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ANALISI - Dipartimento di Filosofia

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190 Massimilano Carrara<br />

Anche Chalmers così come il titolo del suo lavoro lascia intendere –<br />

‘Ontological Anti-Realism’ – appartiene agli anti-ontologisti: osserva che<br />

la logica pre<strong>di</strong>cativa quantificata fornisce una semantica per i quantificatori,<br />

in particolare per quello esistenziale, in riferimento ad un modello<br />

dato, modello specificato per mezzo <strong>di</strong> un certo dominio e una data interpretazione<br />

delle parti non logiche del vocabolario. Le asserzioni esistenziali<br />

possiedono specifiche con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> verità solo in quanto associate<br />

ad un dominio <strong>di</strong> quantificazione, dominio che è determinato nei termini<br />

<strong>di</strong> una funzione <strong>di</strong> arredamento – così la chiama Chalmers – relativa ai<br />

contesti <strong>di</strong> proferimento. Vi sono funzioni <strong>di</strong>verse che determinano<br />

domini <strong>di</strong>fferenti. È allora decisivo valutare l’ammissibilità <strong>di</strong> tali funzioni.<br />

Così, ad esempio, un ultra-realista meinonghiano, sosterrà che non<br />

vi sono vincoli <strong>di</strong> ammissibilità, un realista un po’ meno ortodosso metterà<br />

dei vincoli anche solo logici all’ammissibilità, quali ad esempio la<br />

coerenza.<br />

Infine nel suo ‘Ambitious, Yet Modest, Metaphysics’ Thomas<br />

Hofweber esprime una posizione anti-ontologica. Per Hofweber alle<br />

domande ontologiche sono date risposte che spesso non hanno necessariamente<br />

a che fare con la metafisica. Così ad esempio chiedersi se ci sono<br />

numeri o proprietà ha una risposta e la risposta è ‘No’ ed il motivo <strong>di</strong> una<br />

tale risposta, osserva Hofweber, è che termini come ‘il numero 2’ o ‘la<br />

proprietà <strong>di</strong> essere verde’ semplicemente non si riferiscono. Questa è una<br />

risposta che si può ottenere via un’analisi semantica dell’espressione in<br />

questione.<br />

Quelli che negano la conclusione (C) e lo fanno rifiutando la verità <strong>di</strong><br />

(P2) sono detti ontologi revisionisti: essi possono accettare o meno (P1),<br />

anche se non danno a (P1) una particolare rilevanza. Sono espresse tesi<br />

revisioniste in ontologia nei saggi <strong>di</strong> Kit Fine, Kris McDaniel, Jonathan<br />

Schaffer e Ted Sider. Shaffer lo fa appellandosi alle nozioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />

e priorità ontologica, Fine ad una <strong>di</strong>stinzione fra ciò che esiste e ciò che è<br />

reale, Sider in relazione ad una nozione <strong>di</strong> struttura ontologica e Kris<br />

McDaniel, infine, rinverdendo l’idea aristotelica che l’essere si <strong>di</strong>ce in<br />

molti mo<strong>di</strong>.<br />

In particolare, Kit Fine nel suo lavoro ‘The Question of Ontology’<br />

<strong>di</strong>fende una concezione tra<strong>di</strong>zionale della metafisica: non ha senso interpretare<br />

l’esistenza – così come fa Quine – nei termini della sola quantificazione<br />

esistenziale. Le questioni che riguardano l’esistenza sono questioni<br />

sostantive, quelle che riguardano la quantificazione non lo sono. La<br />

realtà è primitiva e le questioni ontologiche non sono risolubili per via<br />

quantificazionale.

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