Armi difensive dal Medioevo All'Età Moderna - Il Cerchio di Ferro ...
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se ne danno il numero, il profilo dei margini, l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
sovrapposizione, la presenza <strong>di</strong> incavi e, o rintacchi, il modo<br />
<strong>di</strong> articolazione, la presenza <strong>di</strong> grappe, fibbie, ganci, cerniere<br />
e simili. Quando la falda sia a scarselle o a scarsel<br />
Ioni (vale a <strong>di</strong>re quando si prolunga in tali <strong>di</strong>fese senza so·<br />
luzioni <strong>di</strong> continuità) queste protezioni vanno descritte <strong>di</strong><br />
seguito ad essa. Le gran<strong>di</strong> falde quattrocentesche (coi loro<br />
fiancali ed eventuali fiancaletti) e il girello delle armature<br />
da campo chiuso si rendono invece come un tutt'uno (ma<br />
sempre iniziando <strong>dal</strong>la parte anteriore) subito dopo avere<br />
descritto il busto.<br />
Gli spallacci (o mognoni, o altra protezione della spalla) si<br />
descrivono iniziando da quello destro. Se ne danno il tipo<br />
(da uomo d'arme, da cavallo, senza ala anteriore, e simili)<br />
e se ne precisano il numero delle lame, il loro margine visibile,<br />
il tipo <strong>di</strong> articolazione, la presenza <strong>di</strong> grappe con fibbie,<br />
<strong>di</strong> fori <strong>di</strong> fissaggio, <strong>di</strong> anellotti, coietti e quanto altro.<br />
<strong>Il</strong> guardagoletta, quando c'è, si descrive con lo spallaccio <strong>di</strong><br />
cui fa parte, precisando il numero progressivo delle lame<br />
che lo formano. Quando il guardagoletta sia riba<strong>di</strong>to o fissato<br />
in altro modo, se ne dà conto, in<strong>di</strong>cando la lama cui<br />
è fermato. I fori o chio<strong>di</strong> da voltare O altre fermezze <strong>di</strong> fissaggio<br />
per un guardagoletta amovibile si <strong>di</strong>chiarano notando<br />
la lama sulla quale si trovano. Per le barrette d'arresto<br />
si procede allo stesso modo.<br />
Le buffe da spallaccio si descrivono dopo lo spallaccio cui<br />
vanno fissate quado si tratti <strong>di</strong> tipologie 'da uomo d'arme',<br />
Le buffe da torneo si descrivono, al loro posto, tra i pezzi<br />
- completi o no che siano - che compongono l'insieme per<br />
questo gioco guerresco.<br />
I bracciali si danno iniziando da quello destro. Si devono<br />
descrivere il tipo del cannone <strong>di</strong> braccio (aperto, chiuso,<br />
in una o pill lame o piastre, con lunette, girevole a bic·<br />
chiere e simili) in<strong>di</strong>candone anche la forma dello scavo sul<br />
flessore e il suo tipo <strong>di</strong> margine (liscio, orlato, cordonata).<br />
Si passa poi alla cubitiera dandone il tipo (ad esempio 'alla<br />
tedesca') e, o il numero delle lamelle e lame, e in<strong>di</strong>cando<br />
quale fra esse forma o reca l'ala; qualora vi siano riba<strong>di</strong>te<br />
e, o applicate e, o applicabili sopracubitiere o altri consimili<br />
pezzi, ciò va descritto in imme<strong>di</strong>ato seguito. Dell'aletta<br />
si danno il tipo (se chiuso O aperto) la forma (<strong>di</strong>stinguendo<br />
l'eventuale <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>mensione delle sue due metà) e le fini·<br />
ture del margine (liscio, orlato, cordonata). Ne vanno descritte<br />
le articolazioni, sia proprie <strong>di</strong> essa, sia quelk coi<br />
due cannoni, <strong>di</strong> braccio e d'i antibraccio. Infine si descrive<br />
quest'ultimo, iniziando <strong>dal</strong>la piastra articolata alla cubitiera<br />
e passando poi all'altra (rispettivamente, piastra maggiore<br />
e piastra minore) in<strong>di</strong>candone la forma (specie se modellate)<br />
il tipo <strong>di</strong> articolazione e fissaggio reciproci (cerniere,<br />
coietto) e il fissaggio dell 'una all'altra (bottone a scatto,<br />
coietto con fibbia). La presenza <strong>di</strong> barrette d'arresto va descritta<br />
dandone come sempre tutte le caratteristiche (forma<br />
e sezione, andamento, tipo delle estremità se lavorate, tipo<br />
della riba<strong>di</strong>tura). Va poi descritto l'andamento del margine<br />
al polso (<strong>di</strong>ritto, obliquo in avanti) col suo orlo o cordone.<br />
I bracciali interi (comprendenti in<strong>di</strong>ssolubilmente lo spallaccio)<br />
si descrivono partendo <strong>dal</strong>la protezione <strong>di</strong> spalla e<br />
giungendo al polso, e riuniscono quin<strong>di</strong> le due descrizioni<br />
in una sola. Nei bracciali per il gioco guerresco dove il flessore<br />
è tutto chiuso da lamelle, se ne dà il numero e si in·<br />
<strong>di</strong>ca quale tra esse è quella che si trova sotto tutte, fermando<br />
il punto dove l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> sovrapposizione cambia verso.<br />
Anche per le manopole si inizia, come sempre, da quella<br />
destra e se ne danno il tipo (a mittene, a <strong>di</strong>ta separate, o<br />
altro) e la forma quando sia tipica (per esempio a clessidra).<br />
La descrizione pitl specifica comincia <strong>dal</strong> manichino, e pas·<br />
sa poi al dorso e alle <strong>di</strong>ta O alla mittene. Del manichino si<br />
in<strong>di</strong>cano le forme (alto, basso, troncoconico, svasato, ap-<br />
