Armi difensive dal Medioevo All'Età Moderna - Il Cerchio di Ferro ...
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impiallacciature, gli intarsi e le incassature sul legno, e le<br />
materie impiegate (legni <strong>di</strong>versi, avorio, osso, madreperla,<br />
fili metallici). I fon<strong>di</strong> possono essere sgraffiati, graniti, ribassati;<br />
politi, anneriti, dorati, e simili. Sul legno e sul cuoio<br />
(più <strong>di</strong> rado sul metallo) possono esservi o esservi state coloriture,<br />
non <strong>di</strong> rado precedute da preparazioni: alla pastiglia,<br />
su foglia d'argento, e così via (e le tracce residue vanno notate,<br />
cercando anche <strong>di</strong> capire se il colore originale abbia virato<br />
col tempo). Le <strong>di</strong>pinture si descrivono per tecnica (a tempera,<br />
a olio) come gli smalti (dei quali si danno le consuete caratteristiche<br />
<strong>di</strong> lavorazione) cui si aggiunge lo smalto d'oro<br />
talora presente. Molte superfici sono colorite con mezzi<br />
termici, e possono essere brunite, azzurrate, bronzate. La<br />
descrizione dei decori non può avere regole fisse; si parte<br />
però sempre <strong>dal</strong> suo aspetto generale (a liste, a fasce, su tutta<br />
la superficie, a rete) dandone insieme le caratteristiche tecniche<br />
(sbalzi, agemine, e così via) i soggetti (a girali, a no<strong>di</strong>, a<br />
formelle, a figure, a trofei, e simili, che possono anche coesistere<br />
tra loro) e infine le <strong>di</strong>verse materie e coloriture. In<br />
molti casi - e sempre in quelli <strong>di</strong> qualità - è la stessa<br />
decorazione che impone la propria logica interna alla tecnica<br />
descrittiva. Quando compaiono più volte <strong>di</strong>vise, emblemi,<br />
stemmi, monogrammi, e simili, conviene darne separatamente<br />
la <strong>di</strong>sposizione sull'insieme dei pezzi descritti, per non continuare<br />
a ripetersi. Gli emblemi e simili si descrivono aral<strong>di</strong>camente;<br />
le lettere che compongono i monogrammi si danno<br />
nell'or<strong>di</strong>ne in cui si leggono, badando però attentamente<br />
al loro intreccio, che può aiutare moltissimo - se ' visto'<br />
bene - a precisarne la successione esatta.<br />
Sulle armi non compaiono solo questi elementi decorativi,<br />
ma anche scritte, date, firme e marche (degli armaioli e, o<br />
<strong>di</strong> proprietà o <strong>di</strong> controllo). Le scritte si riportano così come<br />
stanno, cioè coi loro segni <strong>di</strong> abbreviazione e gli errori; non<br />
si normalizzano né si traducono e si sciolgono (se lo si<br />
voglia) solo in parentesi e dopo averle riportate. Esse si scrivono<br />
sempre in maiuscolo (se in stampa, in maiuscoletto).<br />
Si intendono come' scritte' anche i nomi che possono comparire<br />
sotto una <strong>di</strong>vinità, un santo o altro personaggio, mentre<br />
quelli dell'armaiolo e, o del decoratore vanno (anche<br />
quando monogrammati) tra le firme. Le firme sulle armi<br />
<strong><strong>di</strong>fensive</strong> sono molto rare, mentre sono assai comuni sulle<br />
armi da punta e da taglio e su quelle da tiro. Infatti sulle<br />
armature, i corsaletti e le loro parti è molto più facile trovare<br />
marche. Le une e le altre compaiono, per così <strong>di</strong>re, su luoghi<br />
deputati: in genere per le firme dell'armaiolo si tratta del<br />
petto (per lo più in alto e in mezzeria) o della schiena (molto<br />
<strong>di</strong> rado, e più o meno negli stessi punti) mentre le marche<br />
possono <strong>di</strong>stribuirsi in molti punti dello stesso insieme. In<br />
genere esse possono trovarsi: per le maglie, su un bollo<br />
contesto ad esse; per le corazzature, al loro interno; per i<br />
copricapi, sul coppo e piil <strong>di</strong> rado sui guanciali o la tesa; per<br />
il petto, presso lo scollo o vicino all'ascella destra o in basso<br />
in mezzeria; per la schiena (molto <strong>di</strong> rado) in alto in mezzeria;<br />
per la panziera e il guardarene, in mezzeria in alto o al<br />
centro; per le falde, per lo più in mezzeria; per gli spallacci,<br />
alla punta dell'ala posteriore; per le loro buffe, sul davanti;<br />
per i bracciali, al sommo del cannone <strong>di</strong> braccio; per le cubitiere,<br />
sull'aletta; per i guardabracci, sulla loro ala; per le<br />
manopole, per lo più presso il polso, <strong>dal</strong>la banda interna; per<br />
gli arnesi, in genere sulla lunetta, e, o sull'ala del ginocchiello;<br />
per le schiniere, al sommo. La firma dell'incisore può<br />
stare in qualsiasi posto, ma in genere essa compare su o accanto<br />
a un elemento significativo della decorazione; in qualche<br />
caso - tra tutt'altri motivi - vi è un profilo che può<br />
essere una specie <strong>di</strong> autoritratto O <strong>di</strong> segno <strong>di</strong>stintivo.<br />
Alle marche dell'armaiolo si possono unire quelle <strong>di</strong> controllo<br />
e, o <strong>di</strong> proprietà. Le marche <strong>di</strong> controllo sono punzoni ap-<br />
