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Bassa qualità - Città di Cerignola

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DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE DElL' ARCHITE I I URA<br />

POLITECNICO DI MILANO<br />

FACOlTA' DI ARCHITETTURA MILANO-BOVISA<br />

Responsabili della ricerca: prot. Antonio Monestiroli<br />

prot. Angelo Torricelli<br />

ATLANTE STORICO DELLA CITTA' E DEL TERRITORIO DI CERIGNOLA<br />

a cura <strong>di</strong> Luisa Ferro e Mariateresa Rampi


INDICE<br />

pago I PREMESSA<br />

Antonio Monestiroli e Angelo Torricelli<br />

" LE FASI FORMATIVE DELLA CIITA' E DELLA CAMPAGNA<br />

Angelo Torricelli<br />

5 1. I PERCORSI E LE VIE DEL COMMERCIO<br />

6 1.1. LA VIA APPIA TRAIANA<br />

7 1.2. I PERCORSI DEI PELLEGRINI VERSO LA TERRA SANTA<br />

8 1.3. LE COPPIE DEI CENTRI CORRISPONDENTI:<br />

CITTA' DI TERRA E CITTA' DI MARE<br />

9 1.4. LA DIPENDENZA DAL MERCATO NAPOLETANO:<br />

LA VIA PER NAPOLI, IL COMMERCIO DELLA LANA E DEI CEREALI,<br />

IL MOVIMENTO DEI CAPITALI<br />

15 1.5. LA RISTRUTTURAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE VlARIE E LA FERROVIA<br />

17 1,6. BIBLIOGRAFIA, DOCUMENTI E CARTOGRAFIA<br />

18 2. I TRATTURI E LA RAGGERA COME TRACCE DEL REGIME<br />

AGRARIO E PRODUTTIVO<br />

19 2.1. IL PAESAGGIO AGRARIO E L'ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA IN<br />

EPOCA ROMANA<br />

20 2.2. LA POLITICA DI FEDERICO" NEL PROGRAMMA DI ORGANIZZAZIONE<br />

DEL TERRITORIO<br />

24 2.2,1. LA MASSERIA REGIA DI ORTA<br />

25 2.2.2. IL COMPLESSO FORTIFICATO DI TORRE ALEMANNA<br />

28 2.3. LA STRUTTURA DEL TERRITORIO DAL XV SECOLO AL XIX SECOLO<br />

30 2.3.1. IL SISTEMA DELLA TRANSUMANZA: LA "REGIA DOGANA<br />

DELLA MENA DELLE PECORE DI FOGGIA", LE POSTE, I TRATTURI<br />

33 2.3.2, IL SISTEMA DELLA PRODUZIONE CEREALICOLA<br />

34 2.3,3. IL FENOMENO DELLE AGROCITTA'<br />

36 2.3.4. GLI ATLANTI STORICI DEL TERRITORIO<br />

37 2.4. LE TlPOLOGIE DELLE MASSERIE E DELLE POSTE<br />

40 2.4.1. POSTA UCCELLO<br />

41 2.4.2. MASSERIA POSTA CERINA<br />

42 2.4.3. MASSERIA POZZO TERRANEO<br />

43 2.4.4. MASSERIA TORRICELLI<br />

44 2.4.5. MASSERIA SAN GIOVANNI IN FONTE<br />

45 2.5. BIBLIOGRAFIA E CARTOGRAFIA


47 3. LE MUTAZIONI DEL SISTEMA AGRARIO<br />

48 3.1. I BORGHI AGRICOLI DI NUOVA FONDAZIONE E LA<br />

REINCENTIVAZIONE DELLA COLTURA CERALICOLA<br />

49 3.2. ILLUMINISMO E RIFORMISTI: IL CONCETTO FISIOCRATICO<br />

DELLA POLITICA ECONOMICA<br />

51 3.3. LE RIFORME DEL REGIME NAPOLEONICO<br />

52 3.4. LA FORMAZIONE DEL CETO IMPRENDITORIALE<br />

54 3.5. LA RIORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA OTTOCENTESCA<br />

60 3.6. LE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO AGRARIO E I PROGETTI DI<br />

RIPOPOLAMENTO DELLE CAMPAGNE DAGLI ANNI '20 AGLI ANNI '40<br />

62 3.6.1. IL TAVOLIERE COME LUOGO DI SPERIMENTAZIONE<br />

64 3.6.2. BONIFICHE E TRASFORMAZIONI COLTURALI NEGLI ANNI TRENTA<br />

66 3.6.3. IL PROGETTO DI DEURBANIZZAZIONE: I NUOVI BORGHI RURALI E<br />

GLI INSEDIAMENTI DELLA RIFORMA<br />

71 3.7. LA RIFORMA FONDIARIA NEL DOPOGUERRA<br />

74 3.8. BIBLIOGRAFIA E CARTOGRAFIA<br />

76 4. LO SVILUPPO STORICO E LE TlPOLOGIE DELLA CITTA'<br />

77 4.1. LE FASI FORMATIVE<br />

95 4.2. LE PARTI DELLA CITTA' STORICA<br />

96 4.2.1. IL CENTRO ANTICO (AREA 1)<br />

98 4.2.2. LA PRIMA ESPANSIONE (AREA 2)<br />

101 4.2.3. L'ESPANSIONE OTTOCENTESCA<br />

-AREA 3<br />

-AREA4<br />

-AREA 5<br />

-AREA 6<br />

-AREA 7<br />

116 4.3. I LUOGHI DELL'ABITARE: CLASSIFICAZIONE DELLE TIPOLOGIE<br />

120 4.3.1. LE MUTAZIONI TIPOLOGICHE<br />

121 4.3.2. IL QUARTIERE INA-CASA DI RIDOLFI E FRANKL: LA<br />

RIELABORAZIONE MODERNA DELLE TlPOLOGIE STORICHE<br />

122 4.4. RILIEVO DEGLI EDIFICI SIGNIFICATM<br />

123 4.4.1. I LUOGHI PUBBLICI DELLA CITTA'<br />

129 4.4.2. I PALAZZI DELL'ELITE CITTADINA<br />

133 4.4.3. LE CHIESE<br />

138 4.5. BIBLIOGRAFIA, DOCUMENTI E CARTOGRAFIA


PREMESSA<br />

L 'Atlante storico della città e del territorio <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> raccoglie gli stu<strong>di</strong> per il nuovo PRG,<br />

finalizzati al riconoscimento della struttura territoriale, dalla sua formazione storica alla<br />

verifica della sua funzionalità attuale.<br />

Per territorio si intende l'insieme dei fatti urbani e degli elementi costruiti nella città e nel<br />

paesaggio. II processo <strong>di</strong> costruzione del territorio porta i segni della storia, della cultura,<br />

dei conflitti, delle permanenze e delle evoluzioni. Sulla configurazione naturale, <strong>di</strong>f{erenti<br />

concetti <strong>di</strong> territorio, propri alle culture che si susseguono, sovrappongono particolari tipi<br />

territoriali. Nello stesso territorio si riconoscono <strong>di</strong>versi principi inse<strong>di</strong>ativi, che hanno preso<br />

forma secondo regole <strong>di</strong>verse e tuttavia riconoscibili.<br />

In <strong>Cerignola</strong> lo sovrapposizione o l'accostamento dei tipi, dei principi e delle regole non<br />

negano, fino a tempi recenti, la sua fondamentale struttura, lo forma complessiva dello spazio<br />

urbano e rurale. Entro tale struttura, contraddetta solo dalle espansioni recenti della<br />

città, ma non definitivamente compromessa, si evidenziano alcuni caratteri dominanti:<br />

lo forma urbis e lo forma agri, strettamente connesse, seppure mor(ologicamente <strong>di</strong>stinte;<br />

le influenze dell'ambiente geografico sul corpo urbano evidenziate dalle relazioni fra lo<br />

trama viaria della regione territoriale e lo trama viaria urbana.<br />

L 'Atlante si inserisce entro una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> analitici sulla città e sulla campagna. Una<br />

tra<strong>di</strong>zione per lo quale lo precisione dei materiali non si traduce nel particolarismo tipico<br />

delle monografie e degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui sono ricche le letterature locali; non si esaurisce nella<br />

descrizione, o meglio la descrizione si fonda su ragioni più generali che coinvolgono le questioni<br />

teoriche sui meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi e sui fondamenti del progetto.<br />

L'Atlante è finalizzato, dunque, alla messa a punto <strong>di</strong> una chiave <strong>di</strong> interpretazione dei fenomeni<br />

territoriali.<br />

Perché proprio questo è uno dei problemi centrali, oggi, del progetto: quello cioè <strong>di</strong> esprimere<br />

piena consapevolezza del suo ruolo nella concezione <strong>di</strong> una strategia <strong>di</strong> intervento su un<br />

corpo concreto, lo città e il suo territorio, <strong>di</strong> cui occorre conoscere il carattere e lo fisiologia<br />

al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ogni modello <strong>di</strong> riferimento ideologicamente precostituito.<br />

Quella terra che "per nove decimi non è opera della natura; è opera delle nostre mani; è una<br />

patria artificiale ", come lo definisce Carlo Cattaneo; quella terra, ancora, <strong>di</strong> cui un 'intera<br />

società <strong>di</strong> una stessa epoca non è proprietaria, ma solo usu(ruttuaria, avendo perciò il dovere<br />

<strong>di</strong> tramandarla migliorata alle generazioni successive; quella terra è essa stessa il territorio<br />

inteso come un sistema compenetrato <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni naturali e <strong>di</strong> forme umane.<br />

Antonio Monestiroli e Angelo Torricelli


LE FASI FORMATIVE DELI A CITTA' E DELLA CAMPAGNA<br />

Angelo Torricelli<br />

"La Capitanata si configura, sotto l'aspetto storico -<br />

geografico in modo molto originale.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista geografico, il territorio è costituito<br />

per lo più dal Tavoliere, la più grande pianura<br />

dell ' Italia peninsulare, e ai margini <strong>di</strong> questo, da un<br />

lato dallo scosceso massiccio calcareo del Gargano e<br />

dall' altro dall' Appennino e dalle colline che ne<br />

costituiscono, a ovest della pianura, il naturale proseguimento.<br />

I terreni del Tavoliere sono spesso pesanti;<br />

la parte orientale è per natura paludosa; nelle epoche<br />

antiche la valorizzazione del territorio deve aver presentato<br />

notevoli <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Questo spiega, almeno in parte, quello che è il prin-_<br />

cipale elemento originale <strong>di</strong> questa regione: la gran<strong>di</strong>ssima<br />

fragilità dell' inse<strong>di</strong>amento umano. Assai<br />

popOlata e messa a coltura in epoca romana, verso il<br />

. VI sec. subisce la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> numerose città: ne<br />

sopravvivono solo alcune come Lucera, Bovino,<br />

Ascoli situate su a1ture e, inversamente, altre protette<br />

da lagune (Siponto, Salpi). Verso il 1010-1020, le<br />

autorità bizantine (nella persona del catepano Basilio<br />

Boioannes) ridanno nuovo vigore alla zona con la<br />

costruzione, ad ovest, <strong>di</strong> una cintura protettiva <strong>di</strong><br />

habitat fortificati, punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> una colonizzazione<br />

che procede da ovest a est nei secoli XI e XII.<br />

Ma già fin dal XIII sec. alcuni <strong>di</strong> questi habitat, più<br />

deboli, decadono quando ad<strong>di</strong>rittura non spariscono<br />

del tutto.<br />

Questo processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione, che aumenta nei<br />

secoli XIV-XVI, va messo in rapporto, in particolare,<br />

con l' importanza sempre crescente che assume<br />

mano a mano la transumanza, fenomeno che darà<br />

origine nel XV sec. al sistema statale della Mena<br />

pecudum, giunto fino all' età contemporanea'" .<br />

Si evidenzia dunque, come carattere dominante nella<br />

storia del territorio del Tavoliere, la sua attitu<strong>di</strong>ne ad<br />

accogliere la sperimentazione <strong>di</strong> progetti alternativi<br />

per l' uso del suolo e l'organizzazione dello spazio.<br />

Le culture agricole, prima tra tutte la cerealicoltura si<br />

riaffennano in maniera decisiva, come è noto, nel<br />

secolo XIX. A questa affermazione corrisponde lo<br />

sviluppo delle agrocittà, che formano un'armatura<br />

urbana solida, nella quale <strong>Cerignola</strong> assume ruolo<br />

preminente.<br />

I paragrafi che seguono tracciano un quadro sintetico<br />

delle fasi formative e dei ruoli della città e della<br />

campagna <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, evidenziati dalla ricerca storica<br />

e posti in relazione con le corrispondenti fasi<br />

della struttura territoriale dei percorsi.<br />

Gli stu<strong>di</strong> condotti sui temi <strong>di</strong> ricerca qui enunciati<br />

costituiscono, nella loro completezza, l'Atlante storico<br />

della città e del territorio <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>.<br />

