Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici - Bibliomed
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Danni riproduttivi nella donna<br />
M = Mitosi (profase?metafase?anafase?telefase)<br />
G = Fase di riposo<br />
0<br />
G = Fase di crescita iniziale o pre-sintetica<br />
1<br />
S = Sintesi del DNA<br />
G 2 = Fase di crescita tardiva o post-sintetica<br />
G<br />
M 0<br />
G G<br />
2 1<br />
S<br />
Figura 1. Il ciclo cellulare<br />
Sin dall’inizio del loro uso nella terapia di patologie tumorali, gli <strong>antiblastici</strong> sono stati<br />
identificati come altamente dannosi per la funzione riproduttiva. Mancano comunque studi<br />
veramente esaustivi; le difficoltà derivano dal fatto che i dati sui pazienti trattati con tali<br />
farmaci sono spesso non confrontabili e talvolta discordanti.<br />
È chiaro che l’uso dei chemioterapic i soprattutto nei soggetti in età fertile o pre-puberale<br />
pone tanti interrogativi ai quali non sempre siamo in grado di dare una risposta, e la domanda<br />
più frequente è “Sarò in grado di avere figli?”.<br />
Durante l’età pre-puberale e puberale ad esempio le più frequenti patologie che richiedono<br />
l’uso dei farmaci <strong>antiblastici</strong> sono i linfomi, le leucemie e le glomerulonefriti croniche, e come<br />
mostra una delle poche rassegne effettuate in questo campo (13) le maggiori alterazioni<br />
durante l’età della pubertà si avevano nei trattamenti politerapici (vincristina/metotrexate/6<br />
mercaptopurine/ciclofosfamide) nell’ordine del 20-60%. Particolare importanza in questi casi<br />
riveste l’età dei pazienti e l’inizio della terapia.<br />
Le alterazioni più frequenti, indotte dagli antib lastici, risultano essere comunque quelle<br />
legate alla funzione ovarica e al ciclo mestruale, in particolare è l’amenorrea l’evento che si<br />
manifesta con maggiore frequenza (16).<br />
Questi effetti sono stati descritti in pazienti trattate con la maggior parte del farmaci<br />
<strong>antiblastici</strong>: gli agenti alchilanti la cui azione si esplica in base alla capacità di alchilare i<br />
componenti del DNA (la ciclofosfamide, le mostarde azotate, clorambucile), gli alchil solforati<br />
(busulfano), le nitrosouree, gli antimetaboliti (metotressato) che occupano un posto speciale<br />
nella chemioterapia antiblastica in quanto hanno prodotto le prime sorprendenti, se pur<br />
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