304 I mesi scolpiti. Le formelle di Ferrara - Fondazione ...

I mesi scolpiti. Le formelle di Ferrara
“His (gli agricoltori)
aggregantur artesque
mechanicae”
Giovanni di Salisbury
Opere a bassorilievo, altorilievo
o quasi a tutto
tondo; importante esempio
della scultura romanica
per la loro qualità
e documento altissimo
del realismo della scultura
del tempo: le formelle,
scolpite in pietra
di Verona dal Maestro
dei Mesi nel XIII secolo
per decorare il portale
meridionale della Cattedrale
di Ferrara con le
rappresentazioni dei lavori
tipici d’ogni mese
dell’anno.
Il portale dal 1717 al
1736 venne poi a poco
a poco demolito. Da
quella data le formelle
iniziano due diversi percorsi:
alcune - annotano
Pinna e Apollonia - sono
mantenute all’esterno,
mentre altre utilizzate
come pavimentazione
dell’atrio della cattedrale.
Qui saranno ritrovate
nel 1931 durante
i lavori di ristrutturazione.
In seguito vengono tutte
custodite nel Museo della
Cattedrale, oggi trasferito
in nuovi locali maggiormente
rispondenti
alle esigenze conservative
delle opere.
L’imminente e delicata
operazione di restauro
cui le formelle dei Mesi
stanno per essere sottoposte
rappresenta, come
sempre avviene in questi
casi, un momento di
approfondimento, di più
consapevole conoscenza
dello straordinario ciclo
scultoreo, uno tra i documenti
artistici più significativi
dell’Europa
delle cattedrali.
Tutta la storiografia locale
ricorda il portale
ferrarese come Porta dei
Mesi, per la sua decorazione
con i lavori agricoli
relativi ad ogni mese
dell’anno, secondo la
tendenza che voleva aggiornare
anche Ferrara
alla nuova moda antelamica
di inserire il ciclo
dei mesi nei sottarchi
dei portali o delle
volte dei protiri, come
ricorda Francesco Gandolfo.
La tendenza dell’Antelami
a riprodurre gli oggetti
con immediata esattezza,
quasi che lo scultore
li “scoprisse” nell’atto
stesso in cui li rappresentava,
ha avuto
molti interpreti nella
prima metà del Duecento:
esempi di questa
scultura, sempre ispirata
a fini robustamente
plastici, sono l’Adorazione
dei Magi nella lunetta
di San Mercuriale
di Forlì, i Mesi della Pieve
d’Arezzo, oltre ai Mesi
di Ferrara, appunto.
Questi ultimi, oltre a
rappresentare un importante
capitolo della scultura
padana della prima
metà, e più precisamente
del terzo decennio del
Duecento, sono anche
una testimonianza viva
e tangibile di alcuni interessanti
aspetti della
vita quotidiana dell’epoca,
che va dagli abiti
agli alimenti, e della storia
delle campagne me-
dievali.
L’artista, il cosiddetto
Maestro dei Mesi di Ferrara,
formatosi sicuramente
a contatto con la
cultura dei cantieri dell’Ile-de-France,
«appare
capace di superare i presupposti
antelamici con
vigoroso atteggiamento
innovativo nel costruire
con realistica solidità le
proprie forme plastiche,
arricchendole di particolari
naturalistici colti
da una visone nuova e
diversa della realtà quotidiana»,
sottolinea Berenice
Giovannucci Vigi.
E aggiunge anche che
quale fosse l’aspetto plastico-architettonico
della
Porta dei Mesi possiamo
soltanto dedurlo da
quanto hanno lasciato
scritto Baralducci e Scalabrini,
due insigni storici
locali che scrivevano
intorno ai primi decenni
del XVIII e che quindi
avevano avuto modo di
vedere direttamente
quanto restava delle sculture
dei Mesi.
Il tema iconografico della
raffigurazione dei lavori
dei mesi, ha avuto, si sa,
una particolare fortuna
durante il Medioevo dove
si produssero su questo
argomento cicli scolpiti,
come in questo caso, affrescati
e miniati.
E in questo filone artistico
i Mesi di Ferrara
costituiscono un’interessante
testimonianza,
come evidenzia Paola
Galetti, sulla vita quotidiana
e sulla storia del
lavoro nelle campagne
medievali, soprattutto
«se confrontati con le
n° 304 - aprile 2002
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Maestro dei Mesi: Decorazione del portale della
Cattedrale di Ferrara (part) - Ferrara, Museo della
Cattedrale

coeve e similari rappresentazioni
artistiche (scolpite,
affrescate, musive)
conservate per la parte
centro-settentrionale
della penisola, oltre che
con quelle di ambito
transalpino».
In queste opere scultoree
leggiamo la funzione
che il calendario assume
sin dalle epoche più antiche:
quello cioè di uno
strumento legato al binomio
natura-cultura.
La sua funzione, che descrive
molto bene la Galetti,
anche se con alcune
distinzioni legate al periodo
storico di riferimento,
era infatti quella
di indicare i periodi dell’anno
riservati alle diverse
attività produttive,
agricole e pastorali,
oltre che i giorni in cui
si poteva o era fatto divieto
di svolgere particolari
lavori.
I calendari medievali,
che vedono nei secoli
XII e XIII il periodo di
particolare splendore,
focalizzano infatti l’attenzione
sull’agricoltura
e sull’allevamento con i
relativi prodotti e tecniche.
Loro carattere distintivo
è la minuziosa
attenzione rivolta ai lavori
agricoli: ma non dimentichiamo
che nell’età
medievale il tempo
era soprattutto connesso
alla terra, sia come fondamento
dell’economia,
sia come eccellenza nell’immaginariocollettivo.
Questi i principali motivi
della diffusione del
ciclo dei mesi nelle decorazioni
monumentali
delle chiese, e in particolare
delle cattedrali,
che diventano testimoni
della grande importanza
data al lavoro dei campi
che in questi secoli viene
sentito pari in dignità a
quello delle arti meccaniche.
E le formelle diventano
il fecondo articolarsi della
vita dell’epoca e il prezioso
book della storia
dell’abbigliamento medievale,
sia contadino
sia dei nobili guerrieri,
e delle pratiche agricole
come la trebbiatura dei
cereali, la coltivazione
della vite, le colture or-
tofrutticole.
E ci ricordano, nell’assenza
di rappresentazioni
di figure femminili
(anche se perfettamente
in linea con l’iconografia
dei calendari),
che i tipi di lavoro rappresentati
erano svolti
per lo più da uomini (o
meglio erano diretti da
loro): le donne all’epoca
avevano un ruolo primario
prevalentemente
nell’attività tessile che
tuttavia non ritroviamo
in questi documenti figurativi.
maria siponta de salvia
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Maestro dei Mesi: Decorazione del portale della Cattedrale di Ferrara (part) - Ferrara, Museo della Cattedrale
Maestro dei Mesi: Decorazione del portale della
Cattedrale di Ferrara (part) - Ferrara, Museo della
Cattedrale