di fantasmi, morti e anime in pena. Le terapie sono soprattutto affetto, comprensione, rassicurazione: il bimbo va meglio, per il dottore c’è poco da fare, la storia si conclude con un espediente. Negli Stati Uniti, incassi strepitosi: gran successo ovunque, oltre duecentonovanta milioni di dollari. Lietta Tornabuoni, La Stampa, 31 Dicembre 1999 Da Edgar Allan Poe e Ambroce Bierce in poi, la letteratura americana può vantare una notevole tradizione nel genere gotico. Il film con Bruce Willis si ricollega, contando più sulle suggestioni <strong>del</strong>la storia che sulle risorse dei soliti trucchi visivi. […] “American Gothic” di grande successo con finale a sopresa (ma lo sarà ancora per qualcuno, dopo tanto parlarne?). A starci un po’ attenti, per la <strong>verità</strong>, l’epilogo non è imprevedibile come pretenderebbero gli estimatori. Meglio – comunque – che Haunting e tanti altri film, dove gli effetti speciali finiscono per vedersela tra loro. E le star stanno a guardare. Roberto Nepoti, La Repubblica, 26 luglio 2000 […] Shyamalan, che è anche autore <strong>del</strong>la sceneggiatura, ha dimostrato di saper manipolare benissimo le paure che può provare un bambino di fronte alla visione di fantasmi, ne intuiva, evidentemente, quanto fosse facile trasferire questa paura sul pubblico adulto. […] Antonio Monda, La magnifica illusione, 2003 Clamoroso successo in tutto il mondo, affascina per il rigore narrativo con cui racconta la storia di un bambino che vede i morti e <strong>del</strong> suo psicologo, ma anche per una non trascurabile carica di riflessione narratologica. Gianni Canova, le garzatine Cinema, 2005 […] Enorme successo globale a sorpresa per un film scritto e diretto con qualche ingenuità. […] Ma bisogna ammettere che il regista – anche sceneggiatore – riesce a creare un’atmosfera al tempo stesso inquietante e catartica, con un messaggio new age e consolatorio (Shyamalan unisce l’origine indiana all’educazione cristiana) che però tocca tasti profondi. La celebrata sorpresa finale è arzigogolata e poco originale (vedi Una pura formalità di Tornatore): ma è anche un bello shock per lo spettatore che si era identificato con Crowe. […] (**½) Paolo Mereghetti, Dizionario <strong>del</strong> film 2006 […] 3° film <strong>del</strong> regista-sceneggiatore M.N. Shyamalan che già in Wide Awake (1998) aveva raccontato la storia di un bambino in qualche modo tramite con l'aldilà. Da prendere o lasciare, questa storia di fantasmi. Se la si prende, superando ogni pre-giudizio sulla provvisoria permanenza, o immanenza, dei morti nel mondo dei vivi, si possono apprezzare le qualità <strong>del</strong> film che pur “soffre di un certo sovraccarico simbolico e di qualche sbavatura nella coerenza <strong>del</strong>l'impianto” (Mauro Gervasini): la recitazione sotto le righe di B. Willis e <strong>del</strong> piccolo H.J. Osment, la tensione verso un'atmosfera onirica, la fotografia antinaturalistica di Tak Fujimoto. Più di 600 milioni di dollari d'incasso sul mercato internazionale. (**½) Morando Morandini, Il Morandini - Dizionario dei film 2007 […] Il giovane Osment è straordinariamente bravo; il film è sinuoso e sinistro senza essere ricattatorio. […] (***½) Leonard Maltin, Guida film 2007 14
Il mio punto di vista di sorpresa. Flavia Costa Leggendo le recensioni emerge la bravura <strong>del</strong> regista- sceneggiatore nel rappresentare le paure e nel coinvolgere il pubblico. Gli viene anche riconosciuta, seppur con qualche obiezione, l’innovazione nel campo <strong>del</strong>la narrazione, che è la peculiarità <strong>del</strong> film; se fosse stato narrato in modo diverso, probabilmente non avrebbe sortito lo stesso effetto 15