D Tavoliere romano<br />

È incerta l'origine romana <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> e, comunque,<br />

il suo ruolo nella rete delle città e degli inse<strong>di</strong>amenti<br />

dauni e romani. È documentata invece l' occupazione<br />

delle campagne, dove sono <strong>di</strong>stribuite villae<br />

rusticae e reti <strong>di</strong> centuriazione che ricoprono solo<br />

parzialmente lo spazio, nel quale coesistono o si<br />

alternano l'agricoltura (cereali, vigna, olivo) e il<br />

pascolo.<br />

La via Traiana, variante della via Appia nel percorso<br />

che va da Benevento a Brin<strong>di</strong>si, passa per Ordona<br />

(Herdoniae) e Stornara, si <strong>di</strong>rige verso <strong>Cerignola</strong><br />

passando a sud del nucleo antico, lungo quella che<br />

viene oggi chiamata ''via Napoletana Vecchia", e<br />

punta su Canosa attraversando l'Ofanto su uno dei<br />

più importanti ponti romani del Mezzogiorno'.<br />

La decadenza dei centri abitati è precoce; ad essa fil<br />

riscontro la crescita del fenomeno delle villae che<br />

gestiscono i latifon<strong>di</strong>.<br />

La scomparsa della rete delle città (soprattutto dell'<br />

interno) avviene a seguito dell' invasione longobarda<br />

(fine VI sec.).<br />

D borgo fortificato<br />

La fondazione del borgo fortificato <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, a<br />

P. Il


cm comsponde l' attuale Terra Vecchia, si colloca<br />

durante l' epoca nonnanna, nel quadro del "decollo<br />

demografico" della regione. La sua comparsa è<br />

documentata nel II 50.<br />

La via Traiana, percorsa come itinerario principale<br />

dai Crociati, dai pellegrini e dai mercanti, si <strong>di</strong>rige a<br />

sud del borgo', dove viene intersecata da una strada<br />

orientata nord-sud, <strong>di</strong>retta al centro geometrico del<br />

borgo stesso; tale strada rettilinea, nuova o comunque<br />

<strong>di</strong>venuta importante in questo periodo, congiunge<br />

Manfredonia (fondata nel 1256 per trasferirvi la<br />

popolazione dell'ormai decaduta Siponto) con<br />

Lavello e Melfi.<br />

<strong>Cerignola</strong> assume il ruolo <strong>di</strong> crocevia nel quadro<br />

della rinascita economica della Capitanata, attuata,<br />

tra l'altro, per mezzo della riorganiZZ!lzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

aziende cerealicole e zootecniche, le "masserie<br />

regie".<br />

n borgo, cinto da mura secondo quanto viene tramandato<br />

dalle fonti storiche, è situato nella parte più<br />

elevata dell'attuale territorio urbano, con il declivio<br />

più accentuato verso nord-ovest.<br />

Nell'area del borgo me<strong>di</strong>evale, tipico organismo<br />

wbano chiuso, la città si stratifica e si ricostruisce<br />

più volte. Nel XVI sec. inizia ad essere urbani nata<br />

la zona del pomerio, con la riutilinazione e l' inglobamento<br />

delle vecchie mura.<br />

L'agrocittà<br />

La mo<strong>di</strong>ficazione del volto del Tavoliere, che assume<br />

marcate caratteristiche pastorali e, in più punti<br />

(ad esempio nelle zone a nord-nord est <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>),<br />

aspetto <strong>di</strong> steppa paludosa e malarica, è promossa<br />

dai sovrani aragonesi nel secolo xv, regolamentando<br />

a fini tiscaIi la pastorizia transumante.<br />

La scomparsa dei casali <strong>di</strong>ffusi nelle campagne<br />

avviene parallelamente alla trasformazione delle<br />

masserie e alla creazione delle poste sulla rete dei<br />

tratturi destinati al transito del bestiame.<br />

n Regio Tratturo Foggia - Ofanto aggira la Terra<br />

Vecchia sul lato ovest e passa a sud lungo il Piano<br />

delle fosse granarie.<br />

La resistenza <strong>di</strong> alcune aziende cerealicole <strong>di</strong> feudatari<br />

e "m a5sari", talvolta rette con spirito impren<strong>di</strong>toriale,<br />

mantiene un certo ruolo per l'agricoltura, fino<br />

al suo rilancio nel secolo XVIII.<br />

Fer<strong>di</strong>nando IV <strong>di</strong> Borbone fonda nel 1774 cinque<br />

borghi agricoli per 500 famiglie <strong>di</strong> agricoltori, riconvertendo<br />

le quattro masserie <strong>di</strong> Orta, Ordona,<br />

Stornara e Stornarella (acquisite me<strong>di</strong>ante l' esproprio<br />

dei complessi patrimoniali gesuitici) e costruendo<br />

il nuovo borgo <strong>di</strong> Carapelle.<br />

Tra le "agrocittà" prende ruolo emergente <strong>Cerignola</strong>,<br />

situata alla convergenza tra la linea delle città conta<strong>di</strong>ne<br />

(Canosa, Andria, Corato, Bitonto) e la linea<br />

delle città marinare (Barletta, Trani, Bisceglie,<br />

Molfetta).<br />

L'espansione del borgo si reaJiZZ!l dapprima (secoli<br />

XVll-XVIII) tra piana del Castello e il Piano delle<br />

Fosse (su cui, oltre al Tratturo Regio, si innesta a sud<br />

ovest la strada per Candela e Ascoli Satriano), quin<strong>di</strong><br />

lungo le <strong>di</strong>rettrici territoriali verso Canosa e verso<br />

Barletta, biforcantisi dall'attuale corso Gtamsci in<br />

corrispondenza della chiesa del Carmine.<br />

n tessuto agrario e la trama della parcellazione poderale<br />

si definiscono secondo il modello a raggera<br />

impostato sulle strade rurali convergenti nel Piano<br />

delle Fosse, "fatto urbano" irripetibile, luogo dello<br />

scambio e dell'incontro, anche fisico, tra la formo<br />

urbis e la formo agri.<br />

D ceatro dell'impren<strong>di</strong>toria agraria<br />

La spinta allo sviluppo della cerealicoltura nel<br />

Tavoliere meri<strong>di</strong>onale, allentato il legame con<br />

l'Abruno pastorale, ha le sue polarità più rilevanti,<br />

già intorno alla metà del secolo XIX, nel centro agricolo<br />

<strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> e nel porto <strong>di</strong> Barletta.<br />

<strong>Cerignola</strong> si consolida come principale centro nella<br />

rete delle "agrocittà" che formano l'intelaiatura urbano-rurale<br />

interme<strong>di</strong>a, originale della Puglia, e come<br />

luogo esemplare della riforma possibile nella pianura<br />

della Capitanata.<br />

AI potenziamento del ruolo <strong>di</strong> crocevia (dei traffici<br />

fra Tirreno e Adriatico e fra regioni adriatiche setten-<br />

trionali e meri<strong>di</strong>onali, lungo gli antichi percorsi rigenerati<br />

come strade dello Stato unitario) corrisponde<br />

l'espansione urbana e l'affermazione del Corso come<br />

asse su cui si attestano gli interventi architettonici<br />

della nuova classe <strong>di</strong>rigente, dal Teatro, al Duomo,<br />

alla Stazione, all' Ospedale, alla Villa Comunale, fino<br />

alla Scuola Agraria.<br />

Nella campagna si susseguono in 25 anni' due decisive<br />

trasformazioni: il passaggio da un'economia<br />

pastorale alla monocoltura cerealicola, dal 1865 al<br />

1873, e la successiva conversione dalla cerealicoltura<br />

in viticohura, tino alla svolta protezionistica del<br />

1887.<br />

Nel Tavoliere meri<strong>di</strong>onale ("l'America al <strong>di</strong> là<br />

dell' Ofanto") emigrano i conta<strong>di</strong>ni provenienti dalla<br />

Terra <strong>di</strong> Bari e dalla Puglia "pietrosa".<br />

Nel corso del XIX sec. la popolazione <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong><br />

passa dai 10.150 residenti del181I ai 31.958 del<br />

1901. Nel 1918 gli abitanti superano la 40.000 unità,<br />

attestandosi per un ventennio intorno a questo valore;<br />

nel 1936 i residenti sono 39.540.<br />

I primi quartieri ("Cittadella", "Senza Cristo" o<br />

"Cristo Re") costruiti a sud del Piano delle Fosse e<br />

della Villa Comunale formano una sorta <strong>di</strong> "anticittà"<br />

per l' inse<strong>di</strong>amento dei braccianti immigrati.<br />

D piano regolatore del 1887<br />

"Nel piano regolatore <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> del 1887 il<br />

Pisanti prevede gran<strong>di</strong> viali <strong>di</strong> scorrimento intorno<br />

alla città in luogo <strong>di</strong> antiche mura peraltro mai esistite;<br />

l' apertura dell' asse principale della città che<br />

incontra la piana del duomo, l' impianto geometrico<br />

della zona <strong>di</strong> espansione, Imitamente agli !iq1lOTe<br />

della villa comunale con i pa<strong>di</strong>glioni porticati, costituiscono<br />

gli intenti <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> città ideale ottocentesca<br />

in terra <strong>di</strong> Puglia"'.<br />

La forma geometrica regolare del piano relega la<br />

parte vecchia al margine ovest del rinnovato organismo<br />

urbano; l' ampliamento è previsto sotto forma <strong>di</strong><br />

raddoppio della città verso est, speculare rispetto alla<br />

piazza del duomo.<br />

La tipologia e l'immagine dei nuovi quartieri, così<br />

P. III


come il carattere degli sventramenti e delle sostituzioni<br />

previsti dal piano nella parte antica, esprimono<br />

l' intento <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>cale trasformazione della città in<br />

senso borghese.<br />

Nello stesso anno in cui viene varata dall' Italia la<br />

riforma doganale protezionistica, che mette in crisi la<br />

produzione vitivinicola pugliese, Giuseppe Pisanti<br />

progetta una città che occulta la sua natura conta<strong>di</strong>na<br />

e, rinchiudendosi entro un perimetro <strong>di</strong>segnato artificiosamente,<br />

interrompe il rapporto organico con la<br />

campagna.<br />

La strategia dell' espulsione dalla città della manodopera<br />

impiegata nell'agricoltura viene praticata attraverso<br />

<strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> decentramento, a partire dalla<br />

costituzione <strong>di</strong> nuove masserie intese come centri <strong>di</strong><br />

inse<strong>di</strong>amento stanziale nell'Agro.<br />

Ad analoghe strategie <strong>di</strong> deurbanizzazione, mutate le<br />

con<strong>di</strong>zioni storiche, possono essere riferiti gli appoderamenti<br />

legati alle opere <strong>di</strong> bonifica promosse<br />

negli anni tra le due guerre; infine i progetti e le iniziative<br />

che, nell'ambito della ricerca e della sperimentazione<br />

agraria degli anni Trenta, portano, tra<br />

l'altro, alla fondazione dei borghi <strong>di</strong> servizio nella<br />

campagna.<br />

La città della crescita concentrica<br />

Dal piano <strong>di</strong> Giuseppe Pisanti alla costruzione, intorno<br />

al 1930, della strada <strong>di</strong> circonvallazione detta<br />

"extramurale", lo sviluppo urbano viene concepito<br />

dall' interno all'esterno, come successione <strong>di</strong> ampliamenti<br />

