Mirtillo gigante - Il divulgatore
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<strong>Il</strong> Divulgatore n° 11/2006 Piccoli frutti – pagg. 35-43<br />
<strong>Mirtillo</strong> <strong>gigante</strong><br />
Si pongono a dimora piante di due anni su terreno molto acido e ricco di<br />
sostanza organica. La pianta è allevata a vaso aperto. Attraverso la potatura<br />
nei primi anni si stimola l’accrescimento radicale e il vigore della pianta; in<br />
produzione si lasciano 4-5 branche per pianta, rinnovandone una ogni anno.<br />
LARA GIONGO<br />
Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Iasma)<br />
Centro Sperimentale Dipartimento Qualità Agroalimentare<br />
Botanica e biologia della pianta<br />
La pianta è un cespuglio arboreo a portamento eretto con radici superficiali<br />
fascicolate, a cui sono frequentemente associate micorrize - prevalentemente dei<br />
generi Hymenoscyphus e Oidiodendron - molto utili alla pianta nell’assorbimento di<br />
nutrienti, il cui beneficio dev’essere considerato nelle diverse pratiche di conduzione<br />
dell’impianto.<br />
La pianta può avere dimensioni diversificate a seconda della varietà, raggiungendo in<br />
media i 150-300 cm. La crescita vegetativa inizia a primavera con l’ingrossamento<br />
delle gemme e l’accrescimento radicale, che continua fino allo stadio di<br />
ingrossamento del frutto, per poi riprendere durante l’autunno e l’inverno. Sempre a<br />
primavera crescono i brindilli, finché il segnale abortivo della gemma apicale blocca<br />
la crescita. Durante l’estate la crescita vegetativa rallenta e le gemme che andranno<br />
a fiore nell’anno successivo, cominciano a differenziarsi sul nuovo brindillo, iniziando<br />
dall’apice del brindillo fino alla zona ascellare.<br />
L’infiorescenza di mirtillo è un racemo (grappolo), eccetto in V. membranaceum, in<br />
cui i fiori sono singoli o in coppie. <strong>Il</strong> fiore di mirtillo, di struttura urceolata (a forma di<br />
orcio, con la bocca stretta), è pendente, con l’apertura della corolla rivolta verso il<br />
basso, più o meno ampia a seconda della varietà. I cinque petali sono fusi ed 8-10<br />
stami sono sviluppati in un cerchio stretto attorno al pistillo che è sempre più corto<br />
degli stami. <strong>Il</strong> fiore del mirtillo ha colore variabile dal bianco al giallo al rosa,<br />
sviluppato da una singola gemma.<br />
<strong>Il</strong> frutto è una bacca globosa, con cavità calicina pronunciata, variabile a seconda<br />
della varietà, quanto la cicatrice peduncolare. <strong>Il</strong> colore dell’epidermide è blu,<br />
pruinoso, mentre la polpa è bianco verde. I semi sono solitamente piccoli e il loro<br />
numero è positivamente correlato, in particolare in V. corymbosum e V.<br />
angustifolium, con il peso e le dimensioni del frutto (Brewer e Dobson, 1969; Moore<br />
et al, 1972).<br />
Nella famiglia delle Ericacee, genere Vaccinium, sono incluse 150-450 specie, poche delle quali di reale interesse commerciale.<br />
<strong>Il</strong> mirtillo coltivato appartiene a tre specie maggiori Vaccinium corymbosum,V. angustifolium e V. ashei, mentre il selvatico a V.<br />
vitis ideae e V. myrtillus.<br />
