Armi difensive dal Medioevo All'Età Moderna - Il Cerchio di Ferro ...
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significativi, le basi); anche <strong>di</strong> essi si dà la sporgenza quando<br />
l'hanno, misurandola come corda dell'arco che la loro<br />
curvatura trasversale massima proietta in un piano orizzon·<br />
tale immaginario. E sempre, al solito, se ne dà il peso in<br />
grammi.<br />
Molto opportuno è prendere ricalchi della decorazione incisa;<br />
ciò può farsi molto semplicemente usando della buona<br />
carta velina, O della buona carta per copie dattiloscritte, e<br />
strofìnandone la superficie con una matita mentre si tiene<br />
il foglio appoggiato al pezzo; se ne ricava un rilievo che<br />
ripete i motivi alla grandezza naturale, esalti al millimetro, e<br />
anche questo serve a <strong>di</strong>stanza per le necessarie comparazioni<br />
con altro materiale. Con lo stesso sistema, si possono pren·<br />
dere le firme, e molte marche (ma non tutte, perché alcuni<br />
punzoni sono assai profon<strong>di</strong>).<br />
Firme e marche vanno però anche fotografate una per una,<br />
badando con molta cura all'incidenza delle luci che in questi<br />
casi è <strong>di</strong> grande importanza. Se ne deve misurare esauamente<br />
una lunghezza significativa (con approssimazione al decimo<br />
<strong>di</strong> millimelro) per poterie poi stampare a grandezza naturale;<br />
<strong>di</strong>segni e, o foto ingran<strong>di</strong>te possono essere utili per slU<strong>di</strong>o,<br />
ma la fotografia 'al vero' è in<strong>di</strong>spensabile ed è l'unica che<br />
può fare testo comparativo (anche, ad esempio, per certe<br />
imperfezioni del punzone da confrontare COn altre marche,<br />
ma non solo per questo). Anche il <strong>di</strong>segno tende sempre, seppure<br />
inconsapevolmente, a dare già una lettura piuttosto che<br />
una rappresentazione. ma è certo necessario in fase <strong>di</strong> ap·<br />
proccio, purché quotato.<br />
Fotografare bene un'arma <strong>di</strong>fensiva è sempre molto <strong>di</strong>fIi·<br />
cile; nessun fotografo, per quanto bravo, può fotografare<br />
senza avere ricevuto <strong>dal</strong>lo storico tutte le in<strong>di</strong>cazioni necessarie<br />
sul come debba essere eseguita la ripresa scientifica: ciò<br />
che si vuole, sotto quale angolo, a quale altezza, con quali<br />
luci, e così via. J1 modo migliore è <strong>di</strong> preparare ripresa per<br />
ripresa uno schizzo abbastanza preciso <strong>di</strong> quello che occorre,<br />
con le in<strong>di</strong>cazioni necessarie messe per iscritto. Fotografie<br />
contrastate O sotto incidenze che alterano la lettura del pezzo,<br />
non sono éJmmissibili per un catalogo o lIna scheclatura; possono<br />
essere espressive, ma danno sempre una lettura del pezzo<br />
estremamente parziale e inesatta. L'oggettività assoluta<br />
non esiste - ed è bene che non esista - ma non si deve<br />
cadere nell'improvvisazione, nel casuale e nella ricerca clell'effetto.<br />
Fotografare è, in questo contesto, una operazione<br />
storico-critica la cui responsabilità spetta allo stu<strong>di</strong>oso. Vi<br />
sono lavori, anche importanti, il cui nesso tra <strong>di</strong>scorso e<br />
immagine si perde, o si altera, proprio perché ]'immagine non<br />
è stata controllata; per non parlare delle fotografie d'archivio<br />
che il più delle volte sono - non solo da noi - inservibili,<br />
e che non concorrono in nulla a una seria documentazione.<br />
In altri casi una datazione è stata proposta sulla base <strong>di</strong><br />
fotografie che per avere avuto un punto <strong>di</strong> ripresa anche <strong>di</strong><br />
poco troppo alto o troppo basso rispetto a quello corretto<br />
(che - in via <strong>di</strong> massima - corrisponde al baricentro del<br />
soggetto) o una linea <strong>di</strong> ripresa non ortogonale alla sua superficie,<br />
