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progressi della scienza che studia il cervello - Dana Foundation

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denomi nata B2 <strong>che</strong> promuove la formazione di inclusioni, essi hanno<br />

costatato una riduzione dei danni cellulari.<br />

Mark Cookson in Experimental Neurology commentando gli effetti apparentemente<br />

paradossali dell’alfasinucleina, ha ipotizzato <strong>che</strong> a livelli normali,<br />

poco elevati, essa esercita un effetto protettore sulla cellula nervosa 6 .<br />

In caso di stress, per proteggersi la cellula aumenta la produzione di alfasinucleina,<br />

si formano quindi degli aggregati <strong>che</strong> interferiscono con <strong>il</strong> normale<br />

funzionamento. Se i piccoli aggregati si aggregassero tra loro formando<br />

delle inclusioni, la cellula sarebbe protetta dai danni. Una migliore<br />

comprensione del ruolo delle proteine mal ripiegate nelle patologie neurodegenerative<br />

potrà senza dubbio contribuire alla scoperta di nuovi farmaci<br />

in grado di prevenire queste lesioni.<br />

L’infiammazione e la malattia di Parkinson<br />

Nella malattia di Parkinson si osserva la morte prematura di una determinata<br />

popolazione di cellule. La causa di questa patologia è ancora sconosciuta.<br />

Un’ipotesi si basa sul ruolo svolto dall’infiammazione, <strong>che</strong> induce un<br />

accumulo di cellule reattive. James Bower e <strong>il</strong> suo gruppo di ricercatori del<br />

Mayo Clinic College of Medicine hanno paragonato gli incartamenti clinici<br />

di 196 pazienti affetti dalla malattia di Parkinson con quelli di 196 soggetti<br />

controllo. I risultati, pubblicati in Neurology, hanno evidenziato <strong>che</strong> i<br />

pazienti <strong>che</strong> hanno sv<strong>il</strong>uppato la malattia di Parkinson, erano più soggetti<br />

all’asma e al raffreddore allergico rispetto alle persone sane 7 .<br />

Alcune persone potrebbero avere delle risposte immunitarie<br />

<strong>che</strong> provocano sia le reazioni allergi<strong>che</strong> sia la malattia di Parkinson.<br />

I dati suggeriscono <strong>che</strong> alcune persone potrebbero avere delle risposte<br />

immunitarie <strong>che</strong> provocano sia le reazioni allergi<strong>che</strong> sia la malattia di Parkinson.<br />

Seguendo la stessa linea, <strong>il</strong> gruppo di Bower ha constatato <strong>che</strong> i farmaci<br />

<strong>che</strong> bloccano la risposta infiammatoria, come gli antinfiammatori non<br />

steroidei (FANS) potrebbero avere un ruolo protettivo e <strong>che</strong> <strong>il</strong> rischio di<br />

sv<strong>il</strong>uppare la malattia di Parkinson potrebbe essere inferiore per le persone<br />

<strong>che</strong> assumono questo tipo di farmaci.<br />

Nell’insieme, i risultati suggeriscono un nesso tra i fenomeni infiammatori e<br />

la malattia di Parkinson, altri lavori dovranno precisare la relazione tra i due<br />

studi. Comprendendo meglio la natura di questo legame avremo nuove<br />

informazioni sul meccanismo <strong>della</strong> malattia e diventerà quindi possib<strong>il</strong>e<br />

orientare le strategie terapeuti<strong>che</strong>.

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