Tra le specie spontanee in Italia è possibile trovare anche Vaccinium uliginosum e Vaccinium oxycoccus: il primo è detto anche<br />
mirtillo di palude ed ha colorazioni della bacca molto variabili dal verde al blu, il secondo è invece rossastro.<br />
Vaccinium vitis idaea è il mirtillo rosso, ampiamente diffuso nei boschi alpini.<br />
Vaccinium myrtillus, mirtillo nero, o di bosco, è anch’esso spontaneo, la pianta è di 15-20 cm, cresce in Italia nell’area<br />
appenninica e alpina e produce bacche blu, di ottime caratteristiche organolettiche.<br />
Vaccinium corymbosum (highbush, mirtillo <strong>gigante</strong>) è coltivato prevalentemente in Nord America (oltre 20.000 ettari), ma si è<br />
diffuso anche nel resto del mondo e Vaccinium ashei (rabbiteye, mirtillo coniploide), tipico delle regioni calde, interessa oltre<br />
2.500 ettari negli Stati Uniti. <strong>Il</strong> V. corymbosum è il mirtillo nordamericano, che ai primi del Novecento Elizabeth White e<br />
Frederick Covile selezionarono dal selvatico e iniziarono a coltivare oltre che migliorare. <strong>Il</strong> processo di domesticazione di questa<br />
specie è quindi iniziato relativamente tardi e solo nell’ultimo decennio si sono prodotte cultivar complesse, con numerosi<br />
caratteri desiderabili sia per quanto riguarda il frutto, le resistenze della pianta, la conservabilità del prodotto.<br />
Interventi feritilizzanti e acidificanti su mirtillo<br />
Preparazione pre- impianto<br />
Autunno Correzione del pH con zolfo pellettato<br />
Concimazione di fondo con 20 kg/1.000 m2 di perfosfato minerale<br />
20 kg/1.000 m2 di solfato ammonico<br />
Apporto di 50 q/1.000 m2 di letame maturo<br />
Primavera Lavorazione superficiale<br />
Squadratura<br />
Apporto di 20-30 l/pianta di torba acida sulla fila e di scorze di aghifoglie, segatura compostata, cippato o<br />
torba riciclata<br />
Dalla ripresa vegetativa ai primi<br />
di luglio<br />
Fertirrigazione<br />
Acidificazione dell’acqua con acido nitrico o fosforico<br />
Giornalmente apportare 80 g/hl di solfato ammonico, 40 g/hl di solfato di potassio, 20 g/hl solfato di<br />
magnesio, 20 g/hl fosfato monopotassico<br />
Da inizio luglio a fine stagione Acidificazione dell’acqua con acido solforico<br />
Fonte: Paris e Fronzuto,Cat - Iasma
Impianto e allevamento<br />
Nella scelta del mirtilleto va osservata particolare attenzione<br />
al terreno e alla zona in cui si va a collocare l’impianto: il<br />
terreno deve essere molto acido (pH 4-4,5), privo di calcare<br />
attivo e con sostanza organica nell’ordine del 3-5%. Tali<br />
esigenze podologiche, da un lato limitanti, possono<br />
permettere, d’altro lato, lo sfruttamento di suoli poco adatti<br />
ad altre piante agrarie. Se queste condizioni non si<br />
riscontrano, servirà apportare modifiche correttive, tenendo<br />
presente che a pH inferiori a 3,5 il manganese e l’alluminio<br />
diventano fitotossici e a pH superiori a 5 il ferro diviene<br />
scarsamente disponibile, causando clorosi.<br />
Dal punto di vista climatico il mirtillo ha buona resistenza alle<br />
basse temperature se la lignificazione è buona, ma può<br />
subire danni da freddo al crescere della quota altimetrica e<br />
soffre di ritorni di freddo primaverile. L’impianto si realizza<br />
