26 unisono 22-2008La rivista svizzera di musica bandisticaL’OFSI posa nell’AuditoriumStelio Molodella Radio di Luganoinsieme al dir<strong>et</strong>toredegli ultimi concertiche si sono tenuti anovembre, LucaMedici.L’Orchestra di Fiati della SvizzeraItaliana verso KerkradeL’Orchestra di Fiati della Svizzera Italiana (OFSI) è nata diciass<strong>et</strong>te anni fa.Nel 1997 la formazione ticinese ha ottenuto il primo premio al Concorso Mondialedi Kerkrade. A quasi dodici anni da questo prestigioso riconoscimento, l’OFSI siprepara a tornare nella cittadina olandese per misurarsi nuovamente con le migliori bandedel mondo. lara bergliaffadurante il mese di novembre, l’Orchestra di fi a-ti della Svizzera Italiana è tornata a presentarsial pubblico ticinese e a quello grigionese conuna scelta di brani di compositori americani. Lacompagine ticinese è più che mai attiva e ha inserbo prog<strong>et</strong>ti importanti per il 2009.Ben presto il diciottesimo compleannoDalla sua creazione nel 1991, l’OFSI ha fattomolta strada. La vittoria del primo premio nellacategoria eccellenza al Concorso Mondiale diKerkrade (World Music Contest) in Olanda nel1997 è sicuramente una pi<strong>et</strong>ra miliare di questopercorso, che comprende concerti nelle più importantisale della Svizzera (sala del Casinò diBerna, Tonhalle di Zurigo, KKL di Lucerna) edelle nazioni limitrofe (Francia, Italia, Austria)nonché la partecipazione a numerosi festivalinternazionali (Mideurope a Schladming,Alpine Music Festival a Saas Fee e Interlaken).Da alcuni anni, le sessioni dell’OFSI si svolgononon più solo sotto la bacch<strong>et</strong>ta del suodir<strong>et</strong>tore fondatore, Carlo Balmelli: l’orchestraha avuto occasione di essere dir<strong>et</strong>ta da moltidir<strong>et</strong>tori ospiti, come Giancarlo Gerosa,ToshiukiShimada, Luca Medici, Savino Acquaviva, UrsBamert, Franco Cesarini e Isabelle Ruf-Weber.Ora, a una dozzina di anni dal magicomomento vissuto a Kerkrade, l’OFSI ha decisodi tornare nella cittadina olandese per rim<strong>et</strong>tersinuovamenteal giudizio degliesperti che farannoparte della giuriadel Concorso mondiale.In attesa dinotizie da partedegli organizzatoridel concorso (aquesta comp<strong>et</strong>izionesi prende partesu invito, quindil’OFSI sta asp<strong>et</strong>tandola rispostaalla sua richiesta diCarlo Balmelli dirige l’OFSIfin dagli inizi.partecipazione), abbiamo parlato con Carlo Balmelli,che continua a essere il dir<strong>et</strong>tore stabiledella formazione e la dirigerà al concorso inOlanda, e Luca Medici, che ha dir<strong>et</strong>to l’ultimasessione di concerti, fa parte dell’OFSI fi n dallasua formazione ed è membro del comitato dir<strong>et</strong>tivo.L’OFSI compie quest’anno 17 anni. Quali sonole differenze tra la formazione del 1991 e quella del2008?balmelli: Non vi sono differenze sostanziali.Gli obi<strong>et</strong>tivi principali sono rimasti invariati:proporre al pubblico della musica bandisticainteressante con un buon livello esecutivo edare la possibilità a giovani musicisti della regionedi affrontare un repertorio stimolante,lavorando in una formazione che perm<strong>et</strong>te lorodi esprimere al meglio le loro capacità. Unanovità di questi ultimi anni è sicuramente quelladi invitare altri maestri a dirigere la formazione.Ma il cambiamento più grande lo si notanell’organico attuale: i musicisti della «vecchiaguardia» sono rimasti in pochi.medici: L’OFSI è nata grazie all’entusiasmo diun