Allegato Vol.01 - 1,5 Mb - Comune di Falconara Marittima

COMUNE DI FALCONARA MARITTIMA 

ASSESSORATO ALLA CULTURA 

ASSESSORATO ALL’URBANISTICA 

Gennaio 2005 

GRUPPO DI LAVORO 

MARCHINGEGNO s.r.l. 

Alessandra Panzini 

Fausto Fiorini 

Cristina Babino 

(elaborazione capitoli da 1 a 5) 

VILLAGGIO GLOBALE INTERNATIONAL s.r.l. 

Maurizio Cecconi 

Annalisa Lionello 

(elaborazione capitoli 6 e 7) 

Marchingegno s.r.l. 

Via Fossombrone 14, 60126 Ancona 

progetti@marchingegno.it 

Villaggio Globale International s.r.l. 

Via Marconi 1, Mogliano Veneto (TV) 

vglobint@tin.it 

Il documento è riservato ai soli fini istituzionali 

del Comune di Falconara Marittima

VOLUME 1 

pag.11 

pag.17 

pag.21 

pag.28 

pag.35 

pag.50 

Indice 

Introduzione 

PARTE PRIMA 

L’analisi dell’esistente 

1. Il contesto 

1.1.Caratteri storici 

• Momenti chiave nell’evoluzione storica 

• Caratteri storici dominanti 

1.2. Caratteri fisico-ambientali e paesaggistici 

• La morfologia del territorio 

• La costa 

• Il paesaggio urbano 

• La molteplicità dei paesaggi come risorsa 

• L’inquinamento ambientale 

• Valutazione del sistema 

1.3. Sistemi territoriali e sistemi infrastrutturali 

• Interpretazioni sistemiche del territorio 

• Caratterizzazione del sistema territoriale AERCA 

• Falconara baricentro di sistema 

• Il sistema delle infrastrutture di trasporto 

• Trasporti intersistemici 

• Trasporti infrasistemici 


1.4. Caratteri economici e qualita’ della vita 

• Caratteri economici

pag.68 

pag.80 

pag.86 

• Qualità della vita 

• Condizioni economiche 

• Offerta formativa e livello d’istruzione 

• Tassi di occupazione e disoccupazione 

• Salute della popolazione 

• Problema abitativo 

• Sicurezza stradale 


1.5. Caratteri sociali e demografici 

• Evoluzione e caratteristiche demografiche 

• Andamento demografico e distribuzione sul territorio 

• Densità demografica 

• Suddivisione per fasce d’età 

• Famiglie residenti e composizione nuclei familiari 

• Stranieri ed immigrati 

• Aree di marginalità sociale 


1.6 Il sistema dei servizi sociali 

• Anziani e disabili 

• Povertà 

• Immigrati 

• Rom 

• Giovani e minori 

• Altre iniziative 


1.7 Il sistema delle infostrutture 

• Le forme di comunicazione tradizionali 

• Le nuove tecnologie 

• Valutazione del sistema

pag.97 

pag.101 

pag.115 

pag.120 

pag.128 

pag.137 

2. Il dominio culturale 

2.1 Percezione del territorio: 

il valore dell’identita’ e della memoria 

• La città dall’interno 

• Relazioni tra città e cittadinanza 

• I luoghi della memoria 

• Il rapporto con le tradizioni 

• La città dall’esterno 

• L’immagine di Falconara attraverso la comunicazione 

istituzionale 

2.2 Espressioni di socialita’ urbana 

• Modalità di aggregazione e occasioni di vita sociale 

• Immigrazione e vita sociale 

• Tradizioni di vita associativa e associazionismo 

2.3 Il sistema del patrimonio ambientale 

• Caratteri generali 

• Il sistema del Fiume Esino 

• Il Verde urbano 

• Il litorale 

• Il progetto 

2.4 Il sistema del patrimonio dei Beni Culturali 

• L’indagine 

• Caratteristiche generali del sistema 

• Caratteristiche per tipologia di bene 


2.5 Il sistema dei servizi culturali 



• Caratteristiche per tipologia di servizio 

• Valutazione del sistema

pag.145 

pag.154 

pag.157 

pag.167 

pag.183 

2.6 Il sistema della produzione culturale 



• Caratteristiche per tipologia di produzione 

• Associazionismo e impresa 


2.7 Il peso economico delle politiche culturali 

2.8 Il sistema del turismo 


• Offerta ricettiva 

• Analisi del movimento turistico 

• Iniziative di promozione turistica locale 

PARTE SECONDA 

L’interpretazione dei 

progetti futuri 

3. Falconara Marittima: 

la trasformazione urbanistica 

• Le premesse al cambiamento 

• La risposta al cambiamento 

• Immagini della nuova città-territorio 

• Immagini delle nuove socialità urbane 

4. Analisi swot: sintesi e valutazioni 

dei dati di indagine 

• La città, il territorio e il processo di trasformazione 

• Il dominio culturale

pag.195 

pag.205 

pag.217 

pag.227 

PARTE TERZA 

Le proposte 

5. L’ottimizzazione del sistema 

culturale attuale: misure e linee 

d’intervento 

• Il sistema del patrimonio culturale 

• Il sistema dei servizi culturali 

• Il sistema della produzione culturale 

• Il Sistema dell’informazione 

6. Le azioni strategiche per modificare 

l’ immaginario collettivo 

• Proposte e idee di sviluppo 

• MOBI - Parco Urbano della Mobilità 

• OCCHICITTA’ - Urban Centre 

• ACQUARIO 

• QUARTIERI DELLE INDUSTRIE CULTURALI 

7. Il marketing: comunicare e 

promuovere il cambiamento 

• Il marketing strategico 

• I target di riferimento 

• La visual identity 

• Ipotesi di azioni e strumenti 

Bibliografia

VOLUME 2 

pag.9 

pag.16 

pag.24 

pag.30 

pag.36 

pag.43 

pag.49 

pag.57 

pag.67 

pag.99 

pag.113 

pag.120 

pag.123 

Allegati 

I. Il contesto 

Allegato I.1 Caratteri Storici 

Allegato I.3 Sistemi Territoriali e Sistemi Infrastrutturali 

Allegato I.4 Cararatteri Economici e Qualità della Vita 

Allegato I.5 Caratteri Sociali e Demografici 

Allegato I.6 Il Sistema dei Servizi Sociali 

Allegato I.7 Il Sistema delle Infostrutture 

II. Il dominio culturale 

Allegato II.1 Percezione del territorio: il valore dell’identità 

e della memoria 

Allegato II.2 Espressioni di socialità urbana 

Allegato II.4 Il sistema del patrimonio dei beni culturali 

Allegato II.5 Il sistema dei servizi culturali 

Allegato II.6 Il sistema della produzione culturale 

Allegato II.7 Il peso delle politiche culturali 

Allegato II.8 Il sistema del turismo

Introduzione 

MARCHINGEGNO 

VILLAGGIO GLOBALE INTERNATIONAL 

Agli occhi di un osservatore superficiale Falconara Marittima può sembrare soltanto 

l’esito di decenni di febbrili, e non sempre ponderate, attività dell’homo faber 

contemporaneo. 

Una città disseminata a tal punto dei segni prodotti dalla presenza dell'uomo da aver 

perduto gran parte della sua dimensione umana: allacciata e circoscritta, a terra da 

molteplici realtà produttive ed infrastrutture viarie, in aria dai mezzi in arrivo e in partenza 

dall’aeroporto, in mare dalla piattaforma API, appendice di un colosso che se di notte 

illumina, di giorno offusca il profilo della città. 

Un’emergenza urbana che ha perso quindi l’eredità visibile della storia, il fascino del 

tempo che lascia i suoi segni, la commossa bellezza delle origini: un non-luogo, un luogo di 

transito, un albergo di pendolari, una stazione intermedia dove chi si ferma lo fa per 

necessità. 

Ma agli occhi sensibili ed attenti del moderno flâneur, ovvero dell’osservatore capace 

di una più profonda comunione col paesaggio (naturale o urbano che sia), la città mostra e 

racconta molte altre cose. Soprattutto racconta di uomini, di storie e identità diverse. La 

città è il luogo dello spirito delle genti che nel tempo la abitano, la vivono o solo la 

transitano. 

Il genius loci di Falconara Marittima abita in ogni luogo di cui è composta, e in 

nessuno. 

E’ questo un momento epocale per la città. La città prende coscienza e vuole cambiare, 

vuole prima di tutto ritrovare le condizioni di una moderna vivibilità e lo sta mettendo in 

atto con grandi progetti e azioni forti che sottendono il coraggio delle scelte. 

L’importante processo di riqualificazione e rigenerazione urbana in atto necessita di 

un approccio culturalmente sensibile alla pianificazione di un territorio che presenta 

fattori di complessità e problematicità rilevanti, necessita di supportare le azioni di 

pianificazione urbanistica per far sì che le importanti trasformazioni del territorio vengano 

recepite, “fatte proprie” dalla popolazione: gli urbanisti spesso creano “spazi”, le persone 

nel loro vivere quotidiano creano “luoghi” spesso in contrasto con le intenzioni dei 

pianificatori. 

La cultura è in grado di sostenere questi processi, di dargli significati, di renderli più 

comprensibili. Bisogna agire creando un valore di sistema dell’offerta culturale, ovvero 

inquadrando la crescente e molteplice attività in campo culturale degli ultimi anni in un 

processo di pianificazione che attribuisca alla cultura un’importanza maggiore ed un 

profilo più alto che, da un lato sia rispondente ai caratteri specifici del territorio (nel suo 

presente e nel suo passato) e dall’altro individui nuove relazioni di significato con la città di 

domani. 

E’ in questa logica che è stato sviluppato il presente lavoro che ha come obiettivo 

primario quello di fornire indicazioni per un uso strategico ed integrato delle risorse 

culturali ai fini dello sviluppo urbano e della comunità. 

Il termine “strategico”, se applicato ad un’azione di “pianificazione” relativa allo 

sviluppo culturale di un territorio, significa che tale azione deve far parte della strategia più 

ampia del suo sviluppo, ovvero che deve stabilire connessioni con la pianificazione 

dell’ambiente fisico, con gli obiettivi attinenti allo sviluppo economico e produttivo, con le 

11

Falconara Marittima Parte Prima 

La città nuova: dalle immagini L’analisi dell’esistente 

all’immaginario 

iniziative di assistenza sociale e anche, ad esempio, con le politiche per la casa, la sanità, i 

lavori pubblici ed il turismo. 

Il termine “integrato” significa che l’utilizzo strategico delle risorse del territorio non 

può essere una cosa aggiunta alla fine, ma deve essere presente sin dall’inizio del lavoro di 

progettazione. 

In questo contesto é evidente come l’accezione tradizionale della parola “cultura” sia 

assolutamente limitativa. 

Il teorico inglese Raymond Wiliams (1981) ci insegna come la definizione di cultura si 

articoli in almeno tre grandi categorie: 

• cultura come arte 

• cultura come processo di civilizzazione, di coltivazione dello spirito e della mente nel 

senso latino della parola cultura 

• cultura in senso antropologico, ovvero come stile di vita che comprende le vari attività 

della vita quotidiana (il vestirsi, il cucinare, ecc.). 

La definizione di cultura che è alla base del metodo di ricerca e di progetto qui 

proposto è riferito alle più recenti applicazioni di “cultural planning” derivate soprattutto 

dai paesi anglosassoni, e che tiene conto di tante diverse componenti: dal contesto storicogeografico, 

all’ambiente fisico, al patrimonio storico, artistico, archeologico ed 

antropologico, al repertorio dei prodotti e delle capacità produttive locali nei diversi 

settori, all’immagine interna ed esterna del territorio, alle culture giovanili, delle 

minoranze etniche e di altre comunità presenti sul territorio, e altro ancora. 

In questo senso si è ritenuto di dover approntare attorno agli oggetti Città e Territorio 

una lettura di tipo interdisciplinare sulle opportunità e i vincoli che esse offrono. 

Data la mancanza di pubblicazioni e di studi di riferimento organici, si è attuato un 

monitoraggio completo del territorio, un monitoraggio che si è svolto nell’arco di 12 mesi 

attraverso sistematiche raccolte di dati di tipo statistico ed economico, analisi di progetti, 

ricerche d’archivio e bibliografiche, interviste a referenti amministrativi ed opinion 

leader, rassegne stampa e web. 

E’ stato così possibile assemblare in un unico documento, corredato da una parte di 

allegati a cui per maggior approfondimento ci si può riferire, un patrimonio di conoscenze 

che certo non mira ad essere esaustivo della complessità del luogo, ma che ha il merito di 

“fare il punto” e di leggere quanto esiste, quanto già realizzato e quanto si propone di fare 

per attuare la trasformazione all'interno di un quadro organico e comprensibile, cercando 

nell’evoluzione di far convivere coerenza e strategicità. 

Un patrimonio che potrà essere condiviso in primis all’interno della stessa 

amministrazione, favorendo così la condivisione delle conoscenze e il dialogo (best pratice) 

e che successivamente, proseguendo nella logica partecipativa che l’Amministrazione 

segue da tempo, potrà essere condiviso con la cittadinanza. 

Si potrebbe inoltre prevedere di aggiornare il report periodicamente e di trovare di 

volta in volta nuovi momenti di condivisione per continuare a tenere vivo l’interesse su 

Falconara Marittima, sia all’interno della città che all’esterno, in modo tale da contribuire 

a modificarne l’immaginario collettivo facendone una “città esempio” per il metodo usato 

per definire il proprio “destino”. 

12

PARTE PRIMA 

L’analisi 

dell’esistente

MARCHINGEGNO 


Il territorio è il luogo in cui si manifesta la massima complessità sistemica, un 

“sistema di sistemi” in evoluzione dinamica, che richiede un nuovo modo di conoscere la 

realtà, di descriverla, interpretarla e valutarla. 

Un progetto di sviluppo del territorio incentrato sulla “risorsa cultura”, se intende 

proporsi come progetto efficace e sostenibile, non può prescindere da un’azione di 

profonda comprensione della complessità territoriale. 

Interpretare la ricchezza e la complessità del territorio significa delineare la 

configurazione di un sistema insediativo ricercando da una parte i valori consolidati, 

dall’altro le potenzialità del territorio, del suo patrimonio culturale, del suo sistema 

ambientale e del suo potenziale produttivo. 

Significa interpretare il territorio come sistema integrato di eccellenze e contesti 1 , 

dove le strategie di sviluppo possono risultare efficaci solo se interpretate in base alle 

vocazioni territoriali, nelle quali devono trovare la propria rispondenza ed il proprio 

ambito di applicazione. 

In questo senso il territorio è inteso, riportando una definizione di Maurizio Carta 2 , 

come un “bene culturale complessivo strutturale, le cui componenti divengono le invarianti 

configuranti dei luoghi e connotanti delle comunità, i portatori di segni connotanti del processo 

evolutivo, il segno della storia, la qualificazione dell’identità e la matrice per una evoluzione 

storicizzata e contestualizzata. 

Condizione necessaria per il progetto è quindi conoscere, interpretare e valutare gli 

elementi di invarianza del territorio nel suo complesso e le conseguenti trasformazioni – 

in atto, previste o prevedibili - non solo alla luce della loro compatibilità, ma anche in 

relazione alla loro capacità di produrre un valore aggiunto in un contesto che, in futuro, 

dovrà tendere a trasformarsi in maniera coerente ed efficace rispetto alle sue vocazioni ed 

eccellenze. 

L’assunzione di questo punto di vista induce, necessariamente, ad una riflessione 

sugli strumenti di analisi e di conoscenza del territorio. 

Indagare un territorio come un dato a priori, ovvero in relazione ai soli dati 

quantitativi, basandosi su strumenti cognitivi di tipo consuetudinario, nel tentativo di 

operare un completo controllo di tutti i parametri che ne condizionano il processo 

evolutivo, è assolutamente riduttivo quanto inefficace. 

Non esiste, e la moderna teoria della pianificazione lo dimostra ampiamente 3 , un 

territorio riconducibile ad un sistema omogeneo, un territorio in cui si verifichi una 

completa rispondenza a modelli precostituiti. Al contrario, la complessità è la maggiore 

risorsa di un territorio: è proprio nella complessità che si possono ritrovare i motivi di 

identità, indagando le differenze e le molteplicità, le aporie e le discontinuità. 

Creatività ed approccio critico sono strumenti essenziali per la conoscenza del 

territorio e per comprendere la natura dello sviluppo storico, dato necessario per delineare 

gli esiti desiderabili delle trasformazioni in atto. 

1 

CARTA M. L’armatura culturale del territorio, Franco Angeli, 2002. 

Fondamentale questo recente scritto per l’individuazione di nuovi strumenti e metodi di ricerca per lo sviluppo culturale del 

territorio. A partire da una attenta rilettura della letteratura in materia, Carta opera un nuovo passaggio, restituendo alla 

pianificazione e alla governance del territorio una fondamentale dimensione “interpretativa” e “ creativa”. 

2 

CARTA M., op. cit. 

3 

Si veda BERTUGLIA C.S., La città come sistema, in C.S Bertuglia,, A. La Bella, (a cura di), I sistemi urbani, Franco Angeli, 

Milano, 1991. 

19




Il territorio e le comunità si trasformano nel corso storico, producendo flussi di 

informazioni e di conoscenze, stratificazioni, sostituzioni; ma alcuni elementi permangono 

nel tempo e costituiscono il fondamento dell’identità. 

Se ritrovare queste invarianti è una necessità di indagine, interpretarle ed adattarle 

alle situazioni della contemporaneità è mettere in atto il progetto. 

Ridefinire il processo di sviluppo di un territorio in termini di sostenibilità significa 

porre in primo piano l’individuazione delle specificità dei luoghi, mantenere e valorizzare 

le differenze tra sistemi culturali ed ambientali, progettare un insieme di azioni che 

valorizzino le identità delle culture e dei luoghi all’interno di un progetto complessivo del 

territorio. 

E’ solo a partire, infatti, da questo patrimonio di specificità e di valori intrinseci che è 

possibile costruire un processo di innovazione del territorio efficace e sostenibile, che sia 

potenzialmente fonte di una identità collettiva, strumento di comunicazione tra le diverse 

generazioni, garanzia di “libertà” ed “autonomia” per i suoi abitanti. 

L’analisi del contesto territoriale, trattato in questo primo capitolo, intende mettere a 

fuoco l’ambiente fisico, economico, sociale nonché il clima culturale in cui è maturata la 

decisione di intraprendere il progetto di rinnovamento urbano e socio-culturale. 

L’obiettivo è fornire informazioni e chiavi interpretative sui caratteri essenziali del 

territorio in relazione a : 

• caratteri storici 

• caratteri fisico-ambientali e paesaggistici 

• sistemi territoriali e caratteri infrastrutturali 

• caratteri economici e qualità della vita 

• caratteri sociali e demografici 

• sistema dei servizi sociali 

• sistema delle info-strutture 

Data la vastità del campo di ricerca, nonché l’eterogeneità e la disomogeneità delle 

fonti disponibili, non si è intenso in questa sede produrre un’analisi completa per ciascuno 

dei punti citati, ma evidenziare quegli elementi che più caratterizzano il territorio e che 

potenzialmente possono trovare relazioni con il progetto di sviluppo culturale. 

Metodologicamente i caratteri individuati - esplicitati per punti focali alla fine di ogni 

capitolo utilizzando l’analisi SWOT - vengono quindi assunti come dati “esogeni” al 

progetto. Dati essenziali per individuare i contenuti e le strategie del progetto, i quali 

potranno agire sul contesto in termini di positive ricadute. 

20

1.1 

Caratteri storici 

MARCHINGEGNO 


Rileggere la storia di una città, affrontando seppur per 

cenni la molteplicità dei suoi aspetti, consente non 

solo di comprendere i caratteri dominanti del 

territorio in rapporto alle sue origini e mutazioni 

storiche, ma anche di individuare le ragioni che sono 

alla base di quel “sistema di valori”, che certamente 

esiste e almeno in parte è condiviso, ma di cui spesso 

non si conosce l’origine, attorno al quale tessere la 

struttura culturale del territorio, intesa sia come matrice formativa delle identità locali che 

come strumento attivo – creativo e propositivo – di sviluppo locale. 

L’obiettivo è individuare i valori sistemici e di contesto dei dati storici in relazione 

alla filiera del patrimonio culturale. L’ interpretazione delle identità e dei valori di un 

territorio deve tenere conto non solo dei caratteri storici, artistici ed etnografici, ma anche 

di quelli relazionali, ambientali, ecosistemici, economici, ecc. 

Per comodità di lettura, e per necessità di sintesi, l’indagine storica, che segue uno 

sviluppo cronologico, è contenuta nell’ Allegato 1.1. E’ importante sottolineare che non si è 

voluto in questa sede strutturare una ricerca sistematica ed esaustiva ma che, a partire da 

dati compilativi, si è scelto di realizzare un documento sintetico, focalizzato sugli elementi 

più significativi della storia del territorio in relazione agli obiettivi del progetto di sviluppo 

che si intende produrre. 

L’indagine storica è stata quindi incentrata sui seguenti aspetti: 

• aspetti territoriali: modificazione dei confini, del paesaggio, inurbamenti, ecc.; 

• assetti politici e sociali; 

• sistema produttivo e commerciale; 

• rapporto con il territorio limitrofo (in particolare con Ancona). 

MOMENTI CHIAVE NELL’EVOLUZIONE STORICA 

Attraverso una attenta rilettura dell’evoluzione storica del territorio, è possibile 

evidenziare alcuni momenti chiave: 

• la fondazione in epoca medievale, a scopo difensivo e di controllo, di presidi fortificati 

posti a monte (Rocca di Barcaglione e Castello di Falconara Alta) e a valle in luoghi 

strategici per l’incrocio di vie di comunicazione (Rocca di Fiumesino e Castello di 

Castelferretti); 

• l’affermarsi di poteri signorili: i Conti Cortesi a Falconara Alta nei primi secoli dopo il 

Mille (cui si deve probabilmente anche la raffigurazione dell’attuale stemma 

cittadino) e i Conti Ferretti di Castelferretti in epoca più tarda (dal XIV al XIX secolo); 

• le ripetute spartizioni, gli smembramenti e i riaccorpamenti cui fu sottoposto il 

territorio corrispondente all’attuale confine amministrativo di Falconara; 

• l’assoggettamento, a partire dal 1225, al potere amministrativo della città-porto di 

Ancona e quindi, dal 1532, al potere pontificio, condizione che si protrae fino al 

secondo Settecento; 

• il riconoscimento, avvenuto solo nel 1808, della piena autonomia del Comune di 

Falconara, in seguito alla riforma napoleonica, e l’annessione all’autorità municipale, 

nel 1817, del borgo di Castelferretti; 

21




• la costruzione, nel 1861, del tratto ferroviario Ancona-Rimini, e quindi, nel 1866 del 

tratto Ancona-Foligno; 

• la soppressione del Comune e il suo nuovo smembramento imposti nel 1928 dal 

regime fascista; 

• gli Anni Trenta e lo sviluppo della Falconara “balneare” nella stagione del Liberty, in 

corrispondenza con l’affermarsi della borghesia; 

• il fenomeno della Resistenza e la lotta della popolazione per la riconquista della libertà 

e dell’identità comunale; 

• il decreto di ricostituzione del Comune di Falconara M.ma, il 2 marzo 1948, dopo anni 

di intenso impegno politico e sociale da parte dei cittadini falconaresi; 

• lo sviluppo economico e industriale verificatosi negli anni Cinquanta e Sessanta, che 

portò la città ad un’espansione demografica senza precedenti (anche in conseguenza 

del terremoto del 1972 che indusse molti a trasferirsi dal capoluogo Ancona a 

Falconara) e alla poco ponderata attività edilizia degli anni Settanta. 

Avvenimenti e processi, questi, all’origine di fenomeni di diversa natura che hanno 

impresso al territorio (inteso non solo come assetto urbanistico, ma anche sociale e 

produttivo) un carattere certamente originale, molto diverso dai centri urbani limitrofi di 

pari dimensione, tuttavia di difficile leggibilità e sino ad oggi, perlopiù poco interpretato. 

Innanzitutto non esiste un’unica matrice di identità, ma esistono molteplici 

identità che hanno avuto origini e sviluppi storici diversi e che fanno riferimento ai centri 

di Falconara Alta, Marina di Falconara, Fiumesino, Castelferretti. 

Centri che nel tempo hanno avuto pesi politici ed economici differenti: se in 

origine il cuore della città era il borgo attorno al castello di Falconara Alta, oggi il centro 

vitale è costituito da quella che anticamente era la frazione di Marina di Falconara, sorta 

come linea di capanne di pescatori. Diverso destino ha vissuto il centro di Castelferretti, 

che ha mantenuto la sua autonomia, e anche in parte l’originaria fisionomia, in virtù della 

sua posizione favorevole e della sua “autosufficienza” produttiva ed economica. 

Difficile rintracciare le linee della storia attraverso le sue permanenze: poche le 

evidenze architettoniche del passato, sovente soffocate dall’ edificazione incontrollata del 

secondo Novecento, che ha spezzato i rapporti visivi, interrotto gli antichi sistemi di 

relazione e compromesso il paesaggio originario. 

La particolare evoluzione sociale, con diverse ondate migratorie e fenomeni di 

sostituzione, è la causa della non affezione delle ultime generazioni rispetto al passato della 

comunità. 

Possiamo affermare che la storia recente predomina nell’immaginario collettivo 

come nell’immagine urbana. 

22 

Nell’evoluzione del territorio esistono comunque dei fattori trasversali: 

• la posizione strategica e nodale rispetto alle più importanti vie di comunicazione; 

• il suo essere punto di attraversamento obbligato verso centri più importanti; 

• il rapporto con il mare, che non è di “città di mare”, a partire dalle sue origini di 

borgo arroccato attorno al castello sino all’attuale cesura costituita dalla strada statale e 

dalla ferrovia; 

• l’assenza di un forte genius loci, rintracciabile forse nella sola presenza del fiume 

Esino, almeno sino al primo Novecento;

MARCHINGEGNO 


• la complessa orografia del territorio e la sua frammentazione amministrativa, già 

a partire dalla divisione in quattro castelli come quattro luoghi tra loro distanti e 

separati; 

• l’assenza di un potere forte “unitario”, capace di imprimere al territorio 

un’identità riconoscibile e di dargli visibilità rispetto al suo intorno; 

• un procedere per cancellazioni (ad es. la Rocca di Barcaglione o il Ponte di 

Fiumesino), sostituzioni fisiche (ad es. la raffineria API che ha cancellato il borgo di 

Marina di Fiumesino) o modificazioni irreversibili (ad es. l’arena-cinema Ciucci) che 

può essere letto anche come “non consapevolezza” del valore del proprio territorio e 

delle testimonianze della storia, o come continua negazione della propria identità di 

città. 

CARATTERI STORICI DOMINANTI 

E’ possibile estrapolare dalla lettura della storia i caratteri dominanti del territorio, 

ovvero quegli aspetti che ancora oggi esprimono, seppur con diverso peso, un valore nella 

costruzione dell’identità territoriale: 

Le molteplici identità dei luoghi 

All’origine medievale legata alla fondazione dei quattro presidi fortificati di Barcaglione, 

Falconara Alta, Fiumesino e Castelferretti si deve il carattere atipico di questo territorio 

diviso per secoli in quatto distinte frazioni. 

Tali frazioni facevano capo a poteri diversi, avevano economie diverse, rapporti politici 

diversi, caratteri paesaggistici e urbanistici diversi: 

- Barcaglione, con la sua Rocca edificata nel punto più alto del territorio, dominante la 

vicina Ancona. Poche le notizie storiche sulla sua consistenza, forse la rocca (o castello) era 

circondata da un nucleo abitato. Abbattuta nel 1378 non venne più riedificata. I pochi 

ruderi sono oggi inseriti in un contesto agricolo, e costituiscono oggetto di recente 

indagine. 

- Falconara Alta, sorta attorno al Castello dei Conti Cortesi di origine Germanica, era 

popolata in gran parte dai contadini al servizio dei Signori. E’ stato il centro della vita 

sociale ed amministrativa sino all’Ottocento, quando, con l’avvento della ferrovia, si avviò il 

rapido sviluppo della frazione Marina, sino al trasferimento della residenza municipale. 

Lontana dalle maggiori arterie viarie e dalla linea ferroviaria, e quindi poco adatta per 

l’insediamento industriale, l’area, così come il castello, ha potuto mantenere quasi intatti i 

suoi caratteri urbani originari. 

- Fiumesino, borgo agricolo di origine molto antica, era legato alla presenza di un 

ponte che costituiva l’unico passaggio per i transiti da e verso nord e di un presidio 

fortificato sulla foce del fiume, trasformato nel Settecento nell’attuale Rocca Priora. Nel 

‘500 venne elevato a circoscrizione castrense al pari di Falconara Alta, ma risentì sempre 

della sottomissione al governo anconetano. Luogo importante dal punto di vista dei traffici 

commerciali, con funzione di attracco portuale per la navigazione fluviale, nonché centro di 

23




produzione agricola, sede di due importanti mulini e, nell’Ottocento, centro di produzione 

e lavorazione della seta. 

Agli inizi del secolo scorso la strada litoranea attraversava l’abitato di Fiumesino ed il borgo 

aveva anche un suo prolungamento a mare con la frazione di Marina di Fiumesino, sorta 

attorno al 1920 e demolita per la realizzazione dell’impianto di raffineria. 

Lo spostamento della strada verso il mare a seguito della costruzione del nuovo ponte in 

muratura, ha comportato la progressiva emarginazione del borgo ed il suo declino, cui si 

devono aggiungere i danni al patrimonio edilizio per gli insistenti bombardamenti 

dell’ultima guerra 4 . 

- Castelferretti, abitato sorto attorno al castello edificato dalla potente famiglia 

nobiliare dei Ferretti alla fine del Trecento. Sotto la protezione dei signori la frazione poté 

godere di un lungo periodo di pace e di prosperità, divenendo uno dei centri più operosi 

della bassa Vallesina, importante centro agricolo e artigianale. 

Attorno al castello, fulcro urbano, si sviluppò un borgo che conserva in buona parte ancora 

oggi i suoi caratteri originari. 

La frazione perde la propria autonomia nei primi dell’Ottocento, con il declino economico 

dei Conti Ferretti, ricadendo quindi sotto la giurisdizione di Falconara. Annessione mai 

accettata dai suoi abitanti, che ancora oggi ribadiscono l’origine diversa e rivendicano la 

propria autonomia. 

Lontana dal mare e dalla litoranea, Castelferretti si trova in prossimità dello snodo viario e 

ferroviario per Roma. 

A questi luoghi “originari” si devono aggiungere altri luoghi di più recente 

edificazione, ovvero: 

- Marina di Falconara, corrispondente alla attuale Falconara-città. Cresciuta a seguito 

della costruzione della linea ferroviaria, si è sviluppata soprattutto nei primi del 

Novecento, con l’affermazione di Falconara come stazione balneare e come polo di servizi. 

In pochi decenni, dal dopoguerra ad oggi, è divenuto il centro sociale, economico ed 

amministrativo del territorio ed il centro urbano di maggiore peso demografico. 

- Villanova, un piccolo borgo sviluppatasi nel dopoguerra come luogo di residenza dei 

lavoratori a servizio della raffineria e della ferrovia. Non ci sono evidenze storiche di 

particolare interesse, ad eccezione della struttura ferroviaria dell’Ex Squadra a Rialzo 

(1902) . 

- Case Bruciate, piccolo nucleo a ridosso di Marina di Montemarciano, legato 

all’attività del complesso Ex Montedison. 

Una frammentazione radicata storicamente, che complica la lettura del territorio e 

probabilmente vanifica la ricerca di un’identità comune. 

Una “città per parti”, che non si è mai trasformata in una “città composita”, sia in 

riferimento alla sua struttura fisica, sia in riferimento alla sua morfologia sociale. 

4 Fonte: Relazione Progetto Preliminare Contratto di Quartiere I-Fiumesino. 

24

L’origine sostanzialmente moderna della città 

MARCHINGEGNO 


Falconara non è città archeologica. Scarse sono le evidenze archeologiche e i resti 

medievali sono limitati a poche permanenze significative (i castelli e le rocche), che 

risultano estraniate nell’attuale contesto urbano, avendo perso gran parte del tessuto 

storico in cui erano inserite. 

Non esiste un “secolo d’oro” per Falconara: non c’è un “Rinascimento” o un 

“Barocco” Falconarese. Falconara è stata geopoliticamente un luogo minore sino ai giorni 

nostri. A ciò è imputabile sia l’assenza di eccellenze storico-artistiche (anche i castelli non 

sono paragonabili a castelli coevi di altri centri marchigiani), sia la mancanza, sino ad oggi, 

di un forte progetto urbanistico teso a costruire un’immagine unitaria e riconoscibile del 

territorio. 

Il momento di maggiore sviluppo, inteso non solo come aumento della popolazione, 

ma come progresso sociale ed economico della comunità, coincide con la realizzazione 

della linea ferroviaria alla fine dell’Ottocento ed il suo potenziamento, anche in termini di 

indotto, nei primi del Novecento. E’ in questo periodo che la città assume una nuova 

configurazione arricchendosi, nella frazione Marina di Falconara (attuale Falconara 

Centro) e lungo tutta la via litoranea, di villini in stile Liberty e di nuovi palazzi pubblici. 

Ma è una stagione breve, che dopo la guerra e le sue pesanti distruzioni, lascerà il posto ad 

uno sviluppo urbanistico senza precedenti quanto incontrollato, i cui effetti sono ancora 

oggi visibili. 

Un territorio al servizio di altri territori 

Falconara è stata per lunghi periodi un territorio al servizio di centri di potere esterni: 

i Comuni di Ancona e Chiaravalle, lo Stato Pontificio. 

Un luogo di produzione (prevalentemente agricola, ma anche artigianale, e più 

recentemente industriale) che non ha goduto dei frutti del proprio lavoro e dei vantaggi 

della sua strategica posizione. 

Nel Novecento Falconara diventa il terreno su cui impiantare le attività “poco 

compatibili” con la realtà urbana del capoluogo, attraverso una troppo facile propaganda 

sugli effetti positivi dell’industrializzazione. E’ in questo momento che la città subisce la 

scelta di un modello produttivo troppo pesante ed invasivo, che comprometterà gli antichi 

equilibri ambientali e paesaggistici. 

Negli anni ’70 si parla di Falconara come di un grande “quartiere dormitorio”, città di 

lavoratori che ogni giorno si muovono verso Ancona e verso la Vallesina per raggiungere il 

proprio posto di lavoro. 

Oggi Falconara si fa carico da un lato di un sistema infrastrutturale a servizio di una 

vasta area interregionale, dall’altro di un apparato produttivo basato su due principali 

risorse (fornitura di energia e trasporti) il cui sistema decisionale dipende da soggetti 

esterni all’area ed è funzionale ad obiettivi sostanzialmente esogeni. 

L’ambiguo rapporto con l’acqua: una città tra mare e fiume 

La denominazione di “Marittima” per Falconara è propria della metà del Novecento. 

Storicamente Falconara non ha mai guardato al mare: non ha mai avuto un vero e proprio 

porto ed anche la pesca è sempre stata molto limitata. Semmai è dalla terra e dal fiume, con 

i suoi mulini e le sue filande, che ha tratto il suo sostentamento. 

Solo nel Novecento si afferma l’uso urbano del mare, quando Falconara si propone 

come stazione balneare. Non solo gli anconetani realizzano qui la propria residenza estiva, 

ma dal Lazio, dall’Umbria e dall’Emilia-Romagna, grazie al comodo collegamento 

25




ferroviario, molte famiglie della medio-alta borghesia scelgono Falconara come luogo di 

villeggiatura, instaurando un rapporto di affezione che in parte ancora oggi permane. 

Parallelamente il fiume, con il declino del borgo a causa del nuovo assetto 

infrastrutturale e poi con l’impianto della raffineria, diventerà un luogo sempre meno 

vissuto e sentito dalla cittadinanza, fino quasi a perderne la memoria. 

Ma il fiume non può essere considerato solo come fonte di approvvigionamento idrico 

e collettore di reflui urbani: il fiume rappresenta infatti la storia, la tradizione, il sistema 

della relazioni del territorio che attraversa. 

26 

Falconara luogo di transito 

Falconara è sempre stata un importante nodo di comunicazione: punto di passaggio 

obbligato da Nord verso Ancona e dalla strada litoranea (l’antica via Marittima) verso 

l’entroterra e verso Roma tramite la via Clementina, parallela al corso dell’Esino. 

Fu anche sede di un importante e potente hospitale (S.Leonardo, probabilmente là 

dove oggi si trova il complesso di San Lorenzo) che raccoglieva viandanti e pellegrini che 

percorrevano la strada litoranea. 

Oggi, con l’avvento e lo sviluppo delle due linee ferroviarie (Milano-Lecce; Falconara- 

Orte-Roma), l’affermarsi dell’aeroporto Raffaello Sanzio come scalo internazionale, lo 

sviluppo del complesso sistema viario (anche in funzione del nascente interporto di Jesi), 

la città si è via via identificata nell’immaginario collettivo con il suo stesso sistema di 

comunicazione. Un esempio è la diffusa dizione dell’aeroporto Raffaello Sanzio come 

“Aeroporto di Ancona”, a negare il valore di urbanità del territorio che lo accoglie, e che ne 

raccoglie le conseguenze ambientali. 

Sviluppo infrastrutturale che peraltro ha creato sul tessuto urbano una serie di cesure, 

discontinuità, luoghi di marginalità: si pensi a Villanova, isolata da due scali ferroviari e 

solo recentemente ricongiunta da un sottopasso viario; alla frazione di Fiumesino, isolata 

rispetto alla sponda nord del fiume e rispetto al litorale; a Falconara-città, che traguarda il 

mare solo attraverso il filtro della strada stratale e della linea ferroviaria. 

Un sistema di comunicazione che riconosce Falconara Marittima solo come luogo di 

transito (da un esterno verso un altro esterno), e non come luogo di attraversamento. Ciò è 

dovuto non soltanto alla complessa viabilità interna, certamente condizionata dalla difficile 

orografia, ma anche dalla mancanza di attrattività dei luoghi e alla mancata progettazione 

degli spazi di connessione. 

L’ inclusione come risposta alle migrazioni 

Luogo di transito e crocevia sin dai tempi antichi, Falconara è da sempre abituata alla 

presenza di genti straniere, circostanza che nei secoli ha perso il suo carattere di 

occasionalità, connotandosi come vero e proprio fenomeno di “rete”, in base al quale gli 

immigrati tendono a concentrarsi dove è già presente una comunità composta da membri 

della stessa provenienza. E’ il caso, ad esempio, degli immigrati albanesi (la cui presenza è 

documentata già dalla metà del Quattrocento 5 ed è probabilmente all’origine dell’odierna 

nutrita comunità) in fuga dalle invasioni turche e stabilitisi nel borgo di Castelferretti al 

servizio dei Signori come bassa manovalanza, o della comunità Rom stanziatasi ormai da 

diversi anni sul territorio falconarese. 

In epoca moderna, la nascita della linea ferroviaria ha provocato invece 

un’immigrazione di diverso tipo, non solo dai Comuni limitrofi, legata alle nuove 

professionalità necessarie al funzionamento dell’importante infrastruttura. Ciò ha 

5 Cfr. CAMPANA G., PICCININI G., Falconara Storie e immagini, Comune di Falconara M.ma, 1989, pag. 26.

MARCHINGEGNO 


comportato anche la costituzione di una nuova classe di cittadini, i ferrovieri, la cui 

tradizione è, non a caso, particolarmente diffusa nella popolazione. 

Attualmente sulle dinamiche demografiche del Comune pesano in modo determinante 

dei consistenti flussi migratori provenienti soprattutto dal Nord Africa, dall’Europa 

dell’Est e dall’Asia. 

A questi diversi tipi di fenomeni migratori e di ricambi nella composizione della 

popolazione, Falconara si è sempre adattata evitando, nel complesso, atteggiamenti di 

rifiuto verso i nuovi residenti, e attivando, specie negli ultimi anni, programmi mirati di 

inclusione sociale volti da un lato a minimizzare il pericolo di marginalità, dall’altro a 

favorire la convivenza e il fecondo scambio tra culture tra loro anche molto distanti. 

27




1.2 

Caratteri 

fisico-ambientali 

e paesaggistici 

28 

LA MORFOLOGIA DEL TERRITORIO 

Il territorio comunale di Falconara Marittima, situato a 

12 km a nord di Ancona, copre una superficie di 25,55 

kmq, estendendosi nella parte terminale della 

Vallesina in corrispondenza dello sbocco del fiume 

Esino sulla costa adriatica 6 . 

Falconara si configura quindi come un comune 

costiero di dimensione medio-piccole, adagiato nella vallata dell’Esino in prossimità 

della foce del fiume, affacciata al tempo stesso sul mare e su un entroterra collinare dal 

disegno tipicamente marchigiano, a poco distanza dal capoluogo e dal maggiore porto della 

regione. 

L’estensione territoriale è distinta nella parte sud-orientale dalle tre emergenze 

collinari di Falconara Alta, Monte Barcaglione e Monte Domini, caratterizzate purtroppo, le 

ultime due, da un esteso degrado ambientale con conseguente impoverimento florofaunistico. 

Quest’ultimo è causato soprattutto dalle trasformazioni indotte dalla 

meccanizzazione dei processi agricoli, responsabile anche del depauperamento dello stesso 

paesaggio rurale. 

Diversa è invece l’immagine della collina di Falconara Alta, col versante che guarda al 

mare occupato dall’insediamento urbano, il lato interno caratterizzato da un paesaggio 

agricolo, e il versante rivolto alla Vallesina con l’emergenza storica del Castello di Falconara 

Alta e del relativo borgo. 

I versanti collinari sono caratterizzati da una diffusa instabilità, anche a rischio di 

frana, specie quello meridionale prospiciente il mare, il cui aspetto odierno risulta inoltre 

fortemente influenzato dagli effetti dell’attività antropica 7 . 

Nella parte nord-occidentale il territorio comunale vede, invece, la presenza di una 

vasta pianura attraversata dal fiume Esino e dalla relativa rete idrografica (torrenti 

Cannettacci, Liscia e San Sebastiano), cui si aggiunge la presenza di piccoli laghi prodotti da 

pregresse escavazioni di ghiaia. 

Il corso dell’Esino, tra i maggiori fiumi a livello regionale, ha regime torrentizio e in 

passato è stato protagonista di numerose e gravi esondazioni, che ancora oggi 

rappresentano una fonte di notevole rischio, data anche la presenza di insediamenti urbani 

nella zona. 

L’area fluviale conserva, oltre a un notevole patrimonio di bellezze naturali, preziose 

testimonianze storico-antropologiche quali: edifici rurali storici e sistema di vallati. 

La pianura alluvionale, seppure ricca di risorse agricole e tuttora segnata dai tracciati 

delle bonifiche avvenute tra il sec. XVI e il XVIII 8 , vede la presenza di molteplici 

infrastrutture viarie (strade statali, autostrada, ferrovia, aeroporto), dell’agglomerato 

urbano Castelferretti-Stadio e del distretto produttivo locale. Ciononostante essa 

costituisce il solo ecosistema di rilevanza naturalistica di Falconara, che s’intende 

valorizzare tramite la realizzazione del Parco Fluviale dell’Esino. 

6 

Cfr. la Relazione Generale Illustrativa al PRG99, Coordinatore Responsabile Arch. Riccardo PICCIAFUOCO, Comune di Falconara 

M.ma, Area Assetto del Territorio. 

7 

Cfr. Prof. Geol. Torquato NANNI, Relazione geologica al PRG99. 

8 

Cfr. l’Adeguamento al P.P.A.R. del PRG99, Coordinatore Responsabile Arch. R. PICCIAFUOCO, Comune di Falconara M.ma, 

Area Assetto del Territorio. Si individuano tre aree significative del paesaggio agrario di interesse storico-ambientale: area della 

bassa collina, in prossimità dei nuclei storici di Falconara e Castelferretti, in cui permangono tratti di paesaggio agrario tipico 

dell’anconetano; area della pianura alluvionale, ancora tracciata dalle bonifiche avvenute tra il 1500 e il 1700; area fluviale, parte 

della pianura alluvionale caratterizzata da elementi tipici della cultura agricola.

LA COSTA 

MARCHINGEGNO 


Il litorale è definito da una spiaggia pianeggiante, di sabbia finissima a sud della foce 

del fiume, per una lunghezza di 3 km, e di ghiaia a nord. E’ sottoposto al fenomeno 

dell’erosione marina che nel tempo si è tentato di arginare tramite la realizzazione di 

scogliere artificiali parallele alla linea di costa, caratteristica della “duna mediterranea”. 

Oggi la costa ha perso le sue componenti naturalistiche originarie, soprattutto 

riguardo la fioritura di vegetazione spontanea. 

Completamente diversa l’immagine che il litorale aveva sino ai primi anni del secolo 

scorso: la spiaggia trovava ancora una continuità con l’abitato retrostante e le uniche 

costruzioni erano date da rade palafitte in legno realizzate sulla battigia, certamente molto 

diverse dagli attuali stabilimenti balneari. 

La realizzazione della linea ferroviaria, a cui si deve il sorgere della frazione Marina, ha 

causato una cesura netta, rimarcata dalla strada Flaminia, tra Falconara e il suo litorale. A 

ciò si aggiunge la presenza incombente dell’impianto di raffineria a far da quinta verso 

nord. Sempre nel tratto nord del litorale, dopo la foce dell’ Esino, si trova anche l’eximpianto 

chimico Montedison, imponente struttura di archeologia industriale da quasi 

vent’anni in stato di completo abbandono. 

Da qualche anno gli operatori balneari hanno intrapreso la via della progressiva 

riqualificazione del litorale, adeguandosi alle direttive del più recente Piano Spiaggia. 

Il litorale di Falconara offre una varietà sempre più ricca di strutture e servizi ai 

bagnanti: al di là del restyling di numerosissimi stabilimenti, che ha modificato l’aspetto 

complessivo della spiaggia riqualificandola (ma anche facendole perdere il fascino delle 

più antiche costruzioni effimere balneari), alcuni esercizi si sono oggi dotati di servizi 

sportivi quali campi da basket, beach volley e calcetto attrezzati anche per partire notturne, 

piscine e bar-ristoranti sempre più accoglienti e aperti anche la sera. 

IL PAESAGGIO URBANO 

Il paesaggio urbano, un tempo costituito da piccoli nuclei insediativi (le frazioni) 

prevalentemente agricoli, che sino all’Ottocento contavano complessivamente poche 

migliaia di abitanti (4.196 nel 1861), si è trasformato in poco tempo in una conurbazione di 

quasi 30.000 abitanti, fortemente concentrata nella parte meridionale del territorio, e ha 

visto la progressiva edificazione dei versanti collinari verso il mare e la completa 

saturazione delle aree edificabili, quasi a formare un continuum costruito. 

Tuttavia i nuclei originari hanno mantenuto, almeno in parte, i propri caratteri 

originari: 

• Località Barcaglione: aperta panoramicamente sul golfo di Ancona, conserva i 

caratteri di un paesaggio agricolo. Il complesso delle costruzioni residenziali è di tipo 

qualificato e a bassa densità. 

• Falconara Alta: dopo un periodo di declino dovuto al progressivo depopolamento, 

anche a causa della perdita di funzioni urbane, il borgo attorno al castello, oggi sede 

municipale, è stato completamente restaurato, e ha ritrovata una certa vitalità. L’area di 

espansione evidenzia una maggiore attenzione al contesto ambientale rispetto alla fascia 

litoranea, con minori discontinuità morfologiche. 

29




• Località Fiumesino: oggi emarginata dal sistema infrastrutturale e situata in un 

contesto critico dal punto di vista ambientale e sociale, conserva il suo carattere di borgo 

agricolo. Il patrimonio edilizio è in forte stato di degrado. 

• Castelferretti: attorno al nucleo storico che fa capo al castello, che si è discretamente 

conservato, nuove strutture abitative si sono stratificate negli ultimi decenni. Così come la 

vicina zona Stadio-Marconi (più vicina a Falconara-città), questi abitati hanno assunto il 

carattere di una periferia residenziale, con una carenza di servizi pubblici e una limitatezza 

e bassa qualità degli spazi pubblici. 

• Marina di Falconara: oggi coincide con Falconara–città, costituendo di fatto il 

centro vitale del comune, luogo di maggiore concentrazione degli spazi e dei servizi 

pubblici. E’ caratterizzato dalla maggiore densità edilizia, con caratteri disomogenei e, ad 

eccezione del fronte mare e delle superstiti costruzioni del primo Novecento, di bassa 

qualità. E’ il risultato di un’attività costruttiva non supportata da adeguati strumenti 

urbanistici, attività che si è sviluppata convulsamente a partire dagli anni ’50, in relazione 

al ruolo assunto da Falconara durante il boom economico, giustificato dalla sua posizione 

nodale rispetto alle vie di comunicazione e dal suo costituire un’ “appendice” agevolmente 

collegata con le sedi amministrative e produttive del capoluogo di Regione. 

Anche la quinta edificata sul fronte mare, pur presentendosi sostanzialmente 

omogenea nei caratteri architettonici e nelle altezze, risulta oppressa dalle retrostanti 

edificazioni multipiano, realizzate tra gli anni ’60-’80 senza alcun criterio di sostenibilità, 

né di estetica urbana. L’espansione edilizia tra la zona di Falconara Marina e Falconara 

Alta, cominciata con isolati rettangolari rispettosi della morfologia territoriale, è 

proseguita in modo sempre più scomposto all’aumentare del fabbisogno abitativo di una 

società urbana in rapidissima crescita 9 , fino a saturare il versante collinare, aumentando 

così il rischio naturale di frane che caratterizza l’area. 

A queste località si deve aggiungere un altro quartiere residenziale sviluppatosi negli 

anni ‘60-’70: Palombina Vecchia, al confine con Ancona. Una fitta sequenza di palazzi che 

risale il versante collinare sino a Barcaglione. 

Un carattere assolutamente atipico ha invece il paesaggio urbano di Rocca Mare, 

località poco più a nord della foce dell’Esino e a ridosso della raffineria API. Quasi un 

piccolo “villaggio turistico” di recente edificazione, privo di qualunque connotazione 

architettonica, con una forte carenza di servizi e spazi pubblici e di difficile accessibilità. Si 

segnala, quasi a mo’ di “curiosità”, il piccolo agglomerato di case in legno su palafitte della 

Cooperativa Isola Verde, che meriterebbe per la sua particolare tipologia di essere 

riqualificato e salvaguardato. 

Il resto del territorio urbanizzato, oltre che dagli insediamenti produttivi - tra cui 

principalmente l’API (che occupa 700.000 mq di suolo) e l’area industriale CIAF di 

Castelferretti - è occupato dal complesso sistema infrastrutturale (autostrade, ferrovia e 

aeroporto), e da ampie aree di connettivo caratterizzate da un’urbanizzazione di tipo 

diffuso. Il territorio è profondamente segnato dalla sovrapposizione dei molteplici sistemi 

infrastrutturali, che condizionano il suo assetto formale assi più che non la presenza delle 

abitazioni. 

9 Soprattutto in conseguenza del terremoto del 1972, molti abitanti si trasferirono da Ancona a Falconara, che vide un’ulteriore 

espansione demografica. Cfr. il contributo di NIGRO G., Il Progetto Direttore, in AA.VV., Falconara, storie e immagini, cit. 

30

MARCHINGEGNO 


E’ possibile, quindi, affermare che il paesaggio urbano falconarese, nel suo 

complesso, abbia subito una sorta di genetica alterazione, che è tipica di larga parte della 

fascia adriatica: difficile percepire i confini della città e ancor più individuare una “soglia” 

urbana: non più insieme di “isolati” distinti, trovandoci di fatto davanti ad un continuum 

costruito con forti caratteri omogeneità; non più relazioni tra morfologia urbana e tipologia 

edilizia. 

Vale la pena di riportare alcune parole di Paolo Desideri, a proposito della città diffusa 

adriatica, che ben rispondono alle caratteristiche del nostro luogo: “Questa nuova metropoli 

erratica, pulviscolare e veicolare, contraddice ogni possibile previsione del suo assetto formale. La 

sua forma semplicemente non esiste: pezzi di non città, che non sono più campagna, sono inclusi 

nel paesaggio urbano e si alternano a tratti più fittamente costruiti. (…).” 

“Una metropoli in cui la percentuale della città formata, legale, costruita e riconoscibile si 

attesta sul 20 per cento del territorio mentre con valori variabili tra il 60 e l’80 per cento lo stesso è 

occupato dalla città “informale” cresciuta senza progetto, autorealizzata, spesso abusiva(…). La 

città vera è questa. La forma della metropoli odierna dal punto di vista fisico è la periferia. Gran 

parte delle città del mondo si sviluppano e crescono al di fuori della governabilità istituzionale, in 

modo trasgressivo, spontaneo e autorappresentativo.” 11 

Illuminanti anche le sue conclusioni, nell’ultimo capitolo del testo citato: “E’ 

necessario smettere di considerarli come territori dall’assetto provvisorio, sospeso, in attesa del 

compiersi di una loro definitiva e ordinata colonizzazione formale. Questi territori non sono la 

periferia di una città che è altrove: sono la metropoli contemporanea nel suo aspetto compiuto. 

(…)” 12 . 

LA MOLTEPLICITA’ DEI PAESAGGI COME RISORSA 

Il territorio comunale si configura come un’estensione particolarmente composita e 

stratificata, caratterizzata da una molteplicità di paesaggi che ne costituisce al tempo stesso 

la ricchezza e la peculiarità: i diversi ambienti (collinare, agricolo, fluviale, marino, 

industriale e urbano) coabitano, inaspettatamente date le ridotte dimensioni della 

superficie municipale, creando nel loro insieme una delle configurazioni territoriali più 

anomale e interessanti. Ma anche una delle più problematiche delle Marche. 

A tale complessa articolazione, benché presenti a livello paesaggistico e urbano alcuni 

tratti di forte degrado, va riconosciuto il giusto rilievo, in quanto costituisce un carattere 

qualificante e significativo da tenere sempre presente negli interventi di valorizzazione, 

non solo ambientale, di Falconara. 

L’INQUINAMENTO AMBIENTALE 

Le tipologie d’inquinamento che interessano maggiormente il territorio di 

Falconara, e che più preoccupano gli abitanti per le ripercussioni sulla propria salute e 

quindi sulla propria qualità della vita, sono tre: l’inquinamento delle acque, atmosferico e 

acustico 1 3 . 

10 DESIDERI P., La città di latta, Costa & Nolan, 1997, pag. 14. 

11 Ibid., pag. 27. 

12 Ibid., pag. 87. 

13 Cfr. Relazione sui caratteri e rischi ambientali, PRG99, Coordinatore Responsabile Arch. R. PICCIAFUOCO, Comune di 

Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio. 

1 0 

31




Per quanto riguarda le acque, il regime torrentizio che caratterizza il corso del fiume 

Esino provoca una mutevole capacità di smaltimento dei carichi inquinanti in esso sversati 

dai numerosi insediamenti civili e industriali della zona, tanto che, soprattutto con le 

magre estive, il fiume presenta diffuse situazioni di criticità. 

Il Fosso di San Sebastiano, che raccoglie consistenze inquinanti provenienti dagli 

insediamenti civili e industriali dei comuni limitrofi (quali Ancona, Agugliano e Camerata 

Picena) costituisce altresì un rilevante fattore di inquinamento delle acque superficiali. 

Le acque marine sono parimenti soggette ad inquinamento da scarichi civili e 

industriali che, seppur diminuiti nel corso degli anni per la realizzazione dei depuratori, 

sfociano, trasportati dal fiume, nella baia del golfo di Ancona; a questi fattori inquinanti si 

aggiunge quello derivante dalla raffineria API. 

La zona costiera in prossimità della dismessa area Ex Enichem e della vecchia 

discarica non bonificata in località Saline presenta inoltre un elevato rischio di 

inquinamento del suolo. 

L’inquinamento atmosferico è dovuto al traffico stradale, alla presenza degli impianti 

industriali, e in parte in alla linea ferroviaria. La raffineria API, in ogni caso, nonostante 

sia da tempo impegnata nella riduzione dei gas emessi nei processi di combustione, resta la 

fonte primaria di inquinamento atmosferico della città, data anche la sua notevole capacità 

produttiva 1 4 . 

I dati più preoccupanti riguardano le emissioni di biossido di zolfo, ossidi di azoto, 

polveri sottili, idrocarburi e anidride carbonica: se i valori del biossido di zolfo si attestano 

complessivamente su un trend di concentrazione annuale rientrante negli standard di 

normalità, in condizioni di stabilità atmosferica e con l’aumento estivo della temperatura, 

tali emissioni, insieme agli altri gas inquinanti citati, costituiscono fattori di notevole 

criticità ambientale, con incidenza di frequenti fenomeni di smog fotochimico. 

Le soluzioni avanzate dalla raffineria per ridurre gli scarichi inquinanti sono 

l’installazione di un impianto di desolforazione e di un sistema di filtrazione a carboni 

attivi, che si sono rivelati ai test particolarmente efficaci, ma che pure andranno 

ulteriormente implementati, data la comprovata tossicità di inquinanti quali gli ossidi di 

azoto e gli idrocarburi. 

Numerosi sono i fattori che determinano il rischio d’inquinamento acustico sul 

territorio di Falconara, specie nel centro cittadino, lungo la strada statale adriatica, e nei 

quartieri Villanova e Castelferretti (in questi ultimi due casi anche nelle ore notturne) 1 5 : 

l’elevata densità di popolazione residente, l’intensa attività antropica, artigianale, 

commerciale e industriale, il traffico veicolare, nonché quello ferroviario e aeroportuale. Si 

evidenzia quindi una stretta connessione, se non una vera e propria interscambiabilità, tra 

le cause dell’inquinamento atmosferico e di quello acustico. 

L’incidenza del traffico stradale intenso e veloce, anche di mezzi pesanti, nel corso di 

quasi tutta la giornata, costituisce la causa principale di inquinamento da rumore. Il 

quartiere Villanova sopporta, oltre al disturbo arrecato dal traffico stradale, quello prodotto 

dai movimenti dei mezzi ferroviari e degli aerei soprattutto in fase di decollo, per i quali si è 

pensato di procedere con una regolamentazione oraria e con l’installazione di sistemi fissi 

di protezione. 

Accanto alle citate zone ad alto inquinamento acustico, sono distinguibili altre aree di 

tipo “misto” (corrispondenti alle aree mediamente abitate di Falconara, Castelferretti, e di 

14 Secondo i dati relativi al 1997, l’API ha coperto il 4% della capacità italiana di raffinazione, con oltre 3,6 milioni di tonnellate 

di greggio lavorate. Fonte: Relazione sui caratteri e rischi ambientali, PRG99, cit. 

15 Le aree indicate presentano, alla data di redazione del PRG99, valori d’inquinamento acustico variabili tra i 60 ai 75 decibel. 

32

MARCHINGEGNO 


via del Tesoro), dove i valori di densità della popolazione, flusso veicolare e incidenza delle 

attività produttive risultano più contenuti e complessivamente rientranti nella norma. 

VALUTAZIONE DEL SISTEMA 

E’ utile a questo punto, al fine di avere una visione completa di quanto sopra esposto e 

di individuare i limiti da tenere presenti e le risorse su cui potrà far leva l’azione di 

valorizzazione, elencare sinteticamente i punti di forza e i punti di debolezza dei caratteri 

fisico-ambientali e paesaggistici del territorio di Falconara attraverso l’analisi SWOT. 

Si sottolinea il fatto che l’analisi SWOT non è qui utilizzata per una valutazione 

complessiva ed esaustiva dei singoli sistemi, ma è sempre riferita alle finalità del presente 

lavoro. 

SWOT ANALISI: SISTEMA FISICO- AMBIENTALE E PAESAGISTICO 

Punti di forza 

• Varietà dei paesaggi (mare, fiume, collina, campagna, città) 

• Presenza di un habitat fluviale come elemento di eccellenza del paesaggio, carico di significatività 

storiche e demoantropologiche (mulini, edifici rurali, sistemi di vallati) 

• Presenza dell’eccellenza dei Laghi di Fossatello quale fenomeno unico di rivitalizzazione ambientale 

spontanea conseguente ad interventi antropici a forte impatto ambientale (escavazioni di ghiaia) e che, 

pertanto, assume valore di “rigenerazione”. 

• Ampio tratto di costa disponibile per la balneazione, caratterizzato da un attraente arenile sabbioso, 

da una buona qualità dei servizi balneari recentemente rinnovati 

• Discreta accessibilità della costa 

• Qualità dell’acqua apprezzabile grazie agli interventi degli ultimi anni 

• Presenza di borghi storici attorno a due castelli - Castelferretti e Falconara Alta - che conservano in 

buona misura caratteri originali 

Punti di debolezza 

• Presenza di diffuse situazioni di criticità ambientale 

33




34 

• Presenza di infrastrutture viarie (strada, ferrovia, aereoporto) che comportano forti cesure tra le 

diverse parti di città e tra città e mare, interrompendo la continuità visiva del paesaggio 

• Presenza di impianti produttivi a forte impatto ambientale 

• Paesaggio urbano edificato completamente saturo, sviluppatosi in modo incontrollato e disarticolato 

e caratterizzato da interventi edilizi di basso profilo. 

• Perdita delle relazioni originarie col contesto delle (limitate) permanenze storiche 

Opportunità 

• Molteplicità di progetti già avviati per la valorizzazione del sistema ambientale e paesaggistico (in 

particolare il Parco Fluviale dell’Esino e il Piano Spiaggia) 

• Appartenenza al sistema dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) di Ancona e 

relative opportunità di azioni di finanziamento per la riqualificazione ambientale 

• Accordi avviati con altri enti locali (Comuni dell’hinterland, Provincia e Regione), Ministero ed enti 

privati (RFI) per risolvere i problemi di pericolosità e di inquinamento ambientale del sistema delle 

infrastrutture di trasporto (metropolitana di superficie, arretramento linea ferroviaria costiera) 

• Accordi avviati con i privati per la mitigazione degli impatti ambientali relativamente alle attività 

industriali (bonifiche di aree industriali dismesse, riduzione dell’emissione di sostanze inquinati) 

• Priorità data dagli strumenti urbanistici alla riqualificazione e alla salvaguardia del sistema 

ambientale e paesaggistico (PRG99) 

Rischi 

• Permanenza del rischio di inquinamento delle acque marine e fluviali e dell’aria in corrispondenza 

delle attività produttive presenti (API e insediamenti industriali della bassa Vallesina) 

• Permanenza del rischio di inquinamento atmosferico ed acustico dovuto principalmente, al traffico 

aeroportuale, ferroviario e veicolare 

• Tempi lunghi per l’attuazione delle misure di tutela, riqualificazione e valorizzazione del sistema già 

previste, per il raggiungimento degli accordi tra i diversi enti e per il protrarsi dei tempi di erogazione dei 

finanziamenti.

1.3 

Sistemi 

territoriali 

e sistemi 

infrastrutturali 

MARCHINGEGNO 


INTERPRETAZIONI SISTEMICHE DEL 

TERRITORIO 

Complessa è la definizione di “sistema territoriale” 

inteso come ambito di riferimento di un centro 

urbano. Ad una definizione strettamente amministrativa 

- su base provinciale e regionale - si può 

affiancare una perimetrazione tratta dai modelli propri 

dell’economia urbana 1 6 o dell’economia spaziale 1 7 . 

Ai fini del presente lavoro si ritiene utile prendere in considerazione, ed analizzare, 

sistemi territoriali già codificati in base ad un’interpretazione planologica di “bacino o 

sistema urbano”, rimandando alla fase progettuale la scelta, o la definizione, di un sistema 

territoriale di riferimento coerente con le caratteristiche del patrimonio e le possibilità di 

sviluppo. 

Il sistema territoriale viene quindi inteso come porzione di territorio, costruito e non, 

all’interno del quale si svolgono ed interagiscono le funzioni proprie della città, e che trova 

il suo limite teorico nell’isocrona, cioè la massima distanza temporale dell’accessibilità 

quotidiana ai servizi urbani 1 8 . 

Se fino a tempi recenti Falconara è stata considerata all’interno dell’area 

metropolitana di Ancona, generata dall’effetto “gravitazionale” del capoluogo per 

l’addensamento delle funzioni urbane tipiche, oggi tale lettura risulta riduttiva se si prende 

in esame la distribuzione delle funzioni superiori (o “rare”), ovvero quelle funzioni che 

caratterizzano il vivere urbano - quali l’istruzione, la cultura, la salute, i rapporti sociali – e 

che determinano nel loro insieme l’effetto città 1 9 , inteso come insieme delle condizioni e 

delle opportunità proprie di chi vive in un centro urbano. 

A queste funzioni possono essere equiparate anche le infrastrutture di maggiore 

specializzazione (porto, aeroporto e interporto) e le aree commerciali e produttive, quando 

risultano inserite in maniera equilibrata nella struttura urbana e contribuiscono a 

determinare quella complessità di funzioni propria delle aree urbane. 

Il sistema multipolare 2 0 è un modello che consente il decongestionamento dei centri 

sottoposti a sovraccarico funzionale e la depolarizzazione dei centri maggiori con creazione 

di nuove centralità urbane, attraverso la diffusione dell’effetto città anche ai centri minori. 

Date le sue caratteristiche e l’evoluzione recente del territorio, a seguito della 

crescente autonomia dei comuni dell’hinterland di Ancona e del loro maggiore spirito di 

iniziativa, per il sistema delle relazioni tra Falconara e i comuni vicini può essere 

assunto un punto di vista multipolare, un punto di vista che non fa riferimento a gerarchie 

territoriali ma semmai ai rapporti di sussidiaretà attivabili. Alcuni temi strategici, infatti, 

quali le grandi infrastrutture, la gestione delle acque, l’ambiente, ma anche il turismo - 

considerando le potenzialità di una costa con un’offerta già consolidata a fronte di un 

retroterra (la Vallesina) ancora da valorizzare - necessitano di sinergie che si possono 

1 6 Per un’esposizione dei principali modelli in uso si veda CAMAGNI R., Economia urbana: principi e modelli teorici, La Nuova 

Italia, Roma, 1992. 

17 Si veda il concetto di “regione complementare” in CHRISTALLER W., Le località centrali della Germania Meridionale, Franco 

Angeli, Milano 1980. 

1 8 Cfr. ARCHIBUGI F., La città ecologica. Urbanistica e sostenibilità, Bollati Boringhieri, Torino, 2002. 

1 9 Ibid. 

2 0 Ibid. 

35




attivare attraverso rapporti di cooperazione tra istituzioni ed enti territoriali di tipo 

diverso. 

Certamente le relazioni tra gli ambiti territoriali sono di tipo dinamico e dipendono 

dalle scale dei diversi fenomeni, oltre che dalle politiche che si intendono avviare. 

E’ tuttavia possibile individuare oggi Falconara come centro di un sistema urbano 

multipolare che risulta compreso tra Senigallia a nord, Jesi ad ovest e Osimo a sud. 

Il PRG99 assume, nella definizione degli obiettivi e delle azioni strategiche, questo 

tipo di approccio nell’interpretazione del territorio, incentivando forme di cooperazione e 

di copianificazione per la riqualificazione delle aree strategiche e per il riassetto del 

sistema infrastrutturale. 

Il Piano di Inquadramento Territoriale (PIT) della Regione Marche 2 1 definisce l’area 

compresa tra Jesi, Falconara e Ancona baricentro del sistema come “internodo centrale”data 

la compresenza delle tre principali attrezzature regionali per la mobilità: porto, 

aeroporto, interporto. A questo viene attribuita la massima rilevanza a livello regionale 

“….per verificare la capacità di integrazione delle strategie di potenziamento delle grandi reti con 

la riqualificazione e lo sviluppo dei territori circostanti”. 

Sempre riguardo l’ambito territoriale di Ancona-Falconara-Jesi, lo stesso PIT riporta: 

“…questo importante nodo di intermodalità aria-mare-terra costituisce una risorsa strategica 

delle Marche, con pochi riscontri in Italia, tale che occorre valorizzarlo adeguatamente 

attribuendogli le funzioni di gate internazionale, nei confronti dell’Europa, del Mediterraneo e 

soprattutto dei paesi dell’Est, verso cui si orienta gran parte dell’interscambio produttivo e 

commerciale del sistema Marche e verso cui l’aeroporto di Falconara sta assumendo il ruolo di 

leader in Italia“. 

Tra gli obiettivi prioritari del PIT troviamo proprio la necessità di rispondere alla 

crescente domanda di servizi aeroportuali e portuali, potenziandone la funzionalità e 

collegando meglio queste attrezzature con il sistema ferroviario e autostradale, e la 

necessità di prevedere nuove funzioni di carattere internazionale “capaci di cogliere appieno 

le potenzialità esistenti, configurando un nodo territoriale e infrastrutturale competitivo sui 

circuiti del mercato globale”. 

Il PIT inserisce, inoltre, Falconara all’interno di altri due cantieri progettuali di rilievo 

regionale: quello della “facciata litoranea” settentrionale (Ancona-Falconara- 

Montemarciano-Senigallia) e del “corridoio vallivo” del fiume Esino (che da Falconara 

risale verso l’Esino). 

L’espressione “Corridoio Esino”, ripresa dal PIT, allude ad una lettura del territorio 

regionale articolata per corridoi vallivi sui quali è opportuno intervenire integrando diversi 

sistemi di infrastrutture: le infrastrutture della mobilità e del trasporto e le infrastrutture 

dell’ambiente. 

Se le infrastrutture della mobilità e del trasporto sono essenziali per lo sviluppo e la 

competitività della Vallesina, il sistema ambientale costituisce a tutti gli effetti 

un’importantissima opportunità sulla quale investire risorse di progetto e finanziarie, 

rintracciando sinergie nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. 

Si tratta di un territorio strategico, sia con riferimento alla Regione Marche, sia nel 

quadro dei collegamenti e delle dotazioni logistiche di livello nazionale: per il ruolo di 

ponte tra Adriatico e Tirreno, per la rilevanza del sistema infrastrutturale, già esistente 

e in progetto, per la complessità dei processi di trasformazione dei sistemi insediativi e 

produttivi (in particolare l’area compresa tra Jesi e Fabriano) 2 2 . 

21 Approvata con Delibera del Consiglio Regionale n.295 del 08/02/2000. 

2 2 Si veda il Progetto Corridoio Esino all’interno del Piano Strategico per Jesi, Politecnico di Milano, Giugno 2004. 

36

MARCHINGEGNO 


Falconara, con il suo sbocco a mare, rappresenta la parte terminale del “Corridoio 

Esino”, garantendo l’allaccio con i sistemi infrastrutturali, insediativi ed economici 

litoranei e aeroportuali. 

Significativa, ai fini del nostro lavoro, è anche la lettura del territorio che si ricava 

dall’analisi del sistema territoriale compreso nell’area formalmente riconosciuta dalla 

Regione Marche nell’anno 2000 2 3 come “Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale” 

(AERCA) 2 4 . 

In particolare la successiva legge regionale 2 5 definisce tale area come “caratterizzata da 

gravi alterazioni degli equilibri ecologici nel suolo, nei corpi idrici e nell’atmosfera, nonché da una 

elevata concentrazione di stabilimenti industriali e di infrastrutture con possibilità di incendio 

rilevante”. 

Un recente studio dell’Università Politecnica delle Marche 2 6 individua i caratteri 

sociali, demografici e occupazionali dell’area AERCA, definendola come “…l’area di 

incontro tra la Valle dell’Esino e il gomito medioadriatico (…) un’area in cui un dente importante 

ed industriale (la meccanica tra Fabriano e Jesi) si salda al “pettine” della dorsale costiera” 27 . 

