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Armi difensive dal Medioevo All'Età Moderna - Il Cerchio di Ferro ...

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munito <strong>di</strong> tesa frontale con nasale scorrevole, gronda <strong>di</strong> più<br />

lame. Talvolta ha il coppo rinforzato da placche avvitate.<br />

Usato <strong>dal</strong>le corazze nella prima metà del XVII secolo, e per<br />

un altro quarto <strong>di</strong> secolo anche con alcuni tipi <strong>di</strong> corsaletto<br />

sia da cavallo che da piede.<br />

TASCHETTO ALL'INGLESE, tav.30<br />

Variante leggera del taschetto caratterizzata da una gabbia<br />

<strong>di</strong> tre sbarre che scendono <strong>dal</strong>la tesa rialzabile e si riuniscono<br />

in corrispondenza del mento, proteggendo il viso. Usato <strong>dal</strong>la<br />

cavalleria leggera inglese intorno al tempo della guerra civile.<br />

TASCHETTO ALL'OLANDESE, tav, 30<br />

Variante leggera del taschetto, caratterizzata <strong>dal</strong>la presenza<br />

<strong>di</strong> quattro o più fili sul coppo e da un anello sommitale; sempre<br />

con tesa fissa. Usato in Olanda nel secondo e terzo quarto<br />

del XVll secolo.<br />

BERRETTA, tav.31<br />

Armatura del cranio molto aderente, sempre fabbricata a lamelle,<br />

piastrine, squame o <strong>di</strong>schetti montati su una cuffia <strong>di</strong><br />

pelle o canovaccio imbottito. Usata <strong>dal</strong> Xlll al XV secolo.<br />

CERVELLIERA<br />

Armatura del cranio molto aderente, quasi identica al bacinetto,<br />

salvo che poteva essere fabbricata, come l'antica berretta,<br />

<strong>di</strong> lamelle, piastrine, squame o <strong>di</strong>schetti; talora, in alcuni<br />

esemplari fra quelli <strong>di</strong> una sola piastra seicenteschi, poteva<br />

essere accompagnata da orecchie. In uso <strong>dal</strong> secolo Xll<br />

al XVllI.<br />

SEGRETA, tav.31<br />

Armatura del cranio da indossare sotto il cappello <strong>di</strong> feltro,<br />

formata da una calottina sovente messa a giorno, oppure da<br />

una struttura a barrette variamente <strong>di</strong>sposte (e talora ripiegabile)<br />

che ingabbia il cranio. Nella versione a calottina integra,<br />

vale cervelliera. Usata <strong>dal</strong> XVI al XVIII secolo.<br />

COPPO<br />

Parte superiore delle armature della testa, e che in quelle del<br />

cranio costituisce <strong>di</strong> fatto il copricapo. In genere è tondeggiante,<br />

ma non <strong>di</strong> rado assume forme ovoi<strong>di</strong> o agivate; è quasi<br />

sempre costolato in mezzeria, e sovente crestato. Era per lo<br />

più battuto in un pezzo solo, ma in alcune aree - come quella<br />

francese - e, o a partire <strong>dal</strong>lo scorcio del Cinquecento fu<br />

spesso fabbricato <strong>di</strong> due metà riba<strong>di</strong>te insieme. Vi si organizzano,<br />

in continuità e, o in contiguità, le altre parti che formano<br />

il copricapo cui appartiene.<br />

CIELO, tav. lO, 11<br />

La sommità piatta <strong>di</strong> alcuni elmi, talvolta lavorata nel coppo<br />

stesso, ma più sovente riba<strong>di</strong>ta alle altri parti.<br />

CRESTA<br />

Rilievo, tutt'uno col coppo, che sovente ne segna la mezzeria<br />

da poco sopra il suo margine frontale fino alla nuca o al collo.<br />

Negli esempi più antichi è poco più che una forte costolatura<br />

poi si rialza a controcurva e infine si allarga a sezione trapezia<br />

con la base minore in alto, il cosiddetto filo. In queste<br />

fasi della sua prima trasformazione vi è quasi sempre praticato<br />

un foro, <strong>di</strong> varia forma, per fissarvi il cimiero. Più tar<strong>di</strong>,<br />