gruppo di giovani, dopo anni di esperienzein comune nell’ambito della banda dei giovanidella FeBaTi. Ora, quei ventenni sono ormaiquarantenni! Negli ultimi anni, dopo un periododi scoramento e disaffezione, c’è stato ungrande sforzo per ripartire e garantire continuitàall’OFSI da più punti di vista: sono stati inseritinuovi strumentisti, il gruppo viene gestitogarantendo a tutti equità di trattamento, e sicerca di dare una stabilità di organico all’orchestrarendendo la gestione più collegiale e attenta,anche attraverso valutazioni al termine diogni sessione.È cambiato qualcosa nel ruolo dell’OFSI (perl’OFSI stessa, per il pubblico, per il Ticino) dal 1991a oggi?balmelli: Sicuramente il mondo musicale ticineseè maturato. Sia i programmi del l’OFSIche quelli di altre soci<strong>et</strong>à bandistiche cantonali
La rivista svizzera di musica bandistica22-2008 unisono 27di grandi dimensioni hanno contribuito aun’evoluzione della l<strong>et</strong>teratura originale e nonper orchestre di fi ati. L’orchestra in questi17 anni ha proposto più di 200 brani, in massimaparte nuovi per il pubblico ticinese, e haavuto e continua ad avere un ruolo trainantenella divulgazione di questo tipo di repertorio.Nel corso degli anni, numerosi giovani musicisti,soprattutto ticinesi, hanno sostituito chiha dovuto lasciare l’orchestra. È naturale e positivoche ci sia un ricambio, anche se non nascondoche trovare ottimi giovani strumentistiticinesi intenzionati a partecipare ad un’esperienzadel genere non è per niente facile.medici: Certo, oggi il contrasto tra l’OFSI e lebande di punta del Cantone (penso a Lugano eMendrisio) è meno eclatante: Carlo Balmelli eFranco Cesarini hanno sicuramente rinnovato ilrepertorio delle loro formazioni e hanno datoimportanti impulsi a tutto il movimento bandistico.Per questo lo sforzo che l’OFSI deve compiereper mantenere una certa dose di innovazioneè sempre più alto.Negli ultimi anni davanti all’OFSI sono apparsinumerosi dir<strong>et</strong>tori ospiti. Cosa ha portato a questascelta? Quali sono state le sue ripercussioni sullaformazione?balmelli: Motivi famigliari e professionali mihanno convinto a fare una pausa nella mia attivitàdi dir<strong>et</strong>tore dell’OFSI. Dopo 15 anni di ininterrottolavoro alla testa dell’orchestra era pureil momento di dare nuovo «ossigeno» ai musicisti.Queste due ragioni hanno portato me e ilcomitato dir<strong>et</strong>tivo a decidere di m<strong>et</strong>tere altri dir<strong>et</strong>toridavanti all’OFSI. Conoscere nuove personalità,confrontarsi con nuove idee, nuovipunti di vista e nuovi m<strong>et</strong>odi di lavoro è statosicuramente arricchente per tutti i membri dell’orchestra,che ha così avuto la possibilità dilavorare con dir<strong>et</strong>tori ospiti di grande rilievo.Questa scelta ha contribuito a un miglioramentogenerale del livello.medici: Va sottolineato che ci siamo orientati insintonia con Carlo Balmelli per identificare queipersonaggi che potessero aiutare la crescita dell’orchestra.La scelta dei dir<strong>et</strong>tori è stata fattaanche in funzione di una salda collocazionedell’OFSI all’interno del panorama musicalesvizzero e del Nord Italia: tutti i dir<strong>et</strong>tori che inquesti anni hanno dir<strong>et</strong>to la nostra orchestrahanno portato, sia oltralpe che nella vicinapenisola, il ricordo di un gruppo performantee di sicuro interesse, un asp<strong>et</strong>to che non puòfare che bene all’OFSI.Vi state preparando per il Concorso