periodico di comunicazione sociale - culturale - istituzionale

“360 gradi”, piccola rubrica fotografica
Fotografare il deserto
di Luca Policastri
La brezza della notte muove un
lembo della tenda mal fissato.
Avvolto nel mio sacco a pelo, col
viso ghiacciato dal freddo pungente
non riesco a distogliere
lo sguardo dal brandello di cielo
che riesco a scorgervi. Quante
stelle in quel piccolo triangolo!
Non le ho mai viste così luminose,
che strano! Anche la brezza
è così particolare, fredda eppure
carica di afrore esotico. Non ho
voglio di dormire, voglio assaporare
fino in fondo queste emozioni.
Sensazioni ataviche che
riemergono in una mente ed in
un corpo troppo abituati ad una
vita moderna? Già, la nostra vita
quotidiana in un mondo così progredito
ci obbliga a ritmi frenetici
eppure ci sottrae alla vera natura
di cui facciamo parte. Siamo costretti
ad osservare poco, a riflettere
meno e la vita ci scorre fra
le dita senza averla conosciuta.
E’ lo stesso mondo che ci porta
ad immaginare il deserto come
un’immensa distesa di sabbia
inutile e fastidiosa, monotona
e arida. Niente di più sbagliato!
Basta trascorrere solo qualche
giorno in un deserto per rendersi
conto di quanta diversità possa
offrire. Ci si accorge pian piano
che anche un deserto è ricco
di fauna così come di forme
di vita vegetale, a volte bizzarre
e affascinanti. I paesaggi e gli
scenari poi cambiano continuamente.
Così la luce nell’arco di
una giornata disegna di volta in
volta nuove linee e nuovi colori
lasciando spazio enorme all’osservazione
ed alla creatività se ci
si vuole cimentare a ritrarre foto-
graficamente questo spettacolo
della natura.
Per fotografare, la luce è davvero
intensa, spesso bisogna aiutarsi
con filtri neutri o col polarizzatore
che usato saggiamente esalta le
diverse stratificazioni delle dune
scolpite dal vento. Ho imparato
anche che, contrariamente a
quanto si può immaginare, può
essere più utile un teleobiettivo
che un grandangolare per schiacciare
i piani e comporre coi profili
delle dune. Ma la capacità di
osservare e di capire quest’ambiente
fantastico rimane la cosa
fondamentale per poterlo ritrarre.
Questo mi preparo ad affrontate
domani quando il caldo secco ed
intenso prenderà il posto della
gelida notte, quando dovrò coprirmi
per difendermi dalla sabbia
sottile al posto della fresca brezza,
quando i miei occhi adesso
spalancati ad osservare l’universo
si socchiuderanno a fessura
per filtrale la luce intensissima
del giorno.
E’ un mondo fantastico e comprendo
sempre di più quei popoli
che come i beduini, i tuareg o i
boscimani, considerano il deserto
la loro patria e non riescono a
farne a meno.
Le mie palpebre diventano sempre
più pesanti, e mi addormento
pensando alle avventure che
mi aspettano domani in questo
mondo tutto da scoprire.
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Deserto del Namib foto di Luca Policastri