Dizionario degli Artisti Italiani 2015 (primo capitolo)

Milvia Lauro
Mosca (2 volte), Mandelieu la Napoule, France, New York, Biennali di Venezia.
Mostre personali a Parigi, Roma, Bassano del Grappa, Venezia, Firenze, Bologna, Montechiaro d’Asti,
Rimini, Riccione (diverse volte), Grazzano Visconti, Cesenatico, Fano, Bari, Milano, Udine.
Hanno scritto di lei:
Ugo Zingales, M° Gerard Atelier, Gabriella Niero, Luciano Lepri, Giorgio Falossi,Francesco Chetta, Alfredo
Pasolino, Carolina Mazzetti, Mariarosaria Belgiovine, Antonio Malmo,
Silvia Ranzi, Emanuele Macas, Orfeo Carpinelli, Alfonso Gonfalone,Christie Grizivatz, Carla Marino, Sabrina
Tessari, Giuseppe Manitta, Anna Francesca Biondolilli, Ernestino Rebaudengo, Bruno Zinco, R.R., R.Zanardo,
Orfano Campigli, Nadine Giove, Anna Grossi, Emilio Bianchi, Vittorina Bellomo, Graziella Ripa D’eramo,
Angel Rossi, Teodosio Martucci, Alberto Raimondi, Paolo Levi, Mario Micozzi.
Recensione critica: “Al di là del bene e del male” Omaggio a F. Nietzsche 50 x 70 cm tecnica mista più
intagli
Nell’opera della pittrice Milvia Lauro, assistiamo ad un dibattito di colori accostati l’uno all’altro, in un
turbinio di sensazioni drammatiche quali il conflitto tra il bene e il male, lo stesso conflitto che ha generato
in Nietzsche la follia.
L’accostamento cromatico dato dall’artista, composto da rosso di cadmio dalla tonalità accesa, e l’azzurro
di sfondo dai tratti segnici delinea un temperamento debole ed al tempo stesso chiuso nei riguardi delle
circostanze avverse accadute nella storia del famoso autore.
La pittrice Lauro, ha cercato di esprimere tutte le contraddizioni interiori vissute dal filosofo, ed al tempo
stesso ha dato forma a questi due rapaci, uno il bene ed uno il male.
In forte conflitto tra loro, cercano ognuno dei due, di prevalere sull’altro, generando dolore e sangue (il
rosso sparso sulla superficie pittorica) a pennellate ampie e senza criterio compositivo, liberamente nello
sfogo dell’area che circonda il soggetto chiave: i due rapaci con gli artigli pronti.
Da un attenta osservazione possiamo notare un aspetto inquietante tipico della metafisica, e le sagome (dei
rapaci) emergono dallo sfondo come se fossero tasselli applicati in netta contrapposizione tra loro.
Parliamo di un arte originale, una tecnica che ha saputo cogliere il sentimento umano verso un orizzonte
migliore, verso la vittoria del bene sofferente e fortemente ferito dal male, che da sempre avvelena l’uomo
nella sua naturale ricerca verso la luce (l’azzurro dello sfondo, offuscato dal malore e dalla sporcizia del
male).
I segni lasciati intorno al bene (il rapace di colore bianco) rappresentano la vita, il cammino verso la
soluzione assoluta delle aspettative, ad un certo punto interrotta, così come ad un certo punto viene
interrotta la serenità e la retta via a causa dei graffi feroci inferte dal male (il rapace nero).
Un opera profondamente importante, che ingloba la pittura dei segni (i graffi) con la pittura metafisica
(l’inquetudine che trapela tutta l’opera) unitamente ad una visione onirica data dalla sensazione che
suggerisce tutto l’insieme pittorico.
Milvia Lauro è un artista di impatto visivo, chiaramente noto in questo dipinto, che senza dubbio lascia in
disparte il tempo e lo spazio per dare voce a sentimenti profondi, a sensazioni e contraddizioni forti che
superano ogni ostacolo e focalizzano atmosfere intense senza nessun timore, dimostrando eleganza
innovativa e saper fare molto importante anche dal punto di vista qualitativo e soprattutto visivo.
Dott. Alessandro Costanza critico e storico dell’arte
Sito web: http://www.milvialauro.it/ e-mail: milvialauro@milvialauro.it
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