Mondiale diKerkrade. Come? Qual è l’obi<strong>et</strong>tivo dell’OFSI?medici: Ci stiamo preparando per far vivere aigiovani che abbiamo incluso da poco nella formazioneun’esperienza importante. Nelle ultimesessioni abbiamo scelto un repertorio congrado di difficoltà più elevato, affrontando branidi consistenza musicale e durata maggiori. Leultime due sessioni prima di Kerkrade sarannodir<strong>et</strong>te nuovamente dal dir<strong>et</strong>tore stabile e avremoun maggior tempo di prova per ogni programma.Bisogna tenere presente che l’OFSI èabituata a preparare un programma da concertoin sei prove; nella prossima sessione, invece, nepotremo contare una dozzina.balmelli: È nostra intenzione comp<strong>et</strong>ere nellamassima categoria (Concert Division) con ilbrano di un compositore svizzero che è ancheun caro amico: Thomas Trachsel. Thomas haappena terminato la sua Seconda Sinfonia.Avendo già tenuto a battesimo con la StadtharmonieZürich Oerlikon-Seebach la sua primagrande composizione per orchestra di fi ati,ovvero la sua Prima Sinfonia, mi è venuto naturalechiedergli di poter eseguire, almeno inprima svizzera, la sua Seconda Sinfonia.L’OFSI terrà la prima esecuzione svizzera diquest’opera nell’aprile del 2009; è nostra intenzionepresentarla poi in luglio al concorsoin Olanda. Gareggiare nella Concert Divisionnon dipende però solamente da noi, poiché sitratta di una categoria a partecipazione su invito.Stiamo asp<strong>et</strong>tando una risposta da partedegli organizzatori alla nostra richiesta.Il mio modo di preparare l’orchestra a questoimportante appuntamento non sarà diversonel caso in cui dovessimo partecipare inprima categoria invece che in Concert Division.Affronteremo sicuramente un lavoro di d<strong>et</strong>taglionelle differenti sezioni, insisteremo perraggiungere un amalgama generale e unamaturazione approfondita del livello di conoscenzadei brani da presentare. Non dobbiamodimenticare che ci confronteremo con i piùimportanti complessi di strumenti a fi ato sulpiano mondiale.Carlo Balmelli, lei è il dir<strong>et</strong>tore fondatore dell’OFSIe ne è il punto di riferimento. Come descriverebbe illavoro con l’OFSI dal punto di vista del dir<strong>et</strong>torestabile?In questi ultimi anni ho dato il mio contributonella scelta dei dir<strong>et</strong>tori ospiti e nella scelta deibrani presentati. Si è trattato di un lavoro sicuramentearricchente per me, per conoscere altripunti di vista nel concepire i programmi deiconcerti, nella scelta dei brani e nell’ascoltare ilrisultato di altri dir<strong>et</strong>tori con la «mia» orchestra.Luca Medici, lei ha fatto parte dell’organicodell’OFSI fin dalla sua fondazione. Dirigerlale ha fatto modificare il suo modo di vedere laformazione? Come si è svolta questa esperienza?In quest’ultima sessione mi sono trovatoalla testa dell’OFSI per la seconda volta, eposso dire che non è mai facile dirigereuna formazione di cui si fa parte in qualitàdi musicista. Un dir<strong>et</strong>tore che arriva dall’esternoha probabilmente il vantaggio di esserevisto con credibilità e attenzione maggiori,per cui nei rapporti con l’orchestra sonogarantiti attenzione e risp<strong>et</strong>to. Non ho certosofferto di mancanza di risp<strong>et</strong>to, ma le stessecose d<strong>et</strong>te da «uno dei nostri» o da undir<strong>et</strong>tore nuovo possono avere un valorediverso. Vivere una sessione in veste didir<strong>et</strong>tore rimane comunque un’occasioneincredibile.■