Area che risulta baricentrica rispetto al pettine medioadriatico, delimitato a Nord dal 

centro romagnolo di Rimini e a Sud dal capoluogo abruzzese di Pescara. Una macroregione 

definita dall’economista Giorgio Fuà “l’asse adriatico dello sviluppo”, caratterizzato da un 

continuum urbano-rurale, significativamente industrializzato, sostenuto dal commercio e 

da importanti distretti turistici. 

A differenza della precedente perimetrazione del sistema multipolare di cui fa parte 

Falconara, l’area AERCA non comprende il territorio di Senigallia e l’area industriale che si 

sviluppa a sud di Ancona fino a Recanati, definita anche “sistema locale di Osimo”. Se 

Senigallia rappresenta il centro più vicino a Falconara con una consolidata vocazione 

turistica, il sistema locale di Osimo, così come Jesi, è invece un importante polo 

manifatturiero, caratterizzato da una buona presenza della piccola e media impresa, 

localizzato ai margini dell’area AERCA. 

2 8 

CARATTERIZZAZIONE DEL SISTEMA TERRITORIALE AERCA 

Questa vasta area interregionale ha visto un potenziamento terziario dei tre poli sopra 

citati. In particolare il polo di Ancona, mediano e baricentrico, è stato interessato negli 

ultimi venti anni da un notevole incremento delle infrastrutture, costituendo un nodo 

importante su cui insiste una vasta area interregionale. 

Il sistema di Ancona-Falconara-Jesi individua quindi un territorio di particolare 

pregio per un’ampia area interregionale. 

Il tasso di infrastrutturazione è circa doppio di quello medio nazionale, e di gran 

lunga superiore a quello delle più vicine Rimini e Pescara. 

23 Delibera del Consiglio Regionale n.305 del 01/03/2000. 

24 L’area AERCA comprende il porto di Ancona, la fascia costiera del comuni di Ancona verso Nord, il Comune di Falconara M. e 

la Valle dell’Esino sino a Jesi. “Per rischio di crisi ambientale si intendono gli effetti attesi e non desiderati che le alterazioni e le 

situazioni di rischio possono causare sulle persone, sulle risorse ambientali e storico culturali, sul patrimonio edilizio, sulle 

infrastrutture, sull’organizzazione territoriale ed economica in genere”. 

25 Legge Regionale n.6/2004, “Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. 

26 Cfr. Laboratorio sullo Sviluppo Locale - Il sistema territoriale di Ancona-Falconara-Jesi”, dispensa del corso di laurea in 

Economia del Turismo coordinato dal prof. F. Sotte, Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Economia, a.a. 2003-2004. 

27 Ibid. 

28 Le considerazioni di questo paragrafo sono desunte dallo studio dell’Università Politecnica delle Marche, sopra citato. 

37




Tuttavia lo sviluppo del sistema infrastrutturale, e soprattutto del suo uso che sottende 

una vasta domanda potenziale, appare inadeguato non solo rispetto a quelle che sono le 

potenzialità di sviluppo di questo nodo medioadriatico, ma anche rispetto alle attuali 

esigenze (si pensi alla strettoia autostradale o alla linea ferroviaria per Roma, attualmente 

sottopotenziata). 

Proprio questo sviluppo infrastrutturale è stato, ed è, alla base della scelta localizzativa 

di molte aziende: la presenza di significative infrastrutture della mobilità genera un flusso 

di risorse che ha permesso all’area di avere da un lato tassi di densità di popolazione molto 

elevati, dall’altro tassi di disoccupazione molto contenuti negli ultimi anni. 

Nei comuni appartenenti all’AERCA vivono circa 200.000 marchigiani, 

configurandosi come il più rilevante territorio in termini demografici della regione 

(circa la metà della popolazione provinciale) con un’elevata densità di popolazione. 

La densità abitativa è distribuita principalmente su una serie di poli periferici collocati 

attorno al capoluogo di regione con cui costituiscono un sistema a rete, e a cui richiedono 

una serie di servizi urbani. 

E’ anche un’area di grande valore occupazionale che, assieme alla capacità di attrarre 

consumi, è causa del fenomeno del pendolarismo, a sua volta uno dei maggiori fattori di 

criticità per la stessa area. 

L’occupazione terziaria prevale largamente su quella industriale, a differenza della 

maggior parte degli altri sistemi locali del lavoro della regione, ed è fortemente connessa ai 

nodi infrastrutturali. Si tratta di un terziario pesantemente materiale, che spesso entra in 

conflitto con il terziario immateriale localizzato soprattutto nel sistema urbano di Ancona, 

centro commerciale, amministrativo, sanitario, universitario, ecc. 

La specializzazione terziaria è maggiore proprio nei comuni litoranei (Ancona e 

Falconara) e assieme alla de-specializzazione del settore primario e secondario connota 

una realtà spiccatamente urbana e di servizio. 

In sintesi “l’identità del sistema territoriale di Ancona-Falconara-Jesi, sul piano 

urbano e sociale, deriva dal rappresentare un nodo demografico e occupazionale, 

infrastrutturale e di consumo strategico per un’area vasta interregionale” 2 9 . 

Un’area, dunque, ricca di opportunità, ma anche di rischi. 

Se il complessivo sistema economico si presenta in uno stato di buona salute, con 

consistenti potenzialità di crescita sia terziaria che industriale - oltre a possedere 

l’importante caratteristica di un buon livello di flessibilità e di adattamento, in virtù della 

sua specializzazione terziaria e della “non specializzazione” del sistema industriale 

(contrariamente al sistema dei distretti industriali regionali) – i problemi preminenti 

dell’area sono quelli del riequilibrio territoriale, a fronte di un sovraccarico del sistema 

che ha generato una pesante congestione. 

Proprio questa congestione rischia di divenire il più pesante fattore di 

condizionamento per lo sviluppo dell’area, sino a costituire un fattore di crisi. 

In primis l’emergenza ambientale, cui si deve il riconoscimento formale dell’alto 

rischio, quindi l’emergenza dell’uso degli spazi, l’emergenza insediativa, l’emergenza del 

sovraccarico infrastrutturale, l’emergenza sociale per alcuni particolari quartieri 

(Fiumesino, Villanova, Torrette). 

Emergenze che minano l’equilibrio economico e sociale complessivo dell’area, con 

notevoli costi aggiuntivi che incidono sul reddito complessivo dell’area e sulla qualità della 

vita dei suoi abitanti. Costi che potrebbero aumentare se le pressioni sulle infrastrutture 

dovessero crescere, a fronte di un più generale sviluppo economico e tecnologico, in 

relazione all’apertura di nuove vie di comunicazione, ai progressi nel processo di 

29 Cfr. Laboratorio sullo Sviluppo Locale, cit. 

38

MARCHINGEGNO 


integrazione europea verso Est e alla democratizzazione e soluzione dei conflitti del 

territorio dell’ex-Jugoslavia. 

Si tratta infine di costi che ricadono in larga misura sul territorio di Falconara. 

FALCONARA BARICENTRO DI SISTEMA 

Sia che si guardi al sistema multipolare che comprende il territorio tra Osimo, Jesi e 

Senigallia, piuttosto che al Corridoio Esino o al sistema AERCA, Falconara, per la sua 

posizione baricentrica e per l’intercettazione del punto di incontro tra la Valle dell’Esino e 

l’asse adriatico, assume la rilevanza di nodo strategico. 

Falconara è il comune con la maggiore densità di abitanti (1.105,8 ab/Kmq nel 

2001), molto più elevata anche del capoluogo regionale di Ancona (811,6 nello stesso anno). 

Un dato assolutamente anomalo che attiene alla sua storia recente, e che certamente 

dipende dalla sua strategica posizione. 

Falconara è il comune che confina con il capoluogo che ha il maggior numero di 

abitanti, rappresentandone quasi un’estensione territoriale, considerando anche il 

continuum costruito della strada litoranea. 

Sul suo territorio sono presenti strutture di trasformazione e connessi servizi (in 

particolare l’API e le imprese di distribuzione e trasporto) preposte alla fornitura 

energetica di gran parte del Centro Italia, con un elevato condizionamento sullo sviluppo 

complessivo dell’area. 

Il suo sistema infrastrutturale - composto dalle SP 16 e SS 76 (con relativi svincoli e 

varianti), dalla nuova strada provinciale per Chiaravalle (che si affianca alla vecchia tuttora 

attiva), dall’autostrada A14, dalle linee ferroviarie Ancona-Roma e Milano-Lecce, 

dall’aeroporto, oltre che dal pontile e dalla piattaforma API - occupa una porzione di suolo 

talmente notevole (ben 250 ettari ospitano il solo aeroporto) da costituire un fattore di 

enorme impatto sul territorio. 

Questo risulta infatti frammentato artificialmente in una molteplicità di nuclei tra loro 

drasticamente separati dal sistema delle infrastrutture, tanto a livello funzionale che, di 

riflesso, sul piano sociale. 

La stratificazione delle grandi infrastrutture di comunicazione non si è armonizzata 

con le dinamiche residenziali e produttive del territorio, col risultato che ormai da troppo 

tempo alcuni insediamenti, quelli ubicati in aree di maggiore criticità, soffrono di un grave 

inquinamento atmosferico e acustico 3 0 . 

IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO 

Il tema delle relazioni territoriali è oggi certamente cruciale nelle politiche di sviluppo 

del territorio, e lo è a maggior ragione per Falconara, un territorio che non ha una 

vocazione produttiva “storica” e la cui principale risorsa è data proprio dal suo essere un 

territorio di interconnessione, in virtù della sua localizzazione e del suo sistema 

infrastrutturale. 

Il sistema dei trasporti (passeggeri e merci) può essere suddiviso dal punto di vista 

funzionale in trasporti intersistemici, cioè di scambio tra sistemi urbani diversi e di solo 

transito all’interno dello spazio proprio di un bacino urbano, e trasporti infrasistemici, 

30 Per approfondimenti si veda il PRG99, cit. 

39




cioè destinati a servire specificatamente ogni sistema urbano, nelle sue caratteristiche 

strategiche di rapporti funzionali e di mobilità programmata tra i diversi poli e le diverse 

centralità urbane, coincidendo di fatto con i percorsi dei pendolari, degli utenti dei servizi, 

dei luoghi di svago e cultura, ecc. Nella tabella di seguito vengono riportate le distanze 

chilometriche tra Falconara e i principali centri urbani dei sistemi territoriali considerati, i 

capoluoghi di provincia della regione Marche e le principali città del Centro Italia.Sono 

stati altresì presi in considerazione le due tipologie di trasporto intersistemiche e 

infrasistemiche evidenziando i tempi medi di percorrenza e la frequenza delle corse. 

TABELLA 1 Distanze kilometriche e tempi di percorrenza tra Falconara e i centri urbani 

più significativi della Prov. AN 

CITTA’ DISTANZA PERCORSO STRADALE AUTO TRENO frequenza AUTOBUS t. Frequenza 

t/percor. t./percor. 

/percor. 

Chiaravalle 7 SS76 12 min. 10 min. 8 corse/giorno 20 min. circa Ogni 20 min.^ 

circa circa 

Ancona 12 SP16 o Autostrada A14 10-20 min. 10 min. 44 corse/giorno 15-20 min. circa Ogni 15 min.^ 

Senigallia 17 SP16 o Autostrada A14 25 min. 

circa 

Jesi 20 SS76 20 min. 

circa 

Osimo 26 SP16 o Autostrada A14 25 min. 

circa 

Numana 31 SP16 o Autostrada A14 32 min. 

Sirola 

circa 

Loreto 34 SP16 o Autostrada A14 27 min. 

circa 

Fabriano 64 SS76 50 min. 

circa 

40 

14 min. 23 corse/giorno 30 min. circa Ogni 60 min. ^ 

18 min. 18 corse/giorno 30 min. circa Ogni 30 min. ^ 

22 min. 1 corsa/giorno* / * 

/ / / * 

30 min. 

circa 

1 corsa/giorno* / * 

1 ora circa 18 corse/giorno 1 ora 30 min. circa 1 corsa/giorno 

TABELLA 2 Distanze chilometriche e tempi di percorrenza tra Falconara e gli altri capoluoghi della regione 

CITTA’ DISTANZA PERCORSO STRADALE AUTO t/percor. TRENO t./percor. frequenza 

Pesaro-Urbino 60 SP16 o Autostrada A14 43 min. circa 38 min. circa 25 corse/giorno 

Macerata 68 Autostrada A14 e SS77 55 min. / / 

Fermo 81 Autostrada A14 e E55 55 min. circa / / 

Ascoli Piceno 130 Autostrada A14 e E55 1 ora 20 min. circa / / 

TABELLA 3 Distanze chilometriche e tempi di percorrenza tra Falconara e le principali città del centro Italia 

CITTA’ DISTANZA PERCORSO STRADALE AUTO t/percor. TRENO t./percor. frequenza 

Rimini 95 Autostrada A14 54 min. circa 1 ora 10 min. circa 20 corse/giorno* 

Perugia 134 SS76 e SS318 1 ora 48 min. / * 

Pescara 167 SS76 e autostrada A14 1 ora 40 min. circa 2 ore 20 min. 3 corse/giorno* 

Bologna 204 Autostrada A14 e E45 2 ore circa 2 ore 30 min. circa 

13 corse/giorno* 

Firenze 247 Autostrada A14 e E45 3 ore 20 min. circa / * 

Roma 274 SS76, SS3 e Autostrada A1 3 ore 15 min. circa 3 ore 30 min. circa 10 corse/giorno 

N.B. : Per i collegamenti ferroviari e su autobus di linea sono state considerate le sole corse dirette in partenza 

da Falconara e dirette alle varie stazioni. 

*esistono ulteriori possibilità di collegamento effettuando uno o più cambi 

^ variabili a seconda della fascia oraria

MARCHINGEGNO 


Dal confronto e dall’analisi dei dati per le diverse modalità di trasporto è possibile 

trarre le seguenti di considerazioni generali: 

• prossimità di Falconara ai centri più rilevanti del sistema territoriale di riferimento (Ancona, 

Jesi, Fabriano, Senigallia, Osimo); 

• buon collegamento con centri a vocazione turistica (Senigallia, Riviera del Conero e Loreto); 

• equidistanza rispetto ai capoluoghi di provincia della Regione, ad eccezione di Ascoli Piceno, 

sfavorita da una posizione di isolamento rispetto alla fascia costiera; 

• raggio di distanza dalle città più importanti del Centro Italia variabili dai 100 Km (Rimini) 

ai 300 Km (Roma), ovvero tali da consentire un viaggio di andata e ritorno nell’arco di una 

sola giornata; 

• tra le due linee di collegamento - la litoranea e la linea per Roma - più agevole, sia per il 

sistema viario che per il sistema ferroviario, risulta la prima, con una strada a scorrimento 

veloce (A14) e un maggior numero di treni in transito; 

TRASPORTI INTERSISTEMICI 

Di seguito analizzeremo più da vicino il sistema delle infrastrutture di trasporto che 

insistono sul territorio comunale, a partire dall’analisi dei servizi offerti e dei dati statistici 

sul loro utilizzo. 

SISTEMA FERROVIARIO 

L’indagine è stata fortemente condizionata dalla carenza delle fonti disponibili. La 

richiesta, inoltrata a Trenitalia S.p.A. relativamente ai dati del movimento ferroviario 

(passeggeri e merci) della stazione di Falconara Marittima, non ha avuto alcun esito. I dati 

che di seguito riportiamo, non aggiornati, sono il frutto di ricerca web. 

Secondo un’indagine condotta dalla Divisione Trasporto Locale FS nel 1998 3 1 sulla 

rete provinciale, sulla tratta Falconara M. – Fabriano l’offerta media di treni era pari a circa 

33 treni/giorno, per un totale di circa 12.000 -15.000 posti a sedere disponibili, la cui 

percentuale media di occupazione varia dal 26% al 17%, procedendo dalla costa verso 

l’interno. Nello stesso anno, sulla tratta Falconara M. – Ancona si registrarono 74 

treni/giorno, per un totale di circa 35.000 posti disponibili, occupati con un coefficienti 

pari al 21%. 

Nello stesso anno presso la stazione di Falconara sono stati venduti in media 488 

biglietti al giorno. Oltre la stazione di Ancona (con 2.400 biglietti) sono solo 5 le stazioni 

con più di 100 biglietti/giorno venduti nella Provincia: Loreto (109), Jesi (360), Fabriano 

(438), Senigallia (520). 

Un dato indicativo se si tiene conto del fatto che ad esempio la città di Senigallia, con 

più di 41.000 abitanti (contro i circa 28.300 di Falconara) gode di un movimento turistico 

rilevante, e che il comune di Fabriano, con circa 33.000 abitanti, fa capo ad un importante 

distretto produttivo. 

La stazione di Falconara quindi, oltre che dai residenti, è utilizzata in larga misura da 

passeggeri in transito verso altre destinazioni, in virtù soprattutto del suo snodo in 

direzione Orte-Roma (sottraendo quindi traffico ad Ancona) e della prossimità dello scalo 

aereoportuale. 

31 Fonte: sito web www.provincia.ancona.it/agenda21. 

41




Per quanto concerne il movimento passeggeri in salita e in discesa dai treni, sempre in 

base all’indagine del ’98, nei giorni feriali la stazione di Falconara si collocava al settimo 

posto in ambito provinciale, con una media di 18 unità in salita e in discesa per treno 

transitato, dopo: Ancona (91), Ancona M.ma (68), Senigallia (41), Jesi (29), Fabriano (27) e 

Montecarotto (19). Nei festivi, invece, il movimento aumentava notevolmente per la 

stazione di Falconara (in media 42 passeggeri in salita e discesa per treno), al quarto posto 

dopo Ancona (78), Ancona M.ma (32) e Senigallia (35). 

L’indagine ha evidenziato la netta prevalenza dei servizi offerti lungo la direttrice 

adriatica (Ancona, Ancona M., Senigallia, Falconara e Loreto) e, sia pure in minor misura, 

lungo la direttrice Falconara-Orte (Jesi e Fabriano), rispetto alla scarsa frequentazione dei 

servizi eserciti nelle aree più interne del territorio provinciale, da cui la rilevanza del nodo 

di Falconara Marittima. 

Per quanto riguarda invece l’offerta del trasporto persone su rotaia per l’anno 2004 3 2 , 

invece, sono complessivamente 121 i treni che transitano giornalmente in arrivo e in 

partenza per la stazione di Falconara, così suddivisi 3 3 : 

• 53 treni sulla direttrice interna (Ancona/Fabriano/Foligno/Orte/Roma) 

• 68 treni sulla direttrice Milano – Lecce (Milano/ Bologna/ Ancona/ Pescara/ Lecce). 

Il collegamento ferroviario è largamente utilizzato per i collegamenti pendolari, 

permettendo di raggiungere in tempi brevi (ed evitando i rischi di rallentamento del 

traffico su ruote) le vicine città di Ancona, Senigallia, Chiaravalle e Jesi, spingendosi sino a 

Marotta e Pesaro per la linea adriatica, sino a Fabriano per la linea verso Orte-Roma. 

Da Falconara è inoltre possibile raggiungere, senza cambi di treno, le città di Milano, 

Bologna e Roma. 

42 

Per l’elaborazione grafica dei dati citati si veda l’Allegato I.3.1 - sistema ferroviario. 

IL SISTEMA AEROPORTUALE 

Nato nel 1934 come base per le sole operazioni militari, dal 1962 l’aeroporto di 

Ancona-Falconara è aperto anche al traffico civile prima nazionale, quindi internazionale. 

Gestito dall’ Aerdorica S.p.A., società partecipata da Enti Pubblici e imprese leader locali, 

l’aeroporto ha visto, specie a partire dagli anni ’90, una crescita notevolissima e pressoché 

costante sia in termini di traffico passeggeri che di trasporto merci, acquistando 

un’importanza sempre maggiore tra gli scali nazionali. 

Oltre all’Alitalia, altri importanti compagnie internazionali convergono sullo scalo 

marchigiano, quali AirDolomiti/Lufthansa, Ryanair, Spanair, Europe Airpost, Krais Air, 

Carpatair e Club Air. Nell’insieme le compagnie citate provvedono a collegare direttamente 

Ancona e Falconara a: Roma, Milano Malpensa, Trapani, Palermo, Olbia. 

Per quanto riguarda i collegamenti internazionali, sono disponibili collegamenti 

diretti per: Londra, Parigi, Atene, Copenhagen, Barcellona, Monaco di Baviera, Spalato, 

Bucarest, Monastir, Arad, Timisoara, Mosca, mentre voli charter settimanali raggiungono 

località prettamente turistiche come Sharm El Sheik, Palma-Ibiza, Tenerife e Brac. 

Dai circa 150.000 passeggeri transitati nel 1993 si è passati infatti ai quasi 464.000 

dell’anno 2002, per arrivare alle 522.373 unità registrate nel 2003, con un incremento 

32 Fonte: orario ufficiale Trenitalia 2004. 

33 Sono stati considerati i soli collegamenti ferroviari diretti.

MARCHINGEGNO 


pari a +12,62% rispetto all’anno precedente, superiore addirittura a quello registrato a 

3 4 

livello nazionale (+9,2%). 

Per quanto concerne la tipologia dei voli, la variazione percentuale più consistente, 

dovuta alle minori tariffe di viaggio praticate e a una maggiore flessibilità dell’offerta, 

riguarda il traffico dei voli charter (+66,2% rispetto al 2002), mentre per i voli di linea 

l’aumento è molto più contenuto (+3,3%). 

I collegamenti di linea diretti più utilizzati nel 2003 sono nell’ordine quelli per Roma 

(seppure con un calo pari a -3,3% sul 2002), Milano (+14,9%) e Londra (che rispetto al 

2002, quando era al primo posto, ha subito un drastico calo pari a -36,65%); anche i 

passeggeri dei voli di linea per Monaco sono diminuiti del 9,5%, mentre un buon successo 

hanno riscontrato i nuovi collegamenti per Palermo e Olbia (+6,4%). 

I voli charter più utilizzati nel 2003 sono invece nell’ordine quelli per Barcellona, 

Bucarest (in calo del 13,3% sul 2002) e Mosca (che hanno visto un incremento di passeggeri 

dell’8,7%), cui si aggiungono i nuovi collegamenti settimanali per Sharm El Sheik, 

Timisoara e Palma-Ibiza. 

Il volume delle merci trasportate, registrato nel 2003, seppur in calo del 13,3% 

rispetto al 2002 (ad eccezione del volume postale, aumentato del 26,3%, in corrispondenza 

dell’avvio del volo notturno postale su Roma), risulta comunque in crescita, soprattutto 

verso i Paesi Ex-Urss, considerando i dati relativi agli ultimi cinque anni. 

In relazione al trend fortemente positivo dei traffici passeggeri e commerciali 

sostenuti dall’aeroporto, si sono resi necessari forti investimenti per realizzare azioni di 

marketing coordinate a livello internazionale e interventi di adeguamento 

infrastrutturale dello scalo, relativi in particolare al completamento della nuova 

aerostazione passeggeri e all’ampliamento della stazione merci. 

La presenza sul proprio territorio comunale di uno scalo aereo tanto rilevante 

costituisce senz’altro un fattore di enorme vantaggio per il rilancio culturale e turistico di 

Falconara, un punto di forza che va adeguatamente messo a frutto, sia in un’ottica di 

sistema di rete con l’area Vallesina (sino alla penetrazione nella vicina Umbria), sia in vista 

della possibile localizzazione sul territorio urbano di un polo fieristico d’importanza 

sovraregionale, che incrementerebbe i flussi di visitatori in arrivo, con ricadute positive 

prevedibili per l’intero indotto economico legato al turismo. 

Per l’elaborazione grafica dei dati citati si veda 

l’Allegato 1.3.2. – Sistema Aeroportuale. 

3 5 

IL SISTEMA AUTOSTRADALE 

Nell'ultimo quinquennio la mobilità sulla rete autostradale nazionale è cresciuta ad un 

tasso medio annuo del 3,15%. Gli aumenti più intensi hanno riguardato proprio le 

autostrade della parte orientale del Paese, con particolare riferimento al corridoio adriatico 

(+4,3% la Udine-Tarvisio, +3,7% la Venezia-Belluno, +3,6% la A14 Bologna-Taranto, con 

punte del 4,5% tra Ancona e Canosa, +3,5% la Bologna-Padova). 

L'elaborazione di un indice sintetico di rete, che media i traffici (transiti in entrata ed 

in uscita) di tutte le stazioni della rete, ha permesso di evidenziare una crescita (+2,4%) 

della domanda (dai 14.700 veicoli/giorno del 2001 si è passati agli oltre 15.000 del 2002). 

Il 41% circa delle stazioni della rete smaltiscono un movimento veicolare inferiore o pari a 

10.000 veicoli/giorno ed il 36% un flusso compreso tra 10.000 e 20.000, mentre 21 

stazioni su 289 (7,25%) sono interessate da oltre 30.000 veicoli/giorno. 

34 Dati estratti dal sito internet www.ancona-airport.com. 

35 Dati forniti dalla Società Autostrade per l’Italia S.p.A., relativi all’anno 2003. 

43




Da questi dati si deduce come la stazione di Ancona Nord, in prossimità di Falconara, 

con un flusso veicolare medio per l’anno 2003 (in entrata e in uscita) pari a 19.303 

veicoli/giorno sia interessata da un movimento veicolare elevato. In linea con i dati 

nazionali, la maggiore concentrazione si ha nel mese di luglio e agosto (rispettivamente 

oltre 16.500 e oltre 15.600 transiti giornalieri), soprattutto per il traffico leggero, in 

coincidenza con le ferie estive. 

Il traffico pesante ammonta in media invece a circa 5000 unità al giorno in entrata e 

uscita (25,9% del traffico totale), con un calo considerevole solo nel mese di agosto, in 

concomitanza col rallentamento delle attività commerciali. Tale dato è in linea con il dato 

nazionale che vede l'autostrada A14-Adriatica quarta per quota percentuale di traffico 

pesante pari a 25,8% del traffico totale, dopo la A23 Udine-Tarvisio (33,6%), la A13 

Bologna-Padova (27%) e L’Autostrada del Sole (25,9%). 

Sia i dati di traffico leggero che quello pesante riportano valori praticamente identici 

per i veicoli della categoria in entrata e uscita. 

Relativamente ai tratti elementari della rete autostradale, sempre nel 2003, dal casello 

di Senigallia a quello Ancona Nord sono transitati ogni giorno in media 21.872 veicoli (con 

un’incidenza più che raddoppiata per quelli leggeri su quelli pesanti); in direzione opposta, 

cioè da Ancona Nord verso Senigallia, i veicoli sono stati invece ogni giorno 22.261, anche 

in questo caso con una netta prevalenza dei leggeri. Il tratto autostradale Senigallia-Ancona 

Nord, ha visto quindi complessivamente il transito di 44.132 unità su quattro corsie. 

Nel tratto Ancona Nord-Ancona Sud, invece, il traffico in direzione sud è stato nel 

complesso pari a 19.223 unità, mentre in direzione opposta si sono registrati 19.645 

transiti, per un totale di quasi 39.000 passaggi in entrata e uscita, sempre distribuiti su 

quattro corsie. 

Se si considera che la stragrande maggioranza dei tratti elementari della rete aziendale 

ha un volume medio per corsia inferiore ai 12.000 veicoli/giorno (il 39% della rete meno di 

7.000, un altro 38% tra 7.000 e 12.000), se ne deduce che a fronte di un traffico veicolare 

nei due tratti considerati (Senigallia-Ancona Nord e Ancona Nord-Ancona Sud) con valori 

nella media rispetto ai dati nazionali (10.000 veicoli/giorni), il movimento di stazione 

risulta decisamente più elevato della media. 

Per quanto riguarda le destinazioni dei veicoli, leggeri e pesanti, in partenza nel corso 

dell’anno 2003 dal casello di Ancona Nord, le mete principali regionali sono nell’ordine: 

Fano (quasi 429.000), Senigallia (358.000), Ancona Sud (356.000), Macerata-Civitanova 

(oltre 276.000), Loreto-Porto Recanati (oltre 239.000). 

E’ significativo il fatto che le località regionali di provenienza per il casello Ancona 

Nord siano le stesse (e nello stesso ordine decrescente) delle destinazioni appena citate: il 

motivo di tale coincidenza è da ravvisarsi nel fenomeno del pendolarismo per motivi di 

lavoro da e verso i maggiori centri produttivi locali, quali appunto i distretti di Fano, 

Senigallia, Civitanova e Porto Recanati. 

Per le destinazioni extra-regionali, invece, i movimenti veicolari si dirigono 

soprattutto verso: Rimini Sud (oltre 106.000), Milano Sud (oltre 103.000), Cattolica (oltre 

74.000), Bologna San Lazzaro di Savena (quasi 72.000), Piacenza Sud (quasi 63.000), 

Cesena Nord (oltre 57.000), Brennero (quasi 44.000). Le stesse località, con qualche lieve 

differenza nell’ordine, si ritrovano anche nelle provenienze per Ancona Nord. 

44 

Per l’elaborazione grafica dei dati si veda 

l’ Allegato I.3.3 - Sistema Autostradale.

TRASPORTI INFRASISTEMICI 

Il sistema stradale locale 

MARCHINGEGNO 


Per le strade locali extra-urbane, il collegamento più problematico risulta quello 

con Ancona, accentrato sulla via Flaminia, con una sola corsia in entrata ed in un uscita (ad 

eccezione del breve tratto in corrispondenza della frana Barducci a quattro corsie). 

Al sovraccarico dato dal traffico automobilistico dei pendolari, soprattutto nelle 

fasce della prima mattina e del rientro pomeridiano, si aggiunge il traffico in entrata e in 

uscita dal porto di Ancona (in buona percentuale costituito da TIR) che devia dalla strada 

litoranea solo a metà percorso, all’altezza della frazione di Torrette, generando una 

situazione di grave congestionamento e prorogando i tempi di percorrenza in auto dai 

normali 10/20 minuti sino ai 45/50 minuti (necessari per coprire una distanza di soli 12 

Km). Da tempo si tenta di dare risposta a questo problema con la realizzazione di un 

nuovo asse in uscita dal porto verso la A14, ma sino ad oggi non si è trovato un accordo per 

la definizione del percorso. Certo è che la soluzione del problema investe direttamente 

anche il territorio di Falconara. 

Se la sicurezza delle strade locali extra-urbane (sovente con percorso lungo i 

crinali) risulta spesso insufficiente per le limitate dimensioni carrabili, la viabilità interna 

risente sia della particolare orografia del territorio, con pendenze anche molte elevate, sia 

delle carenze della pianificazione nella fase di massima espansione del nucleo urbano, sia 

degli effetti dello sviluppo del complessivo sistema infrastrutturale, cui si deve anche 

dell’isolamento di alcuni quartieri. 

La transitabilità delle strade urbane è altrettanto poco sicura per l’uso diffuso di 

parcheggiare ai lati a causa della ridotta disponibilità di posti auto pubblici, specie nel 

centro città e nella frazione di Castelferretti 3 6 . 

Mancano, inoltre, i parcheggi di intermodalità (soprattutto in direzione Ancona) 

mentre sono insufficienti le autorimesse e i garage di uso sia pubblico che privato. 

Ciononostante i falconaresi fanno largo utilizzo dei mezzi propri per i collegamenti 

interni, congestionando il centro-città e le aree commerciali. 

Le piste ciclabili e i percorsi pedonali 

Del tutto assenti le piste ciclabili, anche nelle aree urbane pianeggianti e lungo il 

litorale; unica eccezione le piste ciclabili del Parco Fluviale dell’Esino, in parte già 

realizzate. 

I percorsi pedonali, già problematici per la ripidità del terreno, sono spesso resi 

impraticabili da ostacoli di diversa natura e da barriere architettoniche. Sono inoltre poco 

valorizzati in termini di arredo urbano, ad eccezione delle vie del centro di Falconara 

Marittima, recentemente rinnovate e pedonalizzate. 

Funzionalmente inadeguati anche i collegamenti pedonali tra città e spiaggia, mentre 

le zone pedonali sono limitate e scarsamente accoglienti rispetto alle necessità di relazione 

e di aggregazione della comunità. 

36 Cfr. PRG99, cit. 

45




Il sistema del trasporto locale su ruote 

Il servizio di trasporto pubblico locale su mezzi bus, nonostante il notevole 

incremento delle corse urbane ed extra-urbane degli ultimi 10 anni, richiede interventi di 

potenziamento e di razionalizzazione. La linea verso Ancona, la più utilizzata, certamente 

risente delle difficoltà di accesso al capoluogo, concentrato sulla strada litoranea con i 

problemi di congestionamento di cui si è già detto. 

La realizzazione di un servizio di trasporto interurbano leggero su rotaia, la 

cosiddetta “metropolitana di superficie”, appare ormai strategica per il 

decongestionamento del tratto litoraneo in linea con l’esigenza di un miglioramento della 

sostenibilità ambientale. 

Il servizio di trasporto pubblico locale è fornito dalla Società Conerobus, che offre 

frequenti collegamenti interni al territorio comunale, verso Ancona e verso i maggiori 

centri limitrofi. 

Per quanto attiene il trasporto all’interno del Comune, le linee Circolari Destra e 

Sinistra uniscono il centro di Falconara con Palombina, il cimitero e Falconara Alta, 

mentre la Linea G collega Falconara centro a Falconara Alta e Collemarino. 

Dall’estate 2004 è stato attivato, nei soli mesi estivi, un trenino su ruote che collega 

tutti i punti principali della città. Il servizio, a costo estremamente contenuto, è volto a 

decongestionare il traffico nei mesi estivi disincentivando l’uso del mezzo proprio da parte 

di residenti e villeggianti. 

Grazie alla Linea A, da Falconara è possibile raggiungere Ancona in circa 15/20 minuti, 

con corse della frequenza all’incirca di un quarto d’ora, salvo problemi di traffico, che 

troppo spesso si verificano lungo la via Flaminia. 

La linea B permette un comodo collegamento da Falconara verso nord 

(Montemarciano e Marina di Montemarciano, con un tempo di percorrenza di circa 10 

minuti) e verso sud (Ancona e Collemarino), con una frequenza media delle corse di circa 

25 minuti, variabile però a seconda delle diverse fasce orarie della giornata. 

La linea C unisce Chiaravalle e Castelferretti a Falconara, con corse all’incirca ogni 20 

minuti, effettuando una sola fermata, sia all’andata che al ritorno, all’Ospedale Regionale di 

Torrette. 

Diverse altre linee Conerobus collegano Falconara ai Comuni di Ostra, 

Montemarciano e Marina, Camerata Picena, con corse della frequenza di circa 30 minuti. 

Una particolare rilevanza assume inoltre la Linea J, che offre un utile collegamento 

orario tra l’aeroporto Raffaello Sanzio, il centro di Falconara, l’Ospedale Regionale di 

Torrette, la Zona Industriale Baraccola e Osimo Stazione. 

Le autolinee S.A.C.S.A. e Bucci collegano rispettivamente Falconara a Jesi e a 

Senigallia, e sono largamente utilizzate. 

Per quel che riguarda il servizio taxi, solo due sono i capolinea di partenza sul 

territorio urbano, uno di fronte alla stazione ferroviaria e uno di fronte all’aeroporto, con 

un numero di mezzi disponibili non adeguato alle esigenze dei possibili fruitori. 


Si è ritenuto opportuno per semplicità di lettura scindere in due diverse tabelle i 

risultati dell’analisi SWOT relativi ai sistemi territoriali di area vasta e ai sistemi delle 

infrastrutture, pur rimarcando la stretta connessione tra i due sistemi. 

46

SWOT ANALISI: SISTEMI TERRITORIALI 


MARCHINGEGNO 


• Vantaggio competitivo determinato da una condizione di monopolio localizzativo 

• Vantaggio competitivo determinato dall’alta concentrazione di infrastrutture 

• Elevato valore occupazionale 

• Importanti relazioni con l’hinterland in quanto centro di un sistema urbano multipolare 

(sistema compreso tra Senigallia, Jesi, Osimo e Ancona) 

• Importanti connessioni a livello nazionale e internazionale, in particolare per la presenza 

dell’aeroporto e la vicinanza al porto 


• Dipendenza da strategie economiche in gran parte esogene al territorio 

• Sovraccarico del sistema infrastrutturale che raggiunge soglie di criticità 

• Criticità ambientale, sociale e demografica 

• Sovrapposizione di progetti sovralocali, tra loro sovente incoerenti, con una dispersione di 

risorse ed una conflittualità tra i molteplici attori di governo del territorio 

Opportunità 

Rischi 

• Appartenenza al sistema dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) di 

Ancona 

• Riconoscimento del Piano Territoriale di Inquadramento (PIT) della Regione Marche 

dell’importanza del territorio falconarese e delle sue dotazioni come “internodo centrale della 

mobilità” con “funzioni di gate internazionale nei confronti dell’Europa, del Mediterraneo e 

soprattutto dei paesi dell’Est” 

• Priorità data dagli strumenti urbanistici alla razionalizzazione del complessivo sistema 

infrastrutturale, incentivando tavoli di concertazione (PRG99) 

• Possibile rilancio del Corridoio Adriatico 

• Incertezza sulle prospettive (tecnologiche e di mercato) a lungo termine delle due principali 

emergenze economiche dell’area: fornitura di energia e trasporti 

• Incertezza determinata dagli accordi tra i diversi livelli di governo del territorio 

47




SWOT ANALISI: SISTEMI DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO 


48 

• Vantaggio determinato dalla strategica posizione di Falconara, in prossimità del capoluogo 

regionale e sullo sbocco a mare del Corridoio dell’Esino 

• Vantaggio competitivo determinato dalla compresenza di nodi di diverse modalità di 

trasporto (interscambiabilità) 

• Raggio di distanza dalle città più importanti del Centro Italia variabili dai 100 Km (Rimini) ai 

300 Km (Roma), ovvero tali da consentire un viaggio di andata e ritorno nell’arco di una sola 

giornata 

• Sistema ferroviario caratterizzato da un elevato traffico ferroviario (merci E passeggeri) con 

un utilizzo della stazione non solo da parte dei residenti ma anche dai viaggiatori in transito, per 

la presenza del nodo di scambio tra due direttrici strategiche 

• Importante utilizzo del sistema ferroviario per pendolarismo lavorativo, in particolare verso 

la Vallesina 

• Sistema autostradale (A14 adriatica) che, nonostante la mancanza della terza corsia, ha 

visto per la mobilità una crescita media pari al 4,5% (tratto Ancona-Canosa); in particolare la 

stazione relativa a Falconara (uscita Ancona Nord) ha registrato nel 2003 un flusso veicolare 

medio decisamente elevato che, con una significativa percentuale, è a servizio del capoluogo 

• L’importanza acquisita, a livello nazionale e internazionale, dallo scalo aeroportuale, con 

una crescita notevolissima e pressoché costante sia in termini di traffico passeggeri che di 

trasporto merci 

• Consistenti investimenti da parte della società di gestione Aerdorica S.p.a. per promuovere 

azioni di marketing coordinate a livello internazionale ed interventi di adeguamento 

infrastrutturale, tra cui l’apertura della nuova aerostazione passeggeri e l’ampliamento della 

stazione merci 


• Sovraccarico del sistema infrastrutturale che raggiunge soglie di criticità 

• Inadeguatezza della linea ferroviaria per Roma 

• Mancanza della terza corsia per il sistema autostradale e l’inadeguatezza dell’attuale 

casello Ancona Nord 

• Sistema viario locale fortemente condizionato dall’orografia del territorio 

• Sistema viario locale inadeguato rispetto allo sviluppo del nucleo urbano avvenuto dalla 

seconda metà del ‘900

• Sovraccarico del collegamento viario con Ancona 

MARCHINGEGNO 


• Congestione di traffico automobilistico soprattutto nelle aree centrali della città, aggravata 

dalla mancanza di parcheggi di intermodalità e di autorimesse 

• Servizio di trasporto pubblico locale che, nonostante l’incremento delle corse urbane ed 

extra-urbane, necessita di ulteriori interventi di potenziamento e di razionalizzazione, in 

particolare per i collegamenti con Ancona 

Opportunità 

Rischi 

• Concertazione avviata con altri enti locali (Comuni dell’hinterland, Provincia e Regione), 

Ministero ed enti privati (RFI e Quadrilatero S.p.a.) per potenziare e rendere più funzionale il 

sistema delle infrastrutture di trasporto, limitandone quindi i rischi (arretramento tracciato 

ferroviario) e i danni all’ambiente (riduzione di emissioni gassose; riduzione del rumore) 

• Previsione all’interno del PRG99 dello spostamento del potenziamento del casello 

autostradale Ancona Nord (già avviati i tavoli di concertazione con gli altri comuni interessati) 

• Stazione ferroviaria come importante luogo dello scambio, potenzialmente luogo urbano 

strategico 

• Sistema dei percorsi pedonali e ciclabili oggetto di nuovi importanti interventi finalizzati a 

riconnettere parti di città oggi separati e la città consolidata all’area fluviale e ad altri comuni 

della bassa Vallesina (Chiaravalle) 

• Realizzazione in corso del servizio inter-urbano di metropolitana di superficie, importante 

soprattutto per il decongestionamento del tratto litoraneo 

• Protrarsi dei tempi per il completamento dei progetti e la realizzazione degli interventi 

finalizzati al potenziamento e al riassetto del complessivo sistema infrastrutturale, conseguente 

alle difficoltà di raggiungimento degli accordi tra i diversi enti e al protrarsi dei tempi di 

erogazione dei finanziamenti 

49




1.4 

Caratteri 

economici e 

qualità della vita 

50 

CARATTERI ECONOMICI 

La provincia di Ancona, a partire dai primi anni ’80 e 

per tutti gli anni ’90, ha seguito un percorso di 

sviluppo economico basato su una terziarizzazione 

spinta, sostanzialmente diverso da quello del restante 

territorio delle Marche a forte vocazione industriale e 

manifatturiera (vedi Tab.1 in allegato I.4). 

In particolare, il calo di occupati in agricoltura, conseguenza dei processi evolutivi 

nelle tecniche di produzione, è più marcato che nel resto delle Marche, mentre il tasso di 

terziarizzazione, nonostante una lieve flessione sul finire degli ani ’90, è sensibilmente più 

alto. L’attività manifatturiera, dai classici poli industriali di Ancona, Jesi e Fabriano, si è 

diffusa nei comuni collinari, concentrandosi in distretti ad elevata specializzazione 

produttiva (il tessile ad Ostra, le pelli a Serra dé Conti, le materie plastiche e l’elettronica a 

Osimo). I comuni costieri, viceversa, sono caratterizzati da un basso grado di 

industrializzazione e specializzazione produttiva, mentre lo sviluppo economico è trainato 

dal settore terziario connesso soprattutto alle attività turistiche e ai servizi (amministrativi, 

sanitari, universitari, ecc..) propri del capoluogo di regione. In questo contesto, il sistema 

economico di Falconara costituisce un’ulteriore singolarità, in quanto presenta una 

ripartizione delle imprese tra i diversi settori di attività sensibilmente differente sia dalle 

medie del territorio provinciale, sia dai dati relativi ai comuni costieri (v. tab. 2, e per 

approfondimenti le tavole 1, 2, 3, 4 in allegato I.4): 

Settore Falconara Prov. AN 

U. locali %le U. locali %le 

Agricoltura, Caccia e Silvicoltura 105 4,55 9.222 19,07 

Pesca, Piscicoltura e servizi connessi 11 0,47 200 0,41 

Estrazione di minerali 3 0,13 34 0,07 

Attività manifatturiere 260 11,28 6.638 13,73 

Produzione e distribuzione energia 

elettrica, acqua e gas / / 42 0,08 

Costruzioni 214 9,29 4.824 9,98 

Commercio ingrosso e dettaglio 

riparazioni beni pers. e per la casa 938 40,72 13.591 28,11 

Alberghi e ristoranti 115 4,9 1.971 4,07 

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 135 5,86 1.821 3,76 

Intermediazione monetaria 

e finanziaria 62 2,69 1.470 3,04 

Attività immobiliari, noleggio, 

ricerca, informatica 218 9,46 3.890 8,04 

Istruzione 10 0,43 177 0,36 

Sanità e altri servizi sociali 8 0,34 154 0,31 

Altri servizi pubblici,sociali,personali 125 5,42 2.091 4,32 

Senza codifica 99 4,29 240 4,57 

TOTALE 2.303 100 48.335 100 

Tab.2: Imprese attive per settore di attività, anno 2002. 

Fonte:Infocamere. Elaborazione: Marchingegno.

MARCHINGEGNO 


Il settore agricolo è caratterizzato da un basso numero di imprese in dipendenza sia 

della limitata estensione di territorio adibito ad attività colturali e zootecniche, sia ai 

moderni metodi di conduzione dei fondi, che privilegiano aziende di dimensioni mediograndi 

con personale salariato. 

All’opposto, il Comune di Falconara presenta dei tassi di variazione della Superficie 

Agricola Unificata (SAU) 3 7 e dell’azoto e del fosforo liberato 3 8 , nel periodo 1970-1990, 

molto più stabili rispetto agli altri comuni della Provincia, con una produzione agricola e 

zotecnica in lieve incremento nonostante la forte diminuzione degli addetto nel comparto. 

3 9 

Per quanto riguarda il settore manifatturiero, Falconara si caratterizza per una 

sostanziale sottorappresentazione del comparto industriale, differenziandosi 

ulteriormente, per quanto attiene la struttura del comparto stesso, sia dai comuni 

montano-collinari che dai comuni costieri. 

Dai primi la distingue la non appartenenza ad un distretto a specializzazione 

produttiva mono o pluri-prodotto, testimoniata dalla presenza di un tessuto di imprese 

notevolmente diversificate e di buon livello tecnico. Questa situazione può costituire un 

vantaggio competitivo in termini di flessibilità e di capacità di adattamento ai mercati ed 

alle innovazioni tecnologiche. 

Dai secondi la distingue la presenza dell’API, stabilimento petrolchimico “fuori scala” 

rispetto al territorio falconarese, sia in termini di superficie occupata (circa 650.000 mq 

lungo la costa alla foce dell’Esino), sia in termini occupazionali (circa 1.600 addetti tra 

forza lavoro diretta e indotto). 

La localizzazione della raffineria risponde esclusivamente a logiche di economia 

esterne, determinate dalla presenza in loco delle infrastrutture necessarie alla distribuzione 

e al trasporto dei prodotti petroliferi che soddisfano il fabbisogno di gran parte dell’Italia 

centrale. 

Inoltre, questa struttura produttiva, la cui governance, è determinata, come già 

sottolineato, da centri decisionali esogeni rispetto agli attori locali, non ha rapporti con la 

rete di PMI marchigiana, se si eccettuano ovviamente le imprese di servizi (principalmente 

di trasporto) che costituiscono il suo indotto. 

E’ da sottolineare, infine, come la presenza dell’API abbia concentrato lungo la costa 

tra Falconara e Senigallia l’intero settore petrolchimico delle Marche (con i depositi della 

Liquigas, della Elf e della Golden) e l’80% della forza lavoro nel comparto. 

Il sistema economico falconarese è caratterizzato da una consistente specializzazione 

nel terziario, con un notevole scostamento nel numero delle imprese coinvolte rispetto 

alle medie provinciali (vedi Tab. 2). 

Questa specializzazione, però, è fortemente connotata da un terziario “hard”, 

materiale, legato all’esistenza nel territorio di infrastrutture nodali /stradali, autostradali, 

ferroviarie, aeroportuali) al servizio dell’’intera Regione e connesse coi Balcani e l’Europa 

del Sud-Est: sono prevalenti, infatti, i servizi connessi al trasporto, allo stoccaggio e alla 

distribuzione e vendita dei prodotti. Questa tipologia di terziario compete, e spesso 

confligge, con un terziario “soft”, immateriale, legato ai servizi urbani superiori o ai servizi 

a maggior valore aggiunto che potrebbero essere resi ai distretti industriali limitrofi. 

37 La SAU è un indice dell’estensione della coltura. 

38 La variazione dell’azoto e fosforo liberato è una misura del carico zootecnico sull’ambiente. 

39 Fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Ancona, Anno 2001, Provincia di Ancona, Assessorato 

all’Ambiente. 

51




Anche il settore turistico è caratterizzato maggiormente dalla presenza di servizi 

connessi al turismo, in modo particolare all’attività aeroportuale, piuttosto che da attività 

dirette alla ricettività ed alla ristorazione, in ciò distinguendosi ulteriormente dagli altri 

sistemi costieri marchigiani. 

I sistemi infrastrutturali pertanto hanno costituito sino ad oggi più un fattore di 

limitazione e condizionamento che un’opportunità di sviluppo per il settore turistico. 

Questa consapevolezza va posta alla base di ogni disegno strategico di promozione turistica 

per il territorio di Falconara. 

Andando ad analizzare la consistenza attuale dei singoli sottosettori economici, si 

evidenzia come le imprese censite a Falconara nel 2003 siano in totale 2.324 (21 in più 

rispetto al 2002), con un totale di 4.735 addetti (rispetto ai 5.000 dell’anno precedente): al 

leggero aumento delle imprese corrisponde quindi, in un anno, un calo degli addetti pari a – 

265 unità (vedi Tab. 3 in allegato I.4 e visualizzazioni grafiche qui di seguito riportate) 40 : 

40 Fonte: Dati forniti dal Comune di Falconara M.ma, anni 2002 – 2003. 

52

Tot. n. imprese attive: 2324 

MARCHINGEGNO 


GRAFICO 1. Imprese attive nel Comune di Falconara M.ma, suddivise 

per tipologia, anno 2003. 

Fonte: dati forniti dal Comune di Falconara M.ma. Elaborazione: 

Marchingegno. 

53




GRAFICO 2. Imprese attive nel Comune di Falconara M.ma, 

suddivise per percentuale di addetti sul totale dei lavoratori nel 

comune, anno 2003. Fonte: dati forniti dal Comune di Falconara 

M.ma. Elaborazione: Marchingegno. 

Il calo di addetti più cospicuo, pari a 128 unità dal 2002 al 2003, si è avuto nel settore 

dell’industria, nonostante le imprese attive in quest’ambito produttivo siano aumentate di 

3 unità. 

Seguono gli esercizi commerciali, che hanno registrato, oltre alla diminuzione nel 

numero degli esercizi pari a – 6, un calo degli impieghi uguale a – 51. 

In ogni caso, i settori di industria e commercio risultano i più rilevanti sul territorio di 

Falconara, sia per numero di imprese che per addetti impiegati. 

Le imprese operanti nel settore agricolo sono diminuite di - 4 unità e hanno visto, in 

un anno, un calo degli addetti pari a -27: la diminuzione nel numero delle imprese agricole 

e in quello dei relativi addetti è in linea con le tendenze delle società industrializzate 

avanzate, che vedono progressivamente ridursi il numero delle imprese agricole. 

54

MARCHINGEGNO 


Le imprese attive nei trasporti, poi, diminuite di 2 unità hanno perso in un anno 24 

addetti; altri settori non codificati registrano inoltre, nel loro complesso, un calo pari a – 38 

addetti e a – 14 negli esercizi. 

Restano sostanzialmente stabili i settori dell’estrazione minerali, della pesca, 

dell’istruzione e dei servizi sociali. 

L’unica variazione positiva di rilievo, riguardo l’occupazione, interessa il settore 

terziario relativamente alle attività immobiliari, l’informatica e la ricerca: nel complesso 

esso ha registrato un aumento del personale addetto di + 23, oltre a un incremento nel 

numero degli esercizi pari a +21 unità. Il dato è confortato anche dall’aumento nel numero 

delle abitazioni adibite ad uso terziario. 

Va sottolineato che tutta la provincia di Ancona, e in particolare l’asse Ancona – 

Jesi – Senigallia, è caratterizzata da una forte terziarizzazione delle attività produttive (in 

media 4 addetti al terziario contro 1 addetto all’industria): si tratta di un dato in 

controtendenza rispetto all’andamento regionale, che pone invece le Marche in una 

condizione di sottoterziarizzazione rispetto alla media nazionale. 

Il notevole sviluppo del settore terziario a Falconara è quindi in linea con la tendenza 

dell’intera provincia di Ancona, in particolare del capoluogo e degli ambiti territoriali 

fortemente produttivi relativi alle città di Jesi e Senigallia. 

Per quanto riguarda la produzione artigianale, sono ben 888 i professionisti che 

esercitano la propria attività nel Comune di Falconara negli ambiti produttivi più vari. 

Particolarmente numerosi sono gli artigiani che operano nell’ambito degli 

autotrasporti o nella vendita e assistenza di autoveicoli (201) e nell’edilizia (120), seguiti da 

parrucchieri ed estetisti (62) e dagli elettricisti (53); da rilevare anche la presenza di 9 

artigiani navali e di 6 tipografie. 

Per quanto concerne il censimento delle tipologie commerciali, si distinguono sul 

territorio comunale 281 esercizi con sede fissa (tra cui sono contemplati, oltre ai soli 2 

esercizi di grande distribuzione, anche i negozi al dettaglio di ogni tipo: generi alimentari, 

abbigliamento, tabaccherie, rivendite di giornali, informatica, ricambi auto, oreficerie, 

elettrodomestici, mobili e quant’altro). 

Sono 149 gli esercizi di vicinato (che coprono una superficie massima di 250 mq) di 

genere alimentare e non alimentare vario (ferramenta, profumerie, librerie, accessori 

auto,abbigliamento, mercerie, frutta e verdura, piante e fiori. 

Sono 10 le medie strutture di vendita (occupanti una superficie compresa tra 250 e 

1500 mq), che trattano la distribuzione sia di generi alimentari che non alimentari (vi sono 

comprese anche le concessionarie d’auto). 

I pubblici esercizi (corrispondenti alle tipologie di bar, pub e ristoranti) aperti tutto 

l’anno nel comune di Falconara sono 93 (ivi compresi gli autogrill e gli esercizi annessi alle 

stazioni di servizio, ubicati all’interno dell’aeroporto e della stazione ferroviaria), cui vanno 

aggiunti i 24 esercizi pubblici stagionali ubicati sul litorale, la cui attività è legata 

all’afflusso turistico balneare estivo. 

Va sottolineato inoltre che la dismissione della Caserma Saracini ha provocato la 

chiusura di alcuni bar, pizzerie e ristoranti, specie nelle zone di Villanova e Fiumesino, 

mentre altri pubblici esercizi hanno intrapreso la via della riqualificazione per attrarre 

nuovi clienti. 

Rispetto al nostro studio, acquista particolare significato l’analisi del segmento 

economico costituito dalle piccole imprese artigianali e commerciali , rilevante per due 

differenti motivi. 

55




56 

Queste realtà economiche, infatti, possono essere considerate: 

a) componenti essenziali delle “risorse culturali” di un territorio; 

b) fattori determinanti dell’ambiente urbano e delle sue trasformazioni. 

Quanto al primo aspetto, se consideriamo il termine “cultura” nella sua accezione più 

ampia, come insieme delle manifestazioni dei valori, delle tradizioni e del modo di vivere 

di una comunità, è indubbio che le vocazioni artigianali e produttive, la varietà e la qualità 

degli esercizi commerciali e della qualità delle attività ricettive, di ristorazione e tempo 

libero, sono elementi costitutivi delle risorse culturali di un territorio 4 1 . 

Quanto al secondo aspetto, le attività dell’artigianato, di servizio e artistico, e del 

commercio, compresi i pubblici esercizi, debbono essere considerate congiuntamente, in 

quanto competono al medesimo ambito urbano, presentano traiettorie comuni di 

insorgenza e sviluppo, manifestano molteplici interrelazioni di tipo economico, 

merceologico e di servizio. 

Entrambi i settori concorrono, inoltre, a determinare i luoghi della centralità 

urbana, a produrre l’effetto città, ad esercitare un’attrazione di tipo gravitazionale del 

territorio circostante, ad influire, quindi, sotto molteplici aspetti, sulla struttura e 

sull’immagine dell’ambiente urbano. 

La conoscenza dei fattori di influenza reciproca tra attività economiche e assetto 

urbano è propedeutica, infine, a qualsivoglia progetto di riqualificazione dell’area 

cittadina e di riorganizzazione del tessuto economico in senso eco-sostenibile, in 

particolare mediante la valorizzazione delle reti commerciali e artigianali esistenti, come 

“centri commerciali naturali”. 

L’analisi del comparto artigianale dovrebbe evidenziare, alla luce di quanto detto 

precedentemente, la distribuzione spaziale delle imprese sul territorio di Falconara M., 

determinando il numero assoluto e relativo delle diverse categorie di attività artigiane 

presenti nelle diverse zone delle città, ed individuando l’esistenza o meno di vie a 

particolare vocazione artigianale, tramite un indice di densità calcolato come rapporto tra il 

numero di attività insediate e la lunghezza della strada. 

Uno studio approfondito meriterebbe poi il segmento dell’artigianato artistico 

(ebanisti, decoratori, tappezzieri, restauratori, ecc.) attraverso cui riscontrare la presenza 

di prodotti o servizi particolari legati al territorio, gli anni di attività e lo stato giuridico 

delle imprese, il numero e l’età degli addetti, le superfici occupate e il titolo di godimento 

dei locali, eventuali iniziative di riqualificazione dell’azienda effettuate o programmate. 

Per un’analisi operativa della rete commerciale al dettaglio, più dei parametri 

generali quali il numero dei punti vendita ogni 10.000 abitanti o il coefficiente di servizio 

(superficie di vendita per abitante), risultano significativi i dati relativi al numero di 

esercizi attivi ed alla loro superficie di vendita rapportata alla lunghezza della strada in cui 

sono ubicati. 

Questi dati consentono di identificare nel territorio comunale l’esistenza di assi o vie a 

particolare vocazione commerciale, poiché l’attrattività commerciale di una strada è 

determinata, ben più di quanto avvenga per le imprese artigiane, dalla “densità” degli 

esercizi, quindi dalla vicinanza e varietà delle vetrine dei negozi che si affacciano sullo 

spazio pubblico. 

Il riconoscimento di aree ad elevata concentrazione commerciale, associata a 

valutazioni di ordine spaziale (qualità dell’ambiente urbano, tipologia pedonale o ad elevato 

scorrimento veicolare della strada, presenza e caratteristiche delle attività artigianali, ecc.) 

consente di identificare l’esistenza di centri commerciali naturali, ovvero di aree urbane a 

41 Rif. BIANCHINI, F., Cultura e sviluppo del territorio, in Economia della Cultura, a. XII, n. 1, 2002.

MARCHINGEGNO 


particolare vocazione commerciale, che costituiscono un polo di attrazione sul tessuto 

circostante e possono agire come soggetti di un’offerta commerciale integrata. 

Questi centri possono contribuire ai più generali processi di riqualificazione urbana 

mediante azioni di marketing territoriale, basate sul miglioramento dell’accessibilità 

veicolare e pedonale, sull’abbellimento dell’arredo urbano con un’immagine coordinata 

delle vetrine, su attività promozionali e iniziative di animazione comuni, su servizi di 

assistenza e fidelizzazione dei consumatori, cercando di conciliare il moderno concetto di 

fun shopping (acquistare divertendosi) con i rapporti peculiari e storicamente consolidati 

con la clientela. 

Non potendo, allo stato attuale, disporre dei dati e dei parametri di riferimento 

precedentemente definiti e non essendo compito del presente lavoro ricercarli, ci 

limitiamo ad esporre sinteticamente i risultati derivati da osservazioni in loco e dall’analisi 

dei dati disponibili. 

In particolare sono emerse le seguenti tendenze generali: 

• il numero delle medie e piccole imprese artigiane è superiore alle medie dei centri 

vicini, ma questo dato è riferito principalmente all’artigianato di servizio, mentre 

l’artigianato artistico è meno rappresentato; 

• le piccole imprese artigiane sono localizzate principalmente nella zona Centro- 

Stazione, mentre quelle di maggiori dimensioni e dell’artigianato produttivo si 

posizionano in ambiti territoriali marginali rispetto al nucleo urbano principale 

(Villanova, Stadio, CIAF). 

• la rete di vendita al dettaglio è complessivamente in crescita, più accentuata per le 

strutture di vicinato (superficie di vendita fino a 250 mq.), mentre le medie strutture 

(tra 250 e 500 mq.) crescono di poche unità e le grandi superfici commerciali sono 

soltanto due (di cui una di apertura molto recente); 

• gli esercizi di vicinato sono sostanzialmente ben distribuiti sul territorio, con una 

minore presenza nella zona nord del territorio comunale (Rocca Priora, Fiumesino, 

Villanova), che maggiormente ha risentito della diminuzione del giro d’affari 

conseguente alla chiusura della Caserma Saracini; 

• le grandi strutture di vendita sono localizzate ai margini del nucleo urbano ed in 

vicinanza dei nodi stradali in quanto il loro bacino di utenza è sovracomunale; 

• la zona a maggiore vocazione commerciale è incentrata sull’asse di Via Bixio, mentre 

gli esercizi che prospettano su via Flaminia, benché numerosi ed in qualche caso di 

grandi tradizioni (Caffè Bedetti), soffrono dell’intenso traffico veicolare e della 

mancanza di parcheggi. Le strutture commerciali presenti sono sufficientemente 

variegate quanto ad offerte merceologiche, mentre dal punto di vista della qualità e 

dell’immagine del punto vendita risultano, tranne poche eccezioni, prive di particolari 

appeal, probabilmente per una certa “inerzia” della classe imprenditoriale locale nel 

seguire i gusti e le mode del mercato. Queste limitazioni spiegano la ragione per cui il 

bacino di utenza di questa zona commerciale sia limitato agli abitanti del centro 

urbano e non riesca ad estendersi ai centri vicini (Ancona, Jesi) ed ai turisti presenti 

nei mesi estivi. Una cospicua densità commerciale, associata alla presenza di spazi 

pubblici privilegiati sia aperti (Piazza Mazzini, Piazza Garibaldi) che chiusi (Casa della 

Cultura, Sala delle Arti, Ex Fanesi, Casa della Musica), rendono comunque quest’area 

la più credibile candidata a costituire un “centro commerciale naturale”, mediante un 

57




58 

insieme di azioni di marketing territoriale, che saranno esplicitate più 

approfonditamente nella quarta parte del presente lavoro; 

• i pubblici esercizi sono presenti in buon numero e variamente distribuiti sul 

territorio, con una minore presenza, anche in questo caso, nella zona nord del 

territorio comunale; questi esercizi hanno saputo rispondere con maggiore elasticità e 

prontezza rispetto alle imprese commerciali alla diminuzione della clientela seguita 

alla dismissione della Caserma Saracini, mettendo in atto una serie di progetti di 

riqualificazione e riconversione che hanno consentito di intercettare nuovi flussi di 

utenza (pasti veloci a pranzo, happy hour in serata, clientela affluent e giovane a cena); 

• un fenomeno recente ma potenzialmente di grande interesse è costituito dai 

pubblici esercizi stagionali che esercitano lungo la spiaggia nel periodo estivo. Alcuni 

di questi esercizi, con investimenti cospicui associati a un notevole spirito 

imprenditoriale, sono riusciti in breve tempo a modificare l’immagine della Falconara 

balneare da spiaggia per famiglie ed anziani, tranquilla ed un po’ noiosa, ad una realtà 

dinamica, di spiaggia che si vive tutto il giorno fino a tarda ora, secondo il modello 

“riminese”. 

Pur non potendo nascondere che tali attività hanno comportato l’insorgenza di una serie di 

problemi (il traffico, l’insufficienza dei parcheggi, il rumore nelle ore notturne, 

l’insoddisfazione degli esercizi pubblici posti in pieno centro, ecc.), va comunque 

sottolineato che esse hanno contribuito e rivitalizzato zone di spiaggia anche marginali (p. 

es. il locale “Sottosopra” a Rocca Mare), e richiamato un’utenza proveniente non solo dalla 

Vallesina, ma anche dagli altri centri balneari vicini. 

Ci troviamo pertanto di fronte a un fenomeno che deve essere attentamente analizzato e 

opportunamente utilizzato anche allo scopo di destagionalizzare l’offerta turistica, 

favorendo la trasformazione delle strutture stagionali in strutture fisse. Queste tendenze 

saranno nuovamente considerate nella quarta parte del presente lavoro, in funzione delle 

possibili sinergie attivabili con i processi di riqualificazione urbana e di sviluppo turistico 

della città. 

QUALITA’ DELLA VITA 

L’analisi della “qualità della vita” di una popolazione insediata in un territorio 

presuppone una definizione precisa del concetto analizzato che consenta di individuare gli 

elementi strutturali e conseguentemente gli indicatori economici e sociali da sottoporre a 

misurazione e monitoraggio nel tempo. 

Allo stato non è possibile selezionare un data set, un insieme di parametri 

universalmente condivisi per rappresentare il livello di welfare e i mutamenti nelle 

condizioni e nella qualità di vita delle nostre società. 

Questa evidenza, che in prima battuta potrebbe considerarsi un fattore limitante, è 

dovuta alla stretta relazione esistente tra gli indicatori scelti e gli obiettivi posti dalle 

politiche sociali: in altre parole la qualità dei parametri non è puramente descrittiva, ma 

programmatica e funzionale ad un modello di “buona società”. 

Tutto ciò consente anche di spiegare l’evoluzione che il concetto di “qualità della 

vita” ha subito in questi ultimi anni, in parallelo all’evolversi dei modelli rappresentativi 

ed interpretativi delle strutture sociali ed economiche. 

Negli anni Sessanta del secolo scorso il concetto di benessere è declinato 

essenzialmente in senso economico, sinonimo di ricchezza materiale, strettamente

MARCHINGEGNO 


connesso all’idea di controllo delle risorse, tanto che il principale criterio di valutazione 

del progresso sociale si identifica con un tipico indicatore di crescita economica quale il 

reddito pro-capite. 

Negli anni Settanta le profonde modificazioni culturali sviluppatesi in particolare nei 

paesi occidentali conducono, in opposizione alla dimensione economicista prevalente 

fino ad allora, all’elaborazione del concetto di “qualità della vita”, che incorpora anche 

elementi immateriali e qualitativi, come lo stato di salute, la qualità dell’ambiente e delle 

relazioni sociali, la sicurezza, ecc, 4 2 . 

Negli anni Ottanta l’affermarsi del paradigma basato sulle teorie dello sviluppo 

sostenibile evidenzia lo stretto legame esistente tra benessere sociale, sviluppo economico 

ed equilibrio ambientale, ponendo quindi particolare attenzione agli indicatori propri 

della dimensione ecologica (qualità dell’aria e dell’acqua, esposizione al rumore ed ai 

rischi naturali, eliminazione dei rifiuti, qualità del paesaggio naturale ed urbano). 

Negli anni Novanta vengono proposte definizioni più complesse che includono 

contemporaneamente elementi di valutazione oggettiva della qualità della vita (standard di 

vita, condizioni abitative e lavorative, stato di salute) ed elementi di valutazione del 

benessere soggettivo nelle sue componenti cognitive ed oggettive. 

Debbono inoltre essere ricordati, per le finalità del presente lavoro, gli studi 

sviluppati in anni recenti per individuare nuovi indicatori che consentano di valutare 

l’impatto delle attività e delle politiche culturali sulla qualità della vita, studi eseguiti, in 

particolare, nell’ambito dello United Nations Development Programme (UNDP). 

Nel trend evolutivo sopra delineato è possibile riconoscere una tendenza di fondo: la 

graduale sostituzione dei valori di sicurezza materiale ed economica con nuovi bisogni e 

sensibilità post-materialiste e la coniugazione del concetto di “giustizia sociale” (inteso 

come insieme di azioni finalizzate a migliorare le condizioni di vita dei cittadini) con 

quello di “bontà sociale” (ovvero il riconoscimento di nuovi diritti e maggiori possibilità 

di scelta per le persone). 

Per le ragioni precedentemente esposte, la ricerca di nuovi indicatori di benessere 

sociale, da integrare con quelli già esistenti, dovrebbe sempre accompagnare i mutamenti 

della società stessa: indicatori sulla varietà di opportunità e sicurezza del posto di lavoro, 

sull’accessibilità fisica ed economica ai servizi pubblici, ai servizi urbani superiori, ai 

servizi culturali e ricreativi, sulla partecipazione alla vita politica e amministrativa, sul 

senso civico, sull’integrazione sociale ed etnica. 

Per quanto concerne l’analisi della qualità della vita nel Comune di Falconara M., non 

disponendo ovviamente di tutti i parametri e gli indicatori precedentemente riportati, ci 

limitiamo ad alcune brevi considerazioni relative alle condizioni economiche, al livello 

d’istruzione e di occupazione, allo stato di salute, al problema abitativo ed alla sicurezza 

stradale, rinviando eventuali approfondimenti sulla dimensione culturale alla seconda 

parte del presente lavoro. 

Non vengono altresì considerati gli indicatori di qualità ambientale, la cui trattazione 

esula dagli scopi di questo lavoro 4 4 . 

42 Si veda OECD, The list of social indicators, Paris, 1982. 

43 Si veda in proposito: SEN, A., Capability and well-being, in NUSSBAUM, M. e SEN, A. (a cura di), The quality of life, Oxford 

University Press, 1993. SIRGY, H.J., Materialism and quality of life, Social Indicators Research, 1998 (vol. 43). 

44 Alcuni dati relativi al rischio inquinamento sono già stati tuttavia riportati nel paragrafo L’inquinamento ambientale, in I.2 – 

Caratteri fisico-ambientali e paesaggistici. 

4 3 

59




CONDIZIONI ECONOMICHE 

Le condizioni economiche della popolazione di Falconara M., così come possono 

essere desunte dai dati ANCITEL (vedi Tab. A), sono caratterizzate da: 

• livello di reddito pro-capite superiore sia alla media provinciale che regionale; 

• una ricchezza finanziaria sostanzialmente in linea con le medie provinciali e regionali; 

• una ricchezza immobiliare nettamente superiore alle medie del territorio circostante, 

come si evince dal numero di seconde case per vacanze e dall’incidenza dell’ICI; 

• una forte limitazione agli investimenti privati e pubblici, segnalata dalla significativa 

sottorappresentazione di voci quali gli impieghi bancari ed i trasferimenti erariali. 

Indicatore Anno 

60 

Unità di 

misura 

Comune 

Falconara 

Marittima 

Provincia Regione Italia Fonte 

Superficie territoriale 2000 Kmq. 25,46 1.940,16 9.694,51 301.333,33 ISTAT 

Popolazione residente 2000 N. 28.475 446.485 1.469.195 57.844.017 ISTAT 

Famiglie 2000 N. 12.063 171.331 547.821 22.226.115 ISTAT 

Abitazioni occupate 2001 N. 11.794 200.684 660.662 26.525.873 ISTAT 

Densità demografica 2000 Ab./Kmq 1.118 230 152 192 ISTAT 

Abbonati televisione 2001 N. 9.367 143.399 444.636 16.131.302 RAI 

Abbonati telefono 

"uso privato" 

1995 N. 9.966 151.004 463.288 19.276.904 TELECOM 

Autovetture circolanti 2000 N. 16.306 266.041 880.207 32.539.707 ACI 

Cons. energia elettrica 

usi domestici/utenti 

1999 Kwh 2.256 1.991 2.009 2.203 ENEL-SIST 

Sportelli bancari 2001 N. 15 296 974 29.268 ABI-SIST 

Depositi 

bancari/sportelli 

2001 Migl./Euro 13.766 13.860 13.714 18.802 BANKITALIA 

SIST 

Impieghi 

bancari/sportelli 

2001 Migl./Euro 15.816 31.575 23.993 33.180 BANKITALIA 

SIST 

Seconde case vacanza 1999 N. 1.786 63.583 235.238 8.388.361 ISTAT 

Contribuenti IRPEF 1999 N. 17.825 271.093 874.597 30.285.145 MIN. FINANZE 

Imponibile 

IRPEF/contrib. 

1999 Euro 15.085 14.511 13.320 14.500 MIN. FINANZE 

Imposta IRPEF/contrib. 1999 Euro 3.213 3.050 2.679 3.126 MIN. FINANZE

MARCHINGEGNO 


Aliquota IRPEF 1999 % 21,3 21 20,1 21,6 MIN. FINANZE 

Ricchezza immobil. 

priv./ab. 