posti da una città (o <strong>dal</strong>la sua gilda o arte che si occupava<br />
del commercio dell armature) come garanzia <strong>di</strong> avvenuto<br />
e positivo esame, quando non ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> prova del pezzo;<br />
si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un segno molto importante, perché sovente<br />
è l'unico a in<strong>di</strong>carne la provenienza. In qualche caso le<br />
marche sono doppie, e per il materiale quattrocentesco ciò<br />
può significare l'avvenuta prova alla balestra da torno, che<br />
era più potente <strong>di</strong> quella a crocco: la cosiddetta 'tutta prova'<br />
in alternanza alla 'mezza prova' che si aveva con l'altra.<br />
Mentre le marche <strong>di</strong> controllo recano per lo più le armi della<br />
città (quelle <strong>di</strong> Norimberga o <strong>di</strong> Landshut, per esempio) o un<br />
segno simbolico (la '$tadtpyr' <strong>di</strong> Augsburg, o il 'perron' <strong>di</strong><br />
Liegi) gli armaioli stranieri marcano per lo pitl con uno scudetto<br />
caricato <strong>di</strong> una o più figure, spesso accompagnate <strong>dal</strong>le<br />
loro iniziali. Anche i proprietari marcano talora con uno<br />
scudetto figurato. In tutti questi casi lo scudetto si descrive<br />
usando la tecnica e il linguaggio dell'aral<strong>di</strong>ca, mentre per le<br />
marche <strong>di</strong> controllo sarà in genere sufficiente <strong>di</strong>re 'col punzone<br />
<strong>di</strong> Norimberga', 'col punzone <strong>di</strong> Zurigo', senza altre<br />
specificazioni. I cataloghi importanti e gli articoli monografici<br />
sono ricchi <strong>di</strong> marche <strong>di</strong> ogni tipo, ma esistono più marche<br />
che attribuzioni incontrovertibili, e possono sempre presentarsi<br />
marche del tutto ignote, o non ancora pubblicate.<br />
In ogni caso la descrizione deve essere la più accurata possibile,<br />
e una catalogazione o schedatura non S0l10 complete<br />
se non sono accompagnate <strong>dal</strong>la riproduzione <strong>di</strong> ciascuna<br />
marca (a grandezza naturale) che deve essere ripetuta per<br />
tutte le volte che compare, anche quando è identica come<br />
modello.<br />
Per Ic marche quattrocentesche italiane il problema è più<br />
complesso. Va detto anzitutto che la produzione <strong>di</strong> un'armatura<br />
italiana (in pratica però il materiale imporlante <strong>di</strong> cui<br />
<strong>di</strong>sponiamo è quasi completamente settentrionale) avveniva<br />
con una esasperata parcellizzazione del lavoro. C'era un<br />
mercante-armaiolo, o una società finanziaria e produttiva<br />
insieme, sovente in accoman<strong>di</strong>ta, che assumeva una determi·<br />
nata commessa; il lavoro veniva poi <strong>di</strong>stribuito anche tra piÙ<br />
botteghe, per far fronte all'impegno, e in ogni caso ESSO finiva<br />
per fare capo a pitl specialisti che operavano agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un<br />
armaiolo più importante, talora anche nella sua stessa bottega.<br />
A parte i lavoratori molto abili addetti a fasi produttive<br />
anche delicate, ma ritenute preparatorie e, o <strong>di</strong> sola finitura,<br />
e i semplici appren<strong>di</strong>sti, ogni maestro siglava con la propria<br />
marca i pezzi da lui fatti (e vi erano specialisti per i copricapi,<br />
per i busti, per le <strong>di</strong>fese degli arti superiori, per quelle<br />
degli arti inferiori, per le protezioni <strong>di</strong> maglia, e così via).<br />
La loro marca, o doppia marca, obbe<strong>di</strong>sce a quanto detto<br />
sopra per le prove <strong>di</strong> bontà del pezzo. Ma da noi si scorge<br />
spesso una terza marca posta al <strong>di</strong> sopra delle altre (che in<br />
genere sono in coppia) come a formare il vertice <strong>di</strong> un<br />
triangolo; quest'ultima marca (in genere <strong>di</strong>versa <strong>dal</strong>le altre<br />
due - uguali tra loro - e sovente coronata) è quella che<br />
in<strong>di</strong>ca l'armaiolo che ha assunto la commessa, e che ne<br />
risponde.<br />
Queste marche italiane (assai rare, salvo che per il tardo<br />
Trecento e il Quattrocento coi primissimi anni del secolo<br />
seguente) non sono quasi mai figurate. Esse sono per la massima<br />
parte costituite da un monogramma sormontato da un<br />
segno <strong>di</strong> contrazione, O da una corona, o da una croce varia·<br />
mente <strong>di</strong>segnata, composto per lo più con le iniziali del nome<br />
proprio (per assoluta eccezione, del cognome). Rarissima è<br />
la firma per esteso, ma la si trova in almeno quattro casi:<br />
tre col solo nome proprio, uno col cognome. Lo scioglimento<br />
e l'attribuzione delle marche italiane note sono assai <strong>di</strong>fficili:<br />
i punzoni SO<strong>Il</strong>O spesso consunti, talora ribattuti due volte<br />
uno sull'altro e perciò poco leggibili, ma anche quando lo<br />
siano bene è molto arduo - in pratica quasi impossibile -<br />
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