secondo uno schema concentrico.<br />

La crescita e la trasformazione della città non si<br />

attuano secondo il <strong>di</strong>segno del Pisanti, che tra l'altro<br />

presuppone una mutazione economico sociale mai<br />

avvenuta e, comunque, capacità <strong>di</strong> investimento inusitate<br />

a <strong>Cerignola</strong>, le cui classi <strong>di</strong>rigenti, anziché<br />

investire nella città risorse cospique, hanno da sempre<br />

preferito trasferire le ren<strong>di</strong>te in altri contesti<br />

come quello napoletano.<br />

Tuttavia la strada extramurale evoca, anche nell' aJr<br />

peUativo, i viali perimetrali del piano del 1887 e racchiude<br />

un territorio urbano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni pressoché<br />

identiche a quelle definite dal piano Pisanti; la mino-<br />

re regolarità della forma non muta la polarizzazione<br />

dei nuovi quartieri verso est, dove la stazione ferroviaria,<br />

inaugurata nel 1891, costituisce dapprima una<br />

centralità e poi, dopo la <strong>di</strong>smissione nel 1956, un' 0ccasione<br />

per lo spostamento e la ridefinizione del centro<br />

civile della città.<br />

Nel 1951 la popolazione <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, con 51.320<br />

residenti, si avvicina ai valori attuali (55.051 nel<br />

1991).<br />

Ciò nonostante, a metà degli anni '50, cospicue porzioni<br />

<strong>di</strong> suolo urbano entro l'extramurale sono ancora<br />

ine<strong>di</strong>ficate.<br />

L'accrescimento in<strong>di</strong>scriminato e concentrico della<br />

città, che comincia ad essere denunciato già nei<br />

primi anni '60, è motivato solo in parte esigua dalla<br />

necessità <strong>di</strong> decongestionare e risanare il centro storico;<br />

assume invece ben altro significato ove lo si<br />

interpreti come una con<strong>di</strong>zione strutturale dell' ec0nomia<br />

<strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong><br />

n PRG del 1972 manifesta le contrad<strong>di</strong>zioni fra una<br />

strategia <strong>di</strong> sviluppo territoriale articolato sulla rete<br />

<strong>di</strong> città interme<strong>di</strong>e (città conta<strong>di</strong>ne e città costiere tra<br />

<strong>Cerignola</strong> e Bari) e l'espansione ipertrofica dell'organismo<br />

urbano.<br />

<strong>Cerignola</strong>, oltre ad essere situata nel luogo <strong>di</strong> convergenza<br />

delle strade statali (che collegano i versanti<br />

tirrenico e adriatico, le regioni adriatiche settentrionali<br />

e meri<strong>di</strong>onali, la Capitanata e la Basilicata),<br />

risulta prossima al bivio tra le autostrade A14 per<br />

Bologna e A16 per Napoli.<br />

n ruolo potenziale <strong>di</strong> crocevia non è tuttavia sufficientemente<br />

valorizzato. Né viene incentivato dalla<br />

tangenziale nord e dal previsto (e non attuato) completamento<br />

dell' anello <strong>di</strong> circonvallazione, che<br />

accentuano le <strong>di</strong>scontinuità fra la trama viaria urbana<br />

e le <strong>di</strong>rettrici territoriali <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> scambio<br />

tra città e regione.<br />

La mancata gestione del PRG e degli strumenti<br />

attuativi, da cui consegue la prevalenza <strong>di</strong> una non<br />

programmata attività e<strong>di</strong>ficatoria, causa i più gravi<br />

scompensi e i più evidenti <strong>di</strong>fetti riscontrabili oggi<br />

nella città.<br />

NOTE<br />

l. Jean-Marie Martin, Ghislaine Noyè, La Capitanala nella storia<br />

del Mezzogiorno me<strong>di</strong>evale, E<strong>di</strong>trice Tipografica, Bari 1991,<br />

p.66.<br />

2. Cfr. Giovanna Alvisi, La viabilità romana della Daunia,<br />

Società <strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia, Tipografia del sud, Bari<br />

1970.<br />

3. <strong>Cerignola</strong> viene citata come tappa sulla "via or<strong>di</strong>naria de' pellegrini<br />

al Gargano", riguardo al Santuario <strong>di</strong> S. Domenico<br />

dell' Or<strong>di</strong>ne de Pre<strong>di</strong>catori, nel volume <strong>di</strong> Marcello Cavaliere, n<br />

Pellegrino al Gargano l/oggrIagliato alla possanza beneficante<br />

dì San Michele nella sua Celeste Basilica, Macen!ta 1680.<br />

4. Cfr. Antonio Lo Re, La crisi pugliese, in "Rivista italiana <strong>di</strong><br />

politica e legislazione agraria", vol.VI, 1900.<br />

5. Pien:ar\o Cracbi, PisanIi e Castnlcci archildli a Napoli,<br />

Electa Napoli, Napoli 1996, p. 76.<br />

P. IV


1. I PERCORSI E LE VIE DEL COMMERCIO<br />

1.1. LA VIA APPIA TRAIANA<br />

1.2. I PERCORSI DEI PELLEGRINI VERSO LA TERRA SANTA<br />

1.3. LE COPPIE DEI CENTRI CORRISPONDENTI:<br />

CITTA' DI TERRA E CITTA' DI MARE<br />

1A. LA DIPENDENZA DAL MERCATO NAPOLETANO:<br />

LA VIA PER NAPOLI, IL COMMERCIO DELLA LANA E DEI CEREALI,<br />

IL MOVIMENTO DEI CAPITALI<br />

1.5. LA RISTRUTTURAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE VIARIE E LA FERROVIA<br />

1.6. BIBLIOGRAFIA, DOCUMENTI E CARTOGRAFIA


PLANIMETRIA IGM, scala 1 :100.000<br />

in: GiOVIIID8 Alvisi, La viabilità romana della Daunia, cit, allegato.<br />

CAPITOLO 1 P. 7


E T Y F.<br />

M. , l r. R<br />

\<br />

\<br />

\ O<br />

CAPITOLO 1 P. 8


Carte geografiche della prima meta' dell'Ottocento.<br />

Itinerari da Napoli a Otranto.<br />

CAPITOLO 1 P. 14


2. I TRATTURI E LA RAGGERA COME TRACCE DEL REGIME<br />

AGRARIO E PRODUTTIVO<br />

2.1. IL PAESAGGIO AGRARIO E L'ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA IN<br />

EPOCA ROMANA<br />

2.2. LA POLITICA DI FEDERICO Il NEL PROGRAMMA DI ORGANIZZAZIONE<br />

DEL TERRITORIO<br />

2.2.1. LA MASSERIA REGIA DI ORTA<br />

2.2.2. IL COMPLESSO FORTIFICATO DI TORRE ALEMANNA<br />

2.3. LA STRUTTURA DEL TERRITORIO DAL XV SECOLO AL XIX SECOLO<br />

2.3.1. IL SISTEMA DELLA TRANSUMANZA: LA "REGIA DOGANA<br />

DELLA MENA DELLE PECORE DI FOGGIA", LE POSTE, I TRATTURI<br />

2.3.2. IL SISTEMA DELLA PRODUZIONE CEREALICOLA<br />

2.3.3. IL FENOMENO DELLE AGROCITTA'<br />

2.3.4. GLI ATLANTI STORICI DEL TERRITORIO<br />

2.4. LE TIPOLOGIE DELLE MASSERIE E DELLE POSTE<br />

2.4.1. POSTA UCCELLO<br />

2.4.2. MASSERIA POSTA CERINA<br />

2.4.3. MASSERIA POZZO TERRANEO<br />

2.4.4. MASSERIA TORRICELLI<br />

2A.5. MASSERIA SAN GIOVANNI IN FONTE<br />

2.5. BIBLIOGRAFIA E CARTOGRAFIA


Foto aerea con planimetria<br />

(In giallo campi coltivati a cerali, in verde campi a pascolo secondo l' uso del suolo nella planimetria lGM del 1869)<br />

CAPITOLO 2 P. 26


2.4.1. POSTA UCCEllO<br />

• Destinazione d'uso originaria:<br />

Posta delle pecore;<br />

- e<strong>di</strong>fici esistenti ed originaria destinazione<br />

abitazione padronale<br />

abitazione del massaro o curatolo<br />

chiesa/cappella provvisoria<br />

fosse granarie<br />

luoghi per il ricovero degli animali da lavoro<br />

locali della posta per le pecore<br />

area rmnlata<br />

garritta<br />

• struttura e costruzione:<br />

murabJra in conci in turo<br />

copertura a volta<br />

NeUe figure:<br />

(in alto) piante e prospetti:<br />

(I destra) plaoimetria<br />

..<br />

I<br />

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---. ---<br />

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J • • _ ........<br />

CAPITOLO 2 P. 40


2.4.3. MASSERIA POZZO TERRANEO<br />

Registrata nel Catasto Onciario, 1743<br />

- Destinazione d' uso originaria:<br />

masseria da campo<br />

- e<strong>di</strong>fici esistenti ed originaria destinazione:<br />

abitazione padronale<br />

abitazione del massaro o curatolo<br />

abitazione per salariaù fissi<br />

alloggio per avventizi o cafoneria<br />

chiesa<br />

deposito derrate alimentari<br />

luoghi per il ricovero degli animali da lavoro<br />

pozzo<br />

iazzo<br />

- struttura e costruzione:<br />

mural\inl in conci in rufo<br />

copertura a volta<br />

Delle masserie <strong>di</strong> Casa Pavoncelli sette sono <strong>di</strong>rettamente<br />

amministrate per un'estensione complessiva <strong>di</strong> oltre 3500 ertari:<br />

il resto, come già si è detto, è dato in fitto. Tra le prime la più<br />

importante è quella detta PozzolerrQ1l{!o- Pavolli , che si estende<br />

per circa 1500 ertari, e che si crede utile descrivere sommariamente,<br />

poiché su essa rutte le altre si modellano.<br />

Quasi al centro della masseria, in una spianata verdeggiante <strong>di</strong><br />

pn10 narurale, che localmente <strong>di</strong>cesi campana, sono riuniti col<br />

pozzo i fabbricati vari e numerosi: la casa padronale; gli alloggi<br />

per i capi ed i sorveglianti; i dormitori, tra i quali uno <strong>di</strong> 120<br />

posti, per gli operai; rimesse per macchine ed attrezzi rurali;<br />

magazzini per sementi ed altri prodotti, ed un deposito, detto<br />

nel linguaggio volgare lamione, che può contenere fino a \O<br />

mila quintali <strong>di</strong> fieno; quattro stalle riunite in quadrato con l'abbeveratoio<br />

in mezzo e capaci per 100 bovi, oltre quelle per vacche,<br />

bufali e cavalli; ed infine una chiesetta, che <strong>di</strong> festa raccoglie<br />

i lavoratori, quando questi in determinate epoche dell'anno<br />

(semina e mietitura) non possono recarsi in città. Cosi in ogni<br />

masseria <strong>di</strong> alquanta importanza é già formato il nucleo <strong>di</strong> un<br />

futuro e vero villaggio rurale: la trasformazione sarà compiuta,<br />

quando l' Acquedotto del Sele, apportandovi acqua potabile, vi<br />

permetterà <strong>di</strong>mora fissa, compensando lo squilibrio attuale tra<br />

la campagna deserta e le borgate troppo dense <strong>di</strong> popolazione.<br />

Associazione <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici "Daunia Sud" -Pro Loco <strong>di</strong><br />