1999 Euro 38.314 30.646 27.075 30.835 SIST 

ICI/abitanti 1999 Euro 199 156 138 155 ANCI-CNC 

Trasf. erariali/ab. 2002 Euro 163 215 222 238 MIN. INTERNO 

Tab. A: Indicatori qualità della vita nel Comune di Falconara M.ma. 

Fonte: Dati ANCITEL. 

Le voci evidenziate sono quelle per cui i valori di Falconara superano o sono 

assimilabili a quelli relativi alla Provincia di Ancona. Da considerare, in particolare, le 

voci: densità di popolazione, depositi bancari, parametri IRPEF e immobiliari. 

Per quanto riguarda il raffronto tra i consumi finali interni delle famiglie di 

Falconara M. e i dati relativi alla Provincia di Ancona (v. Tab. B), è possibile evidenziare 

degli scostamenti significativi in alcune voci, che nel complesso delineano il seguente 

quadro: 

• maggiori spese alimentari a fronte di minori spese per alberghi e ristoranti; 

• maggiori spese per l’abitazione e l’arredamento e minori per le comunicazioni; 

• maggiori spese per attività ricreative e culturali e spese molto minori per la sanità. 

61




62 

Falconara M. Provincia AN 

Subarea Valore %le Valore %le 

Abbigliamento 35,22 10,97 574,21 10,52 

Alberghi e ristoranti 18,15 5,65 433,97 7,95 

Alimentari 60,26 18,77 966,69 17,72 

Arredamento 33,81 10,53 551,31 10,1 

Beni e servizi vari 26,47 8,24 448,58 8,22 

Comunicazioni 5,76 1,79 138,99 2,54 

Istruzione 343 1,06 57,13 1,04 

Ricreazione e cultura 27,04 8,42 443,27 8,12 

Spese per l'abitazione 58,75 18,3 955,47 17,51 

Spese sanitarie 8,02 2,49 178,78 3,27 

TOTALE 320,97 100 5455,27 100 

Tab. B: Consumi finali interni (SEC 95). Dati in milioni di euro, anno 1999. Fonte: 

dati Istituto Tagliacarne. Elaborazione: Marchingegno. 

OFFERTA FORMATIVA E LIVELLO D’ISTRUZIONE 

Considerando la scuola dell’obbligo, le strutture materne, elementari e medie 

pubbliche sono state raggruppate, a seconda della loro localizzazione, in tre Istituti 

Comprensivi, corrispondenti alle zone di Falconara Nord, Centro e Sud. 

Nel complesso Falconara ospita: 

• due asilo nido pubblici e uno privato; 

• sei scuole materne pubbliche, una privata e la Scuola Materna Speciale Statale Don Gnocchi 

– Bignamini Onlus; 

• sette scuole elementari pubbliche e la Scuola Materna Speciale Statale Don Gnocchi – 

Bignamini Onlus; 

• tre scuole medie inferiori pubbliche. 

Le frequenze alle scuole dell’obbligo di Falconara aumentano nel complesso in modo 

costante, in relazione al buon incremento di popolazione giovane che si è registrato dal 

1997 ad oggi (nell’anno scolastico 2003/04 sono in totale 2285 gli alunni iscritti alle scuole 

dell’obbligo del Comune). 

Un dato altresì rilevante è la presenza sempre più cospicua di studenti stranieri, figli 

di famiglie immigrate e stabilitesi nel Comune: dal 1998 al 2003 il loro numero si è più 

che raddoppiato, con un picco alle scuole elementari, dove nel 2003 si sono iscritti 100 

alunni stranieri su circa 1200 alunni totali 4 5 . 

Considerando le dimensioni del territorio comunale, il numero di scuole materne, 

elementari e medie (pubbliche e private) è abbastanza elevato, specie se confrontato con i 

soli due Istituti Medi Superiori di Falconara. 

A Falconara l’unica realtà scolastica d’istruzione superiore è data infatti 

dall’Istituto Cambi-Serrani, che conta le sezioni Liceo Scientifico e Tecnico – 

Commerciale (con Indirizzo Linguistico e IGEA, anche serale). 

45 Fonte: Dati sugli alunni iscritti presso gli Istituti Comprensivi di Falconara Nord, Centro e Sud (A.S. 1998-’99-2003-’04), 

Comune di Falconara M.ma, Osservatorio Sociale, 2003).

MARCHINGEGNO 


Nel complesso l’Istituto ospita, secondo i dati aggiornati al 10.9.2003, 587 iscritti. 

Realtà comunali come Osimo e Fabriano, già considerate per la popolazione 

numericamente assimilabile a quella di Falconara, presentano un’offerta formativa molto 

più varia, e un quindi un numero di alunni iscritti agli Istituti Superiori molto maggiore 

(2166 a Fabriano, e 1417 a Osimo, su un totale di iscritti nella Provincia di Ancona di 

19804 alunni) 4 6 . 

Sulla base dei dati Istat relativi al 1991, Falconara si situa al quinto posto nella 

graduatoria provinciale delle città a più alta scolarizzazione, col 4,4% dei laureati e il 25% dei 

diplomati sulla popolazione. 4 7 La quota dei laureati a Falconara è addirittura superiore alla 

media provinciale (4% per i laureati e del 20% per i diplomati) che pure risulta tra le 

prime in Italia per livello di scolarizzazione. 

All’aumento dell’indice di scolarizzazione nella Provincia, negli Anni ‘90 si assiste a 

una diminuzione delle iscrizioni agli istituti superiori (specie quelli a indirizzo tecnico), 

dovuta al calo della popolazione in età scolastica. La prevalenza della popolazione scolastica 

provinciale frequenta istituti professionali (industria e artigianato, commerciale, 

alberghiero). 

Per la provincia di Ancona, si assiste al fenomeno della Over-Education, determinato 

dall’eccesso dell’offerta di lavoro “scolarizzato”, specie a livello universitario, sulla 

domanda di lavoro, spiegabile con l’eccesso di laureati in materie umanistiche sulla 

domanda, e con la carenza di offerta di laureati in materie tecniche ed economiche. 

TASSI DI OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE (VALORI PROVINCIALI) 

Non essendo stato possibile reperire dati sul livello di occupazione e disoccupazione 

relativi al solo Comune di Falconara, si riportano in allegato I.4 i dati ISTAT su scala 

provinciale e regionale (Tab. 4 e 5) 

Sia a livello provinciale che regionale, dal 1993 al 2002 si è assistito a un aumento del 

tasso di occupazione generale (dal 45,5% del ’93 al 47,2% del 2002 per la Provincia di 

Ancona, e dal 46,1% al 48,1% per lo stesso periodo nelle Marche). 

Complessivamente, è di conseguenza diminuito il tasso di disoccupazione, che è 

passato per la Provincia dal 6,9% al 4,4%, e per le Marche dal 6,7% al 4,4%. 

A livello regionale, il calo della disoccupazione (quindi l’aumento degli occupati) si è 

verificato solo a partire dal 1997 in poi, mentre per la provincia di Ancona, esso si è 

cominciato a manifestare tra il 1996 e il 1997. 

SALUTE DELLA POPOLAZIONE 

I risultati dell’indagine condotta dall’Arpam nel 2002 non hanno rilevato una 

situazione particolarmente preoccupante riguardo lo stato di salute della popolazione 

residente nel Comune di Falconara M.. Anzi, il rischio di morte per tutte le cause (tranne 

che per le patologie infartuali), comprese i tumori respiratori, è risultato, in alcuni periodi 

dell’anno, inferiore alla media provinciale e regionale. 

46 Fonte: Popolazione scolastica degli Istituti Superiori Statali della Provincia di Ancona, A.S. 2002/03, Centro Servizi 

Amministrativi – Ex Provveditorato agli Studi. 

47 Dopo Ancona, Jesi, Fabriano, Senigallia. Fonte: Progetto di Marketing strategico per il territorio della Provincia di Ancona, 

Camera di Commercio – Istituto di Economia Aziendale e Industriale Università degli Studi di Ancona, 2001. 

63




Si evidenziano però alcuni eccessi nell’incidenza dei tumori pleurici maligni (o 

mesoteliomi maschili) e delle leucemie femminili. Il mesotelioma maschile può essere 

posto in relazione all’esposizione lavorativa prolungata alla fibra di amianto negli impianti 

petrolchimici, e anche se nel complesso l’incidenza sull’intera popolazione residente 

appare esigua (5 casi in 4 anni), nondimeno il fenomeno necessita di un attento 

monitoraggio. 

Per quanto riguarda i casi di leucemie femminili, che hanno riportato una 

significatività sospetta, l’Arpam ha effettuato nel 2003 un secondo studio di 

approfondimento: non si rilevano casi aggregati di pazienti abitanti in prossimità della 

raffineria, e la distanza della residenza dalla stessa non può essere considerata un fattore di 

rischio leucemia. 

Occorre ricordare innanzitutto che per leucemia non s’intende una sola patologia, ma 

un gruppo di malattie dovute a numerose cause genetiche, tossiche, virali e fisiche. 

Il fatto che l’incidenza in eccesso di leucemie si sia manifestato a Falconara nel solo 

sesso femminile non depone a favore di un’ipotesi causale dovuta all’esposizione lavorativa 

in luoghi a rischio. Lo studio dei casi di leucemia manifestatisi nel decennio 1992-2002 

dimostra che la patologia ha interessato donne prevalentemente in età media e avanzata. 

Per tali patologie si tende ad escludere anche le cause ambientali poiché queste non 

spiegherebbero l’incidenza della patologia sulla sola popolazione femminile 4 8 . 

PROBLEMA ABITATIVO 

Le abitazioni occupate sul territorio comunale di Falconara, secondo i dati del 2001, 

sono pari a 11794 unità 4 9 ; la maggior parte di esse (36,34%) è stata edificata nel decennio 

1961-1971, tra il 1972 e 1981 (25,38%) 5 0 , e tra il 1946 e il 1960 (16,25%). Circa il 7% risale a 

prima del 1919, e quasi il 6% agli anni tra il 1919 e il 1945. Solo il 4% delle abitazioni è stato 

costruito dopo il 1986. 

Il rapporto superficie abitabile / abitanti è in costante crescita, ed è determinato dalla 

tendenza generale delle famiglie tradizionali ad abitare in case più grandi e di maggiore 

qualità residenziale e urbanistica. Alla diminuzione della popolazione residente registrata 

in questi ultimi anni, inoltre, s’oppone una parcellizzazione dei nuclei familiari (sempre 

più numerosi e formati da un numero sempre minore di componenti), tendenza che non fa 

che aumentare il fabbisogno di abitazioni. 

Altri fattori che concorrono ad aumentare la domanda di nuove abitazioni sono: 

l’incremento dell’uso terziario delle abitazioni (uffici, studi professionali, ambulatori), 

l’abbandono di alloggi ritenuti non idonei o posti in zone ad alto rischio ambientale, 

l’aumento di famiglie mononucleari, dovute spesso all’incremento delle separazioni 

coniugali 5 1 . 

48 Fonte: Studi di epidemologia ambientale sullo stato di salute della popolazione residente nel Comune di Falconara M.ma, 

ARPAM, 2002. 

4 9 Fonte: Dati ISTAT aggiornati al 2001. 

50 Dati relativi al 1997. Fonte: Album dati Statistici - PRG ’99, Comune Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio. 

51 Fonte: Relazione generale illustrativa - PRG ’99 , Comune Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio. 

64

SICUREZZA STRADALE 

MARCHINGEGNO 


Gli incidenti stradali occorsi nell’insieme della strade di pertinenza del Comune di 

Falconara M.ma sono complessivamente diminuiti dal 1997 al 2001, passando da 91 a 75, 

con un picco negativo registrato nel solo anno1999 (93), con una media di 85 sinistri 

all’anno (su un totale provinciale, stimato al 2001, pari a 2313 incidenti, in costante 

notevole diminuzione rispetto al 1997) 5 2 . 

L’incidenza maggiore di scontri tra veicoli si verifica, nel 2001, sulle strade urbane 

(37), quindi sulla SS 16 “Adriatica” (19) e sulla SS 76 “Vallesina”. 

Il dato è particolarmente positivo, specie se si considera l’elevato livello di traffico che 

interessa i tratti stradali falconaresi, e se li si confronta con la situazione del capoluogo di 

regione (anche se occorre considerare che il numero di abitanti ad Ancona è molto più 

elevato). 

Il bilancio della sicurezza stradale a Falconara M.ma è infatti in netta controtendenza 

con quello di Ancona, dove i sinistri sono purtroppo aumentati, passando dai 738 del 1997 

ai 921 del 2001 (in media 835 all’anno, concentrati soprattutto nelle strade urbane e lungo 

l’autostrada A14). 

Molto più ridotti gli incidenti verificatesi nel 2001 nei comuni d’ambito di Falconara 

quali Polverigi (3), Camerata Picena (5), mentre più numerosi quelli occorsi a 

Montemarciano (36), anche se va sottolineato che dal 1997 (quando si registrarono 79 

sinistri) essi sono costantemente diminuiti. 


Per il tipo di indagine condotta, l’analisi SWOT risulta possibile solo relativamente al 

sistema economico. Per la qualità della vita, data la necessità di disporre di dati 

quantitativamente e qualitativamente più consistenti per realizzare un quadro più sicuro ed 

esaustivo, ci si limita in questa sede a fornire alcune considerazioni di sintesi. 

52 

Fonte: Elaborazioni prodotte dalla Regione Marche sulla base dei dati ISTAT relativi agli anni 1997-2001, pubblicati sul Portale 

Web Regionale della Mobilità. 

65




SWOT ANALISI: SISTEMA ECONOMICO 


66 

• Vantaggio competitivo dato dalla strategica posizione e dalla concentrazione 

infrastrutturale 

• Elevato valore occupazionale del territorio 

• Consistente specializzazione nel terziario, più elevata rispetto alla media provinciale 

• Nel settore dell’artigianato il numero delle piccole e medie imprese è superiore alle 

medie delle città vicine (dato riferito sopratutto all’artigianato di servizio, meno 

rappresentato è quello artistico) 

• Gli esercizi di vicinato sono ben distribuiti sul territorio, con una minore presenza nella 

zona nord del territorio comunale che ha maggiormente risentito della dismissione della 

Caserma Saracini 

• Presenza di più strutture commerciali, sufficientemente variegate per offerta 

merceologica 

• Forte incremento dei pubblici esercizi stagionali legati all’offerta balneare 


• Sovraccarico del sistema infrastrutturale 

• Prevalenza di un terziario di tipo “hard” (materiale) legato alla presenza sul territorio di 

infrastrutture nodali a servizio dell’intera regione; questa tipologia di terziario confligge con 

il terziario “soft” (immateriale) legato all’erogazione di servizi urbani superiori o servizi a 

maggior valore aggiunto 

• Settore turistico caratterizzato dalla presenza di servizi connessi al turismo, piuttosto che 

da attività dirette alla ricettività e alla ristorazione; 

• Presenza di sistemi infrastrutturali che per il settore turistico hanno costituito ad oggi più 

un fattore di limitazione e condizionamento che un’opportunità di sviluppo 

• Strutture commerciali presenti che dal punto di vista della qualità e dell’immagine 

risultano (tranne poche eccezioni) di scarsa attrattività nei confronti di un bacino di utenza 

sovracomunale 

• Limitati i grandi centri commerciali

Opportunità 

Rischi 

MARCHINGEGNO 


• Introduzione all’interno degli strumenti di pianificazione (PRG99) di nuovi poli 

commerciali e terziari in aree strategiche e avvio degli accordi intercomunali per la loro 

realizzazione 

• Realizzazione dell’Interporto di Jesi e potenziamento del complessivo sistema dei 

trasporti 

• Realizzazione del Porto Turistico previsto dal Progetto Bohigas e di annessi servizi 

turistici e commerciali 

• Avvio di una politica di incentivazione del terziario avanzato e della ricerca tecnologica 

(PRG99) 

• Avvio di una politica di incentivazione del turismo di tipo integrato (affari, 

congressuale, culturale, ecc.) 

• Avvio di una politica di incentivazione alla riqualificazione delle piccole attività di 

commercio (promozione di centri commerciali naturali) 

• Incertezza sulle prospettive (tecnologiche e di mercato) a lungo termine delle due 

principali emergenze economiche dell’area: fornitura di energia e trasporti 

• Rischio della concentrazione su un settore preponderante e tecnologicamente ormai 

maturo 

CONSIDERAZIONI DI SINTESI: QUALITÀ DELLA VITA 

• La valutazione complessiva delle componenti oggettive della qualità della vita di 

Falconara, depone per un risultato positivo, superiore alle media degli ambiti locali 

circostanti 

• allo stato attuale, non è possibile formulare alcun giudizio sulle componenti soggettive 

del benessere individuale e collettivo, per mancanza di elementi da sottoporre ad analisi 

• le considerazioni sulla percezione del territorio da parte dei suoi abitanti ci inducono 

a formulare l’ipotesi che possa esistere una dissonanza tra valutazione soggettiva ed 

oggettiva della qualità della vita da parte della comunità locale: ad una condizione di vita 

oggettivamente alta non corrisponde una percezione di uno stato di benessere altrettanto 

alto 

una tale ipotesi, naturalmente, andrebbe verificata sul campo, mediante un’indagine demoscopia 

focalizzata sui temi specifici delle condizioni di vita e del benessere, nelle sue componenti 

cognitive ed affettive 

67




1.5 

Caratteri sociali 

e demografici 

68 

EVOLUZIONE E CARATTERISTICHE 

DEMOGRAFICHE 

Il Comune di Falconara ha subito nel corso del 

Novecento una notevole accelerazione demografica e 

di conseguenza un forte sviluppo urbanistico, 

trasformandosi da territorio caratterizzato da piccole 

frazioni prevalentemente agricole, che nel 1861 

contavano complessivamente circa 4196 abitanti, 

all’attuale conurbazione di quasi 30.000 abitanti, 

concentrati soprattutto nella fascia litoranea. 

La prima espansione urbana si verifica nel 1861 in corrispondenza dell’entrata in 

funzione della linea ferroviaria Ancona-Rimini e del successivo collegamento con Roma, 

attivato nel 1866: da questa data in poi il nucleo prospiciente il litorale assume un’ 

importanza preminente rispetto alle frazioni e al resto del territorio circostante, anche 

grazie all’insediamento di servizi che ne fanno il nuovo centro del Comune, in sostituzione 

dei borghi storici di Castelferretti e Falconara Alta. 

La maggiore espansione demografica si registra negli anni ’50 e ’60, grazie allo 

sviluppo economico prodottosi in conseguenza dell’industrializzazione della Vallesina e 

del consolidamento della Raffineria Api. 

Col terremoto del 1972, il territorio di Falconara ha assorbito una notevole quota di 

popolazione in difficoltà abitativa nel limitrofo Comune di Ancona, provocando in pochi 

anni la saturazione delle aree residenziali, con conseguenti rapide trasformazioni del 

territorio e problemi nella dotazione dei servizi necessari a sostenere tali cambiamenti 5 3 . 

Da sempre luogo di transito, crocevia di persone e cose, Falconara presenta oggi una 

popolazione composita, frutto di movimenti migratori, nel tempo sempre più consistenti, 

in arrivo sia da altre province regionali ed extraregionali che, a partire dagli anni ’90, 

dall’estero. 

La società che deriva da una dinamica demografica tanto vivace appare quindi 

marcatamente multietnica, con tutte la ricchezza e le problematiche di comunicazione e di 

inclusione sociale che inevitabilmente comporta la convivenza di storie e patrimoni 

culturali tra loro molto distanti. 

Pochi sono quindi, rispetto al complesso dei residenti, gli abitanti originari della 

città da più di una generazioni (in termini di residenza e di non di nascita, non 

disponendo Falconara di una propria struttura ospedaliera); la maggior parte è costituita 

da persone provenienti dai comuni limitrofi (di Ancona in primo luogo) o trasferitesi, 

soprattutto per motivi di lavoro, da altri luoghi di provenienza italiani ed esteri. 

Metodologicamente, i valori demografici sono stati posti a confronto con i comuni 

della Bassa Vallesina con cui l’Amministrazione ha firmato, nel 2002, un Protocollo di 

Intesa per la copianificazione: Chiaravalle, Montemarciano, Camerata Piena, Monte San 

Vito, Agugliano. Si tratta di comuni territorialmente molto vicini, se non a confine, ma 

demograficamente molto più contenuti (dai 1700 abitanti di Camerata Picena ai 14.000 di 

Chiaravalle). Si sono inoltre presi a confronto i poli urbani più significativi 

dell’hinterland di Falconara in base ai sistemi territoriali già definiti nel paragrafo I.3.1, 

ovvero: Osimo, Ancona, Senigallia, Jesi e Fabriano. 

5 3 Fonte: Relazione generale illustrativa - PRG99, Comune Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio.

ANDAMENTO DEMOGRAFICO E DISTRIBUZIONE SUL TERRITORIO 

MARCHINGEGNO 


Secondo i dati forniti dal Servizio Demografico del Comune di Falconara aggiornati al 

31.12.2003, la popolazione totale residente nel Comune è di 28.354 unità, con un saldo 

naturale negativo pari a -23 unità nell’arco dello stesso anno, compensato da un saldo 

migratorio positivo pari a +146 unità (nell’allegato I.4. 1 si riporta il bilancio demografico 

per il 2003). 

Tali dati sono in linea con le tendenze demografiche delle società più avanzate. 

Nel complesso la popolazione residente è diminuita nel corso del 2003 di 76 unità. Il 

calo della popolazione è un fenomeno che ha assunto caratteri di continuità almeno a 

partire dal 1996, quando le persone residenti a Falconara erano circa 30.000. 

Nel 1997, mentre si assiste a una forte crescita del numero di persone anziane a 

fronte al calo delle nascite, si verifica una diminuzione dei residenti nel Comune (28.851 

unità) pari a - 4,2% rispetto al 1991, anno in cui si registrava invece un notevole aumento 

di popolazione giovane dovuta all’intensificarsi dei flussi migratori. 

La tendenza al calo, seppure contenuta, si è protratta fino ad oggi, ad eccezione 

dell’anno 2002, in cui si è registrato un lieve incremento rispetto al 2001. 

Nella tabella sotto riportata viene visualizzato l’andamento demografico nel Comune 

di Falconara M.ma dal 1996 al 2003: 

Tab.1: Andamento popolazione residente Comune di Falconara M., anni 1996 

–2003. (Fonte: dati forniti dal Servizio Demografico Comune di Falconara M.ma. 

Elaborazione: Marchingegno). 

69




Considerando i diversi quartieri, l’andamento della popolazione residente a 

Falconara, stando ai dati del 1997 e confrontati al 1991, è il seguente: i quartieri di 

Falconara Centro e Falconara Alta sono interessati da un lieve decremento dei residenti, 

fenomeno ancora più accentuato in quelli di Palombina Vecchia, di Villanova e 

Fiumesimo, in questi ultimi due casi dovuto soprattutto allo stato di degrado delle aree e 

del patrimonio edilizio. 

Le zone Castelferretti e Stadio presentano invece un incremento costante della 

popolazione a partire dal 1981 a oggi (17,85% della popolazione residente nell’intero 

Comune), in relazione alla costruzione di nuove unità abitative, occupate soprattutto da 

giovani gruppi familiari 5 4 . 

DENSITA’ DEMOGRAFICA 

Il Comune di Falconara presenta una situazione anomala rispetto al territorio 

regionale, con fenomeni e caratteristiche più simili a quelli tipici delle aree metropolitane. 

Al censimento ISTAT del 2001, il Comune di Falconara M., che ha una estensione di 

25,55 Kmq, registra una popolazione residente, in valori assoluti, pari a 28.154 unità, con 

una densità pari a 1.105,8 ab./Kmq. 

Si tratta di una densità demografica altissima, con valori di gran lunga superiori alla 

media degli altri comuni considerati, compreso il capoluogo di Ancona, pari a quasi 

cinque volte la densità media provinciale e a più di sette volte la media regionale (v. 

allegato I.4. 2). 

E’ significativo evidenziare l’anomalia del dato di Falconara confrontandolo con i 

dati di altri due comuni della provincia di Ancona: Osimo e Fabriano. A fronte di una 

sostanziale parità di popolazione residente, Falconara presenta una densità di popolazione 

quattro volte superiore ad Osimo e addirittura dieci volte superiore a Fabriano. 

Se allo stato attuale non c’è un’ “emergenza abitativa”, certamente la densità si 

riflette sui parametri della qualità della vita. 

5 4 Fonte: Album dati Statistici - PRG99, Comune Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio. 

70

MARCHINGEGNO 


Grafico: Densità di popolazione a Falconara M.ma, in alcuni comuni d’interesse della 

Prov. di Ancona e nelle Marche, anno 2001. (Fonte: Dati Istat. Elaborazione: 

Marchingegno). 

SUDDIVISIONE PER FASCE D’ETÀ 

Il calo delle nascite e il progressivo invecchiamento della popolazione sono fenomeni 

tipici delle società industrializzate avanzate, fenomeni che caratterizzano l’evoluzione 

demografica nazionale. 

Anche la realtà comunale di Falconara è interessata da questo fenomeno, con un 

saldo naturale pari -23 unità per il 2003. 

Nell’allegato I.4. 3 è riportata in dettaglio la scomposizione della popolazione 

residente totale in fasce d’età per l’anno 2003, mentre nella tabella e nel grafico 

sottostanti viene visualizzata la scomposizione in fasce di popolazione attiva e non attiva: 

Fascia d'età M F Totale 

Popolazione non attiva 

under 14 1.817 1.667 3.484 

Popolazione in età attiva 

(15-64) 9.260 9.480 18.740 

Popolazione non attiva 

over 65 2.589 3.541 6.130 

Popolazione Residente 

Totale 13.666 14.688 28.354 

Tab. 2: Suddivisione della popolazione per fasce d’età attiva e non attiva e per sesso, 

aggiornata al 31.12.2003. (Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico del Comune di 

Falconara M.ma. Elaborazione: Marchingegno.) 

71




72 

Grafico: Rappresentazione grafica dell’incidenza percentuale delle fasce di 

popolazione attiva e non attiva (M + F) sul totale dei residenti nel Comune di 

Falconara M.ma, al 31.12.2003. (Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico del 

Comune di Falconara M.ma. Elaborazione: Marchingegno). 

Dal 1996 al 2003, la fascia d’età che ha subito il maggiore incremento è quella tra 76 e 

84 anni, con una crescita di +313 unità. Seguono quelle tra 0-14 anni (soprattutto dal 2001 

in poi), con + 213 unità, tra 31 e 40 anni (+ 202 unità), tra 65 e 75 anni (+128). 

Da un confronto tra la suddivisione per fasce d’età rilevata nel Comune al 31.12.2003 

e la stessa riferita all’anno 2000, si evince un calo della popolazione residente che 

interessa la fascia relativa alla popolazione attiva, mentre si registrano aumenti nelle fasce 

tra 0 e 14 anni e over 65. 

L’indice di dipendenza strutturale (rapporto tra popolazione in età non attiva e 

popolazione attiva) è pari a 51,30%, contro un indice nazionale di 49,6 % (stima ISTAT 

per il 2003); l’indice di dipendenza strutturale degli anziani (rapporto tra over 65 e 

popolazione attiva) è pari a 32,71 %; l’indice di vecchiaia (rapporto tra over 65 e under 

15) è pari a 176%. 

Nonostante, quindi, la buona crescita nella fascia più giovane, favorita soprattutto 

dalle nascite nelle famiglie immigrate il cui numero di figli supera in media di gran lunga 

quello delle famiglie autoctone, i dati confermano il trend tipico delle società avanzate 

verso il progressivo invecchiamento della popolazione. 

Consapevole di questa tendenza, l’Amministrazione di Falconara si muove in 

direzione di interventi sempre più mirati ed efficaci a risolvere le problematiche legate 

alla terza età.

FAMIGLIE RESIDENTI E COMPOSIZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI 

MARCHINGEGNO 


Il numero totale dei nuclei familiari residenti nel territorio del Comune di 

Falconara, secondo i dati aggiornati al 31.12. 2003, ammonta a 11.208 unità 5 5 , in aumento 

rispetto al 1996, quando si contavano 10.792 famiglie residenti. 

Altro fenomeno rilevante, accanto al calo della popolazione, è la diminuzione del 

numero medio dei componenti dei gruppi familiari: i nuclei formati da una sola 

persona hanno registrato un aumento considerevole, passando dalle 2.002 unità del 1996 

alle 2.759 del 2003; in netto aumento anche quelli bicomponenti, che hanno visto, nel 

medesimo periodo, un incremento pari a 311 unità 5 6 . La diminuzione si fa molto più 

rilevante per quelli formati da quattro o più persone. 

La famiglia di quattro persone, un tempo considerata la “famiglia-tipo”, diminuisce 

infatti, dal 1996 al 2003, di 313 unità, per lasciare il posto a una netta prevalenza, di 

famiglie mono e bi-componenti. La riduzione media dei componenti dei gruppi familiari 

porta inoltre, nonostante il calo della popolazione, all’aumento dei gruppi familiari e di 

conseguenza a un maggiore fabbisogno di nuove abitazioni, specie di abitazioni di piccole e 

medie dimensioni. 

Grafico: Composizione percentuale dei gruppi familiari per n° di componenti nel 

Comune di Falconara M.ma, al 31.12.2003. (Fonte: Servizio Demografico Comune di 

Falconara M.ma. Elaborazione Marchingegno). 

5 5 Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico del Comune di Falconara M.ma, aggiornati al 31.12.2003. 

56 Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico del Comune di Falconara M.ma, relativi agli anni 1996-2003. 

73




La ripartizione dei nuclei familiari sul territorio di Falconara M.ma, secondo i dati 

5 7 

forniti dall’Album Statistico relativo al PRG del 1999, si delinea come segue: 

- a Palombina Vecchia risiede il 29,02% delle famiglie del Comune. Prevalgono i 

nuclei familiari da 3-4 persone e decrescono quelli da 1-2. Le classi d’età prevalenti vanno 

da 10 a 24 anni e dai 35 ai 54 anni. 

- a Falconara centro risiede il 35,57% delle famiglie, con un incremento di nuclei da 1- 

2 persone e un decremento per quelli da 3-4. La fascia numericamente più elevata è 

quella in età pensionabile, in conseguenza del generale invecchiamento della popolazione 

e dell’emigrazione delle giovani coppie verso nuovi insediamenti. 

- nelle zone di Falconara Alta / Stadio – Case UNRRA la famiglia da 4 persone supera 

del 5% la media comunale. In questi quartieri risiede solo il 14% delle famiglie del 

Comune, con un 20% di famiglie composte da 6 persone. A Falconara Alta vi è una leggera 

prevalenza di giovani fino a 14 anni e di persone dai 35 ai 54 anni, mentre per il quartiere 

Stadio- Case UNRRA la distribuzione è molto omogenea nelle diverse fasce di età. 

- l’area Villanova – Fiumesino è una porzione di territorio scarsamente urbanizzata, 

dove risiede solo il 5% delle famiglie del Comune, con il 91% delle famiglie con più di 7 

componenti, con una leggera prevalenza di persone tra i 25 e i 34 anni e di quelle oltre i 75. 

L’incidenza di gruppi familiari così numerosi in questi quartieri è da attribuirsi alla 

presenza di famiglie di etnia Rom; 

- Castelferretti presenta una generale prevalenza dei nuclei familiari con più di 5 

componenti (il 24,35% sono da 6 persone), con valori vicini a quelli di Falconara centro e 

Palombina Vecchia, dove però sono presenti un numero di famiglie molto maggiore. Le 

fasce d’età fino a 34 anni hanno valori numerici maggiori rispetto alla media del Comune, 

dovuti all’insediamento di giovani gruppi familiari negli edifici residenziali di recente 

costruzione nel quartiere. 

STRANIERI E IMMIGRATI 

La presenza di cittadini provenienti dall’estero che scelgono di stabilirsi a Falconara 

ha un grande peso sull’andamento demografico del Comune, che si caratterizza per l’alto 

numero di stranieri residenti già a partire dal 1991, in occasione delle rilevazioni 

effettuate dal Censimento Generale della Popolazione. In quell’anno Falconara è infatti il 

primo comune della Provincia per presenza di immigrati e il secondo, dopo Ancona, in 

valori assoluti. 

Tale fenomeno è dovuto principalmente alla posizione della città, allo svincolo di 

importanti vie di comunicazione, e alla presenza pregressa di immigrati sia italiani che 

stranieri, che nel tempo ha originato una “rete” nella quale tendono a convergere nuovi 

immigrati, che qui trovano già presenti membri della stessa comunità 5 8 . 

L’apporto dei flussi migratori consente a Falconara di compensare il suo naturale 

saldo negativo, tipico delle società industrializzate avanzate. 

Dal 1992 al 2002 sono 1.075 i nuovi residenti stranieri registrati all’anagrafe del 

Comune. Dal 1992 al 2002, si calcolano in media all’anno 98 stranieri nuovi residenti a 

5 7 Fonte: Album dati Statistici - PRG99, Comune Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio. 

58 Fonte per tutti i dati relativi all’immigrazione a Falconara: Il Fenomeno Migratorio a Falconara M.ma, Comune di Falconara 

M.ma, Osservatorio Immigrazione, 2003. 

74

MARCHINGEGNO 


Falconara, ma considerando soltanto gli ultimi 5 anni, cioè dal 1998 al 2002, la media sale 

a circa 139 nuovi residenti ogni anno: tale dato sottolinea l’andamento progressivo del 

fenomeno migratorio nel Comune. 

All’aumento dell’immigrazione corrisponde un aumento anche delle nascite nelle 

famiglie straniere, che segue la medesima accelerazione già riscontrata negli ultimi 5 

anni: nel decennio 1992-2002 sono nati ogni anno in media 8 bambini stranieri, figli 

soprattutto di famiglie provenienti da Tunisia, Bangladesh e Cina, che sono non a caso i 

Paesi di provenienza dei flussi migratori più intensi verso Falconara (oltre ad Albania, 

Romania e Marocco). 

Al 31.12.2003 (nell’ Allegato 1.4. 4 si riporta il bilancio della popolazione immigrata 

nel Comune di Falconara per l’anno 2003), a fronte di una popolazione complessiva pari a 

28.354 unità, e su un totale di 1.016 residenti di origine straniera (3,58% della 

popolazione residente totale), 134 persone provengono dalla Romania (il 13% del totale), 

132 dalla Tunisia (il 12,99%),111 dal Bangladesh (10%), 101 dall’Albania (9,94%), 63 dalla 

Cina (6,2%)e 78 dal Marocco (7,67%). 

Nell’ Allegato 1.4. 5 sono riportate le principali provenienze ed etnie dei residenti 

stranieri nel Comune di Falconara M.ma, al 31.12.2003, mentre nei grafici di seguito 

vengono schematizzate le provenienze degli immigrati residenti a Falconara per area 

geografica e per nazionalità: 

Grafico: Principali macro-aree di provenienza dei cittadini stranieri residenti nel 

Comune di Falconara M.ma, al 31.12.2003. (Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico 

Comune di Falconara M.ma. Elaborazione Marchingegno). 

Grafico: Principali Paesi di provenienza dei cittadini stranieri residenti nel Comune di 

Falconara M.ma, al 31.12.2003. (Fonte: Dati forniti dal Servizio Demografico Comune di 

Falconara M.ma. Elaborazione Marchingegno). 

75




E’ utile analizzare le dinamiche migratorie anche per i comuni dell’hinterland da noi 

individuati come riferimento. 

Va premesso che i Comuni della Bassa Vallesina sottoscrittori del Protocollo d’Intesa 

(Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Montemarciano, Monte San Vito) sono 

interessati, con Polverigi, da un generale incremento della popolazione, iniziato a partire 

dai primi anni ’90, dovuto allo sviluppo delle attività produttive. Nel periodo 1991-1997, 

Agugliano e Camerata Picena hanno registrato gli incrementi demografici maggiori pari, 

nell’ordine, a +20,4% e +16% (particolarmente rilevanti considerando che gli andamenti 

provinciali e regionali registrano nello stesso periodo rispettivamente + 1% e +1,5%), una 

lievissima flessione interessa Chiaravalle (-0,8%), mentre Falconara vede un calo più 

consistente, pari a – 4,2%, confermando la tendenza a una flessione progressiva della 

popolazione 5 9 . 

I Comuni limitrofi a Falconara sono numericamente molto meno consistenti, ma 

considerando il totale della popolazione residente alla fine dell’anno 2000, il numero di 

stranieri appare comunque piuttosto rilevante: gli immigrati stranieri che si sono stabiliti 

nei territori comunali circostanti provengono essenzialmente dalla Macedonia e dalla 

Tunisia. Tali etnie sono del resto molto consistenti anche a Falconara. 

A Senigallia, la cui popolazione residente ammonta complessivamente, al 

31.12.2000, a 42.605 unità, la comunità straniera più numerosa proviene invece 

dall’Albania, quindi dalla Cina (rispettivamente 178 e 80 unità su un totale di 1019 

residenti stranieri): qui il dato più rilevante è la provenienza molto composita della 

popolazione immigrata. 

Nel capoluogo di regione, Ancona, alla fine dell’anno 2000, a fronte di una 

popolazione pari a 98.404 unità, i residenti stranieri costituiscono il 3,37% del totale e si 

caratterizzano anch’essi per la varietà nelle provenienze: Albania (359), Filippine (295) e 

Tunisia (286). Nell’Allegato 1.4.6 viene riportata la popolazione residente totale e 

l’incidenza degli stranieri nei comuni più significativi della provincia di Ancona, relative 

all’anno 2000. 

AREE DI MARGINALITA’ SOCIALE 

Anziani 

Secondo i dati forniti dall’Anagrafe Comunale aggiornati al 2003, risiedono a 

Falconara M.ma 6.130 cittadini sopra i 65 anni di età, su una popolazione totale attuale 

pari, lo ricordiamo, a 28354 unità. 

Il numero degli anziani è in aumento in tutte le società avanzate, e Falconara (dove 

esso corrisponde al 21,6% della popolazione totale) non fa eccezione: dal 1999 al 2003, 

infatti, Falconara 6 0 vede un decremento della popolazione totale pari a -1,5% (a differenza 

dei comuni limitrofi, che registrano tutti un aumento), cui corrisponde però il maggiore 

aumento di anziani nell’ambito territoriale, pari a +12,1% 6 1 . 

59 Fonte: dati estratti dallo Studio di fattibilità sociale del Progetto “Il Parco urbano dell’Esino come parco urbano della città 

diffusa”, CD Rom, Mundiempresa, 2001. 

60 Fonte: Evoluzione e Proiezioni della Popolazione Anziana Residente ed Ipotesi Quantitativa del Grado di Disabilità - Ambito 

territoriale XII- Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Falconara M.ma, Monte S. Vito, Montemarciano, Polverigi, 

Mengani, Melchiorre, I.N.R.C,A., marzo 2003. 

61 In Italia, nel 2001, le persone sopra i 65 anni costituiscono il 24,3% della popolazione complessiva, e superano quelle sotto i 

20 anni (20,75%). Nelle Marche sin dal 1980 si registra un saldo naturale negativo e un’età media di sopravvivenza più elevata 

76

MARCHINGEGNO 


Falconara segue dunque una tendenza in linea con quella nazionale e regionale: 

diminuiscono le nascite, mentre aumenta il numero degli anziani, la cui aspettativa media di 

vita diventa sempre più lunga, e che incontrano quindi un rischio sempre maggiore di disabilità 

legata all’età. 

All’ottobre 2003, più di 1400 persone anziane vivono sole, concentrate soprattutto 

nei quartieri Centro (588), Palombina Vecchia (403), Castelferretti (199), Villanova- 

Fiumesino (80), Falconara Alta (72), Case UNRRA-Stadio (66). 

Circa 500 anziani residenti a Falconara non sono autosufficienti e necessitano di 

sostegno e aiuti quotidiani 6 2 . 

Le proiezioni al 2011 (rispetto al 2001) prevedono un decremento percentuale sul 

totale della popolazione delle fasce d’età 65-69, 70-74, 75-79, mentre aumenteranno 

verosimilmente quella tra 80-84 anni (+5,4%) e quella over 85 (+3,6%), così che nel 

complesso oltre il 33% della popolazione residente a Falconara avrà più di 80 anni. 

Un tale aumento nelle fasce più anziane della popolazione (la cosiddetta “quarta età”) 

lascia intendere che i casi di disabilità o comunque di non autosufficienza in senso lato (a 

livello personale, domestico, economico e sociale) si moltiplicheranno nel prossimo 

futuro. 

L’alta incidenza di anziani, specie di quelli che vivono soli e/o che presentano 

disabilità, rende necessari interventi di sostegno e un controllo continuo del fenomeno 

per evitare la creazione di gravi sacche di marginalità sociale, anche in considerazione del 

fatto che la generale diminuzione della natalità comporta una progressiva limitazione del 

tradizionale contributo assistenziale agli anziani da parte dei familiari. 

Si è quindi reso necessario intervenire a favore degli anziani non autosufficienti, con 

un’assistenza domiciliare quotidiana e un’integrazione tra servizi sanitari e socioassistenziali. 

Immigrati 

Se i residenti originari di Paesi esteri costituiscono, come abbiamo già sottolineato, 

un importante fattore nelle dinamiche demografiche del Comune di Falconara M.ma, essi 

tuttavia rappresentano una fascia di popolazione particolarmente a rischio di esclusione 

sociale, le cui problematiche necessitano di un attento e costante monitoraggio, in 

funzione di interventi il più possibile efficaci. 

Da un’indagine aggiornata ai dati del 31.12.2002, e dai risultati di un questionario 

somministrato agli stranieri nel corso del 2003 a cura dello Sportello Immigrati del 

Comune, emerge un quadro complessivamente buono per l’integrazione sociale. 

Particolarmente positiva è la possibilità riscontrata dagli stranieri di frequentare i 

propri luoghi di culto e di partecipare alle attività di associazioni frequentate sia da 

autoctoni che da rappresentanti delle varie etnie 6 3 . 

I nuclei familiari stranieri riscontrano però un’enorme difficoltà nell’acquistare 

un’abitazione a Falconara M.ma, a causa dell’impossibilità di accedere a mutui bancari, 

nonostante un reddito fisso e un desiderio manifesto. Anche reperire alloggi in affitto 

risulta problematico, data la generale sfiducia degli autoctoni a concedere in uso le loro 

proprietà immobiliari agli immigrati. 

La qualità degli alloggi, per dotazioni di base, è in generale sufficiente, anche se in 

alcuni casi manca l’istallazione di impianto a metano o di riscaldamento. Basso invece il 

rispetto alle altre regioni italiane; al 2001 la popolazione over 65 nella regione è pari al 21,5% del totale, in previsto aumento 

per il futuro. 

62 Dati estratti dall’articolo “Falconara sul filo della solidarietà”, in Corriere Adriatico, 22.10.2003. 

63 Fonte: Il Fenomeno Migratorio a Falconara M.ma, cit. 

77




numero di case con allaccio telefonico: si tratta infatti quasi sempre di alloggi datati e 

carenti per stato di manutenzione, spesso destinati originariamente ad affittanze estive. 

L’ubicazione della maggior parte degli alloggi occupati da stranieri è nella zona 

centrale, soprattutto Via Flaminia. Altre zone rilevanti sono quelle di Villanova (adiacenze 

Api), dove si sono insediati numerosi Rom e il Quartiere Rocca (adiacenze Hotel Luca, 

zona segnata dal fenomeno della prostituzione). 

L’immigrato ha una generale buona conoscenza della lingua italiana, specie i più 

giovani. Dal questionario somministrato nell’ano 2003 emerge che il motivo principale 

di allontanamento dal proprio Paese d’origine è legato quasi sempre a gravi difficoltà 

economiche o sociali. 

Nessuno degli intervistati vorrebbe cambiare comune di residenza, ma semmai 

trovare un appartamento più appropriato alle esigenze del proprio nucleo familiare e in 

zone meno degradate. Tale affezione è dovuta, oltre che nella maggior parte dei casi 

all’inserimento dei figli nel sistema scolastico locale, anche alla presenza di una rete 

amicale stabile e alle dimensioni non eccessive del Comune. 

Questo dimostra il buon livello d’integrazione sociale raggiunta a Falconara dai 

nuovi residenti in arrivo da Paesi stranieri, benché i dati sul lavoro non siano sempre 

positivi: il 42% degli intervistati ha un contratto a tempo indeterminato, il 28% a tempo 

determinato, il 20% ha un lavoro irregolare e il restante 10% è disoccupato. 

Le retribuzioni percepite sono in media inferiori a 700 euro mensili, con una media 

di 4 persone per nucleo familiare, così che solo 1 intervistato su 4 riesce a risparmiare 

parte del proprio reddito. 

Rom 

Nel Comune di Falconara, l’insediamento Rom Abruzzesi (più dedito alla stanzialità 

rispetto all’altro gruppo zingaro italiano, i Sinti del Centro-Nord) è presente sin dal 1987, 

anno della concessione di residenza alla prima famiglia Rom che ha manifestato 

l’intenzione di diventare stanziale 6 4 . 

I nuclei familiari, per il fenomeno di “rete” inerente lo sviluppo dei fenomeni 

migratori, aumentarono, anche con nuovi arrivi dall’Italia Centro-Meridionale e dalla 

provincia di Bologna. I Rom abruzzesi a Falconara non si sono purtroppo mai integrati 

veramente. Nonostante abbiano perso, col tempo e i contatti con gli autoctoni, parte della 

loro peculiarità culturale, persiste nei loro confronti una forte diffidenza da parte della 

cittadinanza. 

Nel 2000 i Rom contavano 145 unità, con un notevole tasso di minori e una 

prevalenza di donne sugli uomini; i nuclei familiari sono spesso costituiti da giovani 

coppie non residenti per impossibilità di trovare un alloggio in locazione o per il loro 

carattere nomade. 

In conseguenza dell’incremento di fenomeni migratori, provenienti anche dall’ex 

Jugoslavia, il Comune di Falconara ha proceduto all’allestimento di un Campo 

Residenziale Nomadi, attualmente di proprietà dell’Amministrazione. 

64 Sulla tematica dei Rom a Falconara cfr. Progetto Rom 2003, Comune di Falconara M.ma. 

78


MARCHINGEGNO 


Più che realizzare un’analisi SWOT, poco efficace per la fotografia di questo sistema e 

per le finalità del lavoro, si ritiene opportuno sintetizzare il profilo della società 

falconarese nelle sue componenti demografiche essenziali. 

CONSIDERAZIONI DI SINTESI: CARATTTERI SOCIALI E DEMOGRAFICI 

• Territorio caratterizzato da uno sviluppo demografico relativamente recente, che ha 

subito una forte accelerazione negli anni ’50-’70 

• Una popolazione complessivamente poco radicata: pochi i residenti falconaresi da 

più generazioni 

• Un’eccezionale densità demografica, tanto da costituire un dato anomalo sul 

territorio provinciale e regionale e che la pone in rapporto con realtà urbane 

metropolitane. Densità che ha come riscontro la saturazione delle aree urbane con 

conseguente scarsa qualità dell’ambiente urbano (i servizi pubblici invece, grazie al 

recente potenziamento, non risentono di sovraccarico funzionale) 

• Una popolazione numericamente stabilizzata: il calo del saldo naturale è compensato 

infatti dal saldo migratorio positivo 

• Falconara è il sesto comune per numero di abitanti della provincia di Ancona, che 

segue, in ordine decrescente, i centri di Ancona,Senigallia, Jesi, Osimo e Fabriano 

(quasi a pari numero con Falconara) 

• Una società composita e multietnica, frutto di movimenti migratori, nel tempo 

sempre più consistenti, con tutta la ricchezza e le problematiche di comunicazione e di 

inclusione sociale che inevitabilmente comporta la convivenza patrimoni culturali tra 

loro distanti. Falconara è infatti il primo comune della Provincia per presenza di 

immigrati e il secondo, dopo Ancona, in valori assoluti 

• Un’età media sempre più elevata e un’alta incidenza di persone anziane e disabili, in 

linea con le società avanzate 

• Una forte presenza di aree di marginalità sociali, in particolare anziani, immigrati e 

Rom, quest’ultimi localizzati nelle aree di maggior degrado del città 

79




1.6 

Il sistema dei 

servizi sociali 

80 

Gli ultimi anni hanno visto un crescente 

investimento nel settore dei servizi sociali da parte 

dell’Amministrazione Comunale: dalla realizzazione 

di attività assistenziali di tipo tradizionale, a fini 

soprattutto ricreativi, si è passati alla strutturazione 

di servizi continuativi, diffusi sul territorio, e che 

interessano diverse categorie svantaggiate, a partire 

da un attento rilevamento delle peculiari esigenze. 

Sono stati infatti istituiti diversi Osservatori (Immigrati, Rom, Giovani, Minori) ed 

una rete di Sportelli Informativi dedicati, anche con funzione di punto di ascolto e 

monitoraggio; inoltre sono stati realizzati periodicamente studi di settore su specifiche 

problematiche, anche in collaborazione con altri enti. 

Le categorie a maggiore rischio di marginalità sociale sono costituite da: anziani, 

disabili, immigrati, Rom, soggetti che vivono in condizioni di povertà e/o senza fissa 

dimora. 

Una particolare attenzione è rivolta, inoltre, alla categoria dei giovani e dei minori, le 

cui esigenze e problematiche, anche qualora essi provengano da contesti familiari stabili, 

vanno attentamente monitorati sia per prevenire possibili fenomeni di devianza, sia per 

fornire risposte concrete alle necessità di espressione e aggregazione sociale proprie di 

queste fasce d’età. 

Per ognuna di queste categorie di cittadini l’Amministrazione Comunale ha 

predisposto una molteplicità di interventi, sia di natura assistenziale che di ascolto, volti a 

ridurre lo stato di disagio, a favorire l’inclusione sociale prevenendo la marginalizzazione, 

e a migliorare quindi la qualità della vita della comunità nel suo complesso. 

L’attività dei servizi sociali è oggi suddivisa tra due Assessorati che fanno capo a due 

diverse strutture di servizio: la prima si occupa di politiche sociali in relazione ai problemi 

degli anziani, dei disabili, e alle situazioni di disagio economico; la seconda si occupa delle 

politiche giovanili e dei problemi degli immigrati e dei Rom. 

La strategicità del settore dei servizi sociali, e più in generale dei servizi al cittadino, 

nella politica dell’attuale Amministrazione è confermata dal notevole impegno finanziario 

sostenuto in questo settore: il bilancio preventivo per il 2004, alla voce spese correnti 

riporta per il settore sociale un importo di 5,6 milioni di Euro, pari al 16,31% del totale di 

spesa ( 22,1 milioni di Euro), mentre gli investimenti sono di 3,2 milioni di Euro, pari al 

16,76% del totale 6 5 . 

Gli investimenti più rilevanti sono dati dalla realizzazione di nuove strutture per 

l’accoglienza, anche notturna, di disabili e anziani non autosufficienti (Centro di via Roma 

e Centro ex-Visentini), di nuovi centri di aggregazione giovanile e del Centro 

Polifunzionale “Più”, che accoglie diversi sportelli informativi. 

Nell’ Allegato 1.6.1 sono riportate in dettaglio le strutture operanti sul territorio e le 

iniziative attivate dall’Amministrazione nel settore dei servizi sociali. 

6 5 Fonte: supplemento a “Informare la città” del 22.3.2004.

ANZIANI E DISABILI 

MARCHINGEGNO 


Secondo i dati forniti dal Servizio Demografico Comunale 6 6 , la popolazione sopra i 65 

anni residente a Falconara costituisce 22,50% del totale, ed è in costante aumento. Quasi 

1.000 sono gli ultra 75enni che vivono soli, 800 quelli che vivono con persone altrettanto o 

ancora più anziane (spesso coniugi), e 1.250 gli ultra 75enni che vivono con altri 

familiari 6 7 . 

L’alta incidenza di anziani che vivono soli rende necessari interventi costanti di 

sostegno e monitoraggio, anche in considerazione del fatto che, secondo le proiezioni 

ISTAT di previsione al 2011, oltre il 33% della popolazione residente a Falconara avrà più 

di 80 anni, e aumenteranno di conseguenza i casi di disabilità fisica legata all’età 6 8 . 

Per dare risposta a queste situazioni di emergenza, agevolando anche le famiglie, 

l’Amministrazione ha intrapreso la realizzazione di centri ricreativi e di accoglienza 

diurna (anche per anziani non autosufficienti), e ha messo in atto diverse iniziative quali: 

numeri dedicati, consegna pasti a domicilio, iniziative ricreative estive. 

Per quanto riguarda l’handicap non dovuto all’avanzare dell’età, invece, 

considerando la presenza di persone che hanno superato la fascia di età della scuola 

dell’obbligo e che necessitano di strutture educative idonee alle loro esigenze, 

l’Amministrazione Comunale, oltre ad un Centro Diurno già da tempo attivo, ha istituito 

un nuovo Centro di Accoglienza per disabili gravi (di prossima apertura) in grado di 

offrire servizi alberghieri, infermieristici, psicologici e riabilitativi, oltre che educativi e 

ricreativi. 

Sul territorio comunale sono inoltre presenti altre importanti strutture che fanno 

riferimento a enti privati ( il Centro di Riabilitazione Bignamini – Fondazione Don 

Gnocchi Onlus) e diverse associazioni di volontariato (si veda l’Allegato 2.2 – Espressioni di 

socialità urbana) che operano nell’ambito dei fenomeni di marginalità quali l’handicap, 

l’abbandono degli anziani e il barbonismo. 

Barriere architettoniche 

Il primo passo verso l’integrazione dei soggetti disabili nel tessuto sociale cittadino è 

l’abbattimento delle barriere architettoniche nei percorsi urbani, negli spazi aperti e negli 

edifici pubblici e aperti al pubblico. Le barriere sono causa evidente di marginalizzazione, 

impedendo al portatore di handicap di fruire autonomamente la città in cui vive, una città 

già difficile per la particolare orografia del territorio. 

L’Amministrazione di Falconara, in collaborazione con il CEBA (Comitato per 

l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), si è attivata con importanti progetti, quali: 

• un corso di formazione per dipendenti pubblici del settore urbanistica; 

• un “Piano Urbano e della Mobilità” che dovrà includere un programma di interventi 

volti all’adeguamento degli edifici pubblici e aperti al pubblico, e degli spazi pubblici 

aperti; 

66 Dati aggiornati al 17/06/2004. 

67 Fonte: Progetto Estate sicura per gli anziani 2004, Comune di Falconara M.ma, Servizi Sociali. 

6 8 Fonte: Evoluzione e Proiezioni della Popolazione Anziana Residente ed Ipotesi Quantitativa del Grado di Disabilità - Ambito 

territoriale XII- Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle, Falconara M.ma, Monte S. Vito, Montemarciano, Polverigi, 

Mengani, Melchiorre, I.N.R.C.A., marzo 2003. 

81




• la realizzazione di uno o più percorsi (collegati tra loro) che mettano in relazione i 

contenitori di funzione con i percorsi pedonali e carrabili e con i mezzi di trasporto 

pubblico. 

Alcune importanti opere per rendere più accessibile la città sono già state realizzate: 

il sottopasso di accesso alla spiaggia all’altezza di via Goito; l’adeguamento degli edifici 

scolastici; la realizzazione di un nuovo ascensore presso la sede municipale di Piazza 

Carducci; l’acquisto di minibus adeguati alla vigente normativa di accessibilità dei 

disabili. 

POVERTA’ 

Le fasce di popolazione tradizionalmente a rischio di povertà sono gli anziani, i 

disoccupati e i lavoratori a basso reddito, le copie mono-reddito con figli minori, gli 

immigrati. 

Nell’anno 2002 le persone che hanno richiesto aiuti economici all’Amministrazione 

sono in totale 581: 25 le richieste d’aiuto da parte di utenti in condizioni di povertà 

assoluta, per un totale 67 persone; 155, le richieste d’aiuto da parte di utenti in condizioni 

di povertà relativa, per un totale di 514 persone 6 9 . 

Sulla base di interviste a responsabili di strutture operative ed associazioni di 

volontari, l’incidenza della povertà è in aumento anche sul territorio di Falconara, 

coinvolgendo nuove categorie di cittadini. 

La struttura di accoglienza più importante è la Tenda di Abramo: gestito dalla Caritas 

attraverso una rete di volontari, offre un servizio di prima accoglienza per persone senza 

fissa dimora. 

Nell’anno 2002, il Comune ha inoltre erogato contributi economici (ordinari e 

straordinari) rivolti a casi di emergenza sociale per un totale di più di 300.000 Euro, 

utilizzati per il pagamento delle rette in case di riposo per anziani in stato d’indigenza 

economica, per il trasporto di soggetti portatori di handicap, per servizi di assistenza 

domiciliare, per assistenza socio-educativa a minori, portatori di handicap e famiglie 

problematiche 7 0 . 

Altri contributi a sostegno delle locazioni d’alloggio sono stati erogati a utenti 

extracomunitari e in generale a persone in situazione di grave disagio economico. Il 

Comune è inoltre proprietario di una Casa Alloggio per i casi di emergenza abitativa più 

gravi. 

IMMIGRATI 

In conseguenza dell’alta incidenza del numero di immigrati nel Comune di Falconara 

e del costante incremento delle presenze di stranieri sul territorio, si è reso necessario 

istituire un Osservatorio Immigrati e Nomadi con funzione di monitoraggio e 

documentazione del fenomeno. 

69 Fonte: dati forniti dal Servizi Sociali del Comune di Falconara M.ma, anno 2002. 

7 0 Fonte: dati forniti dal Servizi Sociali del Comune di Falconara M.ma, anno 2002. 

82

MARCHINGEGNO 


Dal 2001 è stato attivato uno Sportello Immigrati (presso il Centro Polifunzionale Più) 

per facilitare l’informazione e l’accesso ai servizi pubblici da parte dei nuovi cittadini. 

Nello stesso anno è stata istituita anche la Consulta Comunale degli Immigrati, un 

organismo tecnico consultivo con funzione di tramite tra l’Amministrazione e i cittadini 

stranieri, mentre nel 2002 è stato nominato il primo Assessore all’Immigrazione e ai Rom. 

Nel mese di febbraio 2004 i cittadini extra-comunitari hanno eletto il primo 

Consigliere Comunale Aggiunto, portavoce delle necessità e delle opinioni dei residenti 

stranieri a Falconara. 

Un’ulteriore stimolo verso una reale integrazione culturale dei cittadini immigrati è 

dato dalle Festa Multiculturale, organizzata ogni estate dall’Amministrazione con spettacoli 

teatrali e musicali, performance artistiche, stand gastronomici, curati dagli esponenti 

delle varie etnie, in collaborazione con le Associazioni autoctone. Alle feste si affiancano 

momenti di convegno su tematiche antropologiche. 

ROM 

La presenza e le problematiche di cui soffre la comunità Rom sono già state oggetto di 

analisi nel paragrafo relativo agli Aspetti sociali e demografici, cui si rimanda per i dati 

quantitativi d’incidenza del fenomeno. 

Oltre al Campo Residenziale Nomadi allestito con risorse comunali (vedi Allegato 1.6. 

4) l’Amministrazione si è impegnata in un complesso progetto per favorire l’inserimento 

sociale dei Rom, soprattutto dei minori e delle giovani donne, da sempre le categorie più 

deboli, prevedendo misure specifiche per l’inserimento scolastico e lavorativo. E’ stato 

inoltre istituito un apposito osservatorio per monitorare il fenomeno. 

Nonostante le lodevoli iniziative pubbliche volte a favorirne l’inclusione sociale, i 

Rom costituiscono ancora una minoranza etnica poco inserita nel contesto relazionale di 

Falconara, con situazioni di particolare criticità per i quartieri più vicini alle aree dei 

campi nomadi (Villanova e Fiumesino). 

GIOVANI E MINORI 

Secondo i dati forniti dal Servizio Demografico Comunale, nel 2003 risiedono a 

Falconara Marittima 4.194 cittadini tra 0 e 17 anni, pari al 14,79% della popolazione 

residente, con un aumento costante a partire dal 1997 ad oggi. 

Le esigenze e le problematiche di questa fascia debole necessitano di un controllo 

attento e continuo, per cui si è avvertita l’esigenza, oltre che di iniziative volte a favorire la 

crescita personale e culturale dei ragazzi, di una struttura di monitoraggio e ascolto che 

rilevi le necessità e le richieste di giovani e minori. 

Da qui l’istituzione di un Osservatorio e di punti di ascolto e informazione dedicati 

(Informagiovani e Sportello Minori), ubicati in una posizione facilmente accessibile 

presso il Centro Polivalente Più. 

Il Programma Giovani per il 2003 prevede oltre alla realizzazione di attività di sportive 

e di spettacolo, anche in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, la realizzazione di 

un Centro Polivalente Ricreativo in un’area decentrata rispetto al centro città (quartiere di 

Palombina Vecchia) con funzione di aggregazione sociale e sviluppo culturale. Uno spazio 

83




importante, che ospiterà attività diversificate in base ai differenti target di utenti, e che 

verrà realizzato e gestito con il contributo di una Consulta Giovani di recente costituzione. 

Questo centro dovrà inoltre coordinare e gestire l’attività di altri centri che saranno 

realizzati sul territorio: un centro ricreativo, un centro informatico e un centro per attività 

teatrali. 

ALTRE INIZIATIVE 

Un’iniziativa che pone l’Amministrazione di Falconara all’avanguardia nel panorama 

nei servizi alla persona è senza dubbio l’istituzione della figura del “Garante per i Diritti 

degli Individui privati della Libertà a tutela dei Soggetti Deboli”. 

Lo scopo è quello di rendere la comunità locale sempre più accogliente e capace di 

integrare anche persone con un passato o un presente socialmente problematici. Il 

garante, scelto tra esperti di chiara fama nel settore delle scienze giuridiche e dei diritti 

umani, avrà il compito di promuovere l’esercizio della libertà personale e l’utilizzo dei 

servizi pubblici volti a garantirli, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica e a denunciare 

casi di abusi e privazioni sulla libertà degli individui. 


SWOT ANALISI: SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI 


84 

• Gli ingenti investimenti e la forte propositività espressa nel settore 

dall’Amministrazione, sia in termini di iniziative (azioni di sostegno mirate, 

iniziative di coesione sociale, interventi di eliminazione delle barriere 

architettoniche, ecc…), sia per quanto concerne l’acquisto e l’adeguamento di 

numerosi immobili pubblici destinati ad usi sociali 

• La presenza di due Assessorati, che si occupano rispettivamente da un lato 

delle problematiche di anziani e disabili, dall’altro delle problematiche di giovani, 

immigrati e Rom 

• La presenza sul territorio anche di strutture di eccellenza per la cura e la 

riabilitazione dell’handicap di tipo privato (Bignamini) 

• L’utilizzo per la progettazione degli interventi e la programmazione delle 

attività di sistematiche azione di monitoraggio, finalizzate a fotografare la 

popolazione, ad evidenziare le situazioni di criticità definendo le priorità di 

intervento, oltre che a recepire le esigenze espresse dalle diverse fasce deboli 

(giovani e minori, anziani, handicap, immigrati, indigenti) 

• L’istituzione di strutture preposte al monitoraggio permanente (Osservatori 

Sociali e Immigrati) e di diversi e diversificati sportelli informativi dedicati

MARCHINGEGNO 


• Le forti iniziative di inclusione sociale rivolte alla minoranza etnica dei ROM 

presente sul territorio comunale (progetti scolastici, inserimenti lavorativi) 

• L’istituzione, all’avanguardia nel panorama regionale, della figura del Garante 

dei Diritti degli Individui privati della Libertà a tutela dei Soggetti Deboli 


• Non sufficiente collegamento tra le attività di ciascun sportello informativo 

• Non sufficiente collegamento tra la rete attivata sul territorio dai servizi sociali 

e la rete dei servizi culturali 

• Gli ingenti costi sostenuti per la realizzazione degli interventi e necessari in 

futuro per la gestione delle strutture e delle attività 

• Debole la promozione delle numerose e qualificate attività proposte nel 

settore, che costituiscono invece un tratto fortemente caratterizzante la realtà 

falconarese. 

Opportunità 

Rischi 

• L’adozione, da parte dell’attuale Amministrazione, di politiche di ascolto a 

supporto alle fasce di popolazione più deboli 

• L’incentivazione di processi di inclusione anche attraverso gli strumenti 

urbanistici e i progetti per la città ed il territorio 

• La possibilità di realizzare, a partire dalle tante strutture con funzioni di tipo 

sociale attivate sul territorio, una rete di punti di ascolto da utilizzare anche in 

funzione promozionale per attività di natura diversa 

• La creazione di accordi intercomunali per la gestione dei servizi sociali, in 

particolar per quelli legati alla disabilità (A.T.O.) 

• La riduzione complessiva dei pubblici finanziamenti trasferiti dallo Stato agli 

Enti locali delegati 

• L’aumento della pressione demografica per l’incremento dei flussi 

immigratori, con conseguente aumento di situazioni di marginalità sociale e carico 

delle strutture pubbliche 

85




1.7 

Il sistema delle 

infostrutture 

86 

In una logica di sviluppo, il territorio dovrebbe tornare 

ad essere non solo produttore di valori, ma anche 

spazio di comunicazione di tali valori. 

Affinché si producano gli esiti desiderabili del 

processo di trasformazione in atto è infatti necessario 

promuovere una conoscenza attiva verso la comunità, 

a partire dalla definizione di codici di interpretazione 

del territorio che trovino il loro fondamento nella 

matrice culturale dello stesso, così come già definita. 

Un’azione progettuale per la cultura, su scala territoriale, agisce, quindi, come 

un’operazione linguistica, che è in grado di attribuire al territorio i codici di 

interpretazione e di comunicazione che dovranno essere utilizzati nella costruzione dello 

sviluppo. 

La dimensione sociale del progetto di sviluppo attraverso la “risorsa cultura” risiede 

proprio nella capacità di agire come strumento di consapevolezza della partecipazione, 

ovvero come strumento moltiplicativo di un coinvolgimento fondato sulla proposizione di 

valori condivisi. 

In questo senso il patrimonio culturale diventa nello stesso tempo struttura ed 

infrastruttura di informazione ed educazione permanente, che a sua volta utilizza per la 

sua veicolazione infrastrutture di tipo diverso, mettendole a sistema e quindi 

valorizzandole. 

Da ciò, il ruolo fondamentale della struttura cognitiva di un territorio, intesa come 

sistema dei canali di veicolazione (reti) e dei punti di esplicitazione delle informazioni e 

delle conoscenze. 

La ricerca che segue intende produrre un censimento e una rappresentazione delle 

diverse modalità di accesso all’informazione (sia verso l’interno che verso l’esterno 

dell’amministrazione) e dei canali di comunicazione (istituzionali e non) che costituiscono 

il sistema delle info-strutture del territorio. Questo sistema di rete dovrà trovare una 

priorità funzionale nella fase di attuazione del progetto. 

Particolare attenzione è stata posta sullo stato di utilizzo delle nuove tecnologie per il 

miglioramento dei servizi finali resi agli utenti (cittadini e imprese) e per il miglioramento 

della vita democratica attraverso azioni di trasparenza e partecipazione (e-governance). 

LE FORME DI COMUNICAZIONE TRADIZIONALI 

Le forme di comunicazione attualmente più utilizzate per informare ed aggiornare i 

cittadini rispetto alle scelte per il territorio, ai servizi erogati, agli eventi e alle molteplici 

iniziative messe in atto, sono di tipo tradizionale e sono costituite principalmente da 

periodici su carta in distribuzione gratuita, dépliantistica, sportelli informativi e linee 

telefoniche dedicate.

MARCHINGEGNO 


Il loro censimento consente di evidenziare l’estensione e il livello di sviluppo della 

rete per l’informazione, nonché le dinamiche in atto nel sistema dei media istituzionali, 

fornendo elementi fondamentali per progettare e sostenere nuovi e più efficaci interventi. 

Ufficio Stampa 

Svolge attività di redazione e diffusione dei comunicati della Pubblica 

Amministrazione, organizzazione delle conferenze stampa e attività informativa di 

supporto agli uffici. Ha rapporti con le maggiori testate locali e nazionali. 

Si occupa della redazione del periodico di informazione comunale, con uscita 

settimanale, e dell’implementazione del servizio di newsletter attivo all’interno dell’Ente. 

Prossimamente si attiverà anche un servizio di “rassegna stampa” con l’utilizzo di software 

di ultima generazione. L’Ufficio Stampa, inoltre, fornisce supporto per la promozione dei 

molteplici eventi culturali organizzati sul territorio. 

I periodici d’informazione dell’Amministrazione Comunale 

Informare la città è dal 1999 il notiziario periodico d’informazione cittadina del 

Comune di Falconara M.ma. Il periodico, gratuito, composto normalmente da n. 8 pagine 

(tiratura 11.000 copie), viene distribuito a domicilio, tramite servizio postale, a tutte le 

famiglie residenti nel comune. 

Fornisce utili informazioni sui più diversi aspetti della vita cittadina, con una 

particolare attenzione alla pubblicizzazione delle iniziative e degli interventi concreti 

promossi dall’Amministrazione Comunale nei settori più vari. 

Oltre a fornire le notizie di primo piano, che riguardano le novità salienti a livello 

sociale, amministrativo, politico e urbanistico, il periodico risulta particolarmente utile 

nella promozione dei maggiori eventi culturali della città, andandosi ad affiancare alla 

dépliantistica prodotta ad hoc, in corrispondenza di eventi e iniziative. 

L’aspetto forse più rilevante della rivista è la pubblicazione, ogni settimana, 

dell’ordine del giorno completo delle sedute della Giunta Comunale di Falconara, 

unitamente al resoconto delle delibere effettuate dalla stessa: si tratta infatti di 

un’importante iniziativa con l’obiettivo, a partire dall’informazione, di condividere il più 

possibile con la popolazione residente le idee e le scelte degli organi istituzionali. 

Sportelli Informativi al servizio dei cittadini 

All’interno del Progetto Servizi Sociali 2003 (v. paragrafo I.4 Il sistema dei servizi 

sociali), una particolare attenzione è stata riservata agli interventi volti a promuovere 

l’informazione della cittadinanza in molteplici settori. 

La grande varietà di sportelli informativi dedicati, attivati negli ultimi anni, offre ai 

residenti la possibilità di confrontarsi in modo diretto e immediato con l’Amministrazione 

Pubblica, approfondendo la propria esperienza della città e del territorio. 

Tranne il servizio Informa Handicap, gli sportelli Informa Immigrati, Informa Donna, 

Informa Giovani, Informa Animali sono ubicati presso la struttura del Centro Più di via 

Roma: 

• Informa Immigrati: gestito dai componenti della Consulta Immigrati, fornisce 

informazioni di carattere legislativo, abitativo, occupazionale e sociale nelle lingue parlate 

dalle etnie presenti sul territorio comunale. Lo sportello assume una grande rilevanza per 

la consistente popolazione immigrata presente a Falconara. 

87




• Informa Donna: lo sportello, gestito dalla consulta femminile in collaborazione 

con l’ASL n. 7, nato per accogliere le donne in difficoltà, è diventato un importante punto 

di riferimento per tutte le tematiche legate all’universo femminile, offrendo un servizio di 

sostegno e informazione per lavoro, famiglia e salute, senza trascurare la promozione di 

eventi culturali realizzati da donne e rivolti alle donne. 

• Informa Giovani: è un servizio ad accesso libero e gratuito, che offre informazioni 

utili, complete e obiettive su argomenti quali lavoro, scuola e formazione, vita sociale e 

tempo libero, opportunità offerte ai giovani dalla Comunità Europea, viaggi e vacanze, 

sanità e ambiente. Per giovani si intendono canonicamente le persone comprese tra 14 e 29 

anni, ma in effetti le richieste provengono spesso da persone al di sotto o al di sopra di tale 

fascia d’età: tale circostanza legittima lo sportello Informagiovani a costituire un punto di 

riferimento importante per una buona parte della popolazione, non necessariamente legata 

all’età giovanile. Sono stati inoltre creati degli Osservatori Giovani e Minori, presso il 

medesimo Centro Più, nell’intento di monitorare attentamente le necessità e le principali 

problematiche dei più giovani (cfr. paragrafo I.4 Il sistema dei servizi sociali). 

