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PiùMe Magazine Ottobre 2023

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THE WINNER<br />

di GABRIELE NOLI<br />

TOMMASO<br />

MARINI<br />

Giovane, carismatico, vincente.<br />

Tommaso Marini è il volto nuovo della<br />

scherma azzurra, che lui stesso ha<br />

contribuito a portare in gloria ai Mondiali<br />

disputati a luglio a Milano conquistando<br />

l’oro nel fioretto individuale dopo quello<br />

nella gara a squadre nel 2022 al Cairo.<br />

Avrà tempo e modo di rendere ancor più corposo il suo<br />

palmarès, considerata l’età (23 anni) e un talento che lascia<br />

presumere un futuro da protagonista. Ogni sforzo, fisico e<br />

mentale, è compiuto in funzione dei Giochi Olimpici di Parigi<br />

2024, dove mettersi al collo una medaglia non è solo un<br />

sogno ma una possibilità concreta, visti i risultati ottenuti fin<br />

qui. Subito dopo l’oro iridato, lo schermidore marchigiano si è<br />

sottoposto ad un intervento chirurgico alla spalla per risolvere<br />

il problema accusato prima dell’Europeo di Plovdiv (che ha<br />

dovuto saltare precauzionalmente). L’intento è quello di tornare<br />

quanto prima in pedana per preparare al meglio l’appuntamento<br />

a 5 cerchi, al quale Marini tiene particolarmente. E non potrebbe<br />

essere altrimenti per un ragazzo che negli anni ha vissuto una<br />

crescita poderosa grazie a una notevole combinazione di abilità<br />

fisiche, tecniche e mentali. Le medaglie mondiali, soprattutto<br />

quella ottenuta a Milano, l’hanno elevato a uno dei simboli della<br />

scherma italiana. Eppure lui, nonostante questo status, giura di<br />

non essersi montato la testa. “Io come persona sono semplice,<br />

non mi sento affatto cambiato, se non in meglio dal punto di<br />

vista sportivo”, ha ammesso dopo il trionfo nella rassegna di<br />

casa, dando prova di grande maturità per un ragazzo della sua<br />

età, confermata anche da altre riflessioni, in particolare sul<br />

ruolo dei campioni lontano dalla pedana. “Dobbiamo essere<br />

degli esempi a 360°, in palestra e fuori. Noi atleti abbiamo<br />

una enorme responsabilità perché indossiamo la maglia<br />

dell’Italia. Ci tengo a lasciare qualcosa di buono pure sul lato<br />

umano”. Le icone azzurre della scherma come lo stesso Marini<br />

possono essere determinanti per avvicinare più ragazzi ad uno<br />

sport che vanta una tradizione di rilievo in Italia. “Mi piacerebbe<br />

riuscire a trasmettere ciò che di bello lo caratterizza: noi sportivi<br />

dobbiamo essere d’impatto per i giovani”. Come lo sono stati<br />

per lui Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e<br />

Stefano Cerioni. Marini ha cominciato a praticare sport sin da<br />

piccolo: equitazione, nuoto, karate. Poi la scherma, con cui è stato<br />

amore a prima vista. Aveva appena 9 anni quando ha cominciato,<br />

nella palestra di Ancona vicino casa. L’approccio con il fioretto,<br />

che nelle Marche è quasi un’istituzione, è stato naturale. Ma<br />

Tommaso non disdegna neppure la spada, che in futuro potrebbe<br />

costituire un’opzione. Lui, intanto, prosegue con l’arma che gli sta<br />

regalando soddisfazioni in sequenza. Ormai c’è abituato: già nelle<br />

gare nazionali giovanili infatti era solito vincere o comunque salire<br />

sul podio, lasciando intravedere un brillante avvenire. Da alcuni<br />

66 67<br />

M A G A Z I N E<br />

M A G A Z I N E

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