<strong>Cerignola</strong>, PavOllCelli , Amm.ne Comunale, <strong>Cerignola</strong> 1988,<br />

pp. 4043.<br />

Nella figura:<br />

(a cIcstn) pI animetria<br />

CAPITOLO 2 P. 42


2.4.4. MASSERIA TORRICELLI<br />

Registrata nel Catasto Onciario, 1743<br />

- Destinazione d'uso originaria<br />

manuia da campo<br />

- e<strong>di</strong>fici esistenti ed originaria destinazione<br />

abitazione padronale<br />

abitazione del massaro o curatolo<br />

abitazione per salariati fissi<br />

chiesa<br />

deposito derrate alimentari<br />

luoghi per il ricovero degli animali da lavoro<br />

pozzo<br />

cantina<br />

- struttura. e costruzione<br />

muratura in conci in tufo<br />

copenura a volta<br />

.--<br />

.. . . -<br />

I 7<br />

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...<br />

..... n ..... (III alto) prospeUiva ,<br />

II_ ..... , ....... Pom:11c (SIoman:Ua) esempio <strong>di</strong> upolog •• sunde<br />

I. ctOnC 1n linea dcJrc<strong>di</strong>ftClO origrnario;<br />

• ...,.'111 ..........<br />

J<br />

•<br />

'-<br />

CAPITOLO 2 P. 43


2.5. BIBLIOGRAFIA<br />

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Foggia, Foggia 1984;<br />

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Foggia 1989;<br />

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Bevilacqua, Laterza. Bari-Roma 1988;<br />

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CAPITOLO 2 P.45


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1982;<br />

Cari Amold Willemsen, Dagmar Odenthal, Puglia<br />

terra dei Normanni e degli Svevi, Laterza, Bari 1978.<br />

CAPITOLO 2 P. 46


3. LE MUTAZIONI DEL SISTEMA AGRARIO<br />

3.1. I BORGHI AGRICOLI DI NUOVA FONDAZIONE E LA<br />

REINCENTIVAZIONE DELLA COLTURA CERALI COLA<br />

3.2. ILLUMINISMO E RIFORMISTI: IL CONCETTO FISIOCRATICO DELLA POLITI­<br />

CA ECONOMICA<br />

3.3. LE RIFORME DEL REGIME NAPOLEONICO<br />

3.4. LA FORMAZIONE DEL CETO IMPRENDITORIALE<br />

3.5. LA RIORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA OTTOCENTESCA<br />

3.6. LE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO AGRARIO E I PROGETTI DI<br />

RIPOPOLAMENTO DELLE CAMPAGNE DAGLI ANNI '20 AGLI ANNI '40<br />

3.6.1. IL TAVOLIERE COME LUOGO DI SPERIMENTAZIONE<br />

3.6.2. BONIFICHE E TRASFORMAZIONI COLTURALI NEGLI ANNI TRENTA<br />

3.6.3. IL PROGETTO DI DEURBANIZZAZIONE: I NUOVI BORGHI RURALI E<br />

GLI INSEDIAMENTI DELLA RIFORMA<br />

3.7. LA RIFORMA FONDIARIA NEL DOPOGUERRA


Uso del suolo nel territorio <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, planimetria IGM , 1869<br />

_ OLIVETO<br />

_ COLTURE ASSOCIATE (vigneto,<br />

oliveto, mandorteto)<br />

COLTURE STAGIONAU<br />

D (seminativi, ortaggi)<br />

_ VIGNETO<br />

- -PASCOLI, MACCHIE E<br />

BOSCHI CEDUI (olmij<br />

BOSCHI SEMPREVERDI<br />

(con sottobosco)<br />

CESPUGLI, PRATI STABILI<br />

FIUMI, LAGHI, CANAU,<br />

ZONE UMIDE<br />

CAPITOLO 3 p, 58


Guido Rotella, Bonifico e crescita del TfJWJliere,<br />

Bastagi, Foggia 1985;<br />

Saverio Russo, Questioni <strong>di</strong> confme: la CapittmlJla<br />

tra Sette e Ottocento, in Aa.Vv, Le Regioni<br />

dali 'Unità a oggi. La PugliJJ, Einau<strong>di</strong>, Torino 1989;<br />

Id, Grano, pascolo e bosco In CaplttmlJla tra sette e<br />

ottocento, E<strong>di</strong>pug1ia, Bari 1990;<br />

Id, Storie <strong>di</strong> fam/g1ie, E<strong>di</strong>pugJia, Bari 1995;<br />

Biagio Salvemini, Prima delID Puglia. Te"a <strong>di</strong> Bari<br />

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Ejnen<strong>di</strong>, Torino 1989;<br />

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nel Mezzogiorno tra Sette e Ottocento, Meri<strong>di</strong>ana<br />

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CARTOGRAFIA<br />

Riforma Fon<strong>di</strong>aria. Ufficio Provinciale <strong>di</strong> Foggia,<br />

Agro <strong>di</strong> CerlgnoID, s.cL;<br />

Opem Nazionale per i Combat1enti, Tavoliere <strong>di</strong><br />

Puglia,<br />

Co3a cownica tipo A con muratura in<br />

mattoni, sc:a\a l: l 00;<br />

Casa colonica tipo n. 3, scala 1:100;<br />

Casa colonica tipo D con solDI s.A.P.,<br />

scala 1:100.<br />

P. 75


4. LO SVILUPPO STORICO E LE TIPOLOGIE DELLA CITTA'<br />

"<br />

4.1 . LE FASI FORMATIVE<br />

4.2. LE PARTI DELLA CITIA' STORICA<br />

4.2.1. IL CENTRO ANTICO (AREA 1)<br />

4.2.2. LA PRIMA ESPANSIONE (AREA 2)<br />

4.2.3. L'ESPANSIONE OTIOCENTESCA<br />

-AREA 3<br />

-AREA4<br />

-AREA 5<br />

-AREA 6<br />

-AREA 7<br />

4.3. I LUOGHI DELL'ABITARE: CLASSIFICAZIONE DELLE TIPOLOGIE<br />

4.3.1. LE MUTAZIONI TIPOLOGICHE<br />

4.3.2. IL QUARTIERE INA-CASA DI RIDOLFI E FRANKL: LA<br />

RIELABORAZIONE MODERNA DELLE TIPOLOGIE STORICHE<br />

4.4. RILIEVO DEGLI EDIFICI SIGNIFICATIVI<br />

4.4.1. I LUOGHI PUBBLICI DELLA CITIA'<br />

4.4.2. I PALAZZI DELL'ELITE CITIADINA<br />

4.4.3. LE CHIESE<br />

4.5. BIBLIOGRAFIA. DOCUMENTI E CARTOGRAFIA


IL PIANO PISANTI E LA PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1954: SCHEMA DI CONFRONTO (elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1 10.000)<br />

CAPITOLO 4 P 84


ciapie<strong>di</strong>, dormivano tutti per terra questa gente qui [ ... ]. (A<br />

<strong>Cerignola</strong>) braccianti ce ne poteva essere qualche migliaio, ma<br />

non <strong>di</strong> più. Allora ci fu questa immigranone. Nel giro <strong>di</strong> pochi<br />

anni la popolazione <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> aumentò <strong>di</strong> \J-14.000 unita.<br />

Dove piazzare questa gente? Alla Cittadella e si creò la<br />

Cittadella, a Senzacriste, adesso Cristo Re; li c'erano gli andriesi<br />

; poi a San Maneo, <strong>di</strong>ventato poi Vico l° Agrario, Vico 1I 0<br />

Agrario, poi a Pizzecarrozze. Insomma si crearono questi nuclei<br />

abitati. Però <strong>Cerignola</strong> non li volle. Allora tutti questi importati<br />

li fecero abitare li [ .. .]. Questi erano lautamente pagati per cui<br />

cominciarono a costruirsi la casa e ritirarono le famiglie, cioe<br />

tagliarono con il paese <strong>di</strong> origine ogni rapporto.<br />

La palria dei braccianti. Testimonianza orale <strong>di</strong> A.Bonito<br />

(/890-1978), in G. Rinal<strong>di</strong>, P. Sobrero, "La memoria che<br />

nsta ". Vissuto quoti<strong>di</strong>ano. milo e storia dei braccianti nel<br />

basso Tavaliere, Foggia 1981, p.I06.<br />

In città le case dei braccianti e dei salariati consistevano per lo<br />

più in un unico vano seminterrato umido e scarsamente illuminato<br />

e arieggiato, che era nello stesso tempo stanza da letto,<br />

cucina, fienile, porcile e pollaio. Nel 190 I vennero censite a<br />

<strong>Cerignola</strong> ben 623 <strong>di</strong> queste abitazioni, in cui, analogamente a<br />

tanti altri centri del Mezzogiorno d' Italia, il posto centrale era<br />

occupato da un lena formato da sacchi <strong>di</strong> paglia coperti da<br />

brandelli <strong>di</strong> tela malcuciti.<br />

Al. Vv., Processi lavorativi e vilfl sociale nel basso Tavoliere.<br />

Ilt/J'oduzione al Museo Etnografjro cerignolano, Centro<br />

Regionale <strong>di</strong> Servizi educativi e Culturali, <strong>Cerignola</strong> 1989,<br />

pp. 44-45.<br />

L' abitazione del latifondo del Mezzogiorno non si limita però<br />

ai complessi ora descritti : rilevanti aliquOle del latifondo erano<br />

ripaztite, fino a metÀ del nostro secolo - quando la riforma fon<strong>di</strong>aria<br />

si è sforzata, con contrad<strong>di</strong>ttoria soluzione e scarsa fortuna,<br />

<strong>di</strong> frantumarlo -, in miniconduzioni ad affino fra i conta<strong>di</strong>ni<br />

dei villaggi vicini: e quin<strong>di</strong> anche le case <strong>di</strong> questi villaggi -<br />

che in alcune zone come la Capitanata e i comuni del perimetro<br />

rnUl'flÌano, le basse ondulazioni lucane, il marchesato bruzio,<br />

l' interno siciliano, appaiono molto popolati - sono, in parte o<br />

per intero, legati al latifondo. Lo sono perché non ha il suo fulcro<br />

in un'azienda agricola, cioè in una sia pure ristrettissima<br />

quanti" bene in<strong>di</strong>viduabile e definibile <strong>di</strong> terra, ma lo ha nelle<br />

penone dei singoli conta<strong>di</strong>ni che rivestono a un tempo <strong>di</strong>verse<br />

Il...,.. economiche, e con l' amalgama <strong>di</strong> vari rapporti costrui­<br />

ICOnO in qualche modo la realtà <strong>di</strong> un 'impresa: naturalmente<br />

mutevole, instabile, <strong>di</strong>spersa.<br />

I QOI\ta<strong>di</strong>ni in effetti si legano qui al lavoro agricolo con tre<br />

<strong>di</strong>veni rapporti : con i brani <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> loro proprietà ubicati<br />

nolla fucia <strong>di</strong> coltivazione intensiva cbe circonda il villaggio;<br />

oon la terra presa in affino sui latifon<strong>di</strong>; con il lavoro salariato<br />

IItIIt mu aarle cerealicole o nelle aziende pastorali. Neanche la<br />

moderna rilevazione catastale può fare emergere quin<strong>di</strong>, in que­<br />

.... aloni, una realtà aziendale che ha la sua base <strong>di</strong> riferimen­<br />

IO non nella terra ma in una poIimerica persona fisica <strong>di</strong> miniooIdvalCre<br />

autonomo, <strong>di</strong> miniaffinuario, <strong>di</strong> salariato. Ma tale<br />

_ti ha un misliore rinesso nell ' abitazione del conta<strong>di</strong>no, che<br />

si ammassa con centinaia <strong>di</strong> altre consimili nei villaggi, in un<br />

conglomerato <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> entità minima (due o eccezionalmente<br />

tre locali uno sopra l' altro, o uno in fila con l'altro, per ogni<br />

genere <strong>di</strong> funzioni agricole e domestiche) o in schieramenti<br />

solo topograficamente or<strong>di</strong>nati <strong>di</strong> miserabili casupole, come a<br />