• Informa Animali: gestito da volontari animalisti, fornirà informazioni legislative 

e sanitarie in materia, sviluppando campagne di sensibilizzazione e in particolare di 

prevenzione al randagismo. Lo sportello è l’unico in Italia, insieme a quello operativo a 

Milano, e costituisce quindi un fattore di eccellenza rispetto al contesto regionale. 

• Informa Handicap: è un servizio comunale di orientamento e informazione, oltre 

che di accertamento e valutazione dell’handicap. Attivo dal 2002, il servizio Informa H ha 

registrato un aumento notevole delle prestazioni svolte a favore degli utenti portatori di 

handicap, sia in termini di incontri informativi che di inserimenti sociali di soggetti 

disabili, promuovendo anche corsi di attività motoria specifici per i portatori di handicap 

non gravi e per anziani. 

• A tali Sportelli informativi si affiancano inoltre delle strutture espressamente 

dedicate al monitoraggio delle situazioni a rischio di disagio sociale: 

• SOS minori: ha l’obiettivo superamento situazioni relazionali di disagio minorile 

attraverso interventi nelle scuole, centri di aggregazione, associazioni; 

• Osservatorio Sociale: si occupa di analisi dei fenomeni sociali riferiti a Rom, 

immigrazione, minori, giovani. 

• Altre strutture di informazione e ascolto che fanno capo all’Amministrazione 

7 1 

Comunale sono: 

• URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), che svolge servizi di: accoglienza e 

ascolto delle problematiche dei cittadini, informazione e orientamento del cittadino a 

uffici e servizi (carta dei servizi e guida ai servizi), attività di relazione con la cittadinanza, 

71 Fonte per i dati relativi ai seguenti uffici di informazione: Documento di Progetto Nuove tecnologie per l’informazione e il 

dialogo: e-democracy, coordinato da Dott. Gracco Vittorio Mattioli, redatto da Dott. Avio Turchi e Ing. Michele Mezzelani, 

Comune di Falconara M.ma. 

88

MARCHINGEGNO 


attività tendenti a favorire la partecipazione democratica e la semplificazione delle 

procedure; consultazione di banche dati (via intranet e via internet) e contatti con enti e 

istituzioni; raccolta segnalazioni, reclami, richieste di interventi e assistenza alla 

compilazioni di moduli (anche via e-mail). 

• Centro Informazioni per Emergenze per attività industriali a elevato rischio 

ambientale (in attuazione dei P.E.E. (Piani di Emergenza Esterni) in osservanza alla Legge 

“SEVESO-2”): dispone di un sistema avanzato in campo nazionale di comunicazione 

attraverso una stazione radio emittente e vari punti di ascolto dislocati in città, 

collegamenti immediati con emittenti locali (in grado di interrompere le trasmissioni in 

corso). 

• S.U.A.P. (Sportello Unico per le Attività Produttive): è uno degli strumenti di 

semplificazione amministrativa che snellisce i rapporti tra pubblica amministrazione e 

imprese, e che promuove lo sviluppo economico e imprenditoriale. 

• Linee telefoniche dedicate 

Non sono presenti, al momento, linee telefoniche istituite su iniziativa di enti pubblici 

e rivolte particolari tematiche, se si eccettuano i recapiti telefonici dei singoli sportelli 

informativi e il Numero Verde istituito dai volontari dell’AUSER a favore della terza età, in 

convenzione col Comune. 

Tutti questi punti informativi possono essere considerati anche come luoghi in cui è 

possibile espletare le scelte politiche e d’indirizzo dell’Amministrazione. 

Unitamente ai numerosi centri di aggregazione, circoli cittadini e centri parrocchiali 

presenti sul territorio comunale, creano una vera e propria rete, dislocata in modo diffuso 

sul territorio comunale, di “punti di ascolto” degli interessi e dei bisogni della 

cittadinanza. 

Per gli sportelli informativi della Pubblica Amministrazione sarebbe importante 

individuare degli indicatori di performance in base ai quali monitorare l’attività. 

Per la rete dei punti di ascolto un obiettivo possibile è la realizzazione di una 

mappatura completa e dettagliata delle diverse strutture, suddivise per finalità e tipologia 

di utenti, utile nella fase di attuazione della strategia di comunicazione. 

L’informazione turistica 

Per quanto concerne l’informazione turistica, si assiste a una carenza di punti 

informativi specifici. 

L’Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica (APTR), gestito dai volontari della Pro- 

Loco, sito in via Flaminia, è aperto soltanto per un’ora al giorno, dal lunedì al sabato dalle 

10,00 alle 11,00 (solo in casi eccezionali di eventi organizzati dalla Pro-Loco è prevista 

anche un’apertura pomeridiana). 

Tale modalità di apertura è del tutto insufficiente a soddisfare le necessità di turisti e 

residenti. 

La presenza di un Ufficio Informazioni efficiente, facilmente accessibile e ubicato in 

una zona strategica per la fruizione, costituisce infatti un punto di riferimento importante e 

insostituibile sia per il turista che per il comune cittadino che necessitino di indicazioni 

pratiche sulla città (mezzi di trasporto locali, pubblica sicurezza, sanità, ecc.), sia sulle 

attrattive culturali e turistiche non solo di Falconara, ma anche delle zone limitrofe, in 

modo tale da rendere il soggiorno a Falconara il più sereno e soddisfacente possibile. 

89




Allo sportello APTR-Pro Loco si affianca l’attività dell’Ufficio Turismo in via 

Corridoni (corrispondente alla sede dell’Assessorato al Turismo), che resta a disposizione 

anche per l’erogazione di servizi informativi, e quella dell’U.R.P. (Ufficio Relazioni col 

Pubblico) in via Bixio, che offre però informazioni non tanto turistiche o culturali quanto 

soprattutto inerenti i servizi svolti dai vari uffici comunali, per facilitare il rapporto 

cittadini-istituzioni. 

Informazioni di tipo turistico e culturale sono reperibili anche presso il Centro Più. 

LE NUOVE TECNOLOGIE 

Negli ultimi anni, il settore informatico ha visto un notevole potenziamento delle 

sue strutture, con un forte incremento delle risorse messe a disposizione. 

Se nel 2002 le risorse impiegate nel settore erano pari a ¤ 303.693 (spese correnti e 

investimenti), nel 2003 la spesa per il Sistema Informatico Comunale (SIC) è ammontata a 

¤ 972.500,00, impiegata sia per l’acquisto di attrezzature sia per l’avvio del “Progetto 

PEOPLE” (Progetto Enti On-line Portali Locali E-government), cofinanziato con fondi UE. 

Nell’anno 2004 l’investimento, in buona parte destinato al completamento degli 

interventi avviati, è pari a ¤ 554.769,00 7 2 . 

La spinta agli investimenti nel settore informatico, cominciata dall’anno 2000, ha 

avuto quindi una svolta decisa a partire dal 2002, culminando l’anno successivo con le 

notevoli risorse impiegate per dare impulso al progetto PEOPLE, per organizzare le 

numerose sedi periferiche dell’Amministrazione, e per l’adeguamento strutturale di 

cablaggio e hardware. 

Il sistema di rete 

90 

Intra-net 

Per conseguire con efficacia gli obiettivi di gestione e di pianificazione del territorio, è 

necessario mettere a sistema la molteplicità di competenze e di conoscenze che già esistono 

all’interno della Pubblica Amministrazione. L’interdisciplinarietà, infatti, non può più 

essere concepita in forma “occasionale”, ma deve essere capace di connettere i contributi 

dei singoli settori di indagine per dare risposte coerenti ai problemi del territorio, 

declinati nella complessità delle loro relazioni. 

Il Comune di Falconara M.ma, nell’intento di tenere il passo al progresso nell’uso 

delle tecnologie e in risposta alla necessità di veicolare, verso cittadini ed imprese, 

un’immagine più aggiornata, mirando al miglioramento dell’efficienza dei servizi erogati, 

ha promosso negli ultimi anni ingenti investimenti economici al fine di acquisire nuove 

strumentazioni, promuovere l’informatizzazione interna e i collegamenti on line attraverso 

la creazione di una rete intra-net. 

Cablaggio d’area 

Attualmente, le risorse vengono destinate all’ottimizzazione del sistema, anche se in 

proiezione nuovi investimenti risultano necessari per aumentare la superficie territoriale 

cablata in fibra ottica e in generale per implementare il complessivo sistema delle infostrutture. 

72 Fonte: Dati forniti da SIC, Comune di Falconara M.ma.

MARCHINGEGNO 


Ad oggi, infatti, solo Il tratto compresa tra Castello di Falconara Alta (sede centrale 

dell’amministrazione), Centro Elaborazione Dati (CED) ed Ex Municipio (ora sede 

dell’Archivio storico e della Polizia Municipale) risulta cablato con fibra ottica. 

E’ in progetto l’estensione del collegamento sino alla centrale Piazza Mazzini, in vista 

della prossima apertura del Centro Culturale Polivalente: dalla nuova Biblioteca si 

dovrebbe realizzare una sorta di centro-stella per il collegamento verso via Bixio lato nord e 

lato sud, comprendo un’area maggiore. 

Sistema Informatico Comunale (SIC) 

Il servizio garantisce la piena funzionalità e autonomia delle macchine collegate, degli 

applicativi e dei gestionali aggiornati ed efficienti, tutti fattori importanti per garantire la 

continuità lavorativa degli uffici comunali di Falconara M., che sono collegati tramite linea 

SHDSL (collegamento veloce a internet per linee dedicate). 

Tutta l’elaborazione è sorretta dai server: l’elaborazione centralizzata snellisce il 

traffico, col risultato che si possono così ottenere dati non-ridondanti, sicuri e facili da 

gestire. 

Questi i numeri del SIC: 200 client (utenti) collegati all’interno dell’Amministrazione 

(risultato dello sforzo del Comune di dotarsi di una macchina per ogni operatore, con un 

rapporto 1:1); 10 server ad architettura terminal server TSE (modello Citrix Metaframe); 5 

operatori. 

Per la realizzazione del SIT (Sistema Informatico Territoriale), invece, si dovrà 

attendere ancora del tempo. 

I progetti strategici 

Il progetto PEOPLE 

Il progetto più rilevante finora promosso dall’Amministarzione falconarese è senza 

dubbio il Progetto PEOPLE (Progetto Enti On-line Portali Locali E-government): il 

Comune di Falconara M. partecipa all’iniziativa insieme ad altri 54 enti localizzati in 13 

regioni italiane (tra cui anche Firenze capofila del progetto, Roma, Bologna, Genova, e, per 

le Marche, Pesaro, Ancona e San Benedetto del Tronto) 7 3 , per un totale di oltre 9 milioni di 

abitanti interessati. 

Il Progetto, presentato nel 2002 e risultato il primo nella graduatoria degli ammessi a 

finanziamento da parte del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, si basa su un 

costo iniziale di 20,7 milioni di euro. 

PEOPLE si caratterizza per l’ampia offerta dei servizi e soprattutto per il modello di 

aggregazione forte e articolata degli enti proponenti, basato sullo scambio, l’integrazione e 

la condivisione di prestazioni, prodotti e soluzioni. 

L’eterogeneità tecnica e culturale dell’aggregazione fa sì che il know-how posseduto 

a vari livelli dagli enti partecipanti venga condiviso, evitando così procedimenti verticali 

(top-down), e favorendo invece un’integrazione orizzontale di risorse e best practice. 

Spesso, infatti, le best practice più performanti sono quelle realizzate da città mediopiccole, 

che soffrono meno delle dis-funzioni presenti a volte nelle grandi municipalità. 

Lo scopo principale del progetto è quello di semplificare, innovandoli, i rapporti tra la 

Pubblica Amministrazione e i cittadini, grazie alla realizzazione di un sistema telematico 

multicanale capace di offrire on line (soprattutto attraverso l’accesso a un Portale internet) 

circa 160 servizi volti a soddisfare le principali esigenze di cittadini ed enti. 

73 Per l’elenco completo v. allegato I.9. 

91




PEOPLE prevede la realizzazione di un Portale che funga da “comune virtuale” da 

affiancare al comune “fisico”, a cui ci si deve normalmente rivolgere per espletare le 

pratiche amministrative. I servizi immediatamente attivabili riguarderanno: fiscalità 

locale, rilascio autorizzazione e concessioni, servizi assistenziali, scolastici, culturali, 

servizi anagrafici, SIT (Sistemi Informativi Territoriali). 

Accanto a tali procedure di competenza degli enti locali, sarà inoltre possibile inserire 

altri servizi essenziali in collaborazione con enti quali INAIL, INPS, Agenzia delle Entrate e 

Ministeri. 

I benefici per gli utenti, siano essi cittadini o imprese saranno: 

• un’immediata e continua fruibilità dei principali servizi amministrativi; 

• risparmio di tempo e snellimento nelle procedure; 

• accesso diretto a informazioni personali; 

• maggiore trasparenza, sicurezza, velocità del procedimento amministrativo; 

• riduzione dei costi da parte del fruitore e dell’ente preposto al servizio; 

Le Amministrazioni locali ricaveranno altrettanti benefici in termini di: 

• migliore gestione dell’e-government, attraverso l’adozione di best practice e la 

condivisione di know-how; 

• notevoli risparmi nell’erogazione del servizio on line e nella gestione dei sistemi 

telematici; 

• snellimento delle pratiche “fisiche” trattate dai comuni e ottimizzazione dell’organico 

disponibile; 

• eliminazione del rischio di ridondanza e duplicazione di procedimenti; 

• omogeneità di servizi resi e possibilità conseguente di riuso per altre amministrazioni 

interessate; 

• accesso a co-finanziamenti; 

• alta qualità e alto grado di innovazione dei servizi offerti; 

• notevole ritorno d’immagine per l’ente, in funzione della sua maggiore efficienza e 

visibilità. 

La modalità di erogazione dei servizi, a regime entro il 2005, è la seguente: i cittadini 

richiedono i servizi di cui necessitano previo accertamento della loro identità, tramite una 

card, da parte di un ente certificatore (per Falconara M. opera Poste Italiane). 

Una volta riconosciuta l’identità, l’istanza presentata viene confermata, e da questo 

momento intercorrono al massimo 30 giorni per l’evasione della pratica. 

Nell’Allegato 1.7 sono riportati i nominativi di tutti i comuni che partecipano al 

progetto PEOPLE. 

92 

Progetto E-Democracy 

L’esito della richiesta di finanziamento per il Progetto E-democracy (si prevede una 

spesa complessiva di ¤ 136.289,00) 7 4 è ancora incerto. 

Tuttavia il fatto stesso che l’Amministrazione si sia già attivata in questa direzione 

costituisce un importante precedente, e lascia ben sperare per iniziative future. 

74 Fonti: Deliberazione della Giunta Comunale del Comune di Falconara M.ma n. 366 del 09/07/2004. 

Documento di Progetto Nuove tecnologie per l’informazione e il dialogo: e-democracy, coordinato da Dott. Gracco Vittorio 

MATTIOLI, redatto da Dott. Avio TURCHI e Ing. Michele MEZZELANI, Comune di Falconara M.ma.

MARCHINGEGNO 


Il progetto mira ad un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione residente 

nei processi decisionali, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie 

dell’’informazione. 

Gli obiettivi specifici sono quelli di ampliare, sviluppare e quindi mantenere nel 

tempo rapporti di confronto e di collaborazione tra enti pubblici, privati cittadini e 

imprese, chiamando la cittadinanza ad avanzare critiche, opinioni, proposte, iniziative. 

Falconara è del resto già da tempo impegnata sulla strada della condivisione allargata 

di intenti e programmi, grazie ad importanti iniziative di partecipazione attiva dei cittadini 

quali i Contratti di Quartiere, ma anche grazie all’attività dei Centri di Aggregazione Sociale 

e dei numerosi sportelli informativi, già dotati al loro interno di strutture di ascolto e 

confronto con la cittadinanza. 

Il progetto prevede i seguenti interventi : 

• realizzazione di 1 newsletter generica gratuita, nella fase iniziale del progetto; 

• realizzazione di 3 newsletter gratuita a tema su: Attività Istituzionale, Cultura e 

Spettacolo, Lavori Pubblici e Infrastrutture. 

• Progettazione di 7 forum, attraverso i quali i cittadini potranno porre quesiti su 

tematiche proposte dall’Amministrazione e partecipare a dibattiti a tema. 

• Contestualmente all’attivazione dei forum, sarà necessario attivare un Video Forum 

Telematico (VFT), così da rendere possibile il dibattito anche in videoconferenza, 

previa raccolta dei partecipanti presso le sedi dei centri di aggregazione già presenti 

nel Comune. 

Nel progetto si indica in modo esplicito che, attraverso ulteriori forum, 

l’Amministrazione intende avvalersi della partecipazione e del supporto decisionale dei 

cittadini in modo particolare per le seguenti tematiche: 

• ambiente e territorio 

• cultura e beni culturali 

• famiglia e aspetti sociali 

• lavoro 

• urbanistica e lavori pubblici 

• attività istituzionali 

• tributi e tasse locali 

I sistemi di interfaccia 

Sito web 

Il Comune di Falconara si è dotato di un sito web istituzionale - 

www.comune.falconara-marittima.an.it - progettato ed elaborato da un hosting esterno e 

curato dal SIC per il caricamento e l’ aggiornamento dei dati. 

Attraverso il sito il cittadino può essere informato sui servizi erogati dai diversi uffici 

amministrativi. Ampia visibilità è data alle iniziative e agli eventi culturali organizzati sul 

territorio comunale, segnalati già nella home page e approfonditi tramite link. 

Dalla home page è possibile accedere alle pagine relative al Comune (orari, 

organigramma di Giunta e Consiglio Comunale, recapiti telefonici e email dei responsabili, 

URP, statuto e regolamenti), ai diversi Settori (Entrate, Scuola, Sport, Ambiente, 

Demografico), Servizi (Delibere, Bandi, Procedimenti, Modulistica) e Informazioni 

(Utilità, Turistiche, Arte, Cultura). Quest’ultima sezione risulta particolarmente utile, in 

quanto fornisce un’ampia gamma di informazioni pratiche sulla città (numeri utili, 

93




farmacie, trasporto pubblico, albo associazioni, ecc.) sulla cultura (orarie e servizi della 

Biblioteca Comunale), sul turismo e il tempo libero (strutture ricettive, pubblici esercizi, 

spiagge, notizie e informazioni sulla città, sulla sua storia e sulle maggiori attrazioni 

culturali, manifestazioni ed eventi). 

Dall’home page si può inoltre accedere a link di generale utilità (Croce Gialla, 

Trenitalia, Aerdorica, Anci, e le società di servizi municipali C.A.M. s.p.a. e Gorgovivo 

s.p.a.). Altri link, d’interesse regionale, sono velocemente accessibili dalla pagina relativa 

alle informazioni utili (siti ufficiali di: Regione Marche, Camera di Commercio, Università 

degli Studi di Ancona, Questura di Ancona, Portale Lavoro Regione Marche, ecc.), mentre i 

link d’informazione d’interesse nazionale ed europeo segnalati sono quelli relativi a Il Sole 

24 ore, Parlamento, Ministero dell’Interno, Ministero delle Finanze, Unione Europea. 

E’ inoltre presente sul sito una nota informativa per l’accesso web da parte dei disabili. 

Al momento gli unici servizi on line disponibili sono il reperimento di bandi e delibere 

e la possibilità di scaricare la modulistica relativa a vari enti, che può essere compilata a 

casa da parte dell’utente, ma che va però necessariamente consegnata a mano presso gli 

sportelli preposti. 

E’ auspicabile, quindi, che in breve tempo il Comune di Falconara riorganizzi i back 

office amministrativi in modo da permettere un accesso il più possibile agile e completo ai 

servizi on line, che al momento risultano attivi solo per la parte relativa all’informazione e 

alla fornitura di modulistica, mentre manca quasi del tutto la possibilità di interazione tra 

ente e utente. 

Altre piccole mancanze da ovviare sono l’assenza di un contatore, che indichi in tempo 

reale il numero di visitatori che hanno avuto accesso al sito, di un servizio di mailing 

efficiente e di un mezzo di rilevazione della soddisfazione dell’utente rispetto al servizio 

erogato on line. 

Sono questi strumenti che consentono di monitorare costantemente i risultati 

conseguiti dal servizio on line, la sua aderenza alle aspettative degli utenti, in modo da 

ottenere tutte le necessarie indicazioni per il miglioramento e l’implementazione dei 

servizi offerti. 

94 

Punti internet 

Il primo dato da rilevare è l’assenza di statistiche riguardanti la diffusione di internet a 

livello domestico nel territorio comunale (tali dati sarebbero invece molto rilevanti anche 

ai fini della futura strategia di marketing, in quanto permettono di valutare la capacità di 

penetrazione delle azioni attraverso l’uso delle tecnologie sul complesso della 

popolazione). 

Per quanto riguarda la possibilità di accesso gratuito a internet, nel territorio di 

Falconara esistono due soli punti internet a pagamento (uno presso un esercizio 

commerciale, e uno di nuova apertura in Piazza Mazzini), mentre per il momento non sono 

rilevabili punti internet gratuiti. 

E’ comunque in progetto da parte dell’Amministrazione l’installazione di postazioni di 

consultazione internet gratuita all’interno delle strutture dedicate all’informazione 

(sportelli Informa Giovani, Informa Donna, Informa Immigrati, Biblioteca Comunale) e 

all’aggregazione (Centro di Aggregazione Giovanile), così da consentire agli utenti che non 

dispongono di un proprio collegamento internet di accedere alla grande ricchezza e 

molteplicità d’informazioni ricavabili dal collegamento in rete, offrendo un canale 

alternativo ed esauriente al classico sportello.


MARCHINGEGNO 


Volendo elaborare un quadro di sintesi del sistema delle infostrutture, relative sia agli 

strumenti di comunicazione tradizionale, sia a quelli che utilizzano le nuove tecnologie, è 

possibile evidenziare i principali punti di forza e di debolezza del sistema. 

SWOT ANALISI: SISTEMA DELLE INFOSTRUTTURE 


Comunicazione tradizionale 

• Implementazione delle strutture di comunicazione interne 

all’Amministrazione, con potenziamento e qualificazione dell’Ufficio stampa 

• Realizzazione, a cura dell’Ufficio Stampa comunale, di un periodico cartaceo 

(Informare la città), che informa puntualmente ed esaurientemente i cittadini 

sulle molteplici attività dell’Amministrazione 

• Presenza di molteplici Sportelli Informativi (Informa Giovani, Informa 

Donna, Informa Handicap, ecc.), di Osservatori Sociali che svolgono un ruolo 

importante nella comunicazione tra Amministrazione e cittadini 

• Presenza di strutture complementari preposte all’informazione e a fornire 

un’interfaccia tra Amministrazione e cittadinanza, ( U.R.P e S.U.A.P.) e il Centro 

Informazioni per Emergenze per attività industriali ad elevato rischio 

ambientale 

• Rafforzamento della presenza del comune sulla stampa locale 

Nuove tecnologie 

• Consistenti investimenti per l’informatizzazione delle strutture e la gestione 

delle pratiche amministrative; consistenti investimenti a favore del Servizio 

Informatico Comunale (SIC) per l’acquisto di nuovo hardware ed il 

miglioramento della rete Intranet 

• Efficienza del Servizio Informatico Comunale, con raggiungimento 

dell’ottimale rapporto 1:1 tra macchine e personale addetto 


Comunicazione tradizionale 

• Assenza di linee telefoniche dedicate, se si eccettuano i recapiti dei diversi 

uffici comunali 

95




96 

• Un sistema d’informazione turistica insufficiente, che vede la presenza sul 

territorio di un Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica aperto solo in 

estate e con orario estremamente ridotto 

• Una comunicazione stampa non sempre calibrata sulla effettiva portata degli 

eventi e adeguatamente temporalizzata rispetto alla strategia complessiva di 

promozione del territorio 

Nuove tecnologie 

• Mancanza di un accesso on line pubblico ai diversi Sportelli Informativi 

• Insufficiente cablaggio a fibra ottica sul territorio comunale. Attualmente 

essa ricopre solo una minima porzione del territorio, ed è in funzione 

soprattutto degli uffici comunali. Non essistono progetti in tal senso 

• La mancanza di punti internet ad accesso gratuito, e la presenza di due soli 

centri di consultazione a pagamento su tutto il territorio comunale 

• La mancanza di statistiche e rilevazioni sull’indice di diffusione e d’uso delle 

nuove tecnologie a livello domestico nel territorio comunale 

• Sito web istituzionale di carattere puramente informativo, che non consente 

ancora un effettivo feed-back tra ente estensore e utente-cittadino 

Opportunità 

Rischi 

• Importanti progetti già avviati o in fase propositiva (PEOPLE e Edemocracy), 

volti a migliorare la gestione dell’e-government, ad accelerare i 

tempi e ad ottimizzare le modalità di erogazione dei servizi amministrativi, a 

favorire la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali 

• Le altre opportunità di finanziamento U.E. per l’utilizzo delle nuove 

tecnologie 

• Le possibilità oggi offerte dai sistemi virtuali e la continua evoluzione 

tecnologica 

• La riduzione complessiva dei pubblici finanziamenti trasferiti dallo Stato 

agli Enti locali delegati

MARCHINGEGNO 


La cultura, nel suo significato più ampio, si occupa delle persone e della comunità, si 

occupa delle relazioni, condivide memorie ed esperienze. Si occupa di ciò che 

consideriamo un valore tale da lasciarlo in eredità ai nostri figli. 

La cultura è il modo, per la nostra civiltà, di collegare il presente, al passato e al futuro. 

L’identità dei luoghi e della comunità, che si concretizza nel patrimonio culturale ed 

ambientale, è l’esito di un’evoluzione determinata da processi che hanno agito nel tempo, 

con diverse velocità e diverse capacità di impatto, e che dipendono tanto da fattori naturali 

e infrastrutturali quanto dalle esigenze espresse dalle comunità locali. 

L’identità culturale di un territorio va quindi considerata come un continuo tendere 

verso un progetto di sviluppo condiviso, piuttosto che un equilibrio da conseguire in 

modo permanente. 

In questa accezione, l’obiettivo che ha mosso la presente ricerca non è, quindi, la 

redazione di un inventario dettagliato e descrittivo di tutto il patrimonio culturale locale 

(architetture, monumenti, musei, collezioni, ecc.). 

Il nostro fine non è redigere un piano di tutela o di gestione del patrimonio, ma 

semmai scoprire il “senso del luogo”, ovvero produrre un passaggio dall’informazione 

alla conoscenza del luogo, attraverso una lettura che opera necessariamente per selezione 

ed interpretazione. 

Il metodo attiene quindi ad una ricerca di tipo qualitativo. Una ricerca che a partire da 

tutto ciò che attiene alla filiera culturale, intende mettere a fuoco, piuttosto, le modalità con 

cui la gente ha esperienza del proprio territorio ed usufruisce delle sue risorse, i valori che 

il luogo nel suo insieme o i singoli luoghi ancora oggi esprimono, le memorie condivise e 

gli apporti culturali dei diversi flussi migratori. 

Un progetto di sviluppo culturale di un territorio, inteso come lavoro propedeutico ad 

una vera e propria azione di cultural planning, intende occuparsi di tutti questi valori 

considerandoli nella loro unicità, verificando le risorse culturali, i bisogni sociali e le 

opportunità, ed elaborando, quindi, strategie ed azioni di sviluppo in relazione alle risorse 

disponibili ed alle effettive vocazioni e potenzialità del territorio. 

Più che di “cultura”, quindi, preferiamo parlare di “dominio culturale” attribuendogli 

un significato assolutamente esteso, prendendo in considerazione tutte le questioni 

significative con cui la cultura può avere un rapporto, quali: 

1. La percezione del territorio e l’immaginario collettivo 

2. I luoghi e la popolazione: l’identità e la memoria 

3. Tradizione di vita associativa ed associazionismo 

4. Il patrimonio ambientale 

5. Il patrimonio culturale 

6. Le politiche per la cultura 

7. I servizi culturali 

8. La produzione culturale 

9. Il turismo 

L’insieme di queste informazioni, assolutamente eterogenee nelle fonti (dalla 

narrativa ai saggi, quotidiani, strumenti promozionali, fotografie, interviste, ecc.) quanto 

nei livelli di approfondimento, ci consentono di intraprendere una valutazione culturale 

99




qualitativa, assolutamente non esaustiva, che serve a disegnare le trame di una possibile 

mappatura culturale. 

Una mappatura culturale che tuttavia, per essere veramente rappresentativa delle 

dinamiche del territorio, necessita di un confronto diretto con la popolazione, dovendo ad 

esempio analizzare la presenza di particolari gruppi culturali, verificare le modalità con cui 

si relazionano gli uni agli altri, rilevare le attitudini e gli interessi culturali della 

popolazione, riflettere le sue aspirazioni. 

La fase del coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini è quindi essenziale e 

propedeutica per la verifica delle strategie e la messa in atto di qualunque azione di 

progetto, per la sua importanza essa sarà posta al centro di un’idea-strategica (occhicittàurban 

centre), sviluppata nel Capitolo VI del presente lavoro. 

Il fine dalla presente ricerca è quindi la messa in evidenza, a partire da ciò che già 

esiste sul territorio, di un sistema culturale integrato con tutte le complesse dinamiche del 

territorio, capace di fungere da quadro di indirizzo strategico e da griglia di valutazione 

degli impatti culturali delle trasformazioni, individuando gli obiettivi che potenzialmente 

possono costituire gli impegni di un “patto con la città” per uno sviluppo culturalmente 

sostenibile. 

100

2.1 

Percezione del 

territorio: 

il valore 

dell’identità e 

della memoria 

MARCHINGEGNO 


Definire la struttura culturale di un territorio significa 

utilizzare la conoscenza del territorio per scoprire - e, 

almeno in parte, ri-scoprire - il “senso dei luoghi”. 

L’indagine non può quindi limitarsi al significato dei 

singoli beni, ma deve analizzare ed interpretare le 

relazioni tra essi e con essi: il termine “senso” implica, 

infatti, un coinvolgimento, una relazione affettiva con 

l’oggetto. 

Sul territorio si stratifica il “pensiero locale”, costruito 

nel continuo rimando ai contesti e nel confronto con le differenze e le identità espresse 

dalle comunità nella loro storia ed evoluzione. 

L’identità stessa può essere definita come l’esito di un processo storico di relazioni tra 

gli uomini e il proprio ambiente: il patrimonio culturale, nella sua unicità e irripetibilità, 

ne costituisce l’evidenziazione. 

Da ciò l’importanza della memoria in quanto componente fondamentale da indagare e 

valorizzare e strumento di progetto. 

In un’epoca di rapide trasformazioni, in cui si è continuamente sottoposti a forti 

sollecitazioni e a veloci (spesso non prevedibili) mutamenti, in cui profondo è il senso di 

incertezza e di estraneità generato dal continuo rimando a realtà tanto diverse in un 

contesto ormai globalizzato, diventa necessario sostituire alla ricerca di certezze la 

comprensione della complessità e alla narrazione e divulgazione dei fatti la veicolazione 

di valori. 

Cercare di delineare gli esiti desiderabili delle trasformazioni attraverso la 

comprensione della natura dei processi, storici e in corso, significa operare per ridurre le 

incertezze restituendo all’uomo/cittadino un’interpretazione del territorio all’interno di 

una visione olistica, che tenga conto delle molteplici componenti e della loro complessità. 

Ciò è ancor più importante all’interno di una società come si va oggi affermando: una 

società muticulturale, multietnica, multipolare, multiforme, multimediale, in cui la 

conoscenza in termini di “comprensione” è essenziale per la ridefinizione dei rapporti non 

solo tra culture e gruppi sociali differenti, ma anche tra territori vicinissimi ma 

amministrativamente distinti. 

Il patrimonio culturale, in questa sua dimensione “immateriale” di identità e di 

memoria, è il fondamentale veicolo di espressione di civiltà. Attraverso di esso una 

popolazione si riconosce e si scopre nella testimonianze della sua storia e nelle relazioni 

con le diversità. 

Esiste, quindi, la necessità di individuare gli strumenti più idonei per indagare, 

valorizzare e mettere a frutto la molteplicità delle identità territoriali. 

Oltre ad un’azione permanente di ascolto e di comunicazione tra decisori, 

pianificatori ed abitanti, azione prioritaria di ogni processo di sviluppo e trasformazione 

del territorio, esistono altri tipi di conoscenza dei luoghi, generalmente non presi in 

considerazione da chi si occupa di pianificazione e di governo. 

La conoscenza sulla base dell’esperienza quotidiana dei luoghi ha un altissimo 

valore. E’ una conoscenza di tipo intuitivo, che agisce a livello emozionale e che si fissa 

nella memoria collettiva. 

101




Fondamentale è l’esperienza concreta dei luoghi, l’esperienza d’uso che si ha del 

patrimonio culturale territoriale e le percezioni che esso è in grado di suscitare. 

Il valore simbolico espresso dal patrimonio culturale, invece, consente alla comunità 

di riflettere sulla propria storia: gli stessi luoghi sono visti con occhi diversi, attraverso una 

ri-congiunzione immediata, non di tipo razionale, con il proprio ambiente. E’ una 

conoscenza fragile, che si disperde facilmente, che si basa sullo scambio emotivo, ma anche 

sulla narrazione e sulla tradizione orale. 

Esiste poi il valore dello studio e della ricerca, intesi come conoscenza approfondita 

dell’eredità culturale di un territorio, capace di elaborare e diffondere rappresentazioni 

significative del territorio e di produrre nelle comunità un senso di orgoglio per l’ambiente 

di appartenenza. 

In una sede di ricerca finalizzata all’elaborazione di linee guida e all’individuazione di 

strategie di sviluppo di un territorio, non è necessario aver messo a fuoco ogni singolo 

elemento. Ciò che importa, invece, è cogliere l’importanza di questo tipo di conoscenza per 

la messa in atto di un progetto veramente sostenibile, fondato su forti elementi di 

permanenza e valori condivisi. 

Capire quanto i luoghi del territorio oggetto di studio siano ancora portatori di identità 

e di memoria, quali sono i soggetti che sinora se ne sono fatti carico e chi in futuro si farà 

carico della loro trasmissione. 

E ancora come le diverse categorie sociali (bambini, giovani, adulti, anziani, 

immigrati, Rom, ecc.) vivono il territorio e come le une sono percepite delle altre; come 

dall’esterno è vista Falconara e quali sono le aspettative di chi, invece, la abita. 

Tre, quindi, le azioni fondamentali su cui costruire una struttura di progetto aderente 

alle risorse e alle potenzialità del territorio, nonché coerente con le sue necessità: 

1. ascoltare i racconti del territorio, attraverso un’azione interpretativa, dialogica e 

interattiva; 

2. ri-guardare i luoghi, nel duplice senso di: aver riguardo per le identità che lì si sono 

stratificate; tornare a guardarli con sguardi nuovi, consapevoli di poter trarre da essi 

nuove declinazioni per un processo di sviluppo sostenibile; 

3. cogliere le identità dei luoghi prima che si trasformino o si disperdano, ovvero 

agire con rapidità. L’indagine può, infatti, portare a riscoprire risorse abbandonate o 

distrutte. 

Data la vastità e la complessità del tema, le considerazioni che seguono non possono 

che essere di tipo frammentario. Si è scelto quindi di procedere con uno sguardo che 

dall’interno procede verso l’esterno del territorio, articolando lo studio nei seguenti punti: 

· la città dall’interno: percezione e immaginario collettivo come processo evolutivo 

· la dimensione sociale: relazione tra "civitas" e "urbs" 

· i luoghi della memoria: da permanenza a segno 

· il rapporto con le tradizioni 

· la città dall’esterno: mutazioni nell’immaginario collettivo 

· l’immagine di Falconara nella comunicazione istituzionale. 

102

MARCHINGEGNO 


Le considerazioni espresse si basano, oltre che sull’esperienza, diretta dei luoghi da 

parte di chi elabora il presente lavoro, anche su interviste a studiosi e a personaggi 

rappresentativi della tradizione locale, su pubblicazioni e materiale promozionale d’epoca, 

oltre che su una rilettura critica della stampa locale realizzata con un’azione costante di 

monitoraggio nel corso di un anno. 

Si è scelto di riportare nell’Allegato 2.1 la parte più descrittiva di questo ambito di 

ricerca, che mette a fuoco particolari momenti del costume e della vita sociale di Falconara 

(il primo Novecento e il fenomeno della Resistenza), gli usi legati al fiume, al mare e al 

territorio agricolo, e infine gli aspetti relativi alla lingua e alla tradizione gastronomica. 

Ma la ricerca relativa a questo patrimonio immateriale e latente meriterebbe 

certamente una trattazione più esaustiva e sistematica, potendo raccogliere le storie e le 

memorie di tanti altri personaggi del luogo, cercare nella tradizione, analizzare iconografie 

storiche, resoconti e descrizioni letterarie. 

Infine sarebbe necessario effettuare fin da subito sondaggi diversificati, avviare forum 

di discussione e focus group tematici. 

LA CITTA’ DALL’INTERNO 

Già l’analisi del contesto ha più volte mostrato Falconara come luogo della 

composizione di molteplici identità. 

Innanzitutto una molteplicità di paesaggi. Il paesaggio marino, quello rurale e 

fluviale, e non ultimo quello urbano ed industriale, generano una sequenza di immagini 

che creano uno scenario variegato e dinamico, che sfugge ad un’unitarietà di visione. 

Certo, ad oggi, l’immagine del mare e della densa stratificazione urbana lungo la costa, 

che traguarda sullo sfondo il viluppo di cisterne e ciminiere dell’impianto di raffineria - 

quasi una città nella città, di calviniana 1 memoria – prevale su tutto il resto. 

E’ la Falconara più conosciuta, più abitata, più vissuta. La città che si vede passando in 

treno o in auto lungo i tracciati litoranei, ma che tuttavia, se non fosse proprio per la 

presenza dell’Api, passerebbe quasi inosservata. È la città rappresentata nei quotidiani sia 

che si parli di nuovi progetti che di cronache sul problema della raffineria. Gli altri 

paesaggi, soprattutto quello del fiume e della sua foce, sembrano esistere solo per pochi. 

Molti sono i falconaresi di oggi che non hanno mai visto la piana che si snoda al di là 

dell’API, le geometrie frattali dei campi coltivati, le tipiche case con le bigattiere, i piccoli 

laghi artificiali del Fossatello. 

L’immaginario legato al fiume e alla campagna sopravvive solo nella memoria dei più 

anziani o nella passione di alcuni che oggi, si stanno attivando con forza per il recupero di 

questa risorsa. 

Ma le ragioni storiche sono non meno importanti nella definizione dell’identità 

multipla di Falconara. 

I quattro castelli, attorno a cui sorsero gli insediamenti medievali urbani, sono il 

simbolo della storia della composizione del territorio. Nati e cresciuti in modo quasi 

1 

CALVINO I., Le città invisibili, Einaudi, Torino, 1972. Il riferimento è in particolare alla descrizione di due città 

calviniane: Ottavia e Pirra. 

103




autonomo, Falconara Alta, Barcaglione, Rocca Priora e Castelferretti, hanno avuto storie ed 

evoluzioni differenti. 

Se i borghi di Falconara Alta e di Castelferretti 2 si identificarono fortemente con la 

storia e il carisma dei signori feudatari - Cortesi e Ferretti - la comunità stabilitasi attorno 

alla Rocca Priora nel tempo vide avvicendarsi diversi poteri amministrativi e diverse casate 

signorili, senza che nessuno lasciasse mai una propria impronta, almeno fino al Settecento, 

con la tardiva affermazione della famiglia Trionfi. 

I castelli sorti sul territorio di Falconara e i centri abitati nati attorno ad essi, ad 

eccezione del Castello di Barcaglione precocemente abbandonato, hanno vissuto dunque 

per secoli esistenze parallele e diversamente caratterizzate: legate a poteri signorili forti 

quelli di Falconara e Castelferretti, destinato al ruolo di presidio sulla terra e sull’acqua 

quello di Fiumesino, il castello di Barcaglione. 

A questi nuclei storici, si aggiungerà, dopo il 1860, a seguito della costruzione della 

stazione ferroviaria, un nuovo insediamento: la frazione Marina di Falconara, destinata in 

breve ad assumere un ruolo egemonico rispetto al territorio, per capacità attrattiva di 

abitanti e funzioni. Tuttavia quest'ultima non è mai riuscita a divenire il luogo di 

riferimento per la vita sociale di tutta la comunità, preferendo non pochi la dimensione più 

raccolta del borgo di residenza o la frequentazione di centri urbani limitrofi, in particolare 

Ancona. 

Falconara mantiene tale assetto atipico ancora fino al primo Novecento: sino a quel 

periodo, in un’economia prevalentemente mezzadrile, in cui esisteva un’etica comune 

strettamente legata alle abitudini, ai modi di vita, alle attività di scambio, il rapporto tra 

città e campagna, o meglio tra paese e contado, era strettissimo. Se non esisteva 

un’autonomia economica, certamente esisteva un’identità civile che caratterizzava le 

singole frazioni, identità che si esprimeva attraverso un forte senso di appartenenza verso 

il proprio castello e il borgo. 

Ciò spiega l’evoluzione relativamente autonoma delle sue quattro frazioni, con 

caratteri distinti e piuttosto campaniliste, che ha generato e tramandato nel tempo 

diversi sensi di appartenenza, ancor oggi percepibili nei residenti (non soltanto anziani) e 

che in alcuni casi diventano insofferenza verso quella che viene percepita da alcuni come 

una forzata unità amministrativa (in particolare Castelferretti). 

A queste rivendicazioni di identità e di autonomia delle frazioni, si sovrappongono gli 

effetti di una storia di continue migrazioni, con radici molto antiche 3 , che diventa un 

tratto costitutivo dell’identità del luogo. 

Già la costruzione della linea ferroviaria alla fine dell’Ottocento comportò l’insediarsi 

di numerose famiglie sul territorio falconarese: nacquero nuovi quartieri (Villanova) e si 

costruirono diversi palazzi di proprietà delle Ferrovie dello Stato nei pressi della stazione 

(alcuni dei quali, ancora esistenti, di un certo pregio architettonico). I ferrovieri erano 

consideratati dei “privilegiati” dagli autoctoni, ancora prevalentemente dediti ad 

un’agricoltura fortemente influenzata dalle condizioni climatiche e quindi privi di 

sicurezza economica. 

2 In particolare, per uno spaccato sociale del borgo di Castelferretti nel Novecento, si veda lo scritto di SEBASTIANELLI S., 

Castelferretti. La gente, le opere. Viterbo, 1986. 

3 Si veda il cap. I.1 Caratteri storici del territorio. 

104

MARCHINGEGNO 


Ma la costruzione della ferrovia ha innescato anche un ulteriore fenomeno, con 

risvolti di tipo economico e culturale. Infatti, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del 

Novecento, Falconara e le sue spiagge divennero meta di un turismo di élite, composto da 

nobili e borghesi abbienti che provenivano in gran parte dal Lazio (in particolare da Roma) 

e dall’Umbria. Era l’epoca in cui nasceva e si affermava storicamente il turismo: Falconara 

era finalmente desiderabile, ma in quanto luogo di villeggiatura, e non in termini di 

residenza stabile. 

La cittadina era descritta all’esterno come un luogo ospitale, capace di offrire servizi 

all’altezza dei benestanti villeggianti. Il suo nome era associato ad un’idea di fitness, di 

svago e di mondanità, in stretta contraddizione sia con l’idea che di quel luogo si era avuta 

sino ad allora, sia con l’idea che dello stesso si avrà a partire dal periodo immediatamente 

successivo all’industrializzazione. 

La spiaggia cambiò il suo volto arricchendosi di attrezzature a servizio dei bagnanti, 

mentre sul lungomare si eressero pregevoli villini in stile Liberty (per la maggior parte 

ancora presenti), residenza estiva anche degli anconetani più abbienti. 

Difficile cogliere i riflessi sulla popolazione del luogo di quel periodo particolarmente 

felice: il senso di apertura e di modernità che la ferrovia aveva in qualche modo 

importato, unitamente al desiderio di divertimento e di evasione in un periodo pre-bellico, 

certo non erano estranei al falconarese. Ancor oggi molti ricordano e raccontano di luoghi, 

situazioni e personaggi di un periodo d'oro della storia di questa città. 

Il successivo sviluppo industriale, legato all’insediamento di complessi di rilevanza 

nazionale (Montedison e Api) ha agito sulla popolazione locale in due direzioni: da una 

parte costringendola a riconvertirsi lavorativamente (e interrompendo il tradizionale 

rapporto con la terra e con il fiume), dall’altro inducendo un profondo mutamento nel 

costume e nelle condizioni di vita grazie al confronto continuo con genti di provenienza 

diverse. 

Al carattere composito di matrice endogena, in quanto territorio generato dalla 

somma di altri territori e di popolazioni differenti, si è aggiunta, a partire dagli anni 

Sessanta, la spinta esogena degli immigrati giunti a Falconara per motivi di lavoro: 

prima dal contesto regionale, poi dal resto d’Italia e quindi, dagli anni Ottanta, soprattutto 

dal Nord Africa, dall’Europa dell’Est e dall’Asia, con il massiccio arrivo e insediamento di 

intere comunità straniere. 

Non va, inoltre, dimenticata la presenza dell’etnia Rom, stanziatasi ormai da tempo sul 

territorio comunale e divenuta una significativa componente sociale, con tutta la sua 

atipicità e le sue problematiche 4 . 

Tutto ciò, all’interno di un processo di inclusione sociale, ha inevitabilmente concorso 

alla nascita di una nuova identità di città, più cosmopolita ed aperta rispetto anche a città 

dell’immediato hinterland. 

Questa composizione demografica, così diversificata ed eterogenea, se da un lato ha 

comportato per il territorio una notevolissima ricchezza potenziale in termini di 

patrimonio antropologico, dall’altro, tuttavia, ha reso labile il riconoscimento e la 

consapevolezza, sia da parte dei residenti che da parte degli osservatori esterni, 

dell’identità originaria di Falconara, favorendo nella popolazione locale quel processo di 

4 Si veda il cap. I.5 Caratteri sociali e demografici. 

105




dispersione della propria storia e di perdita della propria identità che è tipico delle aree 

metropolitane. 

Ai fattori di mutamento demoantropologici si sono sommati, a partire dagli anni 

Sessanta e Settanta, gli effetti visibili di uno sviluppo economico e industriale senza 

precedenti. Uno sviluppo che ha trasformato irreversibilmente, e in pochissimo tempo, il 

volto della città portando alla realizzazione di una molteplicità di insediamenti abitativi con 

carattere di “periferia”, all’insediarsi di nuove emergenze produttive (l’Api, soprattutto, 

ma anche i numerosi stabilimenti a nord della città) e ad uno sviluppo non coordinato di un 

complesso sistema di infrastrutture per il trasporto (ferrovia, assi viari stradali e 

autostradali, aeroporto). 

Gli esiti sono stati, e sono, di un fortissimo impatto sul territorio, sul suo assetto, sul 

suo paesaggio e sulle sue più importanti risorse (aria, acqua, ecc.), e di conseguenza sulla 

qualità della vita degli abitanti. 

E’ soprattutto per questi motivi che Falconara è considerata da una parte della 

popolazione un luogo dove abitare “per ripiego”, ovvero in mancanza delle condizioni per 

accedere ad aree di maggior pregio. Per contro, esiste certamente una quota di cittadini che 

ha scelto Falconara come proprio luogo di residenza non solo in virtù della sua posizione 

strategica, data dall’assetto infrastrutturale, ma anche per motivi affettivi. 

Da quanto detto si comprende perché Falconara ha sempre esercitato la maggiore 

capacità attrattiva verso fasce medio-basse delle popolazione. La scelta della residenza 

non è stata dettata dal grado di “desiderabilità” del luogo ma da ragioni di convenienza 

economica, sia in termini di opportunità di lavoro che di prezzo d’acquisto della casa. 

RELAZIONI TRA CITTA’ E CITTADINANZA 

Indagare nell’attualità la percezione che i cittadini hanno proprio del territorio è 

molto complesso. 

Nell’immaginario collettivo Falconara è passata a rappresentare in pochi decenni dalla 

fervida e accogliente oasi balneare del primo Novecento, una periferia prevalentemente 

produttiva (anni ’70), e quindi una sorta di quartiere-dormitorio per tutti gli anni ’80 e 

’90, luogo di incontro e sosta di genti immigrate, e di persone che vi giungevano per 

restarvi il tempo minimo necessario ad espletare il proprio lavoro. 

La città è cresciuta, quindi, in modo imprevisto e imprevedibile, abbandonando il 

rapporto con la campagna ed il fiume e negando il rapporto con il mare. 

Oggi Falconara ha assunto sempre più i caratteri di un’area metropolitana, con tutte 

le problematiche connesse a questa modalità insediativa. L’accresciuta potenza delle reti 

infrastrutturali, l’accresciuta domanda di spazio pro-capite, l’alterazione delle dinamiche 

che legano la forza lavoro al territorio produttivo o al mercato fisico del prodotto hanno 

avuto, ed hanno, ricadute evidenti sul territorio. 

Larga parte del territorio è occupato ora da una “città informale”, una “città 

autorealizzata”, producendo un effetto di “straniamento” dato dalla perdita di confini e 

dalla perdita di riconoscibilità dei luoghi. 

Con la crescita incessante di nuovi quartieri residenziali, si sono ormai quasi saturate 

anche tutte quelle aree vuote che separavano le antiche frazioni e che circondavano le nuove 

106

MARCHINGEGNO 


costruzioni: "spiazzi" (e non ancora piazze) degli anni '60 e '70 che godevano al contorno di 

un'area vasta di campagna che ancora poteva popolarsi di gente inurbata e che perciò era, 

nell'immaginario collettivo, carico di attese e di progetti. 

L’identità dei borghi originari sopravvive solo nelle abitudini e nelle memorie degli 

anziani; la città vera, la città vissuta, è proprio questa metropoli diffusa con caratteri di 

periferia. 

Ma ai giudizi negativi di uniformità e povertà formale che generalmente 

accompagnano il termine periferia, è doveroso sostituire una lettura più attenta agli scarti 

di significato che la periferia stessa produce. Scrive al proposito Paolo Desideri 5 : “Le città 

senza autore sono le città della gente, costruite nell’immaginario comune, governate dai bisogni 

diretti di chi la vive e in cui si sta realizzando lo scardinamento del senso “comune” della cultura.” 

E’ questo un punto di vista diverso, ma che certamente non può non far riflettere. 

D’altra parte molte città nel mondo si sviluppano e si accrescono al di fuori della 

governabilità istituzionale, in modo spontaneo ed autorappresentativo, spesso in assenza 

anche di progetto architettonico. 

Fatto è, come afferma lo stesso Desideri, che la cultura urbana espressa dalla cultura 

del moderno, basata su una proclamata fiducia nel progresso dell'industrializzazione 6 , è 

ormai ampiamente superata nei fatti: le popolazioni non si riconoscono più nei capisaldi di 

quell’immaginario collettivo legato alla cultura della città-metropoli così come era stata 

concepita dal movimento moderno. Al contrario, ciò che oggi è messo in discussione della 

città moderna è proprio il suo essere sede di una progettualità comune, ovvero il suo essere 

“prima Civitas e solo conseguentemente Urbs” 7 . 

Le domande sono quindi a monte, nelle aspettative della gente. 

E’ possibile oggi parlare ancora di “civitas”? Esiste ancora una qualche forma di 

progetto comune? Esistono delle aspettative condivise? Esiste, e a maggior ragione in una 

società marcatamente multietnica, la richiesta di una comune identità? 

Di fatto si può affermare, e la moderna antropologia ce lo conferma 8 , che non una ma 

tante civitas abitano il nostro territorio: in primo luogo i consumatori, poi i lavoratori, i 

pendolari, i viaggiatori, gli studenti, gli sportivi, e così via. 

Nessuna di queste società risulta radicata e radicabile in una urbs, ovvero in un luogo 

fisico univoco, dotato di una precisa identità formale e dentro confini pre-assegnati: esse 

sono intercambiabili, interclassiste, spesso intergenerazionali e assolutamente atopiche. 

L’azione collettiva esiste come sommatoria di singole individualità, non riuscendo più a 

esprimere una comune identità legata all’appartenenza al singolo luogo 9 . 

Sono questi temi rilevantissimi, alla base di ogni azione di governo del territorio e 

pertanto oggi al centro del dibattito culturale sulla città contemporanea. 

5 DESIDERI P., “La città di latta”, Costa & Nolan, 1997, pag. 28. 

6 Si veda in proposito un documento distribuito dal Comune di Falconara nei primi anni '60 dal titolo "Fiducia nell'avvenire. 

Opere, iniziative e realizzazioni tra il 1957 e il 1960", in cui è riportato un inventario delle realizzazioni pubbliche e private di 

quegli anni: aree e stabilimenti industriali, servizi pubblici, residenze popolari e di iniziativa privata. Ciò che traspare è 

l'assoluta convinzione che lo sviluppo economico, legato all'industrializzazione pesante, dovesse avere un riflesso diretto sulla 

qualità della vita degli abitanti anche attraverso la cementificazione del territorio, con la realizzazioni di nuove unità di 

abitazioni per i lavoratori. 

7 DESIDERI P., op. cit., pp. 73-77. 

8 Si veda AUGÉ M., Nonluoghi. Introduzione a un'antropologia della surmodernità, Eleuthera, 1996. 

9 Ibidem. 

107




Anche per Falconara, sia alla luce delle recenti modificazioni sociali e demografiche 

sia in prospettiva di una forte azione di cambiamento, si rendono pertanto necessari nuovi 

studi sulla struttura sociale e sui modelli di comportamento ricorrenti, studi che 

potrebbero essere realizzati anche in collaborazione con le università locali, nell’ambito dei 

rapporti già avviati 1 0 . 

Ciò che si deve evitare in ogni caso è la stigmatizzazione della modernità per un diffuso 

senso della perdita del “buon antico”, condannandoci ad una nostalgia per un tempo 

passato e ad una paura verso un futuro sentito di "disgregazione" o di "omologazione". Al 

contrario è fondamentale sostenere una visione positiva della trasformazione urbana, 

accettando il fatto che queste nuove aree dai caratteri metropolitani non sono luoghi "in 

transito", ovvero luoghi dall’assetto provvisorio, ma luoghi dotati di una loro 

identificabilità e riconoscibilità formale legata non più al tessuto edilizio residenziale, 

ma piuttosto al loro patrimonio ingegneristico e infrastrutturale 1 1 . 

Un'immagine questa che non solo va accettata, ma anche valorizzata cogliendo le 

nuove potenzialità che l'architettura contemporanea, grazie al livello oggi raggiunto dalla 

tecnologia, può esprimere in questo campo (si pensi ai ponti di Catalavra!). Da ciò la 

straordinaria importanza che assumono gli investimenti in progettualità qualificata per le 

nuove infrastrutture di Falconara, ovvero il porto turistico e la nuova stazione affidati 

all'architetto catalano Oriol Bohigas. 

La contemporaneità, intesa come capacità di innovazione e di trasformazione, ora 

(diversamente che in passato) in una logica di sostenibilità, è, anzi, si conferma la cifra di 

questo territorio, ovvero il suo potenziale asset. 

I LUOGHI DELLA MEMORIA 

La città, come è stato detto, è il prodotto dell'attività dell'uomo nel corso della storia. 

Per questo nelle città gli uomini cercano sempre le proprie radici, sempre e soprattutto 

nelle epoche di grande cambiamento, come quella attuale legata al processo di 

globalizzazione. 

E queste radici di trovano nei segni 1 2 lasciati dalla storia, e in ciò che tali segni 

comunicano. 

Recuperare la propria identità significa innanzitutto individuare il legame della 

popolazione con questi segni, che rappresentano l'evidenziazione della memoria storica e 

della tradizione del luogo. Legami ancora oggi presenti, nonostante le molteplici 

stratificazioni, sostituzioni e trasformazioni intervenute, che costituiscono i tratti 

caratterizzanti il territorio, capaci di mettere in luce le continuità tra passato e presente 

nell’esperienza percettiva e di vita degli abitanti, l’eredità della storia e la persistenza della 

memoria collettiva. 

10 Si veda il capito II.5, Il sistema dei servizi culturali. 

11 DESIDERI P., op. cit., pp- 86-87. 

12 Per il significato del termine "segno" si rimanda alle tante opere di Umberto Eco. In particolare ECO U., Osservazioni sulla 

nozione di giacimento culturale, contenuto in Eco U., Zeri F., Piano R., Graziani A., Le isole del tesoro. Proposte per la riscoperta e 

la gestione delle risorse culturali, Electa, Milano, 1988, pp. 15-42. Il termine muove dal concetto di "reperto" inteso come 

"qualsiasi bene che, nascosto agli occhi dei suoi possibili fruitori, sia riscoperto attraverso un'opera di disoccultamento". 

Il reperto diviene il "segno di qualcosa", ovvero della nostra civiltà. 

108

MARCHINGEGNO 


Sono questi elementi da cui non si può prescindere nella redazione di un progetto di 

valorizzazione culturale, per completezza di analisi, certo, ma soprattutto per verificare 

l’adeguatezza e la fattibilità delle proposte avanzate rispetto al patrimonio storico, sociale e 

umano della città su cui si va ad intervenire. 

In questo senso è opportuno dare un concetto più estensivo alla ricerca dei "luoghi 

della memoria" 1 3 della città. Tali luoghi, che fanno parte del "giacimento culturale" 1 4 di un 

territorio, comprendono infatti, riprendendo la definizione che ne dà Eco, rielaborata 

anche da Bertuglia 1 5 cui si deve la citazione a seguire, una vasta tipologia di "oggetti": 

· oggetti di cui non si conosce l'esistenza (ad es. un bene archeologico); 

· oggetti di cui si conosce l'esistenza, ma che tuttavia non è possibile vedere (ad es. i depositi, 

sovente inaccessibili, di un museo); 

· oggetti di cui si conosce l'esistenza, che sono visibili, ma che tuttavia non vengono più guardati 

(ad es. un monumento in stato di abbandono e ormai dimenticato); 

· oggetti che ancora esistono, ma che sono destinati a scomparire (beni particolarmente 

soggetti a deterioramento); 

· oggetti che non esistono più, ma che in qualche modo sono trattati come se ci fossero (un 

esempio recente: le torri gemelle di New-York) 1 6 . 

In sintesi, noi che abitiamo e percorriamo la nostra città, o che soltanto la visitiamo, 

restiamo colpiti non da un singolo monumento, ma da un insieme di beni culturali e dalle 

loro relazioni, le relazioni tra se stessi e con il proprio territorio. Nel contempo, tuttavia, 

tanti altri monumenti, tanti altri beni e relativi intrecci di relazioni ci sfuggono, non 

vengono colti. 

Qui ha il suo ruolo fondamentale la cultura, ovvero nella capacità di estrazione di 

valori dal giacimento culturale della città. Ed è quindi evidente la componente soggettiva 

dell'azione culturale, data dall'interazione continua tra oggetto, sguardo, individuo, con il 

suo background culturale ed esperenziale. 

Saper rileggere il territorio, saper estrarre da questo giacimento beni, valori e 

vocazioni e portarli all'attenzione dei propri abitanti, come dei turisti, è compito di 

un'amministrazione. 

L'azione di pianificazione consiste nella capacità di scegliere, attraverso (come si è già 

avuto modo di dire) un'azione di interpretazione e di rilettura critica della storia e del 

presente dei luoghi; sta nella capacità di ascoltare e trasmettere i "racconti del territorio", e 

soprattutto nella capacità di condividere questo processo. 

Da quanto detto se ne evince l'impossibilità, e sopratutto l'inutilità, di redigere a 

priori un elenco dettagliato ed esaustivo dei luoghi della memoria di Falconara. 

In sede di redazione delle schede sintetiche di analisi del sistema del patrimonio 

culturale 1 7 , ci si limiterà a segnalare, per quanto possibile, anche questo tipo di valore. 

13 Si legga in proposito il seguente testo: FRANCO REPELLINI M., Sulle strade della città. Luoghi,progetti e sentimenti, Franco 

Angeli, 2003. 

14 ECO U., op. cit.. Nella sua accezione il termine di "giacimento culturale" sottende due condizioni imprescindibili: riguarda 

oggetti "lavorati", prodotti o soggetti a modificazioni dell'uomo; lo sfruttamento di questi oggetti genera vantaggi economici. 

15 BERTUGLIA C.S., BERTUGLIA F., La città e i musei, Name, Genova, 2000, pp. 26-27. 

16 A questo oggetti vanno aggiunti, inoltre, i riti e le usanze, nonché la documentazione di particolari ed irripetibili eventi. 

BERTUGLIA C.S. e F., op. cit. 

17 Allegato II.3, Il sistema del patrimonio culturale. 

109




Tuttavia preme sottolineare come tutte le tipologie di "oggetti" o "luoghi della 

memoria" sopra elencati siano rintracciabili sul territorio urbano. 

Alcuni luoghi sono con evidenza già riconosciuti con forte valore di memoria Si pensi 

al Castello di Falconara Alta e alla vicina Torre dell’Orologio: il Castello rappresenta 

l’emergenza storicamente più rilevante sul territorio comunale, mentre la Torre, prima 

sede municipale falconarese, è tra i primi edifici cittadini ad essere stati riprodotti su 

cartoline illustrate e materiale d’informazione turistica per promuovere all'esterno 

l'immagine urbana, quindi considerata caratteristica e fortemente legata all’identità del 

territorio. 

Altri luoghi della memoria sono di fatto visibili, ma "non guardati": tra questi il 

Castello di Castelferretti, ma anche il Monumento ai Caduti di fronte al Vecchio Municipio. 

Altri sono meno "rappresentativi", ma assumono un particolare valore affettivo per la 

comunità locale: per limitarsi a Castelferretti la Chiesa della Misericordia e il palazzetto del 

Corpo Bandistico: la prima, ancor più che per la serie di pregevoli affreschi che conserva al 

suo interno, per il fatto di essere stata edificata nel '300 dai feudatari Ferretti di concerto 

con l’intera popolazione, a seguito dello scampato pericolo della peste; il secondo in quanto 

sede di un’istituzione a cui i residenti sono legati da una grande e sentita partecipazione. 

Altri luoghi della memoria sono a rischio di dimenticanza per il rischio di perdita 

fisica del bene stesso, come la Villa Montedomini, sempre a Castelferretti, che per la somma 

dei valori che in sé racchiude (storici, architettonici, paesaggistici, sociali, affettivi) 

meriterebbe un urgentissimo recupero. 

Altri luoghi della memoria non afferiscono a pregevoli architetture e monumenti, ma 

sono rappresentati, ad esempio, da luoghi di ritrovo di intere generazioni: come il Caffè 

Bedetti , rimasto quasi inalterato nel tempo, simbolo di quel benessere esploso negli anni 

’60 che ha mutato profondamente il volto di Falconara. 

Da ultimo i luoghi della memoria che di fatto non ci sono più ma che è come se ancora 

esistessero: tra questi la Piattaforma Bedetti, in relazione all'omonimo caffè, un'opera a 

mare legata sempre al periodo d'oro della spiaggia e della vita falconarese. 

Certo, tutti questi luoghi della memoria sono tali solo per una parte dell’attuale 

popolazione di Falconara, quella autoctona o comunque legata alla città da più di una 

generazione: i valori di cui sono portatori non possono essere condivisi, ad esempio, dalle 

comunità immigrate, siano esse italiane od estere, che pure tanto peso hanno sulle 

dinamiche demografiche del Comune. 

Per questo motivo, occorrerà approntare, accanto ad azioni-progetto di recupero del 

valore dell’identità storica di Falconara, anche azioni che garantiscano e favoriscano il 

pluralismo culturale. Le diverse culture devono, infatti, potersi esprimere 

dialogicamente, senza contrapposizioni: in questo modo è possibile contribuire anche alla 

stabilità del sistema territoriale attraverso la capacità di attivare comportamenti meno 

conflittuali, più solidali e cooperativi. 

E’ importante, infine, sottolineare come questo approccio sia molto diverso 

dall'eseguire un'indistinta catalogazione dei beni culturali diffusi all'interno dei confini 

comunali con l’obiettivo di una tutela integrale. Anche in un tessuto moderno come quello 

di Falconara, la quantità delle permanenze storiche architettoniche renderebbe vana ogni 

politica di piano, innescando meccanismi di conflittualità. 

Esiste quindi la necessità di selezionare attraverso una valutazione complessiva degli 

elementi che strutturano l’identità culturale della città: una valutazione non settoriale, che 

110

MARCHINGEGNO 


consideri il bene e il suo contesto, e che assegni a ciascuna componente del patrimonio un 

proprio peso, organizzandolo in una scala gerarchica non solo sulla base delle priorità di 

tutela ma anche sulla base delle opportunità di riuso e del valore di memoria e identità di 

cui si fa portatore. 

Il patrimonio di memorie e di valori collettivi di una città, in questo modo, 

contribuisce in modo decisivo a determinare l’identità culturale del territorio e dell'intera 

comunità, oltre che definire la qualità del paesaggio, inteso non soltanto nella sua 

componente urbanistica ed ambientale, ma soprattutto come prodotto dell’attività 

dell’uomo, dell'esperienza del proprio territorio, a livello sociale, politico, produttivo e 

ambientale. 

IL RAPPORTO CON LE TRADIZIONI 

La vocazione alla modernità ribadita come asse portante per lo sviluppo di questo 

territorio trova le sue ragioni anche nel rapporto che i falconaresi intrattengono oggi con il 

patrimonio delle tradizioni locali, patrimonio che si collega agli usi e ai costumi di una 

civiltà essenzialmente contadina (nonostante l’affaccio sul mare) di epoca preindustriale 

1 8 . 

Come per il resto d’Italia, ma qui forse in modo ancor più drammatico, il secondo 

dopoguerra ha coinciso con una vera e propria rivoluzione che ha travolto tutti gli aspetti 

della vita sociale: dai modi di produrre e di consumare sino agli aspetti di costume 1 9 . La 

città ha di fatto assunto i caratteri di un’area metropolitana con i risvolti di carattere 

antropologico che ben conosciamo. 

E’ quindi evidente come nell’attuale contesto, anche a seguito della recente quanto 

precipitosa crescita demografica, il rapporto con il patrimonio delle tradizioni locali risulti 

di fatto piuttosto debole. Uniche eccezioni sono le frazioni che più hanno conservato la 

dimensione e la riconoscibilità morfologica del borgo d’origine: Fiumesino e soprattutto 

Castelferretti. 

Qui ancora si conserva la memoria dei dialetti, si ripetono antiche tradizioni religiose 

e si celebrano luoghi simbolici ancorché non più esistenti (l’antica Franca). Non vanno 

invece prese in considerazione alcune manifestazioni annualmente in calendario e solo 

apparentemente radicate nella storia (il Palio dei Quattro Castelli e il Palio dei Rioni) , nella 

realtà invenzioni moderne. 

E’ invece importante sottolineare l’esistenza in vita di molte persone che sono il vero 

deposito di queste particolare patrimonio e le cui memorie sono state prese in 

considerazione per la redazione del presente lavoro (per citarne alcuni: Adriano Pelonara, 

Sirio Sebastianelli, Luigi Tonelli). Una risorsa straordinaria da raccogliere subito, 

approfondire e valorizzare. 

In prospettiva, all’interno di una società sempre più soggetta ai fenomeni di 

globalismo e di migrazione, anche le tradizioni locali possono giocare un ruolo 

fondamentale, costituendo un efficace strumento per rispondere alla spinta omologante 

18 Si veda in proposito l’allegato II.1, “Usi legati al mare, al fiume e al territorio agricolo”. 

19 SEBASTIANELLI S., op. cit., pp. 43-45. 

111




della globalizzazione (e al conseguente processo di dis-identità) e incentivando 

l’integrazione culturale delle minoranze etniche in un’ottica di pluralismo culturale. 

LA CITTA’ DALL’ESTERNO 

Già nella trattazione della storia di Falconara si è messa in evidenza la genesi 

“anomala” di questo territorio, quale somma prima di castelli e quindi di frazioni 

influenzate da centri di potere esterni. E’ solo a partire dal 1948 che Falconara conquista la 

piena autonomia amministrativa, ed è chiaro quindi come all’esterno, sino ad un’epoca 

relativamente recente, questa vasta area non sia stata considerata mai come una città, ma 

semmai come un territorio “da sfruttare”: in passato per le sue risorse agricole, e sino ai 

giorni nostri per la sua posizione strategica, vicina alla città capoluogo e allo sbocco del 

sistema Vallesina, adattissima ad accogliere imponenti sistemi infrastrutturali ed industrie 

pesanti. 

La conoscibilità di Falconara in ambito sovralocale si attesta nell’epoca in cui nasce il 

“fenomeno turismo”, tra la fine dell’‘800 e l’inizio del ‘900, quando Falconara, con i suoi 

stabilimenti balneari, entra in competizione con altre città del medio ed alto Adriatico. 

Falconara diviene quindi una stazione conosciuta e rinomata a livello nazionale. 

Ma ancora non si poteva parlare di Falconara come di una città vera e propria: di fatto 

essa rappresentava, tanto amministrativamente quanto nell’immaginario collettivo, una 

mera appendice della città- porto, ovvero la sua ridente “frazione balneare”. 

Qualcosa cambiò con l’avvio del processo di industrializzazione: l'insediamento di 

grandi stabilimenti industriali (quali la Montedison e l’Api) portarono ad uno sviluppo 

vertiginoso del territorio per il massiccio afflusso di gente dalle zone interne della regione, 

conseguente allo spopolamento delle campagne e delle zone dell'alta collina e della 

montagna marchigiana. 

Falconara diventò centro di attrazione per nuova forza-lavoro: nel giro di pochi 

decenni sorsero interi quartieri satellite per ospitare la massa dei nuovi lavoratori. 

Il successivo processo di deindustrializzazione, ancora in atto, è stato invece 

caratterizzato da un processo continuo di delocalizzazione di una porzione consistente del 

bacino-lavoro, che in parte si è concentrato di nuovo verso Ancona, ma che in larga misura, 

grazie al potenziamento dei sistemi infrastrutturali, si è spostato anche verso la Vallesina. A 

ciò si devono aggiungere gli effetti del sisma del ’72, che ha comportato un consistente 

movimento demografico da Ancona verso Falconara. 

A partire dagli anni ’50 sino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso si è passati, 

dunque, da una visione di Falconara come “nuova città industriale”, a Falconara come 

“città popolare” e “città periferia”, sino alla più recente Falconara “città dormitorio”. 

Oggi queste definizioni risultano superate nei fatti: Falconara è prima di tutto una città 

vera e propria, che ha dimostrato una forte autonomia decisionale rispetto al contesto 

territoriale. La sua cittadinanza, nell’attenzione dimostrata ai dibattiti relativi alle 

trasformazioni urbane, rivela una profonda coscienza civica, e afferma, seppur con alcune 

contraddizioni, un forte desiderio di miglioramento del proprio habitat. E’ una città vitale, 

autosufficiente e che offre una buona qualità di servizi al cittadino. 

20 Si veda la scheda nell’allegato II.1 relativa a Falconara Stazione Balneare tra fine ‘800 e inizio ‘900. 

112 

2 0

MARCHINGEGNO 


Tuttavia all’esterno, come si è potuto evincere dal monitoraggio attuato nel corso di un 

anno della stampa locale, nonostante i grandi sforzi per il suo rilancio, l’immagine di 

questo territorio non è ancora un’immagine positiva. A ciò contribuisce in larga misura la 

presenza della raffineria API, che con i recenti fatti di cronaca ha portato nuovamente 

Falconara in evidenza sui media nazionali. 

