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girls don't cry - Nero Magazine

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tamente rivolte allo spettatore, ma piuttosto lo escludono. E’ questa esclusione<br />

che rende la differenza stridente, solo l’esclusione come pratica<br />

della differenza, come intervento queer, rende la rappresentazione<br />

esclusiva, chiassosamente frocia, e irrimediabilmente omoerotica. La<br />

rappresentazione queer può esistere nell’estetica, senza produrre rappresentanza.<br />

Solo la messa in pratica di un linguaggio “esclusivo” e<br />

politicamente scorretto, invece, uccidendo il mito universalista del<br />

“siamo tutti uguali”, ci permette di rompere il profilattico del “non<br />

chiedere, non dire”. L’economia erotica si fonda sullo scambio del<br />

gossip su chi è omosessuale e chi no: da questa seppur stretta dicotomia,<br />

si potrebbe aprire una fessura con la curiosità, che è un desiderio<br />

su cui poter confondere i confini tra il pubblico e il privato, ovvero tra<br />

chi guarda e chi si mostra. Nominare le persone non vuol dire etichettarle,<br />

ma riconoscerle e ammetterle allo scambio e all’inversione dei<br />

linguaggi. Solo parlando un linguaggio invertito possiamo scambiarci<br />

il diritto politico di rappresentanza.<br />

Quando era studente<br />

a Puerto Rico Felix<br />

Gonzales-Torres ha<br />

realizzato una performance<br />

dal titolo<br />

The Beach is Nice:<br />

“Per 13 giorni consecutivi<br />

ho recitato il<br />

mio ruolo preferito:<br />

il turista (un esempio<br />

di fuga metaforica).<br />

La parte era<br />

performata direttamente<br />

nel mondo<br />

“reale” e in completo<br />

anonimato. Nessun<br />

comunicato stampa,<br />

nessuna propaganda,<br />

azioni o testi. Solo<br />

cose inutili. Un giornale,<br />

Artforum, un<br />

flacone di olio solare<br />

#3 Hawaiian Tropic,<br />

un costume nero e qualche Pina Colada. Ero semplicemente<br />

steso al sole per tutta la durata della performance. Ancora una<br />

volta la performance non è mai avvenuta, era stata dimenticata.<br />

Nell’isola la memoria è proibita. Saluti!”<br />

La memoria è un dispositivo che mette in atto la rappresentanza:<br />

sono presenti le persone a cui diamo (rac)conto, non<br />

quelle che riconosciamo come gay o lesbiche per strada.<br />

Una politica queer delle immagini è una politica del riconoscimento,<br />

ma che rifiuta la visualizzazione.<br />

“Quello che si svolgeva alla Deutsche Eiche quella sera,<br />

come migliaia di altre sere, era il rito di una comunità. Gli<br />

atteggiamenti, i gesti, le parole, l’abbigliamento, quegli stivali<br />

e quelle borchie, tutto era coerente allo svolgimento di<br />

una liturgia dalla quale Leo si sentiva profondamente escluso<br />

ma che, nello stesso<br />

tempo, gli apparteneva.<br />

E se lui spiava quei<br />

comportamenti, se, in<br />

sostanza, stava bene in<br />

quel posto era perché<br />

era consapevole di assistere<br />

al modo in cui<br />

una minoranza risolveva<br />

il problema della<br />

propria diversità. Non<br />

partecipava a quella<br />

messinscena. Ma ne riconosceva<br />

la motivazione.<br />

E riconoscendola<br />

la legittimava” (Camere<br />

Separate, P.V.T.).<br />

Sebbene le parole per<br />

definirci escano dalla<br />

bocca, non bastano a<br />

tradurre il desiderio<br />

di rappresentare il genere:<br />

solo baciare vuol<br />

dire leggere le labbra di<br />

qualcun’altro.<br />

Felix Gonzales-Torres, The Beach is Nice, 1983 Manifesto di Act Up<br />

fra_ventrella@yahoo.it<br />

Carnival Knowledge, Feminists and Porn Stars, 1984

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