Monte Sant' Angelo, Pisticci, Cutro, Partinico, ecc.<br />

Lucio Gambi, La Campagno; gli /lamini, la te"a e le sue rappresentazioni<br />

visive. Introduzione, in Storia d 'Italia, Aliante,<br />

vol . VI, Einau<strong>di</strong>, Torino 1976, p. 486.<br />

Accanto all ' opera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, ingegneri ed agronomi <strong>di</strong> grande<br />

fama nazionale, il Tavoliere fini col richiedere anche l' impegno<br />

<strong>di</strong> alcuni tra i più noti urbanisti italiani su un tema <strong>di</strong> rilievo<br />

quale quello del rapporto tra lo sviluppo, le trasformazioni del<br />

paesaggio agrario ed il popoIamento delle campagne. Ma ciò<br />

avvenne solo dalla seconda metÀ degli anni ' 20. Per tuno un<br />

lungo periodo, dagli ultimi decenni dell' '800 alla prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale, gli orientamenti in materia vennero dettati dalla classe<br />

<strong>di</strong>rigente locale, l'élite agraria, anefice proprio in quegli anni<br />

della conversione economica dal pascolo alla cerealicoltura<br />

meccanizzata ed alla viticoltura industriale.<br />

l temi del risanamento dell' ambiente urbano e del ripopolamento<br />

delle campagne si imposero simultaneamente, presentandosi<br />

come strettamente connessi, proprio nei decenni a cavallo tra i<br />

due secoli, in seguito alle <strong>di</strong>fficolta generate sul mercato del<br />

lavoro agricolo dall' cmigranone transoceanica, e per l'emergenza<br />

igienica prodotta dalla crescita demografica nel capoluogo.<br />

Qui la popolazione era cresciuta con un ritmo relativamente<br />

rapido, ma comunque <strong>di</strong> gran lunga superiore alle capacita<br />

recettive.<br />

Nell' inchiesta sulle con<strong>di</strong>zioni dei conta<strong>di</strong>ni meri<strong>di</strong>onali del<br />

1909 il relatore della Sono giunta per le Puglie, Girolamo<br />

Giusso, grande cerealicultore <strong>di</strong> Manfredonia, deputato per<br />

quella circoscrizione, già Ministro dei lavori pubblici e primo<br />

presidente dell ' Acquedotto pugliese, sonolineò con fC>rnlla<br />

crudezza delle con<strong>di</strong>zioni igienico-abitative a Foggia e nei principali<br />

Comuni della provincia: da una a tre famiglie vivevano<br />

in una sola stanza, rarissime erano le stanze per una sola famiglia<br />

o le stalle per soli animali; gran<strong>di</strong>ssimo il numero <strong>di</strong> abitazioni<br />

sotterranee ospitanti soprattuno famiglie conta<strong>di</strong>ne con<br />

animali, con unico punto <strong>di</strong> luce la porta <strong>di</strong> ingresso, situata a<br />

metÀ tra la strada e l'abitazione. Ritenendo impossibile chiudere<br />

i sotterranei senza offrire ai residenti un'alternativa, Giusso<br />

suggeri <strong>di</strong> innestare la soluzione del gravissimo problema igienico<br />

nel capoluogo con quello dell' avvicinamento dei conta<strong>di</strong>ni<br />

alla terra, deurbanizzando la popolazione. [ ... )<br />

Nel caso in specie, la soluzione proposta da Giusso <strong>di</strong> spostare<br />

nelle campagne parte della popolazione urbana, rispondeva ai<br />

principali obiettivi perseguiti dall 'élite agraria sin dalla crisi<br />

degli anni '80: mantenere l' egemonia su processi <strong>di</strong> trasformazione<br />

destinati ad investire l'asseno urbano e ad attrarre l'interesse<br />

<strong>di</strong> gruppi impren<strong>di</strong>toriali e professionali non locali, e riuscire<br />

a coniugare lo sviluppo <strong>di</strong> un' agricoltura moderna in un'area<br />

priva <strong>di</strong> servizi con il governo del mercato del lavoro agricolo<br />

turbato dall ' emigranone. Deurbanizzare la popolazione si<br />

presentava come una possibile via per rinviare la questione<br />

della risistemazione della città, mentre pre<strong>di</strong>sporre nuovi inse<strong>di</strong>amenti<br />

nelle campagne poteva fermare la fuga dei conta<strong>di</strong>ni<br />

dalla terra. Si rendeva quin<strong>di</strong> necessario costruire borgate rurali,<br />

nei Comuni con vastissimi territori, i cui centri abitati <strong>di</strong>stassero<br />

15-20 chilometri ed oltre gli uni dagli altri, in vicinanza <strong>di</strong><br />

una stazione o <strong>di</strong> una casa cantoniera, là dove fosse più forte il<br />

bisogno <strong>di</strong> mano d' opera in modo da rendere più agevole il<br />

cammino per i campi e meno <strong>di</strong>fficoltosa e più semplice la vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana. Alla costruzione delle borgate si doveva giungere<br />

dopo l'esproprio dei terreni da parte dello Stato e la loro cessione<br />

a Comuni, o a proprietari volenterosi, in caso <strong>di</strong> rifiuto dei<br />

Comuni. l Cornuni o i proprietari dovevano fornire ai conta<strong>di</strong>ni<br />

una casa, un campicello <strong>di</strong> almeno 1/2 ha per invogliarli a<br />

tenervi qualche animale domestico, qualche pecora e una vacca.<br />

[ ... )<br />

Certamente il progetto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare borgate rurali conteneva<br />

anche una volonta innovativa degli or<strong>di</strong>namenti agricoli vigenti,<br />

data la speranza coltivata da alcuni proprietari terrieri <strong>di</strong><br />

poter introdurre nelle loro aziende le foraggere e l' allevamento<br />

stabulare, che come è nOIa, avrebbero richiesto salariati fissi<br />

inse<strong>di</strong>ati in vicinanza del luogo <strong>di</strong> lavoro. Ma la suggestione<br />

zootecnica veniva coltivata ancora con molta cautela, peraltro<br />

opportunamente data la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> condurre le acque nelle<br />

campagne. Dunque, il fine precipuo dell'operazione doveva<br />

essere quello <strong>di</strong> fissare mano d' opera vicino alla azienda granaria<br />

offrendo ai braccianti nuovi incentivi cbe li sottraessero<br />

almeno alle faticose migrazioni stagionali.<br />

Leandra O' Antone, Scienze e governo del re"ilorio. Me<strong>di</strong>ci,<br />

ingegneri, agronomi e urbanisti nel Tavaliere <strong>di</strong> Puglia (/865-<br />

1965), ciI., pp. \33-\36.<br />

Dopoguerra<br />

I quartieri popolari: dall'lna Casa alla '161',<br />

n progdlO <strong>di</strong> Mario Ridolfi • WoIfa.g Fra.1d a CerigoolL<br />

"Ridolti realizza un quartiere INA-


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA ALLA FINE DEL XVIII SECOLO, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1:10.000<br />

CAPITOLO 4 P. 87


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1836, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1 :10.000 (fonte: Pianta <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, 1836)<br />

CAPITOLO 4 P. 88


IL TERRITORIO DI CERIGNOLA NEL 1869, PLANIMETRIA IGM, scala 1:50.000<br />

CAPITOLO 4 P. 89


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1890, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1:10.000 (fonte: Catasto italiano, 1890-1910)<br />

CAPITOLO 4 P. 90


IL TERRITORIO DI CERIGNOLA NEL 1913, PLANIMETRIA IGM, scala 1:50.000<br />

CAPITOLO 4<br />

P. 91


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1915, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1 :10.000 (fonte: Planimetria <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, 1915)<br />

CAPITOLO 4 P. 92


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1954, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1:10.000 (fonte: planimetria IGM, 1954)<br />

CAPITOLO 4 P. 93


PLANIMETRIA DI CERIGNOLA NEL 1987, elaborazione su rilievo aerofotogrammetrico 1996, scala 1:10.000<br />

CAPITOLO 4 P. 94


4.2.1. I) centro antico<br />

(AREA 1)<br />

TI centro antico denominato "Terra Vecchia", corrisponde<br />

al primo borgo fortificato (la cui comparsa è<br />

documentata nel 1150), fondato in epoca normanna,<br />

durante il "decollo demografico" della regione.<br />

Nel quadro della rinascita economica della<br />

Capitanata molte città ne traggono profitto: Trani ,<br />

Barletta e Manfredonia (fondata nel 1258) assumo-<br />

110 ruolo strategico in quanto sbocchi sul mare per il<br />

commercio verso l'Oriente. <strong>Cerignola</strong> <strong>di</strong>venta cr0cevia,<br />

percorsa come itinerario principale da pellegrini,<br />

Crociati e mercanti. .<br />

Gli assi fondamentali <strong>di</strong> collegllIIleDtO erano: verso<br />

Barletta, a est; verso la Capitanata, a ovest e una<br />

strada orientata nord-sud, <strong>di</strong>retta al centro geometrico<br />

del Borgo; tale strada rettilinea, nuova o comunque<br />

<strong>di</strong>venuta importante in questo periodo, congiunge<br />

Manfredonia con Lavello e Melfi.<br />

TI borgo fortificato si presentava fino al XVI secolo<br />

come un organismo chiuso e, si tramanda, cinto da<br />

mum. Esso era situato nella parte più elevata dell'attuale<br />

territorio urbano, con un maggior declivio<br />

verso nord e ovest<br />

Nell'area del borgo la città si è stratificata e ricostruita<br />

più volte fino al XVI secolo quando è stata<br />

urbanizzata la zona del pomerio, con la riutilizzazione<br />

e l'inglobamento delle vecchie mum.<br />

TI carattere unitario della terra vecchia, pur non mancando<br />

alcune emergenze quali la Chiesa Madre,<br />

palazzi O spazi pubblici, è tale da far si che essa<br />

possa essere considerata come unico manufatto <strong>di</strong><br />

valore monumentale.<br />

Dal documento <strong>di</strong> Apprezzo del 1672.<br />

Descrizione della stazione <strong>di</strong> Posta <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>: "In<br />

principio della sua abitazione è il Borgo, per mezzo<br />

il quale è la strada Regia che va in Bari ed altre<br />

parti, ove sono due o tre case comode, e l'altre bassi<br />

terranei con camere sopra fabbricate, la maggior<br />

parte tutte <strong>di</strong> pietre vive, seu cruste, che si trovano<br />

nel pIese, ed alcune poche fabbricate, li corpi delle<br />

mura medesime, e poi la superficie <strong>di</strong> pietre dolci,<br />

seu tufi, che vengono da Canosa".<br />

Descrizione dei tipi e<strong>di</strong>lizi<br />

"Le abitazioni [nella Terra Vecchia] possono essere<br />

classificate nelle seguenti:<br />

- scantinato o "iuso" che tutti purtroppo conosciamo<br />

e che doveva essere l'abitazione dei più poveri; spesso<br />

da essi si accedeva alle gallerie sotterranee che<br />

permettevano <strong>di</strong> uscire dall' abitato e che oggi sono<br />

in massima parte impercombili percbè <strong>di</strong>ventate le<br />

cloache <strong>di</strong> scarico del rione;<br />

- piano terra, unico vano con unico accesso e, quasi<br />

sempre, privo <strong>di</strong> finestre;<br />

- soprano o piano sopraelevato o "vignale", quando<br />

presentava una maggiore quota riferita al piano' stra-<br />

da, percbè soprastante in genere uno scantinato. Al<br />

soprano si accedeva salendo un certo numero <strong>di</strong> scalini,<br />

in buona parte esterni. Tali costruzioni costituivano<br />

il classico vignale ancora oggi presente sia<br />

nella terra vecchia che nelle altre zone <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong><br />