Sulla base della conoscenza diretta di luoghi e persone, in mancanza di un sondaggio 

di opinione, è possibile enunciare alcune delle visioni negative più ricorrenti di Falconara: 

· città inquinata (API) 

· città rumorosa (aeroporto, ferrovie, strade) 

· città congestionata ( nodo trasporti, saturazione) 

· città brutta (grande periferia) 

· città senza verde 

Di contro, ricorrono anche visioni positive di questo territorio che tuttavia 

appartengono più alla percezione interna dei luoghi, quali: 

· città sul mare 

· città vicina (nel senso di comoda, facilmente raggiungibile e ben collegata) 

· città accessibile (non tanto, o non solo, in termini economici, quanto per il fatto di 

accogliere tutte le principali funzioni urbane in un ambito territoriale facilmente 

raggiungibile); 

· città dinamica, viva e attiva 

· città attenta alle esigenze dei suoi abitanti (sistema dei servizi) 

E’ evidente come le visioni sopra riportate siano solo le più immediate. In realtà, come 

si è già avuto modo di descrivere, Falconara ha ed è molto di più. Ma tutto questo necessita 

di un’attenta azione di comunicazione, quale dovrà essere proposta all’interno di un 

processo di coinvolgimento attivo della popolazione nel processo di trasformazione 

dell’ambiente urbano. 

Infine non si può prescindere dal confronto con l’immaginario collettivo che 

esprimono al loro esterno alcuni dei più importanti centri dell’immediato hinterland 

falconarese. 

Tra questi la città di Jesi, che ha un immaginario forte, legato alla storia, alle sue 

caratteristiche mura, al suo teatro. E’ un luogo che esprime cultura anche in senso 

moderno, facendo capo ad un importante distretto industriale. 

Senigallia, anche se un po’ appannata, conserva l’immagine di consolidato centro del 

turismo balneare, legato tanto alla stagione del Liberty quanto agli anni ’60 e ’70. 

Infine la città capoluogo, Ancona, che invece, pur possedendo una grande 

tradizione storica, manca di un immaginario collettivo consolidato. E’ una città certamente 

ricca di risorse anche sul piano culturale, ma nessuna così eccellente da caratterizzarne 

l’immagine: la sua proposta quindi, sul piano comunicazionale, risulta piuttosto debole. 

In questo panorama Falconara si colloca come una città diversa: una città recente, 

che ha mutato più volte e in un arco di tempo molto limitato il proprio corso storico, che 

certamente sceglie per vocazione la “modernità”. E’ su queste basi che oggi la città può 

finalmente autocostruirsi un nuovo immaginario. 

113




L’IMMAGINE DI FALCONARA ATTRAVERSO LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE 

Sino ad oggi non è mai stata realizzata una vera e propria campagna di immagine 

istituzionale per il rilancio del territorio di Falconara Marittima. Ciò è assolutamente 

coerente con il modello di sviluppo portato avanti sino a pochi anni fa, basato 

prevalentemente sull’industrializzazione pesante e quindi poco attento alla salvaguardia del 

paesaggio e all’incentivazione dello sviluppo turistico. 

I materiali promozionali attualmente prodotti sono per lo più legati alla 

programmazione culturale e turistica messa in atto dai servizi competenti, con 

un’attenzione rivolta prevalentemente al target interno, ovvero i propri cittadini. 

Si deve tuttavia evidenziare una contraddizione di fondo nella proposta dell’immagine 

di questo territorio che deriva da una oggettiva difficoltà: in una fase di avvio di un 

importante processo di trasformazione e riqualificazione urbana, in cui “la città non è più 

quella di ieri” e tuttavia ancora “non si sa bene cosa sarà domani”, si continuano a riproporre 

– e ciò è vero dai depliant ai piccoli eventi espositivi - immagini stereotipate del luogo che 

estrapolano, decontestualizzandoli, elementi del paesaggio e monumenti sopravvissuti alla 

storia. Immagini piuttosto omologanti che non restituiscono il carattere del territorio. 

Se poi dalla cultura e dal turismo ci si allarga a comprendere anche l’urbanistica, i 

lavori pubblici, i servizi sociali (e in particolare il servizio giovani e immigrati), l’immagine 

che nel complesso si restituisce è quella di un territorio che non nega il recente passato e il 

presente, ma che cerca nuove strade per il suo sviluppo e il suo rilancio esprimendo 

un’elevata dinamicità. 

Tutto ciò è visualizzabile non solo attraverso la stampa (in particolare il periodico 

“Informare la città”) ma anche attraverso la promozione di dibattiti cittadini (tra cui anche i 

recenti Contratti di Quartiere), la partecipazione a importanti convegni (gli ultimi relativi 

ai temi del Parco Fluviale dell’Esino e ai Porti turistici) nonché attraverso la presenza a 

importanti rassegne nazionali, quale ad esempio la Rassegna Urbanistica Nazionale di 

Venezia. 

Se, quindi, restituire, una coerenza di immagine e una maggiore aderenza 

all’attualità e ai processi in corso è il primo, imprescindibile, passo, il secondo consiste 

nell’incentivazione di occasioni di dibattito e confronto con realtà sovralocali, ovvero 

altre città italiane ed europee che nella contemporaneità si sono travate ad affrontare 

questioni analoghe. 

A tutti questi aspetti sarà data più ampia trattazione nella parte dedicata al marketing. 

Per ora si mettono a fuoco soltanto alcuni obiettivi essenziali per la comunicazione e la 

promozione del territorio, che dovrebbe: 

· esprimere il senso di un processo in fieri 

· esprimere la diversità e la specificità dei luoghi 

· incentivare comportamenti non omologanti 

· evitare lo squilibrio tra domanda e offerta (soprattutto riguardo l’offerta balneare) 

· selezionare, dare il senso delle priorità\ 

· evitare il localismo 

114

2.2 

Espressioni di 

socialità urbana 

MARCHINGEGNO 


La qualificazione del sistema dei beni culturali non è 

riconducibile ad un’azione circoscritta di intervento 

sui beni stessi, ma necessita di un intervento anche 

sulle condizioni di contorno, ovvero sugli aspetti 

sociali e più in generale sull’organizzazione della città. 

Dalla stretta relazione tra fruizione culturale e 

comportamenti sociali deriva quindi la necessità di 

conoscere le modalità con cui i cittadini hanno esperienza del proprio ambiente, degli spazi 

urbani, della propria cultura e delle altre culture con cui oggi ci si deve confrontare. 

Quest’ultimo punto in particolare, assieme alle problematiche legate 

all’invecchiamento della popolazione, assume rilevanza nelle dinamiche del territorio 

oggetto di studio, un territorio esposto a consistenti flussi migratori e quindi 

maggiormente a rischio di conflittualità sociale. Non basta, infatti, mettere in atto azioni di 

garanzia dei diritti e di promozione della sicurezza per ridurre il potenziale rischio. Se si 

riconosce all’identità sociale un ruolo formativo rispetto all’identità del luogo, occorre 

utilizzare gli strumenti della conoscenza per restituire un’interpretazione del territorio ed 

elaborare una nuova identità culturale del luogo fondati sul concetto di continuità storica 

– ovvero che mettano in relazione la conoscenza dell’eredità del passato con la 

comprensione del presente e la capacità di anticipazione del futuro - e che valorizzino ed 

enfatizzino la diversificazione piuttosto che la differenziazione, incoraggiando 

atteggiamenti di empatia e di cooperazione. 

Gli obiettivi delle politiche rivolte ai beni culturali, e quindi alla città come bene 

culturale complesso, si intersecano con obiettivi di natura diversa, considerato che le 

politiche culturali hanno effetto anche in altri campi. Da ciò l’importanza di un maggior 

dialogo tra i diversi servizi ed assessorati dell’Amministrazione, che non deve risolversi 

nella realizzazione sporadica di eventi, ma nel costruire insieme una politica integrata e 

coerente per lo sviluppo sostenibile del territorio. 

Di seguito sono stati affrontati alcuni aspetti del vivere sociale del territorio 

falconarese ritenuti utili in relazione alle finalità del lavoro, sintetizzati in: 

· modalità di aggregazione e occasioni di vita sociale, ovvero la comprensione del sistema 

relazionale in essere e dei suoi luoghi di esplicitazione con un duplice scopo: 

individuare le finalità del progetto culturale mettendo a fuoco le problematiche 

antropologiche cui si deve dare risposta; esplorare la possibilità di utilizzare questa 

rete connettiva per avvicinarsi e comunicare ai diversi target di utente/cittadino, sia in 

una fase di ascolto che in una fase di promozione; 

· immigrazione e vita sociale, ovvero l’analisi del livello di integrazione sociale dei 

cittadini immigrati, in particolare degli extra-comunitari, per ridurre il rischio di 

conflittualità; 

· tradizioni di vita associativa e associazionismo, ovvero da un lato la comprensione della 

vocazione del territorio a rispondere collettivamente e costruttivamente a 

sollecitazioni legate a problematiche di tipo sociale e ambientale, dall’altro la 

percezione dell’associazionismo in quanto risorsa, anche in termini di capitale 

umano. 

115




116 

Si tratta di considerazioni formulate sulla base di una personale conoscenza ed 

esperienza del luogo e del confronto con operatori e amministratori pubblici; non certo 

un’indagine esaustiva che richiederebbe l’impiego di risorse per la realizzazione di 

sondaggi e monitoraggi sistematici. 

MODALITÀ DI AGGREGAZIONE E OCCASIONI DI VITA SOCIALE 

La conoscenza esatta del territorio e delle sue dinamiche vitali non può non prendere 

in considerazione i diversi luoghi (e quindi modi) in cui le persone, e in particolare i 

residenti, si incontrano e si relazionano. In tal senso certamente hanno grande importanza 

le piazze cittadine e le vie principali del centro. Ma esistono anche tanti altri luoghi 

(pubblici e privati, aperti e chiusi) che vengono frequentati in virtù dei servizi che offrono, 

quali bar, circoli ricreativi, centri sportivi, oratori, biblioteche, ecc. 

Da ciò l’importanza di produrre in futuro anche un’azione di censimento e di 

monitoraggio dei luoghi della socialità presenti sul territorio, mettendo in relazione le 

molteplici interconnessioni tra luoghi che operano nello stesso ambito e con le medesime 

finalità. 

Non basta, infatti, affermare che la città dimostra oggi una ritrovata vitalità. Ciò è 

certamente vero ed è banalmente percepibile anche solo dal passeggio per le vie del centro 

nel tardo pomeriggio: le piazze principali (Garibaldi e Mazzini), così come la via Bixio, 

anche in pieno inverno, sono gremite di gruppi di persone di diverse età (e di diversa 

nazionalità) che hanno voglia di incontrarsi, di ritrovarsi e di parlare. 

Ma la città esprime le sue potenzialità relazionali anche in modo meno evidente, 

attraverso una rete poco visibile, ma molto frequentata, prevalentemente auto-realizzata, di 

altri luoghi che funzionano da veri e propri punti d’ascolto e che possono essere così 

classificati: 

· punti d’ascolto degli interessi e dei bisogni della gente 

· punti di servizi logistici 

· punti di servizi all’utenza 

· punti che offrono più tipi di servizi contemporaneamente 

Importanti punti d’ascolto del territorio di Falconara sono certamente i tanti sportelli 

ai cittadini recentemente messi a disposizione presso le strutture comunali, così come le 

linee telefoniche dedicate e i diversi centri ricreativi 2 1 : punti d’ascolto che sono anche punti 

d’interfaccia tra l’Amministrazione e i suoi cittadini. 

In questi ultimi anni si è inoltre cercato di dare risposta anche alla sentita carenza di 

spazi pubblici, risultato che si spiega da una parte con la politica urbanistica degli anni 

’60-’90, dall’altra con le modificazioni dello stile di vita, degli atteggiamenti e dei 

comportamenti, in un’epoca globalizzata che porta a ricercare nuove modalità dello stare 

insieme. 

Sono stati promossi, e in buona parte realizzati, progetti per nuovi centri aggregativi, 

ludoteche, spazi di accoglienza per categorie svantaggiate, oltre a nuove piazze e parchi 

2 1 Si veda il capitolo I.6 Il sistema dei servizi sociali.

MARCHINGEGNO 


cittadini 2 2 . Ma la domanda certamente permane, soprattutto per le aree residenziali più 

decentrate. 

Importanti luoghi di aggregazione per i giovani restano ancora oggi le strutture 

parrocchiali, anche se la loro frequentazione è progressivamente diminuita per la diffusa 

tendenza a frazionare il tempo libero dei giovani in una molteplicità di attività organizzate. 

Per le fasce di età più avanzate si segnalano le strutture del Dopolavoro Ferroviario, i 

circoli ricreativi, ma anche le attività dell’Università della Terza Età. 

Un luogo non urbano che stagionalmente diventa un importante punto di aggregazione 

è la spiaggia, che dopo le ore dedicate alla balneazione e alle attività sportive, grazie al 

fiorire di strutture di ristorazione e per il divertimento, attrae gente anche da fuori 

comune. 

Anche il fiume, grazie ai recenti interventi di recupero ambientale, oggi inizia ad 

essere riconosciuto dai falconaresi come luogo per lo svago e il tempo libero. Tuttavia, se il 

nuovo parco del Cormorano ha accolto importanti eventi di spettacolo nell’ultima estate, 

attraendo migliaia di persone, è solo con l’offerta di un sistema strutturato di attrezzature e 

servizi che è possibile rivitalizzare quest’area creando un flusso continuativo di utenza. 

Infine, è importante segnalare come anche il sistema degli eventi diventi occasione di 

socialità urbana. Da giugno a settembre feste, mostre e rassegne animano il centro come i 

rioni periferici, proponendo un fitto cartellone di spettacoli di teatro, danza, cinema, 

operetta e musical, performance, installazioni, ecc. , con incoraggianti risultati in termini 

di frequentazione. 

Altre occasioni di incontro sono costituite dalle feste cittadine ispirate alla tradizione 

- il Palio dei Quattro Castelli, riferito alle origini degli antichi borghi di Falconara, e il Palio 

dei Rioni di Castelferretti – e soprattutto dalla Festa del Mare, organizzata dall’Assessorato al 

Turismo del Comune in occasione del ferragosto, che grazie a giochi pirotecnici, musiche, 

balli e animazione lungo le spiagge attira migliaia di persone. 

Il maggiore evento fieristico è invece la Fiera di Santa Cristina del 24 luglio: nonostante 

la sua istituzione risalga agli anni Venti, quando la spiaggia era frequentata da turisti 

provenienti dal centro Italia, è stata solo recentemente riproposta e rivalutata. 

Ma al di là dei singoli luoghi di ritrovo o occasioni di incontro, è importante mettere in 

evidenza i seguenti aspetti: 

· il riaffermarsi della risorsa spiaggia come luogo per il divertimento e l’affermarsi del 

fiume come nuovo spazio per il tempo libero; 

· il crescente utilizzo da parte dei residenti degli spazi e delle strutture urbane per il 

tempo libero, con un’inversione di tendenza rispetto anche ad anni recenti; 

· la crescente partecipazione della comunità agli eventi, siano essi spettacoli, mostre, o 

feste, e la buona risposta anche verso le proposte più innovative. 

Segno certamente di una ritrovata voglia di conoscersi e di riconoscersi come 

collettività, ma anche esito di un profondo impegno dell’Amministrazione per restituire 

immagine al proprio territorio e qualità di vita ai propri abitanti. 

22 Si veda il capitolo I.5 Caratteri sociali e demografici. 

117




IMMIGRAZIONE E VITA SOCIALE 

Abbiamo già più volte sottolineato l’importanza del fenomeno migratorio nella 

struttura demografica, sociale e culturale della comunità falconarese 2 3 . Già a partire dai 

primi anni ’90 a Falconara si trovavano infatti comunità di immigrati stabili e residenti: dal 

Censimento del 1991 risultava che Falconara era il primo comune della provincia in termini 

di presenza relativa di immigrati e il secondo dopo Ancona in termini di presenza assoluta. 

Un’analisi sulle modalità di aggregazione e di socializzazione del territorio deve quindi 

prendere in considerazione anche come le diverse tipologie di immigrati sviluppino 

differenti modalità d’integrazione. In questo senso è opportuno innanzitutto fare una 

distinzione tra immigrati “stabili”, coloro cioè che intendono stabilirsi permanentemente 

in Italia (e tra questi gli albanesi e in genere i popoli balcanici), ed immigrati “invisibili” 

(tra cui la categoria delle badanti). I primi tendono a dare vita a forme di associazionismo 

finalizzate alla promozione dei valori culturali del loro popolo; i secondi, invece, si 

disinteressano a qualsiasi forma di integrazione, limitandosi a passare il tempo libero in 

casa con i propri connazionali. 

Nell’ambito di una indagine realizzata dall’Osservatorio Immigrazione 2 4 del Comune 

di Falconara Marittima nel 2003, sono stati somministrati questionari a 50 persone di 

diversa nazionalità. Il quadro che ne emerge è di una complessiva buona integrazione sia 

con i connazionali ed altri stranieri che con autoctoni. Ulteriore prova del grado di 

integrazione sociale è dato dal buon livello generale di conoscenza della lingua italiana, 

anche grazie ai numerosi corsi attivati sul territorio. Il 34% degli immigrati è iscritto ad 

associazioni e partecipa alle attività delle stesse, nel 47% tali associazioni sono miste, segno 

ulteriore del processo di integrazione. 

Lo sviluppo dell’associazionismo “tra” e “per” gli immigrati è un importante 

strumento per la promozione dell’integrazione sociale. Esso rappresenta un filtro 

insostituibile di comunicazione tra migranti e società, che può garantire supporto e 

maggiore tutela sociale e politica. 

Il sito “Etnica” della Provincia di Ancona registra 32 associazioni, di cui 16 

regolarmente registrate; 19 hanno sede ad Ancona, mentre a Falconara hanno sede due 

associazioni: l’Associazione degli Avoriani Marche e l’Associazione degli Immigrati 

residenti nelle Marche. 

La partecipazione degli immigrati alla vita cittadina si riscontra anche in termini di 

frequentazione degli spazi e delle strutture comunali: basta osservare le piazze e le vie del 

centro per accorgersi di quanto forte sia presenza delle comunità straniere, ma di come 

ancora queste tendano preferibilmente ad aggregarsi tra loro. 

Manca invece ad oggi un’indagine su quale sia l’impatto dell’immigrazione extracomunitaria 

sulla popolazione autoctona. Da un confronto con gli operatori del Centro 

Polifunzionale Più, attivo sul territorio con il proprio Sportello e con l’Osservatorio 

Immigrati, si profilano due atteggiamenti ricorrenti: da una parte i falconaresi disponibili 

e che vedono gli immigrati come una “risorsa” importante, soprattutto in termini di 

manodopera, dall’altra i falconaresi diffidenti, che percepiscono questo fenomeno in 

termini di “invasione”, e che purtroppo costituiscono ancora una fascia rilevante della 

popolazione. Ciò è certamente in sintonia con le dinamiche e le contraddittorie politiche 

2 3 Si veda il capitolo I.5 Caratteri sociali e demografici. 

2 4 “Il fenomeno migratorio a Falconara Marittima”, a cura di Francesca Costarelli, Osservatorio Immigrazione, 2003. 

118

MARCHINGEGNO 


nazionali ed europee per l’immigrazione; ma l’importanza che il fenomeno ha assunto per 

il territorio falconarese impone che si ricerchino nuove modalità con cui costruire 

l’incrocio di linguaggi, saperi e stili di vita, al fine di eliminare la marginalità e le 

occasioni di conflittualità sociali. 

TRADIZIONI DI VITA ASSOCIATIVA E ASSOCIAZIONISMO 

L’associazionismo vanta sul territorio di Falconara una lunga e feconda tradizione, le 

cui radici si rintracciano nei primi consorzi sociali sorti alla fine dell’Ottocento. 

La prima associazione viene infatti fondata a Falconara Alta nel 1880, col nome di 

Società di Mutuo Soccorso, istituita da artieri ed operai, il cui numero aumenta in seguito al 

notevole sviluppo economico locale prodotto dalla costruzione della linea ferroviaria. Nel 

1901 si affianca ad essa la Società femminile di Mutuo Soccorso, costituita a Castelferretti dalle 

numerose donne in forze alla Manifattura Tabacchi di Chiaravalle e alla filanda di seta di 

Fiumesino. Nei primi anni del Novecento le iniziative associazioniste si moltiplicano con la 

creazione di nuove realtà: la Lega di Miglioramento dei Contadini, nata per avanzare 

rivendicazioni sull’opprimente contratto mezzadrile; la Cooperativa di Consumo a scopo 

assistenziale; la Società di Pubblica Assistenza e Salvataggi, legata al soccorso sanitario e a 

quello balneare per l’intensificarsi del turismo estivo. Inoltre, negli anni Dieci a Falconara 

Alta e Castelferretti si formano le Casse Rurali, gruppi di ispirazione cattolica attorno ai 

quali si costruisce il benessere economico dei rispettivi quartieri. 

Oggi la profonda tradizione dell’associazionismo falconarese prosegue e si rinnova 

nelle oltre 80 associazioni che operano sul territorio comunale, nei più diversi ambiti e coi 

più diversi scopi. Pur nel differente grado di vitalità che ciascuna riesce ad esprimere, 

l’elevato numero delle associazioni costituisce la prova tangibile di un impegno e di una 

sensibilità diffusi nella popolazione, che rappresentano un’importante risorsa da cogliere e 

valorizzare. Il volontariato, di ispirazione cattolica e laica, presta infatti il suo significativo 

apporto tanto nel settore sociale (handicap, minori, anziani), quanto in quello ambientale 

e culturale. Molte sono, infatti, le associazioni che già collaborano stabilmente con il 

Comune, sia nel campo della cultura e dello sport, che nel campo sociale. Altre associazioni 

danno il proprio contributo in termini di dibattito e di confronto sui temi più importanti 

della vita cittadina. L’avvalersi da parte delle istituzioni del contributo delle associazioni, 

del loro entusiasmo e della loro motivazione, rappresenta potenzialmente un importante 

valore aggiunto per la riuscita dei progetti di trasformazione e riqualificazione urbana, 

purché tali risorse siano incanalate in un percorso partecipativo esplicito e strutturato, 

basato su obiettivi condivisi, interdisciplinarietà d’azione e pluralismo. 

Nell’Allegato 2.2 sono state riportate le associazioni di maggiore rilevanza e 

visibilità sul territorio, suddividendole per ambito di attività. Si tratta di un estratto 

significativo ma senza alcuna pretesa di esaustività: molte di più sono infatti le realtà 

associative regolarmente iscritte negli albi comunali attualmente operanti nei più diversi 

settori. Va inoltre sottolineato che l’associazionismo costituisce una realtà piuttosto 

mutevole, che vede sorgere nuove associazioni ed altre ridurre la propria attività fino a 

scomparire, anche piuttosto velocemente, tanto da risultare spesso difficoltoso un 

censimento basato non soltanto sulla consultazione degli albi ufficiali. 

Per quanto riguarda le associazioni culturali, invece, esse verranno trattate nello 

specifico paragrafo 1.6 dedicato alla Produzione Culturale. 

119




2.3 

Il sistema del 

patrimonio 

ambientale 

120 

La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale 

stanno assumendo un’importanza sempre maggiore, 

se non prioritaria, nell’ambito di qualsiasi progetto di 

riqualificazione urbana: salvaguardare le ricchezze e le 

varietà floro-faunistiche di un’area, recuperandole e 

rivalutandole ove necessario, ed ottimizzare il verde 

urbano, rendendolo funzionale ed esteticamente 

godibile, sono infatti azioni irrinunciabili, sia in 

quanto rispondono ad un imperativo ecologico sempre 

più sentito, sia perché rappresentano degli interventi 

che vanno ad incidere direttamente sulla qualità della 

vita degli abitanti, migliorandola in modo considerevole. 

Falconara ha già avviato diversi significativi progetti per la riqualificazione del 

patrimonio ambientale, di cui il più importante è certamente la realizzazione del nuovo 

Parco Fluviale dell’Esino, inserito nel PRUSST del Territorio dell’aera urbana di Ancona, e 

che vede il coinvolgimento di altri comuni della bassa Vallesina. Ai progetti di recupero 

ambientale si sono affiancate importanti azioni collaterali finalizzate a cementare il 

consenso e a favorire una maggiore sensibilità e attenzione attorno agli obiettivi di 

salvaguardia: prima tra tutte l’istituzione, in collaborazione con l’Università Politecnica 

delle Marche, del corso di laurea in Tecnologie dell’Ambiente (con gli indirizzi di Tecniche del 

Controllo Ambientale e Protezione Civile) e del master in Progettazione degli interventi di bonifica 

e ripristino ambientale dei siti inquinati, in collaborazione con l’Ateneo di Camerino 2 5 . 

L’istituzione dei corsi di alta formazione su tematiche di sostenibilità e compatibilità 

ambientale dimostra l’impegno assunto dall’Amministrazione locale nei confronti del 

proprio territorio. La stessa scelta di ubicare a Falconara la sede di svolgimento delle 

lezioni costituisce un segno preciso del cambiamento di tendenza che ha interessato la città 

negli ultimi anni: da realtà in cui la salvaguardia degli equilibri naturali era 

tradizionalmente subordinata alle priorità dello sviluppo produttivo e industriale, a luogo 

esemplare, in cui il recupero consapevole delle risorse ambientali è inteso come possibile 

volano di sviluppo e cardine nella costruzione di una nuova immagine urbana. 

Si tratta di un cambiamento ancora in fieri che, nonostante i suoi effetti concreti non 

siano ancora del tutto visibili ad un osservatore esterno, è già profondamente sentito da 

parte della popolazione residente, da lungo tempo impegnata, anche attraverso l’attività 

dell’associazionismo ecologista e dei comitati di quartiere, nella rivendicazione del diritto 

ad una migliore qualità dell’ambiente e quindi della vita. 

CARATTERI GENERALI 

E’ indubbio che il patrimonio ambientale di Falconara presenti attualmente alcuni 

tratti di notevole criticità, frutto di uno sviluppo industriale e urbanistico nel tempo poco 

ponderato e soprattutto poco rispettoso del contesto naturalistico su cui andava ad 

innestarsi. 

Nondimeno, esso si caratterizza per alcune risorse significative, e che meritano 

un’adeguata valorizzazione: il Parco Fluviale dell’Esino, i Laghi di Fossatello, il Parco del 

25 Per approfondimenti v. il paragrafo II.5 - Il sistema dei servizi culturali.

MARCHINGEGNO 


Cormorano, cui vanno aggiunti gli spazi verdi urbani, la risorsa costituita dal litorale, oltre 

alla presenza, unica nel contesto regionale, di un Parco Zoo dedicati ai bambini. 

I caratteri specifici del sistema possono essere così riassunti: 

· La presenza di risorse naturali importanti e dotate in alcuni casi di caratteri di 

unicità (Parco Fluviale, Laghi di Fossatello, Parco Zoo), che vanno adeguatamente 

valorizzate in quanto concrete e immediate possibilità di riqualificazione del 

territorio e occasione per la veicolazione di un’immagine diversa di Falconara. 

· La presenza di importanti progetti di recupero, in parte già realizzati, che 

restituiscono alla città nuovi spazi per il tempo libero. 

· Le profonde modificazioni occorse nei secoli al contesto fluviale, che hanno reso 

poco leggibile il tessuto di relazioni naturalistiche dell’area, causando spesso gravi 

situazioni di degrado e interrompendo i collegamenti tra i centri urbani legati 

fisicamente dal corso dell’Esino; 

· La presenza di forti tratti di criticità ambientale, dovuti soprattutto a uno sviluppo 

urbanistico e industriale poco ponderato (degrado nell’ultimo tratto del fiume 

Esino); 

· Un sistema del verde urbano attualmente inadeguato e poco godibile da parte della 

popolazione residente, per il quale tuttavia sono già stati elaborati progetti di 

riqualificazione. 

· La valorizzazione in atto della risorsa spiaggia. 

IL SISTEMA DEL FIUME ESINO 

Le problematiche ecologiche che interessano il territorio hanno per troppo tempo 

oscurato la presenza sul territorio di importanti risorse ambientali. 

Il progetto del Parco Fluviale dell’Esino, che interessa anche i Comuni di Agugliano, 

Camerata Picena e Chiaravalle, intende restituire la giusta visibilità e rilevanza ad una delle 

più importanti risorse del territorio falconarese. Alla base c’è la volontà di agire 

tempestivamente, senza attendere di risolvere i problemi dell’ambiente rimuovendone le 

principali cause, percorso questo che appare ancora di lungo periodo, rendendo invece 

possibile la coesistenza di realtà produttive avanzate con l’esigenza di salvaguardia e di 

valorizzazione delle risorse naturali. 

Il recupero dell’area fluviale attraverso la realizzazione del Parco muove dai seguenti 

obiettivi: 

· il recupero dei caratteri peculiari dell’habitat fluviale 

· la restituzione di una nuova centralità al fiume come asse ecologico portante 

· la restituzione al fiume del suo ruolo di infrastruttura naturale 2 6 di collegamento tra 

nuclei abitati limitrofi 

· la lettura del fiume come elemento portatore di antichi e nuovi valori. 

26 

Così in Ing. Arch. Luminari, Il progetto di valorizzazione nel medio Esino, atti del convegno Esino e altri percorsi, Falconara 

Alta, 28.06.02. 

121




Profonde sono le modificazioni subite nel tempo dalla bassa vallata dell’Esino: se in 

epoca medievale l’area era ancora occupata da una vasta foresta di querce (la cosiddetta 

“Castagnola”) è il progressivo sostituirsi del paesaggio agrario mezzadrile tipico 

marchigiano, accompagnato dalla regimazione delle acque necessaria all’irrigazione, a 

tracciare una trama reticolare di campi che ha caratterizzato il paesaggio fino ai primi del 

Novecento. A seguito del rapido sviluppo industriale e demografico verificatosi nel secondo 

dopoguerra, e in virtù della centralità rivestita dall’area rispetto ad importanti nodi viari 

del medio adriatico, si è prodotta una stratificazione spesso disomogenea di infrastrutture 

viarie, insediamenti abitativi e impianti industriali (compresi discariche e depuratori), 

provocando il degrado del fiume, ridotto a cava di ghiaia ed isolando l’area dal resto del 

territorio urbano 2 7 . 

Importanti anche gli interventi di regimazione idraulica 2 8 , volti a creare un equilibrio 

artificiale grazie a una rete di canalizzazioni, argini e chiuse, di cui ancora permangono 

tracce sul territorio 2 9 . 

Per quanto riguarda il patrimonio botanico, lungo il basso corso del fiume dominano 

specie vegetali quali la cannuccia di palude, la Typha latifoglia, il salice rosso e bianco, il 

pioppo nero, e il bosco planiziale soprattutto presso la Chiusa di Agugliano. 

A seguito dell’interramento operato dalla raffineria API, l’habitat fluviale ha subito 

danni evidenti, come la compromissione dell’ecosistema alla foce; fortunatamente, però, 

l’intervento di un’azione divieto di scavo della ghiaia ha prodotto un processo di 

rigenerazione vegetazionale e faunistica, che ha portato alla formazione di laghi e aree 

umide che oggi attraggono numerose specie di avifauna migratoria, con diversi casi di 

stanzializzazione. 

Dal punto di vista faunistico, nel basso Esino è stata riconosciuta l’esistenza di una 

seconda garzaia, dopo quella dell’Oasi WWF Ripabianca del Comune di Jesi, dove si sono 

stanziate diverse specie di aironi, garzette, nitticora, picchio rosso e rapaci come lo 

sparviero e la poiana; tali specie sono tornate ad abitare il fiume e lasciano sperare in una 

nuova fase di colonizzazione faunistica lungo il fiume Esino. 

I Laghi di Fossatello costituiscono un perfetto esempio di rinaturalizzazione, 

termine che indica l’affermarsi di una nuova colonizzazione biologica, vegetazionale e 

faunistica in ambiti fluviali abbandonati, determinata in gran parte da interventi umani 

aggressivi. 

L’area, sconvolta negli anni ’70-’80 dalle escavazioni di ghiaia, ha assistito, nel volgere 

di un ventennio, alla formazione di un’ importante garzaia, e allo stanziamento di 

numerose specie aviofaunistiche come aironi, garzette, nitticore, oltre al martin pescatore, 

al picchio rosso e allo svasso della Chiusa di Agugliano. 

L’istituzione della Riserva dei Laghi di Fossatello 3 0 contribuisce a proteggere la 

formazione del nuovo ecosistema prodottosi in una delle zone più urbanizzate e 

infrastrutturate della regione, diventando così il simbolo di una convivenza possibile tra 

natura e produttività. 

27 Ciò è all’origine del progressivo degrado del borgo di Fiumesino, che oggi si vuole recuperare con gli interventi previsti 

dal Contratto di Quartiere I. 

28 Gli interventi di regimazione delle acque risalgono già al XVI secolo. 

29 Tra queste il Mulino Santinelli. 

30 Vedi il documento Atto di Indirizzo delle Azioni per il riconoscimento della Riserva Naturale Laghi di Fossatello, Provincia di 

Ancona, Area Assetto del Territorio, Settore Urbanistica. 

122

MARCHINGEGNO 


Sulla sponda a cavallo dei due laghi insiste un piccolo edificio che dovrà essere 

recuperato, oltre che in funzione museale e didattica, anche come osservatorio 

avifaunistico. 

Il Parco del Cormorano è un'area pianeggiante, sita a sinistra del fiume Esino nei 

pressi della foce, in vicinanza del maggior complesso produttivo della zona, l’API. 

Da alcuni anni il Parco ospita, durante la bella stagione, eventi di sempre maggiore 

importanza, quali concerti e spettacoli di artisti di fama nazionale, diventando in breve 

tempo un nuovo punto di riferimento per un’offerta culturale di qualità, all’insegna dell’ 

edutainment, cioè del divertimento arricchito però da un valore culturale. 

Il Parco del Cormorano, nonostante necessiti ancora di alcuni adeguamenti 

funzionali, rappresenta il tentativo riuscito di riqualificare un’area ecologica depressa, 

trasformandola in un piacevole quanto alternativo luogo di aggregazione. 

IL VERDE URBANO 

Il sistema del verde urbano si presenta nel complesso inadeguato in termini di 

quantità, qualità botanica, accessibilità e attrezzature. A ciò l’Amministrazione ha cercato 

di far fronte avviando un progetto di riqualificazione dei parchi cittadini, volto a 

migliorare l’immagine della città e la qualità del tempo libero all’aria aperta per gli 

abitanti. 

3 1 

L’analisi della situazione attuale presenta tre realtà verdi principali, costituite dal 

Parco di via Sardegna, il Parco Kennedy e l’area cosiddetta “degli Orti”, di seguito 

brevemente descritte. 

Il Parco di via Sardegna, incluso in una zona che ha visto una forte urbanizzazione a 

partire dagli anni Sessanta, costituisce per i suoi trenta ettari di estensione la realtà verde 

più importante di Palombina. Conformato come una cavea naturale degradante verso il 

mare, su un terreno molto ondulato e caratterizzato da una discreta pendenza, il Parco 

presenta un arredo artificiale praticamente assente, un’illuminazione del tutto inadeguata 

ed un unico servizio igienico non utilizzabile. 

Il Parco Kennedy sorto nel secondo dopoguerra sull’area che ospitava una vecchia 

fornace, è l’area verde più consistente della città, sicuramente quella più frequentata e 

amata dai residenti, nonostante si caratterizzi per una certa frammentarietà fisica e 

funzionale. Il Parco necessita di alcune migliorie al fine di renderlo completamente 

funzionale. 

La zona più alta del parco è popolata da una folta vegetazione arbustiva con essenze 

tipiche mediterranee come il Leccio, il Cipresso Italico, la Quercia, il Pino ed anche molti 

Cipressi dell'Arizona, Aceri, Frassini, e con un sottobosco che necessita di interventi 

conservativi mirati. 

31 Fonte: Percorsi della vita nel verde, Arch. Picciafuoco e Arch. Raffaelli per Comune di Falconara M.ma – Cam Spa, CD Rom 

progetto preliminare - aprile 2002 e progetto definitivo - luglio 2002. 

Per il dettaglio degli interventi previsti dal progetto di valorizzazione vedi paragrafo II.2 – La trasformazione urbana. 

123




L’Area “degli Orti” (via Castellaraccia), invece, non si configura ancora come un vero 

e proprio parco, poiché si tratta di un’area in parte utilizzata ad orti da alcuni residenti (in 

modo spontaneo e non regolamentato), e in parte completamente abbandonata. Nel 

complesso le condizioni dell’area sono di degrado, oltre a non avere una buona 

accessibilità. 

Accanto a queste tre aree verdi maggiori, ne esistono alcune altre minori (giardini e 

zone alberate, siepi stradali, di pertinenza di edifici scolastici e sportivi, ecc.) sparse sul 

territorio comunale, insufficienti alle necessità dei residenti, e comunque molto 

frammentate e caratterizzate in generale da una forte pendenza media. 

Parco Zoo “Paese dei Bimbi” 

Il Parco Zoo “Paese dei Bimbi”, è l’unica struttura del genere presente nella regione 

Marche. E’ situato sulla collina di Barcaglione, affacciato quindi sia sul mare Adriatico che 

verso l’entroterra. 

Sorto nel 1968, il Parco Zoo si presenta come un’oasi verde nella quale animali 

provenienti dai più svariati continenti riescono a riprodursi naturalmente pur in 

condizioni di cattività: al suo interno ospita 27 specie di mammiferi, 26 di uccelli e 7 di 

rettili. Lo zoo, che ha approntato una serie di laboratori didattici a favore delle numerose 

comitive scolastiche in visita, occupa una superficie di 60.000 mq. destinata ai soli 

animali, oltre a 14.000 mq. occupati complessivamente da parcheggio e punti di ristoro e 

ricreazione. 

Essendo l’unico zoo presente nelle Marche, rappresenta un’importante risorsa 

turistica per la città, fonte di attrazione non solo per le scuole ma anche, specie nella 

stagione estiva, per i turisti in vacanza nella nostra Regione. Si tratta comunque di una 

risorsa che andrebbe maggiormente valorizzata. 

IL LITORALE 

Il litorale presenta un’ampia e continua spiaggia sabbiosa nel tratto a partire da 

Villanova sino a Palombina. Gli operatori balneari, in accordo con l’Amministrazione, 

hanno intrapreso già da qualche anno interventi strutturali e azioni promozionali per la 

valorizzazione del litorale. 

Esso oggi offre una molteplicità di servizi: al di là del restyling di numerosissimi 

stabilimenti, che ha contribuito in modo decisivo a migliorare l’aspetto complessivo della 

spiaggia, alcuni esercizi balneari si sono dotati anche di servizi sportivi, quali campi da 

basket, beach volley e calcetto, piscine e bar-ristoranti, sempre più accoglienti e aperti 

anche la sera. 

A fronte di un complessivo miglioramento dello stato delle acque, permangono 

tuttavia problematiche legate agli effetti dell’ erosione marina (cui si è tentato di ovviare 

tramite la realizzazione di scogliere artificiali parallele alla fascia costiera), l’impatto della 

linea ferroviaria che costituisce una barriera fisica tra Falconara città e litorale, e non 

ultimi gli effetti, visivi e ambientali, determinati dalla presenza a nord dell’insediamento 

API. 

124

I PROGETTI 

Il Parco Fluviale dell’Esino 

MARCHINGEGNO 


Il progetto costituisce ad oggi l’iniziativa di riqualificazione ambientale più rilevante 

promossa sul territorio comunale di Falconara, soprattutto per le sinergie e le 

collaborazioni tra diversi enti pubblici e soggetti privati che ha già attivato e sarà in grado 

di attivare, prevedibilmente, in futuro. Il Parco Fluviale dell’Esino prende il via nel 1997, 

quando quattro Comuni della Vallesina (Agugliano, Camerata Picena, Chiaravalle e 

Falconara M.ma) e in un secondo tempo, la Provincia di Ancona 3 2 avviarono uno studio 

preliminare denominato “Il parco fluviale dell’Esino come parco urbano della città 

diffusa”, riguardante il tratto terminale del corso d’acqua, per una lunghezza di circa 10 

Km. L’obiettivo dello studio era fornire un quadro conoscitivo organico, capace di 

reinterpretare le azioni in corso e già realizzate e di individuare nuove prospettive 

d’intervento. 

Il progetto-guida che ne è scaturito intende restituire al fiume un ruolo centrale nella 

valorizzazione del territorio, superando il suo attuale stato d’abbandono per riconnetterlo 

nel sistema dei tanti e diversi elementi che insistono sull’area. Sono quindi previste una 

serie di azioni progetto per favorire la convivenza tra centri abitati, grandi emergenze 

produttive, infrastrutture, aree coltivate, zone verdi destinate a parco e testimonianze 

storiche. Uno dei primi interventi sarà la riattivazione del sentiero di guardia lungo la 

sponda destra e la realizzazione di nuove piste ciclabili che fungeranno da collegamento 

tra gli insediamenti esistenti. 

Prima di questi interventi, però, è necessaria un’opera di messa in sicurezza dell’area 

dal rischio di esondazioni, tramite l’allargamento dell’alveo del fiume, la rimozione degli 

elementi che ostruiscono il regolare deflusso delle acque e il recupero dei vecchi vallati 

come scolmatori in caso di piena. L’agricoltura avrà un ruolo essenziale nella ridefinizione 

naturale dell’area: verranno mantenute le attuali superfici coltivate, individuando le 

modalità di sostegno ai processi di riconversione ecocompatibile della produzione 

agricola. Sono previste solo limitatissime edificazioni, in relazione alle attività agricole. 

L’amministrazione ha definito un programma coordinato di interventi per la 

realizzazione del Parco Urbano, alcuni sono stati inseriti nel PRUSST della Provincia di 

Ancona, altri, come la pista ciclabile, il sentiero di guardia e l’arboreto, sono già in fase di 

attuazione. 

Le principali azioni previste per il progetto “Parco Fluviale”, relativamente al tratto 

falconarese sono: 

1. recupero del Molino Santinelli come Museo del Fiume; 

2. recupero del Vallato: situato in riva sinistra del fiume verrà utilizzato come percorso 

attrezzato; 

3. realizzazione del Parco Territoriale: area naturale parzialmente attrezzata a parco per 

l’attività di svago all’aria aperta; 

32 Oltre agli enti pubblici, quali amministrazioni comunali e provinciali già citati, il progetto Parco Fluviale vede il coinvolgimento 

di numerosissimi attori privati, quali associazioni di volontariato, aziende e realtà produttive attive sul territorio. 

125




4. realizzazione di un ponte e di una pista ciclabili: il collegamento pedonale e ciclabile 

tra i diversi luoghi del Parco permetterà anche la comunicazione diretta tra i nuclei 

abitati di Rocca Priora e Fiumesino; 

5. Aula Verde e recupero di un manufatto idraulico; 

6. recupero di una casa colonica da adibire a Museo dell’Habitat Fluviale; 

7. realizzazione di un bosco urbano: fungerà da filtro tra la Raffineria e il Parco. 

Per la diversificazione nell’utilizzo della risorsa fiume (didattica, museo, sport, 

divertimento, natura, ecc) il Parco Fluviale si configura come una realtà unica, almeno in 

ambito regionale, che può essere ampliata risalendo il corso del fiume, mettendo a 

sistema centri storici, aree archeologiche, abbazie romaniche, ecc. Un progetto che merita 

un’ azione di valorizzazione mirata. 

Progetti d’area 

Accanto agli interventi che riguardano in modo specifico la valorizzazione delle 

risorse ambientali di Falconara, sono previsti altri progetti d’area, che vanno ad insistere 

negli ambiti comunali limitrofi sottoscrittori del protocollo d’intesa relativo al progetto 

Parco Fluviale. 

In un’ottica di cooperazione e condivisione, tali azioni di riqualificazione ambientale 

appaiono particolarmente positive per Falconara, in quanto possono costituire per la città 

un’importante opportunità di ampliare le aree verdi a disposizione della collettività, anche 

se non pertinenti al territorio comunale. 

126 

Il Parco della Chiusa di Agugliano 

Si tratta di un piccolo nucleo lungo la sponda destra del tratto terminale del fiume 

Esino, punto di riferimento per le gite della domenica della popolazione locale, un po’ 

luogo della memoria collettiva, grazie alla presenza di un rinomato ristorante tipico, il 

bosco planiziale e il fiume. Le potenzialità del sito sono però oggi limitate dalla presenza di 

un impianto per la lavorazione di inerti e dalla mancata manutenzione della vegetazione. Il 

progetto vuole delocalizzare l’impianto e realizzare un “approdo” al fiume in 

corrispondenza dell’attuale parcheggio del ristorante e pensare al potenziamento dell’area 

con l’edificazione di un piccolo albergo. 

Autocross “La Chiusa” 

Si progetta di riorganizzare l’area compresa tra la strada provinciale di recente 

realizzazione e il canale, individuando spazi per lo sport e il tempo libero. Mantenendo la 

pista ciclabile, verrà predisposto un parcheggio e una sosta attrezzata per camper, e 

realizzato un edificio in legno per i servizi. Il sito diventerà un’area verde con la possibilità 

di attraversare il fiume tramite un piccolo ponte in legno che ne collegherà le due sponde. 

Parco urbano “Piane di Camerata” 

Negli ultimi decenni, ai lati della strada provinciale è cresciuto un insediamento 

disordinato di edifici destinati alla produzione, senza considerazione per l’abitato iniziale

MARCHINGEGNO 


e il lungofiume. La grande area compresa tra il vallato e il fiume è interessata dalla 

presenza di agricoltura residuale e di un lago formatosi a seguito di escavazioni. 

Nel definire questa area come parco urbano, il progetto vuole recuperare il rapporto 

con l’abitato mediante la realizzazione di una nuova piazza e di un percorso pedonale che 

conduce al parco e alla foresteria che sorgerà a servizio del complesso sportivo previsto tra 

Piane e Chiaravalle. 

Complesso Polisportivo Piane di Camerata 

Il progetto per l’area compresa tra superstrada, provinciale e i ponti di Chiaravalle 

prevede un bacino di canottaggio, un complesso polisportivo e un centro espositivocommerciale 

(già previsto dal PRG in vigore), organizzati su 3 assi distinti, uniti e 

incorniciati da boschi e radure, oltre che da percorsi pedonali e ciclabili che collegano 

l’area a Piane di Camerata Picena. 

Parco urbano di Chiaravalle 

L’area compresa tra il ponte sull’Esino e la Manifattura Tabacchi, attraversata dal 

torrente Triponzio, è solo in parte occupata da edifici della dimessa fonderia e attualmente 

poco utilizzata. 

Il progetto individua una viabilità alternativa a quella del PRG vigente, che se attuata 

comprometterebbe l’area in modo irreversibile. Il recupero del viadotto sul Triponzio 

consentirebbe il collegamento pedonale e ciclabile con l’area compresa tra torrente e 

fiume. In attesa che si compiano scelte per l’ampliamento dell’autostrada e lo 

spostamento del tracciato ferroviario, il progetto si limita, sulla sponda destra dell’Esino, 

a riconfermare l’attuale impianto per tiro con l’arco e a suggerire un giardino-belvedere 

sul fiume e sulla città. 

127




2.4 

Il sistema del 

patrimonio dei 

Beni Culturali 

128 

La ricerca sul patrimonio dei beni culturali presente a 

Falconara M.ma è stata condotta allo scopo di rilevare, 

oltre alla sua reale consistenza, la presenza di eventuali 

eccellenze o sistemi di eccellenza a partire dai quali 

improntare una strategia di promozione. Non si è 

voluto quindi procedere con un censimento 

necessariamente esaustivo dei beni culturali presenti 

sul territorio comunale, quanto piuttosto elaborare 

una schedatura sintetica che, oltre a mettere in evidenza i caratteri peculiari del 

patrimonio, rilevasse i sistemi di relazione instaurati dai beni culturali tra loro e rispetto al 

tessuto urbano, mettendo a fuoco tematismi ricorrenti per suggerire nuovi itinerari, ideali 

e fisici, di scoperta del territorio. 

L’INDAGINE 

La ricognizione del patrimonio culturale è stata effettuata attraverso una schedatura 

organizzata per singole tipologie di beni, che consistono in: 

A. siti archeologici n°4 

B. sistemi fortificati n°3 

C. chiese di interesse storico n°6 

D. ville storiche n°2 

E. edifici rurali non residenziali n°3 

F. case rurali n°121 - scheda d’insieme 

G. ville e palazzine urbane di fine ‘800 e primo ‘900 n°45 - scheda d’insieme 

H. palazzi ed edifici pubblici di primo ‘900 n°5 

I. archeologia industriale n°6 

J. monumenti n°1 

K. altri edifici storici di carattere minore di proprietà comunale n°9 

Per ogni singolo bene sono stati messi a fuoco i seguenti aspetti: 

1. dati generali 

• denominazione 

• ubicazione 

• proprietà 

2. consistenza 

• datazione 

• cenni storici 

• descrizione tipologica

3. stato del bene 

• stato di conservazione 

• destinazione d’uso (originaria e variata) 

• vincoli 

4. note 

• contesto, eventuali progetti di recupero e riuso,ecc. 

MARCHINGEGNO 


Le fonti utilizzate sono molteplici: dai testi descrittivi della storia del territorio 

falconarese, a testi più specifici per le singole tipologie di beni, agli allegati del P.R.G. per 

gli edifici di interesse storico, alle schede inventariali di catalogazione scientifica. E’ stata 

inoltre effettuata una verifica sul campo per lo stato di conservazione del bene 3 3 . 

Per quanto riguarda l’applicazione di indicatori culturali per la valutazione del 

sistema, nel redigere la schedatura si è scelto di non considerare la fruizione da parte del 

pubblico, per i seguenti motivi: 

• la maggior parte dei beni hanno destinazioni d’uso non compatibili con una fruizione 

organizzata e continuativa da parte del pubblico 3 4 ; 

• una quota del patrimonio è fortemente degradato e quindi non agibile 3 5 ; 

• per la quota residua del patrimonio storico-architettonico aperto al pubblico, 

mancano sistemi di rilevazione delle presenze 3 6 . 

CARATTERISTICHE GENERALI DEL SISTEMA 

Le considerazioni di carattere generale formulate sulla base dell’indagine del sistema 

del patrimonio sono le seguenti: 

• La mancanza di rilevanti evidenze archeologiche ed eccellenze storico-artistiche, 

che conferisce debolezza al sistema in termini di riconoscibilità, attrattività e 

caratterizzazione. Anche le emergenze più significative, quali i castelli, le rocche e le 

ville storiche, non costituiscono mete di richiamo né per turisti né per residenti, ma si 

configurano piuttosto come luoghi della memoria, nella cui storia s’identifica lo 

sviluppo della comunità falconarese e che diventano importanti in rapporto al sentire 

collettivo. 

• Un patrimonio comunque legato alla storia e all’economia del luogo, che ben 

riflette le condizioni storiche e sociali sottese alla sua realizzazione, e che sviluppa 

33 Le fonti sono riportate nell’allegato II.4 Il sistema del patrimonio culturale. 

3 4 E’ questo il caso sia di edifici pubblici o aperti al pubblico (ad es. il Castello Falconara Alta ora sede comunale, l’ex Cinemateatro 

Ciucci ora sede bancaria, ecc.), sia di edifici privati (es. le ville storiche tuttora residenze private). 

35 Tra i beni più significativi la Villa Monte Domini, con l’annesso complesso Le grotte, e l’ex-Montedison. 

36 Gli edifici storici vengono qui considerati per il loro valore in sé, e non in quanto sedi di servizi alla cultura ( ad es. musei, 

biblioteche, teatri). Il problema del monitoraggio dei flussi diventa, infatti, più significativo per il sistema dei servizi, considerato 

che per il sistema del patrimonio, ad eccezione forse della Rocca Priora o della Villa Monte Domini, mancano edifici storici 

capaci di attrarre visitatori per il loro intrinseco valore storico-artistico. 

129




130 

significativi rapporti identitari rispetto alla popolazione. Da ciò l’importanza che nel 

contesto assume anche il patrimonio dell’archeologia industriale e delle architetture 

rurali. 

• Una debolezza complessiva in termini di valore semiotico del patrimonio culturale, 

vale a dire della capacità di significare ed esprimere attraverso le emergenze artistiche 

e storiche l’identità e la distintività del luogo, offrendo un’immagine univoca da 

veicolare e su cui fare leva nell’elaborazione di una strategia di promozione culturale e 

turistica della città. 

• Un patrimonio culturale dal carattere diffuso, le cui emergenze non sono raccolte in 

un unico fulcro urbano, bensì distribuite su un territorio dalla complessa orografia e 

che presenta elementi di debolezza nel sistema dei collegamenti, fattore che di per sé 

complica la fruizione dei beni. 

• Una difficoltà oggettiva nella strutturazione di itinerari che mettano a sistema più 

beni e che siano di agevole comprensione e leggibilità, generata dalla mancanza di 

tematismi forti e di caratteri di originalità tali da giustificare complessi percorsi a 

tappe all’interno di un contesto urbano di per sé poco godibile esteticamente. 

• La presenza di alterazioni del tessuto storico che hanno portato ad una 

decontestualizzazione delle evidenze storiche, cui si aggiungono sostituzioni e 

rimaneggiamenti su buona parte del patrimonio, con una perdita irreversibile in 

termini di immagine. 

• Molte delle emergenze storiche più significative e caratterizzanti il territorio, pur 

trovandosi in un discreto stato di conservazione hanno una limitata fruibilità per 

usi culturali a causa delle attuali destinazioni d’uso. Tale fatto, a cui oggi è 

impensabile dare risposta, interessa le emergenze storiche più importati, ovvero: 

il Castello di Falconara Alta, il Castello di Castelferretti, la Rocca Priora 

• La mancanza di contenitori storici di pregio, adatti ad ospitare funzioni di tipo 

culturale. Gli edifici storici oggi disponibili sono quelli meno significativi, per lo più 

risalenti al primo Novecento; di fatto molti progetti sono stati avviati 

dall’Amministrazione per convertire quest’ultima tipologia di beni a sede di servizi 

culturali 3 7 . 

• Un’occasione importante è rappresentata dal patrimonio dell’archeologia 

industriale, un patrimonio fortemente legato al territorio che potrebbe ospitare 

funzioni con elevata capacità attrattiva, anche in virtù di una collocazione dei 

manufatti in aree non congestionate dal traffico urbano. 

• Esistono situazioni di grave degrado che costituiscono un rischio di perdita per il 

patrimonio e che richiedono interventi urgenti di recupero. Tra queste si citano, in 

ordine di importanza: 

3 7 Casa della Musica, Centro culturale Piero Pergoli, Teatro Fanesi, Galleria d’arte contemporanea.

• Villa Monte Domini e il complesso “Le Grotte” (Castelferretti) 

• Edifici Ex-Montedison (Falconara Nord- litorale) 

• Ruderi della Rocca di Barcaglione (Barcaglione) 

• Molino Santinelli (Fiumesino) 

• Ex cinema ENAL (Castelferretti) 

MARCHINGEGNO 


• Esistono situazioni di minor degrado che, pur non rappresentando un rischio nel 

breve periodo, meriterebbero comunque interventi di recupero e valorizzazione, a 

partire anche da una loro ridestinazione funzionale. In ordine di importanza: 

• Castello di Castelferretti 

• Edificio Ex Squadra Rialzo (Villanova) 

• Edificio ex Simem-Angelini (zona stadio) 

• Ville Barberesi (tra località Tesoro e Barcaglione) 

• Chiesa di San Lorenzo Martire e complesso del “Conventino” (Fiumesino) 

CARATTERISTICHE PER TIPOLOGIA DI BENE 

Di seguito si riportano brevi considerazioni per ogni singola tipologia di bene; la 

descrizione analitica dei singoli beni è riporta nell’allegato II.4. 

A. Siti archeologici 

Limitate le evidenze archeologiche rinvenute sul territorio, che consistono in alcuni 

reperti preistorici (Falconara Alta, Barcaglione e Monte Domini), un pozzo e una cisterna 

di epoca romana (zona Tesoro), resti di ponte romano (zona Fossatello a Castelferretti), un 

relitto di nave romana (in mare aperto all’altezza di Palombina Vecchia), i ruderi del 

medioevale Castello di Barcaglione (in prossimità del Parco Zoo Paese dei Bimbi). 

La loro consistenza e collocazione non giustificano, a meno di nuovi significativi 

rinvenimenti, la realizzazione di un’area archeologica allestita e aperta continuativamente 

al pubblico, anche in relazione alla presenza di più importanti aree archeologiche nei 

comuni limitrofi (in particolare Ancona). 

Per il Castello di Barcaglione, le attuali evidenze non consentono una corretta 

valutazione della consistenza del sito. 

B. Sistema dei castelli e delle rocche 

Questo sistema - composto dalle emergenze dei castelli di Falconara Alta, di 

Castelferretti, della Rocca Priora, cui si devono aggiungere i resti della più antica Rocca di 

Barcaglione - comprende il patrimonio di maggior interesse storico-tipologico e insieme il 

più emblematico delle origini del Comune. 

Di origine medioevale, è profondamente diverso dal sistema delle fortificazioni 

anconetane, le cui emergenze più significative e di maggior consistenza sono di tipo 

“moderno”, ovvero databili tra XVI e XIX secolo. Se i castelli di Falconara Alta e Barcaglione 

erano in origine in continuità visiva con gli altri presidi del vicino entroterra, 

131




riallacciandosi quindi ai sistemi fortificati e alle città murate della bassa e media Valle 

dell’Esino, la Rocca Priora rientra tra i presidi fortificati di costa, e trova quindi relazioni 

con Ancona e Marina di Montemarciano e Senigallia. 

L’immagine che le singole emergenze fortificate oggi conservano, pur possedendo 

complessivamente una buona integrità formale e un buono stato di conservazione (discreto 

per Castelferretti), risentono tuttavia di un contesto urbano e paesaggistico che ha subito 

nel tempo significative alterazioni, e che diventa di degrado nel caso di Rocca Priora. 

Il maggior limite per una fruizione di carattere culturale è rappresentato dalle attuali 

destinazioni d’uso: 

· il Castello di Falconara Alta è la principale sede municipale: solo i sotterranei sono 

adibiti a museo, mentre la corte interna è utilizzata per spettacoli nel periodo estivo; 

· la Rocca Priora di Fiumesino è godibile solo negli esterni, essendo residenza privata; 

· il Castello di Castelferretti presenta una proprietà frazionata tra una molteplicità di 

privati (con utilizzo residenziale e commerciale) e il Comune, la cui porzione di 

proprietà è adibita a Centro di Educazione Ambientale. 

Per Castelferretti il frazionamento della proprietà rende difficile oggi, sia per il 

pubblico che per il privato, sostenere interventi di recupero e di riuso all’interno di un 

contesto urbanistico poco pregiato sia in termini di immagine che di funzioni, nonostante 

la strategica posizione in prossimità dell’aeroporto e del casello autostradale. 

Tuttavia proprio il Castello dei Ferretti, in virtù della sua importanza storica e delle 

superfici che complessivamente sviluppa - oltre al fatto che l’attuale improprio utilizzo e lo 

stato di conservazione inducono ad una ristrutturazione dell’intero complesso in tempi 

medio/brevi - rappresenta un’importante occasione per il territorio, potendo divenire il 

perno di un itinerario di visita e di scoperta della bassa Vallesina a partire da una mostra 

permanente sui diversi sistemi fortificati. 

Il sistema dei castelli, delle rocche e dei borghi fortificati, diventa infatti di interesse 

se esteso ai comuni limitrofi, quali Camerata Picena, Cassero, Castel D’Emilio, Monte 

Marciano, Marina di Monte Marciano, Montignano, Morro d’alba. ecc.; luoghi in cui 

l’immagine medioevale del patrimonio viene rafforzata da una migliore integrazione 

paesaggistica. 

C. Chiese di interesse storico 

Pur essendo certamente significativo per la comunità locale, il patrimonio delle chiese 

non presenta eccellenze tali da giustificare un itinerario di visita. Le più suggestive sono la 

piccola chiesa di S. Maria della Misericordia, nei pressi del cimitero di Castelferretti, e la 

chiesa di S. Maria di Loreto a Barcaglione, entrambe periferiche e aperte al pubblico solo su 

richiesta. 

Non si danno pertanto indicazioni per la loro valorizzazione. 

D. Ville storiche 

Sulla parte collinare del territorio, tra Barcaglione, Tesoro e Monte Domini, si trovano 

alcune ville signorili di notevole importanza costruite tra XVI e XIX secolo. Le più 

132

MARCHINGEGNO 


importanti, censite “di interesse storico” anche dal PRG99 3 8 , sono: Villa Monte Domini, 

Villa Barbaresi, Villa Pallucchini, Villa Terni. Molte di queste sono tuttora adibite a privata 

residenza e non consentono quindi una fruizione a fini culturali. Alcuni giardini di villa, 

tuttavia, nel periodo estivo vengono aperti al pubblico per piccole manifestazioni culturali 

serali, organizzate dal Comune. 

Le due ville di maggior interesse rispetto alle finalità del presente lavoro, riportate 

anche nella schedatura allegata, sono Villa Barbaresi e Villa Monte Domini. 

In particolare Villa Monte Domini, per la sua importanza storica e qualità 

architettonica (opera del noto architetto rinascimentale Antonio da Sangallo il Giovane), 

per la sua consistente superficie utile (considerando anche l’annesso complesso “La 

Grotta” ai piedi della collina), per la strategica posizione rispetto al sistema delle 

infrastrutture (sovrastante Castelferretti, vicina all’aeroporto, al casello autostradale e in 

futuro alla nuova stazione ferroviaria), nonché per il pregiato contesto paesaggistico e 

ambientale, meriterebbe certamente una destinazione coerente con l’eccellenza che 

esprime. Destinazione che può anche non essere di carattere culturale, ma che - 

compatibilmente con una possibile fruizione anche da parte dei cittadini - deve poter 

assumere una rilevanza sovra-locale mettendo in rete non solo le più rilevanti istituzioni di 

ricerca, tra cui certamente le università (locali e nazionali), ma anche enti pubblici, 

fondazioni bancarie, associazioni di categoria e, soprattutto, imprese. Un uso che deve 

essere in sintonia con la politica del territorio adottata dall’Amministrazione Comunale e 

con i progetti di trasformazione urbana in fase di avvio. 

Villa Monte Domini è inoltre situata in prossimità di altre ville storiche (tra cui Villa 

Pallucchini) e di pregevoli casali rurali, tanto che è possibile parlare di “sistema Monte 

Domini”, per il quale sarebbe auspicabile, in futuro, un utilizzo coerente sia con la 

salvaguardia del patrimonio che con le esigenze di sviluppo del territorio. 

E. Edifici rurali non residenziali 

Tale categoria comprende tre manufatti rurali di tipo produttivo: la Fattoria 

Donninelli e l’Ex-Mulino Santinelli e gli edifici Ex-Cam. 

Il più significativo è certamente il Mulino Santinelli: in stato di abbandono e di grave 

degrado, sta per essere recuperato e destinato a Museo dell’Habitat Fluviale con annesso 

Centro Studi, divenendo quindi un polo preferenziale del sistema del Parco Fluviale 

dell’Esino 3 9 . 

F. Case rurali 

Si tratta di un patrimonio consistente che comprende ben 121 manufatti. La maggiore 

concentrazione si ha nella parte collinare del territorio e nella piana attraversata dal Fiume 

Esino, dove insistono le tipologie più interessanti (case con bigattiera). 

Le tante case coloniche e padronali che caratterizzano il paesaggio collinare e della 

campagna falconarese, costituiscono valide espressioni della cultura rurale marchigiana e 

sono tutelate da norme vincolistiche. Tuttavia circa il 25% dei manufatti è in stato di 

abbandono. 

3 8 PRG99 - All. B.07.01. Album degli edifici e manufatti storici. Non sono state prese in considerazione nella schedatura altre 

ville storiche presenti sul territorio, in quanto per il loro utilizzo o la loro ubicazione non sono di potenziale interesse ai fini del 

presente lavoro. 

39 Per il “Museo dell’Habitat Fluviale” si veda il capitolo II.5 Il sistema dei servizi culturali. 

133




La tendenza, soprattutto per l’area di Barcaglione e Tesoro, è quella di un’acquisizione 

da parte delle imprese immobiliari e di un frazionamento a fini residenziali. 

G. Ville e palazzine urbane di fine ‘800 e primo ‘900 

A testimonianza dello sviluppo del territorio anche come residenza estiva e luogo di 

villeggiatura, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio Novecento, resta un consistente sistema di 

ville e palazzine situate sul lungo mare e nelle vie prospicienti il centro cittadino (in origine 

Marina di Falconara). Si tratta di un’insolita coabitazione di stili diversi – da richiami 

Neoclassici, al Liberty, al Neogotico sino a combinazioni di carattere più eclettico 4 0 – con 

manufatti di diverso pregio architettonico, per lo più con giardino, e adibiti a residenza 

privata 4 1 . 

Tali costruzioni sono anche testimonianza della società e del gusto dell’epoca: l’alta 

condizione sociale ed economica dei proprietari giustificava la volontà, sottesa alla 

costruzione delle ville, di porre in evidenza il loro status sociale attraverso costruzioni 

dense di apparati decorativi. 

Anche se in un complessivo buono stato di conservazione, risentono dell’alterazione 

generalizzata del contesto urbano, trovandosi spesso affiancate a palazzi multipiano che ne 

soffocano la visione. Il PRG 99 ha introdotto un vincolo conservativo per tutto il sistema 

delle ville. 

La loro valorizzazione diviene importante per la caratterizzazione del paesaggio 

urbano. 

H. Palazzi ed edifici pubblici di primo ‘900 

Nel prima metà del Novecento sono state compiute importanti opere pubbliche e 

realizzati manufatti di carattere fortemente rappresentativo in base agli stili e ai gusti 

dell’epoca. Oltre all’importanza che certamente rivestono come testimonianza della storia 

locale, queste architetture esprimono anche una notevole pregevolezza architettonica. 

Attualmente sono tutte utilizzate a fini pubblici, ad eccezione dell’ex-cinema ENAL per cui 

è in avvio un intervento di recupero e ridestinazione funzionale. 

Gli edifici più importanti sono il Palazzo dell’ex-Municipio e la Stazione Ferroviaria. Il 

Palazzo dell’ex-Municipio ha oggi trovato una nuova importante funzione urbana attraverso 

una pluralità di utilizzi. Al suo interno ospita: l’Archivio Storico Comunale, il laboratorio 

dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, una sede universitaria triennale autonoma ed il 

corso triennale di Scienze Ambientali. E’ inoltre utilizzata per corsi di specializzazione e 

master. 

La Stazione Ferroviaria - una delle più insigni opere in stile littorio della provincia di 

Ancona – diverrà suscettibile di un intervento di ridestinazione funzionale a partire dalla 

realizzazione della nuova stazione in zona Castellaraccia, come previsto dal riassetto urbano 

nel progetto elaborato dall’arch. Bohigas. L’ipotesi portata avanti dall’Amministrazione è di 

un utilizzo come “nuova porta della città verso il mare”, potendo accogliere al suo interno 

attività commerciali, ricreative e strutture di ristorazione. 

Per altri edifici storici di pubblica utilità (ad eccezione della sede del Corpo Bandistico 

di Castelferretti, saldamente legato alla sua funzione originaria), quali ad esempio la Sede 

40 A questi stili, tipici delle residenze, si devono aggiungere lo stile littorio di epoca fascista, il cui più valido esempio è la stazione 

ferroviaria, e alcune esperienze di carattere razionalista di metà Novecento, sempre per residenze. 

41 Fa eccezione Villa Amalia, felicemente adibita a locanda e ristorante di alto livello. 

134

MARCHINGEGNO 


Operaia del Mutuo Soccorso di Falconara Alta (1910) e l’ex-cinema ENAL di Castelferretti, 

è ipotizzabile invece un rafforzamento del loro ruolo come poli di quartiere, con scopi 

informativi e divulgativi. 

I. Archeologia industriale 

La maggiore occasione per lo sviluppo culturale del territorio è costituita dal 

patrimonio dell’archeologia industriale, un patrimonio che ben esprime la storia e la 

vocazione di questo territorio e che presenta anche strutture di notevole interesse storicotipologico, 

oggi in grave stato di abbandono e degrado. 

In particolare, il complesso dell’ex-Montedison (verso Marina di Montemarciano), 

l’edificio Squadra a Rialzo FF.SS. (Villanova) e le strutture dell’ex-Simem-Angelini (tra 

Falconara città e Castelferretti) assumono particolare interesse per la loro notevole 

cubatura e per la loro strategica posizione, anche in relazione agli interventi di 

trasformazione urbana previsti dal PRG99 e dal Progetto Bohigas. 

Per l’ex Squadra a Rialzo recentemente sono state messe in atto diverse iniziative atte a 

promuovere un suo utilizzo a fini culturali 4 2 , in attesa di una trasformazione a sede 

espositiva sul tema delle mobilità urbana a partire da un nucleo di mezzi ferroviari storici, 

attualmente ricoverati al suo interno 4 3 . Tale utilizzo appare perfettamente coerente tanto 

con le caratteristiche e la storia dell’immobile quanto con la struttura culturale del 

territorio. 

Il complesso Montedison presenta, invece, problematiche maggiori sia per lo stato di 

degrado dei manufatti (in parte sottoposti a vincolo di interesse storico), sia per le 

problematiche di bonifica connesse alle vecchie attività produttive, sia per le sue 

dimensioni: le risorse necessarie per un intervento di recupero non sono infatti 

compatibili con le risorse pubbliche. Occorre pertanto individuare nuove destinazioni 

d’uso capaci di attrarre consistenti finanziamenti privati (anche in project-financing) e di 

sviluppare una capacità attrattiva di utenza tale da innescare positive dinamiche di sviluppo 

per l’intero territorio. 

Certamente sono da considerare, anche in funzione della sua collocazione sulla 

marina, utilizzi legati al divertimento e al tempo libero 4 4 . Sarebbe tuttavia importante per 

un territorio come Falconara, che è alla ricerca di nuove forme di espressione della qualità, 

individuare destinazioni d’uso fortemente innovative e rispondenti alle vocazioni che il 

territorio stesso esprime, evitando di mettersi in competizione con strutture di 

divertimento più adatte a dinamiche turistiche di tipo romagnolo, che qui troverebbero un 

evidente limite, oltre che nella competizione, anche nel sistema ricettivo. 

L’Ex Simem-Angelini è situata in un’altra area strategica del territorio, in prossimità 

dell’area che in futuro dovrà contenere un nuovo polo direzionale e la nuova stazione 

ferroviaria; attualmente risente del forte impatto dell’adiacente centrale ENEL. Non sono 

stati avanzati ad oggi progetti per il suo recupero. 

J. Monumenti 

42 Al suo interno sono state ospitate performance artistiche e installazioni. 

43 L’idea di musealizzare questa struttura sul tema dei trasporti (e più in generale della mobilità) nasce dalla disponibilità concessa 

dal Dopolovaro Ferroviario e dall’Associazione Amici delTreno a Vapore di un primo nucleo di mezzi ferroviari storici, 

attualmente ricoverati all’interno dell’ex Squadra a Rialzo. Si veda il capitolo II.5 Sistema dei servizi culturali. 

44 Tali indicazioni sono già state previste dal PRG99. 

135




L’unico monumento storico significativo è dato dal Monumento ai Caduti, collocato di 

fronte all’ex Palazzo Comunale. Recentemente sono state collocate diverse opere di artisti 

contemporanei in più parti della città, ma senza la definizione di una preliminare strategia 

di valorizzazione del territorio. 

k. Altri edifici storici di interesse minore e proprietà comunale 

Si tratta prevalentemente di edifici del primo Novecento realizzati per fini sociali, 

prevalentemente scuole pubbliche. E’ un patrimonio minore, che deve essere conservato, 

ma che non necessita di particolari azioni di valorizzazione. 

VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEL PATRIMONIO DEI BENI CULTURALI 

SISTEMA 

PATRIMONIO 

136 

Consistenza Valore 

storicoartistico 

Valore di 

memoria 

Stato di 

conservazio 

ne 

Possibilità 

di itinerario 

Importanza 

nell’azione di 

valorizzazione 

del territorio 

Tempi 

Archelogia * * * ** 

* 

Brevi 

Rocche e 

castelli 

**** *** *** ** ** *** Medio/Brevi 

Chiese * ** ** ** 

Ville storiche ** ** *** * **** Medio/lunghi 

Teatri, 

auditori, sale 

convegni 

Ville e 

palazzine 

primo ‘900 

Palazzi ed 

edifici pubblici 

primo ‘900 

Archeologia 

industriale 

** * ** * *** ** Medio/brevi 

*** ** *** *** ** * Brevi 

*** *** *** *** * ** Medio/lunghi 

*** *** *** * **** Lunghi 

Monumenti * ** *** * ** Brevi 

Edifici storici di 

carattere 

minore 

** * ** ** 

Sufficiente * Discreto ** Buono *** Ottimo ****

2.5 

Il sistema dei 

servizi culturali 

MARCHINGEGNO 


L’indagine sul sistema dei servizi per la cultura 

presenti all’interno di Falconara M.ma ha lo scopo di 

mettere a fuoco – analizzandone le tipologie, la 

consistenza e la qualità – da un lato la vocazione 

culturale finora espressa dal territorio, il grado di 

dinamicità e la performance complessiva del sistema, 

dall’altro i limiti e le carenze dell’attuale offerta. I 

servizi culturali, infatti, se coerenti con l’offerta 

complessiva del territorio ed in grado di esprimere funzionalità, efficienza ed innovazione 

in una logica di imprenditorialità, diventano un’importante risorsa per lo sviluppo locale (e 

non solo per il comparto culturale e turistico), nonché uno dei principali cardini su cui 

costruire il rilancio del territorio in relazione al processo di riqualificazione urbana. 

Per chiarezza di analisi si è scelto di operare una distinzione tra servizi e produzioni: 

nel caso dei teatri e degli spazi espositivi non verranno pertanto presi in considerazione le 

rispettive programmazioni, ma soltanto gli spazi e le funzioni previste. 

L’INDAGINE 

Per il censimento dei servizi culturali, si è proceduto con una schedatura sintetica 

sulla base dei dati disponibili, procedendo ad una raccolta sistematica di atti, delibere e 

documenti di progetto presso i diversi Servizi dell’Amministrazione, della rassegna 

completa della stampa locale e delle news-letters del Comune, nonché a sopralluoghi ed 

interviste ai referenti dei singoli servizi. Le schede sono riportate nell’Allegato 2.5. 

Sono state individuate le seguenti tipologie di servizi: 

A. Biblioteche e Archivi Storici 

B. Musei 

C. Sedi per esposizioni temporanee 

D. Teatri, auditori, sale convegni 

E. Cinema 

F. Altri luoghi di spettacolo 

G. Alta formazione 

H. Servizi sportivi 

Per ogni tipologia sono state analizzate le strutture già esistenti, quelle in via di 

realizzazione o solo in fase di progettazione: ciò allo scopo di fornire un panorama il più 

completo possibile sugli aspetti culturali della città, evidenziando i fattori di 

trasformazione in atto. Per ogni servizio culturale sono state raccolte informazioni riguardo 

a: cenni storici, contenuti, pratica e accesso da parte degli utenti (ove possibile), risultati 

conseguiti e relazioni con eventuali sistemi di reti culturali già in essere sul territorio 

comunale e/o provinciale. 

137





Le considerazioni di carattere generale formulate sulla base dell’indagine del sistema 

sono le seguenti: 

· Forte dinamismo e progettualità espressa dall’Amministrazione Comunale per 

l’incremento e la qualificazione dei servizi negli ultimi anni. 

· Riconosciuta importanza strategica del settore cultura, che si coglie anche negli 

ingenti investimenti messi in campo dall’Amministrazione 4 5 . 

· Potenzialità di sviluppo del sistema dei servizi individuata all’interno di un sistema 

di pluriofferta culturale: teatro, musica, eventi, musei storici e artistici, musei 

naturalistici, formazione. 

· Creazione di un centralissimo circuito cittadino della cultura, con la progressiva 

apertura di nuovi contenitori. 

· Appartenenza a sistemi di rete per la promozione e la gestione dei servizi a scala 

sovracomunale (Sistema Bibliotecario Esino Mare e Associazione Museale della 

Provincia di Ancona). 

· Nonostante la molteplicità delle azioni già compiute o avviate, il territorio non 

esprime ancora un suo “asset”, ovvero un “marchio” del processo di valorizzazione; 

ciò genera la mancanza di un’immagine unitaria che riesca a rendere riconoscibile 

all’esterno l’offerta complessiva del territorio, ad oggi dispersiva e non sempre di alto 

livello. 

· Ad eccezione del Sistema Museale della Provincia e del Sistema Bibliotecario Locale 

Esino Mare, non esiste una strategia di rapporti con le vicine città che sono 

portatrici di una più consistente offerta culturale: Ancona, Senigallia, Jesi si 

caratterizzano per una complessiva maggiore qualità e quantità di servizi culturali e 

costituiscono quindi importanti competitors. 

· La mancanza di una strategia unitaria di valorizzazione su cui impostare la 

complessiva offerta culturale del territorio, a partire non solo dalla vocazione culturale 

e dalle esigenze espresse dalla comunità locale, ma da un attento incrocio tra questi 

stessi elementi e gli obiettivi di una politica di sviluppo del territorio nel suo 

complesso, tenendo conto anche dei risultati di immagine che si intendono ottenere. 

· La mancanza di un’integrazione delle attività a livello settoriale, intersettoriale e 

territoriale. A livello settoriale la mancanza di una programmazione unitaria e 

coerente tra i diversi servizi (ravvisabile ancor più nella produzione culturale) è 

45 Si veda il capitolo II.7 Politiche culturali e spesa pubblica. 

138

MARCHINGEGNO 


dovuta soprattutto alla molteplicità dei referenti all’interno della stessa 

Amministrazione, che stentano a definire una strategia comune e a trovare il giusto 

coordinamento. 

· Sino ad oggi si sono privilegiati interventi puntuali, piuttosto che realizzare un 

programma integrato di azioni per il territorio: la molteplicità degli interventi risulta a 

tratti poco organici e soprattutto non vengono colti nella logica della valorizzazione 

complessiva della città, con un effetto di dispersione. Il senso di dispersione generato 

da una sovrabbondante e disorganica progettualità è accentuato da azioni di 

comunicazione non programmate e poco mirate rispetto ai risultati che si intendono 

ottenere. 

· Il sistema dei musei risulta nel suo complesso piuttosto debole, anche 

considerando i progetti in avvio. Mancano, infatti, collezioni e musei di eccellenza, su 

cui puntare per il processo di valorizzazione come occasione per una attrazione 

continuativa rispetto ad un bacino non solo locale. 

· Esiste una tendenza a sovraccaricare di funzioni le medesime strutture, 

frammentando gli spazi o rendendoli polivalenti: ciò, oltre a limitare le prestazioni dei 

singoli servizi (ad es. non offrendo spazi adeguati per future implementazioni) porta 

ad una non immediata riconoscibilità del ruolo della singola struttura, e del servizio 

che ospita, all’interno del sistema. 

· Sono stati attivate diverse iniziative per la formazione post-universitaria in rapporto 

con le università locali, manca tuttavia un monitoraggio sulle effettive ricadute di tali 

azioni. Non è stato inoltre esplicitata la strategia dell’uso dei corsi in relazione agli 

obiettivi di sviluppo del territorio. 

CARATTERISTICHE PER TIPOLOGIE DI SERVIZIO 

Di seguito si riportano brevi considerazioni per ogni singolo sistema di servizi; la 

descrizione analitica e puntuale di ogni singola struttura è riporta nell’allegato II.5. 

A. Biblioteche e Archivi Storici 

Il sistema comprende: 

· la Biblioteca Civica, all’interno del Centro Culturale Piero Pergoli 

· la Biblioteca Francescana e Picena, presso il complesso di S. Antonio da Padova 

· l’Archivio Storico Comunale, all’interno dell’ex Palazzo del Municipio 

Il Biblioteca Civica, con l’apertura della nuova sede, risulta complessivamente adeguato 

alle esigenze del territorio. Manca un collegamento con le altre strutture di offerta 

presenti sul territorio e con il sistema della rete dei punti di ascolto. 

139




140 

La Biblioteca Francescana e Picena ha attualmente poca relazione con il territorio, in 

virtù della sua alta specializzazione e delle attuali modalità di gestione. Tuttavia, oltre 

ad essere un importante riferimento per molti studiosi (anche non italiani) sul tema 

del francescanesimo, conserva al suo interno un significativo nucleo di opere e 

documenti relativi alla storia locale. E’ accessibile solo su prenotazione. 

L’Archivio Storico Comunale, conserva documenti e atti relativi al periodo tra il 1880 al 

1928 (anno in cui il regime fascista ordinò la soppressione del Comune), restituiti alla 

città recentemente e messi a disposizione del pubblico a partire dal febbraio 2004. La 

sua possibilità di fruizione ha orari molto limitati. Non ha relazioni con il sistema 

bibliotecario, né con l’emeroteca e la fototeca (in progetto). 

B. Musei 

Il sistema museale comprende oggi due musei: 

· Museo della Resistenza 

· Pinacoteca Internazionale Francescana 

Si stanno per realizzare le seguenti nuove strutture: 

· Galleria d’Arte Contemporanea 

· Museo dell’Habitat Fluviale 

· Museo del Fiume 

Sono in progetto le seguenti strutture: 

· Museo del Fumetto 

· Museo storico ferroviario 

Il Museo della Resistenza, nonostante il forte legame che unisce la memoria dei 

falconaresi alle vicende della lotta per la Resistenza, non è ancora frequentato da un 

numero abbastanza consistente di visitatori, per la maggior parte costituiti da pubblico 

scolastico. Mancano significative relazioni con circuiti nazionali museografici sullo 

stesso tema. Il Museo è inoltre collocato in posizione distante dai principali circuiti 

cittadini e non ha nei pressi altri elementi attrattori. 

La Pinacoteca Francescana e Picena ha un valore soprattutto documentario e pastorale, 

con una limitata capacità attrattiva di pubblico. Attualmente non ha relazioni 

significative rispetto al territorio. 

Per le nuove strutture non è chiara la strategia che sottende le loro realizzazioni, né si 

rileva un collegamento evidente tra ciò che i musei dovranno esprimere e il territorio 

falconarese. 

Per la Galleria d’arte contemporanea, il contenitore individuato non appare né 

architettonicamente rappresentativo né dimensionalmente sufficiente per accogliere 

una collezione in corso di costituzione (oltre ai necessari spazi per attività e depositi). 

Essa è inoltre situata in un contesto urbano poco pregiato e già congestionato dal 

traffico cittadino. 

Le risorse necessarie per portare la nuova istituzione museale ad un adeguato livello di 

confronto con altre strutture già presenti sul territorio regionale sono molto ingenti. 

Esistono infatti significativi competitors sul territorio, in particolare: la “Galleria

MARCHINGEGNO 


Regionale d’arte moderna e contemporanea” a Sassoferrarto, la “Collezione del '900 

italiano” di Palazzo Ricci a Macerata ed il Centro per l'Arte Contemporanea “La 

Pescheria” a Pesaro. Anche Ancona ha in animo di allestire nel breve/medio periodo 

una propria Galleria d’arte moderna a partire da un nucleo già esistente presso la 

Pinacoteca Civica e presso il Museo Tattile Statale Omero. 

Per quanto attiene il Museo dell’Habitat Fluviale e il Museo del Fiume, risulta 

particolarmente valida l’idea di unire la riqualificazione degli spazi verdi e del parco 

fluviale con strutture che ospitino attività espositive e didattiche legate all’ambiente e 

ai temi ecologici. Manca tuttavia un chiaro progetto scientifico e museografico, 

nonché un’adeguata pianificazione degli aspetti funzionali e gestionali. 

L’idea di realizzare a Falconara il Museo del Fumetto nasce a partire da una consolidata 

rassegna estiva e dal relativo Premio Falcomics. Il museo dovrà essere ospitato 

all’interno del Centro Culturale Piero Pergoli; gli spazi a disposizione sono tuttavia 

limitati per una destinazione museale. Manca, inoltre, una chiara definizione degli 

obiettivi e delle finalità del museo, anche in relazione ai competitor già esistenti. Non 

si conosce ancora il progetto museografico e scientifico. 

L’idea di un Museo storico ferroviario nasce da un primo consistente nucleo di mezzi 

storici e cimeli messi a disposizione dal locale Dopolavoro Ferroviario e 

dall’Associazione “Amici del Treno a Vapore”. L’idea è già stata recepita 

dall’Amministrazione che ha promosso una Conferenza di Servizi con il 

coinvolgimento di Regione Marche e Sovrintendenza, individuando come contenitore 

l’ex Squadra a Rialzo (Villanova). 

L’attuale raccolta è di rilevante interesse, inoltre la collezione è suscettibile di 

importanti arricchimenti. Il tema ha una evidente rispondenza con lo sviluppo storico, 

con l’attuale situazione e con il futuro di questo territorio; tuttavia, l’impostazione di 

un Museo Ferroviario Storico in senso tradizionale risulta limitativa rispetto alla 

vocazione del territorio che proprio nel sistema più ampio della mobilità ha la sua più 

importante risorsa. Inoltre, molti sono i competitors di musei ferroviari in Italia. 

C. Sedi per esposizioni temporanee 

Il sistema, benché esistano attualmente più sedi espositive, presenta una carenza di 

spazi adeguati per dimensione, immagine e rappresentatività. Le sedi attualmente 

utilizzabili sono: la Sala delle Arti, il piano interrato del Centro Culturale Piero Pergoli, lo 

Spazio Metropoli, attigua al Parco Kennedy. Tutti questi spazi consentono soltanto la 

realizzazione di eventi di piccole dimensioni, e di conseguenza di limitato richiamo. 

Lo Spazio Metropoli è più in funzione delle attività di quartiere. 

Per il futuro si prevede la realizzazione di uno spazio, denominato Officina delle Mostre, 

presso il teatro nell’ex-Fanesi, e di ulteriori spazi presso la Galleria d’arte 

contemporanea. Per quest’ultimi non è stato ad oggi esplicitato il tipo di utilizzo. 

In generale la progettazione e l’utilizzo degli spazi espositivi non risulta calibrata su 

una precisa strategia dell’uso degli eventi, che deve trovare relazioni con il 

complessivo processo di valorizzazione del territorio, ridefinendo il ruolo di ciascun 

contenitore. 

Si deve infatti tenere presente che la tipologia e la qualità dello spazio espositivo 

incidono moltissimo sulla possibilità di realizzare mostre con opere di un certo valore, 

perché da una lato incidono sui problemi legati alla conservazione, all’esposizione e 

141




142 

alla fruizione pubblica, dall’altro devono garantire un certo ritorno di immagine anche 

per i prestatori e i finanziatori. 

D. Teatri, auditori, sale convegni 

Sono in progetto due nuove strutture: il Teatro “Anna Bonacci” e la “Casa della 

Musica”. 

Il nuovo Teatro, in via di realizzazione nei locali dell’ex Garage Fanesi, verrà utilizzato 

anche come cinema ed auditorium, con una capienza di 364 posti. Esso si affaccia sulla 

piazza principale ed è in stretta relazione con il Centro Culturale Piero Pergoli. 

La Casa della Musica, in via di realizzazione, è un nuovo spazio realizzato all’interno di 

una ex-falegnameria, in prossimità del Teatro Bonacci. Comprenderà un auditorium 

con 90 posti e 5 aule insonorizzate per ospitare attività didattiche musicali, andando 

così ad ovviare all’attuale completa mancanza di contenitori dedicati alla musica. 

Mancano sul territorio spazi per conferenze di grande capienza e rappresentatività: gli 

attuali spazi sono adeguati per eventi e convegni di portata limitata. 

La sala conferenze più ampia è quella sita all’interno del Castello di Falconara Alta, con 

146 posti a sedere. A questa si è aggiunta la sala all’interno del nuovo Centro Culturale 

Piero Pergoli. Altre due sale conferenze sono di proprietà e gestione privata Biblioteca 

Francescana e Hotel Touring). 

Un’ulteriore sala conferenze verrà realizzata all’interno del Museo dell’Habitat 

Fluviale. 

E. Cinema 

Manca attualmente una adeguata sala cinematografica. 

Le uniche due sale esistenti presentano dimensioni ridotte e un arredo poco 

accattivante. In estate le proiezioni all’aperto vengono realizzate nell’area cittadina Ex 

Tapioca (fino al 2003 esse avvenivano presso la Corte del Castello di Falconara Alta). 

Non sono stati disponibili dati di affluenza. 

In futuro si prevede di utilizzare il teatro in via di realizzazione presso l’ex Fanesi 

anche in funzione cinematografica; una sovrapposizione di funzioni che potrebbe 

nuocere all’immagine del nuovo teatro. 

F. Altri luoghi di spettacolo 

La Corte del Castello di Falconara Alta è stata deputata, a partire dall’estate del 2004, 

ad ospitare esclusivamente concerti e spettacoli. La programmazione della scorsa 

estate ha visto la presenza anche di artisti famosi, con un ottimo consenso di pubblico, 

all’interno di uno spazio suggestivo. 

Il Parco del Cormorano, assieme allo stadio cittadino, costituiscono gli unici spazi 

aperti adatti ad ospitare spettacoli di grande richiamo. In particolare il primo, con 

azioni mirate di promozione, consente di dare visibilità anche al complessivo sistema 

del Parco Fluviale. 

G. Formazione

MARCHINGEGNO 


Falconara è dal 2002 sede di alcuni corsi di alta formazione. Inizialmente i corsi 

(istituiti grazie alla collaborazione con gli Atenei di Ancona e Camerino) erano 

caratterizzati da una tematica comune, legata alle problematiche ambientali in 

relazione ai grandi impatti industriali, che poneva i percorsi formativi in sintonia con 

la realtà urbana e con le sue più attuali problematiche. 

L’Amministrazione in seguito ha inteso ospitare altri corsi, più di carattere umanistico 

ed artistico (Master in Scultura Monumentale e Narratologia e Corso di 

Specializzazione in Scultura Monumentale), che si relazionano meno sia con la 

specificità del contesto urbano, sia con la politica culturale sino ad oggi promossa. 

Manca quindi una strategia di utilizzo del sistema della formazione, l’insieme degli 

interventi formativi risulta nel complesso dispersiva e poco organica, oltre a non avere 

significative ricadute sul territorio né in termini di indotto, né in termini di progetto, 

né in termini di realizzazione di un polo di eccellenza di rilevanza sovralocale. 

Non ci sono stati forniti dati su affluenza e provenienza degli utenti dei corsi. 

H. Servizi sportivi 

L’Amministrazione Comunale di Falconara M.ma punta moltissimo sulla promozione 

delle attività sportive come veicoli di promozione e integrazione sociale e di crescita 

del singolo individuo. La scelta è testimoniata, oltre che dall’istituzione della Jessie 

Owens, organizzazione che cura direttamente per il Comune le attività sportive svolte 

sul territorio di Falconara, dagli ingenti investimenti che ogni anno vengono 

destinati all’organizzazione di attività, manifestazioni, oltre alla realizzazione e 

manutenzione di strutture sportive sempre più efficienti e funzionali nel servire tutta 

la comunità. 

143




VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI CULTURALI 

SISTEMA 

DEI SERVIZI 

Biblioteche e 

archivi 

144 

Consistenza Funzionalità 

Rispondenza 

alle esigenze 


Progetti 

già avviati 

Importanza 

nell’azione di 

valorizzazione 


Tempi 

** ** *** *** ** brevi 

Musei * ** - *** **** Medio-brevi 

Sedi esposizioni 

temporanee 

Sale 

conferenze, 

cinema, e teatri 

* - - ** **** Medio-lunghi 

* - - - *** medi 

Formazione ** ** * *** *** Medio-brevi 

Servizi sportivi *** *** *** *** ** 

Non sufficiente - 

Sufficiente * 

Discreto ** 

Buono *** 

Ottimo ****

2.6 

Il sistema della 

produzione 

culturale 

MARCHINGEGNO 


Il termine produzione viene riferito a tutte quelle 

occasioni di carattere culturale - mostre, concerti, 

rassegne, spettacoli teatrali, performance, ecc. - 

che non si limitano ad avere un effetto nel periodo 

in cui vengono realizzate, ma che diventano 

operazioni culturali tali da contribuire al rilancio 

dell’immagine di una città e del suo territorio. 

Perché ciò avvenga è necessario che l’evento sia 

portatore di una serie di elementi caratterizzanti e significativi, che sono: 

• la qualità 

• l’innovazione e la distinzione 

• il genius loci 

• le positive ricadute 

• il valore di immagine 

Per genius loci si intende non solo un rapporto diretto con la storia e il patrimonio 

culturale del luogo, ma anche con il tessuto sociale, economico e produttivo del 

territorio in relazione alle vocazioni che lo stesso esprime o intende esprimere. 

Questi elementi, inoltre, devono avere valenza non solo quali valori autonomi ma 

anche, e soprattutto, all’interno di un insieme e delle possibili ed auspicabili 

interrelazioni; devono cioè generare un plus valore, ossia quel valore aggiunto che 

determina da una parte il successo dell’evento e dall’altra innesca processi ed avvia 

azioni che troveranno il loro completo compimento in momenti successivi alla 

realizzazione ed i cui risultati saranno riscontrabili nel futuro. 

Ciò vale per i piccoli come per i grandi eventi, ossia occasioni che possono essere 

considerate tali solo se oltre al successo di immagine e di pubblico, riescono a non 

esaurirsi alla loro conclusione ma trovano nella costruzione dell’evento il modo di 

innescare una serie di processi di valorizzazione e di crescita per la città, fattori che 

possono non essere esclusivamente di tipo culturale ma anche di tipo economico e che, 

se correttamente alimentati e regolati, sono destinati a perdurare nel tempo. 

Sulla base di queste considerazioni si è operata una selezione all’interno del 

panorama della ricca produzione culturale falconarese, cercando da un lato di 

individuare quegli eventi che almeno in parte già rispondono alle caratteristiche citate, e 

che quindi dovranno essere potenziati e valorizzati, dall’altro di mettere a fuoco le 

contraddizioni e le carenze della complessiva offerta. 

L’INDAGINE 

L’analisi è stata condotta sulla base di: documenti programmatici e di spesa messi a 

disposizione dai Servizi Cultura e Turismo del Comune di Falconara 4 6 , interviste mirate 

4 6 Progetto Turistico 2003 - Tempi e Spazi per la Persona 

la rassegna stampa aggiornata degli eventi culturali organizzati nel Comune di Falconara M.ma, la dépliantistica e i cataloghi 

relativi ai singoli eventi, i siti web delle diverse associazioni culturali, oltre a quello ufficiale del Comune di Falconara M.ma. 

145




a referenti amministrativi e privati, raccolta del materiale promozionale distribuito sul 

territorio, sistematica rassegna stampa, monitoraggio web. 

Sono state prese in considerazione, oltre alle attività promosse dalla 

Amministrazione, anche quelle delle associazioni culturali e delle imprese che a vario 

titolo operano nel settore. E’ stato così possibile individuare i punti di forza e di criticità 

del sistema, le peculiarità e i potenziali fattori di vantaggio da sfruttare nell’ampia 

operazione di rilancio complessivo intrapresa dalla città. 

Le valutazioni di performance possibili sono solo di tipo qualitativo e sulla base di 

dati riferiti. Manca infatti un monitoraggio sistematico dei dati di affluenza e di 

gradimento del pubblico, anche in considerazione del fatto che gli eventi, ad eccezione 

di alcuni spettacoli e concerti, non prevedono la bigliettazione essendo ad ingresso 

libero. 

146 

Le più significative produzioni culturali si hanno nei seguenti generi: 

- Arte 

- Fotografia 

- Cinema 

- Musica 

- Teatro 

- Installazioni e performance 

- Rassegne su temi di attualità 

La descrizione dei principali eventi, divisi per genere, è stata raccolta nell’Allegato 

2.5. Nello stesso allegato, al punto B, sono state censite anche le associazioni e le 

imprese che operano sul territorio nel settore culturale. 


Il panorama culturale nazionale presenta, a fronte di un’offerta ancora 

insoddisfacente rispetto alla domanda, una sempre maggiore crescita del consumo 

culturale, rivolto in modo particolare alla fruizione del patrimonio artistico e delle 

attrazioni ad alto valore educativo (in particolare le grandi mostre). Per soddisfare tale 

domanda molte amministrazioni (e non solo quelle delle grandi città) hanno negli 

ultimi anni messo in campo risorse ed energie sempre maggiori, mirando ad entrare nel 

circuito nazionale del consumo e del turismo culturale. 

Contemporaneamente si è assistita ad una crescita costante della domanda 

“interna” di cultura, proveniente cioè da una cittadinanza sempre più interessata alla 

possibilità di trascorrere un tempo libero di qualità, che unisca allo svago anche 

l’informazione e l’impegno promuovendo una crescita complessiva della persona 

(edutainment). 

Falconara, per le sue dimensioni, per la sua storia e per le caratteristiche del suo 

territorio, ha sinora investito soprattutto in questa seconda direzione. Il potenziamento 

del sistema degli eventi degli ultimi anni, più che per supplire alla mancanza di un

MARCHINGEGNO 


tessuto storico e di un patrimonio storico-artistico significativo 4 7 , in coerenza con 

quanto fatto per il sistema dei servizi, è stato consapevolmente utilizzato per avviare un 

processo di costruzione dell’identità urbana, lavorando prima di tutto sull’immaginario 

collettivo interno 4 8 . 

In questa logica sono stati rintracciati tre filoni portanti: 

- la memoria, con mostre, pubblicazioni e convegni sulla Falconara storica; 

- la coscienza civica, con rassegne di carattere sociologico e politico sul significato 

più attuale, ed anche più esteso, di cittadinanza; 

- la coesione sociale, con iniziative di vario genere mirate a favorire processi di 

inclusione sociale, di tipo intergenerazionale ed interetnico. 

Consistenti sono le risorse messe in campo dall’Amministrazione per la 

promozione degli eventi 4 9 , all’interno tuttavia di una programmazione non sempre 

coerente e a tratti dispersiva. A questa si è affiancata, inoltre, la ricca produzione delle 

associazioni presenti sul territorio, il più delle volte attivate con la collaborazione del 

comune. 

E’ importante sottolineare l’importanza che ha avuto, e che a maggior ragione dovrà 

avere in futuro, il sistema della produzione culturale all’interno del processo di 

trasformazione urbana. Gli eventi agiscono in modo diretto sulla comunità, sia 

promuovendo un processo di riconoscimento, con occasioni di incontro e di 

confronto anche in una logica di divertimento, sia stimolando il senso di orgoglio per 

la riappropriazione e la riaffermazione del proprio territorio. Sono uno strumento 

importante per costruire consenso attorno alle scelte complesse e difficili che 

sottendono i grandi cambiamenti, scelte che imporranno in futuro la collaborazione di 

tutti gli attori sociali all’interno di un disegno strategico chiaro e condiviso 5 0 . La cultura 

assume, quindi, un valore “prospettivo”, come risorsa endogena e forza per costruire 

una città “creativa”, capace di elaborare immagini condivise del progetto di 

riqualificazione, sviluppo e promozione. Se, infatti, il processo di trasformazione nel 

suo complesso avrà un esito positivo, sarà perché la città - intesa non solo come 

governo, ma anche come l’insieme dei cittadini, delle associazioni, degli imprenditori, e 

di tutti i portatori di interesse del territorio - avrà accolto positivamente la sfida del 

futuro. 

A questa forza e coesione si deve il successo di tante città italiane ed europee che, a 

partire da situazioni di declino e di degrado urbano, hanno messo in atto un potente 

rilancio della propria immagine puntando sui valori e sulle potenzialità (anche 

economiche) della cultura. Oltre ai casi eclatanti di città come Bilbao, Barcellona, 

Vienna, Genova e Torino, esistono anche città minori che hanno saputo utilizzare la 

cultura come “grimaldello” per il proprio sviluppo. Tra queste si citano i due casi di 

Bassano del Grappa e Brescia, città molto diverse tra loro e senza una spiccata vocazione 

culturale, che tuttavia sono riuscite ad ottenere un loro ruolo nel panorama nazionale a 

partire da una corretta politica di utilizzo degli eventi e dei servizi. 

47 Si veda il capitolo II.4 Il sistema del patrimonio culturale. 

48 Si veda il capitolo II.1 Percezione del territorio: il valore dell’identità e della memoria. 

49 Si veda per l’analisi della spesa nel settore il capitolo II.7 Politiche per la cultura in relazione alla spesa pubblica. 

50 V. cap. IV della presente trattazione, Il ruolo della cultura nel rinnovamento urbano. 

147




Di seguito si individuano le attuali caratteristiche generali del sistema sulla base dei 

risultati dell’indagine. 

1. Chiara volontà politica di riqualificare culturalmente la città, che si esprime con 

l’impegno consistente di nuove risorse umane e di forti investimenti economici nel 

settore. L’obiettivo è trasformare Falconara da bacino di utenza potenziale per altre 

città dell’hinterland a nuovo punto di riferimento culturale del territorio. 

2. Complessivo incremento della produzione culturale e progressivo innalzamento 

del livello qualitativo. Il territorio offre oggi numerose proposte, molto diversificate 

nei generi e con alcuni eventi di punta. 

3. Buona risposta da parte del pubblico. La capacità di richiamo all’esterno della città 

si è ottenuta per quegli eventi che hanno visto la partecipazione di personaggi ed artisti 

di fama nazionale (anche per le rassegne sui temi della politica e dell’etica). 

4. Utilizzo di una politica di gratuità per i servizi e per gli eventi (ad eccezione di 

alcuni spettacoli). Ciò è in sintonia con gli obiettivi sinora perseguiti di creazione di 

un’identità territoriale e di coesione sociale. 

5. Esclusivo finanziamento pubblico del sistema degli eventi. In una fase di partenza 

nella costruzione dell’offerta il Comune ha inteso agire in prima persona, imprimendo 

un forte segnale di rinnovamento al territorio. 

6. Recente istituzione di una Fondazione Culturale Comunale, in particolare per la 

gestione dei nuovi contenitori: Teatro Bonacci, Centro Culturale Piero Pergoli e Casa 

della Musica. La fondazione ad oggi non prevede tuttavia la partecipazione di privati. 

7. Necessità di costruire un progetto culturale che preveda una strategia degli 

eventi più aderente al processo di valorizzazione e sviluppo del territorio e di 

rapporto con il capitale privato. Solo sulla base di un progetto forte, e chiaramente 

esplicitato, il privato può essere incentivato a prendere parte al processo di 

valorizzazione, uscendo dalla logica riduttiva degli sponsor e assumendo un ruolo attivo 

e responsabile. 

8. Carenza di spazi adeguati per ospitare eventi, siano essi spettacoli, mostre, 

concerti, ecc. Ciò tuttavia ha avuto il merito di spingere per l’utilizzo di luoghi 

alternativi, alcuni in via transitoria (in attesa che vengano messi a disposizione i nuovi 

contenitori), altri in forma ormai permanente, essendo entrati a far parte delle 

consuetudini dei falconaresi (il Parco del Cormorano, l’Ex Squadra a Rialzo). La 

spiaggia, invece, non è sinora stata utilizzata per eventi e spettacoli di carattere 

marcatamente culturale. 

9. Mancanza di una caratterizzazione complessiva del palinsesto degli eventi: ad 

esempio il “palcoscenico estivo” si configura come un generico contenitore di 

programma, che restituisce il senso del “di tutto un po’”. 

148

MARCHINGEGNO 


10. Promozione di eventi legati soprattutto all’arte contemporanea, una linea che 

risulta rispondente alle caratteristiche del territorio. Tuttavia, pur nel complessivo 

innalzamento del livello, gli eventi promossi sino ad oggi hanno avuto una rilevanza di 

ambito locale. 

11. Mancanza di una programmazione unitaria e organica, determinata anche dalla 

molteplicità dei referenti che all’interno della stessa Amministrazione fanno cultura 5 1 . 

Ciò può generare, in assenza di una comune strategia e della effettiva possibilità di una 

collaborazione intersettoriale, una difficoltà nel coordinamento e una dispersione di 

risorse. 

12. Un avvio di processi consultivi per la partecipazione pubblica, che tuttavia è 

avvenuto in forma episodica o non strutturata. Il riferimento è sia alla “Consulta 

Giovani”, nata in relazione al progetto di un nuovo centro di aggregazione, sia al 

“Gruppo Zero”, che si configura come un insieme di esponenti del mondo culturale 

locale, nei più diversi ambiti, che però non è rappresentativo del territorio. 

CARATTERISTICHE PER TIPOLOGIA DI PRODUZIONE 

Eventi artistici 

C’è una forte preminenza di eventi focalizzati sull’arte contemporanea, le cui 

variegate, controverse e vivaci espressioni trovano particolare affinità nella realtà 

urbana di Falconara e nella stratificazione culturale in continua evoluzione che 

caratterizza il suo tessuto sociale. 

Ad essere privilegiata è la produzione artistica locale, sia in un’ottica di 

valorizzazione delle risorse del territorio, sia perché la conoscenza spesso diretta e 

personale degli artisti di volta in volta presentati costituisce un forte richiamo per la 

partecipazione dei residenti. Ciò è senz’altro positivo, sia perché si offre visibilità e si 

restituisce dignità al bisogno d’espressione artistica della comunità, sia perché si 

incentivano soprattutto i giovani a nuove e originali forme di produzione. 

La collaborazione instaurata con l’Accademia di Belle Arti di Macerata è in tal senso 

molto importante; potrebbe infatti efficacemente supportare un percorso di evoluzione 

nell’utilizzo dell’arte contemporanea, finalizzato ad applicare forme innovative di 

espressione artistica al territorio e conferendogli in tal modo caratteristiche di 

distinzione e riconoscibilità. 

Infatti, se la produzione artistica locale deve essere certamente valorizzata e 

incentivata, tuttavia è importante che la complessiva programmazione espositiva non 

abbia un taglio esclusivamente localistico e si apra invece al panorama nazionale. In tal 

modo Falconara può diventare appetibile dal punto di vista culturale anche per il 

pubblico dei non residenti. 

E’ fondamentale, tuttavia, che l’utilizzo di artisti di rilevanza nazionale trovi sempre 

addentellati con la vocazione e la linea culturale espressa dal territorio, in modo da 

51 I soggetti all’interno dell’amministrazione che operano in ambito culturale sono: l’Assessorato alla cultura; l’Assessorato al 

Turismo; l’Assessorato alle politiche giovanili, immigrazione e Rom; una nuova struttura per le “ Politiche Istituzionali” a cui si 

affianca il “Gruppo Zero”. 

149




costruire una coerente crescita di immagine e da stabilire rapporti duraturi. Ciò è ancor 

più importante in relazione alla futura istituzione museale d’arte contemporanea; tale 

sistema di relazioni diventa essenziale soprattutto se si ha la consapevolezza di non poter 

costruire quasi da zero una collezione di grandissimo richiamo. 

Questo salto di qualità nella programmazione degli eventi richiede inoltre un 

significativo potenziamento delle attuali sedi espositive, sia in termini dimensionali 

che qualitativi 5 2 . 

150 

Installazioni 

Un nuovo modo di fare arte e che si rapporta fortemente ai contesti a cui si applica 

sono le installazioni. Falconara, così come altre città del suo hinterland, ha iniziato ad 

elaborare alcune proposte di un certo interesse in tema di installazioni. Ricordiamo le 

installazioni luminose estive “Luoghi, non luoghi e fuori luoghi”, che ha messo in evidenza 

siti in stato di degrado ma carichi di significati, e “Continente Donna”, una singolare e 

stimolante commistione, tutta al femminile, tra generi diversi: letture contemporanee, 

performance, installazioni, attività motorie e pratiche. 

Teatro 

Negli ultimi anni l’animazione a Falconara, intesa in senso lato, da quella balneare 

notturna alla produzione dei più diversi generi di spettacolo, ha subito un notevolissimo 

impulso, proprio grazie all’iniziativa di alcune compagnie teatrali amatoriali locali, che 

hanno saputo conquistare una fetta sempre maggiore di pubblico e di spazi cittadini, 

dall’arenile, appunto, alle piazze cittadine, oltre ai luoghi “deputati”, quali ad esempio la 

Corte del Castello di Falconara Alta. Ciò ha prodotto senz’altro un clima di grande 

vivacità, che sempre accompagna la creazione artistica performativa, comportando un 

movimento prima sconosciuto sul territorio, e sicuramente positivo per il rilancio 

turistico e culturale di Falconara. 

Musica e spettacoli 

A partire dal 2001 l’Amministrazione organizza in occasione dell’estate una 

rassegna di musica e spettacoli, denominata Palcoscenico. Si tratta di un contenitore 

molto eterogeneo che prevede anche alcuni appuntamenti di buona qualità. Tra questi si 

evidenziano in particolare due rassegne: Musica in Villa, un ciclo di concerti, letture e 

performance sullo sfondo di dimore rurali storiche; Esino Festival, ormai alla terza 

edizione, propone in una singolare kermesse musicale il recupero e la valorizzazione 

delle tradizioni locali, abbinando gastronomia tipica e visite guidate per la scoperta 

dell’ambiente naturale della foce dell’Esino. 

Il Comune ha inoltre promosso alcuni eventi di respiro nazionale, che hanno 

attratto consistenti flussi di pubblico e che sono stati allestiti nel nuovo spazio del Parco 

del Cormorano: si citano i nomi di Francesco De Gregori, Sabina Guzzanti, Piero Pelù, 

Angelo Branduardi. La scelta è stata operata a favore di artisti fortemente impegnati nel 

sociale, collegandosi alla linea culturale già espressa attraverso il sistema delle rassegne. 

52 Il sistema degli spazi espositivi è stato trattato nel capitolo II.5 Sistema dei servizi culturali.

Fumetto 

MARCHINGEGNO 


A Falconara si tiene da più di venti anni una importante Mostra-Mercato del 

Fumetto. Se al suo esordio essa rappresentava un appuntamento originale sul territorio 

nazionale, oggi sono diverse le città che promuovono iniziative analoghe, anche in 

rapporto a già affermate istituzioni museali (in particolare il Museo di Lucca). 

La mostra comunque continua a richiamare appassionati anche da fuori regione. 

Verrà a breve istituito un Museo del Fumetto presso la sede del Centro Culturale Piero 

Pergoli. 

Rassegne 

Le rassegne rappresentano l’eccellenza dell’offerta culturale di Falconara e 

testimoniano la portata e la profondità del cambiamento che l’Amministrazione vuole 

apportare al territorio e all’immagine di Falconara. In particolare le rassegne che hanno 

espresso un dibattito sull’attualità politica e sugli aspetti sociali e culturali della 

contemporaneità (Polis, Frammenti, Il secolo breve) hanno attirano un vasto pubblico 

anche dai comuni limitrofi: ad esempio per l’edizione 2004 de Il Secolo Breve si sono 

contate circa 600 persone a serata). 

Queste rassegne hanno il pregio di favorire l’informazione e lo scambio d’idee tra 

studiosi e personaggi di chiara fama e cittadini residenti, che a Falconara hanno 

dimostrato crescente sensibilità e predisposizione all’impegno sociale. La riproposta 

con una certa frequenza dei diversi cicli di rassegne viene utilizzata anche in funzione 

della fidelizzazione del pubblico. 

Il fatto, inoltre, che le rassegne siano orientate a stimolare la coscienza sociale e 

politica dei cittadini, si riconduce all’obiettivo dell’Amministrazione di promuovere la 

coesione sociale e la formazione di una nuova identità collettiva, che consapevolmente si 

appropri della nuova idea di città e supporti il lungo percorso di azioni che dovrà portare 

al cambiamento e al rinnovamento urbano. 

Attivita’ di formazione 

Molte sono le associazioni culturali che organizzano azioni di formazione nelle 

diverse discipline artistiche, producendo corsi di perfezionamento, seminari 

informativi, laboratori pratici cha vanno dalla scrittura creativa alla pittura, dal teatro 

alla danza e alla musica. 

Tra le iniziative più riuscite, rivolte sia agli adulti che ai più giovani, citiamo i 

laboratori teatrali promossi dalla locale Compagnia Il Falco, e i corsi di pratica artistica 

dell’Associazione Iride (scrittura, teatro, danza, pittura). 

Accanto alle proposte delle associazioni, tra cui è importante citare anche 

l’UNITRE, la stessa Amministrazione ha promosso direttamente laboratori artistici 

letterari e teatrali e musicali 5 3 , anche a favore del recupero dei disabili, attraverso le 

strutture già operanti sul territorio (in particolare il Centro Più). 

5 3 Progetto 2003,Tempi e Spazi per la Persona 

151




152 

Produzioni editoriali 

Falconara dedica ormai da tempo una notevole attenzione alla diffusione della 

conoscenza della propria storia locale: sono stati già prodotti alcuni studi sulla storia e 

l’evoluzione del territorio. L’ultima produzione editoriale, in ordine di tempo, intitolata 

il Novecento a Falconara 54 , è stata realizzata col patrocinio dell’Amministrazione. In due 

volumi si è raccolto sistematicamente tutto il materiale giornalistico d’epoca ancora 

disponibile, tra cui i periodici Lucifero, Vecchio Lucifero, L’Ordine e il Corriere Adriatico, 

con articoli relativi agli anni tra il 1860-1909, realizzando un prezioso documento sugli 

aspetti di vita quotidiana e sulla cronaca falconarese. 

ASSOCIAZIONISMO E IMPRESA 

A fronte di una totale mancanza di imprenditoria per la cultura, il tessuto 

dell’associazionismo falconarese si rivela estremamente ricco, soprattutto per il 

sostegno alle diverse forme espressive (cinema, musica, teatro, ecc.). Mancano invece 

associazioni per la salvaguardia del patrimonio; Italia Nostra e Fai hanno sede ad Ancona 

e raramente si sono occupate di Falconara. In totale sono una ottantina circa le 

associazioni che hanno sede a Falconara o che qui operano frequentemente. 

Il ruolo dell’associazionismo è stato sino ad oggi fondamentale nell’ideazione e 

nella proposizione di eventi. Un fattore certamente positivo, che tuttavia non può 

supplire alla necessità di una strategia e di un progetto istituzionale, importante anche 

per l’ottimizzazione delle risorse creative ed economiche. 

Nel loro complesso le associazioni producono un insieme eterogeneo di attività e 

manifestazioni la cui ricchezza risiede, oltre che nella qualità di alcuni progetti, nel 

notevole spirito di iniziativa da cui sono animate. Alle associazioni si deve inoltre il 

crescente sostegno alla promozione dell’educazione artistica nelle sue più diverse 

espressioni: in collaborazione con il Comune esse organizzano corsi rivolti a diversi 

target di cittadini, con una particolare attenzione ai giovani e giovanissimi. 

54 Cfr. il volume Il Novecento a Falconara, cit.

VALUTAZIONE DEL SISTEMA DELLA PRODUZIONE CULTURALE 

TOPOLOGIA DI 

PRODUZIONE 

Qualità 

Innovazione 

e distinzione 

Rispondenza alle 

caratteristiche del 

territorio 

MARCHINGEGNO 


Positive 

ricadute 

Eventi espositivi d’arte ** * *** ** ** 

153 

Valori di 

immagine 

Installazioni d’arte *** *** *** ** **** 

Fumetto ** * ** ** ** 

Teatro *** ** *** *** *** 

Musica e spettacoli *** **** *** **** **** 

Rassegne **** **** **** *** **** 

Formazione *** ** *** ** ** 

Produzioni editoriali ** * ** ** *** 

Non sufficiente - 

Sufficiente * 

Discreto ** 

Buono *** 

Ottimo ****




2.7 

Il peso economico 

delle politiche 

culturali 

154 

Quanto fin qui detto a proposito del “dominio 

culturale” non avrebbe potuto verificarsi senza la forte 

volontà espressa dall’Amministrazione Comunale di 

Falconara che ha trovato concretezza negli ingenti 

investimenti destinati al settore culturale per 

interventi di vario genere che vanno dal recupero di 

immobili significativi o dismessi alla loro 

conservazione e nuova utilizzazione, dall’acquisizione di nuovi spazi da adibire ad attività 

culturali e ricreative (nuova Biblioteca, Casa della Musica, Teatro, Centro Polifunzionale 

Giovanile) alla realizzazione di eventi ed iniziative di qualità. Abbiamo quindi ritenuto 

importante affiancare all’analisi dei contenuti degli interventi in ambito culturale l’analisi 

degli investimenti e dei costi sostenuti nel corso degli ultimi anni basandoci sui pubblici 

bilanci dell’Amministrazione Comunale. 

A questo proposito vale la pena sottolineare che l’obiettivo che ci proponiamo con 

questo capitolo è solo quello di evidenziare per macro gruppi il “peso” della cultura in 

rapporto alle spese complessive sostenute dall’Amministrazione Comunale e ai risultati 

ottenuti in termini di permanenza di edifici e di strutture culturali ed in termini di sviluppo 

culturale e di qualità della vita per i cittadini. L’approccio quindi non è di tipo “contabile” 

ma “valutativo” ed è propedeutico alla costruzione di proposte “sostenibili” dal punto di 

vista economico. 

Ciò che subito emerge è che se nell’anno 2001 la spesa per la cultura ammontava 

complessivamente a circa ¤ 335.700 per attività quali mostre d’arte, spettacoli ed eventi e 

manifestazioni 5 5 , nel 2003 lo stanziamento a favore della cultura è stato pari a ¤ 

1.000.000,00, un ammontare quindi più che triplicato rispetto all’anno precedente. Il 

2003 ha visto infatti, per quanto riguarda la cultura, importanti cambiamenti quali la 

decisione politica di destinare un referente politico specifico per l’ambito culturale - che si 

è concretizzata nella nomina del prof. Fabio Ciceroni ad Assessore alla Cultura - e la scelta 

di nominare un Consulente permanente per la cultura nella figura di Massimo Raffaeli. 

La somma erogata nel 2003, pari a ¤ 1.000.000,00, è stata utilizzata per realizzare 

interventi nell’ambito del Progetto Cultura 2003 ed in modo specifico per: 

• programmi di eventi musicali (¤ 216.150,00 pari al 22% della spesa totale) 

• programmi teatrali e letterari tra cui le rassegne Il secolo breve e Frammenti 

(¤ 118.900,00 pari al 12%) 

• programmi artistici (103.800,00 pari al 10%) 

• programmi cinematografici (¤ 8.000,00 pari all’1%) 

• progetti a tema come quelli dell’Archivio Storico e delle celebrazioni per Anna Bonacci 

(¤ 123.712,00 pari al 12%) 

• corsi e master attivati a Falconara in collaborazione con i maggiori atenei marchigiani 

(¤ 231.938,00 pari al 23%) 

• interventi, servizi vari (¤ 119.500,00 pari a circa il 20%) 

• consulenze (¤ 78.000,00 pari al 7,8%). 

55 Fonte: Progetto culturale anno 2001 – Falconara città di Cultura, Comune di Falconara M.ma.

MARCHINGEGNO 


Va sottolineato che la spesa di ¤ 1.000.000,00 non comprende gli acquisti per 

ampliare la collezione del Museo della Resistenza né le acquisizioni degli scultori Ricci e 

Trebbi (per un totale di ¤ 36.200,00) e che essa è relativa al solo Assessorato alla Cultura: 

ulteriori iniziative sono state infatti attivate, parallelamente e con altri budget, 

dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e dall’Assessorato al Turismo. Occorre inoltre 

ricordare che i fondi stanziati per la ristrutturazione di immobili da adibire ad attività 

culturali, e quelli inerenti gli interventi del PRUSST, rientrano nel budget di spesa dei 

Settori Urbanistica e LLPP. Sulla base dei Piani d’Investimento comunali di seguito 

riportati, pertanto, la spesa complessiva per obiettivi culturali, comprensiva di attività e 

servizi culturali, acquisizione di opere d’arte, acquisto, ristrutturazione, recupero di 

immobili e relativi incarichi di progettazione, ammonta nel 2003 a ¤ 4.365.152,00 su un 

totale d’investimenti pari a ¤ 18.218.684,85: 

PIANO INVESTIMENTI 2003 

Cultura-iniziative 1.036.200,00 ¤ 

Ambiente 83.559,61 

Economato 409.848,68 

Entrate 186.737,68 

Infrastrutture 2.491.855,00 

LLPP 7.748.221,88 

(di cui ¤ 355.000,00 per immobili ad uso culturale e relativi interventi) 

Politiche Giovanili, 331.077,00 

Sociali, Turismo 

Polizia Municipale 129.000,00 

SIC 757.500,00 

Scuola 264.304,00 

Servizi Sociali 265.850,00 

Servizi Sport 272.000,00 

Urbanistica 4.242.631,00 

(di cui ¤ 2.973.952,00 per immobili ad uso culturale e interventi PRUSST) 

Tot. Investimenti 2003 18.218.684,85 ¤ 

Tot. Investimenti 

Cultura 2003 4.365.152,00 ¤ (pari circa al 24% del totale degli investimenti) 

155




PIANO INVESTIMENTI 2004 

Programma Cultura 

Politiche Culturali 

Istituzionali 

156 

700.000,00 

300.000,00 

¤ 

¤ (Tot. Prog.Cultura + Pol. Cult. Ist. = ¤ 1.000.000) 

Ambiente 77,000,00 

Economato 55.613,00 

Entrate 8.004,00 

Infrastrutture 1.645.455,00 

LLPP 5.711.825,00 

(di cui ¤ 700.532,00 per immobili ad uso culturale e relativi interventi) 

Politiche Giovanili, 488.000,00 

Sociali, Turismo 

Polizia Municipale 112.500,00 

Ragioneria 947.489,00 

SIC 355.000,00 

Scuola 310.974,00 

Segreteria Generale 207.976,00 

Servizi Sociali 240.000,00 

Servizi Sport 683.000,00 

Urbanistica 7.359.579,00 

(di cui ¤ 1.112.463,00 per immobili ad uso culturale e interventi PRUSST) 

Tot. Investimenti 2004 19,202,405,00 ¤ 

Tot. Investimenti 

Cultura 2004 2,812,995,00 ¤ (pari circa al 14,7% del totale degli investimenti 2004) 

Dal confronto comparato tra i medesimi settori del Piano Investimenti 2003 con quello del 

2004 emergono le seguenti considerazioni: 

• il totale degli investimenti in cultura nel 2004 rispetto al 2003 presenta una riduzione di 

9,3 punti di percentuale passando dal 24% del totale degli investimenti 2003 al 14,7% del 

2004. Questo dato rispecchia da un lato il forte impulso sulla cultura che ha segnato il 2003 

e dall’altro il fisiologico calo nel 2004. Ci pone però di fronte ad una riflessione rispetto 

agli investimenti necessari per il 2005 e gli anni successivi. Infatti, preventivando di 

attivare una serie di nuovi progetti e di costruzione di processi di sviluppo, non è possibile 

seguire la logica della riduzione degli investimenti. Dovranno invece andare attentamente 

indagate le diverse possibilità di finanziamento possibile (conto capitale, conto corrente, 

project financial, finanziamenti statali, regionali ecc...) 

• l’investimento per le iniziative culturali invece, pur essendo nel 2004 suddiviso tra 

Progetto Cultura 2004 promosso dall’Assessorato alla Cultura (¤ 700.000) e i progetti 

promossi dalle Politiche Culturali Istituzionali (¤ 300.000), rimane quasi costante; 

• la complessiva ridotta disponibilità di risorse economiche suggerisce, se si intende 

perseguire l’obiettivo “cultura” come asset strategico, di evitare quanto più possibile la 

frammentazione delle risorse in troppi rivoli e di far confluire iniziative relative anche ad 

altri comparti (ad esempio Ambiente) nell’asset strategico.

2.8 

Il sistema 

del turismo 

MARCHINGEGNO 



Il turismo a Falconara è soprattutto di tipo giornaliero 

e non stanziale, proveniente in gran parte dalle zone 

limitrofe, soprattutto dalla Vallesina e in minima parte 

da Ancona. 

La particolare posizione di Falconara, strategica rispetto alla presenza di un importante 

nodo infrastrutturale, viario e produttivo, se da un lato produce relazioni sistemiche 

dall’altro genera una notevole congestione, con ripercussioni negative sia sulla complessiva 

immagine della città, sia sulla qualità dell’ambiente e del paesaggio. 

Per tali motivi la tendenza è quella di “non fermarsi” a Falconara, nonostante la 

prossimità agli scali dell’aeroporto e del porto e la vicinanza di significativi elementi 

attrattori, quali le Grotte di Frasassi, La Riviera del Conero, Jesi, Loreto, ecc. 

L’attività turistica è il settore che più risente del sovraccarico funzionale del territorio: 

rispetto ad altre realtà costiere del medioadriatico (soprattutto Senigallia e la Riviera del 

Conero) il comparto risulta debole, sia in termini quantitativi che qualitativi. Sono infatti 

più sviluppati i servizi connessi al turismo, piuttosto che le attività dirette alla ricettività e 

alla ristorazione. 

Oggi, quindi, la città non è in grado di esprimere una propria vocazione turistica né in 

relazione ad un’offerta di tipo ambientale e culturale, né di tipo balneare, malgrado che in 

un passato piuttosto recente Falconara sia stata una frequentata stazione balneare, 

riconosciuta anche a livello nazionale. 

Ciò nonostante che, negli ultimi anni, la città abbia segnato una netta inversione di 

tendenza nell’uso del litorale: l’offerta si è rinnovata grazie ai consistenti investimenti 

strutturali privati per migliorarne i servizi. Frequentatori della spiaggia falconarese sono 

soprattutto gruppi familiari e giovani, attirati dalle strutture sportive e di intrattenimento 

presenti e da un litorale ben accessibile e sicuro. Il potenziamento dei servizi ha senza 

dubbio contribuito a rigenerare l’immagine della spiaggia, “ricreandola” nella percezione 

collettiva come nuovo luogo di svago e divertimento, di giorno e ancor più di notte. 

Tuttavia, se diversificare l’offerta balneare puntando su servizi spiaggia complementari 

(ristorazione, impianti sportivi e animazione serale) per ovviare ad una carenza di capacità 

attrattiva basata su fattori ambientali, è una strategia certamente valida per esprimere 

competitività almeno in ambito locale, tuttavia questa non può incidere sul sistema 

turistico complessivo, che necessita non solo di un adeguato sistema alberghiero, ma anche 

di nuovi fattori di attrazione, fattori che dovranno necessariamente essere di tipo 

innovativo rispetto all’attuale offerta del territorio. 

Per il futuro, in relazione al complessivo progetto di riqualificazione urbana avviato 

dal PRG99 e, più recentemente, dal progetto Bohigas, che prevede la realizzazione di nuovi 

poli direzionali e commerciali de-localizzati rispetto al centro cittadino, è ipotizzabile 

l’avvio di un nuovo flusso turistico legato al sistema affari e congressuale. 

Nell’analisi sono stati analizzati anche i movimenti turistici delle due più vicine città 

competitor: Ancona e Senigallia. Se Senigallia esprime una propria vocazione turistica, 

basata soprattutto su un buon sistema ricettivo, il capoluogo è invece fortemente carente 

nel sistema alberghiero ed extra-alberhiero, con un turismo di tipo stagionale. Ciò tuttavia 

evidenzia un possibile bacino di utenza per Falconara, soprattutto in relazione 

all’espansione del traffico passeggeri portuale, ad un rinnovamento del sistema fieristico e 

157




ad un possibile rilancio culturale della città, in particolare legato all’utilizzo della Mole per 

grandi eventi. 

OFFERTA RICETTIVA 

La sotto-utilizzazione del comparto turistico falconarese risulta particolarmente 

evidente analizzando l’offerta ricettiva del Comune. 

Falconara è attualmente dotata di 13 strutture ricettive, per un totale di 242 camere e 438 

posti letto, a cui si aggiunge un camping con 320 posti disponili, per un totale di 758 unità. 

Presenta quindi una capacità ricettiva molto ridotta e di livello basso (massimo tre stelle). 

158 

Le strutture ricettive presenti a Falconara sono così suddivise: 

- 8 alberghi 223 camere 407 posti letto 

- 5 affittacamere 19 camere 31 posti letto 

- 1 campeggio 76 piazzole 320 unità 

L’esiguità dell’offerta ricettiva risulta ancora più evidente se confrontata con i dati 

relativi ad Ancona, che ha un numero di posti letti pari a più di sei volte quello di Falconara 

(44 strutture ricettive, 1.060 camere, 2.865 posti letto) e soprattutto se rapportata ai dati 

relativi a Senigallia che supera di quasi quindici volte il numero posti letti di Falconara (129 

strutture ricettive, 3.536 camere, 11.137 posti letto). 

Da constatare, inoltre, ad eccezione di 5 affittacamere, l’assenza di strutture ricettive 

extra-alberghiere quali agriturismo con posti letto disponibili, Country House, B&B, e 

ostelli: indice di un’offerta inadeguata in termini di flessibilità, varietà e qualità, rispetto 

ad una domanda sempre più attenta al giusto rapporto qualità-prezzo e sempre più 

propensa a soluzioni alternative al soggiorno in albergo. Inoltre gli alberghi sono tutti in 

posizione decentrata sia rispetto al litorale (ad eccezione dell’Hotel Luca che tuttavia è 

vicinissimo all’API), sia rispetto ai centri della vita cittadina (il Touring in direzione 

Ancona, l’Avion in zona aeroporto). I pochi alberghi rimasti nel centro città sono strutture 

di piccole dimensioni e dequalificate (hotel Trento Trieste e Marisa), in alcuni casi 

addirittura avviati alla chiusura. Il sistema dell’offerta turistica si completa con la presenza 

di 28 ristoranti, di cui uno solo di alto livello, 23 stabilimenti balneari e 24 pubblici esercizi 

stagionali (bar), ubicati soprattutto sul litorale. 

ANALISI DEL MOVIMENTO TURISTICO ATTUALE 

Considerando i dati sul movimento turistico di Falconara (relativo alle strutture 

alberghiere e extra-alberghiere) si evidenzia dal 1999 al 2003 un complessivo aumento dei 

flussi, con una flessione relativa soltanto agli anni 2000 e 2001.

MARCHINGEGNO 


Anno Italiani Stranieri Totale 

Arrivi Presenze Arr Pres Arr Pres 

2003 17.491 98.396 4.168 14.778 21.659 113.174 

2002 17.168 83.509 4.342 12.137 21.510 95.646 

2001 18.219 70.493 3.355 11.072 21.574 81.565 

2000 19.078 73.622 2.905 9.023 21.983 82.645 

1999 22.359 77.708 2.760 9.065 25.119 86.773 

Tabella A: Movimento turistico complessivo nel Comune di Falconara 

M.ma, Anni 1999-2003. Fonte dei dati: Servizio Turismo Regione Marche. 

Elaborazione grafica: Marchingegno srl. 

Se gli arrivi complessivi (turisti italiani e stranieri) sono diminuiti dai 25.119 del 1999 

ai 21.659 del 2003 (-13,77%), le presenze sono invece passate dalle 86.773 nel 1999 alle 

113.174 nel 2003 (+30% circa). Si rileva quindi un aumento dei pernottamenti in relazione 

agli arrivi. Nei grafici sottostanti viene visualizzato l’andamento di arrivi e presenze nel 

Comune di Falconara, distinguendolo in flussi nazionali ed esteri, sempre in relazione al 

periodo di riferimento 1999-2003: 

Grafico 1: Arrivi complessivi nel Comune di Falconara M.ma, anni 1999- 

2003. Fonte dei dati: Servizio Turismo Regione Marche. Elaborazione grafica: 

Marchingegno srl. 

159




160 

Grafico 2: Presenze complessive nel Comune di Falconara M.ma, anni 

1999-2003. Fonte dei dati: Servizio Turismo Regione Marche. Elaborazione 

grafica: Marchingegno srl. 

Gli arrivi di turisti italiani sono in calo (22.359 nel 1999 e 17.491 nel 2003, pari a - 

21,77%), mentre le loro presenze sono aumentate dalle 77.708 del 1999 alle 98.396 del 

2003 (+26,62%), sempre con una flessione tra 2000 e 2001. 

Al contrario, gli arrivi di turisti stranieri sono aumentati in maniera costante di circa il 

51% (passando dai 2.760 nel 1999 ai 4.168 nel 2003), e anche le loro presenze sono 

cresciute di oltre il 63% (dai 9.065 nel ’99 ai 14.778 nel 2003), e sono state interessate da 

un leggerissimo calo solo nel 2000. 

Va comunque tenuto presente che si tratta in ogni caso di valori assolutamente esigui, 

che testimoniano per Falconara una funzionalità turistica estremamente bassa. 

Da sottolineare, inoltre, la netta prevalenza di turisti italiani sugli stranieri, dato 

che dimostra come l’offerta turistica di Falconara faccia riferimento ad un bacino di 

riferimento piuttosto ristretto, proveniente dai comuni limitrofi o da persone che hanno 

mantenuto relazioni, anche di tipo familiare, con il territorio d’origine. 

Nell’anno 2003, la componente italiana ha rappresentato ben l’80,75% degli arrivi 

totali registrati a Falconara, e ben l’86,94% delle presenze. La componente straniera si è 

assestata su valori estremamente più contenuti, andando a rappresentare appena il 19,24% 

degli arrivi e il 13,03% delle presenze totali.

MARCHINGEGNO 


Grafico 3: Peso delle componenti nazionale ed estera sugli arrivi 

complessivi nel Comune di Falconara M.ma, anni 1999-2003. Valori 

assoluti e percentuali. Fonte dei dati: Servizio Turismo Regione Marche. 


Grafico 4: Peso delle componenti nazionale ed estera sulle presenze 

complessive nel Comune di Falconara M.ma, anni 1999-2003. Valori 

assoluti e percentuali. Fonte dei dati: Servizio Turismo Regione Marche. 


161




Movimento nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere 

Al fine di indagare le tendenze seguite dal consumo turistico risulta significativa per 

Falconara la differenziazione tra il movimento nelle strutture ricettive alberghiere ed 

extra-alberghiere: negli alberghi gli arrivi di turisti italiani sono passati dai 22.126 nel 1999 

ai 16.779 nel 2002 (- 24%, quota che si è pressoché confermata nel 2003) evidenziando una 

flessione costante. Le presenze italiane, invece, in calo tra il 2000 e il 2001 sono aumentate 

in un anno di circa il 17%, passando dalle 66.248 del 2002 alle 77.566 del 2003. Almeno per 

quanto riguarda la domanda nazionale sembra, dunque, che chi già conosce Falconara 

scelga di tornarci per soggiornarvi più a lungo. 

Le presenze di turisti stranieri negli alberghi sono aumentate costantemente, 

passando dalle 8.321 nel ’99 alle 14.445 nel 2003 (+ 73%), cosi come gli arrivi (da 2735 nel 

1999 a 4148 nel 2003, pari a + 51,6%). 

Per quanto concerne le strutture extra-alberghiere, invece, gli arrivi dei turisti 

italiani, seppur in aumento, sono nel 2003 assolutamente esigui: 690, a fronte degli 

appena 233 nel 1999. Le loro presenze aumentano però dalle 13.662 del 1999 alle 20.830 

del 2003 (+52%). Molto più esiguo e fluttuante l’afflusso dei turisti stranieri nelle poche 

strutture extra-alberghiere di Falconara: nel 2003 sono stati registrati solo 20 arrivi e 333 

presenze. 

162 

5 6 

Nel complesso, dunque, nelle strutture extra-alberghiere gli arrivi rappresentano nel 

2003 soltanto il 3,27% degli arrivi totali e le presenze costituiscono il 18,7% del totale 

(mentre in albergo gli arrivi toccano quasi il 97% e le presenze oltre l’81%), a riprova 

dell’esiguità di un’offerta ricettiva alternativa sul territorio. 

Confronto con il movimento turistico di Ancona e Senigallia 

Considerando i movimenti turistici complessivi relativi al Comune di Falconara, 

nonostante l’incremento registrato nel 2003 rispetto al 2002 (+ 0,69% degli arrivi e 

+18,32% delle presenze, con un aumento soprattutto per i flussi dall’estero), la consistenza 

totale dei flussi è molto limitata. 

Ciò appare evidente confrontando i dati turistici di Falconara con quelli della vicina 

Ancona, che pure è interessata da un turismo fortemente stagionalizzato e soffre di una 

mancanza di strutture ricettive. Ad Ancona, tra il 1999 e il 2003, arrivi e presenze sono 

aumentate costantemente: + 27,9% negli arrivi e +26,9% nelle presenze. In aumento 

soprattutto gli stranieri (+71% delle presenze), mentre più limitato è l’incremento dei 

turisti italiani. 

Per Senigallia, comune con una forte e consolidata vocazione turistica, i flussi sono 

molto più consistenti: dal 1999 al 2003 gli arrivi sono aumentati del +17,8%, le presenze 

dell’+11,24%, con un aumento di turisti italiani in arrivo rispetto agli stranieri. 

Per quanto riguarda le stime a livello provinciale e regionale, tra gennaio e settembre 

2003 la provincia di Ancona ha visto un totale di 604.616 arrivi e 3.340.632 presenze 

(rispettivamente +2,61% e +3,08% rispetto allo stesso periodo nel 2002). 

La regione Marche ha registrato invece, nello stesso periodo, 1.961.999 arrivi (+1,44 

sul 2002) e 15.314.265 presenze (+ 0,85). 

56 Fonte: Dati forniti dal Servizio Turismo della Regione Marche, relativi all’anno 2002.

MARCHINGEGNO 


Nel grafico seguente si visualizza sinteticamente il bilancio complessivo dell’anno 

turistico 2003, mettendo a confronto le performance di Falconara M.ma, Ancona, Senigallia, 

oltre a quelle della provincia di Ancona e della regione Marche. 

Grafico 5: Movimenti turistici nei comuni di Falconara M.ma, Ancona, 

Senigallia, nella provincia di Ancona e nelle Marche. Anno 2003. Arrivi e 

presenze italiani, stranieri e totali in valori assoluti. Fonte dei dati: Servizio 

Turismo Regione Marche. Elaborazione grafica: Marchingegno srl. 

Il censimento delle strutture ricettive e le rilevazioni del movimento turistico per 

Falconara, non comprendono le abitazioni di proprietà di residenti fuori comune (specie 

da Roma, città che ha visto in passato l’immigrazione di molti falconaresi), che continuano 

a tornare e frequentare Falconara durante le ferie estive. 

INIZIATIVE DI PROMOZIONE TURISTICA 

Il Sistema Turistico Locale Misa Esino Frasassi 

Nell’intento di conferire maggiore visibilità alla propria offerta turistica e culturale, 

Falconara M.ma ha aderito al Sistema Turistico Locale Misa Esino Frasassi, istituito 

nell’anno 2002, il primo riconosciuto ufficialmente dalla Regione Marche dopo 

l’approvazione della nuova Legge Quadro sul Turismo, e tra i primi in Italia per tipo di 

iniziativa. Il Sistema Turistico Locale è un sistema di area vasta, turisticamente 

significativo e caratterizzato da un’offerta integrata di attività turistiche utili allo sviluppo 

socioeconomico del territorio, all’interno di un percorso di valorizzazione delle risorse 

locali. 

163




Il Misa Esino Frasassi è una realtà sicuramente “forte”, costituita grazie alla 

partecipazione di 35 comuni, 7 associazioni di categoria, 4 enti funzionali e i privati 5 7 : nel 

2002 da gennaio ad agosto, l’insieme delle strutture ricettive del Sistema (137 alberghi, per 

circa 10.000 posti letto, e 19 strutture extra-alberghiere, 22 campeggi e decine di 

agriturismi e countryhouse) hanno visto oltre 230.000 arrivi e oltre 1.500.000 presenze 5 8 . 

Nonostante i buoni risultati conseguiti dal Sistema nel suo complesso (che offre una 

molteplicità di itinerari turistici, culturali, ambientali, enogastronomici), Falconara risulta 

una realtà marginale all’interno del progetto: i benefici che sino ad oggi ne ha ricavato in 

termini di visibilità e di immagine sono assolutamente limitati rispetto alle aspettative. 

Ciò è certamente spiegabile in relazione alla disparità di risorse che Falconara può 

mettere in campo rispetto altri centri del sistema. Città come Fabriano, Jesi e Senigallia 

diventano gli accentratori di flussi, e di risorse, del sistema, a cui si deve aggiungere 

l’emergenza naturalistica delle Grotte di Frasassi 5 9 . Inoltre, i tanti piccoli centri storici 

della Vallesina si sono messi in rete attraverso la costituzione di itinerari tematici. Si citano 

il Parco Enogastronomico della Marca Centrale, I Castelli del Verdicchio, Il Distretto Rurale di 

Qualità della Media e Alta Vallesina, come realtà in grado di portare un valore aggiunto al 

Sistema Turistico Locale, utilizzando le tradizioni, l’enogastronomia, e la qualità 

dell’accoglienza per realizzare un’offerta turistica competitiva e alternativa. 

Progetto Turismo 2003 

Per incentivare il rilancio turistico di Falconara, città che senza dubbio soffre di 

un’immagine non positiva verso l’esterno in relazione soprattutto alla presenza della 

Raffineria, l’Amministrazione Comunale ha avviato nel 2003 un Progetto Turismo incentrato 

sulla promozione della spiaggia falconarese - luogo di divertimento e tranquillità legato ad 

una tradizione balneare storica - e sulla scoperta dell’habitat fluviale della bassa Vallesina. 

Sono stati predisposti, con la collaborazione degli operatori alberghieri, dei pacchetti 

turistici (visite guidate, escursioni naturalistiche, partecipazioni a spettacoli, iniziative a 

tema e pernottamento nelle strutture ricettive convenzionate a prezzi promozionali) 

riguardanti “Falconara Spiaggia per bambini”, “La scoperta della Bassa Vallesina” e “Mare e 

tradizioni della cultura marinara”. 

Accanto alle iniziative di promozione rivolte al turismo balneare, nel 2003 si è scelto 

di incentivare anche il turismo scolastico, tramite azioni di animazione teatrale degli edifici 

storici cittadini, differenziandosi così dalle visite guidate tradizionali. 

Complessivamente gli investimenti nel settore turistico si focalizzano sull’animazione 

estiva: le azioni appaiono nel complesso disorganiche e dispersive, oltre che di limitata 

riconoscibilità, anche per la mancanza di un chiaro indirizzo di sviluppo del settore. 

57 Per l’elenco completo dei partecipanti al STL, v. allegato I.8 Il sistema del Turismo. 

58 Fonte: comunicato stampa estratto da sito web www.senigallia.it. 

59 Dal 1995 la Comunità Montana Alta Valle dell’Esino ha cambiato la sua denominazione in Comunità Montana Esino- 

Frasassi, proprio in virtù dell’importanza riconosciuta alle Grotte di Frasassi. La Comunità Montana, l’unica della Provincia di 

Ancona e tra le maggiori delle Marche, comprende i comuni di: Arcevia, Cerreto D'Esi, Cupra Montana, Fabriano, Genga, Mergo, 

Rosora, Sassoferrato, Serra San Quirico e Staffolo, con una popolazione complessiva di 59.231 e un territorio di 740,52 kmq. 

164

LE PREMESSE AL CAMBIAMENTO 

MARCHINGEGNO 


La stabilizzazione demografica, l’avvio di un più generale processo di deindustrializzazione 

con l'occasione rappresentata da importanti aree dismesse e, 

soprattutto, la possibilità reale di una riconversione degli impianti di raffineria, 

consentono finalmente di pensare ad un futuro diverso per la città e il territorio di 

Falconara Marittima, in sintonia con la maggiore e più diffusa sensibilizzazione verso le 

tematiche ambientali e della qualità della vita. 

