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Capitolo | 5 | - Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Rovigo

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Parte | 2 |<br />

112<br />

Trattamento sistematico delle lesioni<br />

alcune lesioni continuano a determinare effetti negativi<br />

sull’encefalo:<br />

<strong>ed</strong>ema vasogenico o citotossico nelle aree perilesionali<br />

<strong>di</strong> contusioni/lacerazioni <strong>ed</strong> ematomi sottodurali<br />

evacuati [54-56] ;<br />

processi degenerativi e riparativi nei pazienti con<br />

DCI [57] ;<br />

presenza <strong>di</strong> alterazioni globali del fl usso ematico cerebrale<br />

(CBF; Cerebral Blood Flow ), della permeabilità<br />

capillare della barriera ematoencefalica (BBB; Brain<br />

Blood Barrier ) e aree <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ema citotossico nei pazienti<br />

con swelling [58] ;<br />

alterazione del riassorbimento liquorale da parte della<br />

tESA [59] .<br />

Questi processi possono determinare un’espansione del<br />

volume intracranico che, in funzione della compliance , può<br />

produrre un aumento della ICP [60,61] tale da associarsi,<br />

se non controllato, a ernie cerebrali e riduzione della CPP.<br />

La ridotta CPP produce ischemia macrovascolare solo<br />

<strong>di</strong> rado, o negli sta<strong>di</strong> avanzati, ma può determinare un<br />

peggioramento dell’ischemia microvascolare se il fl usso<br />

ematico cerebrale regionale (rCBF; regional Cerebral Blood<br />

Flow ) è già in <strong>di</strong>ffi coltà per autonomo aumento delle resistenze<br />

vascolari o in presenza <strong>di</strong> alterata autoregolazione;<br />

esiste infatti una “zona <strong>di</strong> penombra” nelle aree localmente<br />

malate [62] , che sono più sensibili a riduzioni della CPP<br />

[63] , ipossia, ipertermia, ipoglicemia, ipocapnia [64] e<br />

fl uttuazioni <strong>di</strong> so<strong>di</strong>emia [65] . Inoltre, complessi fenomeni<br />

riparativi e <strong>di</strong> rimaneggiamento (per esempio trascrizioni<br />

geniche <strong>di</strong> molecole protettive contro ischemia, apoptosi,<br />

infi ammazione e plasticità neuronale) si instaurano appena<br />

dopo il trauma e perdurano per settimane/mesi [66] ; contro<br />

tali meccanismi attualmente non vi sono veri trattamenti.<br />

Il trattamento del TBI dopo le prime fasi rimane pertanto<br />

focalizzato essenzialmente sul controllo dell’aumento del<br />

contenuto cerebrale e sul mantenimento della perfusione,<br />

obiettivi che devono essere monitorati nel tempo, possibilmente<br />

in termini quantitativi. Data l’intrinseca instabilità<br />

del paziente critico e l’incompletezza delle conoscenze, è<br />

necessario saper cercare risposte nelle sequenze temporali<br />

delle variabili per identifi care pattern patologici sulla base <strong>di</strong><br />

multiple e convergenti informazioni (monitoraggio multimodale),<br />

perseguendo fi nalità <strong>di</strong> cura <strong>di</strong>pendenti dalle risorse<br />

(per esempio competenza <strong>di</strong> m<strong>ed</strong>ici e infermieri, <strong>di</strong>sponibilità<br />

fi nanziaria) e funzionali a obiettivi che spesso esulano<br />

dall’aspetto clinico-assistenziale (per esempio convinzione<br />

sulla recuperabilità della patologia neurologica, <strong>di</strong>sponibilità<br />

ad accettare l’evento morte piuttosto che la sopravvivenza <strong>dei</strong><br />

pazienti con stato vegetativo persistente e grave <strong>di</strong>sabilità).<br />

