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Francesco Sarchi, Mondo celtico e dintorni. La ... - Arbor scientiarum

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nuovo o rimangono presenti solo per inerzia e allora sembrano elementi incoerenti con il contesto. È<br />

anche per questi motivi che, per dirla con le parole di C. Ginzburg, "i miti agiscono anche<br />

indipendentemente dalla coscienza che gli individui ne hanno" e che "nella sezione trasversale di<br />

qualunque presente sono incrostati anche molti passati, di diverso spessore temporale" 10 .<br />

A questo punto sorge legittima una domanda: è possibile individuare il nucleo primario della<br />

leggenda di Melusina? Per poter sperare di raggiungere tale scopo è necessario un lavoro di<br />

stratigrafia 11 oltre che, ovviamente, tener presente, quale punto di partenza e costante riferimento, lo<br />

stato attuale degli studi in materia. È chiaro che la leggenda genealogica, quella che assegna il nome<br />

proprio alla donna serpente, rappresenta lo strato più superficiale, l'ultima utilizzazione di un<br />

materiale fantastico di cui ancora non siamo in grado né di spiegare la genesi né di individuare il<br />

percorso. Anche la cristianizzazione del racconto e, data la difficoltà di conciliare le fate con il<br />

soprannaturale cristiano, la conseguente demonizzazione della protagonista sono un rivestimento<br />

recente, probabilmente risalgono all'ingresso del racconto melusiniano nella cultura dotta, quando i<br />

chierici cercano di recuperare e addomesticare gli esseri delle regioni beate dell'altro mondo, che nei<br />

racconti bretoni e nei miti celtici hanno rapporti con i mortali, ascrivendoli alle schiere dei demoni<br />

incubi o succubi. L. Harf-<strong>La</strong>ncner mette a nudo, all'interno dell'opera di Gualtiero di Map, la<br />

dissonanza tra il narratore gallese, che parla di fate dispensatrici d'amore e di fortuna, e il chierico<br />

che cerca di metterci in guardia dalle tentatrici demoniache 12 .<br />

L'associazione di Melusina al grande sviluppo economico dell'Occidente medievale è una di<br />

quelle operazioni che J. Le Goff definisce "risposte del racconto alle sollecitazioni della storia" 13 , ma<br />

è stata resa possibile da un contesto di significati disposto ad accoglierla. Non dimentichiamo che<br />

nella cultura folklorica il serpente è simbolo dell'ambivalenza delle forze della natura e di fecondità 14 .<br />

Le "risposte alle sollecitazioni della storia" comportano dei mutamenti di contenuto ma la struttura<br />

rimane intatta: lo schema del racconto melusiniano può essere ridotto al seguente 15 :<br />

- incontro tra l'eroe e la fata<br />

- patto<br />

- trasgressione del divieto da parte dell'eroe<br />

Sulla base di un'analisi strutturale C. Lecouteux risale da Melusina, attraverso il <strong>La</strong>i di <strong>La</strong>nval<br />

di Maria di Francia, alla dea celtica Macha, la protagonista dell' episodio della mitologia irlandese<br />

relativo all'origine della malattia degli Ulaid 16 . Lo svolgimento dei due racconti appena citati è il<br />

seguente:<br />

<strong>La</strong>i di <strong>La</strong>nval 17<br />

- <strong>La</strong>nval, cavaliere di re Artù, incontra una donna che gli dona il suo amore e la facoltà di<br />

ottenere ciò che lui desidera<br />

- la dama proibisce al cavaliere di parlare di lei, altrimenti non la rivedrà mai più<br />

- Ginevra offre il suo amore a <strong>La</strong>nval che però rifiuta<br />

- <strong>La</strong>nval per difendersi dalle insinuazioni di Ginevra dichiara di avere un'amica più bella della<br />

regina<br />

- Artù intima a <strong>La</strong>nval di dimostrare quanto ha affermato, pena l'esilio<br />

- il cavaliere è disperato perché ha violato l'interdetto<br />

- mentre <strong>La</strong>nval sta per essere giudicato sopraggiunge la fata di cui tutti riconoscono la<br />

bellezza e così viene assolto<br />

- la fata lascia la corte portando <strong>La</strong>nval con sé, ad Avalon<br />

<strong>La</strong> malattia degli Ulaid 18<br />

- Crunniuc, rimasto vedovo, vive in solitudine fra i monti

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