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II brigantaggio 1861 - Pontelandolfo news

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<strong>II</strong> <strong>brigantaggio</strong> <strong>1861</strong><br />

Il 21 luglio <strong>1861</strong> il Governatore di Benevento comunicava al Segretario Generale del<br />

Dicastero dell'Interno e Polizia la seguente notizia "la truppa ha arrestato quattro individui<br />

in S. Croce di Morcone e due in Castelpagano".<br />

Il diciannove luglio <strong>1861</strong> Giuseppe De Cecco si offrì alle autorità di recarsi, insieme al<br />

Guardiaboschi, nel bosco comunale per verificare se colà si fosse stabilita una squadra di briganti<br />

comandata dal famigerato Francesco Basile, detto Pelorosso, di Colle, la quale minacciava di<br />

occupare il paese per restaurare l'antica monarchia borbonica. Il De Cecco si recò nel bosco e<br />

colà fu aggredito insieme al Guardiaboschi. Il guardiaboschi riuscì a fuggire. Il De Cecco fu<br />

fucilato. Il cadavere fu trovato il giorno dopo dai parenti.<br />

Il 22 luglio dello stesso anno, riconfermando gli avvenimenti del giorno precedente, il<br />

Governatore aggiungeva : "Il comune di S. Croce di Morcone trovasi nella massima costernazione<br />

perché benanche minacciato. Ed infatti, nella sera del 19, tre guardie nazionali venivano<br />

aggredite nel vicino bosco ed una di esse ammazzata. Otto o dieci guardie nazionali appena<br />

vegliano alla difesa del paese che è già pronto ad aprire le porte ai briganti. I tristi<br />

insolentiscono e si beffano delle autorità locali, con viso arcigno le minacciano. I poveri<br />

funzionari locali hanno fatto di tutto come rianimar lo spirito pubblico e chiamare i cittadini<br />

alla difesa. Il Giudice ripetute volte ha fatto suonare le campane a stormo per radunare gente, ma<br />

nessuno è corso alle armi. Ha fatto fortificare un campanile per difendere la vita a caro<br />

prezzo ma egli certamente resterà vittima ove non sia prontamente soccorso".<br />

Il 21 luglio <strong>1861</strong>, i briganti di Caruso entrano in Castelpagano, disarmano la Guardia<br />

Nazionale, distruggono gli stemmi sabaudi e l'effige di Vittorio Emanuele '<strong>II</strong>, saccheggiano<br />

poi<br />

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