Maggio - Giugno 2010 - Praticantati Online
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-È il direttore dell’accademia Vivarum Novum.<br />
Inoltre insegna, tiene convegni e conferenze e cura i<br />
libri di testo che usiamo. È completamente immerso<br />
in quest’attività.<br />
-Perché ha deciso di usare questo metodo?<br />
-Per disperazione. I ragazzi studiavano poco, o non<br />
ragionavano, e il livello andava calando di anno<br />
in anno.<br />
-Si è preparata per utilizzarlo?<br />
-Sì. Ho fatto due corsi d’aggiornamento e mi sono<br />
studiata il manuale per gli insegnanti. Ma è stato<br />
lavoro ben speso.<br />
-Quanti insegnanti lo usano al Prati?<br />
-Per ora solo io. Tre anni fa anche il professor Sodini,<br />
col corso precedente.<br />
-E nelle altre scuole?<br />
-Viene usato al Galilei, al Da Vinci e<br />
all’Arcivescovile, ma lì solo col latino.<br />
-I vantaggi e gli svantaggi che ha riscontrato?<br />
-Come vantaggi, gli studenti hanno un repertorio<br />
piuttosto vasto di vocaboli, hanno più<br />
dimestichezza con i testi e si orientano meglio anche<br />
dal punto di vista grammaticale. Inoltre<br />
questo metodo risulta, se non meno faticoso, almeno<br />
meno noioso di quello “tradizionale”.<br />
Come svantaggi, non si può continuare nel triennio,<br />
il che causa una condensazione di argomenti<br />
alla fine della quinta, anche se prima o poi si farà<br />
così, penso. Si potrebbe anche parlare di più in<br />
lingua in classe se i tempi fossero<br />
più rilassati.<br />
-Perché non tutti i cinque anni?<br />
-Alcuni insegnanti non vedono<br />
il metodo di buon occhio. Inoltre<br />
sussistono problemi tecnici<br />
nel formare le sezioni. Si vede<br />
però la possibilità futura per lo<br />
studente che si iscrive al Prati<br />
di scegliere il metodo che pref<br />
e r i s c e a l m o m e n t o<br />
dell’iscrizione, per formare le<br />
classi più agevolmente. I testi<br />
di letteratura ci sono.<br />
-Infine, nel complesso è soddi-<br />
20 PRATICANTATI<br />
sfatta dei risultati?<br />
-Sì, sia del corso precedente, sia di questo.<br />
Aggiungo un’opinione personale: è strano che ci<br />
siano insegnanti che cercano di trattare il latino e il<br />
greco come lingue vive, mentre altri sembrano sforzarsi<br />
per insegnare l’inglese o il tedesco come lingue<br />
quanto mai defunte, nonché sepolte, con tanto di epitaffio.<br />
Non ci sono allusioni a qualcuno in particolare,<br />
ma in una scuola, in genere, sarebbe opportuno<br />
tendere sempre a migliorare l’organizzazione e i metodi<br />
d’insegnamento.<br />
Latine e greche sono le radici della nostra mentalità<br />
e, che ci piaccia o meno, ne rimangono una parte<br />
basilare nel corso della sua evoluzione; dunque queste<br />
lingue non sono morte, anzi. Se però le trattiamo<br />
come se fossero morte davvero, allora diventano<br />
inutili, e anche per la nostra società sarebbe un suicidio.<br />
Il mondo intorno a noi cambia e nostro compito è,<br />
credo, indirizzare il mutamento lungo la strada che<br />
lo ha reso possibile fino ad oggi.<br />
Così anche un liceo, prato o pascolo che sia, dovrebbe<br />
essere il luogo dove si studia il passato, certo, ma<br />
nell’ottica della società presente e futura, che necessita<br />
di un’anima, di un’idea di fondo su cui basarsi.<br />
Suppongo sia per questo che noi prataioli e pratoline<br />
fatichiamo tanto.<br />
Proprio perché fatichiamo, però, lo studio non deve<br />
essere fine a se stesso.<br />
Se a qualcuno interessa questo genere di studio,<br />
potrebbe coltivarlo come hobby…!<br />
<strong>Maggio</strong> – <strong>Giugno</strong> <strong>2010</strong>