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archivio storico messinese 72 - Società Messinese di Storia Patria

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18 FRANCESCA PAOLINO<br />

toniche graduate, derivanti, a volte, da iniziali programmi<br />

costruttivi più modesti, oppure non più perfettamente<br />

leggibile nella configurazione originaria, a causa <strong>di</strong> rifacimenti-restauri<br />

posteriori;<br />

- rinunziano alla tripartizione del transetto che risulta<br />

ampio e profondo, ancorché spazialmente unitario, le chiese<br />

<strong>di</strong> Monforte, <strong>di</strong> Gesso, <strong>di</strong> Raccuia, <strong>di</strong> San Nicolò a Naso, del SS.<br />

Salvatore a S. Angelo <strong>di</strong> Brolo, le chiese parrocchiali <strong>di</strong><br />

Fiume<strong>di</strong>nisi, Condrò e Venetico: in esse si leggono gli "affacci"<br />

<strong>di</strong>retti verso lo spazio del transetto delle cappelle absidali; gli<br />

esempi <strong>di</strong> Fiume<strong>di</strong>nisi e Condrò hanno, inoltre, il profilo delle<br />

absi<strong>di</strong> semicircolare, il che che rafforza le affinità<br />

planimetriche con l'antico duomo <strong>di</strong> Messina leggibile in tutti<br />

gli esempi che adottano i caratteri appena descritti.<br />

Le chiese <strong>di</strong> Santa Caterina a Mistretta e <strong>di</strong> San Giovanni<br />

a Tusa presentano chiare reminiscenze da esempi quattrocenteschi<br />

palermitani, nell'impianto planimetrico e spaziale<br />

e nei caratteri formali e ciò per la loro posizione geografica<br />

<strong>di</strong> confine fra le due aree territoriali; vere eccezioni sono<br />

gli esempi <strong>di</strong> Savoca (chiesa madre) e <strong>di</strong> San Cono a Naso:<br />

nel primo caso, il breve corpo longitu<strong>di</strong>nale è connotato da<br />

colonne or<strong>di</strong>nate dai caratteri linguistici 'arcaici' e sul<br />

transetto non sporgente affaccia la sola abside maggiore;<br />

decorativi) e quelli della cultura bizantina (esecuzione dei registri musivi).<br />

L'icnografia del duomo <strong>di</strong> Monreale vede contrapposto al corpo longitu<strong>di</strong>nale,<br />

sud<strong>di</strong>viso in tre navate, il corpo orientale, nel quale il transetto prosegue<br />

con uguale <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> ampiezza fino al piano delle absi<strong>di</strong>; l'antefatto <strong>di</strong><br />

una siffatta articolazione è rintracciabile nella cappella Palatina <strong>di</strong> Palermo,<br />

in cui, per la prima volta, si ritrova la combinazione <strong>di</strong> corpo longitu<strong>di</strong>nale<br />

trinavato e santuario dai caratteri spaziali autonomi e <strong>di</strong>scendenti da e<strong>di</strong>fici<br />

centrici <strong>di</strong> matrice bizantina; in essa, però, non si hanno scarti e variazioni<br />

nei muri longitu<strong>di</strong>nali in corrispondenza del transetto che risulta un grande<br />

vano sul quale si aprono le absi<strong>di</strong>; nell'esempio <strong>di</strong> Monreale, inoltre, alle<br />

absi<strong>di</strong> sono anteposte delle campate.

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