1 Prima e dopo il '48: l' Austria vista dagli italiani , di Marco Meriggi ...
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credere d’avere a mangiare l’<strong>Austria</strong> anche nel pane. Una volta veduto che l’<strong>Austria</strong> era l’<strong>Austria</strong>, e<br />
noi noi, le cose prendevano tosto una piega <strong>di</strong>versa” 17 .<br />
Una piega <strong>di</strong>versa e ine<strong>di</strong>ta, dunque; la piega suggerita dall’evidenziarsi <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>pendenza, per ogni stato della penisola che volesse puntare a un approdo liberale, la cui<br />
risoluzione non poteva che passare per una rescissione dell’ingombrante tutela esercitata da casa<br />
d’<strong>Austria</strong>. Nel caso del granducato <strong>di</strong> Toscana essa si esprimeva in via in<strong>di</strong>retta, e tuttavia ora resa<br />
evidente dalla polarizzazione impressa agli eventi dalla congiuntura rivoluzionaria. Leopoldo<br />
d’Asburgo Lorena aveva sin lì governato <strong>il</strong> granducato in quanto “ per la grazia <strong>di</strong> Dio Principe<br />
Imperiale d’<strong>Austria</strong>, Principe Reale d’Ungheria e <strong>di</strong> Boemia, Arciduca d’<strong>Austria</strong>, Granduca <strong>di</strong><br />
Toscana”. Ma non è da credere che i suoi sud<strong>di</strong>ti toscani prima del ’48 avessero avuto modo <strong>di</strong><br />
considerare con grande attenzione la sf<strong>il</strong>za iniziale dei titoli ; o <strong>di</strong> accorgersi <strong>di</strong> ciò che dalla<br />
posizione anfibia del loro sovrano , in essa evidenziata, poteva eventualmente derivare ; per<br />
esempio la con<strong>di</strong>visione , per <strong>il</strong> loro stato, <strong>di</strong> parte dell’apparato <strong>di</strong>plomatico con Vienna. Ora,<br />
viceversa, ciò che sino a qualche mese prima non aveva destato alcun particolare sconcerto<br />
<strong>di</strong>ventava <strong>di</strong> colpo inaccettab<strong>il</strong>e. Così Giuseppe Montanelli, in una circolare del primo novembre<br />
1848 : “ Considerando che chi rappresenta lo Stato nemico d’Italia non può rappresentarne uno<br />
italiano, decreto ( che) tutti quei consoli che rappresentavano in pari tempo <strong>Austria</strong> e la Toscana<br />
cessino imme<strong>di</strong>atamente dal loro ufficio e rimettano la loro patente al R. Governo” 18 . Appena due<br />
settimane più tar<strong>di</strong>, Giuseppe Mazzini, che all’inizio del proprio apostolato patriottico – negli anni<br />
’30 – aveva in<strong>di</strong>viduato <strong>il</strong> principale bersaglio da ad<strong>di</strong>tare ai suoi <strong>di</strong>scepoli nella testa coronata<br />
assisa sul trono sabaudo, più ancora che nel governo <strong>di</strong> Vienna, scriveva a un suo corrispondente<br />
che “ non si tratta più <strong>di</strong> repubblica o d’altre idee che possono lasciarsi all’avvenire ; si tratta <strong>di</strong> un<br />
duello a morte coll’<strong>Austria</strong>” 19 .<br />
Nel frattempo, tra le truppe italiane che ancora restavano agli or<strong>di</strong>ni del feldmaresciallo Radetzky,<br />
gli insorti avevano cercato <strong>di</strong> far circolare un catechismo rivoluzionario, nel quale gli austriaci<br />
venivano qualificati come “tedeschi” destinati a affogare nel proprio sangue e gli <strong>italiani</strong> che<br />
combattevano al loro fianco come “caini” condannati alla “dannazione eterna” 20 . Mentre nella<br />
M<strong>il</strong>ano dell’estate del ’48, ormai prossima a capitolare <strong>vista</strong> la brutta piega presa dalla prima guerra<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza, circolava tra i civ<strong>il</strong>i un Padre nostro dei Lombar<strong>di</strong> , composto da M. Maggioni,<br />
17<br />
Citato in A. Chiavistelli, Dallo stato alla nazione. Costituzione e sfera pubblica in Toscana dal 1814 al 1849 ,<br />
Carocci, Roma 2006, p.199.<br />
18<br />
Ivi, p.329.<br />
19<br />
Lettera a G. Lamberti del 14 novembre 1848, citata ivi, p.332.<br />
20<br />
Cfr. A. Sked, Radetzky e le armate imperiali. L’impero d’<strong>Austria</strong> e l’esercito asburgico nella rivoluzione del 1848 , <strong>il</strong><br />
Mulino, Bologna 1983, p. 61.<br />
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