, sono stati conclusi<br />
i lavori di restauro della chiesa Nostra<br />
Signora della Tagliata a<br />
Castelvetrano. Lo scopo principale del<br />
progetto (importo dei lavori in progetto<br />
107.664,60 euro) è stato quello di consolidare<br />
gli archi dell’abside, togliere le centine<br />
metalliche, revisionare le strutture<br />
di coperture e sostituire gli elementi lignei<br />
ammalorati. Si è intervenuti anche<br />
sul tetto della chiesa, sistemando lastre<br />
sottocoppo per garantirne l’impermeabilizzazione<br />
e la revisione del manto di tegole,<br />
insieme alla pulizia delle grondaie<br />
in muratura e applicando un nuovo<br />
strato di guaina impermeabilizzante.<br />
Grazie al cantiere sono state stuccate le<br />
fughe della pavimentazione in mattoni di<br />
cotto e sono stati sostituiti anche i vecchi<br />
infissi in vetro e metallo presenti lungo<br />
la navata con altrettanti infissi in acciaio<br />
corten e vetro. Una ristrutturazione necessaria<br />
per la piccola chiesa di grande<br />
valenza storica e religiosa per la città di<br />
Castelvetrano. La devozione popolare,<br />
infatti, fa risalire l'istituzione della chiesa<br />
al miracoloso ritrovamento da parte di<br />
alcuni tagliapietre, nelle viciniori cave di<br />
tufo, di un quadro della Madonna con il<br />
Bambino. All’interno, nell’abside sopra<br />
l’altare maggiore, è collocato il quadro<br />
raffigurante Nostra Signora della Tagliata<br />
con il Bambino, opera del pittore<br />
trapanese Giambona, posto in sostituzione<br />
del quadro originale derubato nei<br />
primi anni del 1900. Pochi anni prima di<br />
questo intervento coi fondi 8xmille, recentemente<br />
concluso, sulla chiesa, a livello<br />
locale si era deciso di intervenire<br />
realizzando due ingombranti centine<br />
metalliche e rimuovendo l’intonaco e<br />
tutte le decorazioni presenti sulle pareti<br />
interne della chiesa a esclusione della superficie<br />
voltata. Ora, dopo il progetto<br />
dell’Ufficio diocesano per i beni culturali<br />
e di culto, tutto è tornato al suo originale<br />
splendore.<br />
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