Il servizio di impollinazione - Il divulgatore
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coltura e della presenza <strong>di</strong> fioriture competitive.Un’esatta valutazione delle necessità potrà essere<br />
effettuata solo <strong>di</strong> volta in volta: <strong>di</strong> norma mai sotto i 5 alveari ad ettaro e in particolare per la<br />
frutticoltura riteniamo, alla luce delle nostre esperienze, che debbano essere impiegati da 5 a 10<br />
alveari/ha <strong>di</strong> frutteto in produzione. Ovviamente l'agricoltore dovrà, nel periodo della presenza degli<br />
alveari in azienda, astenersi da effettuare qualsiasi trattamento antiparassitario o erbicida.<br />
<strong>Il</strong> <strong>servizio</strong> <strong>di</strong> <strong>impollinazione</strong> in pieno campo, a prescindere che si tratti <strong>di</strong> piante da frutto, oleaginose o<br />
foraggere, sortirà gli effetti desiderati solo se saranno osservate le seguenti norme.<br />
1. Valutazione del giusto carico <strong>di</strong> alveari a ettaro.<br />
Tale valutazione dovrà tenere conto <strong>di</strong> due aspetti.<br />
<strong>Il</strong> primo è rappresentato dalla forza delle colonie atte al <strong>servizio</strong> <strong>di</strong> <strong>impollinazione</strong>. Con il termine<br />
"forza" si intende il numero <strong>di</strong> api adulte presenti nella singola colonia cui corrisponderà un adeguato<br />
numero <strong>di</strong> celle <strong>di</strong> covata nei <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> sviluppo. <strong>Il</strong> secondo riguarda la presenza <strong>di</strong> eventuali<br />
fioriture concomitanti sul territorio. Tali fioriture dovranno essere considerate in termini <strong>di</strong> competitività<br />
con la coltura da impollinare (secrezione nettarifera, concentrazione zuccherina del nettare secreto,<br />
qualità del polline prodotto, ecc.).<br />
2. Epoca <strong>di</strong> introduzione degli alveari nell'appezzamento.<br />
Tale epoca risulta <strong>di</strong>versa per le <strong>di</strong>verse specie vegetali; ad esempio nel melo il periodo migliore<br />
corrisponde a quando sono aperti il 20- 30% dei fiori, mentre nel susino cino-giapponese quando la<br />
fioritura è intorno al 90-100%. Nelle crucifere e nelle leguminose si possono trasportare le colonie <strong>di</strong><br />
api quando la fioritura è intorno al 10-15%: avremo in questo caso la certezza <strong>di</strong> una corretta<br />
<strong>impollinazione</strong> durante tutta la fioritura scalare. Nelle composite, e nel girasole in particolare, è<br />
sufficiente che siano in deiscenza i fiori <strong>di</strong> circa il 10% dei capolini.<br />
3. Distribuzione degli alveari nell'appezzamento.<br />
È senza dubbio preferibile <strong>di</strong>stribuire gli alveari in piccoli gruppi; in frutticoltura appare opportuno<br />
<strong>di</strong>sporli lungo i filari in quanto da nostre osservazioni sul kiwi è emerso che le api preferiscono<br />
bottinare lungo il filare e solo saltuariamente si spostano tra i filari.<br />
4. Corretta ubicazione nei confronti della luce.<br />
L'orientamento est-sud appare maggiormente idoneo a sfruttare il più possibile la luce <strong>di</strong>urna dall'alba<br />
al tramonto.<br />
5. Sfalciatura delle piante spontanee fiorite presenti nell'appezzamento della coltura da<br />
impollinare o nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze. Tali fioriture, sovente più attrattive (tarassaco, veronica,<br />
borragine, Lamium sp., ecc.), <strong>di</strong>straggono le api raccoglitrici dai fiori della coltura che interessa far<br />
produrre.<br />
6. Valutazione del numero <strong>di</strong> piante autosterili o intersterili presenti nell'appezzamento<br />
colturale.<br />
Tale numero deve essere correlato con la frequenza delle piante impollinatrici presenti<br />
nell'appezzamento. Ovviamente occorreranno più vettori <strong>di</strong> polline se le piante impollinatrici risultano<br />
maggiormente <strong>di</strong>stanziate. La raccolta <strong>di</strong> rametti fioriti <strong>di</strong> altre cultivar, appositamente <strong>di</strong>sposti in<br />
recipienti con acqua e appesi a debita <strong>di</strong>stanza tra le piante impollinatrici, torna sempre senza dubbio<br />
utile nell'<strong>impollinazione</strong> incrociata del frutteto, tenuto conto della <strong>di</strong>ffusa autoincompatibilità esistente<br />
normalmente tra le singole cultivar.<br />
7. Valutazione dell'entità e della <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> eventuali tendoni antigran<strong>di</strong>ne che <strong>di</strong>sturbano<br />
o quanto meno <strong>di</strong>sorientano le api nei loro voli.<br />
8. Valutazione delle <strong>di</strong>stanze e dello stato vegetativo delle piante da impollinare (concentrazione<br />
<strong>di</strong> fiori per ettaro) e accertamento dell'epoca <strong>di</strong> fioritura delle <strong>di</strong>verse cultivar.<br />
Impiego <strong>di</strong> altri Apoidei<br />
Certamente forti colonie <strong>di</strong> api rappresentano la massima garanzia per una corretta <strong>impollinazione</strong><br />
entomofila. Tuttavia per il <strong>servizio</strong> <strong>di</strong> <strong>impollinazione</strong> è possibile utilizzare anche altri insetti pronubi che,<br />
per le loro specifiche peculiarità, ben si prestano a tale <strong>servizio</strong>. In particolare in ambiente protetto<br />
(tunnel, serra, ecc.), i bombi (Bombus terrestris) sono da tempo considerati idonei nell’<strong>impollinazione</strong><br />
del pomodoro o <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> bosco.Si tratta <strong>di</strong> insetti sociali che vivono in piccole colonie provviste <strong>di</strong>