Se ci fermiamo per un momento al vignale ci acorgiamo<br />

<strong>di</strong> trovarci <strong>di</strong> fronte a una costruzione <strong>di</strong> tono<br />

più elevato e, senza parlare <strong>di</strong> stili architettonici veri<br />

e propri, ve<strong>di</strong>amo però che si tratta <strong>di</strong> un sistema<br />

costruttivo più caratteristico, spesso accompagnato<br />

da elementi decorativi come verande coperte da<br />

archi, parapetti, cornici, lesene, cornicioni <strong>di</strong> chiusura,<br />

con un aspetto più decoroso, più piacevole e nel<br />

complesso caratterizzato da un sistema architettonico<br />

tipico del mezzogiorno e del napoletano in particolare".<br />

Matteo Cianci, L 'architettura civile nella Terra<br />

Vecchia, in Aa. Vv., <strong>Cerignola</strong> antica. Tre coTrVegni<br />

storici in piazza, Daunia Sud, <strong>Cerignola</strong> 1979, p.l85.<br />

CAPITOLO 4 P.96


PLANIMETRIA DEL CENTRO ANTICO (AREA 1 l. scala 1 :2.000<br />

I I I 1\<br />

, r<br />

I<br />

O /<br />

CAPITOLO 4 P. 97


4.2.2 Prima espansione del centro antico<br />

(AREA 2)<br />

La prima espansione, al <strong>di</strong>fuori dell'antico centro<br />

abitato, risale circa al XVIII secolo ed è costituita da<br />

un nuovo borgo orientato a sud e sviluppato lungo<br />

gli assi definiti dalle vie Mascagni, Pavoncelli e Don<br />

Minzoni, che si estendono da Piazza Castello (oggi<br />

Piazza Tortora) fino al Piano delle Fosse granarie.<br />

Quest'ultimo, fatto urbano irripenbile in cui convergono<br />

le ra<strong>di</strong>a1i delle strade rurali, <strong>di</strong>venta luogo dello<br />

scambio e dell'incontro, anche fisico, tra la forma<br />

urbis e la forma agri, <strong>di</strong>ventando sempre più il segno<br />

<strong>di</strong> un'organizzazione commerciale sul territorio.<br />

Nell 'Ottocento la scena urbana che si organizza fuori<br />

le mura vede la costruzione del palazzo Pavoncelli,<br />

che si affaccia sul piano delle fosse, luogo <strong>di</strong> raccolta<br />

della produzione granaria ma anche <strong>di</strong> altre funzioni<br />

legate alla vita economica e sociale, nonché<br />

simbolo del raggiunto potere economico e del nuovo<br />

prestigio sociale.<br />

Descrizione degli isolati<br />

il tessuto e<strong>di</strong>lizio è caratterizzato da isolati compatti<br />

dalla forma allungata, fiancheggiati dalle strade principali<br />

sui lati lunghi. Tali isolati si definiscono organismi<br />

architettonici costituiti principalmente sulla<br />

regola dell'accostamento <strong>di</strong> elementi monocellulari o<br />

lamioni, impostati lungo un unico muro <strong>di</strong> spina centrale.<br />

Nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento<br />

ed i primi anni del Novecento, all'interno degli isolati<br />

si è verificata la trasformazione degli elementi a<br />

schiera semplici in organismi più complessi costituiti<br />

dall'aggregazione <strong>di</strong> cellule singole. Questa trasformazione<br />

tendenziale dei tipi e<strong>di</strong>lizi è avvenuta per<br />

successivi raddoppi o aggregazioni <strong>di</strong> cellule elementari<br />

secondo lo sviluppo lineare, l'incremento in<br />

profon<strong>di</strong>tà e il raddoppio verticale; la scala è <strong>di</strong>sposta<br />

ortogonaImente alla strada, in modo da separare<br />

nettamente i vani speciaJizzati dai vani abitativi<br />

attraverso il muro che si rende necessario per ragioni<br />

costruttive.<br />

TIpologie in linea<br />

Disposizione su due livelli; corpo sca1a a rampa<br />

unica, perpen<strong>di</strong>colare alla strada e con accesso in<strong>di</strong>pendente;<br />

unico affaccio su strada, che definisce il<br />

maraine dell'isolato.<br />

- con scala laterale, che da accesso ad un unico<br />

alloggio, composto da uno o due vani con parte<br />

accessoria sul corpo scala Le aperture corrispondono<br />

al numero dei vani.<br />

- con scala centrale, che da accesso ad uno o due<br />

alloggi, talvolta uniti successivamente in un unica<br />

unità immobiliare. Essa è composta da due o più<br />

vani, con parte accessoria sul corpo scaJa ed ambienti<br />

ciechi (sul muro <strong>di</strong> spina), illuminati da lucernari.<br />

In alcuni casi si verificano unità passanti, con affaccio<br />

sui fronti opposti dell'isolato. Le aperture corrispondono<br />

al numero <strong>di</strong> vani che affacciano su strada..<br />

Tipologia <strong>di</strong> testata<br />

Si sviluppa, inoltre, la variante <strong>di</strong> testata, che da origine<br />

ad una tipologia <strong>di</strong> casa ad atrio <strong>di</strong>sposta lungo<br />

il lato corto dell'isolato e sviluppata su due livelli,<br />

con scaJa prevalentemente parallela alla strada nel<br />

fondo del vano. In alcuni casi, come sui fronti che si<br />

attestano sul piano delle fosse, l'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> testata<br />

<strong>di</strong>venta un vero e proprio palazzo con tipologia a<br />

corte.<br />

La realiZ7l!zione è in muratura portante con pietra<br />

crosta mista o con tufo locale ed eventuali listature<br />

in mattoni nel basamento e negli angoli del corpo <strong>di</strong><br />

fabbrica<br />

L'androne presenta pavimento in pietra locale e volte<br />

a botte o a crociera<br />

fuso<br />

Unità a livello interrato o seminiterrato. Unica apertura<br />

su strada con scala <strong>di</strong> accesso a rampa unica in<br />

pietra<br />

Pianta regolare con volta a botte o a crociera ad<br />

altezza abitabile.<br />

Originariamente abitazioni per i ceti meno abbienti,<br />

attu1mente è a<strong>di</strong>bita principalmente a deposito o,<br />

molto raramente, ad attività artigianali.<br />

CAPITOLO 4 P. 98


PRIMA ESPANSIONE DEL CENTRO ANTICO (AREA 2)<br />

PlAMlNETRIA CON PIANTA DEI PIANI TERRA DEGLI EDIFICI PRINCIPALI, scala 1:2.000<br />

CAPITOLO 4 P. 99


AREA 3<br />

RILIEVO DELL'ISOLATO CAMPIONE<br />

HJU<br />

CAPITOLO 4 P. 103


AREA 4<br />

RILIEVO DELL'ISOLATO CAMPIONE<br />

'I""" 19...-:<br />

---<br />

o<br />

CAPITOLO 4 P. 106


AREA 5<br />

L'area si attesta su via Vittorio Veneto (ex via S.<br />

Antonio, strada vicinale Barletta).<br />

La sua formazione risale al secolo XIX ed è connessa<br />

alla precedente espansione verso est<br />

(vedere area 3)<br />

Descrizione degli isolati<br />

n tessuto e<strong>di</strong>lizio è caratterizzato da isolati compatti<br />

dalla forma regolare, fiancheggiati dalle strade principali<br />

sui lati corti. Tali isolati si definiscono organismi<br />

architettonici costituiti principalmente sulla<br />

regola dell'accostamento <strong>di</strong> elementi monocellulari o<br />

lamioni, impostati lungo un unico muro <strong>di</strong> spina centrale.<br />

Nei primi anni del Novecento all'interno degli<br />

isolati si è verificata la trasformazione degli elementi<br />

a schiera semplici in organismi più complessi costituiti<br />

dall'aggregazione <strong>di</strong> cellule singole. Questa trasformazione<br />

tendenziale dei tipi e<strong>di</strong>lizi è avvenuta<br />

per successivi raddoppi o aggregazioni <strong>di</strong> cellule elementari<br />

secondo lo sviluppo lineare, l'incremento in<br />

profon<strong>di</strong>tà e il raddoppio verticale; la scala è <strong>di</strong>sposta<br />

ortogonalmente alla strada, in modo da separare<br />

nettamente i vani specialiZZJIti dai vani abitativi<br />

attraverso il muro che si rende necessario per ragioni<br />

costruttive.<br />

La realizzazione è in muratura portante con pietra<br />

crosta mista o con tufo locale ed eventuali listatme<br />

in mattoni nel basamento e negli angoli del corpo <strong>di</strong><br />

fabbrica.<br />

Tipologia in !iDea<br />

Disposizione su due livelli; corpo scala a rampa<br />

unica, perpen<strong>di</strong>colare alla strada e con accesso in<strong>di</strong>pendente.<br />

- con scala laterale, che da accesso ad un unico<br />

alloggio, composto da uno o due vani con parte<br />

IIC«Ssoria sul corpo scala. Le aperture corrispondo­<br />

IlO al numero dei vani.<br />

- con scala centra/e, che da accesso ad uno o due<br />

alloggi, talvolta uniti successivamente in un unica<br />

unità immobiliare. Essa è composta da due o più<br />

vani, con parte accessoria sul corpo scala ed ambienti<br />

ciechi (sul muro <strong>di</strong> spina), illuminati da lucernari.<br />

In alcuni casi si verificano unità passanti, con affaccio<br />

sui fronti opposti dell'isolato. Le aperture corrispondono<br />

al numero <strong>di</strong> vani che affacciano su strada.<br />

Tipologia <strong>di</strong> testata<br />

Si sviluppa, inoltre, la variante <strong>di</strong> testata, che da origine<br />

ad una tipologia <strong>di</strong> casa ad atrio <strong>di</strong>sposta lungo<br />

il lato corto dell' isolato e sviluppata su due livelli,<br />

con scala prevalentemente parallela alla strada nel<br />

fondo del vano.<br />

Tipologia a corte<br />

In alcuni casi si formano veri e propri palazzi articolati<br />

intorno ad una corte e <strong>di</strong>sposti su due livelli.<br />

Presenza <strong>di</strong> portone <strong>di</strong> ingresso <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni<br />

e <strong>di</strong> androne, con pavimento in pietra locale e volte a<br />

botte o a crociera, adducente alla corte, intorno alla<br />

quale si articola la scala a tre rampe illuminata da un<br />

lucernario.<br />

Al piano terra sono presenti tipologie in linea ad<br />

unico vano voltato, con unica ampia apertura con stipiti<br />

in pietra ed eventuale sopraluce sulla facciata.<br />

Queste unità sono destinate ad abitazioni per i ceti<br />

meno abbienti. Attualmente non sono rari altri usi<br />

come depositi o autorimesse per le abitazioni. Sulle<br />

vie principali sono presenti attività artigianali e commerciali.<br />

Lamione<br />

Elemento monocellulare a pianta <strong>di</strong> forma regolare<br />

con volta a crociera o a botte ed un'altezza tale da<br />

consentire in molti casi la realizzazione <strong>di</strong> soppalchi<br />

interni. Con una sola apertura ed eventuale sopraluce<br />

sulla facciata.<br />

Originariamente costituiva l'abitazione dei nuclei<br />

familiari patriarcali meno abbienti.<br />

fuso<br />

Unità a livello interrato o seminitenato. Unica apertura<br />

su strada con scala <strong>di</strong> accesso a rampa unica in<br />

pietra. Pianta regolare con volta a botte o a crociera<br />

ad alteZZJI abitabile.<br />

Originariamente abitazioni per i ceti meno abbienti.<br />

CAPITOLO 4 P. 107


AREA 6<br />

L'area si attesta su via S. Leonardo (ex corso vecchio).<br />

La sua formazione risale al secolo XIX, quando le<br />

prime esperienze impren<strong>di</strong>toriali, le famiglie, la viticoltura<br />

trasformano la pianura del Tavoliere non solo<br />

quale miraggio della proprietà, ottenibile grazie agli<br />

alti red<strong>di</strong>ti della vigna, ma anche quale garanzia <strong>di</strong><br />

