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Musica ed architettura verso un approccio contemporaneo

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CONCLUSIONI<br />

In questa ricerca vengono analizzati gli apporti tecnico-progettuali, di alc<strong>un</strong>e fra le opere<br />

più significative, in relazione a come queste riescono a coadiuvare <strong>un</strong> più sensibile,<br />

approfondito e sapiente incontro con la musica. Si analizza, altresì, il modo in cui gli<br />

spazi di queste opere riescono ad integrare lo spettatore nel mistico mondo sensoriale dei<br />

suoni e in tutti i suoi più svariati aspetti e manifestazioni. Primo fra tutti è stato scelto lo<br />

spazio costruito simbolicamente intorno all’opera di Luigi Nono “Prometeo. Trag<strong>ed</strong>ia<br />

dell’ascolto” da Renzo Piano nell’ambito di spazio per la musica e nato per essa.<br />

La seconda opera in analisi è scelta in relazione ad <strong>un</strong> processo progettuale, scostato da<br />

<strong>un</strong> semplice aggiornamento tipologico, legato ad <strong>un</strong> adattamento di <strong>un</strong> “non luogo” per la<br />

musica a luogo d<strong>ed</strong>icato e adattato ad essa, benché si trovi all’interno di <strong>un</strong>o spazio<br />

preesistente: l’Auditori<strong>un</strong> Paganini a Parma. In ultimo l’analisi di due manifestazioni,<br />

seppur distanti nel tempo, che v<strong>ed</strong>ono due luoghi urbani rivelarsi scene sapientemente<br />

ricercate nella composizione di <strong>un</strong>a manifestazione musicale e teatrale.<br />

La prima, tenutasi a Spoleto, ha visto trasformare alc<strong>un</strong>e piazze della città in discoteche a<br />

cielo aperto, la seconda trasforma il Cretto, a Gibellina, in scena per la rappresentazione<br />

di “ Ultima forma di libertà, il silenzio” realizzata su incarico delle Orestiadi di<br />

Gibellina. Questa ultime due “opere” vengono en<strong>un</strong>ciate e analizzate per la loro<br />

rappresentatività come episodi urbani nell’ambito dell’adattamento di “non luoghi” alla<br />

musica, nelle sue diverse sfaccettature. La nuova fruizione di questi spazi musicali pone<br />

d<strong>un</strong>que <strong>un</strong> importante interrogativo sul simbolismo e sulla sacralità che essi stessi<br />

assumono se pur, talvolta, nella loro removibilità temporale in relazione ad <strong>un</strong> nuovo<br />

<strong>approccio</strong> <strong>verso</strong> la musica. Interrogativo che può talvolta disgregare <strong>un</strong> così radicato<br />

tradizionalismo, benché legato ad <strong>un</strong> già citato immaterialismo soggettivistico sulla<br />

percezione dei suoni che irrim<strong>ed</strong>iabilmente pone dei nuovi giudizi sul concetto e sulla<br />

distinzione di luoghi per e della musica.<br />

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