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Oroscopo In questo periodo dell’anno tornano alla mente le vecchie maschere della Commedia dell’Arte che hanno caratterizzato il Carnevale della nostra infanzia. Nel nostro immaginario esse vivono con i colori con cui autori come Goldoni le hanno rappresentate ed in esse si possono rilevare alcuni temperamenti e tratti caratteriali tipici dei dodici segni zodiacali. ARIETE CAPITAN SPAVENTA Maschera che rappresenta il soldato superbo e ambizioso che si esprime in una miscela di spagnolo ed italiano perchè nata come deformazione satirica degli invasori spagnoli. Ha lunghi baffi e un grande naso, sul capo svetta un cappello a larghe tese adorno di piume e indossa un vestito a striscie colorate dal cui fianco pende una lunga spada. Personaggio vanaglorioso dai gesti eclatanti che ama fare racconti pomposi dai toni forti, in scena, rumoreggia anche con urla assordanti ed è sempre in movimento, ma anche da fermo si presenta in atteggiamento autoritario con le mani sui fianchi, le gambe aperte e l’espressione corrucciata, e ricorda l’Ariete nel suo piglio caporalesco, nell’amore per le armi e le battaglie e nel suo ardire con le donne. TORO GIANDUJA Maschera nativa del Monferrato, ma poi diventata simbolo di Torino e del Piemonte, è la maschera più strettamente legata al suo territorio, così come lo è al proprio, il nativo del Toro. Ha un viso tondo e gaio, la capigliatura raccolta in un codino all’insù con un fiocco rosso, il cappello a tricorno e indossa una giubba di panno marrone, un panciotto giallo, i pantaloni verdi e lunghi sino al ginocchio, le calze rosse e le scarpe con la fibbia in ottone. Rappresenta il contadino di umore sempre allegro, ingenuo e, come il Toro, è conservatore, dotato di buon senso pratico e amante del buon vino e della buona tavola. Il godereccio e goloso Toro ben si lega anche al nome Gianduja, da cui deriva l’omonima cioccolata, e ai cioccolatini gianduiotti che vengono distribuiti dalla maschera durante il Carnevale. GEMELLI ARLECCHINO Maschera nata bergamasca, poi fatta esprimere in dialetto veneto. Sul capo ha un berretto di feltro e il volto è coperto da una mezza maschera nera con sopracciglia cespugliose, baffi, una protuberanza rosso o nera sulla fronte, il naso camuso e le guance incavate. Veste una a cura di Roberta Balduin CARNEVALE... una maschera per ogni segno zodiacale originale calzamaglia a losanghe multicolori, un corto giubbetto nero e alla cinta tiene una borsa di cuoio e il batoccio, che più che un arma è un bastone per girare la polenta. Servo furbo e scanzonato, ladro, bugiardo, ha un carattere vivace, pieno di immaginazione e di trovate che inventa imbrogli e burle a spese dei padroni avidi e taccagni dei quali è a servizio. Arlecchino è il brio dei Gemelli, la lingua svelta, la mimica, la gestualità, le sue battute, le sue spiritosaggini, come ha anche del segno l’agilità nel movimento, fatto di corse, capriole e salti. CANCRO RAGONDA Personaggio femminile che indossa un costume di scena molto semplice, un’ampia gonna sormontata da un grembiule e stretta in vita da una fascia, una camiciola bianca e una piccola cuffia a ricoprire il capo. Rappresenta la brava domestica a servizio presso una famiglia di signori, una donna matura ed esperta nei fatti della vita che accoglie di buon grado le confidenze della padrona pronta a favorirne, con vari sotterfugi, le sue lecite od illecite relazioni amorose, come anche pronta a toglierla eventualmente dagli impicci. Sempre sensibile alle faccende di cuore, proprio come la donna Cancro che, pur essendo tendenzialmente tradizionale, dimostra all’occorrenza piglio, decisione e reattività e, come Ragonda esprime, con un linguaggio schietto e mai volgare, i suoi discorsi pungenti ma sempre pieni di buon senso e saggezza. LEONE FLAMINIA Maschera che impersona la figura femminile della Innamorata, è un personaggio che sulla scena si rivela molto più determinato degli altri interpreti, sia nel proporsi, sia nel cercare che nel rifiutare l’amore, e che spesso si mette in contrasto con i vecchi che vorrebbero ostacolare i suoi desideri d’amore. Abile nel parlare, intraprendente e battagliera, ricorda molto il temperamento leonino sempre pronto a qualsiasi impresa per conquistare l’oggetto dei propri desideri, e nel caso di Flaminia, anche a travestirsi da uomo. La si accosta al Leone per la personalità eccentrica e la presenza scenica innata nel segno ed anche perchè alle attrici che impersonavano le Innamorate venivano richieste non solo virtù artistiche ma anche doti di bellezza e di eleganza, ed una certa capacità di eccellere sul palcoscenico. VERGINE MENEGHINO