Monitoraggio <strong>di</strong> base<br />

La prima variabile da monitorare è l’aumento del volume<br />

cerebrale in relazione alla compliance del sistema intracranico,<br />

misurabile in<strong>di</strong>rettamente attraverso il valore della<br />

ICP, ossia della pressione generata dal volume generale<br />

del cervello e determinata da quella del parenchima, del<br />

CBV ( Cerebral Blood Volume ) e del liquor costretti in un<br />

sistema rigido. La misura della ICP è invasiva e pertanto<br />

la scelta <strong>di</strong> monitorarla deve essere commisurata ai rischi<br />

(per esempio lesività <strong>di</strong>retta <strong>dei</strong> cateteri, danni da monitoring<br />

driven therapy [67] intesa come con<strong>di</strong>zione nella quale la<br />

terapia è comandata dal monitoraggio fi no a perdere <strong>di</strong> vista<br />

gli obiettivi generali <strong>di</strong> cura) e ai benefi ci. Il monitoraggio<br />

della ICP non sembra opportuno in:<br />

pazienti con DCI nei quali vi sia un GCS motorio <strong>di</strong><br />

5 e/o un’apertura degli occhi su stimolo; l’assenza <strong>di</strong><br />

lesioni profonde <strong>di</strong>encefaliche e mesencefaliche supporta<br />

questa in<strong>di</strong>cazione;<br />

pazienti con atrofi a (anziani o con atrofi a acquisita, per<br />

esempio alcolismo cronico) in quanto si ipotizza una<br />

elevata compliance cerebrale e un basso rischio <strong>di</strong> HICP;<br />

pazienti con TBI moderato, che prima della chirurgia<br />

abbiano sofferto <strong>di</strong> un deterioramento clinico senza coning<br />

e nei quali si sia osservato un risolutivo approccio<br />

chirurgico, a volte associato a non riapposizione del<br />

lembo osseo;<br />

pazienti con età e/o comorbilità tali da ritenere la prognosi<br />

a <strong>di</strong>stanza comunque negativa;<br />

pazienti a outcome negativo imm<strong>ed</strong>iato con midriasi<br />

bilaterale areattiva;<br />

pazienti midriatici con swelling e/o arresto car<strong>di</strong>orespiratorio<br />

post-traumatico associato e/o politrauma<br />

con coinvolgimento <strong>di</strong> più organi, emorragie e patologia<br />

della coagulazione; nei pazienti midriatici con<br />

masse, la scelta <strong>di</strong> monitorare la ICP è secondaria alla<br />

riduzione chirurgica della HICP e vincolata alle con<strong>di</strong>zioni<br />

in chiusura del campo operatorio.<br />

In altri pazienti si ritiene che il posizionamento della ICP<br />

sia mandatorio, sebbene non esista nessuna evidenza. Si<br />

tratta principalmente <strong>di</strong> pazienti nei quali sono frequenti<br />

fasi <strong>di</strong> instabilità della ICP (per esempio con lesioni intraparenchimali<br />

non evacuate a rischio <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ema perilesionale,<br />

swelling senza alterazione pupillare, DCI e lesioni profonde<br />

mesencefalo-talamiche). L’in<strong>di</strong>cazione è rafforzata dalla<br />

giovane età, che porta a maggior rischio <strong>di</strong> HICP a causa<br />

della più bassa compliance cerebrale e della maggior rappresentazione<br />

del CBV.<br />

La misurazione della ICP sembra ragionevole nei pazienti<br />

che sono o sono stati anisocorici, hanno sofferto<br />

probabilmente <strong>di</strong> elevata HICP, anche se non misurata, e<br />

possono avere aree ischemiche a genesi macro o microvascolare.<br />

Nei TBI moderati il GCS elevato non controin<strong>di</strong>ca<br />

la misura della ICP se sono presenti lesioni potenzialmente<br />

evolutive.<br />

Tutti gli altri pazienti stanno nell’area <strong>di</strong> incertezza.<br />

L’in<strong>di</strong>cazione storica del posizionamento della ICP a<br />

tutti i pazienti con GCS ≤ 8 e in pazienti con TC negativa<br />

[68] non ha trovato riscontro nella realtà. Contrariamente,<br />

nei pazienti con TBI moderato e TC positiva l’osservazione

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