prevedendo distanze di 2,5- 2,8 m tra le file e di 1-1,2 m<br />
sulla fila con piante preferibilmente di due anni a radice nuda<br />
o in vaso. La pianta va allevata a cespuglio con 3-5 branche<br />
che partono dal ceppo. È importante creare un vaso aperto<br />
in modo da favorire l’entrata della luce. All’irrigazione va data<br />
particolare attenzione, prevedendo una disponibilità di 30-50<br />
hl al giorno per 1.000 m2 e l’acqua deve avere pH attorno al<br />
5,5. In situazioni di pH superiore a 5,5 è necessario provvedere ad acidificazioni con acido solforico, fosforico o nitrico.<br />
<strong>Il</strong> mirtillo soffre la siccità, quindi la disponibilità idrica costante deve essere garantita durante tutto l’anno.<br />
Per quanto concerne la potatura in fase di allevamento, nei primi 2-3 anni è necessario stimolare l’apparato radicale e il vigore<br />
della pianta, asportando i germogli meno forti, accorciando quelli più vigorosi ed eliminando tutti i fiori. Al quarto anno si inizia la<br />
potatura di produzione, si lasciano 4-5 branche per pianta, rinnovandone una o due all’anno, si eliminano i rami più vecchi,<br />
quelli secchi e deboli. Se la pianta ha portamento eretto, si effettueranno tagli di sfoltimento al centro, se invece ha portamento<br />
espanso, andranno potati i rami più bassi. La produzione migliore è portata dai brindilli di un anno inseriti su legno di due anni.<br />
Le cultivar presenti attualmente in commercio rispondono a diverse caratteristiche che sono sommariamente indicate in seguito.<br />
Di alcune di esse si riportano in tabella alcuni dati produt- tivi relativi alla sperimentazione varietale condotta presso Iasma nel<br />
2005. <strong>Il</strong> mirtillo non presenta gravi problemi di ordine fitosanitario a fronte di pochi principi attivi registrati per la coltura.<br />
Caratteristiche produttive di alcune varietà di mirtillo <strong>gigante</strong><br />
Cultivar Zuccheri Acidità Peso del singolo frutto Cicatrice peduncolare<br />
(RSR °Brix) (meq/100g)<br />
(g)<br />
(mm)<br />
1613-A Hardyblue 14,30 5,80 1,45 2,56<br />
Atlantic 11,30 10,97 0,69 1,95<br />
Atut 11,50 31,24 2,81 3,18<br />
Bluecrop 12,60 11,78 1,90 2,64<br />
Bluegold 11,38 14,05 1,66 2,39<br />
Bluejay 14,25 12,52 1,50 2,30<br />
Blueray 13,57 8,17 1,32 2,39<br />
Bluetta 14,40 7,42 1,22 2,04<br />
Bonifacy 12,00 11,33 1,86 2,76<br />
Brigitta blue 12,27 9,35 2,23 2,36<br />
Cabot 12,97 8,66 0,75 1,90<br />
Chandler 10,30 7,45 2,86 3,19<br />
Chippewa 10,70 8,05 1,51 2,15<br />
Duke 10,93 12,51 2,24 2,12<br />
Earliblue 17,70 2,08 1,98 2,97<br />
Elliott 9,90 18,43 1,17 2,44<br />
Emerald 13,53 8,71 1,98 2,02<br />
Jersey 12,03 3,79 0,73 2,44<br />
Lax 11,23 11,24 2,20 2,00<br />
Nelson 11,74 10,67 2,20 2,04<br />
Northland 12,63 5,93 1,32 2,45<br />
Nui 11,80 10,21 1,60 1,89<br />
Olympia 13,90 9,38 1,46 2,38<br />
O’Neal 12,00 4,27 1,84 1,87<br />
Ozarkblue 11,65 9,01 2,29 2,37<br />
Polaris 11,70 7,58 1,45 1,76<br />
Puru 12,23 9,42 1,82 2,27<br />
Reka 10,80 9,60 1,56 1,88<br />
Rubel 13,48 10,30 0,71 2,30<br />
Spartan 13,33 7,52 1,67 2,37<br />
Star 13,80 4,43 0,77 1,67<br />
Toro 14,13 5,58 1,95 2,34<br />
Dati rilevati presso Iasma nel 2005.
