42 Tra <strong>età</strong> del Ferro e orientalizzante antico caratteristici tratti a scaletta o alle fenestrature triangolari. È leg<strong>it</strong>timo dunque domandarsi se la realizzazione a giorno concorra a conferire un ulteriore valore fantastico e simbolico alle testuggini. Problema che investe il significato della stessa decorazione a giorno. A oggi manca una riflessione complessiva sulla diffusione di questa tecnica decorativa nell’Italia centrale tirrenica. Le riflessioni più recenti a riguardo sono state formulate da M. Salvini nel ribadire, in riferimento al biconico decorato con meandri a traforo dalla tomba 1 di Sesto Fiorentino che “il decoro a traforo sembra indicare una defunzionalizzazione intenzionale dell’oggetto che diventa ‘altro’ da ciò per cui era stato creato originariamente”. La funzione di cinerario, in questo caso, poteva essere assicurata solo da un panno che avrebbe assicurato la “tenuta” delle ceneri all’interno dell’ossuario 57 . Restano fondamentali le intuizioni formulate da Giovanni Colonna nel 1977 a propos<strong>it</strong>o del legame che intercorre tra i sostegni f<strong>it</strong>tili e i corrispettivi modelli metallici, per cui la decorazione a giorno concorrerebbe a favorire tale analogia 58 . Come basilari, <strong>nella</strong> storia degli studi sulla tecnica, risultano le analisi nel dettaglio delle diverse realizzazioni a giorno sui complessi sostegni f<strong>it</strong>tili dell’Agro Falisco di Maria Gilda Benedettini, che, sviluppando l’analogia della decorazione a giorno con i prototipi metallici, la associa anche a questioni di statica 59 . È forse scontato notare come la decorazione a giorno concorra a creare un gioco di luci, nel rapporto tra pieni e vuoti, negli esemplari ceramici. La luce filtrata attraverso i trafori proietta la medesima sagoma del traforo all’esterno della forma ceramica. Si potrebbe così immaginare, in via del tutto ipotetica, il riflesso delle diverse figure realizzate a giorno, i tratti a scaletta, le svastiche e anche le stesse testuggini, all’esterno delle tazze, a cost<strong>it</strong>uire un’ulteriore “teoria di luce”. Dall’esame della ricorrenza della testuggine negli schemi decorativi tra la prima <strong>età</strong> del Ferro e l’Orientalizzante antico si evince come l’animale cost<strong>it</strong>uisca un attributo che ricorre in modo esclusivo nelle sepolture femminili, così come femminili sono le tre tombe da Narce, peraltro alcune delle più significativamente connotate da attributi eccezionali, che si collocano in un arco cronologico successivo rispetto ai confronti proposti 60 . <strong>Il</strong> legame simbolico tra la testuggine e l’universo femminile è stato più volte puntualizzato 61 anche sulla base del rinvenimento a Tarquinia, dalla tomba 6 delle Arcatelle, del celebre cinturone con la raffigurazione di una testuggine, anche se in un’iconografia differente 62 , e sviluppato nel rapporto con la divin<strong>it</strong>à femminile “nel quadro religioso e pol<strong>it</strong>ico della comun<strong>it</strong>à-stato” 63 . Molto affascinante infatti, ma difficilmente verificabile per gli esemplari di Narce, considerata l’alta cronologia dei contesti e la specific<strong>it</strong>à delle realizzazioni, è il rapporto che intercorre tra la testuggine e la cipride Afrod<strong>it</strong>e Urania, così come delineato da Mario Torelli 64 . Ma anche per il caso di Narce la testuggine conserverebbe “tutta la sua carica simbolica. Dalla simil<strong>it</strong>udine tra il ciclo biotico della testuggine con quello della natura […] da quella di animale di lunga v<strong>it</strong>a […] fino a quella di incarnazione di valori ctonii e soprattutto domestici” 65 . La comun<strong>it</strong>à di <strong>età</strong> Orientalizzante di Narce, collocando nei corredi in modo <strong>it</strong>erato queste singolari ‘testuggini’, con la ricorrenza ulteriore della posizione certo non casuale nell’angolo del loculo della fossa, riconosce a questi attributi prettamente femminili un valore allo stesso tempo r<strong>it</strong>uale e simbolico, poiché certamente rimanda a un significato al di là della raffigurazione in sé e perché condiviso nell’ideologia funeraria della soci<strong>età</strong> aristocratica della c<strong>it</strong>tà falisca. 57 Salvini 2007, p. 32. 58 Colonna 1977. 59 Benedettini 1999. 60 Come anche l’anforetta ad Amburgo di probabile marca falisca. 61 Si veda da ultimo P<strong>it</strong>zalis 2011 e Bartoloni-P<strong>it</strong>zalis 2011, p. 146. 62 Hencken 1968, p. 183, p. 188, fig. 173 a, p. 191. 63 Bonghi Jovino-Chiaramonte Treré 1997, pp. 176 ss.; Bonghi Jovino-Chiesa 2005; Bonghi Jovino, p. 395 in Herring et Alii 2006. 64 Torelli 1987, p. 135. 65 Torelli 1987, p. 135.
I cani e le testuggini de La Petrina: animali reali o fantastici da Narce 43 In conclusione, pur non potendo ascrivere i cani e le testuggini de La Petrina al variegato mondo del bestiario fantastico orientalizzante nell’accezione propria del termine, popolato com’è da creature liminari e mostruose molto più lontane dalla realtà, è possibile leggere nel rapporto tra queste diverse decorazioni animalistiche sui generis, i loro supporti e i contesti di provenienza la presenza di una f<strong>it</strong>ta rete di significati simbolici e r<strong>it</strong>uali, che le allontanano decisamente dalle semplici rappresentazioni realistiche. Significati r<strong>it</strong>uali e simbolici che possiamo cogliere solo in minima parte.