Il Documento annuale di programmazione 2003 ... - Regione Umbria
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30<br />
Considerazioni<br />
conclusive<br />
Supplemento straor<strong>di</strong>nario al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 10 del 5 marzo <strong>2003</strong><br />
Si tratta <strong>di</strong> questioni non marginali che rischiano <strong>di</strong> vanificare gli<br />
sforzi fatti con il federalismo fiscale al fine <strong>di</strong> rendere<br />
progressivamente più stringenti i vincoli <strong>di</strong> bilancio delle<br />
Regioni: quale politica <strong>di</strong> rigore potrà mai essere adottata da<br />
amministrazioni che ad ottobre non conoscono ancora<br />
l'ammontare delle risorse <strong>di</strong>sponibili per l'anno corrente? Quale<br />
contenimento dei costi potrà mai essere realizzato da<br />
amministrazioni costrette a rinviare continuamente i pagamenti dei<br />
fornitori?<br />
In conclusione, essendo la complessiva politica economica e sociale<br />
del governo fondata su quelle previsioni, l’intero impianto del DPEF<br />
<strong>2003</strong>-2006 e della manovra economica del Governo rischia <strong>di</strong> essere<br />
vanificato dalle previsioni eccessivamente ottimistiche e dalla<br />
conseguente necessità <strong>di</strong> intervenire con manovre aggiuntive.<br />
Infatti la crescita dell'economia, la tenuta dei conti pubblici e la<br />
realizzazione delle linee <strong>di</strong> politica economica sono obiettivi tra loro<br />
strettamente collegati.<br />
<strong>Il</strong> conseguimento delle riforme previste dal Governo dovrebbe<br />
osservare una precisa sequenza: prima i tagli <strong>di</strong> spesa, poi la<br />
riduzione delle imposte, come richiesto sia dal governatore della<br />
Banca d'Italia, sia dagli ispettori della delegazione del Fondo<br />
monetario. Entrambi sono preoccupati, infatti, che al <strong>di</strong>savanzo dei<br />
conti pubblici si faccia fronte con misure <strong>di</strong> natura temporanea, quali<br />
le cartolarizzazioni, peraltro ammesse da Eurostat secondo criteri<br />
abbastanza stretti.<br />
Un altro aspetto da rilevare riguarda la <strong>di</strong>stanza tra le intenzioni <strong>di</strong><br />
una riforma <strong>di</strong> tipo “federalista” del Governo nazionale e i concreti<br />
provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> riforma previsti per l’attuazione dello stessa.<br />
L’intenzione infatti <strong>di</strong> eliminare tributi propri regionali o ad<strong>di</strong>zionali<br />
regionali, sostituendoli con compartecipazione al gettito <strong>di</strong> tributi<br />
statali, le decisioni unilaterali in materia <strong>di</strong> spesa per investimenti<br />
pubblici, la centralizzazione dei fon<strong>di</strong> unici e <strong>di</strong> rotazione, anche<br />
quando giustificabile dalla necessità <strong>di</strong> sanare il <strong>di</strong>savanzo dei conti<br />
pubblici, va senz’altro in una <strong>di</strong>rezione opposta a quella <strong>di</strong><br />
responsabilizzare e <strong>di</strong> aumentare il grado <strong>di</strong> autonomia delle Regioni.<br />
Tenendo conto dell’esigenza con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong> rilanciare lo sviluppo per<br />
sostenere la politica <strong>di</strong> riduzione fiscale non si può che riba<strong>di</strong>re la<br />
necessità <strong>di</strong> impostare un’azione congiunta con le Regioni per la<br />
riforma del loro sistema <strong>di</strong> finanziamento in applicazione dell’articolo<br />
119 della Costituzione. In questo senso ogni previsione <strong>di</strong> riduzione<br />
fiscale deve essere coerentemente rapportata con l’intero sistema<br />
istituzionale che governa la leva fiscale.