Avversità fungine<br />
Antracnosi (Colletothrichum acutatum).<br />
Le spore vengono rilasciate dal fungo dopo che questo ha trascorso l’inverno in cancri.<br />
Armillaria (Armillaria mellea).<br />
Riduzione del vigore vegetativo, clorosi e appassimento progressivo delle foglie, che evolvono in crescite anomale e<br />
disseccamenti frequenti e repentini. Presenza di feltri miceliari sottocorticali, necrosi dei tessuti radicali.<br />
Botrite (Botrytis cinerea).<br />
La muffa grigia si sviluppa particolarmente con sovradosaggi di azoto, ridotta circolazione dell’aria o infiorescenze che abbiano<br />
subito danni da gelo (Milholland e Galletta, 1967).<br />
Fitoftora (Phitophthora cinnamomi Rands).<br />
Può essere particolarmente severa anche su mirtillo in terreni poco drenati. I sintomi fogliari includono clorosi, arrossamenti e<br />
defoliazione. Le radici infette divengono necrotiche. V. ashei sembra la specie più tollerante al patogeno (Milholland, 1975).<br />
Fomopsi (Phomopsis vaccinii Shear).<br />
La diagnosi del patogeno, incluso tra quelli da quarantena, è piuttosto difficoltosa poiché presenta sintomi non sempre specifici<br />
causati anche da molti altri fattori, quali danni da erbicidi, stress da siccità, da freddo o disordini nutrizionali (Chao and Glawe,<br />
1985). Phomopsis rimane latente a lungo.<br />
Monilia (Monilinia vaccinii-corymbosi Reade).<br />
<strong>Il</strong> sintomo sul frutto si vede quando questo matura e inizia ad assumere color salmone e a cadere. Attacca sia i fiori che i frutti<br />
provocando deprezzamento quali-quantitativo del prodotto. L’interazione tra cultivar, patogeno e ambiente influisce<br />
considerevolmente sui livelli di sviluppo della patologia (Stretch A.W., 2001).<br />
Fitofagi<br />
Afidi.<br />
Attacchi gravi possono aversi in annate caldo-umide, soprattutto in primavera, in particolare sotto tunnel. In ambiente protetto<br />
può essere applicata la lotta biologica utilizzando crisopa.<br />
Oziorrinco.<br />
<strong>Il</strong> danno è prodotto dalle larve che rodono le radici. Si può attuare una difesa biologica con l’utilizzo nel mese di settembre o<br />
ottobre di nematodi entomoparassiti specifici.<br />
Virosi<br />
BSV (Blueberry scorch virus).<br />
Viene prevalentemente trasmesso dall’afide Fimbriaphis fimbriata e ha uno sviluppo radiale molto veloce in impianto (Bristow,<br />
2000). La sintomatologia è molto varia dipendentemente dalla cultivar: in alcune si può manifestare solo dal secondo o terzo<br />
anno d’infezione, altre possono manifestare problemi di disseccamenti e clorosi, altre riducono le produzioni anche dell’85%.
Atlantic (V. corymbosum) NJ USA, 1941. <strong>Il</strong> frutto ha<br />
dimensioni medio ridotte, contenuto zuccherino medio e<br />
alto contenuto acidico.La tolleranza ai patogeni è<br />
intermedia. Buona resistenza al freddo.<br />
Azur (V. corymbosum) Romania. Frutto di ridotte<br />
dimensioni, diametro della cicatrice peduncolare piuttosto<br />
ampio. Tolleranza della pianta al freddo buona.<br />
Berkeley (V. corymbosum) NJ USA, 1949. È una delle<br />
varietà che negli anni ha avuto maggior successo.<br />
Presenta vigoria medio-elevata, produttività media, frutti<br />
grandi di colore blu chiaro. Epoca di raccolta intermedia.<br />
Bluecrop (V. corymbosum). NJ USA, 1952. Vigorosa,<br />
produttività elevata, frutti di colore blu chiaro, di buona<br />
qualità. Epoca di raccolta intermedia.<br />
Bluegold (V. corymbosum) NJ USA, 1988. Molto<br />
produttiva, il frutto è di dimensioni intermedie, con cicatrice<br />
peduncolare abbastanza ridotta.Tenore in zuccheri<br />
intermedio e acidità elevata. Ha buona resistenza al freddo.<br />
Epoca di raccolta intermedia.<br />
Blueray (V. corymbosum) NJ USA, 1955. (Jersey x<br />
Pioneer) x (Stanley x June). Presenta notevoli resistenze a<br />
fenomeni di cracking. Di buona vigoria, produttività molto<br />
elevata, frutti grossi, profumati, di buon sapore. Epoca di<br />