L’analisi del contesto ha già messo in evidenza i più importanti problemi che 

interessano la città e il territorio, e che sono riassumibili in: 

• mancanza di un vero rapporto con il mare 

• presenza di importanti fattori di criticità ambientale 

• mancanza di una interconnessione funzionale tra i diversi sistemi di mobilità 

• scarsa qualità del contesto urbano 

• dequalificazione del tessuto commerciale e produttivo 

• presenza di aree a rischio di degrado sociale 

Molte di queste problematiche derivano da dinamiche esogene al territorio e 

richiedono, per una positiva soluzione, l’accordo e la collaborazione di enti sovra-locali e 

dei privati interessati. Per questo l’Amministrazione ha inteso agire facendosi promotrice 

di progetti di grande respiro, fortemente innovativi, attivandosi per la loro realizzazione 

attraverso l’utilizzo di strumenti di concertazione (conferenze di servizi, accordi di 

programma, protocolli d’intesa, tavoli di co-pianificazione). 

L’avvio di questo nuovo corso dello sviluppo del territorio è possibile oggi anche 

perché è cambiato il modo di governare e progettare il territorio, ovvero di “fare 

urbanistica”. 

Oggi ai pianificatori spetta in primis il compito di individuare le ragioni forti che 

sottendono le scelte relative al territorio; l’urbanistica è intesa come uno strumento per lo 

sviluppo sociale che, come insieme di interventi politici riguardanti l’uso del territorio e la 

qualità della vita, ha ed esprime un ambito di interessi e di significati assai più vasto di 

quello meramente tecnico-normativo, funzionale ed estetico. 

L’efficacia dei piani di intervento è ora verificata non nell’equazione lineare obiettiviesiti, 

ma nelle relazioni che intercorrono tra progetti e programmi, ovvero nella capacità 

culturale, tecnica e politica delle Amministrazioni locali di promuovere forme di 

collaborazione e di adesione adottando modalità strategiche basate sulla partecipazione e 

finalizzate a creare una nuova idea di città. In tale senso è opportuno parlare non di 

equilibrio tra fattori diversi, ma di schema di dialogo tra ambiti tradizionalmente separati. 

Quanto detto è riassumibile in alcune parole chiave, ovvero: 

• “contaminazione” tra ambiti diversi 

• “sostenibilità” degli interventi 

• “partecipazione” dei diversi soggetti 

• “qualità” del progetto 

169

Falconara Marittima Parte Seconda 

La città nuova: dalle immagini L’interpretazione dei progetti futuri 


È in questo quadro di innovazione della cultura urbanistica che si devono rileggere 

le molteplici azioni messe in atto per la riqualificazione del territorio, a partire dal Piano 

Regolatore Generale 1 del 1999, che costituisce “l’architrave portante” 2 del processo di 

trasformazione urbana su cui si inseriscono, e trovano coerenza, le molteplici azioni 

progettuali alle diverse scale territoriali. 

Alla base di ogni progetto e di ogni azione è la scelta politico-programmatica di avviare 

un nuovo modello di sviluppo del territorio, più aderente alle potenzialità che il territorio 

stesso esprime, abbandonando la crescita industriale di grandi dimensioni per avviare fin 

da subito un processo di: 

170 

• ri-qualificazione dell’ambiente urbano 

• ri-generazione del sistema economico e produttivo 

• promozione dello sviluppo sociale. 

Tale modello, se da un lato implica scelte difficili e coraggiose con importanti riflessi 

sia sulla comunità locale, sia nei rapporti con gli attori territoriali dell’area vasta con cui la 

città si relaziona, dall’altro spinge a ri-guardare il territorio individuando nuove risorse 

su cui far leva per avviare un processo di sviluppo sostenibile. In questo senso la 

valorizzazione delle potenzialità endogene – quali, ad esempio l’ambito fluviale e il 

litorale, ma anche il sistema delle infrastrutture e delle infostrutture - può diventare un 

fattore di incremento della competitività all’interno di sistemi economici propri di un 

contesto globale e costituire l’occasione per innalzare il livello di autonomia del territorio 

attraverso lo sviluppo di una concezione attiva dell’identità urbana. 

Quanto sopra si spiega sulla base di considerazioni più ampie che riguardano il futuro 

delle città contemporanee. Le città, infatti, oltre che partecipare alla rete iperconnessa di 

flussi e relazioni globali (rete che ha un'esistenza autonoma e da cui le stesse città 

dipendono rappresentandone i potenziali nodi di scambio) 3 , presentano al loro interno 

altre relazioni che legano i singoli individui alla collettività e che ne costituiscono il milieu 

urbano. 

E' proprio questo milieu urbano, definito dall'insieme dei fattori locali, sia naturali 

che culturali, relativi non solo al patrimonio artistico ed architettonico, ma anche al 

patrimonio infrastrutturale, tecnologico, istituzionale 4 di un territorio, che costituisce 

il legante tra i singoli luoghi e i nodi della rete globale. 

Esso trae vantaggio dalla coesione della rete sociale interna: tanto più in futuro si 

sarà in grado di sviluppare una concezione attiva dell'identità urbana, basata non più solo 

sul radicamento al proprio patrimonio da conservare, ma su uno sviluppo delle specifiche 

vocazioni cui partecipino tutti gli attori collettivi, tanto più la città potrà sostenere la 

competizione globale, evitando il rischio dell'omologazione. 

1 PRG99, Ufficio di Piano del Comune di Falconara Marittima, coordinato dall’Arch. Riccardo Picciafuoco. 

2 Definizione adottata nel programma politico del primo mandato del Sindaco Carletti, 1997-2001. 

3 DEMATTEIS G., Non basta una forte identità, la città vive solo se è un “nodo” in Telema n. 15, inverno 1998-99. 

4 Anche la coesione interna di un’Amministrazione e la capacità di coinvolgere ed ottimizzare le risorse umane attorno a progetti 

ed obiettivi, superando le tradizionali separetezze tra servizi ed ambiti di competenza, costituisce potenzialmente un grande 

valore.

MARCHINGEGNO 


In questa chiave è quindi possibile rileggere la molteplicità di iniziative che sono state 

messe in atto parallelamente agli interventi sul territorio e sul patrimonio, iniziative volte 

da un lato alla valorizzazione delle risorse artistiche e culturali locali, dall’altro a migliorare 

ed implementare il sistema dei servizi al cittadino ed a promuovere una maggiore coesione 

tra le diverse componenti sociali. Tutto ciò nella consapevolezza che la ri-generazione 

culturale del territorio non può prescindere, in primis, dal recupero di una propria ed 

autonoma identità e dalla conoscenza e integrazione delle nuove identità che abitano il 

territorio. 

LA RISPOSTA AL CAMBIAMENTO 

Quello di Falconara è un “progetto per la città”, più che un progetto urbanistico. Un 

progetto di idee forti, aperto alla concertazione, che ha già dato immediati esiti positivi 

innescando a sua volta una serie di altre progettualità, e non soltanto a carico pubblico. 

Si citino i contratti di Quartiere di Villanova e Fiumesino, il Centro Commerciale 

Naturale di via Bixio, ma anche i due grandi progetti affidati allo studio MBM Arquitectes 

che fa capo all’arch. Oriol Bohigas di Barcellona, che prevedono al loro interno il progetto 

di nuovo porto turistico ed il recupero dell’ex-Montedison. 

Negli incontri e nelle occasioni di dibattito con i diversi stakeholders, si è passati da un 

atteggiamento di diffusa diffidenza, se non addirittura di ostilità per le questioni più 

complesse (per lo più inerenti la riconversione dell’API e l’area di Villanova), ad un 

atteggiamento di aperta curiosità, che non è ancora diventato di aspettativa. 

Di Falconara si parla: la città sta diventando un “caso” ed è in questa chiave che è stata 

recentemente presentata anche alla V a Rassegna Urbanistica Nazionale di Venezia. 

Ma la gente che abita e vive a Falconara (ma che ancora non “vive Falconara”), ad oggi 

non ha sviluppato un suo immaginario della città del futuro. Questo sia perché si tratta di 

azioni di lungo periodo, sia perché all’urbanistica si dà ancora un valore di utopia, oltre 

ad essere percepita come qualcosa di distante, di difficile ed accessibile a pochi. 

Pertanto affinché il coinvolgimento sia il più ampio e radicato possibile, occorre 

trovare dei momenti di esplicitazione in cui vengano raccontate le ragioni forti del 

progetto che emergono solo da una lettura più complessa del territorio. Ciò è fondamentale 

per spostare l’immaginario collettivo su una nuova idea di città, che da una parte recuperi 

e valorizzi quanto già esistente e realizzato, dall’altra attribuisca nuovi e positivi significati 

al processo di trasformazione. 

IMMAGINI DELLA NUOVA CITTÀ-TERRITORIO 

Più che trattare sistematicamente tutti gli interventi e le azioni di progetto che hanno 

investito il territorio si è ritenuto utile, in relazione alle finalità dello studio, cercare di 

mettere a fuoco una visione della città futura e del processo di trasformazione in atto 

utilizzando delle definizioni sintetiche. Questo sforzo di composizione di un puzzle 

171




estremamente complesso è stato compiuto sulla base sia di quanto contenuto nei diversi 

piani e progetti esaminati, sia delle intenzioni espresse, attraverso i media e in sede di 

tavoli tecnici, dall’Amministrazione. 

La definizione di città-territorio adottata nel titolo del presente paragrafo è trasversale 

a tutte le immagini proposte e in ciascuna troverà una diversa declinazione. Tale concetto è 

infatti alla base di tutti i piani e i progetti per la città: mai come a Falconara il concetto di 

città si sovrappone a quello di territorio. 

172 

Ecco in concreto gli esiti attesi dalla trasformazione, ovvero la Falconara di domani. 

Da città senza un centro a città policentrica 

In coerenza con la sua genesi ed evoluzione storica, ma anche con le caratteristiche 

morfologiche e l’attuale assetto territoriale, il nuovo PRG99 individua nuove centralità 

urbane all’interno della città-territorio, attraverso l’inserimento di nuove funzioni 

direzionali e terziarie in stretto rapporto con le grandi strutture della mobilità. In 

particolare le tre aree Aree a Progetto Unitario (APU) – l’area di snodo tra SS76, A14, SS16 / 

l’area compresa tra città consolidata, Villanova e Raffineria / l’area occupata dal complesso 

Montedison e dal territorio interno – si candidano a divenire altrettanti fulcri urbani, 

portatori ed accentratori di nuovi flussi economici e produttivi ed attrattori di funzioni 

collettive. 

La realizzazione di queste nuove polarità di eccellenza diventa strategica in risposta 

alla monotematicità del capitale economico: questi dovranno essere in grado di mettere in 

valore il capitale sociale, il capitale culturale e il capitale territoriale, accentuando la 

multifunzionalità territoriale. 

Da luogo di transito a città delle reti e dei nodi 

Il territorio di Falconara è riconosciuto come il centro del sistema urbano multipolare 

di Ancona e valorizzato come principale internodo della mobilità regionale 5 . I diversi 

progetti relativi sia al riassetto del sistema delle infrastrutture (PRG99, Progetto Bohigas, 

Progetto RFI, PRUSST della Provincia di Ancona, Quadrilatero S.p.a.) sia al potenziamento 

del sistema delle infostrutture (cablaggio d’area, SIC, SIT, Progetto People, Progetto Edemocracy) 

rafforzano l‘insieme dei nodi e delle reti, incentivando le relazioni sinergiche. 

Il territorio infatti, per assicurarsi un vantaggio competitivo deve disporre oggi di un 

efficiente sistema di connessioni interne, configurandosi come una vera e propria cittàrete. 

Ciò anche alla luce del fatto che gli antichi confini che dividevano le città stanno 

velocemente scomparendo, sostituiti da tessuti insediativi diffusi e reticolari (la cittàterritorio) 

cui corrispondono dei sistemi di connessioni funzionali tra le diverse realtà 

urbane, e al tempo stesso al loro interno. Una delle ricadute più evidenti di questo nuovo 

assetto è costituita dal fatto che le attività un tempo “centrali”, in quanto svolte all’interno 

del nucleo cittadino, vanno a ridistribuirsi in centri minori, in modo particolare nei pressi 

delle grandi infrastrutture di trasporto. E’ questo il caso di Falconara, che ora intende 

mettere a frutto il suo potenziale vantaggio. 

5 Si veda il Piano di Inquadramento Territoriale (PIT) della Regione Marche, Approvato con Delibera n°295 del 8/2/2000.

Da città-periferia a città degli scambi 

MARCHINGEGNO 


L’espandersi inarrestabile delle città comporta anche una crescita esponenziale delle 

relazioni di lungo raggio che ogni città intrattiene con altre, indipendentemente dalla 

distanza fisica che le separa: tale catena di relazioni è una rete iperconnessa in cui ogni 

nodo è virtualmente vicino all’altro, andando a costituire una sorta di Ecumenopolis, ovvero 

una città estesa a livello globale senza soluzione di continuità 6 . 

In questa rete, di cui le città costituiscono i nodi funzionali (a diversi livelli, a seconda 

delle loro dimensioni e della loro capacità di interazione), un ruolo fondamentale rivestono 

i trasporti veloci e le telecomunicazioni in quanto veicoli di relazioni di ogni genere, 

generatori di enormi flussi di informazioni, immagini, denaro, servizi, merci, persone, 

scambi culturali e tecnologici. Si tratta di connessioni in gran parte invisibili, ma che 

modificano profondamente l’assetto della città e la vita dei suoi abitanti. 

Ai flussi generati da un più potente ed efficiente sistema delle infra-strutture e delle 

info-strutture, si aggiungono anche i flussi indotti da nuovi collettori di funzioni, quali i 

poli direzionali, affari e congressuali previsti nelle aree APU dal PRG99, e la nuova 

stazione ferroviaria multifunzionale, sviluppata dal progetto Bohigas. 

Da città che subisce i processi a città che guida i processi 

Già nel presente la città opera - a livello produttivo, di relazioni e di mobilità - su un 

raggio d’azione ben più ampio dei propri confini, sicuramente di portata sovra-locale, 

senza trarre però vantaggi competitivi dalla sua “vocazione al servizio”, e sopportandone 

invece elevati costi sociali ed ambientali. Invertire questa tendenza significa 

necessariamente dialogare con “altri” le possibili soluzioni. 

Molti dei progetti avviati investono aree che sono strategiche per un ambito 

territoriale più vasto rispetto ai confini comunali e sono di portata tale da interessare 

diversi soggetti di governo del territorio. Falconara si è già fatta promotrice di un sistema di 

relazioni che ha visto l’affermarsi di un più ampio sistema territoriale, che comprende 

diversi comuni della bassa Vallesina, sulla base di un Protocollo di Intesa per la 

copianificazione finalizzato alla salvaguardia ed allo sviluppo eco-compatibile del territorio 

d’area. Inoltre la città, sempre nell’ambito della Bassa Vallesina, partecipa all’Agenda 

Regionale Strategica per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL) che dovrà diventare la 

punta avanzata dell’attuazione al piano di risanamento dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi 

Ambientale (AERCA), di recente approvato dalla Regione Marche. 

Nel 2002, inoltre, Regione, Provincia e Comune hanno sottoscritto un Protocollo 

d’Intesa per gestire congiuntamente la soluzione di problemi infrastrutturali e ambientali 

riguardanti il territorio a nord di Ancona. Sono inoltre già stati realizzati accordi con RFI 

per il riassetto delle infrastrutture ferroviarie, con Aerdorica S.p.a. per il potenziamento 

dello scalo aeroportuale e con la società Interporto per la delocalizzazione degli scali 

ferroviari. 

A questo sistema di relazioni, si aggiungono anche gli accordi per la gestione 

congiunta intercomunale di alcuni servizi primari (raccolta rifiuti, gas metano, servizio 

idrico integrato) e secondari (biblioteche, musei, servizi sociali, ecc.). Sono quindi state 

realizzate apposite Fondazioni e Società per Azioni per gestire il complesso sistema dei 

6 Costantinos A. Doxiadis teorizzò la città del futuro come Ecumenopolis già nei primi anni Sessanta. 

Rif. DOXIADIS, C., Ecumenopolis, the Settlement of the Future, 1961. 

173




servizi e delle strutture del welfare, anche in accordo con l’Azienda Sanitaria Locale e con le 

aziende municipalizzate. Sia le Fondazioni che le S.p.a. operano oggi a completo capitale 

pubblico. 

Falconara, quindi, si configura da una lato come una città capace di offrire servizi, 

dall’altro come una città leader, che promuove e guida i processi di sistema. 

Non sfugge a questo quadro, tuttavia, l’essenzialità in prospettiva di un accordo 

generale con il Comune di Ancona. 

Da città-mosaico a città-sistema 

La valorizzazione delle frazioni e dei borghi storici - in parte attuata e in parte in via di 

attuazione sia attraverso azioni integrate (Piani di Recupero, Contratti di Quartiere) sia 

attraverso interventi puntuali di riqualificazione del patrimonio e degli spazi pubblici – 

non può prescindere dalla loro saldatura all’interno del complessivo contesto urbano 

attraverso un più qualificato sistema di connessioni territoriali. 

In questo senso il PRG99 intende dare un nuovo ruolo a quelle aree marginali che 

separano le frazioni, restituendo loro il valore di importante connettivo, portatore di 

funzioni e dotato di una più qualificata immagine. E’ questo il caso dell’area tra Falconara 

centro e Castelferretti, tra Villanova e Rocca Priora. 

Sempre in tema di connessioni devono essere citati anche i progetti per i percorsi 

pedonali urbani (in particolare il percorso storico di risalita dal centro città sino a 

Falconara Alta), i diversi percorsi ciclabili che ricollegano il centro città all’area fluviale, a 

Castelferretti e a Chiaravalle, oltre al nuovo ponte sul fiume Esino, che ricongiunge 

l’omonimo borgo con la frazione Rocca Priora. 

Sono queste azioni fondamentali sia per evitare situazioni di marginalità a rischio di 

degrado urbano e sociale, sia per mettere in valore una ricchezza del territorio che è insita 

nella molteplicità dei contesti storici, urbanistici e paesaggistici e che attende solo di essere 

attivata. 

Da città sul mare a città che rifonda il suo rapporto col mare 

Il recupero del fronte marittimo e la sua integrazione nel tessuto urbano consolidato 

sono i cardini del Progetto Urbano redatto dall’Arch. Oriol Bohigas, ma anche della 

complessiva trasformazione del territorio. 

Il progetto muove infatti dalla necessità per la città di una riappropriazione della 

propria identità, che non può prescindere dalla ricerca di un nuovo rapporto con il mare. Il 

tema del recupero del fronte marittimo e della sua integrazione nel tessuto urbano viene 

affrontato a partire da alcune decisive opportunità: la proposta RFI di rivedere il tracciato 

dei binari; la possibilità di adibire ad usi urbani le due aree occupate dagli scali merci; la 

possibilità di costruire un porto turistico con annessi servizi ad integrazione del sistema 

portuale di Ancona; l’opportunità di realizzare un polo di centralità urbana tra il futuro 

porto ed il quartiere di Villanova. 

La riapertura della città al mare con il recupero del water-front vede anche la 

realizzazione di in lungomare alberato che si prolunga verso sud, restituendo continuità alla 

costa e favorendo lo sviluppo dell’attività balneare locale. 

Il progetto si inserisce coerentemente nel quadro degli obiettivi già individuati dal 

PRG99 e si avvantaggia degli interventi, in parte già realizzati e in parte in fase di avvio, per 

la riqualificazione strutturale del litorale previsti dal Piano Spiaggia (nuovi accessi 

174

MARCHINGEGNO 


pedonali, percorsi attrezzati, restyling delle strutture balneari con immagine coordinata) e 

per la promozione dei servizi per l’offerta balneare. 

E’ evidente il ruolo propulsore che il nuovo porto turistico potrà assumere in futuro 

rispetto a tutto il territorio di Falconara, sia in termini di immagine e di relazioni con altri 

paesi adriatici, sia in termini di sviluppo di un indotto economico, turistico e di servizi. 

Da città anonima a città di storia e identità 

Salvaguardare e valorizzare ciò che rimane del patrimonio storico-artistico è stata 

giustamente una priorità recepita dagli strumenti di pianificazione. Lo si coglie dai 

molteplici interventi e dalle norme vincolistiche finalizzate alla tutela del patrimonio (siti 

archeologici, Castello di Barcaglione, ville storiche, ville liberty, edifici rurali e paesaggio 

poderale, archeologia industriale), dai tanti studi prodotti per una più profonda conoscenza 

della storia del luogo, oltre che dalle azioni per il recupero strutturale di diversi edifici di 

interesse storico, divenuti oggi contenitori di funzioni collettive, sociali e soprattutto 

culturali (Teatro, Centro Pergoli, Casa della musica, strutture sociali di via Roma). 

Il riconoscimento e la valorizzazione della propria storia passa quindi per un sistema 

integrato di interventi che partono da una diffusione delle conoscenze (anche attraverso 

mirati eventi culturali) ad azioni concrete di recupero e riuso del patrimonio storicoartistico, 

nella consapevolezza che la storia si costruisce sulla continuità dell’opera 

dell’uomo e che il progresso richiede un giusto equilibrio tra le istanze della conservazione 

e quelle dell’innovazione. 

In questo senso l’identità del territorio falconarese si lega non soltanto alle sue radici 

storiche, ma necessariamente anche al suo più recente passato ed alle attese per il suo 

futuro. La contemporaneità diviene un’occasione storica per ridefinire le vocazioni del 

territorio in coerenza con le sue risorse, entrando quindi nel processo di rafforzamento 

dell’identità. 

Da città a rischio a città sostenibile ed eco-compatibile 

Il PRG99 intende proporsi come un “progetto per la città sostenibile ed 

ecocompatibile” del futuro, in cui il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano - 

inteso nel senso più ampio di ambiente sociale, economico, culturale, territoriale - 

costituisce l’obiettivo primario e strategico della pianificazione. 

Esso rappresenta una sintesi, condotta sia a livello politico-programmatico che 

urbanistico-ambientale, tra le necessità di salvaguardia del territorio non ancora 

urbanizzato (la bassa collina marchigiana ed il corridoio fluviale dell’Esino), di 

valorizzazione delle potenziali risorse legate al litorale, di riqualificazione degli ambiti 

insediativi più degradati (zona via Marconi, Fiumesino, Villanova, Rocca Priora e Case 

Bruciate), di incremento della dotazione dei servizi pubblici. Gli obiettivi primari sono: la 

mitigazione degli impatti prodotti dalle attività ad alto rischio e dalle grandi infrastrutture 7 , 

la riabilitazione di interi comparti urbani privilegiando il recupero ed il riuso di aree ed 

7 Gli interventi previsti sono: la realizzazione di uno studio di fattibilità finalizzato alla graduale dismissione e riconversione 

economico-produttiva e funzionale dell’area occupata dalla raffineria Api (breve-medio termine), la delocalizzazione del deposito 

GPL della Liquigas (breve termine), la delocalizzazione dello scalo merci ferroviario e delle relative attività di smistamento merci 

(medio termine), nonché di ogni altra attività a rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Sono altresì previste fasce di rispetto 

integrale attorno alla raffineria che diventeranno aree verdi a protezione degli abitati di Fiumesino e Villanova. 

175




immobili dismessi, la realizzazione di una rete ambientale quale bacino naturale a servizio 

degli abitati esistenti e previsti. 

Gli obiettivi di PRG recepiscono e incentivano anche altri progetti e interventi 

finalizzati a migliorare e valorizzare la qualità dell’ambiente urbano. Tra questi il più 

importante è senz’altro il Parco Fluviale dell’Esino, definito come “Parco urbano della città 

diffusa”, che trova i suoi punti di esplicitazione nelle strutture museali e didattiche del 

Molino Santinelli e dei Laghi del Fossatello. Vanno inseriti in questo quadro anche il 

progetto per un bosco urbano (APU 2), il progetto integrato di manutenzione del verde 

urbano 8 ed il Piano di Edilizia Economica Popolare (PEEP) del Tesoro che prevede l’utilizzo 

sperimentale di tecnologie di bio-architettura e di risparmio energetico. 

Da città dormitorio a città dinamica, viva e attiva 

La forte volontà che anima i progetti di riqualificazione degli spazi urbani e di 

promozione dei servizi ai cittadini è volta in modo particolare ad affrancare l’immagine di 

Falconara dall’accezione negativa, assunta negli ultimi decenni, di mero contenitore di 

residenzialità (“città-dormitorio”), per intraprendere invece un percorso di affermazione 

della città come punto di riferimento economico, sociale e culturale. 

Tale programma d’intenti dovrebbe portare, prevedibilmente, a positive ricadute con 

fenomeni di gentrification (sostituzione indotta di vecchi abitanti con nuovi residenti, 

sopraggiunti in conseguenza degli interventi di bonifica e riqualificazione) e ad una spinta 

notevole nella promozione delle politiche di potenziamento sociale e delle azioni di 

rivitalizzazione sociale, non solo per gli ambiti urbani depressi ma per la città nel suo 

insieme. 

La partecipazione della popolazione alla vita sociale e culturale della città costituisce 

un importante indicatore di vitalità; in tale ambito sono già stati più volte citati i molteplici 

interventi già messi in atto dai nuovi contenitori culturali agli spazi di aggregazione, alle 

strutture socio-assistenziali, agli spazi per il tempo libero e per lo sport. 

Inoltre, il PRG99 e i progetti urbani, oltre a riqualificare il tessuto urbano e a 

migliorare la complessiva qualità dell’ambiente, intendono anche rigenerare il tessuto 

economico del territorio attraverso il sostegno delle attività produttive della piccola e 

media impresa, la valorizzazione dell’artigianato e del commercio, l’incentivazione del 

terziario avanzato e della ricerca tecnologica e scientifica 9 . Fondamentale, inoltre, risulta 

sia la riqualificazione delle aree produttive e delle infrastrutture esistenti, sia la previsione 

di altre, più adeguate e meglio attrezzate, aree produttive, commerciali e terziarie che 

individuino nuovi importanti collettori di funzioni e di servizi. 

Sono queste azioni strategiche anche in relazione alla volontà di avviare un processo di 

riconversione degli impianti di raffineria, realizzando potenziali bacini di assorbimento 

per l’offerta lavorativa. 

Altre occasioni in tal senso sono date dal recupero dell’ex-Montedison, destinato dal 

PRG99 a luogo per la cultura, il tempo libero e lo svago, e dal nuovo porto turistico, previsto 

all’interno del progetto Bohigas. Si tratta di opportunità che, se ben gestite (con una 

partecipazione pubblico/privato), potranno creare in futuro nuovi reali bacini 

occupazionali. 

8 

Comune di Falconara Marittima, progetto “Percorsi della vita nel verde”, Arch. Riccardo Picciafuoco e Arch. Antonietta Raffaeli 

, anno 2002. 

9 

Si inserisce in questo obiettivo la recente introduzione dei corsi universitari sul territorio falconarese. 

176

MARCHINGEGNO 


Nel loro insieme i progetti e le azioni mirano sia ad una stabilizzazione demografica 

(con un possibile recupero sino alla quota di 32.000 abitanti), sia a contenere il fenomeno 

del pendolarismo lavorativo, sia ad attrarre nuovi significativi flussi legati alla fruizione di 

servizi, anche in relazione alla nuova offerta culturale e turistica di cui al successivo 

capitolo. 

Da città autorealizzata a città partecipata 

Si è più volte tornati sull’importanza dei processi di partecipazione e di consultazione 

come azioni imprescindibili per la sostenibilità e l’efficacia degli interventi. Una città che 

decide consapevolmente il proprio futuro è una città che poi investirà per la sua 

realizzazione, che sia impresa, associazione o libero cittadino. 

La spinta alla concertazione e alla co-pianificazione è diventata oggi un’esigenza 

concreta che investe i rapporti tra enti, istituzioni e privati, ed è dettata dalla crescente 

difficoltà di gestione di sistemi urbani sempre più complessi e dagli evidenti fallimenti, 

ben visibili sul territorio falconarese, di una politica basata sulla norma e sul vincolo. La 

governance è quindi alla base di un nuovo concetto di amministrazione ed è sempre più 

frequentemente applicata, anche su scala ridotta, per una gestione urbana policentrica e di 

tipo orizzontale (non gerarchica) tra i diversi attori locali. Ne consegue che fattori sempre 

più determinanti per l’esito delle trasformazioni diventano la flessibilità delle procedure, 

le reti relazionali instaurate, la capacità di costruire tavoli di discussione e di guidare i 

processi di consultazione finalizzati al coinvolgimento attivo della popolazione residente. 

Falconara ha già messo in atto importanti meccanismi di partecipazione per le scelte 

relative al territorio. Sono stati promossi due Contratti di Quartiere (CQ1 Fiumesino e CQ2 

Villanova-Falconara Nord), ovvero programmi integrati di recupero urbano finalizzati alla 

promozione dello sviluppo sociale, economico ed occupazionale, con un’attenzione 

particolare alla partecipazione dei cittadini nella definizione di obiettivi e modalità di 

attuazione. 

Recentemente la Giunta Comunale di Falconara ha dato via libera alla procedura di 

Valutazione Ambientale Strategica (VAS) 1 0 applicata alla variante al PRG 99. Si tratta di un 

processo strutturato che ha la finalità di valutare e comporre gli obiettivi di sviluppo 

proposti dallo strumento generale rispetto alla capacità di carico dell’ambiente. La VAS 

mette, inoltre, in atto un processo di partecipazione atto a promuovere la conoscenza e la 

diffusione dei progetti di trasformazione urbana presso i diversi soggetti portatori di 

interesse e più in generale verso la cittadinanza, utilizzando adeguate modalità di 

comunicazione 1 1 . 

Altre iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione hanno interessato interventi più 

puntuali e sono stai indirizzati solo ad alcuni target di cittadini. E’ questo il caso del 

PROGETTO CONSULTA GIOVANI 1 2 , promosso nel 2003 in concomitanza con 

l’elaborazione di un progetto di centro giovanile. La consulta è stata costituita sulla base di 

un attento monitoraggio relativo alle esigenze e alle problematiche più sentite dai giovani; 

1 0 V. Atto d’indirizzo per l’Avvio della Procedura di Valutazione Ambientale Strategica applicata al modello di sviluppo in ambito 

comunale, Comune di Falconara M.ma, Settore Urbanistica, Area Assetto del Territorio. 

11 L’UNESCO ha riconosciuto la VAS quale straordinario strumento per il miglioramento della qualità della vita, purché essa 

costituisca “un modello valutativo di tipo quantitativo, capace di calcolare le ricadute ambientali delle scelte pianificatorie 

territoriali (…)”, in modo da produrre “azioni transdisciplinari e internalizzanti della cultura locale, così da favorire l’interscambio 

tra sapere esperto e sapere comune (…)”. 

12 Si veda il capitolo I.6, Il sistema dei servizi sociali 

177




essa ha lo scopo di fungere da intermediario tra il mondo giovanile, l’Amministrazione e il 

mondo adulto, con l’attribuzione di compiti ben definiti 1 3 . 

Da città ostile a città attrattiva ed accogliente 

I nuovi piani e progetti assumono come dato di partenza la città attuale, quella città 

“diffusa”, “senza forma” perché cresciuta senza un organico progetto, separata al suo 

interno dalla rete delle infrastrutture e che subisce la presenza ingombrante dell’Api. Sulla 

città i progetti intervengono non tanto con sostituzioni e sovrapposizioni, negandone 

quindi il carattere di provvisorietà, ma attraverso interventi di riqualificazione 

dell’ambiente, del tessuto urbano, dei percorsi e degli spazi pubblici (aperti e chiusi) 1 4 , 

restituendo senso – di immagine e di funzione - alle permanenze. 

Alla luce di ciò aggiungere valore estetico alla città-territorio è possibile oggi solo con 

validi interventi di architettura contemporanea e con progetti che ridelineino il paesaggio 

urbano in termini di godibilità formale e funzionale e di vivibilità. 

L’architettura contemporanea, se di qualità, può valorizzare e caratterizzare il 

territorio conferendogli distinzione e immagine. In questo senso l’affidamento dei più 

importanti incarichi progettuali all’architetto Oriol Bohigas, diviene una strategia di 

promozione urbana, potendo introdurre elementi di forte attrattività. 

Altri elementi di attrattività dovranno essere ricercati attraverso la realizzazione di 

innovativi spazi per la cultura e il tempo libero, purché i progetti e le realizzazioni siano di 

portata tale da divenire di interesse per un target sovra-locale, meglio se nazionale. E’ 

questo l’obiettivo delle proposte individuate alla conclusione del presente lavoro e che 

saranno sviluppate nel capitolo successivo. 

Sia i nuovi spazi per la cultura ed il tempo libero, sia il nuovo porto turistico e la 

riqualificazione del litorale, sia infine i nuovi poli direzionali, affari e commerciali 

sollecitano l’implementazione e la riqualificazione dell’offerta ricettiva nel suo complesso. 

Aree per alberghi e campeggi sono stati già individuati dal PRG99, che suggerisce 

inoltre per alcuni edifici di interesse storico il recupero con questa destinazione 1 5 . 

Un’importante struttura alberghiera è già prevista dal progetto Bohigas per il porto 

turistico e un’altra è in via di realizzazione presso lo scalo aeroportuale. L’offerta ricettiva 

di tipo extra-alberghiero risulta invece proponibile solo nelle aree collinari e nell’area 

fluviale, mentre per i campeggi le aree ottimali sono quelle antistanti il litorale a nord 

dell’API. 

Bar e ristoranti dovranno essere incentivati su tutta la città-territorio, dal litorale, al 

fiume, alle aree collinari, alle aree urbanizzate, puntando ad una caratterizzazione e 

diversificazione dell’offerta e a servizi di qualità. 

Sempre in termini di accoglienza la società Aerdorica ha già investito ingenti risorse 

per migliorare l’accoglienza dei suoi passeggeri. Il passo successivo è un’efficace politica di 

marketing per promuovere la conoscenza e la visita dei territori della Vallesina, di Ancona e 

delle Marche. Falconara da ciò non può che trarne tutti i vantaggi, in termini di immagine 

e di utilizzo dei servizi che in tal senso potrà costruire, proponendosi come porta di accesso 

per la scoperta di un territorio molto più vasto e dalle molteplici ricchezze. 

13 I principali compiti della Consulta Giovani sono: progettare, coordinare e realizzare attività inerenti le esigenze giovanili, 

realizzare una banca dati sulle risorse progettuali, umane e strutturali, e collaborare nella progettazione e nella realizzazione delle 

attività. 

1 4 In particolare il centro città è stato riqualificato anche con interventi di ripavimentazione e di arredo urbano. 

15 Il riferimento è al fabbricato di archeologia industriale Ex-Simem Angelini, da destinare ad albergo od ostello. 

178

IMMAGINI DELLE NUOVE SOCIALITÀ URBANE 

MARCHINGEGNO 


Negli ultimi dieci anni la riflessione antropologica sulle trasformazioni del vivere 

quotidiano nelle aree metropolitane è diventata di grande attualità, a partire dalla 

constatazione di alcuni profondi mutamenti che investono le società post-industriali: la 

sempre maggiore circolazione e confluenza di persone provenienti da ambiti culturali 

diversi, la diffusione di insediamenti estesi ben oltre i centri-città, la condivisione 

virtualmente illimitata di informazioni, l’annullamento delle distanze fisiche in una 

prospettiva di comunicazione globale. 

Tutto ciò ha generato sensibili mutamenti sia nei comportamenti che nel modo di 

abitare e vivere la città. A partire dall’osservazione dei mutamenti in atto nelle società 

avanzate, in particolare modo nelle grandi metropoli, le più attuali tendenze 

dell’antropologia applicano gli stessi paradigmi anche ai centri urbani meno estesi, centri 

che via via sconfinano in un’area sempre più vasta creando una rete fitta e diffusa di 

relazioni di diversa natura 1 6 . 

Tali ambiti, definiti con linguaggio tecnico “periurbani” 1 7 , costituiscono un territorio 

di fondamentale importanza per l’esplorazione dei nuovi fenomeni sociali; qui la società 

urbana declina molte delle sue potenzialità in un insieme di forme insediative, 

infrastrutturali, produttive, commerciali (ingrosso, grande distribuzione e shopping malls) 

e di servizi; tutte attività che nel nucleo urbano non potrebbero essere contenute. 1 8 Le 

società periurbane sono quindi non soltanto il luogo della trasformazione morfologica della 

città, ma anche il territorio della creazione di nuove forme di socialità e di nuovi stili di 

vita. 

Ai tradizionali luoghi della memoria 1 9 della città moderna (non contemporanea), 

quelli legati cioè all’identità storica e al passato, si sono quindi oggi affiancati i cosiddetti 

non-luoghi 2 0 . I non-luoghi sono gli spazi del transito, della velocità, del passaggio in 

senso lato o letterale, o ancora del consumo globalizzato: spazi privi di storia, sia perché la 

velocità a cui sono attraversati non consente di attribuire loro identità, sia perché progettati 

solo per essere “consumati”. Privi di storia, quindi, ma non per questo privi di significato. 

I non-luoghi sono luoghi saturi di umanità, in quanto prodotti da uomini e da uomini 

frequentati, benché essi si coniughino esclusivamente al presente, vivendo in una sorta di 

time out, di tempo sospeso quanto basta per attraversarli o consumarli. Il consumo 2 1 è il 

tratto comune ai non-luoghi; anche il viaggio può essere considerato un consumo, tanto 

che gli aeroporti e le stazioni stanno diventando sempre più dei centri commerciali in cui 

l’acquisto diventa l’attività principale di chi attende la partenza. 

16 E’ il cosiddetto hinterland, o altrimenti area metropolitana, banlieu, metropolitan fringe, tutte definizioni che richiamano ancora 

il carattere in origine residuale di tali spazi. 

17 Al contrario per aree urbane gli urbanisti intendono le aree dove si addensano le funzioni rare generando l’“effetto città” . Si 

veda ARCHIBUGI F., La città ecologica, Bollati Boringhieri, Torino, 2002. 

18 Rif. MARTINOTTI, G., Il vero centro si è già spostato. Non è più “dentro”, sta in periferia, in Telema n. 15, inverno 1998/99. 

19 La definizione “Luoghi della memoria” è di Pierre NORA, Les Lieux de Memoire, Gallimard, 1993. Per Falconara Marittima i 

luoghi della memoria sono stati trattati all’interno del presente lavoro nel capitolo II.1, Percezione del territorio: il valore 

dell’identità e della memoria. 

20 Si veda AUGÉ M., Non luoghi. Introduzione ad un’antropologia della surmordenità. Eleuthera, 1996. 

21 L’omologazione di autostrade, aeroporti, stazioni, centri commerciali, ecc., garantisce, in virtù delle merci globali che lì si 

commercializzano dei rassicuranti punti di riferimento per gli “stranieri di passaggio”: essi si configurano quindi come delle 

supermerci 21 (enormi “merci-contenitori” di altre innumerevoli merci) che finiscono paradossalmente per fornire identità allo 

stesso modo dei luoghi tradizionali. 

179




Estremizzando, la percezione esterna che si ha di Falconara oggi è quella di un unico 

“non-luogo diffuso”, percezione determinata dal suo spiccato carattere di luogo di transito 

(vissuto come passaggio obbligato verso altre destinazioni e non come meta di sosta) e 

dalla sua immagine di città diffusa e soggetta a consistenti flussi di immigrati (valore di 

internazionalizzazione). 

La città ben riflette i processi globali in atto, i futuri progetti non hanno lo scopo di 

contrastare tale processo ma semmai di cogliere i vantaggi competitivi che possono 

derivare da un equilibrato rapporto tra realtà globale e realtà locale. 

La trasformazione urbana può certamente incidere sulle modalità di vita dei propri 

abitanti agendo sulla promozione e sul sostegno della coesione e dell’integrazione sociale. 

Ciò sia direttamente, ovvero riqualificando le aree degradate e realizzando nuovi e sempre 

più efficienti servizi ai cittadini, sia indirettamente, attraverso la caratterizzazione del 

territorio e dando valore prospettivo all’identità storica e alle tante identità che oggi 

abitano il territorio. 

Ciò è possibile a patto che si crei fin da subito, ancor prima della concretizzazione dei 

progetti urbani, un coinvolgimento positivo attorno ai valori della trasformazione, che i 

cittadini si approprino attivamente di tale processo, ne siano orgogliosi e disposti, quindi, 

a divenirne i primi promotori. 

Di seguito, così come per la trasformazione fisica della città-territorio, si è voluto 

quindi focalizzare in alcune immagini le possibili modificazioni del tessuto sociale. 

Da residenti a cittadini 

Il “cittadino metropolitano” tipo è spesso chiuso nella sua individualità, legato a una 

cerchia familiare sempre più ristretta, condizionato nella sua identità dagli stessi beni che 

acquista e dai tempi di percorrenza necessari a raggiungere il luogo di lavoro. Tende quindi 

a non provare interesse per la città in quanto collettività. 

L’Amministrazione di Falconara ha consapevolmente intrapreso da tempo la strada 

del coinvolgimento della popolazione in un processo di “ri-fondazione del valore di 

cittadinanza”, che corre in parallelo a quello della “ri-generazione urbana”. Iniziative 

importanti, oltre ai processi consultivi, sono la distribuzione gratuita della Costituzione 

Italiana ai giovani neo-maggiorenni, l’istituzione di un “Garante dei diritti dei soggetti più 

deboli” 2 2 (con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti umani e 

dell’umanizzazione della pena detentiva), le tante iniziative contro la discriminazione delle 

donne (mostre, rassegne e convegni). Hanno questo fine anche i cicli di rassegne a sfondo 

politico-sociale (Polis, Secolo Breve e Frammenti) che hanno avuto il merito di portare al 

confronto con la cittadinanza tanti opinion leader sui temi della condizione della 

contemporaneità nelle sue più diverse sfumature. 

L’obiettivo, che è obiettivo prioritario, è realizzare un modo condiviso e sentito di 

essere collettività ancor prima che nuova città, lavorando quindi per promuovere i valori di 

coscienza del nuovo cives. 

2 2 Il Garante è stato istituto nel 2004 per promuovere i diritti degli individui privati della libertà personale. Nella proposta di 

delibera si legge: “ Scopo dell’iniziativa (..) è quello di costruire le premesse per rendere la comunità più accogliente, capace di 

inserire vantaggiosamente nella società civile anche le persone con un passato o un presente problematici”. 

180

Da città delle differenze a città inclusiva 

MARCHINGEGNO 


Falconara si riconferma una città che ha capacità di accoglienza e che 

combatte l’emarginazione sociale favorendo l’integrazione sia degli immigrati, 

sia delle categorie sociali più svantaggiate (disabili, anziani, persone in stato di 

disagio economico). 

Tante le iniziative di welfare promosse dal Comune; in particolare per gli 

immigrati assume grande rilevanza, in termini di riconoscimento ufficiale del 

diritto di cittadinanza, la recente nomina del Consigliere Comunale Aggiunto 

straniero. Per la minoranza etnica dei Rom, che qui ha una particolare 

consistenza, sono stati finanziati interventi concreti sia per il campo nomade sia 

per favorire l’inserimento scolastico e lavorativo dei ragazzi e delle donne, con 

esiti incoraggianti. 

Molte le strutture realizzate sul territorio (tutte a completo carico pubblico) 

per l’accoglienza e la cura dei disabili fisici e mentali 2 3 ; sono inoltre in avvio 

progetti per la realizzazione di percorsi urbani privi di barriere architettoniche. 

Importanti sono anche gli interventi di solidarietà rivolti all’esterno del 

territorio, come la promozione dell’affido per i minori e dell’accoglienza 

temporanea presso le famiglie dei bambini vittime di catastrofi naturali (ad es. il 

Progetto Cernobyl). 

Tutte le azioni hanno trovato un forte sostegno e un pieno coinvolgimento da 

parte delle associazioni di volontariato presenti sul territorio. Ma anche la 

cittadinanza nel suo complesso si è sentita coinvolta, grazie alle mirate azioni 

informative e culturali messe in atto (ad esempio le feste multiculturali e altri 

momenti di incontro anche di tipo ludico e ricreativo, rivolte soprattutto ai 

giovani). 

Sensibilità, ascolto, accoglienza, concretezza sono valori quindi già radicati 

nella popolazione, valori che in futuro non potranno che essere ulteriormente 

sostenuti ed incoraggiati. 

Da città che invecchia a città che nei giovani trova il futuro 

Grande attenzione è stata riservata negli ultimi anni ai bambini ed ai giovani, 

nella consapevolezza che i bambini ed i giovani di oggi sono i cittadini della città 

del futuro e che rappresentano quindi una risorsa preziosa su cui è doveroso 

investire. 

La Consulta Giovani, l’Osservatorio Minori, le tante azioni di educazione e di 

ricreazione, i centri giovanili e sportivi, le ludoteche dimostrano i consistenti 

investimenti per coinvolgere sempre più responsabilmente i giovani nella vita 

della collettività ed evitare pericolose situazioni di marginalizzazione. 

Ma, oltre alle azioni messe in atto dal Pubblico, a promuovere il richiamo 

dei giovani sono anche gli aspetti più legati al divertimento; in questo senso si 

indicano le tante strutture che, in accordo con l’Amministrazione, animano da 

qualche anno il litorale falconarese. 

23 Si segnala il recente progetto della “Rete del sollievo”, per l’inclusione sociale dei soggetti affetti da disturbi 

mentali e, al tempo stesso, per il sostegno alle famiglie. 

181




I giovani sono parte viva e attiva anche del progetto del Parco Fluviale, dove 

avranno sede strutture di tipo didattico e ricreativo; inoltre esiste già sul 

territorio un Parco Zoo che non a caso si chiama “Paese dei bimbi”, e che 

meriterebbe di essere valorizzato e integrato con l’offerta del territorio. 

Ai bambini ed ai giovani, quindi, dovrà essere rivolta particolare attenzione 

nella messa in atto delle future azioni in campo culturale e nella progettazione di 

nuovi luoghi per la cultura ed il tempo libero. 

Da città che informa a città che comunica 

Un ruolo fondamentale per le azioni di comunicazione e promozione del 

marketing del territorio è svolto dalla componente tecnica che sostiene la messa 

in rete e la circolazione di idee, conoscenze, progetti, know-how, persone e merci. 

Tale componente non riguarda solo l’informatica, ma anche le telecomunicazioni, 

i trasporti e la logistica, tutti mezzi necessari al funzionamento della città come 

rete di connessioni interne e come nodo di reti di interconnessione sovralocale. 

Rientrano in questo ambito le cosiddette città-digitali, ovvero progetti di 

collegamento telematico capillare all’interno della città, capace di raggiungere 

cittadini, enti pubblici e imprese, favorendo l’accesso ad una pluralità di servizi, 

con notevole abbattimento di costi, tempo e risorse, rendendo al tempo stesso la 

città più aperta alle innovazioni 2 4 . 

Il Comune di Falconara Marittima, nell’intento di migliorare l’offerta di 

informazione e comunicazione ai cittadini e di accogliere le crescenti possibilità 

offerte dalle nuove tecnologie, negli ultimi anni ha effettuato un notevole sforzo, 

in termini di risorse economiche e di know-how condiviso, a favore 

dell’ottimizzazione del proprio apparato informatico e dei collegamenti 

telematici interni agli uffici amministrativi. 

Ma i progetti più rilevanti, e da cui si attendono le maggiori ricadute, sono i 

progetti di e-government in fase di avvio o in attesa di finanziamento (Progetto 

PEOPLE e E-democracy). 

Va tuttavia tenuto presente che l’e-government si attua compiutamente nel 

momento in cui l’impiego delle nuove tecnologie costituisce non solo un effettivo 

contributo nel conseguimento di una maggiore efficienza ed efficacia dei servizi 

resi agli utenti, ma quando esse contribuiscono anche al miglioramento della vita 

democratica delle comunità (e-democracy), processo che si realizza tramite la 

possibilità di interagire nei procedimenti politici grazie all’uso delle tecnologie 

dell’informazione e della comunicazione (TIC) attraverso email, forum, chat 

tematiche, blog, newsletter , voto elettronico. 

Tutti questi strumenti non vanno tuttavia considerati come sostitutivi del 

tradizionale rapporto fisico ente-utente, ma come una valida alternativa ad esso, 

capace di apportare un significativo vantaggio soprattutto in termini di una 

maggiore velocità, accessibilità e trasparenza. 

Inoltre non va sottovalutato il processo di feed-back che le tecnologie 

informatiche consentono se attentamente monitorate. 

24 Un valido esempio è il servizio Iperbole attivato a Bologna 

182

MARCHINGEGNO 


Prima di descrivere le diverse tipologie di azioni (strategiche e di ottimizzazione 

dell’esistente) ed il marketing, ci sembra utile trovare un momento di sintesi in cui 

focalizzare i punti essenziali dei risultati di indagine che sono alla base delle strategie 

proposte o che comunque condizionano potenzialmente gli esiti delle stesse azioni. 

Lo strumento della SWOT analisys risulta particolarmente efficace per un piano di tipo 

strategico e pertanto viene qui riproposto. 

Le due tabelle riassumono rispettivamente gli esiti delle indagini relativi a: 

• Contesto ( capitolo 1 ) e Trasformazione urbanistica (capitolo 3 ) 

• Dominio culturale ( capitolo 2 ) 

LA CITTÀ, IL TERRITORIO E IL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE 

SWOT ANALISI : SISTEMA CITTÀ-TERRITORIO 


• Posizione geografica strategica, sia in passato che allo stato attuale 

• Ricchezza di tipologie ambientali e varietà di paesaggi (mare, collina, fiumi), con 

alcune risorse di particolare valore (habitat fluviale e laghi di Fossatello) 

• Presenza di importanti infrastrutture di trasporto (aeroporto, nodo ferroviario e 

autostradale) che sono fattori di vantaggio competitivo 

• Processo di profonda trasformazione del territorio già avviato (PRG, Progetto 

Bohigas, CdQ, ecc.) 

• Elementi decisamente innovativi di rilettura e ridisegno della città presenti nel 

progetto Bohigas: progettare un nuovo contesto urbano partendo da quello esistente, 

recuperare il rapporto con le origini attraverso il riconnubio con il mare 

• Forte azione da parte dell’Amministrazione Comunale per l’incremento dei servizi 

al cittadino (alcuni anche molto specialistici) a cui corrisponde una buona risposta in 

termini di fruizione 

• Aumento consistente di luoghi di aggregazione (per anziani, giovani e disabili) in 

diverse aree della città di cui alcuni di recente apertura ed altri in fase di progetto 

• Esistenza, di fatto, di una rete di “punti di ascolto” , ovvero di un insieme di 

luoghi pubblici e privati, aperti e chiusi, fisici e virtuali, che sono già frequentati per i 

servizi che offrono 

185




186 

• Un sistema delle info-strutture in via di sviluppo (adesione al progetto 

intercomunale “People” per la creazione di un portale che consenta ai cittadini di 

accedere on-line a ben 160 servizi diversi) 

• Forte presenza e attivismo dell’associazionismo locale nei più diversi ambiti 

(sociale, ambiente, cultura,ecc.) che costituisce un importante elemento su cui far 

perno per agevolare la condivisione da parte della società civile per le scelte relative al 

territorio 

• Azioni già avviate mirate al coinvolgimento della popolazione su singoli temi o 

specifici ambiti territoriali (CdQ, Consulta Giovani, VAS) 

• Azioni già avviate mirate a dare concrete risposte a situazioni di emarginazione e 

di degrado sociale, ambientale ed edilizio (in particolare Villanova e Fiumesino, ma 

anche la frazione di Rocca a Mare e l’area tra quartiere Stadio e Castelferretti) 

• Iter di lavoro, già avviato, finalizzato al miglioramento dell’accessibilità dei 

percorsi urbani attraverso un piano/progetto di abbattimento delle barriere 

architettoniche 

• Attitudine dell’Amministrazione Comunale a lavorare a progetti di tipi “integrato” 

valorizzando le rispettive sinergie 

• Capacità dimostrata dall’Amministrazione di farsi promotrice e coordinatrice dei 

processi di riqualificazione e sviluppo anche rispetto all’area vasta, attraverso gli 

strumenti di concertazione 

• Esistenza di un canale di comunicazione istituzionale verso la cittadinanza molto 

dinamico e vivace, con una buona risposta da parte degli utenti 


• Tante e deboli identità dovute al retaggio storico (quattro frazioni unite in un unico 

comune in epoca recente) e alla rapida trasformazione del tessuto sociale 

• Diversità dei luoghi e frammentazione del territorio: più centri che hanno diversi 

pesi rispetto alla centralità oggi assunta dalla frazione “Marina di Falconara”, luoghi 

diversi che restituiscono immagini che hanno spesso poco in comune 

• Presenza dell’impianto API, e di altre attività industriali fortemente impattanti sul 

territorio, con un evidente riflesso negativo sulla qualità dell’ambiente, della vita e 

sull’immaginario collettivo 

• Presenza di aree caratterizzate da situazioni di emarginazione e di degrado sociale, 

ambientale ed edilizio (in particolare Villanova e Fiumesino, ma anche la frazione di 

Rocca a Mare e l’area tra quartiere Stadio e Castelferretti)

MARCHINGEGNO 


• Limitato e precario rapporto diretto tra città e mare a causa della barriera costituita 

dalla linea ferroviaria e dalla strada litoranea attraverso pochi e non rappresentativi 

accessi pedonali alla spiaggia 

• Medio-bassa qualità di larga parte del tessuto edilizio, soprattutto nel centro-città 

(frazione Marina) e nelle aree di connettivo tra le diverse frazioni 

• Caratteristiche di “città diffusa” tipica del litorale Adriatico che comportano la 

mancanza di un’ immagine “urbana” distintiva di cui si individuino i confini e le 

gerarchie tra un centro e gli altri spazi urbani (concetto di “soglia urbana”) 

• Aspetto di “città-periferia” che comporta mancanza di attrattività (non è un caso 

che, anche se in misura minore rispetto a 10 anni fa, ancora oggi si cercano altrove i 

luoghi di riferimento per la vita sociale e l’aggregazione) 

• Tendenza ad una lieve contrazione demografica, compensata dai flussi immigratori. 

Pur se contenuta, esiste una tendenza a lasciare Falconara per aree considerate di 

maggiore pregio 

• Popolazione “non autoctona” e di “recente costituzione”: mancanza di 

radicamento aggravato dai recenti e consistenti flussi migratori con conseguenti 

problemi di coesione sociale 

• Per la crescente presenza di anziani (invecchiamento della popolazione) si pone 

anche il problema della coesione inter-generazionale 

• Mancanza di un immaginario collettivo positivo: percezione negativa del territorio 

(più esterna che interna) aggravata dai recenti fatti di cronaca (incidenti API) 

• Mancanza di un asset pregiato del territorio che possa fungere da “marchio” del 

processo di valorizzazione del territorio. Non esiste attualmente (né storicamente) una 

particolare risorsa legata al patrimonio, alla produzione, o anche alla tradizione che 

possa attribuire al territorio un vantaggio competitivo sia per il pregio della risorsa in 

sé, sia per la qualità dei processi di valorizzazione messi in atto 

• Tessuto commerciale organizzato in funzione dei residenti e quindi con ridotta 

capacità attrattiva nei confronti sia dei residenti del territorio limitrofo sia nei confronti 

dei turisti 

• Mancanza di rapporti forti con i comuni dell’hinterland ed in particolare con 

Ancona 

• Sottoutilizzazione dei punti informativi e scarso sistema di interfaccia tra cittadino e 

Amministrazione 

• Eccessiva progettualità aggravata da azioni di comunicazione non programmate e 

poco mirate ai risultati che si intendono ottenere per cui rischiano di avere un effetto 

negativo 

187




Opportunità 

Rischi 

188 

• Molteplicità di progetti già avviati per la valorizzazione del sistema ambientale e 

paesaggistico (in particolare il Parco Fluviale dell’Esino intercomunale) 

• Accordi avviati con altri enti locali (Comuni dell’hinterland, Provincia e Regione), 

Ministero ed enti privati (RFI) per risolvere i problemi di criticità ambientale del territorio 

e per razionalizzare e potenziare il sistema delle infrastrutture di trasporto 

(metropolitana di superficie, arretramento linea ferroviaria costiera) 

• Accordi avviati con i privati per la mitigazione degli impatti ambientali 

relativamente alle attività industriali (bonifiche di aree industriali dismesse, riduzione 

dell’emissione di sostanze inquinati). Possibilità di programmare la riconversione degli 

impianti di raffineria Api 

• Implementazione dello stock di capitale culturale dell’area attraverso significative 

realizzazioni di architettura contemporanea, ad opera di progettisti di riconosciuta 

fama (Arch. Bohigas) 

• Presenza nel territorio di importanti edifici industriali e militari da recuperare 

(Caserma Saracini, Ex-Montedison, Ex-Squadra Rialzo e, potenzialmente, l’attuale 

Stazione ferroviaria) che possono divenire ulteriori “occasioni” da utilizzare per la 

rivitalizzazione delle funzioni urbane 

• Implementazione delle relazioni politiche e commerciali conseguenti la 

realizzazione del nuovo porto turistico, il potenziamento dell’aeroporto e il 

completamento dell’Interporto 

• Possibilità di accedere a finanziamenti diversi sia di natura pubblica (Ministero ed 

Unione Europea) che privata ( Project-financing) per la realizzazione dei diversi progetti 

• Progetti di E-governace 

• Tempi lunghi per l’attuazione delle misure di tutela, riqualificazione e valorizzazione 

del sistema già previste, per il raggiungimento degli accordi tra i diversi enti e per il 

protrarsi dei tempi di erogazione dei finanziamenti 

• Tempi lunghi di realizzazione degli interventi di maggiore portata e risonanza, in 

particolare quelli relativi al porto turistico, alla nuova stazione ferroviaria e all’ex- 

Montedison, con conseguente rischio di spostare il ritorno d’immagine 

dall’Amministrazione Comunale attuale esclusivamente alle Amministrazioni successive 

• Difficoltà di reperimento delle consistenti risorse economiche necessarie ed 

adeguato pervenimento delle stesse rispetto al programma attuativo

MARCHINGEGNO 


• Relativa scarsa disponibilità a collaborare tra i diversi Enti pubblici territoriali 

(Provincia e Regione) 

• Problemi di consenso da parte della popolazione o di altre categorie sociali 

(lavoratori API) 

IL DOMINIO CULTURALE 

SWOT ANALISI : DOMINIO CULTURALE 


• Presenza di emergenze storico-architettoniche da valorizzare e mettere a sistema. 

La maggior parte di esse sono attualmente adibite a residenza o utilizzate come sedi di 

pubblici uffici, sono ben conservate, godibili almeno dall’esterno e costituiscono 

elementi distintivi e rappresentativi dei paesaggi del territorio 

• Presenza di un patrimonio storico-architettonico fortemente rapportato alla storia 

ed alla economia del territorio 

• Forte dinamismo e ingenti investimenti da parte dell’Amministrazione Comunale 

per incrementare i “luoghi per la cultura” la realizzazione di nuovi servizi e l’avvio dei 

progetti già in essere (Casa della musica, Teatro Fanesi, Biblioteca e Centro Culturale 

Piero Pergoli, Galleria d’arte contemporanea, ecc.) 

• Attivazione di azioni di formazione nelle diverse arti (musica, cinema, teatro, 

pittura, ecc.) in stretta collaborazione con il mondo dell’associazionismo culturale 

• Attivazione di sistemi di gestione e di promozione in rete (Sistema Bibliotecario 

Esino-Mare, Associazione Museale della Provincia di Ancona) 

• Recente istituzione di una Fondazione Culturale comunale; esclusivo carico 

pubblico per il sistema dei servizi e degli eventi 

• Adesione formale al Sistema Turistico Locale Esino-Frasassi 

• Vicinanza geografica ad aree particolarmente significative dal punto di vista 

artistico, paesaggistico ed enogastronomico (Ancona, Conero e Vallesina) 

• Potenzialità di sviluppo sostenibile del territorio comunale di Falconara determinata 

dalla capacità di una pluriofferta in termini culturali, turistici e di servizio in grado di 

attivare processi di modificazione del “settore turismo” in termini economici stimolando 

nuovi interessi anche da parte degli imprenditori e delle categorie economiche 

189




190 

• Presenza consolidata di rassegne di qualità e con carattere di unicità rispetto al 

panorama locale (Polis, Frammenti, mostra-mercato del fumetto) e realizzazione 

nell’ultimo anno di spettacoli ed eventi che hanno avuto un grande richiamo di 

pubblico 

• Attivazione di azioni di alta formazione e relativa instaurazione di relazioni 

significative con le università locali 

• Promozione dell’arte contemporanea (aderenza al contesto territoriale) 


• Mancanza di “eccellenze” di rilevanza almeno regionale per quanto riguarda il 

patrimonio storico-artistico e architettonico; 

• Dispersione sul territorio del patrimonio storico-architettonico: i diversi luoghi sono 

tra loro distanti e non agevolmente collegati; 

• Debolezza dell’attuale sistema museale urbano in termini di stock di capitale 

• Molteplicità degli interventi di recupero relativi ai luoghi per la cultura tra loro poco 

organici o comunque non colti nella logica di valorizzazione complessiva della città. 

Effetto di dispersione di risorse e non valorizzazione delle singole azioni per cui alcuni 

interventi finiscono per non essere percepiti dalla popolazione 

• Politica culturale dispersiva che manca di un programma strategico in relazione ad 

una corretta valutazione della “vocazione” del territorio e alle reali potenzialità di 

sviluppo. Anche i contenitori culturali - già attivi o di prossima apertura - ad oggi non 

esprimono nella programmazione e nella progettualità sinergia e coerenza 

• Non riconoscibilità della politica culturale all’esterno dei confini comunali 

(eccezione: alcune rassegne e spettacoli) 

• Vicinanza di comuni competitor a livello turistico e culturale (Ancona, Jesi, 

Senigallia) 

• Limitata e inadeguata offerta ricettiva 

• Limitato sviluppo della rete delle info-strutture (cablaggio a banda larga per minino 

tratto) 

• Assenza di coinvolgimento del privato

Opportunità 

Rischi 

MARCHINGEGNO 


• Rete dei punti di ascolto come strumento per veicolare e promuovere i progetti in 

fase di avvio e gli eventi 

• Presenza dell’aeroporto e di altri nodi della rete infrastrutturale, importanti 

“risorse del territorio” e luoghi in cui, e su cui, è possibile fare cultura 

• Presenza di aree ed edifici industriali dismessi come occasioni di recupero e di 

introduzione di nuove funzioni a forte capacità attrattiva (a differenza del centro città, 

queste aree non sono sottoposte a sovraccarico dei flussi viabilistici) 

• Presenza ad Ancona dell’Università Politecnica delle Marche e rapporti già avviati 

con altre università delle Marche e con l’Accademia di Belle Arti di Macerata 

• Forte presenza e attivismo dell’associazionismo culturale e ambientale 

• Rafforzamento del sistema del Corridoio dell’Esino (Falconara porta di accesso 

Vallesina) 

• Rischio di perdita di patrimonio, con riduzione dello stock di capitale, per 

situazioni di grave degrado (Villa Monte Domini e complesso Le Grotte, Villa 

Pallucchini, Ex-Montedison) 

• Eccessiva progettualità aggravata da azioni di comunicazione non programmate e 

poco mirate ai risultati che si intendono ottenere (rischio di effetto negativo) 

• Riduzione dei trasferimenti di risorse dallo Stato agli Enti locali, con ricadute sul 

settore culturale 

191

MARCHINGEGNO 


Le specifiche misure di seguito individuate per le singole tipologie di beni e di servizi 

e per la produzione culturale, così come definite in sede di analisi nel capitolo relativo al 

dominio culturale, non rispondono all’esigenza di una complessiva ed organica 

ridefinizione dell’offerta culturale e di modificazione dell’immaginario collettivo, ma di un 

rapido miglioramento della situazione attuale. 

Si tratta di interventi - a volte minimali a volte più di tipo strutturale – finalizzati ad 

ottimizzare quanto già presente e pertanto in grado di far percepire il senso del 

cambiamento anche in tempi brevi. 

Inoltre, in molti casi, non necessitano di ingenti risorse per la loro attuazione. 

IL SISTEMA DEL PATRIMONIO CULTURALE 

A monte vi è la necessità di azioni di tutela e manutenzione del capitale culturale del 

territorio, che siano edifici, monumenti, reperti archeologici o museali. 

Il progetto di marketing del territorio non può prescindere dal buono stato di 

conservazione del suo patrimonio culturale, anche se di proprietà di altri soggetti pubblici e 

privati ( come ad es. le chiese e le ville Liberty). E’ quindi opportuno incentivare accordi di 

programma con altri enti pubblici locali e sovralocali ( in particolare con il Ministero) e 

con le imprese private, cui la vigente normativa concede in cambio significativi vantaggi 

fiscali a fronte di interventi sul patrimonio culturale. 

Il PRG99 ha già censito tutte le emergenze di interesse storico-artistico, inoltre è in 

corso una campagna di catalogazione scientifica (in accordo con la Regione Marche) per gli 

edifici di interesse storico di proprietà comunale. Il passo successivo è la definizione di un 

piano degli interventi di restauro e di manutenzione organizzato per priorità e di un 

progetto di conservazione programmata preventiva. 

Il mancato compimento di queste misure non pregiudica tuttavia la realizzazione degli 

interventi di ottimizzazione di seguito prospettati. 

Siti archeologici 

• realizzazione di una puntuale mappatura delle evidenze archeologiche; 

• approfondimento di ricerche e studi anche attraverso prospezioni geo-archeologiche; 

• miglioramento dell’accessibilità alle aree e loro perimetrazione; 

• realizzazione di un sistema di segnaletica stradale; 

• apposizione di pannelli didattici; 

• messa a rete con percorsi archeologici già esistenti ( Ancona e sistema provinciale). 

Sistema dei castelli e delle rocche 

• realizzazione di un adeguato sistema di segnaletica stradale; 

• apposizione di pannelli didattici; 

• realizzazione di un itinerario esteso ai comuni limitrofi sul tema dei sistema 

fortificazioni di costa e del sistema fortificazioni di terra (Vallesina). Il fulcro 

potrebbe trovarsi all’interno del Castello di Castelferretti, anche con una mostra 

permanente; 

• introduzione del tema all’interno di laboratori didattici per le scuole. 

197

Falconara Marittima Parte Terza 

La città nuova: dalle immagini Le proposte 


198 

Ville storiche 

• recupero e destinazione della Villa Monte Domini e dell’annesso complesso La Grotta 

a polo di alta formazione con carattere residenziale e centro studi ed elaborazione 

progetti per lo sviluppo imprenditoriale, la riqualificazione del territorio, e più in 

generale, la promozione dello sviluppo locale a partire dai temi della sostenibilità etica 

ed ambientale. Quanto sopra dovrebbe trovare relazioni con il sistema della 

formazione già avviato sulle medesime tematiche attraverso i corsi universitari e postuniversitari; 

• recupero del complesso di Villa Pallucchini. 

Case rurali 

• incentivare un utilizzo di questi manufatti anche per strutture ricettive di tipo extraalberghiero 

e di ristorazione, vista la loro carenza sul territorio falconarese; 

• le case che si trovano nella piana dell’Esino, in particolare le case con bigattiera, 

potrebbero essere recuperate per ospitare servizi funzionali al Parco Fluviale, anche in 

relazione al Museo del Fiume e al Museo dell’habitat Fluviale. 

Ville e palazzine urbane di fine ‘800 e primo ‘900 

• incentivazione dei proprietari ad una manutenzione continuativa; 

• realizzazione di una mappatura sistematica e di un approfondito studio storico, 

tipologico e formale; 

• realizzazione di un evento espositivo sui risultati delle indagini; 

• promozione di convegni per la valorizzazione di quel particolare periodo storico in 

relazione ai diversi aspetti della cultura e del costume, tema che può vedere il 

coinvolgimento di comuni limitrofi interessati alle medesime questioni (es. 

Senigallia); 

• realizzazione di una segnaletica di sistema abbinata ad una mappa pieghevole in 

distribuzione gratuita. 

Palazzi ed edifici pubblici di primo ‘900 

• redigere studi da utilizzare per la valorizzazione del territorio 

Archeologia industriale 

• ex Montedison: azione strategica; 

• ex Squadra Rialzo: azione strategica; 

• ex Simem-Angelini: valutare destinazione di tipo alberghiero e congressuale, in 

relazione anche alla posizione di prossimità della futura stazione ferroviaria 

plurifunzionale; 

• in generale: affrontare il sistema dell’archeologia industriale, a partire dal recupero 

delle antiche strutture, in modo “coraggioso”, con interventi di architettura 

contemporanea non banalizzanti ma al contrario fortemente innovativi e portatori di 

qualità. Questo tipo di intervento potrà esprimere un valore di eccellenza tale per il 

territorio da fungere di per sé da elemento attrattore di pubblico; 

• utilizzare l’archeologia industriale anche come rete, sia a livello provinciale e 

regionale (dove esistono validi esempi), sia a livello nazionale.

Monumenti 

MARCHINGEGNO 


• redigere un “piano dei monumenti d’arte”, individuando percorsi significativi ed 

evidenziando le relazioni con il contesto storico e urbanistico di ciascuna area; 

• utilizzare la spiaggia per la collocazione delle opere d’arte contemporanea anche in 

forma di installazioni effimere; questa potrebbe trarre vantaggio dall’installazione di 

un percorso artistico in termini di caratterizzazione e distinzione rispetto ad altri 

litorali adriatici, offrendo per contro la possibilità di un itinerario accessibile e ben 

visibile. 

IL SISTEMA DEI SERVIZI CULTURALI 

Nell’offerta culturale di un territorio un ruolo fondamentale è dato dai servizi. Si può 

dire “l’offerta è un servizio (un insieme sistemico di servizi) supportato da uno stock di 

capitale” 1 . Il capitale culturale espresso dai musei, che tradizionalmente costituiscono la 

punta dell’offerta culturale di un territorio, è per Falconara ad oggi molto limitato. Anche i 

progetti di nuovi musei (Museo del Fumetto e Galleria d’Arte Contemporanea), 

prevedibilmente non potranno modificare sensibilmente, almeno nel breve periodo, lo 

stock di capitale locale 2 . 

Discorso diverso va fatto per la struttura espositiva relativa ai sistemi di trasporto - 

declinata nel capitolo relativo alle azioni strategiche a Parco Urbano della Mobilità - e che 

per l’originalità e la particolarità del corpus espositivo può potenzialmente costituire una 

parte rilevante dello stock culturale territoriale 3 , stock in cui rientra anche il sistema delle 

infrastrutture presenti sul territorio. 

Il collegamento tra museo e territorio (ma il discorso vale anche per le gli altri servizi 

e ancor più per il sistema degli eventi), è un dato essenziale per la qualità dell’offerta e 

quindi per assicurarne il successo e il gradimento di pubblico. Le diverse strutture 

espositive, così come le altre tipologie di servizi, dovranno collegarsi non solo tra di loro, 

ma anche con la città-territorio nel suo complesso; dovranno narrarne la storia, il presente 

e il futuro; rappresentarne e promuoverne le molteplici vocazioni, anche di natura 

economica e politica. 

Un concetto di museo innovativo, che interpreta la nozione di cultura in termini non 

solo artistici-storicistici ma anche antropologici, e pertanto inclusivo delle più diverse 

manifestazioni dell’uomo (industria, artigianato, mare e natura, dialetti, ecc.). 

I musei già partecipano alla rete dell’Associazione Museale della Provincia di Ancona. 

Si tratta di una rete che sostanzialmente mette a sistema i servizi di gestione ed alcune 

iniziative di promozione (“Musei da scoprire”). Sarebbe opportuno trovare collegamenti 

più significativi e visibili con i musei dell’Associazione e in particolare con la complessiva 

offerta della Vallesina, rispetto alla quale Falconara si candida a divenire in futuro porta di 

accesso, scalo privilegiato per la risalita del fiume e la scoperta delle sue ricchezze. 

