Il servizio di impollinazione - Il divulgatore

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nutritore zuccherino (i fiori di pomodoro non secernono nettare) e che non hanno, al contrario delle api mellifere, particolari esigenze di termoregolazione. Altri interessanti insetti da utilizzare nell’impollinazione guidata sono alcune specie di osmie (Osmia cornuta, O. rufa,O. coerulescens). Si tratta di api solitarie che nidificano in forma gregaria e che possono agevolmente essere impiegate proficuamente su diverse colture di serra o di pieno campo. Per favorire l’impollinazione del trifoglio, o meglio ancora dell’erba medica, possiamo all’occorrenza impiegare un altro Imenottero solitario, il Megachile rotundata che, una volta allevato, si rende disponibile verso l’inizio dell’estate. Tale insetto, nell’attività di raccolta, predilige orientarsi sui fiori delle Leguminose da cui, oltre a raccoglie nettare e polline, preleva gli involucri (frammenti di foglia) dove depositare le uova.La metodologia di distribuzione degli insetti in farfallamento (bozzoli) e dei nidi nell’appezzamento dove è presente la coltura da impollinare è simile a quella prevista per Osmia spp. OSMIA, UN’EFFICIENTE APE SOLITARIA Piotr Medrzycki, Fabio Sgolastra, Serena Alessandrini - AGRISOS Già da tempo si conosce e si utilizza il servizio di impollinazione nei frutteti operato dalle api da miele, mentre ancora fino a qualche anno fa poco si sapeva in Italia dell’impiego di osmie. La specie Osmia cornutaè stata studiata approfonditamente negli anni 1997-2001, nell’ambito del progetto finalizzato “AMA – Ape, Miele, Ambiente”, finanziato dal Mipaaf e coordinato dall’Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna. Sono stati studiati la biologia e il comportamento di questo importante apoideo solitario. Sono stati anche elaborati i metodi di applicazione per migliorare la sua efficienza come mezzo nell’impollinazione guidata delle colture fruttifere e da seme. Quest’ape solitaria offre numerosi vantaggi rispetto all’ape da miele grazie alle sue caratteristiche morfologiche e comportamentali: il suo breve ciclo vitale la obbliga a volare anche in condizioni meteorologiche avverse e, avendo un ristretto raggio d’azione, essa concentra il proprio lavoro nel campo su cui viene rilasciata. Inoltre, presentando le setole collettrici posizionate nella parte ventrale dell’addome, riesce a trasportare molto più polline rispetto a quanto fanno altri pronubi e a farlo entrare in contatto con gli organi riproduttivi delle piante con più facilità. È stato ampiamente dimostrato che l’utilizzo di osmie per l’impollinazione porta a un notevole aumento quantitativo della produzione e alla formazione di frutti esteticamente migliori e con caratteristiche organolettiche superiori alla media. In molti casi l’utilizzo delle osmie ha portato a raddoppiare la produzione o comunque a ottenere un buon raccolto in annate in cui le condizioni meteorologiche non sono state ottimali. Inoltre è possibile utilizzarle per impollinare quelle specie sulle quali la comune ape da miele normalmente non da risultati apprezzabili (es. pero, colture precoci, colture in serra o tunnel).
QUANTO SONO TOSSICI QUESTI AGROFARMACI? Un progetto regionale ha valutato, in campo e in laboratorio, l’effetto di 49 agrofarmaci nei confronti delle api, consentendo di classificarli in base al grado di tossicità. Un gruppo di lavoro del Dista dell’Università di Bologna e del Cra-Api, Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, ha valutato 49 prodotti commerciali (39 sostanze attive singole o in miscela) nell’ambito del progetto coordinato dal Crpv dal titolo “Api e agrofarmaci” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. Valutate tossicità e pericolosità Nelle prove di laboratorio la tossicità di ogni prodotto verso le api adulte è stata valutata per ingestione e per contatto indiretto. Al fine di ottenere un dato veloce e pratico per i numerosi prodotti presenti sul mercato (in particolare quelli di recente immissione), si è scelto di saggiarli alla sola dose di campo indicata per ogni formulazione. Nel caso questa fosse diversa per le varie colture, è stata considerata quella relativa al pero. In base alla percentuale di mortalità, corretta con la formula di Schneider-Orelli (rilevata alla 12a ora dall’inizio della prova), il prodotto è stato classificato come “non tossico” (
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