2si manifestano in alcuni descrittori sensorialipercepiti dai consumatori più evoluti. Vieneallora da chiedersi: come mai questa sensibilitànei confronti di terroir ristretti non è maistata valorizzata in Italia, mentre in Francia èalla base delle denominazioni d’origine piùfamose? <strong>La</strong> storia evolutiva dei suoli francesiè molto più antica di quella italiana ed i suoivigneti più rinomati, quelli dell’Alsazia, <strong>della</strong>Borgogna, dell’alto Rodano, sono posti suimargini di grandi faglie, fratture profonde <strong>della</strong>crosta terrestre, che si sono formate alla finedell’epoca secondaria (circa 70 milioni di annifa) a causa delle enormi sollecitazioni meccanichea cui è stato sottoposto il continenteeuropeo per effetto <strong>della</strong> pressione esercitatadalla placca africana in movimento verso nordest.Questo fenomeno ha provocato il sorgeredelle grandi catene montuose (le Alpi ed i Pirenei)a cui è corrisposto da un lato il formarsi didepressioni colmate dall’accumulo di resti diorganismi marini e di frane terrigene (PianuraPadana, Champagne, etc) e dall’altro la generazionedi rotture, le faglie appunto, che hannofortemente rimaneggiato la disposizione deglistrati geologici precedenti, creando condizionidi grande variabilità nelle caratteristiche fisichedei suoli anche a distanza di pochi metri.L’Italia, paese geologicamente molto più giovane,non offre queste particolarità ed i suoisuoli sono prevalentemente di origine marina-alluvionalee vulcanica presentando unamaggiore omogeneità compositiva almenosulle medie distanze. I suoli <strong>della</strong> Valpolicellain particolare, pur essendo prevalentementecostituiti dalla disgregazione di formazionicalcareo-dolomitiche di età mesozoica che sisono originate da accumuli pelagici e di piattaformacome il Rosso ammonitico, il Bianconee la Scaglia, presentano aspetti interessanti divariabilità dovuti alla presenza di basalti eocenici,risultato di attività vulcanica sottomarina,e di depositi morenici e fluviali. Osservandola carta delle Unità di Paesaggio <strong>della</strong> Valpolicellaviene evidenziata l’elevata variabilità deisuoli alla quale si aggiungono i contributi importanti,ai fini <strong>della</strong> maturazione delle uve,delle esposizioni, delle altitudini e delle pendenze.Le conseguenze sulla qualità dei vinisono inoltre racchiuse molto spesso dal modocon il quale si estrinseca la disponibilità idricaper la vite, non solo in termini quantitativi masoprattutto in relazione alle fasi fenologiche(sviluppo dell’apparato fogliare e maturazionedell’uva). <strong>La</strong> struttura del suolo, la sua permeabilità,la circolazione più o meno rapida dell’acqua,i suoi effetti sul riscaldamento del suolo equindi sulla attività radicale, giocano un ruoloessenziale sulla composizione fine del mosto.Queste conoscenze diverranno particolarmenteimportanti in futuro nella previsione che ilcambiamento climatico in corso determineràdelle variazioni importanti nella distribuzionee nell’entità delle precipitazioni.Grazie a queste diversità si osserva che nellesei Unità Vocazionali identificate nella Valpolicellasi originano quindi sei tipologie distintedi vino che hanno ciascuna profili sensorialioriginali e riconoscibili. Affinché le potenzialitàdi un suolo possano esprimersi in un vinoè però necessario che i viticoltori assumanodecisioni coerenti con le caratteristiche delleUnità Vocazionali, non solo nelle scelte di tecnicacolturale (cloni, portinnesti, forme d’allevamento,gestione del suolo, nutrizione idricae minerale, etc) ma anche nel mantenimentodelle caratteristiche strutturali e morfologichedei loro vigneti. Se vale l’affermazione che adun bel paesaggio corrisponde un buon vino,è necessario prevedere e sviluppare azioni diprotezione dei paesaggi non soltanto nellaloro morfologia esterna, ma anche nel rispettodel profilo del suolo, evitando sbancamenti,livellamenti indiscriminati o peggio il ricorso aterreno proveniente da altre zone. <strong>La</strong> zonazioneè quindi non soltanto il punto di partenzaper produrre un vino migliore e per consentireal consumatore di cogliere le analogie tra lecaratteristiche del paesaggio e quelle del vino,ma anche uno strumento per sviluppare neiproduttori la coscienza del “buon governo”del territorio.
<strong>La</strong> caratterizzazione e il manuale d’uso del territorio<strong>La</strong> zonazione <strong>della</strong> Valpolicella, incominciatanel 2005 ed oggi giunta alla conclusione dellesue fasi operative, vuole arrivare a definire leUnità vocazionali, omogenee per potenzialitàproduttive e obbiettivi enologici delle uve. Perfare questo il lavoro si è articolato andando adindividuare, nelle differenti Unità di Paesaggioindividuate da una prima caratterizzazionepedologica, 60 vigneti, allevati a pergola, equamentesuddivisi tra le varietà Corvina veronesee Rondinella che hanno rappresentato i “vignetiguida” <strong>della</strong> sperimentazione. Ognuno diquesti è stato seguito in tutte le sue fasi prevendemmialie giunto il momento <strong>della</strong> raccolta siè prelevato un campione di uva sufficiente perrealizzare una microvinificazione fondamentaleper capire, grazie ad un panel di degustazioneinterno al consorzio, quali siano i descrittoritipici di ogni espressione territoriale.Tutti i dati raccolti serviranno per arrivarealla realizzazione del “Manuale d’uso del territorio”,che conterrà i risultati scientifici <strong>della</strong>voro ma soprattutto le schede tecniche e lecarte tematiche a servizio del viticoltore nellepratiche agronomiche di impianto e gestionedel vigneto.Pur essendo l’analisi statistica e l’elaborazionedei dati ancora in corso (anche perché bisognaeffettuare ancora le degustazioni dei vini del2008), è emerso in modo netto ed evidente ilruolo del territorio nel determinare la qualitàdelle uve e di conseguenza dei vini garantendoquella unicità sensoriale che distingue le diversesottozone.Nelle schede successive viene eseguita una primacaratterizzazione delle produzioni vitivinicoledel territorio realizzata a partire dalla cartadelle Unità di Paesaggio riportata di seguito;appare come già detto evidente come la caratterizzazionedelle produzioni possa permetteredi comprendere gli eventuali vincoli presentiper limitarne gli effetti e possa dall’altro permetteredi evidenziare i fattori discriminantinell’espressione delle diverse qualità.3