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BSstadio_28 giornata_Febbraio 2024

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con i biancoscudati allo stadio Appiani.<br />

Il rientro di Turchetto sul campo avviene in concomitanza della<br />

prima panchina di Mido Bimbi in un Brescia-Palermo 4-2 nel<br />

quale, alla faccia dell’inattività, Turchetto sigla una tripletta.<br />

Tanto rammarico per quella serie A nella quale per ovvi motivi<br />

non ha potuto essere protagonista fino in fondo, ma soprattutto<br />

per una retrocessione assurda con tante vittorie in trasferta,<br />

solitamente un bel lasciapassare per la salvezza, ma con un solo<br />

successo tra le mura amiche in tutta la stagione.<br />

Via da Brescia, dopo l’iniziale interesse in sede di mercato di<br />

Varese, Bologna e Milan, finisce a Vicenza, poi Catania, Avellino<br />

e chiude la carriera nel Città di Castello<br />

A livello calcistico, da rondinella riconosce la straordinaria<br />

bravura di Virginio De Paoli. Menziona come fosse dotato di<br />

un tiro squassante e della capacità di fare gol che sembravano<br />

impossibili. Egidio Salvi, a suo dire era invece quello più<br />

fantasioso, uno che sapeva far divertire il pubblico con le sue<br />

funamboliche giocate. Riconosce anche lui come altri giocatori<br />

dell’epoca la signorilità di Gigi Simoni, incontrato in varie<br />

occasioni dopo aver appeso le scarpe al chiodo.<br />

Turchetto e De Paoli<br />

Tra i tanti difensori avversari che gli hanno dato filo da torcere<br />

ricorda in particolare Francesco Morini, uno che “ti aumentava la<br />

maglia di due taglie”.<br />

Il calcio di oggi lo segue poco; definisce stucchevole quando<br />

dalla riga di fondo le squadre indietreggiano fino al portiere.<br />

Nel momento della nostra chiacchierata la sua attenzione è<br />

puntata verso la Coppa D’Africa dove vede un calcio più atletico<br />

e coinvolgente. “La colpa degli allenatori attuali è aver tolto la<br />

fantasia al gioco in nome della tattica”.<br />

Turchetto e Menichelli in abiti civili 69/70<br />

“Si, ho fatto la carriera che dovevo fare, nessun rimpianto. Gli<br />

infortuni mi hanno condizionato e anche riprendere sempre<br />

diventava difficile. Gli interventi al menisco non erano come<br />

oggi, ti ingessavano per oltre un mese. Qualcosa in più avrei<br />

forse potuto fare se l’allenatore della Lazio Juan Carlos Lorenzo<br />

(l’allenatore “stregone” dedito ai riti propiziatori) col quale mi<br />

sentivo spesso, fosse riuscito a portarmi alla sua corte come lo<br />

stesso mister aspirava, ma a causa delle difficoltà finanziarie<br />

della società biancoceleste il trasferimento non fu possibile”.<br />

Un sincero grazie per la grande disponibilità e la simpatia<br />

dimostrataci a Claudio e Cristina.<br />

A cura di:<br />

Mauro Agretti e Guido Franchi<br />

Turchetto in ritiro a Castel Lodrone<br />

12<br />

Brescia Stadio

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