E’ importante che, almeno per i musei in via di realizzazione, si ponga molta 

attenzione all’efficacia dell’allestimento e alla qualità e alla quantità dei servizi offerti. 

1 MONTELLA M. “Progetto di Sviluppo territoriale dell’Esino-Frasassi” CARIFAC, 2004. 

2 Anche per la Galleria d’Arte Contemporanea è difficile ipotizzare l’acquisizione di una collezione qualiquantitativamnete 

importante, in considerazione degli ingenti costi necessari per l’acquisto delle opere 

d’arte. 

3 Il locale Dopolavoro Ferroviario dispone già di un primo nucleo di mezzi ferroviari storici e di altri 

documenti di una certa importanza, nucleo che dovrà essere acquisito dall’istituzione museale ed 

impletato all’interno di un progetto scientifico ed espositivo. 

199




Dovrà essere previsto un adeguato orario di apertura (nulla è più disincentivante che 

trovarsi davanti ad un museo chiuso) e disporre di personale preparato per la gestione; 

dovranno quindi essere messi a disposizione del pubblico una pluralità di servizi anche in 

relazione ai diversi target (bookshop specializzati, punti di ristoro, visite guidate, attività di 

didattiche e laboratoriali, prenotazione remota, punti di informazione turistica, ecc.). 

Infine, se non all’interno del museo almeno nelle sue immediate vicinanze, è 

importante prevedere spazi di sosta all’aperto ed al chiuso, sia per le attività che per 

momenti di tempo libero. Tali spazi, in relazione con la vocazione all’are contemporanea 

ormai dichiarata dalla città, potrebbero essere arricchiti da installazioni e opere d’arte 

contemporanea, andando così ad implementare la ricchezza culturale della città. 

Fondamentale, inoltre, è realizzare un monitoraggio permanente del livello di 

affluenza e del grado di soddisfazione espresso dagli utenti. 

Le indicazioni per la promozione e la distribuzione dell’offerta dei servizi saranno 

trattate nel capitolo relativo al marketing (cap. 7, Il Marketing: comunicare e promuovere il 

cambiamento), in quanto valide anche per i nuovi luoghi della cultura da noi proposti. 

Non si ritiene utile in questa sede dare indicazioni di gestione per i servizi culturali 

esistenti; le attuali quantità e dimensioni sono infatti sostenibili con fondi 

prevalentemente pubblici. 

In futuro sarà tuttavia fondamentale trovare opportune modalità per un reale e 

significativo coinvolgimento del privato all’interno del processo di sviluppo dell’offerta 

culturale. 

200 

Biblioteche ed archivi 

Biblioteca civica 

• mettere a rete i servizi della biblioteca con gli altri servizi presenti sul territorio, 

relazionandosi anche alla rete dei punti di ascolto; 

• costruire una sezione multimediale (si veda come riferimento la biblioteca 

multimediale di Pesaro). 

Biblioteca Francescana e Picena 

• valorizzare il nucleo relativo alla storia locale, collegandolo alla biblioteca civica, 

all’Archivio Storico Comunale e ai fondi fotografici storici esistenti sul territorio; 

• valorizzarlo per la sua specificità con una promozione mirata (C.E.I.) 

Archivio Storico Comunale 

• migliorarne la fruizione; 

• individuare dei filoni di ricerca per approfondire la conoscenza del territorio in 

relazione ad un mirato progetto di valorizzazione del territorio; 

• metterlo in relazione con le altre strutture del territorio. 

Musei 

Museo della Resistenza 

• migliorare il sistema degli accessi in funzione di una maggiore visibilità; 

• realizzare una segnaletica stradale e una segnaletica all’ingresso e nella corte del 

castello; 

• aumentare l’orario di apertura; 

• implementare il sistema dei servizi all’interno di un progetto organico;

MARCHINGEGNO 


• promuovere una maggiore collaborazione con centri di ricerca regionali e con la rete 

nazionale dei musei storici, finalizzata ad iniziative volte ad aumentare l’affluenza di 

pubblico; 

• individuare una denominazione per il museo meno anonima e più caratterizzante. 

Pinacoteca Francescana 

• valorizzarla per la sua specificità con una promozione mirata (C.E.I.) 

Galleria d’Arte Contemporanea 

• elaborare un progetto di mission del museo e di sviluppo della collezione; 

• individuare una denominazione caratterizzante. 

Musei collegati al fiume 

• individuare una strategia per mettere a sistema la realtà fluviale all’interno del 

progetto di riqualificazione di Falconara. Il fiume infatti dà il senso di una buona 

qualità della vita, di una rigenerazione di un territorio che ha sofferto un lungo stato 

di degrado: la presenza del fiume può quindi diventare l’emblema di una qualità della 

vita ritrovata; 

• il fiume è un importante collegamento con comuni limitrofi; su questo è possibile 

costruire una nuova rete tematica; 

• per i due musei in progetto vanno pensate fin da subito le modalità di collegamento e 

connessione con il resto dell’offerta del territorio, individuando relazioni funzionali 

con le altre strutture culturali e didattiche del territorio, oltre che con le nuove 

strutture universitarie che si occupano di tematiche ambientali; 

• per entrambi i musei sarebbe importante aver elaborato, ancor prima del progetto 

architettonico, il percorso espositivo e il programma delle funzioni e delle attività, in 

modo da poter correttamente calibrare gli spazi anche in funzione del progetto di 

allestimento; 

• valutare le modalità di gestione; 

• individuare una denominazione più caratterizzante; 

Museo del Fumetto 

• definire la mission del museo; 

• approntare una strategia mirata alla sua attraibilità e alla sua frequentazione da parte 

del bacino d’utenza a livello locale e regionale; 

• approntare una strategia mirata alla sua attraibilità e alla sua frequentazione da parte 

di un bacino d’utenza extra regionale e definire la tipologia dei rapporti con i 

competitor già esistenti; 

• data la presenza a Jesi di un’importante Scuola di Comics, sarebbe forse opportuno 

per Falconara puntare anche sul cartone animato, arte affine al fumetto. In tal senso la 

presenza sul territorio della Rainbow di Recanati, che rappresenta un’eccellenza a 

livello internazionale, rappresenta un’importate occasione. Sul cartone animato 

l’unico competitors in Italia è oggi dato dal Museo del Cinema di Torino, che gli ha 

dedicato una sezione. Non esistono musei specializzati. 

• individuare una denominazione per il museo più caratterizzante. 

Sedi per esposizioni temporanee 

• mettere a sistema il già esistente creando un sistema di rete e sinergie tra i luoghi già 

funzionanti (biblioteca, teatro, sportelli, centri ricreativi); 

• elaborare una strategia per l’uso degli eventi su cui calibrare l’utilizzo degli spazi; 

201




• ridefinire i contenitori culturali rispetto ai contenuti che vi devono trovare sede; 

• valutare l’opportunità di realizzare un contenitore per eventi più importante (almeno 

1.000/1.500 mq.). Possibilità di utilizzare in futuro l’attuale stazione ferroviaria. 

Sala della Arti 

• spazio da adeguare per immagine e dotazioni tecniche. 

Officina Mostre – Teatro Fanesi 

• esplicitare il tipo di utilizzo. 

202 

Formazione 

• per quanto riguarda il settore della ricerca, potrebbe essere di grande rilievo per il 

livello di avanguardia dei corsi programmati l’ingresso in un circuito universitario a 

livello nazionale e non regionale come risulta quello attuale; 

• valutare il contatto con gli istituti di ricerca, con il settore sviluppo delle aziende e gli 

istituti di certificazione EMAS per la qualità ambientale; 

• prevedere, a conclusione del ciclo di studi, la presentazione di progetti di intervento 

ed azioni qualificate pertinenti il territorio falconarese; 

• monitorare le effettive ricadute delle diverse azioni di formazione sul territorio; 

• individuare fattori di radicamento; 

• individuare una strategia nell’uso dei master: ad es. proporre che almeno uno dei 

master termini con un progetto finale attinente alla realtà di Falconara. 

IL SISTEMA DELLA PRODUZIONE CULTURALE 

Dalla valutazione del sistema elaborata in sede di analisi emerge che i migliori risultati 

relativamente alla attuale programmazione (non solo e non tanto in termini di pubblico, 

ma soprattutto per la capacità di esprimere innovazione e distinzione e per la rispondenza 

alle vocazioni del territorio) sono ravvisabili nelle rassegne di carattere politico e 

sociologico, in alcuni eventi musicali e nelle installazioni d’arte contemporanea. Filoni per 

cui diviene quindi importante sostenerne la crescita e la promozione anche in circuiti più 

ampi. Gli eventi espositivi sino ad oggi proposti hanno continuato a puntare sulla 

promozione dell’arte contemporanea locale. Puntare sulla contemporaneità dell’arte è una 

scelta coerente per un territorio che ha rapporti deboli con la propria storia; è tuttavia 

importante guardare ad artisti sempre più innovativi e, perché no, anche provocatori, 

puntando sui giovani e qualificando sempre di più la città come un laboratorio d’arte a 

cielo aperto. 

Di grande interesse quindi le installazioni di paesaggio, che possono dialogare anche 

con la città del recente passato attribuendole nuove letture di significati. Si potrebbe quindi 

individuare ogni anno un singolo luogo del territorio urbano su cui promuovere un 

concorso internazionale di progetto di installazione che si rapporti anche al progetto 

della città del futuro. Le risorse per la realizzazione delle installazioni vincitrici potrebbero 

essere garantite da privati (imprese e fondazioni) che ne avrebbero in cambio un notevole 

ritorno di immagine, anche per la possibilità di realizzare attorno a questa operazione 

materiali facilmente veicolabili, quali produzioni di audiovisivi e CD-Rom, pubblicazioni 

fotografiche, cartoline. Un’operazione di immagine che deve essere attentamente costruita 

e che può avere una risonanza sul piano nazionale.

MARCHINGEGNO 


Il rapporto con l’Accademia di Belle Arti, già instaurato dal Comune di Falconara, 

deve essere strategicamente utilizzato per costruire un percorso di crescita e di sviluppo in 

tal senso, oltre che per sviluppare un sistema di relazioni con altre Istituzioni del mondo 

dell’arte, relazioni che sono fondamentali per la prossima Galleria d’Arte Contemporanea. 

E’ inoltre fondamentale, sia in una prospettiva di valorizzazione del capitale umano 

locale sia per la promozione della partecipazione verso le scelte che riguardano il territorio, 

ridefinire il ruolo delle associazioni. Le loro diverse proposte devono inserirsi 

coerentemente all’interno di una quadro progettuale ben definito e chiaramente esplicitato 

dall’Amministrazione, attivando percorsi strutturati di partecipazione quali agende per la 

cultura e focus group tematici (un buon esempio in tal senso è l’esperienza di “Genova 

2004”). 

Infine, è anche qui essenziale promuovere il coinvolgimento del privato, che deve 

realizzarsi non in una logica di sponsor ma in una logica di partner all’intero di una 

strategia dell’uso degli eventi più aderente al processo di sviluppo del territorio cui le stesse 

aziende partecipano. Le aziende potranno così trovare nel sistema degli eventi un ruolo 

significativo e attivo, oltre ad una corretta visibilità. 

Di seguito si danno ulteriori indicazioni per l’ottimizzazione del sistema della 

produzione artistica: 

• caratterizzare maggiormente l’offerta 

• continuare a puntare sui tre filoni della memoria, della coscienza civica e della 

coesione interetnica e sull’edutainment (svago + informazione + impegno) 

• sfrondare la programmazione culturale: puntare su meno cose di maggiore qualità 

• valorizzare l’Esino Folk Festival, possibilmente allargando il coinvolgimento a tutti i 

comuni lungo il fiume Esino, arrivando sino a Fabriano anche con spettacoli itineranti 

• utilizzare l’aeroporto e le stazioni per eventi espositivi e installazioni d’arte 

• utilizzare la spiaggia per eventi culturali ed artistici di qualità 

• realizzare un monitoraggio permanente degli eventi. 

IL SISTEMA DELL’INFORMAZIONE 

Occorre innanzitutto ribadire che il sistema della comunicazione attivo a Falconara è 

già un punto di forza del territorio, che tuttavia non ha ancora esplicitato e sfruttato tutte le 

sue potenzialità. 

La presenza dei numerosi Sportelli Informativi e degli Osservatori Sociali costituiscono 

infatti, insieme ai centri di aggregazione comunali o facenti capo ad associazioni (quali il 

DLF, la Società del Mutuo Soccorso, il Circolo Leopardi, ecc.), una potenziale rete di punti 

di ascolto degli interessi e dei bisogni dei cittadini che andrebbe adeguatamente messa a 

frutto. 

In quanto luoghi (pubblici e privati, reali e virtuali, aperti e chiusi) frequentati dalla 

cittadinanza per i servizi di vario genere che essi offrono (servizi logistici e amministrativi, 

o ancora volti a soddisfare il bisogno di aggregazione e di ricreazione), tali “spazi di ascolto” 

costituiscono senza dubbio un’importante opportunità per l’Amministrazione di percepire 

i segnali d’interesse degli utenti, il loro grado di soddisfazione rispetto alle aspettative 

nutrite, le critiche e le proposte avanzate per migliorare il sistema in tutte le sue 

declinazioni. 

Sarebbe quindi opportuno, innanzitutto, operare una mappatura completa ed esaustiva 

di tutti i “centri d’ascolto” (nelle varie tipologie, dagli sportelli informativi, agli osservatori 

203




sociali, agli U.R.P., ai centri di aggregazione o strutture assimilabili, alle sedi di 

associazioni culturali, ai circoli ricreativi, agli oratori parrocchiali) presenti sul territorio 

comunale. 

Al censimento dovrebbe quindi seguire l’azione di collegamento dei centri, e la 

conseguente messa in rete dei servizi che essi offrono, attivando un sistema di reciprocità 

che rimandi, in ogni struttura, alle prestazioni disponibili nelle altre. La connessione tra i 

punti di ascolto faciliterebbe infatti la raccolta di interessi, pareri, critiche e 

problematiche sollevate dalla cittadinanza, nonché di dati sensibili utili per approntare 

azioni future. 

Altro ambito comunicazionale da implementare e migliorare è quello dell’informazione 

turistica, che attualmente non riesce a garantire prestazioni all’altezza delle aspettative dei 

turisti: è necessario quindi che venga innanzitutto potenziato il servizio offerto dall’Ufficio 

IAT, attraverso orari di apertura maggiormente utili alla fruizione da parte degli utenti, e 

una strumentazione adeguata agli obiettivi. 

Per quanto concerne invece le nuove tecnologie dell’informazione, notevolissimi passi 

avanti verrebbero apportati grazie alla realizzazione degli importanti progetti PEOPLE e Edemocracy. 

Al di là dei progetti in via di realizzazione, è comunque necessario considerare come 

prioritari i seguenti interventi: 

• un maggiore investimento economico per aumentare il cablaggio a banda larga sul 

territorio comunale, che al momento risulta insufficiente e limitato alle zone centrali: 

realizzare una rete di telecomunicazioni veloce ed efficiente significa poter contare su 

un importante tramite di relazioni (negoziali, concorrenziali, cooperative e 

istituzionali), che generano enormi flussi di informazioni, immagini, servizi, 

innovazioni organizzative e culturali, e che rappresentano quindi una notevole risorsa. 

• Realizzare una rete dei punti internet ad accesso gratuito, al momento del tutto 

assenti, posizionandoli almeno presso gli Sportelli Informativi e nel Centro di 

Aggregazione Giovanile di via Friuli, così da permettere agli utenti che non possiedono 

un collegamento internet domestico di consultare l’infinita quantità di informazioni 

disponibile su internet, e comunque garantendo a tutti gli utenti la possibilità di 

collegamento immediato e gratuito. 

• L’ottimizzazione del già esistente sito web istituzionale, che al momento permette 

solo di reperire informazioni, in funzione di una concreta interattività del sito, in cui 

l’utente possa dialogare e interagire fattivamente (ad esempio attraverso la richiesta e 

l’evasione di pratiche amministrative on line). 

204

MARCHINGEGNO 


Una prima considerazione che vale come premessa è relativa agli scopi di quello che 

definiamo marketing del territorio. 

Se esso è destinato solamente agli abitanti e quindi alla valorizzazione degli atti, dei 

pensieri o delle ipotesi di un’Amministrazione o vuole essere evidenziante delle 

realizzazioni e delle attività compiute, allora trattasi di marketing didattico – informativo 

che normalmente viene vissuto in parte come utile documentazione, in parte come 

determinante quando affronta interessi di parti della popolazione ed infine come condicio 

su cui basare una fiducia da riporre. 

Il punto focale per noi è invece quello di attuare una modificazione dell’immaginario 

collettivo di Falconara facendola uscire da stereotipi che via via, anche in maniera 

incongrua, la definiscono come: 

• città periferia 

• città di transito 

• città costiera senza rapporti col mare 

• città dormitorio 

• città del petrolio 

• città senza beni apparenti né ambientali né culturali. 

Queste definizioni, composte da termini che dall’immaginario collettivo esistente 

sono colte nei loro significati più negativi, sono però quelle che colgono la modernità di 

Falconara quasi ipotizzando un passato migliore contrastato da un presente degli ultimi 

sessant’anni appiattente e non qualificante la città. 

L’immaginario di una volta non riesce a vincere sull’immaginario di oggi. 

La stessa politica dell’Ente Locale ha proficuamente risposto con innumerevoli 

iniziative alle esigenze degli abitanti, ma nessuna di queste è riuscita (ed in effetti non 

aveva questo compito) a divenire motivo di cambiamento dell’immaginario collettivo. 

L’immaginario collettivo è il senso comune che si modifica o meno con il passare del 

tempo alla luce di iniziative, insediamenti o attività che determinano una ragione forte 

interpretativa. 

In un’epoca di comunicazione come quella che viviamo e di concezione delle cose 

basata sulla definizione che ne danno i media, si assiste a Falconara ad una sostanziale 

discrasia tra la città vista da chi la vive e la città vista dall’esterno. 

Il progetto Bohigas è l’asse modificante strutturalmente la realtà ma è tipologicamente 

un procedimento a lungo termine. Nemmeno la forza dell’affermazione a livello mediatico 

e del riconoscimento scientifico a livello internazionale del suo estensore riesce in quanto 

tale ad essere modificante l’immaginario collettivo. 

Si può determinare l’immaginario collettivo? La risposta è si. 

207




Tale affermazione non è astratta ma si basa su situazioni reali dove questo è avvenuto 

ed in questo senso, per diretta esperienza, possiamo citare alcuni casi: la mostra dei 

Gonzaga “La celeste Galleria” definisce Mantova, GeNova04 cambia Genova, il MART 

trasforma Rovereto. 

La famosa Milanodabere non era generata dai navigli quanto dal suo posizionamento 

nazionale ed internazionale, dalle sue relazioni, dai suoi personaggi, dalle sue attività e dai 

media che vi avevano sede. 

Se analizziamo attentamente i casi citati vediamo che hanno una caratteristica 

ricorrente: tutti infatti sono centrati su “cose” chiare, definite, puntuali. 

Un immaginario collettivo quindi non si crea confusamente, non è fatto di quantità, 

non sempre si coniuga con valori. E’ la creazione di uno stereotipo positivo e non negativo. 

Se allora affidiamo agli atti fondamentali del progetto Bohigas ed alla loro 

rappresentazione un compito così immane compiamo un errore. Dobbiamo scegliere ciò 

che dentro il progetto Bohigas ci consente di rappresentare, far capire, esemplificare, 

tradurre. 

La costruzione del concetto di valore positivo per chi legge, vede o vive può però non 

essere solo ad atto compiuto. 

Tante indagini psicanalitiche sui sogni hanno portato ad un senso comune del sogno 

come anticipatore della realtà o rappresentatore di una possibilità. 

Lo Zingarelli definisce così la parola sogno: “fantasia ad occhi aperti, progetto 

utopistico, cosa straordinaria ed insolita, speranza, estasi”. Nei rapporti amorosi non a 

caso si dice di avere incontrato l’uomo o la donna dei propri sogni. 

208 

E’ nostro compito quindi far sognare intravedendo l’amore, non sperando nell’amore. 

La Falconara dei nostri sogni può essere aiutata da un immaginario collettivo 

particolare e cioé quello di una città che vuole crearsi un nuovo destino. 

Il destino, ritenuto spesso come qualcosa fuori di sè non determinabile ed 

indipendente dalla volontà, nel corso degli anni è venuto via via assumendo un duplice 

senso: da una parte si coniuga spesso con l’ineluttabilità degli atti e della storia e dall’altra 

diviene simbolo e prodotto del ciò che si è fatto (costruirsi il proprio destino). 

Questo è il senso che daremo al nostro immaginario inteso quindi come destino 

ineluttabile, perché dentro le positive scelte assunte dall’Amministrazione Comunale, e 

protagonistico, perché creato dagli uomini e non atteso da Dio. 

E’ l’unico destino compatibile, è l’immaginario collettivo compatibile quello su cui 

dobbiamo puntare.

MARCHINGEGNO 


Se questo è il nostro obiettivo finale dovremmo incentrare il marketing sulla messa in 

atto di una serie di azioni programmate che, in un periodo medio-lungo, possono essere in 

grado di modificare l’immagine stereotipata negativa di Falconara agendo da un lato 

attraverso l’interpretazione dell’esistente nella logica del nuovo destino della città, in 

funzione quindi prospettica e positiva, dall’altro inserendo nuove strutture molto 

caratterizzate nelle funzioni, nelle forme architettoniche o nei sistemi di gestione tali da 

segnare concretamente i passaggi di novità. 

PROPOSTE E IDEE DI SVILUPPO 

Seguendo la logica appena descritta del doppio livello d’intervento e sulla base della 

complessità di problematiche che emerge dall’approfondita analisi sviluppata nella prima 

parte di questo studio, intendiamo ora formulare delle proposte concrete: le azioni forti. 

Per azioni forti intendiamo operazioni di carattere permanente che per la loro forte 

caratteristica attrattiva di tipo innovativo nei contenuti, nelle forme e nei servizi siano in 

grado di sollecitare l’immaginario collettivo locale e catturare l’attenzione dei media 

andando ad agire sull’immaginario collettivo esterno alla città. 

Vale la pena precisare che i nomi usati per le singole proposte sono solo indicativi e 

funzionali alla descrizione. Sarà invece compito del marketing, attraverso la visual identity, 

creare i veri nomi che dovranno rispondere da una parte alle esigenze di comunicazione e 

dall’altra ai meccanismi evocativi, emozionali e di memoria visiva che sono elementi 

importanti del processo di modificazione dell’immaginario collettivo. 

MOBI – PARCO URBANO DELLA MOBILITÀ 

Un vero e proprio “parco culturale” basato sui tipi di vettori di trasporto dai più 

tradizionali ed usuali a quelli futuribili, dai prototipi applicativi di avveniristiche 

tecnologie ai nuovi sistemi di propulsione dettati dai principi di ecosostenibilità ed 

ecocompatibilità delle città future ( aereo, treno, auto, moto, barche, navi, navicelle spaziali 

ecc…). 

Dovrebbe configurarsi come un parco interattivo, vivo, ludico, attraverso cui si possa 

muoversi e “viaggiare” utilizzando vetture storiche (museo orizzontale) e sistemi virtuali 

facendosi trasportare dalla fantasia e dal sogno. 

Perché il MoBi? 

Vari sono i motivi che ci hanno suggerito questa proposta: 

• perché Falconara è la città dei trasporti, è nata come città moderna a partire dai 

trasporti e vive dei suoi trasporti; 

• perché Falconara è la città delle reti e dei nodi; 

209




• perché esiste già una consistente collezione di mezzi ferroviari storici, di cimeli, 

arredi e documenti di vario tipo molto originali; 

• perché esiste inoltre la reale possibilità di acquisire i vari mezzi, compresi quelli aerei, 

ovvero esistono le condizioni per creare il “corpus espositivo” con costi relativamente 

bassi rivolgendosi al mondo del collezionismo e a quello dei musei d’impresa; 

• perché nel panorama dell’ offerta culturale le realtà dei Parchi, e di tutti quei luoghi 

che riescono ad unire le funzioni didattiche ed informative con quelle ludiche e di 

svago, sono quelle che stanno riscuotendo un buon successo e per le quali esiste un 

ampio bacino di potenziali visitatori; 

• perché il concetto di “parco” ben si addice ai caratteri di Falconara Marittima di cittàterritorio 

di cui si è ampiamente parlato nel capitolo relativo alla trasformazione 

urbanistica. 

L’unicità di questo nuovo tipo di struttura espositiva, che non trova competitor a 

livello nazionale, rende tale proposta particolarmente adatta a “forare il video”, ad 

incuriosire già a livello di idea i media, ad agire sulla trasformazione dell’immaginario 

collettivo esterno alla città. 

Il MoBi andrà localizzato in uno spazio con possibilità di espansione che permetta il 

passaggio di una linea ferroviaria che consenta di poter uscire verso l’esterno. 

Questo tipo di struttura ben si presta inoltre all’attuazione del rapporto pubblicoprivato 

auspicato da entrambe le parti perché consente di inserire in modo consono e non 

strumentale sistemi commerciali di servizio, di accoglienza e di intrattenimento a 

pagamento i cui introiti possono contribuire alle necessità di sostentamento economico del 

funzionamento del MoBi. 

All’interno del MoBi quindi dovranno trovare spazio funzioni diverse: ad esempio un 

maxischermo per seguire i Gran Premi di Formula 1, cinema drive-in, caffetteria, 

bookshop specializzato, un’agenzia di viaggi ecc.. 

Ciò che fisicamente non potrà essere presente o avvenire all’interno del Parco potrà 

essere reso con mezzi multimediali. 

Per la realizzazione di questa nuova struttura espositiva, per la quale è necessario un 

progetto di fattibilità architettonico, funzionale ed economico nonché scientificamente 

corretto che necessita di tempi adeguati, è importante pensare fin da subito alla sua 

localizzazione. 

Certamente l’edificio Ex-Squadra Rialzo è il luogo più emblematico per una struttura 

espositiva sul tema della mobilità, tuttavia non è sufficiente in termini di spazi. Inoltre 

deve essere verificata la compatibilità con il progetto urbano in via di elaborazione per 

l’area di Villanova ed il porto turistico. 

In ogni caso l’edificio Ex-Squadra Rialzo potrà diventare una sorta di porta di ingresso 

al Parco in cui potranno trovare sede servizi di accoglienza e di rappresentanza, mentre 

l’offerta espositiva potrà svilupparsi in altri contenitori meglio di architettura 

contemporanea o di archeologia industriale. In questo senso il MoBi invade la cittàterritorio 

e accompagna fisicamente sino all’area fluviale e all’area Montedison dove 

potrebbe trovare sede una parte stessa dell’esposizione. 

210

MARCHINGEGNO 


E’ chiaro che il livello d’intervento, sia in termini progettuali che di risorse 

economiche, è tale da porre la necessità per l’Amministrazione Comunale di ricercare 

partner significativi a livello nazionale sia per i contenuti che per la gestione, coinvolgendo 

ad esempio aziende come la Piaggio per la mobilità sostenibile, Trenitalia per le Ferrovie 

ecc.. e attivando rapporti con realtà affini, quali il MotorShow di Bologna ed il Museo 

dell’Auto di Torino. 

Ma, come dicevamo all’inizio, si pensa al concetto di mobilità in senso ampio che 

spazia dal passato al futuro ed in questa logica ben si colloca sia la possibilità di visita in 

forma virtuale al sito archeologico subacqueo antistante Falconara Marittima relativo ad un 

reperto di una nave di epoca romana, sia l’ipotesi di realizzare una grande cupola 

rappresentante l’universo in cui viaggiare a bordo di navicelle spaziali o aggrappati a 

satelliti artificiali vettori essi stessi di trasporto di immagini, suoni, informazioni. 

OCCHICITTA’- URBAN CENTRE 

L’idea consiste nel creare una struttura specifica e riconoscibile per mettere in atto un 

nuovo sistema interattivo di osservazione sulla città. Il suo scopo è permettere di indagare 

la città focalizzando l’attenzione sui vari interventi di trasformazione e di conoscere ciò che 

il territorio circostante offre potendo poi decidere in modo autonomo di approfondirne, 

fisicamente o in forma virtuale, parti, elementi o singole iniziative. 

E’ lo strumento innovativo, già realizzato e testato in importanti città (ad esempio 

l’E.Bo di Bologna), più idoneo per costruire e consolidare il consenso attorno al progetto di 

riqualificazione della città. 

Gli obiettivi che si prefigge sono: 

• essere per il cittadino e per colui che frequenta Falconara Marittima con una certa 

assiduità lo strumento per trovarsi sempre al corrente di ciò che di nuovo si sta facendo 

in città (interventi urbanistici, restauri conservativi, aperture di nuove strutture 

culturali, prenotazioni per serate a teatro, acquisto e prenotazioni biglietti per eventi in 

città e provincia); 

• essere per il turista che arriva a Falconara Marittima il luogo catalizzatore della sua 

attenzione, il primo luogo verso cui indirizzarsi per sapere tutto ciò che offre la città ed 

il territorio circostante. Qui deve trovare quegli strumenti che lo mettano nelle 

condizioni di poter usufruire delle offerte (prenotazione alberghiera, noleggio 

autoveicoli, sportello bancomat, prenotazione eventi ed escursioni ecc.) più confacenti 

alle sue esigenze e ai suoi interessi permettendogli, in base al tempo disponibile, di 

crearsi numerosi ed articolati itinerari personalizzati; 

• essere per entrambi strumento innovativo che suggerisce nuove chiavi di lettura e 

nuove tematiche per scoprire e conoscere un territorio; 

211




• essere il luogo di promozione e sperimentazione delle Agende 21 locali e dei processi 

partecipativi e consultivi in genere; 

• essere il luogo in cui l’Amministrazione instaura il “patto” con la città, con attivazione 

di forum, di gruppi di discussione, focus group; 

• essere il luogo di promozione della nuova carta dei diritti della cittadinanza; 

• essere il punto di coordinamento e collegamento per i vari poli di quartiere e per i 

punti di ascolto; 

• essere un centro di riflessione, documentazione ed elaborazione: un nuovo luogo della 

memoria per impostare i discorsi sul futuro della città. 

Per perseguire gli obiettivi anzidetti, attraverso strumenti sia tradizionali che 

tecnologicamente innovativi inseriti in un ambiente ampio ed accogliente, l’Urban Centre 

fornirà diversi livelli di lettura e differenti linguaggi di comunicazione per avventurarsi 

nella città e nella sua provincia quali: 

• una lettura simbolica in quanto dovrà divenire il luogo in cui le Istituzioni, le realtà che 

in città operano in ambito culturale, le Associazioni di categoria, gli Enti per il turismo, 

la Camera di Commercio ecc… troveranno la giusta vetrina dove esprimere le proprie 

potenzialità e prospettive dando all’attuazione di questo sistema la giusta eco; 

• una lettura di carattere informativo facendo sì che presso l’Urban Centre trovino sede 

un insieme di banche dati legate alla corretta conoscenza del territorio (musei, mostre, 

ambiente, artigianato, enogastronomia, alberghi, ristoranti, trasporti ecc…). 

Il sistema consente inoltre di dar vita, attraverso la raccolta dati degli utenti, ad un 

continuo monitoraggio del tipo di “domanda” culturale e turistica riguardante 

Falconara Marittima ed il suo territorio; 

• una lettura innovativa in relazione agli apparati tecnologici dove il concetto di Urban 

Centre trovi, nelle nuove possibilità di applicazione che questo settore offre, le giuste 

modalità di approccio con il visitatore in merito alla conoscenza di tutto ciò che 

caratterizza Falconara Marittima ed il suo territorio; 

• una lettura attraverso i possibili itinerari sul territorio che sappia abilmente incrociare 

interessi culturali ed artistici con opportunità turistiche ed escursionistiche in modo 

tale da diversificare l’offerta e contemporaneamente mirare ad uno sviluppo integrato 

del turismo dove il mare, liberato dalla funzione di perno, può svolgere appieno quella 

di risorsa all’interno di un sistema complesso; 

• una lettura “curiosa e singolare” per indagare Falconara Marittima attraverso temi non 

tradizionalmente usati nella classica letteratura culturale e turistica. 

212

MARCHINGEGNO 


L'organizzazione di un servizio di tale genere, che per essere attrattivo deve qualificarsi 

per elevati contenuti culturali, per completezza delle informazioni e per immediatezza 

espositiva, si basa su due elementi essenziali: 

• una parte ideativa e realizzativa che prevede professionalità qualificate in ambito 

culturale e turistico con buona conoscenza dei linguaggi sia didattici che mediatici in 

grado quindi di fornire indicazioni e suggerimenti in modo semplice e corretto, di 

facile approccio ma al contempo di qualità nei contenuti che devono essere presentati 

in modo accattivante; 

• una dotazione strumentale tecnologicamente avanzata con forti potenzialità realizzative 

ma di facile utilizzo. 

Per quanto riguarda la parte ideativa, di realizzazione e di continuo aggiornamento, si 

potrebbe ipotizzare una forma di collaborazione con gli studenti universitari creando al 

contempo spazi occupazionali per futuri laureati e opportunità di formazione realizzando 

quel rapporto, tanto auspicato soprattutto dal mondo imprenditoriale, tra scuola e mondo 

del lavoro. 

Infine, dovendo essere il punto di riferimento privilegiato sulla città, vanno 

considerati due elementi importanti da cui non si può prescindere e che se non tenuti nella 

giusta considerazione possono condizionare negativamente la riuscita stessa dell’Urban 

Center: la sede e la localizzazione. 

La sede, intesa come edificio, dovrà essere riconoscibile, rappresentativa, veicolo essa 

stessa dei suoi contenuti, elemento significativo per l’immagine della nuova città e soggetto 

in grado di attrarre l’attenzione dei media. 

La sua localizzazione infine deve essere dentro la città, in un luogo facilmente 

accessibile e raggiungibile sia dai cittadini che dai turisti e prossimo a punti di scorrimento 

di grandi flussi. 

In questo senso in prospettiva la sua collocazione ideale potrebbe essere presso la 

futura stazione progettata da Bohigas - tra l’attuale centro-città, il Quartiere di Villanova e 

Castelferretti – dove si troverebbe perfettamente collegata sia alla città consolidata sia al 

nuovo porto turistico. 

In alternativa, sempre come destinazione futura, si può pensare all’attuale stazione 

ferroviaria, l’edificio probabilmente più bello di Falconara, che evoca una sorta di arco di 

trionfo (magaportale) e che, una volta realizzata la nuova stazione, sarebbe un bene culturale 

libero da valorizzare attraverso un utilizzo consono. 

Ovviamente queste sono le ipotesi ideali per la sede definitiva ma che non saranno 

disponibili se non tra alcuni anni. 

Ritenendo però fondamentale, per lo sviluppo del complessivo progetto di 

trasformazione della città nella logica più volte ribadita di coinvolgimento diretto e 

compartecipazione alle scelte da parte dei cittadini e della società civile, procedere al più 

presto nella realizzazione dell’Urban Center, pensiamo che come sede temporanea possa 

213




essere utilizzato uno spazio già a disposizione del Comune posto preferibilmente 

nell’attuale centro città. 

Le nuove tecnologie 

In entrambe le proposte appena descritte abbiamo fatto riferimento all’utilizzo delle 

nuove tecnologie per cui prima di procedere vale la pena aprire una parentesi per spiegarne 

i motivi che sono molteplici. 

Possiamo così riassumerli: 

• il MoBi e OCCHIcittà si propongono come luoghi simbolo della città. Nella società 

contemporanea, che si contraddistingue come “la società dell’informazione”, 

riteniamo che il linguaggio veicolato tramite le tecnologie multimediali sia innovativo, 

efficace ed oramai il più vicino alle esigenze del pubblico; 

• le realtà virtuali e multimediali che ci permettono di adottare le nuove tecnologie, 

rispondono alle più diversificate esigenze di interesse di un pubblico diversificato, 

dalle fasce di età giovanile e quindi al mondo scolastico, alla popolazione estera più 

affezionata a queste tecniche ed in genere al pubblico più abituato ad usare strumenti 

informatici; 

• l’adozione di “nuovi linguaggi” diverrebbe elemento altamente innovativo e quindi di 

per sé stesso formidabile strumento di marketing; 

• l’innovazione e la potenzialità comunicativa degli strumenti multimediali viene 

esplicitata su due livelli: il primo relativo ai contenuti audiovisivi e derivante dall’ 

abilità nella post produzione dei contenuti (il rapporto tra suono, immagini e testi 

ipertestuali; la staticità e la dinamicità delle immagini ecc.) e dall’obiettivo che si vuole 

perseguire. Infatti i contributi audiovisivi possono assumere il carattere della 

didatticità, della specificità, della spettacolarizzazione o dell’evocazione suggestiva; un 

secondo livello di progettazione è legato alla progettazione degli spazi e riferito alle 

caratteristiche dell’hardware. Questo significa che si possono ricreare virtualmente 

delle ambientazioni altamente immersive capaci di ricreare i rumori tipici di un luogo, 

gli odori, le vedute; 

• attraverso processi interattivi e simulativi rende il visitatore protagonista di 

“un’avventura”, lo stimola, genera processi di creatività, rende la visita un’esperienza 

unica da ripetere e da consigliare. 

ACQUARIO 

Questa terza proposta è stata oggetto di confronto con l’Amministrazione Comunale ed 

è stata concordemente situata come priorità al terzo posto. 

214

MARCHINGEGNO 


Potrebbe essere una proposta con possibile destinazione all’interno del complesso 

dell’ex Montedison, appetibile anche per le strutture turistiche presenti sulle spiagge sino 

alla Romagna. 

Esaltando il rapporto con il mare potrebbe differenziarsi da altri grandi acquari, come 

ad esempio Genova, caratterizzandosi come “acquario italiano”, esemplificazione di 

sistemi ecologici floro-faunistici marini meditteranei ed adriatici che sono anche materia 

di studio scolastico. 

Sarebbe l’unico acquario della costa adriatica e del centro Italia. 

QUARTIERI DELLE INDUSTRIE CULTURALI 

E’ l’ultima proposta che ci sentiamo di avanzare. 

Da realizzarsi all’interno dell’area e del complesso ex-Montedison il Quartiere delle 

Industrie Culturali è concepito come un insieme di luoghi e di funzioni finalizzati a mettere 

in atto una politica di sostegno della produzione culturale (locale e non), incoraggiando in 

primis i giovani artisti 1 , coinvolgendo le accademie, le scuole e le università, e sostenendo 

quindi le imprese culturali. L’obiettivo è da una parte colmare lo squilibrio tra consumo e 

produzione di cultura che caratterizza il panorama nazionale, dall’altro riflettere in termini 

positivi sulle nuove tendenze dell’estetica e delle forme espressive in relazione alle 

trasformazioni sociali. Ancor più questi luoghi avranno il compito di diffondere la cultura 

come processo di civilizzazione, di coltivazione dello spirito e della mente. 

Per poter essere fortemente attrattivo, condizione necessaria per la sua sostenibilità, il 

Quartiere delle Industrie Culturali dovrebbe essere concepito con una dimensione turistica 

e di consumo, orientato a far crescere le piccole imprese locali e le associazioni che 

lavorano nei settori più vari (design, moda, musica, grafica,fotografia, cinema, ecc.). 

Fondamentale è la capacità di esprimere qualità e innovazione e di creare attorno a 

questa operazione eventi, rassegne, premi di grande richiamo lavorando anche in termini 

di spettacolarizzazione, e di porsi sul panorama nazionale con caratteri di unicità al pari di 

altre strutture con analoga mission ( ad esempio Zoculture a Catania e Birrerie Peroni a Roma). 

E’ chiaro che questa ipotesi prevede l’assorbimento, oltre che l’implementazione, 

della Galleria d’arte contemporanea in via di realizzazione nel centro città. 

Il Quartiere delle Industrie Culturali dovrà trovare forti relazioni con l’antistante 

litorale e trarrà vantaggio, oltre che dalla suggestione del sito e dalle straordinarie 

potenzialità delle strutture e esistenti, anche dalla strategica posizione geografica, e in 

particolare dalla prossimità rispetto ad altri importanti centri di turismo balneare (da 

Senigallia a Rimini). 

I Quartieri delle industrie culturali si differenziano dai poli di quartiere cui si è già 

accennato, che invece devono assumere un ruolo attivo nel rapporto con la cittadinanza e 

nella promozione capillare delle molteplici iniziative; essi dovranno tuttavia trovare forti 

relazioni con l’offerta culturale del territorio, quantomeno a scala provinciale. 

I Quartieri, così concepiti, potranno inoltre incentivare la realizzazione di nuove 

strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere (camping, ostelli,ecc.) e di 

ristorazione. 

1 Si veda in tal senso il modello di Vienna. 

215

IL MARKETING STRATEGICO 

MARCHINGEGNO 


La modificazione dell’immaginario collettivo di Falconara Marittima inteso, come 

prima detto, nel senso di destino compatibile che fa convivere quello ineluttabile con 

quello protagonistico, risponde ad un primo presupposto essenziale su cui si basa il 

progetto di marketing strategico: la focalizzazione delle sue ragioni forti. 

Le ragioni forti, ovvero le caratteristiche peculiari che dovranno contraddistinguere e 

qualificare l’identità stessa delle diverse proposte, associate alle parole chiave, che hanno 

il compito di rendere esplicite ed immediate queste ragioni, sono determinanti perché 

permettono: 

• di individuare i cardini su cui incernierare le diverse azioni; 

• di rendere leggibili e reali i contenuti espressi a livello progettuale; 

• di evidenziare le caratteristiche particolari rispetto ai competitor; 

• di dare ai destinatari gli strumenti di comprensione; 

• di rendere il progetto complessivo vendibile ai media (media=strumento di 

mediazione tra l’idea e il fatto). 

E’ chiaro che, essendo il nostro obiettivo - la modificazione dell’immaginario 

collettivo di Falconara – unitario ma per certi versi duplice, nell’individuare le ragioni forti 

e le parole chiave dobbiamo fare attenzione a che queste o rispondano ad entrambe le 

esigenze o siano specifiche per una in particolare. 

Quanto detto risulta indispensabile nel momento in cui si va ad affrontare un secondo 

presupposto essenziale del marketing strategico: l’individuazione dei target di 

riferimento ovvero delle macro categorie di potenziali destinatari delle azioni che si 

propongono. 

Infatti per realizzare il nostro obiettivo riteniamo sia indispensabile procedere agendo 

su due binari paralleli che raggiungono la medesima destinazione procedendo però per 

percorsi differenti. 

Su di uno corre il treno dell’immaginario collettivo interno alla città i cui viaggiatori 

sono i singoli cittadini e le loro rappresentanze istituzionali ed associative, sull’altro 

procede il treno dell’immaginario collettivo esterno i cui viaggiatori sono i media ed i 

turisti. 

Il marketing, ovverosia il percorso da seguire, quindi dovrà essere articolato sui due 

binari: 

1. quello rivolto verso l’interno che deve principalmente tradurre in termini 

semplici ma non banali, sintetici e il più possibile visuabilizzabili i progetti complessi 

e l’insieme di differenti progetti e che mira a fornire al cittadino gli strumenti di 

migliore comprensione e fruibilità; 

219




220 

2. quello rivolto verso l’esterno che deve fondamentalmente esaltare le azioni più 

significative e che mira a dare all’esterno la comprensione dei contenuti dei punti 

apicali. 

Per quanto riguarda il punto 1. si propone quindi di: 

• proseguire nelle azioni volte al coinvolgimento e alla partecipazione attiva della 

popolazione residente nel processo di trasformazione dell’immaginario collettivo 

della città in modo tale da farli sentire protagonisti di un positivo processo di sviluppo 

del territorio e rimuovendo il senso di incertezza e di diffidenza che verso le 

modificazioni si tende ad avere. Le azioni non devono essere improvvisate, 

estemporanee o costruite sulla singola azione, ma strutturate sull’intero processo di 

trasformazione; 

• presentare altri casi in cui tali processi hanno dato esiti positivi attraverso 

l’organizzazione di convegni, mostre, dibattiti o altri momenti di confronto mirati a 

dare conforto e sostegno nella condivisione delle difficoltà e nella consapevolezza che 

le sfide si possono vincere; 

• utilizzare in modo più mirato la comunicazione istituzionale senza riversare tutto e 

subito sulla popolazione, ma mediare inserendo di volta in volta le singole azioni 

all’interno di un quadro strategico di sviluppo che sia anche temporalizzato; 

• mantenere una continuità tra passato e futuro costruendo un quadro di coerenza 

attorno alle azioni già attuate ed esplicitando il disegno futuro; 

• coinvolgere le associazioni e le imprese sulla base di disegni espressi 

dall’Amministrazione e che rientrino nella logica del progetto complessivo, e non 

viceversa; 

• realizzare iniziative/eventi che si colleghino o alla memoria storica (ad esempio 

recuperi di immobili, mostre, pubblicazioni, laboratori per le scuole) o ai valori 

presenti della multiculturalità, dell’inclusione sociale e dell’etica (ad esempio avviare 

un collegamento con le rassegne di Polis e Civis per farle entrare in circuito nazionale 

in modo tale da dar loro un respiro mediatico); 

• potenziare i poli di quartiere in funzione di quanto detto in precedenza; 

• attivare i punti d’ascolto ed ottimizzarne l’utilizzo tramite la costruzione di una rete; 

• stimolare lo sviluppo culturale della città attraverso la costruzione di una sorta di 

“laboratorio di produzione” attuabile con il coinvolgimento degli artisti locali e degli 

studenti di discipline artistiche. 

Per quanto riguarda invece il punto 2. si propone di:

MARCHINGEGNO 


• concentrare sulle azioni forti l’attività di comunicazione, agire quindi sui momenti di 

vetta del progetto. 

Per fare questo è necessario che l’Amministrazione Comunale da parte sua definisca 

esattamente tra le proposte avanzate come azioni forti quali sono quelle a cui intende 

dare priorità; 

• programmare quindi l’attività di comunicazione in termini sia temporali che di uso 

dei media in funzione del messaggio comunicazionale che si intende veicolare e del 

target di riferimento a cui è rivolto; 

• fare leva sui valori di “innovazione”, “modernità” e “trasformazione” che dovranno 

caratterizzare la proposta di nuovi servizi, la politica degli eventi e la realizzazione di 

nuove strutture; 

• creare il senso di una “città modello” che vuole uscire da una posizione di grande 

svantaggio e trasformare la propria immagine nell’immaginario collettivo e che per 

questo: 

• difende e valorizza le sue risorse ambientali in modo nuovo 

• riqualifica e migliora la città anche nel sistema dei servizi e dell’accessibilità 

• potenzia il suo sistema infrastrutturale 

• aggiunge nuova immagine alla città con interventi “importanti” di urbanistica e di 

architettura contemporanea 

• crea sviluppo economico sulla base di uno sviluppo sostenibile ed etico 

• crea una nuova “tendenza” culturale anche utilizzando nuove forme di espressioni 

• artistica (installazioni di paesaggio, multimedia, utilizzo innovativo della pubblicità 

..) 

La costruzione dei due diversi percorsi dovrà basarsi, a seconda delle diverse attività di 

marketing, su una, alcune o tutte le ragioni forti che dovranno essere usate per suscitare 

un’interpretazione positiva di Falconara Marittima e per far percepire all’immaginario 

collettivo il senso di trasformazione implicito nell’iniziativa o nell’attività che si sta 

comunicando. 

Di seguito elenchiamo le principali ragioni forti che del resto, dovendo essere 

espressione della trasformazione, sono già state esposte nel capitolo dedicato alla 

trasformazione urbana: 

• città policentrica 

• città delle reti e dei nodi 

• città degli scambi 

• città che guida i processi 

• città che definisce il proprio destino 

• città partecipata 

221




222 

• città che rifonda il suo rapporto col mare 

• città dinamica, viva e attiva 

• città che nei giovani trova il proprio futuro 

• città sostenibile ed eco-compatibile 

• città attrattiva ed accogliente 

• città che comunica 

I TARGET DI RIFERIMENTO 

Nel paragrafo precedente, in funzione di esprimere le linee essenziali della strategia di 

marketing da seguire per Falconara Marittima, abbiamo fatto riferimento a due macro 

categorie di target di riferimento su cui incentrare le attività. 

Vale però la pena soffermarci per esplicitare il ruolo che i target di riferimento 

svolgono nel marketing. 

Identificare i target di riferimento, ovvero le categorie di pubblico verso cui mirare le 

attività di marketing e di comunicazione, è un’azione delicata e fondamentale perché 

significa: 

• individuare degli insiemi di persone che sono accomunate da simili bisogni, 

desideri ed interessi; 

• analizzare quali sono i loro canali d’ informazione e i metodi di approccio alla 

cultura; 

• conoscere le lingue e i linguaggi che abitualmente utilizzano per far in modo che i 

messaggi comunicazionali siano compresi; 

• comprendere i processi normalmente seguiti per l’acquisto di beni e servizi di tipo 

culturale. 

Nel nostro caso proprio la ricchezza e la diversità dell’offerta che caratterizza le 

proposte avanzate tende a renderle appetibili a pubblici estremamente diversificati per 

disposizione geografica, età, interessi, ecc… . 

La comunicazione e la promozione dovranno dunque mirare a coinvolgere più targets 

possibili: da una parte percorrendo canali e adottando strumenti mirati, dall’altra giocando 

ad ampia diffusione e dunque ad indirizzo molteplice. 

Tra i target di riferimento va inoltre considerata una particolare categoria quella degli 

stakeholders ovvero di tutti coloro che a vario titolo avranno un rapporto con le iniziative 

proposte (enti promotori e organizzatori, aziende in qualità di partner o di sponsor, 

istituzioni culturali, musei, collezionisti, associazioni culturali e di categoria ecc……..).

MARCHINGEGNO 


Da quanto detto risulta chiaro come sia fondamentale individuare con precisione i 

target di riferimento ovvero i destinatari dei diversi messaggi comunicazionali per 

permettere un’attenta programmazione delle attività di marketing e un’adeguata 

pianificazione delle risorse necessarie, che facilitino anche il confronto con il mondo 

privato nell’obiettivo di coinvolgimento come partner o sponsor. 

LA VISUAL IDENTITY 

Abbiamo ritenuto opportuno estrapolare dal ventaglio degli strumenti del marketing 

quanto attiene alla visual identity perchè riteniamo che su di essa si giochi buona parte del 

successo del marketing. 

Il termine visual identity è usato per identificare quell’insieme di strumenti del 

marketing che sono relativi alla caratterizzazione dell’immagine e che per certi versi sono 

imprescindibili. 

Infatti, soprattutto nei casi come quello in oggetto dove si fa riferimento a realtà 

molteplici ed in alcuni casi disomogene, diviene di fondamentale importanza operare sulla 

riconoscibilità della proposta attraverso la creazione di un’immagine unitaria che sia in 

grado di agire da catalizzatore sui processi percettivi dei potenziali utenti. 

A nostro avviso quindi pensiamo che la strada da percorrere per arrivare ad una visual 

identity di Falconara Marittima stia nell’ideazione di un concept che permetta di 

individuare unitariamente il territorio: detto concept sarà tradotto dalla visual identity in 

una o più immagini atte a distinguerlo ed a caratterizzarne tutte le azioni di comunicazione. 

Una delle applicazioni principali della visual identity è costituita dal logo, 

un’immagine facile da memorizzare, vivace ed “impattante” per richiamare l’attenzione, 

evocativa del concept da cui è tratta ed atta a raffigurare sinteticamente la visual identity. 

Al logo dovranno quindi essere affiancate le “haed lines” cioè le parole chiave, i 

“titoli”, i concetti su cui si conformerà ogni espressione della comunicazione. 

Altri elementi propri della visual identity sono gli elementi grafici, dalle gabbie 

grafiche alle immagini, dai colori al lettering, che saranno di riferimento per la creazione 

dei materiali di promozione, di arredo urbano, di informazione, di segnaletica e di 

strumenti di comunicazione web in modo da costituire un continuo rimando di immagine. 

IPOTESI DI AZIONI E STRUMENTI 

Le azioni e gli strumenti di marketing sono quelle attività e quei sistemi in grado di far 

vivere, collegare, alimentare e sviluppare le ragioni forti. 

223




Costituiscono i veicoli del marketing e dell’attività comunicazionale e vanno scelti di 

volta in volta sulla base di quelli che meglio di altri sono in grado di sollecitare i destinatari 

identificati e di trasmettere loro i contenuti delle proposte avanzate. 

Ovviamente la scelta dovrà essere fatta sulla base sia dell’efficacia che si attribuisce 

allo strumento/azione sia della disponibilità di risorse destinate al marketing e all’attività 

comunicazionale in modo tale da evitare di disperdere fondi in azioni di relativa efficacia. 

Le loro tipologie sono moltissime e vanno da quelle più tradizionali a quelle più 

evolute. 

Di seguito elenchiamo e diamo una breve descrizione di quelle più appropiate per la 

modificazione dell’immaginario collettivo di Falconara Marittima. 

224 

Atti formali di reciprocità 

Convenzioni, accordi ecc., atti a disciplinare interessi, diritti e doveri. 

Si fa riferimento in questo caso alla sottoscrizione da parte dei vari attori coinvolti 

nel progetto di atti in grado di regolamentare in forma unitaria, biunivoca o parziale i 

rapporti tra di loro . 

Carta dei diritti degli utenti 

Si tratta di un documento atto a disciplinare ed uniformare l’informazione e 

l’erogazione dei servizi all’utenza. 

Sistemi di prenotazione 

Tutte le opportunità espresse dai vari piani di offerta, quale ad esempio quello relativo 

alla partecipazione ad eventi culturali o all’ingresso a musei o quello dell’acquisto di 

prodotti tipici o quello più squisitamente turistico relativo alla ricezione presso alberghi ed 

agriturismi, necessitano – in una visione di turismo integrato – della possibilità di essere 

prenotati. 

La prenotazione dei servizi infatti è una componente importante dell’accesso 

all’offerta perchè permette di dimensionare la domanda alla capacità di offerta con l’esito 

dell’assorbimento dei picchi e l’eliminazione dei tempi passivi che contribuiscono a 

fornire agli utenti il senso di organizzazione di un sistema. 

La possibilità di prenotazione inoltre valorizza l’evento o il servizio cui si riferisce. 

Il Web 

La struttura di comunicazione via internet è indubbiamente imprescindibile per 

rendere pienamente il contenuto delle proposte avanzate per Falconara Marittima.

MARCHINGEGNO 


Va quindi prevista l’ideazione di un sito, anzi più propriamente, di un portale che 

permetta di mettere “a sistema” i siti relativi ai diversi piani di offerta ed i siti preesistenti. 

In linea con i concetti più innovativi della comunicazione nel web tale portale sarà 

formulato su una concezione evoluta, non configurandosi come una semplice, ancorché 

utile, “vetrina” delle opportunità ma rendendo possibile un rapporto fortemente 

interattivo con il navigatore. 

Ciò consentirà di rendere accessibili tramite il portale modalità di e-commerce, sia di 

prodotti che di servizi, opportunità di prenotazione per eventi o relative alla ricettività 

turistica, interlocuzione di una authority locale, spazi di intervento e discussione (forum), 

condivisione di documenti, immagini, studi relativi alla complessiva offerta oltre 

naturalmente alla redazione e all’invio di newsletters agli interessati. 

Conseguentemente andrà considerata l’esigenza di strutturare un servizio di frontend 

nel rapporto con gli utenti e di back-office per le attività provocate necessari per 

garantire il ruolo attivo del territorio nel rapporto con l’esterno. 

Va rilevato inoltre come la presenza di servizi interattivi comporti la raccolta di un data 

base inestimabile di indirizzi e-mail del pubblico che costituiscono una importante 

piattaforma di comunicazione per il bacino di utenza. 

Il Call Center 

L’adozione di un call center è un punto strategicamente importante per la vita e la 

riuscita delle proposte a livello territoriale. 

Il call center, infatti, esprime la possibilità di accesso alla complessiva informazione 

su tutta l’offerta presente e come tale si pone come strumento unificante e rappresentativo 

della stessa. 

Va rilevato che il call center, in particolare se collegato a numero verde o ripartito, è un 

presidio più facilmente utilizzato dalla totalità del bacino d’utenza ove il grado di 

alfabetizzazione informatica – pur in continuo incremento – riguarda oggi una fascia 

ancora limitata di popolazione. 

Il call center, inoltre, può agevolmente assolvere – attraverso la mediazione della 

risorsa umana – alla funzione di “volano” nel momento in cui rappresenta all’utente che lo 

ha interpellato per una data finalità anche il vasto ventaglio di opportunità complementari 

presenti. 

Attraverso questo strumento, infine, potrà essere condotta una importante azione 

strategica di indirizzo delle scelte dell’utenza e di monitoraggio della domanda e 

dell’offerta. 

225




226 

Attività di Promozione 

Si articolerà su più diversi versanti: 

• ideazione e realizzazione di una linea di materiali ed iniziative promozionali di 

tipo cartaceo: dépliant strutturati, locandine degli eventi, cartine del territorio; 

• realizzazione di un importante convegno, aperto alla cittadinanza e ai tecnici, 

finalizzato a presentare lo stato dell’arte del processo di trasformazione urbana e i 

progetti per il rilancio culturale del territorio, ponendo a confronto il “caso” Falconara 

con altre città italiane ed europee che hanno compiuto, o stanno compiendo, analoghi 

processi; 

• individuazione e creazione di eventi mirati a valorizzare le singole iniziative o i 

momenti più significativi dell’intero progetto. In questo senso si pensa 

all’organizzazione di manifestazioni culturali, canore, sportive o di altro genere in 

grado di attrarre particolare interesse per la presenza di testimonial significativi a 

livello nazionale ed internazionale; 

• partecipazione a tutte quelle manifestazioni di carattere culturale e turistico 

(Salone BBCC di Venezia, BIT di Milano, Salone del Restauro di Ferrara, Fiere 

dedicate all’ambiente (Padova, Milano) che danno visibilità a livello nazionale ed 

internazionale (sedi comunitarie a Bruxelles). 

L’Arredo Urbano 

Risponde alla necessità di fornire il territorio di indicazioni segnaletiche specifiche ed 

allo stesso tempo unitarie opportunamente pensate in modo tale da permettere al fruitore 

di orientarsi nella scelta della propria visita. 

A tale proposito si suggerisce di ricorrere a mezzi quali sistemi di segnaletica, totem, 

pannelli didattici, info point. 

Tutti i materiali sopra indicati dovranno essere corredati dal logo ufficiale in modo 

che il visitatore venga colpito e accompagnato nella sua visita da un’immagine unitaria.

Bibliografia per argomenti 

RIFERIMENTI METODOLOGICI 

Fonti bibliografiche 

• ARCHIBUGI, F. - La città ecologica. Urbanistica e sostenibilità, Bollati Boringhieri, 

Torino, 2002. 

• BIANCHINI, F. - Cultura e sviluppo del territorio, in Economia della Cultura, a. XII, n. 1, 

2002. 

• BERTUGLIA, C.S., BERTUGLIA F. - La città e i musei, Name, Genova, 2000. 

• CAMAGNI, R. - Economia urbana: principi e modelli teorici, La Nuova Italia, Roma, 1992. 

• CARTA, M. - L’armatura culturale del territorio, Franco Angeli, 2002. 

• VALENTINO, P., A. – Le trame del territorio, Sperling & Kupfer, 2003. 

PROGETTI E PIANI URBANISTICI 

Fonti documentarie 

• Piano Inquadramento Territoriale (PIT), Appr. Del. Consiglio Regionale N. 295 del 

8/2/2000. 

• Piano Regolatore Generale ’99, coordinamento Arch. Riccardo Picciafuoco, Comune di 

Falconara M.ma, Area Assetto del Territorio, Ufficio di Piano. 

• Progetto Bohigas 

– Progetto Urbanistico Preliminare relativo al fronte marittimo di Falconara M.ma e 

Ragguaglio Urbanistico, MBM Arquitectecs, Barcellona, 2003. 

• Piano di Recupero Falconara Nord – Villanova, Relazione Illustrativa, coordinamento 

Arch. Marincioni, Comune di Falconara M., Area Assetto del Territorio, Settore 

Urbanistica, Ufficio di Piano, 2004. 

• Parco Fluviale 

– BRUNELLI, C., Il Parco Fluviale dell’Esino:l’esperienza del laboratorio Mundiempresa, 

Relazione al convegno, Falconara M.ma, 2002. 

– GIALLEONARDO, A., PICCIAFUOCO, R. - Relazione di Inquadramento generale degli 

interventi di iniziativa pubblica – Parco Fluviale dell’Esino, Comune di Falconara 

M,ma, Area Assetto del Territorio 

– FRAZZICA, Arch. – Recupero dell’immobile Mulino Santinelli, PRUSST Area Urbana di 

Ancona – Intervento 8.9, Comune di Falconara M.ma, 2004. 

– MASE’, A., BRUNELLI, C. - Il Parco Fluviale dell’Esino come parco urbano della città 

diffusa,Progetto Preliminare, libro + CD ROM, Mundiempresa, 2001. 

– LUMINARI, Ing. Arch. - Il progetto di valorizzazione nel medio Esino, atti del convegno Esino 

e altri percorsi, Falconara Alta, 28.06.02. 

• Contratti di Quartiere 

– Relazione Progetto Preliminare Contratto di Quartiere I-Fiumesino, Comune di 

Falconara M.ma, Settore Urbanistica. 

– Contratto di Quartiere Fiumesino Nord (allegati A, B, C, D). Comune di Falconara 

M.ma, Settore Urbanistica. 

229

230 

– Contratto di Quartiere Villanova – Falconara Nord, Comune di Falconara M.ma, 

Settore Urbanistica. 

– Procedura di Valutazione Ambientale Strategica applicata al modello di sviluppo in 

ambito comunale, Comune di Falconara M.ma, Settore Urbanistica, Area Assetto 

del Territorio. 

CARATTERI STORICI 


• AA.VV. – Falconara – Immagini d’epoca, Comune di Falconara M.ma, 1980. 

• AA.VV. – Falconara ‘900 , gli uomini e la città”, Comune di Falconara M.ma, 1990. 

• AA.VV. – Falconara, storie e immagini, Comune di Falconara M. 1989. 

• AA.VV. – Guida di Falconara M.ma. 1977. 

• AA.VV. – Vecchia Falconara, Foto Club Falconarese, Comune di Falconara Marittima, 

1975. 

• AA.VV. – Vecchia Falconara, Mostra fotografica, Comune di Falconara Marittima, 1979. 

• AA.VV. – Falconara trent’anni dopo, 1978. 

• ANSELMI, S., – La Provincia di Ancona, storia di un territorio, Ed.Laterza, Roma-Bari, 

1987. 

• BALZANI, U. – Falconara, sua origine,sue vicende nel tempo, suo sviluppo, Roma 1960. 

• CAMPANA, FRATESI – Da Ancona al Cassero, 1943-1945, Tempo di sfollamento, Endas 

Ancona, 1996 

• FRONTINI, M. – Un dono di Belisario fece nascere Falconara, in Ancona e la sua Provincia, 

n.1/gen.-mar. 1959. 

• GEMINIANI A., PERAZZOLI L. – Il Novecento a Falconara, Comune di Falconara M.ma, 

Pezzini Editore, 2004. 

• GIUNTINI, A. - Il turismo ferroviario in Italia dalle origini all’istituzione dei “treni 

popolari”, tesi di laurea, Università di Firenze e di Modena e Reggio Emilia, 2002. 

• GRAVINA, L. - Ancona e Marina di Palombina e Falconara in GRAVINA, L., Riviera 

Adriatica – Paesaggi e Monumenti d’Italia, vol. XXXI, 1936. 

• GRAZIOSI, S. - Il feudo dei conti Ferretti, 1988 

• GRIFONI, E. - Contro il mare come i fiamminghi, in Ancona e la sua Provincia, n. 1/gen.mar.1967. 

• PICCININI, G., e altri - Un paese una cassa rurale. 1011-1983, Castelferretti e la sua Cassa 

Rurale ed artigiana, 1983. 

• POLONARA, C. - Cartoline dalla marina, Ancona 1984. 

• POLONARA, C. - Cartoline di vita contadina, Ancona 1984. 

• POSTI, C., (note tratte da) - Spunti d’Archeologia e di Storia. Il Castello di Barcaglione, 

Corriere delle Marche, 3/4 gen. 1914. 

• ROMAGNOLI, R. - Turismo e Industria si incontrano a Falconara, in Ancona e la sua 

Provincia, n.1/gen.-mar. 1962. 

• SCUOLA MEDIA “FERRARIS” - Itinerario archeologico Falconara e dintorni, Falconara 

M.ma. 

• SEBASTIANELLI, S. – Castelferretti. La gente, le opere, Castelferretti, 1986. 

• SEBASTIANELLI, S. - Civiltà contadina, Comune di Falconara M.ma, 2002. 

• SEBASTIANELLI, S. - Gente di casa, gente di fuori, Salemi, 1990. 

• SEBASTIANELLI, S. - I vecchi di una volta parlavano così, Castelferretti, 1987.

• VERNELLI, VILLANI - Fiumesino, Storia di un borgo adriatico, Comune di Falconara 

M.ma, 2003. 


• Falconara M.ma: Impegno per il Turismo (quattro anni di attività: 1965-1968), Azienda di 

Soggiorno e Turismo Falconara M.ma, 1968 

• Falconara: Opere, Iniziative, Realizzazioni 1957 – 1960 (consuntivo dell’Amministrazione 

nel quadriennio) 

SISTEMI TERRITORIALI E SISTEMI INFRASTRUTTURALI 

• SOTTE, F., a cura di - Laboratorio sullo Sviluppo Locale - Il sistema territoriale di Ancona- 

Falconara-Jesi, dispensa del corso di laurea in Economia del Turismo, Università 

Politecnica delle Marche, Facoltà di Economia, a.a. 2003-2004. 

CARATTERI ECONOMICI E QUALITÀ DELLA VITA 


• AA.VV. - Progetto di Marketing strategico per il territorio della Provincia di Ancona, Camera 

di Commercio – Istituto di Economia Aziendale e Industriale Università degli Studi di 

Ancona, 2001. 

• Dati sugli alunni iscritti presso gli Istituti Comprensivi di Falconara Nord, Centro e Sud (A.S. 

1998-’99-2003-’04), Comune di Falconara M.ma, Osservatorio Sociale, 2003). 

• OECD - The list of social indicators, Paris, 1982. 

• Popolazione scolastica degli Istituti Superiori Statali della Provincia di Ancona, A.S. 

2002/03, Centro Servizi Amministrativi – Ex Provveditorato agli Studi. 

• Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Ancona, Anno 2001, Provincia di 

Ancona, Assessorato all’Ambiente. 

• SEN, A. - Capability and well-being, in NUSSBAUM, M. e SEN, A. (a cura di), The quality 

of life, Oxford University Press, 1993. SIRGY, H.J., Materialism and quality of life, Social 

Indicators Research, 1998 (vol. 43). 

• Studi di epidemiologia ambientale sullo stato di salute della popolazione residente nel 

Comune di Falconara M.ma, ARPAM, 2002. 

CARATTERI SOCIALI E DEMOGRAFICI 


• Il Fenomeno Migratorio a Falconara M.ma, Comune di Falconara M.ma, Osservatorio 

Immigrazione, 2003. 

• Progetto Giornate Multiculturali 2004, Comune di Falconara M.ma. 

231

IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI 


• MENGANI, MELCHIORRE - Evoluzione e Proiezioni della Popolazione Anziana Residente ed Ipotesi 

Quantitativa del Grado di Disabilità - Ambito territoriale XII- Comuni di Agugliano, Camerata 

Picena, Chiaravalle, Falconara M.ma, Monte S. Vito, Montemarciano, Polverigi, I.N.R.C,A., marzo 

2003. 

• Progetto Servizi Sociali 2003 e relative Delibere di Spesa, Comune di Falconara M.ma. 

• Programma Politiche Giovanili 2003 e relative Delibere di Spesa, Comune di Falconara 

M.ma, Ass.to Politiche Giovanili, Immigrazione e ROM. 

• Progetto Giovani 2003, Comune di Falconara M.ma. 

• Progetto Informagiovani, Comune di Falconara M.ma. 

• Progetto Centro Polifunzionale “PIU’”, Comune di Falconara M.ma. 

• Progetto Rom 2002-03, Assessorato Politiche Giovanili e ROM, Comune di Falconara 

M.ma. 

IL SISTEMA DELLE INFOSTRUTTURE 


• Progetto Nuove tecnologie per l’informazione e il dialogo: e-democracy, coordinato da Dott. 

Gracco Vittorio Mattioli, redatto da Dott. Avio Turchi e Ing. Michele Mezzelani, 

Comune di Falconara M.ma. 

PERCEZIONE DEL TERRITORIO: IL VALORE DELL’IDENTITA’ E DELLA MEMORIA 


• AUGE’, M. - Nonluoghi. Introduzione a un'antropologia della surmodernità, Eleuthera, 

1996. 

• CALVINO, I. - Le città invisibili, Einaudi, Torino, 1972. 

• DESIDERI, P. - La città di latta, Costa & Nolan, 1997. 

• REPELLINI, F., Sulle strade della città. Luoghi,progetti e sentimenti, Franco Angeli, 2003. 

IL SISTEMA DEL PATRIMONIO DEI BENI CULTURALI 


• AA.VV. - La città che vorrei, Osservatorio sull’Italia dei Comuni, Ricerca SWG, 2002. 

• MANGANI, ANSELMI - Il territorio dei beni culturali. La tutela paesistica nelle Marche, 

Regione Marche, 1979 

• MONTELLA, M. Progetto di Sviluppo territoriale dell’Esino-Frasassi CARIFAC, 2004. 

232

IL PESO ECONOMICO DELLE POLITICHE CULTURALI 


• Progetto culturale anno 2001 – Falconara città di Cultura, Comune di Falconara M.ma. 

• Bilancio Previsionale e capitoli di spesa, anni 2002-2003-2004-2005, Comune di 

Falconara M.ma. 

• Piani triennale degli investimenti 

• Delibere riparti di spesa, settori Cultura, Turismo, Servizi Sociali,Politiche Giovanili 

(2003) 

IL SISTEMA DEL TURISMO 


• Progetto Turismo 2003, Comune di Falconara M.ma. 

• Dati osservatorio turistico regionale – Servizio Turismo Regione Marche 

FALCONARA MARITTIMA: LA TRASFORMAZIONE URBANISTICA 

• CODELUPPI, V., Museo: oltre il non-luogo, testo del seminario tenuto presso la Facoltà di 

Architettura del Politecnico di Milano, a.a. 1997/98. 

• DEMATTEIS G., Non basta una forte identità, la città vive solo se è un “nodo” in Telema n. 

15, inverno 1998-99. 

• MARTINOTTI, G., Il vero centro si è già spostato. Non è più “dentro”, sta in periferia, in 

Telema n. 15, inverno 1998/99. 

• NORA, P., Les Lieux de Memoire, Gallimard, 1993. Per Falconara Marittima i luoghi della 

memoria sono stati trattati all’interno del presente lavoro nel capitolo II.1, Percezione 

del territorio: il valore dell’identità e della memoria. 

ALTRE FONTI 

• Rassegna stampa sui principali aspetti della vita di Falconara tratta dai quotidiani 

locali, soprattutto Corriere Adriatico e Messaggero, aggiornata al 20 giugno 2004. 

• Raccolta sistematica del Notiziario del Comune di Falconara M.ma “Informare la città” 

• Monitoraggio WEB 

• Rassegna notizie dal sito dei Comitati cittadini di Falconara ( www.comitaticittadini.net 

), altro punto di vista di analisi delle principali questioni della città 

• Periodico di informazione della Provincia di Ancona. 

233

Allegato Vol.01 - 1,5 Mb - Comune di Falconara Marittima

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