ANALISI - Dipartimento di Filosofia

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David Chalmers, David Manley, e Ryan Wasserman (a cura di), Metametaphysics. New Essays on the Foundations of Ontology, Oxford University Press 2009. Massimiliano Carrara Si è soliti dire – ciò è riportato anche nell’‘Introduzione’ a Metametaphysics (p. 1) di David Manley – che in metafisica si pongono domande del tipo: (1) cosa esiste? Alcuni (ad esempio Quine 1953, p. 3) hanno risposto ad (1) semplicemente affermando: (2) tutto, intendendo con (2) tutto ciò che c’è. Questa è una risposta certamente condivisibile e, tuttavia, rispondere ad (1) con (2) non sembra adeguato, anche se banalmente corretto. Innanzi tutto, perché s’intende fornire una caratterizzazione a questo ‘tutto’ tale da farci ottenere una lista delle categorie ontologiche che non escluda nulla di ciò che c’è. Per questo sono considerati metafisici anche quesiti del tipo: (3) Esistono solo oggetti concreti o anche oggetti astratti? Vi è, poi, spesso, l’ulteriore richiesta di fornire una caratterizzazione delle varie categorie ammesse e/o ammissibili. Così si considerano domande metafisiche anche quesiti quali, ad esempio: ogni evento ha una causa? Passato e futuro sono reali? Quando delle parti compongono un intero? Se siamo d’accordo nel ritenere standard in metafisica tutti i quesiti sopra formulati, allora le domande che ci si pone in metametafisica sono del tipo: (4) Le domande metafisiche hanno una risposta? (5) Se sì, qual è la migliore procedura per ottenere una risposta metafisica: il senso comune, l’analisi concettuale o criteri mutuati dalla scienza?
186 Massimilano Carrara Metametaphysics contiene sedici saggi, alcuni più orientati da un punto di vista storico altri esclusivamente teorici. Obiettivo del volume è fornire una risposta a domande quali (4) e (5). I lavori sono la rielaborazione di alcune presentazioni tenute in due conferenze sul tema, la prima svoltasi all’Australian National University nel 2005, la seconda presso la Boise State University nel 2007. Prima di analizzare, seppur molto sommariamente, le tesi principali della collettanea una breve osservazione di carattere metodologico. Nel volume vi sono alcuni contributi – non pochi – più orientati da un punto di vista storico. Ciò non deve stupire. La metafisica, almeno quella di stile ‘analitico’ si è fin dall’inizio mostrata particolarmente attenta a questo tipo di considerazioni. Si pensi, ad esempio, alle osservazioni metodologiche di G. Frege nei Grundlagen (1884), o al dibattito fra R. Carnap e W.v.O. Quine sulla natura dell’ontologia: temi che anticipano alcune (o molte) delle discussioni sviluppate in questo volume. Un ottimo resoconto sul contenuto del volume si trova nell’ ‘Introduzione’ di David Manley. In maniera del tutto accidentale – infatti i lavori sono stati pubblicati utilizzando l’ordine alfabetico dei nomi degli autori – anche il saggio che chiude il volume ‘Must Existence-Questions have Answers?’ di Stephen Yablo è un ottimo articolo da cui iniziare perché fornisce un’interessante mappa delle posizioni oggi espresse in metametafisica. Nel suo lavoro Yablo immagina un dialogo fra tre personaggi, che rappresentano tre diversi atteggiamenti filosofici sulla metametafisica: un platonista, un nominalista ed un deflazionista ontologico che Yablo chiama ‘Quizzicalist’. Gli stessi tre atteggiamenti sono citati nella recensione al volume fatta da Ross Cameron per Mind (2010). Queste diverse posizioni sono individuate a partire dalla reazione a questo ragionamento: (P1) Vi è qualcosa di difettoso in alcuni (o tutti i) proferimenti della forma ‘Ci sono degli x’, ‘c’è un x’. (P2) La domanda ontologica ha per oggetto ciò che c’è. (C) Vi è qualcosa di difettoso in (parte o in tutta l’) ontologia. Cameron chiama anti-ontologisti quelli che accettano la conclusione (C). Quelli che invece rifiutano la conclusione del ragionamento rifiutando (P1) ma accettando (P2) sono detti tradizionalisti quineiani. Quelli che, infine, negano (C) rifiutando (P2) sono detti ontologi revisionisti. Fra quelli che accettano (C) Cameron osserva che possono esserci modi diversi di essere anti-ontologisti. Lo si può essere in modo estremo
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