un'occupazione stabile per conta<strong>di</strong>ni e braccianti.<br />

A questi processi si accompagna un rilevante incremento<br />

della popolazione, la cui componente maggioritaria<br />

è costituita da un cospicuo saldo migrarorio<br />

attivo.<br />

In questa logica si costituiscono i nuovi quartieri per<br />

i braccianti immigrati all' esterno dell' abitato a nord<br />

lungo viale XXIV maggio e via S. Leonardo e lungo<br />

il fronte ovest del primo borgo d'espansione.<br />

La questione del risanamento wbano, legata alla<br />

massiccia crescita della popolazione viene <strong>di</strong>battuta<br />

dall' élite citta<strong>di</strong>na attraverso le prime proposte <strong>di</strong><br />

deurbanizzazione della città come possibile via per<br />

attuare la risistemazione della città.<br />

Nell'ambito della ricerca e della sperimentazione<br />

agraria degli anni Venti e Trenta, si collocano progetti<br />

ed iniziative che portano, tra l'altro, alla formazione<br />

dei borghi <strong>di</strong> servizio alla campagna<br />

Descrizione degli isolati<br />

il tessuto e<strong>di</strong>lizio è caratte:riz:zat da isolati compatti<br />

dalla forma allungata, fiancheggiati dalle strade principali<br />

sui lati lunghi. Tali isolati si definiscono organismi<br />

architettonici costituiti principalmente sulla<br />

regola dell' accostamento <strong>di</strong> elementi monocellulari o<br />

lamioni, impostati lungo un unico muro <strong>di</strong> spina centrale.<br />

Soltanto in anni recenti all'interno degli isolati<br />

si è verificata la trasformazione degli elementi a<br />

schiera semplici in organismi più complessi costituiti<br />

dall'aggregazione <strong>di</strong> cellule singole. Questa trasformazione<br />

tendenziale dei tipi e<strong>di</strong>lizi è avvenuta per<br />

successivi raddoppi o aggregazioni <strong>di</strong> cellule elementari<br />

secondo lo sviluppo lineare, l'incremento in<br />

profon<strong>di</strong>tà e il raddoppio verticale; la scala è <strong>di</strong>spo­<br />

Ila ortogonalmente alla strada, in modo da separare<br />

DeUamente i vani specializuti dai vani abitativi<br />

attraverso il muro che si rende necessario per ragioni<br />

costruttive.<br />

Non si sviluppa la variante <strong>di</strong> testata.<br />

La reali nazione è in muratura portante con pietra<br />

crosta mista o con tufo locale ed eventuali listature<br />

in mattoni nel basamento e negli angoli del corpo <strong>di</strong><br />

fabbrica.<br />

Lamione<br />

Elemento monocellulare a pianta <strong>di</strong> forma regolare<br />

con volta a crociera o a botte ed un'altezza tale da<br />

consentire in molti casi la realizzazione <strong>di</strong> soppalchi<br />

interni. Con una sola apertura ed eventuale sopraluce<br />

sulla facciata.<br />

Originariamente costituiva l'abitazione dei nuclei<br />

familiari patriarcali meno abbienti. Attualmente alcune<br />

unità sono destinate a depositi ed autorimesse.<br />

Molti lamioni sono stati oggetto <strong>di</strong> interventi e<strong>di</strong>lizi<br />

privati: sopraelevazion4 demolizioni e ricostruzioni<br />

su due o tre livelli.<br />

CAPITOLO 4 P. 110


AREA 6<br />

PlAMlNETRIA CON PIANTA DEI PIANI TERRA DEGLI EDIFICI PRINCIPALI, scala 1 :2.000<br />

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AREA 7<br />

PlAMlNETRIA CON PIANTA DEI PIANI TERRA DEGLI EDIFICI PRINCIPALI, scala 1 :2.000<br />

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CAPITOLO 4 P. 114


4.4 RILIEVO DEGLI EDIFICI SIGNIFICATIVI<br />

CAPITOLO 4 P. 122


CAPITOLO 4 P. 124


Il Teatro Mercadante<br />

Negli amù che vanno dal 1819 al 1855 vengono avanzate da<br />

parte dell ' Amministrazione Comunale o <strong>di</strong> privati, alcune pre>poste<br />

ufficiali per la costruzione <strong>di</strong> un teatro a <strong>Cerignola</strong>.<br />

Solo nel 1855 viene incaricato l'ing. Sergio Panzini <strong>di</strong> Barletta,<br />

<strong>di</strong> fare un <strong>di</strong>segno con il relativo progetto. n PaDZini in<strong>di</strong>ca<br />

come luogo più adatto per la nuova costruzione la strada Beato<br />

Felice. Nel 1858 , abbandonato il progetto Panzini, forse perché<br />

troppo costoso, viene affidato l'incarico per un nuovo progetto<br />

all' archildlO LcopoIdo Vaccaro <strong>di</strong> Napoli. Questo progetto, cbe<br />

lascia invariate alaIOe in<strong>di</strong>cazioni già date dal Panzini, quale<br />

quella del luogo scelto, prima <strong>di</strong> essere approvato, viene revisiooato<br />

dall'architetto dell 'Intendenza <strong>di</strong> Capitanata, signor<br />

Giacomo Recupito, cb. invia una relazione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche dove<br />

si consiglia per il portico una volta a aociera e per l'ingresso<br />

una maggiore ampiezza dovendo esso ...-vire anche come sala<br />

<strong>di</strong> trattenimento. Inoltre si ritene necessario fare degli ingressi<br />

<strong>di</strong>stinli uno per la platea, l'altro per i palchi e il teIZO per la galleria<br />

per "schivare la promisarità tra penooe <strong>di</strong> ceto elevato e<br />

quelle <strong>di</strong> bassa con<strong>di</strong>zione". Vengono apportate delle mo<strong>di</strong>fiche<br />

anche per la lunghezza dell'e<strong>di</strong>ficio, in modo da impe<strong>di</strong>re cbe<br />

la costruzione, fiancheggiando gli e<strong>di</strong>fici laterali (Palazzo<br />

Zezza e Palazzo Cirillo), limitasse il loro spazio originale <strong>di</strong><br />

luce e aria.<br />

n 5 novembre 1868 si inaugura il nuovo teatro.<br />

La facciata, con timpano sormootato da una stalua <strong>di</strong> Apollo<br />

aeduto, dello scultore Pasquale Rioca <strong>di</strong> Napoli, presenta un<br />

portico con tre arcate frontali e due laterali per il passaggio<br />

delle carrozze. Sopra il portico viene ricavata una sala da a<strong>di</strong>bire<br />

a concerti • riunioni. L'imerno è a tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> palchi, la<br />

capienza complessiva del teatro è <strong>di</strong> settecento posti.<br />

Nel 1938 per poter coor<strong>di</strong>nare due tipi <strong>di</strong> spettacoli, cinemalC>grafico<br />

e teatrale, si ripensa architettonicamente l'interno dell'<br />

e<strong>di</strong>ficio, in modo da poter ricavare il maggior numero <strong>di</strong> posti<br />

• sedere. La profoo<strong>di</strong>tà della platea é OIteIluta con l'abbattimento<br />

dei palchi, la cui elirninazjone anche negli or<strong>di</strong>ni superiori da<br />

luogo a due balconate.<br />

Bibliografia:<br />

Gioacchino Albanese, Antonio Galli, Storia del teatro<br />

Men:adanle, casa e<strong>di</strong>trice "n Duomo", <strong>Cerignola</strong> 1994.<br />

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CAPITOLO 4 P. 125


Scuola Agraria<br />

L'Istituto Agrario "G. Pavoocelli", costruito nel 1885 su pro­<br />

!lCUO dell 'archilelto G. Pisanti, è situato nella periferia est della<br />

ciaà lungo l''asse Est-Ovesl<br />

Ormai raggiunto dall' aggregato urbano, si COIItrad<strong>di</strong>stingue per<br />

la tipica tipologia dell 'e<strong>di</strong>ficio collettivo a corte, per la perimell'aZiooe<br />

<strong>di</strong> un'ampia area recintala, a<strong>di</strong>bita a colture, e per il<br />

viale alberato <strong>di</strong> accesso all' e<strong>di</strong>ficio, il tutto in un impianto tipicuneme<br />

ouocemesco. Nato dapprima come Regia Scuola<br />

Pratica <strong>di</strong> Agricoltura, fu trasformato nel 1941 in Istituto<br />

Tecnico Agrario. Nel periodo che va dal 1960 al 1964 ha subito<br />

notevoli mo<strong>di</strong>ficaziooi, COlI l'aggiunta <strong>di</strong> una sopruIevaziooe e<br />

<strong>di</strong> lIUOVe serre.<br />

Bibliografia:<br />

Cosimo Dilaurenzo, Cent 'anni <strong>di</strong> Scuola Agraria a <strong>Cerignola</strong>,<br />

1891-1991, Istituto Tacnico Agrario Industriale,<br />

<strong>Cerignola</strong> 1991.<br />

PROSPETTO NORD<br />

CAPITOLO 4 P. 127


4.4.2. I PAlAZZI DELL'ELITE CITTADINA<br />

Palazzo Coccia<br />

n Palazzo fu fatto costruire nel 1779 da Giuseppe Coccia che<br />

De fece la principale residenza della famiglia. E' stato oggetto<br />

<strong>di</strong> avvenimenti <strong>di</strong> storia locale quali: l'occupazione da parte dei<br />

capi repubblicani, il conseguente assalto dei borbonici, fino alla<br />

più recente rivolta in occasione deUo sàopero genenùe del<br />

1947. In seguito a <strong>di</strong>ssesti finanziari della famiglia Coccia, nel<br />

1870 fu venduto all' asta e venne aggiu<strong>di</strong>cato a Casimiro<br />

Cirillo.<br />

Nasce come villa suburbana con eone interna e giar<strong>di</strong>no annesso<br />

perimetrato e chiuso all'esterno da case basse monovano per<br />

le quali vige ancora ''l'a1tius non toUen<strong>di</strong>". L'impianto cosi<br />

composto costituisce un isolato che si estende da Corso<br />

Garibal<strong>di</strong> (su ali prospetta la facciata principale) a Via Vittorio<br />

Veneto.<br />

CAPITOLO 4 P. 129


Palazzo Zezza<br />

Secolo XIX<br />

CAPITOLO 4<br />

P.130


Palazzo Intieni<br />

SecoloXlX<br />

CAPITOLO 4 P. 131


Palazzo Tonti<br />

Secolo XX<br />

.' - ' .<br />

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CAPITOLO 4 P. 132


4.4.2. LE CHIESE<br />

Chiesa <strong>di</strong> S, Francesco<br />

Già chiesa cattedrale, intitolata a S. Pieuo, è probabilmente la<br />

più antica <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong>, anche se oggi il suo aspetto sia all 'interno<br />

che all'esterno, è sWO completamente mo<strong>di</strong>ficato da<br />

numerose trasfonnazioni ed ampliamenti. D complesso in origine<br />

articolato in modo netto, ora si presenta integrato dai tetIi<br />

sovrapposti alle volte cosuuite successivamente; sei cupole<br />

dalla sagoma poligona1e raccorda1a alla parte inferiore per<br />

mezzo <strong>di</strong> tamburi oaagona1i in cui si aprono finestu ogivali<br />

con strombalUre vena l' alto, affioranti per la sola parte superiote<br />

a causa della costtu.z:ione delle volte <strong>di</strong> copertura della chiesa.<br />

AI 1758 risale una prima desaizione della cattedrale, contenuta<br />

nell' Apprezzo <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> fatto da Antonio Santino. In<br />

esso si parla della chiesa composla da "due navi coperte a<br />

lamia con cupoIette intennezze". Si a=08 inoltre all ' esistenza<br />

<strong>di</strong> sette cappelle ornate da "<strong>di</strong>vene effigie" della Beata<br />