Maschera tipica milanese il cui nome, Meneghin Pecenna, deriva dal nome dei servi, utilizzati nelle ricorrenze domenicali, chiamati "Domenighini". Indossa un sobrio abito borghese, dai colori intonati. Rappresenta l’onesto e capace servitore calato in città dal contado, di buona indole, galantuomo e amante della vita tranquilla, fedele alla moglie Cecca, e caratterizzato da un forte senso morale, e da una buona dose di saggezza. Fedele ai suoi nobili padroni, ma senza che questo venga mai a scapito della propria dignità, è tanto cauto e circospetto quanto capace di critica e rimprovero verso l’abitudine al cedere ai vizi dei nobili. In questo lo si accosta alla laboriosa e precisa Vergine, che conscia del proprio buon operato e capace di acuta criticità, sente spesso il dover sottolineare le mancanze e gli errori propri ed altrui. BILANCIA LEANDRO Questo nome si lega alla figura mitologica di un giovane innamorato morto travolto dai flutti nel raggiungere a nuoto la sua amata, la quale, non reggendo al dolore, si uccise accanto al corpo inanimato del giovane. Anche la maschera, appartenendo alla schiera degli Innamorati, si lega al concetto d’amore, e il ruolo di Leandro era interpretato sempre da attori a cui si richiedevano doti di grazia, bellezza, buona cultura ed eloquenza. L’accostamento alla Bilancia nasce dalla presenza di Venere nel segno, di cui la bellezza è una simbologia, e che si esprime nella sua grazia e nella delicatezza dei suoi lineamenti fini, nell’amore verso l’estetica, anche sotto forma di poesia, ma Venere simboleggia anche l’amore e la Bilancia ha molto in sè la cultura del sodalizio sentimentale, dell’amore votato all’unione, quello assoluto. SCORPIONE RUZANTE Maschera che nasce dal soprannome del commediografo-attore che ideò e portò in scena questo suo personaggio che rappresenta un cupo contadino che la guerra o le circostanze di un viaggio mettono in contatto con un diverso e lontano contesto, proprio come accade allo Scorpione che, spesso, sente la necessità di lasciare i propri luoghi d’origine per avventurarsi in territori sconosciuti, sia fisici o mentali, e che nutre sempre dentro di sè una sorta di nomadismo. Il linguaggio di Ruzante è scorpionico, spesso duro e colorito da argomentazioni scabrose ed espresso, anche davanti alle tragedie, sempre in tono grottesco; la presenza di Mercurio nel segno, lo rende abilissimo nel gioco delle beffe, che lo Scorpione sa attuare, e poi godere, architettando raggiri ed ironiche vessazioni ai danni delle sue ingenue vittime. SAGITTARIO DOTTOR BALANZONE Maschera bolognese che impersona solitamente un uomo di legge o un medico di aspetto imponente e dal viso con le guancie rosse, coperto da una piccola maschera che ricopre soltanto le sopracciglia e il naso, e che si appoggia su un gran paio di baffi; indossa un abito completamente nero con colletto e polsini bianchi, una giubba e un mantello e, sul capo, porta un gran cappello. Sulla scena è il personaggio serio, quello che, con fare presuntuoso, si dilunga in una saccente verbosità, infarcendo i suoi discorsi di citazioni latine e ragionamenti rigorosi quanto strampalati, ma che incantano sempre il resto degli astanti. Filosofeggia di scienze, di medicina, di legge, si intende un pò di tutto ed esprime opinioni su ogni cosa, proprio come fa il Sagittario quando, gongolando, si mette in cattedra. CAPRICORNO PANTALONE Maschera che impersona il vecchio mercante veneziano sul cui viso poggia una mezza maschera con un prominente naso a becco, la barbetta a punta e i baffi importanti; indossa lunghi pantaloni neri attillati, una giubba rossa, una lunga zimarra nera, le pantofole e, attaccato al fianco, tiene un corto spadino e la borsa dei denari (la "scarsela"), che in origine era una conchiglia. La caratterizzazione di Goldoni gli dona buon senso e lo fa portavoce delle nuove virtù borghesi e moderatore degli eccessivi entusiasmi dei giovani che lo ritengono sempre un pò pedante e noioso. Si accosta all’assennato ed avveduto Capricorno, per la presenza di Saturno nel segno che simboleggia la saggezza senile, ma anche per quel pizzico di avarizia, che rende il segno così parsimonioso. AQUARIO COVIELLO Personaggio dell’Italia centro-meridionale, esistente ancor prima dell’avvento di Pulcinella, ha il viso coperto da una maschera dal grosso naso sul quale poggiano degli enormi occhiali; indossa lunghi pantaloni attillati allacciati ai fianchi, un corpetto aderente e una corta mantella, e porta sempre con sé un mandolino. Non avendo solitamente un ruolo stabile, si adegua alle esigenze della commedia e alle caratteristiche dell’interprete e, questa versatilità ricorda molto l’Aquario in quel suo voler essere indefinito, maestro nella sua camaleontica capacità di adattarsi, di buon grado o di convenienza, alle circostanze più impreviste. Coviello canta e balla e l’inseparabilità dal suo mandolino si lega alla presenza nel segno di Nettuno, pianeta legato alla musica, così amata dai nativi dell’Aquario. PESCI PULCINELLA Maschera partenopea il cui nome forse discende dal buffone di una compagnia di girovaghi di nome Puccio D’Aniello, o da Pulcinello, un "pulcino", come suggerisce il suo naso a becco e la sua voce da chioccia. Sul viso ha una mezza maschera nera, sormontata da un bitorzolo, con gli occhi piccoli e il naso adunco e indossa una lunga e informe casacca bianca stretta da una cintura nera, tenuta bassa sopra i calzoni cadenti e un cappello a pan di zucchero. Impersona il servo bizzarro ed insensato che suona il suo tamburello e canta con la voce stridula e che mescola un’intensa vitalità ad un’indole inquieta, un pò cuor contento, un pò triste, un pò furbo e un pò ingenuo e sempre pronto a stupirsi delle cose, proprio come il Pesci sempre così sorpreso e sorprendente al
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