puntato, stondato, orlato, cOl'donato, e simili); del dorso si<br />
dà il numero delle lame (in<strong>di</strong>cando quale è quella sotto tutte)<br />
e <strong>di</strong> queste va in<strong>di</strong>cata la lavorazione del margine visibile,<br />
segnalando anche altre caratteristiche eventualmente presen·<br />
ti, come rilievi o no<strong>di</strong> alle nocche; delle <strong>di</strong>ta si in<strong>di</strong>ca la<br />
struttura (a maglia, a lamelle, a scaglie, con guanto <strong>di</strong> pelle<br />
o <strong>di</strong> canovaccio) e del pollice in particolare si descrive la<br />
protezione che in genere è incernierata. Anche qui si defi·<br />
nisce l'eventuale lavorazione delle nocche. Le manopole per<br />
il gioco guerresco si descrivono analogamente badando a<br />
quelle particolarità che le caratterizzano e che sono assai<br />
variabili (struttura e forme <strong>di</strong>verse, usi molto specializzati,<br />
presenza <strong>di</strong> parti e, o <strong>di</strong> accorgimenti che le qualificano).<br />
In questo modo si è descritto tutto quanto protegge il capo,<br />
gli arri superiori e il tronco :ìno alla vita, ma solo in parte<br />
ciò che può <strong>di</strong>fendere le gambe fino alla coscia e, o al<br />
ginocchio (si sono già citati unicamente i casi nei quali vi<br />
siano protezioni che formino un tutt'uno con le lame <strong>di</strong><br />
falda, o formino falda o girello). Si descrivono quin<strong>di</strong> le<br />
parti <strong><strong>di</strong>fensive</strong> dei fianchi e del bacino (fiancali - con le<br />
eccezioni sopra dette - scarselle, braghetta, batticulo) e<br />
quelle (amovibili rispetto alle lame <strong>di</strong> falda) che possono<br />
giungere anche al ginocchio, come scarselloni, o i ginocchiali<br />
a crosta <strong>di</strong> gambero.<br />
Dei fiancali, iniziando da quello destro, si danno le forme<br />
generali e il tipo <strong>di</strong> margini che presentano, come per le<br />
scarse<strong>Il</strong>e per le quali si aggiungono il numero delle lame, la<br />
loro articolazione, e il tipo <strong>di</strong> fissaggio alle lame <strong>di</strong> falda;<br />
in entrambi i casi si nota la presenza <strong>di</strong> particolari strutturali,<br />
come ad esempio l'eventuale rialzo del profilo del<br />
pezzo verso la forcata.<br />
Gli scarselloni, e i ginocchiali a crosta <strong>di</strong> gambero si descrivono<br />
come le scarselle, chiarendo peraltro se si tratta <strong>di</strong> forme<br />
più avvolgenti, o meno, la linea <strong>di</strong> contorno della forcata,<br />
il numero delle lame, la presenza <strong>di</strong> prolunghe (con la specificazione<br />
del numero delle loro lame, e dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fissaggio<br />
<strong>di</strong> esse , o tra esse) la composizione del ginocchiello (numero<br />
e sud<strong>di</strong>visione delle lamelle, forme della coppa e della<br />
sua aletta) analogamente a quanto delta per le cubitiere.<br />
Le gambiere si descrivono iniziando dagli arnesi, e prima da<br />
quello destro. Di ogni cosciale si richiamano la forma gene·<br />
rale (avvolgente, slargata, o simili), la struttura col numero<br />
delle lame e, o delle piastre, con particolare in<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong> quelle che formano la lunerta quando c'è; la descrizione<br />
continua nel ginocchiello, analogamente alle cubitiere, e <strong>di</strong><br />
tutto si danno i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> articolazione. La presenza <strong>di</strong> risalto<br />
d'arresto, o <strong>di</strong> barrette d'arresto, va come sempre accuratamente<br />
descritta. L'eventuale bolgia <strong>di</strong> maglia e, o l'eventuale<br />
stincaletto si richiamano al termine della descrizione del gi·<br />
nocchiello, che deve concludersi con il richiamo delle fermezze<br />
e, o dei fori presenti per fissare la schiniera, quando<br />
vi siano. Anche le schiniere si descrivono iniziando da quel·<br />
la destra, dandone il tipo (sane, mazze, mezze, stincali) e le<br />
forme, col loro modellato, la presenza <strong>di</strong> costolature, quella<br />
<strong>di</strong> ponticelli e, o <strong>di</strong> fermezze. La piastra anteriore si dà<br />
prima dell 'altra, e si in<strong>di</strong>cano le articolazioni (cel'l1iel'e o gan·<br />
gheri) e le fermezze (chio<strong>di</strong> da voltare, bottoni a scatto,<br />
coietti affibbiati). Delle scarpe, quando vi siano, si danno<br />
la forma generale, struttura e numero delle lame - in<strong>di</strong>cando<br />
quella sotto tutte - e mo<strong>di</strong> dell'articolazione, passando<br />
infine agli eventuali sproni.<br />
L'insistenza sull'iniziare le descrizioni sempre da destra non<br />
risponde solo a un desiderio <strong>di</strong> regolarizzazione, già <strong>di</strong> per<br />
sé valido. Essa nasce da una motivazione interna che è data<br />
<strong>dal</strong>la asimmetria che sovente compare nei pezzi <strong>di</strong>fensivi<br />
corrispondentisi. Infatti il lato sinistro era sempre quello<br />
più esposto, sia in battaglia che nel gioco guerresco, e ne<br />
<strong>di</strong>scese l'opportunità (quando non la necessità assoluta) <strong>di</strong><br />
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