Vergine e dei Santi.<br />

Una descrizione della chiesa del 1840 dell'architetto comunale<br />

Teodosio <strong>di</strong> Bisceglie, <strong>di</strong>mostra che la chiesa già possedeva la<br />

configuraziOlle 8IIUa1e. Di qualche anno più tar<strong>di</strong> è la descrizione<br />

svolta dal canonico Luigi COIlte che cita l'apertura <strong>di</strong> una<br />

porta più grande <strong>di</strong> quella laterale esistente, nella parete orientale<br />

dove prima esisteva l'aliate maggiore. Si tntterebbe quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> un nuovo orientamento dalo alla chiesa, compteSO forse tra i<br />

lavori <strong>di</strong> ampliamento eseguiti tra il 1819 e il 1839.<br />

Chiesa <strong>di</strong> S, Agostino<br />

Gli Agostiniani stabilirono la loro sede nel vecchio borgo, in<br />

una chiesetta, probabilmente già esistente, de<strong>di</strong>cata a Santa<br />

Cataina, accanto alla quale C05Il'IIirono il convento.<br />

D documento più antico risale al 1568. E' una rdaziooe della<br />

visita apostolica. effettuata a <strong>Cerignola</strong> il 13 e 14 aprile <strong>di</strong> quell'anno<br />

dal moos. Tomaso Orlini: "Per la chiesa <strong>di</strong> santa<br />

Catherina <strong>di</strong> frati <strong>di</strong> Santo Agostino si provveda all'altare maggiore<br />

<strong>di</strong> portali con tassiIIo maggiore, gli altri si facciano più<br />

ampli et s' ornino, con pooere a ciascuno la sua lampada" .<br />

Nell'apprezzo <strong>di</strong> Antooio Santino del 1758, si legge : " ... giunto<br />

al medesimo con picciola porta quadra si ba l' ingresso in una<br />

picciola chiesetta coverta con soffiue <strong>di</strong> tavole con due altarini<br />

ne' laterali: alla man destra porta, per cui si entra nella sagrestia,<br />

ove vi sono comode suppellettili e piccolo convento, nel<br />

quale vi esistono tre sacerdoti ed altrettanti laici con abitazioni<br />

proporzionate" .<br />

A parere <strong>di</strong> Luigi COIlte il convento fu il primo dell ' or<strong>di</strong>ne dei<br />

Frati Agostiniani ad essere istituito in Capitanata e ad essere<br />

situato entro le mura del borgo.<br />

Bibliografia<br />

Riccardo Mola, La chiesa <strong>di</strong> S. Francesco d'Assisi in Aa.Vv.,<br />

<strong>Cerignola</strong>. in <strong>Cerignola</strong> antica. l COfTVegni 1988-1989,<br />

<strong>Cerignola</strong> 1993;<br />

4 Vv., <strong>Cerignola</strong> Antica . l COfTVegni 1977/1981, <strong>Cerignola</strong><br />

1985;<br />

4 Vv., <strong>Cerignola</strong> Antica. Trr: convegni storici in piazza,<br />

<strong>Cerignola</strong> 1979;<br />

Cosimo Dilaurenro, l frati agostiniani a <strong>Cerignola</strong>, in Aa. Vv.,<br />

<strong>Cerignola</strong> antica, l convegni 1988-1989, cil<br />

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CAPITOLO 4 P. 133


Chiesa del Carmine<br />

La chiesa <strong>di</strong> S. Maria del Carmine "già <strong>di</strong> S. Maria fuori le<br />

mura e S. Anna, nasce COOle cappella dei carmelitani, annessa e<br />

coeva al monastero. L'istituziooe del convento, sito a poca<br />

<strong>di</strong>stanza dalla cinta muraria ciel vecchio borgo, sulla strada per<br />

Barieua, è in<strong>di</strong>cata dal cann<strong>di</strong>tano Mariano Ventimiglia Dd<br />

volume n Sacro Canndo llaIiano, (Napoli l n9): "<strong>Cerignola</strong> -<br />

Nullius Diocesis - Anno <strong>di</strong> foodazione 1576".<br />

Nd 1672 dall'Apprezzo ciel Sabatini: " ... od borgo, alla fine<br />

dell'abitato e della strada regia e larga, si trova un piccolo convento<br />

Carmelitano. Vi sooo tre sacerdoci e due laici, vive <strong>di</strong><br />

poche entrate ed demosine ... ". Nell' Apprezzo del Santino ciel<br />

1758, si legge: " .. .neI borgo, e proprio nella strada regia in fine<br />

deUa piazza vi è la Chiesa e Convento dei Padri Carmelitani,<br />

con spiazzo avanti, e la medesima si vede non da molti anni<br />

rifatta e mo<strong>di</strong>ficata, ed è coper1a con soffitto <strong>di</strong> tavole; io testa<br />

vi è l'a1tar masgiore coverto a lamia. Vedesi essete la medesima<br />

<strong>di</strong> una nave, e Dei laterali vi sooo quattro cappelle fondate<br />

io àaschedu"o dei lati <strong>di</strong> detta nave. Dieuo detto altare maggiore,<br />

vi è il coro per offiàare i P.P: e sagrestia alla mano<br />

destra coverta a lamia "a gavita". Viene governata poi la chiesa<br />

da nove Inl sacerdoci e laici, li quali hanno proporziooata ren<strong>di</strong>ta<br />

per il loro mantenimanto e della chiesa ... ".<br />

La chiesa fu ristI\ltlunta Dd 1718 a spese del Duca Francesco<br />

Pigoatdli; restaurata nd 1731-32 in seguito al temmoto; completala<br />

con la fonnaziooe delle due navate con i quattro archi a<br />

tutto sesto ed i piloni in muratura; anicclùta del campanile ultimato<br />

nel 1897 ad opera dell'architetto Federico Reale.<br />

n convento, obbMdonato nd 1809 per le note leggi eversive,<br />

subì ioteJventi <strong>di</strong> ristrutturazione ed ampliamenti estesi anche ai<br />

prospetti intani ed esterni. Dal 1909 è <strong>di</strong> proprieti dd<br />

Comune.<br />

Chiesa del Purgatorio<br />

Nd XVI secolo, per volere della contessa Anna Mendoza,<br />

moglie <strong>di</strong> Carlo Caracàolo feudatario <strong>di</strong> <strong>Cerignola</strong> viene fondato<br />

un collegio dei Gesuiti ed eretta la viàna chiesa.<br />

n complesso architettonico nasce sul tracciato <strong>di</strong> una delle fondamentali<br />

arterie che mettono <strong>Cerignola</strong> in rdazione con il territoro<br />

circostante, l'atluale via Don Minzoni che collega la àtti<br />

veccbia con il piano ddle fosse. Alla fine del settecento subisce<br />

un ra<strong>di</strong>cale rimaneggiamento conl'innalzamento <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong><br />

tutta la chiesa e la costruzione <strong>di</strong> una navata sulla destra che si<br />

affianca alla navata prinàpale in asse con l'ingJeSSO, rendendo<br />

così la planimetria inegoiare. La facàata è preceduta da un piccolo<br />

sagrato, uiango!are, perché la chiesa è obliqua rispetto<br />

all'asse della strada.<br />

Bibliografia:<br />

Al. Vv., Celebrazione dei /50 anni della Parrocchia /839-<br />

1989, Alli del Convegno, <strong>Cerignola</strong> 1989;<br />

Al. Vv., La cJàesa dell'rlrgalorio, Centro <strong>di</strong> Servizio e<br />

Programmazione Culturale Regiooale, <strong>Cerignola</strong> 1987.<br />

.. 7<br />

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CAPITOLO 4 P.134


Chiesa della B.M.V. Assunta e chiesa <strong>di</strong><br />

Sanf Antonio<br />

La Chiesa dell ' Assunta è COS1JUZÌone settecentesca nella sola<br />

struttura portante, ed il suo aspetto è _o più volte mo<strong>di</strong>ficato_<br />

Nell'apprezzo <strong>di</strong> Antonio Santino del 1758 si legge: "L'altra<br />

poi sotto il titolo <strong>di</strong> nostra Signora dell' Assunta. E' situata nella<br />

strada che conduce a Melfi, la quale è <strong>di</strong> una nave ben grande<br />

coperta con soffiua <strong>di</strong> tavole con tetto sopra. ove vi è l'altare<br />

maggiore in testa coperto con lamia. Sopra l'ingresso della<br />

porta vi è un organo, e nei latetali <strong>di</strong> della nave vi SODO li se<strong>di</strong>li,<br />

pulpito e due confessionari, uno a destra e l'altro a sinistra;<br />

per vano poi situato alla man sinistra si passa in un vano per<br />

uso <strong>di</strong> sagrestia coverto a lamia con finestrone verso la strada,<br />

ove vi sono gli utensili bisegnevoli" _<br />

Soltanto sucessivamente fu provvista <strong>di</strong> campanile e <strong>di</strong> alta<br />

cancellata, a protezione del prospetto_<br />

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CAPITOLO 4 P_ 135


Monastero dei Frati Domenicani e Chiesa <strong>di</strong><br />

S.Domenico<br />

Le prime testimonianze sulla chiesa <strong>di</strong> S. Domenico si trovano<br />

in alcuni documenti del secolo XVI che parlano dell'esistenza<br />

<strong>di</strong> un Piano delle fosse a <strong>Cerignola</strong>.<br />

Gli Apprezzi del 1672 (Tavolario del Sabaòni) e del 1758<br />

(Santino) descrivano così l. chiesa:<br />

"Un tiro <strong>di</strong> archibugio <strong>di</strong>stante dal descritto coovento si ha<br />

anche, situato fuori l' abitato del Borgo altro convento sotto il<br />

titolo <strong>di</strong> S. Domenico e S. Rocco dei P.P. Pre<strong>di</strong>catori, quale è <strong>di</strong><br />

una nave coperta con soffitta <strong>di</strong> tavole. vi è l'altare maggiore<br />

cover!O • lamia, e tre cappelle fondate alla man destra, coverte<br />

ezian<strong>di</strong>o con lami. a botte con lunette, pulpito, ed altro altare<br />

nel lato sinistro, e con <strong>di</strong>etro detto altare maggoore: alI. man<br />

sinistra poi per vano <strong>di</strong> pena si passa nel chiostro .... ".<br />

Nell'opera <strong>di</strong> padre Marcello Cavaliere, il pellegrino al<br />

Gargano pubblicata a Macerata nel 1680, alI. fine del Capitolo<br />

xm, dopo aver descritto tutti i santuari cbe si incontravano<br />

lungo il viaggio, si <strong>di</strong>ce: "L' altro Santuario si è la Chiesa<br />

dell' Or<strong>di</strong>ne de' Pre<strong>di</strong>catori della Terra <strong>di</strong> Cirignola (via or<strong>di</strong>naria<br />

de' pellegrini al Gargano) a riguardo specialmente del l. pr0<strong>di</strong>giosa<br />

immagine del Patriarca S. Domenico, cbe in quella si<br />

venera".<br />

La copertura con volte a botte lunettata, corrispondente all'attuale<br />

campata dell 'altare del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù, denota elementi<br />

costrutòvi originali del sec. XVI e potrebbe corrispondere<br />

all' originaria chiesa conventuale. Nel secolo XVII si hanno i<br />

primi interventi: l. chiesa originariamente orientata verso est,<br />

viene girata <strong>di</strong> 90 gra<strong>di</strong> in modo da avere la nuova facciata, in<br />

mattoni e con l'ingresso sormontato da un timpano triangolare,<br />

verso via Costantinopoli. L' ampliamento prevede la formazione<br />

<strong>di</strong> due navate para1lele.<br />

Tra la fine del XIX e gli inizi del XX viene completato il prospetto<br />

in stile neogoòco con alcuni elementi romanici, forse<br />

influenzati dai progetti A1vino e Pisanti per il duomo Tortti;<br />

viene realizzata una facciata in Ma turrita con tre portali simmmci<br />

<strong>di</strong> cui quello ceotrale con maggiore altezza e rosone<br />

superiore cieco, non congruente con l'interno setteceotesco<br />

deUa chiesa.<br />

Bibliografia:<br />

Aa.Vv., lA chiesa <strong>di</strong> San Domenico (1500-/9001, a cura <strong>di</strong><br />

Luciano Antonellis, <strong>Cerignola</strong> 1997.<br />

CAPITOLO 4 P.137

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