raccolta intermedia.<br />
Bluetta (V. corymbosum) NJ USA, 1968. Di media vigoria,<br />
produttiva, frutti medio piccoli di colore blu chiaro. Epoca di<br />
raccolta precoce.<br />
Brigitta Blue (V. corymbosum) AUS, 1977. Dimensioni del<br />
frutto elevate e buona produttività. <strong>Il</strong> frutto ha caratteristiche<br />
di conservabilità superiori. La pianta presenta ridotta<br />
resistenza al freddo e difficoltà di impollinazione.<br />
Duke (V. corymbosum) NJ USA, 1987. (Ivanhoe X<br />
Earliblue) X 192-8 (E-30 X E-11). Varietà molto conosciuta<br />
e apprezzata. <strong>Il</strong> frutto acquista sapore dopo la<br />
refrigerazione. <strong>Il</strong> grado di autoimpollinazione è tra i più<br />
alti.Tollera bene le fluttuazioni di temperatura durante<br />
l’inverno. In alcuni areali si è dimostrato particolarmente<br />
sensibile a cancri rameali. Servono pochi passaggi<br />
(spesso 2-3) per completarne la raccolta. La produzione è<br />
solitamente elevata. Necessita di una discreta potatura.<br />
Resistente a monilia.<br />
Elliot (V. corymbosum) MI USA, 1966. Di buona vigoria,<br />
produttiva e resistente. Epoca di raccolta tardiva. Frutto di<br />
caratteristiche apprezzabili, di media pezzatura e<br />
conservabile.<br />
Jersey (V. corymbosum) NJ USA, 1928. Varietà molto<br />
resistente, di maturazione medio-tardiva. <strong>Il</strong> frutto, di<br />
dimensioni medio- ridotte, ha colore scuro e non stacca<br />
sempre facilmente.<br />
Le varietà più diffuse<br />
Ozarkblue (V. corymbosum) FL USA, 1996. <strong>Il</strong> frutto ha<br />
caratteristiche molto apprezzabili, di buon sapore,<br />
dimensioni elevate, conservabile.<br />
Patriot (V. corymbosum) MA USA, 1957.Vigoria media, di<br />
dimensioni ridotte, produttiva, frutti di dimensioni mediograndi.<br />
Epoca di maturazione intermedia.<br />
Spartan (V. corymbosum) MD USA, 1977. Di buona<br />
vigoria, frutti di buona qualità e pezzatura. Epoca di fioritura<br />
tardiva, raccolta intermedia, adatta alla raccolta meccanica.<br />
Star (V. corymbosum) FL USA, 1995. Dimensioni del frutto<br />
elevate.<br />
Hardyblue (NJ USA, 1911), Northblue e Northland (MI<br />
USA, 1967). Derivano tutti da incroci tra V. corymbosum e<br />
V. angustifolium. Sono di stagionalità intermedia, la pianta<br />
ha dimensioni abbastanza ridotte e compatte ed è<br />
generalemente resistente al freddo. I frutti so- no di<br />
dimensioni medio-ridotte su di un grappolo abbastanza<br />
sparso.<br />
Jewel (V. corymbosum, V. darrowii) FL USA, 1986.<br />
Dimensioni del frutto elevate.<br />
Jubelee (V. corymbosum, V. darrowii) MS USA, 1984.<br />
Precoce, si presenta vigorosa, produttiva, con portamento<br />
assurgente. I frutti sono di grandi dimensioni, di buona<br />
compattezza e conservabili.<br />
Legacy (V. corymbosum, V. darrowii) NJ USA, 1993. È<br />
una varietà medio-tardiva, derivata da un incrocio tra<br />
mirtillo del Nord e mirtillo del Sud. <strong>Il</strong> portamento è<br />
mediamente espanso e mantiene il fogliame a lungo<br />
durante l’inverno. I frutti sono molto compatti e hanno<br />
buona attitudine alla conservazione. La pianta ha poca<br />
tolleranza al freddo invernale.<br />
Misty (V. corymbosum, V. darrowii) FL USA, 1989.<br />
Precoce. <strong>Il</strong> portamento è eretto e la pianta vigorosa. <strong>Il</strong> frutto<br />
è di medie dimensioni, colore chiaro e compatto.<br />
Summit (V. corymbosum,V. darrowii) MD USA, 1998.<br />
Giudizio positivo. <strong>Il</strong> frutto è molto grande, compatto. Le<br />
tracce sepaline sono quasi assenti. La cicatrice<br />
peduncolare è abbastanza grande e appiattita.<br />
Biloxy (V. corymbosum, V. ashei, V. darrowii) MS USA,<br />
1998. È una varietà adatta al Sud, con un medio-basso<br />
fabbisogno di ore di freddo. <strong>Il</strong> frutto è di medie dimensioni,<br />
colore apprezzabile, buona compattezza e alto tenore in<br />
zuccheri.