ne avevano tra<strong>di</strong>to le caratteristiche reali, con tutte le<br />
conseguenze del caso. Ciò non significa affatto che non debbano<br />
anche esserci documentazioni <strong>di</strong> tipo particolare, anzi;<br />
vuole solo <strong>di</strong>re che prima vanno assicurate le documentazioni<br />
<strong>di</strong> base secondo criteri prestabiliti e non rinunciabili, e che<br />
solo dopo si può aggiungere quanto si voglia, ricordando che<br />
esistono non piccoli problemi nel costo <strong>di</strong> una campagna<br />
fotografica.<br />
Nelle tavole, le posizioni dei <strong>di</strong>segni danno un'idea <strong>di</strong> come<br />
un pezzo possa essere ripreso, ma anche esse offrono letture<br />
pur sempre parziali. Ad ogni modo in questa sede servono<br />
fotografie non contrastate, con fon<strong>di</strong> per lo pill chiari, scattate<br />
usando molta luce e abbattendola con <strong>di</strong>ffusori; l'uso<br />
del flash per quanto controllato non conduce a risultati po·<br />
sitivi. Una buona fotOgrafia deve, ad ogni modo, assicurare<br />
completa lettura del soggetto: forma, decorazione, panico·<br />
lari, colori. Non deve avere punti che 'sparino' o troppo<br />
in ombra; ogni contorno deve essere netto e leggibile, senza<br />
alterazioni della sua linea reale.<br />
<strong>Il</strong> trasferimento alle schede OA <strong>di</strong> una catalogazione come<br />
quella descritta non può essere che per parti, ma nulla però<br />
vieta <strong>di</strong> preparare intercalari idonei ad una più completa<br />
informazione.<br />
Sul piano pratico, la schedatura OA va fatta pezzo per pezzo,<br />
'estraendo' <strong>dal</strong>la schedatura <strong>di</strong> base quanto vi si riferisce.<br />
Ove si debbano trasferire sulle schede OA le rilevazioni<br />
complesse che si sono descritte, ad esempio per una armatura<br />
da cavallo, si procederà come segue. Una prima scheda<br />
dovrà riportare: i dati generali dell'armatura, con la sua<br />
sintetica descrizione tipologica e i mo<strong>di</strong> della eventuale decOl"azione;<br />
la sua eventuale appartenenza a una guarnitura;<br />
l'elenco dei pezzi che la compongono; le in<strong>di</strong>cazioni generali<br />
necessarie; le in<strong>di</strong>cazioni bibliografiche necessarie; il tutto<br />
come nel modello. Vi sarà poi lutta una serie <strong>di</strong> schede, una<br />
per ogni pezzo, su ciascuna delle quali si riporteranno: i<br />
dati specifici tecnico-funzionali e decorativi; le firme e le<br />
marche che vi compaiono; le eventuali in<strong>di</strong>cazioni biblia.<br />
grafiche specifiche; e così via, il tUlto come nel modello. Ogni<br />
pezzo dovrà essere descritto senza le parti aggiuntive che<br />
eventualmente lo accompagnano; ad esempio uno spallaccio<br />
separatamente <strong>dal</strong>la buffa avvilatagli sopra; una cubitiera<br />
separatameme <strong>dal</strong> corrispondente guardabraccio, e così via.<br />
Ogni pezzo però conserverà il numero d'inventario dell'al'·<br />
matura cui appartiene, in modo da poter richiamare insieme<br />
tutta l'informazione ad essa relativa. Le descrizioni c1ovran·<br />
no essere concise e chiare, prive <strong>di</strong> aggettivazioni inutili O<br />
ridondanti; l'apparato critico sarà anch'esso sobrio e pre·<br />
ciso, non trattandosi - in tale sede - <strong>di</strong> stendere manografie<br />
ma <strong>di</strong> organizzare una inrormazione <strong>di</strong> base. Dovrà<br />
essere data la giusta importanza ai documenti manoscritti<br />
(a carattere inventariale o <strong>di</strong> nota) eventualmente presenti<br />
presso musei, archivi, o altre se<strong>di</strong>, relativi al soggetto. Ed è<br />
chiaro da tutto questo, che il <strong>di</strong>zionario terminologico sarà<br />
solo uno e non il maggiore tra gli strumenti conoscitivi <strong>di</strong><br />
cui si dovrà <strong>di</strong>sporre per lavorare sul materiale.<br />
Lionello G. Boccia<br />
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