Adventiste Magazine-3- Mai / Juin 2016
Edito - Le printemps arrive / Dossier - Le match de notre vie / Jeunesse - Sportif du dimanche ou professionnel / Interview - Alexandre Claudel / Témoignage - La course n'est pas finie (Sebastian Tobler) / Recette - Paté végétal
Edito - Le printemps arrive / Dossier - Le match de notre vie / Jeunesse - Sportif du dimanche ou professionnel / Interview - Alexandre Claudel / Témoignage - La course n'est pas finie (Sebastian Tobler) / Recette - Paté végétal
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DOSSIER<br />
IL GIOCO DELLA<br />
NOSTRA VITA<br />
L’Europeo <strong>2016</strong> avrà inizio il 10 giugno presso i nostri<br />
vicini francesi. Ventiquattro squadre del nostro continente<br />
si affronteranno, calcisticamente parlando, per<br />
provare ad essere i migliori, e vincere la famosa coppa<br />
che i vari giocatori della squadra vincitrice si passeranno<br />
di mano in mano davanti alle telecamere, come vuole<br />
la tradizione. L’evento è molto atteso dagli appassionati,<br />
mentre altri lo ignoreranno. Alcuni approfitteranno<br />
dello spirito di festa legato alla competizione per assistere<br />
a una partita o per stare tra amici. Poi ci sono<br />
quelli che sono apertamente contro e puntano il dito<br />
verso questo sport a livello professionale: corruzione<br />
in seno agli organismi organizzativi, smisuratezza dei<br />
salari dei giocatori, spreco di denaro pubblico per l’organizzazione<br />
del torneo. Non è raro sentire anche delle<br />
critiche verso il fanatismo presente tra alcuni tifosi. Si<br />
parla addirittura di idolatria, come con il vitello d’oro. E<br />
si vogliano essere onesti, non possiamo negare i fatti e<br />
quindi la veridicità di queste critiche.<br />
Nonostante tutto, non possiamo, in un certo senso,<br />
applicare le virtù del calcio e dei giocatori? Se Gesù<br />
fosse vissuto ai giorni d’oggi, non avrebbe trovato la<br />
parabola del calciatore, invece di quella del seminatore?<br />
Ovviamente, non si tratta di chiudere gli occhi sui<br />
difetti ma di analizzare gli elementi di questo universo<br />
per trarne delle lezioni per la nostra vita spirituale.<br />
Allenarsi<br />
Per un mese, dal 10 giugno al 10 luglio, i proiettori<br />
saranno fissi sulle squadre di calcio ma, ovviamente,<br />
saranno i personaggi del calcio che brilleranno, ancora<br />
più del solito. Ronaldo, Ibrahimovic, Bale, e anche<br />
Xherdan Shaquiri, per parlare della Svizzera, sono delle<br />
vere star della loro epoca. Sono motivati, disciplinati<br />
e con un solo obiettivo in mente: vincere. E qui, poco<br />
importa la loro origine sociale, culturale, religiosa o razziale.<br />
La vita dei grandi giocatori fa pensare che sia così facile<br />
e gloriosa, ma non è per forza sempre rosea e ancora<br />
oggi, non è fatta che di momenti di glamour che possiamo<br />
vedere nelle riviste. Cristiano Ronaldo, nato in<br />
una famiglia modesta, si è ritrovato orfano molto giovane.<br />
Zlatan Ibrahimovic è stato cresciuto da una madre<br />
troppo rigida e un padre alcolizzato e poi sbattuto a<br />
destra e a sinistra tra le case dei due in seguito al loro<br />
divorzio. Messi, da bambino ha affrontato dei problemi<br />
di crescita e ha subito un trattamento medico specifico.<br />
Xherdan Shaqiri è figli di una coppia del Kosovo,<br />
che hanno dovuto lasciare il loro paese in guerra per<br />
trovare rifugio in Svizzera. Un inizio di vita non facile ma<br />
che non ha frenato né il loro talento, né il loro sogno.<br />
Anche se alcuni calciatori sono predisposti e possiedono<br />
un talento naturale, tutti, senza eccezione, devono<br />
lavorare e allenarsi per molte ore, per la maggior parte<br />
dell’anno prima di essere pronti a raggiungere le grandi<br />
squadre. Come per esempio Cristiano Ronaldo, che<br />
entra in un centro di formazione portoghese a 11 anni e<br />
vi passerà sei anni prima di firmare il suo primo contratto<br />
da professionista. Quanto a Zlatan Ibrahimovic, oltre<br />
alle ore di allenamento, ha praticato molto taekwondo<br />
per aumentare la flessibilità sul campo. Shaquiri,<br />
considerato la salvezza della famiglia, a 8 anni deve già<br />
giocare con un contratto. Loro, come tanti altri, sfruttano<br />
tutti i loro sforzi per raggiungere un obiettivo:<br />
l’eccellenza. E gli sforzi sono molto ben visibili durante<br />
le partite che fanno impazzire gli spettatori.<br />
Giocare con anima e corpo<br />
Ed è a questo che Dio ci chiama: una vita motivata dalla<br />
conquista: non di una coppa, ma della corona della vita<br />
eterna. Ciò dovrebbe spingerci a fare degli sforzi e dei<br />
sacrifici. Poco importano i momenti difficili da attraversare,<br />
niente può (o dovrebbe) ostacolare la corsa del<br />
cristiano verso il Cielo, e nemmeno offuscare il sogno<br />
della vita eterna. E anche se ci sono persone che sembrano<br />
essere più inclini verso le cose di Dio, l’esercizio<br />
della preghiera, lo studio della bibbia e la lode, sono<br />
dei mezzi validi per tutti per avvicinarsi al Signore e per<br />
essere pronti a far parte della squadra più bella: noi,<br />
Dio, Gesù e lo Spirito Santo.<br />
Che importa se per questo dobbiamo sottometterci<br />
a una disciplina che può sembrare più rigida. Come<br />
dice Clarence Seedorf, giocatore olandese, quattro<br />
volte campione della Champions’ League: “Il corpo è il<br />
mio strumento di lavoro. La mia mente mi mantiene in<br />
azione. Ho bisogno di entrambi”. I giocatori hanno capito<br />
perfettamente l’importanza di una vita sana tanto<br />
sul piano fisico che mentale, così come lo consiglia la<br />
Bibbia: “Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio<br />
dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio,<br />
e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati<br />
comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel<br />
vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a<br />
Dio” (1 Corinzi 6:19-20). Ma questo non è il caso di<br />
tutti i cristiani. Alcuni danno importanza solo all’anima,<br />
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