<strong>dal</strong> terzo decennio del Cinquecento, la cresta tende a rialzarsi,<br />

e a spostare il suo colmo all'in<strong>di</strong>etro, raggiungendo il massimo<br />

intorno al settimo decennio del secolo. Nei copricapi degli<br />

anni intorno al Novanta e successivamente fino al primo quarto<br />

del Seicento la cresta torna alle <strong>di</strong>mensioni originarie e<br />

sovente si ritrae <strong>di</strong> nuovo in una semplice costolatura. Più<br />

avanti le costole, o fili, <strong>di</strong>vengono quattro, sei o più, rinfor·<br />

zando il coppo dei taschetti allora in uso. Nel Cinquecento alcuni<br />

morioni e borgognotte ebbero tre creste in luogo <strong>di</strong> una<br />

sola.<br />

FILO<br />

<strong>Il</strong> profilo della cresta, sovente lavorato a tortiglione, a finto<br />

tortiglione, a dentelli o a punte. Anche certe costolature raggiate<br />

per rinforzo del coppo.<br />

NASALE, tav. 10<br />

Protezione del naso. Negli esempi più antichi è riba<strong>di</strong>ta al<br />

margine frontale del casco, talora allargandosi in basso, e<br />

più tar<strong>di</strong> fa tutt'uno con esso, scomparendo poi insieme a<br />

quel copricapo. Riappare alla fine del XIII secolo, riba<strong>di</strong>to<br />

o incernierato al corpo del bacinetto mentre quando completa<br />

la barbuta vi si può solo appendere rialzando il lembo<br />

centrale del camaglio cui è unito. Nel Quattrocento è tuteuno<br />

col coppo <strong>di</strong> alcuni tipi <strong>di</strong> celata, o vi è riba<strong>di</strong>to. Lo si ritrova<br />

in alcune borgognotte e nei taschetti, come nei cappelli <strong>di</strong><br />

ferro, ridotto a una lunga barra arcuata, sovente allargata al<br />

sommo o in basso; scorre attraverso la tesa ed è regolato da<br />

un galletto del ponticello che lo tiene· a luogo.<br />

GUARDANUCA, tav.21<br />

<strong>Il</strong> prolungamento posteriore del coppo dell'elmetto da uomo<br />

d'arme che scende sul collo; vi è sistemato il gambo della<br />

rotellina e vi si appoggiano i margini posteriori dei guanciali;<br />

sovente è anzi l'intaccato in basso per fissarli meglio.<br />

ROTELLINA DA GUARDANUCA, tav.21<br />

Nell'elmetto da uomo d'arme, piccolo <strong>di</strong>sco fissato all'estremità<br />

<strong>di</strong> un breve gambo riba<strong>di</strong>to al guardanuca. Copriva il<br />

falso tra i due guanciali e proteggeva le allacciature della baviera.<br />

PENNACCHIERA<br />

Tubicino tronco-conico, più aperto in alto, o scudetto a scartocci,<br />

nel quale si fissava il pennacchio; questo talora riassicurato<br />

anche a più piccole sforature che attraversavano la<br />

cresta vicino al suo colmo.<br />

GRONDA<br />

Protezione posteriore del collo, e talora dell'alto della schiena,<br />

in una o più lame, articolata o riba<strong>di</strong>ta lungo il margine<br />

inferiore del coppo. Ebbe varie forme secondo il tipo <strong>di</strong> copricapo<br />

che completava, nei <strong>di</strong>versi luoghi e tempi d'uso.<br />

FRONTALE, tav. 20, 21<br />

Piastra <strong>di</strong> rinforzo variamente sagomata, riba<strong>di</strong>ta in aderenza<br />

alla regione frontale <strong>di</strong> molti copricapi per raddoppiarne la<br />

<strong>di</strong>fesa. Negli elmetti più antichi ha <strong>di</strong>mensioni ridotte e contorni<br />

semplici, ma poi viene ampliato facendo assumere al<br />

suo margine superiore un andamento mistilineo cuspidato in<br />

più punti. Analogo processo avviene nelle celate. Negli elmetti<br />

cinquecenteschi e dei tempi successivi il frontale torna<br />

ad essere semplice e strettamente funzionale e si ritrova soprattutto<br />

su copricapi specializzati.<br />

FRONTALE (PER CELATA) DA CARRTERA, tav. 19<br />

In due pezzi destinati a volare in aria quando se ne centra<br />

il meccanismo <strong>di</strong> eiezione. Completava sovente la celata da<br />

carriera.<br />

TESA<br />

Protezione sporgente a riparo degli occhi, fissa o girevole sulle<br />

bande, nel qual caso poteva coprire in altezza anche parte<br />

della fronte. Quando è girevole, si impernia insieme alle altre<br />

parti, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutte o subito sotto la ventaglia (poiché<br />

nei modelli in cui compare manca in genere la vista). Vi<br />

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