24.05.2013 Views

LA TECNOLOGIA del DNA RICOMBINANTE

LA TECNOLOGIA del DNA RICOMBINANTE

LA TECNOLOGIA del DNA RICOMBINANTE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>LA</strong> <strong>TECNOLOGIA</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>DNA</strong> <strong>RICOMBINANTE</strong>


1<br />

2<br />

3<br />

Rappresentazione schematica <strong>del</strong> clonaggio (I)<br />

<strong>DNA</strong> SORGENTE<br />

<strong>DNA</strong> BERSAGLIO<br />

VETTORE DI<br />

CLONAZIONE<br />

frammentazione enzimatica linearizzazione enzimatica<br />

congiungimento <strong>DNA</strong> bersagliovettore<br />

di clonazione


introduzione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong> nella<br />

cellula ospite (trasformazione) e<br />

isolamento <strong>del</strong>le cellule con il<br />

gene clonato<br />

proteina codificata<br />

dal gene clonato<br />

cellula ospite<br />

Produzione <strong>del</strong>la<br />

proteina<br />

dal gene clonato<br />

tutto ciò è possibile… grazie alla scoperta <strong>del</strong>le endonucleasi di restrizione


EcoRI<br />

EcoRI<br />

SITO DI<br />

RICONOSCIMENTO<br />

5’- GAATTC - 3’<br />

3’- CTTAAG – 5’<br />

Le Endonucleasi di Restrizione (I)<br />

Enzimi batterici: endonucleasi di TIPO II:<br />

- Riconoscono e tagliano corte sequenze di <strong>DNA</strong><br />

(4-8bp);<br />

- le sequenze riconosciute sono palindromiche,<br />

cioè risultano ugluali se lette su ogni filamento<br />

nella stessa direzione<br />

- il taglio produce estremità piatte o coesive<br />

Esempio di una <strong>del</strong>le prime endonucleasi di tipo II meglio caratterizzate:<br />

genere:<br />

Escherichia<br />

EcoRI<br />

specie:<br />

Coli<br />

ceppo:<br />

R<br />

Ordine di caratterizzazione di<br />

diverse endonucleasi<br />

appartenente allo stesso<br />

organismo (I)<br />

OH P<br />

5’- G AATTC - 3’<br />

PRODOTTI FORMAZIONE<br />

3’- CTTAA G – 5’ DI ESTREMITÀ<br />

COESIVE<br />

P<br />

OH


Le Endonucleasi di Restrizione (II)<br />

Enzima<br />

EcoR I<br />

BamH I<br />

Hind III<br />

KPN I<br />

NOT I<br />

EcoR V<br />

Xho I<br />

Sito di riconoscimento<br />

G A A T T C<br />

C T T A A G<br />

G G A T C C<br />

C C T A G G<br />

A A G C T T<br />

T T C G A A<br />

G G T A C C<br />

C C A T G G<br />

G C G G C C G C<br />

C G C C G G C G<br />

G A T A T C<br />

C T A T A G<br />

C T C G A G<br />

G A G C T C


…grazie alla scoperta <strong>del</strong>le endonucleasi di restrizione…<br />

Le librerie geniche: collezione di cloni derivante dalla totalità di <strong>DNA</strong> estratto da un organismo e<br />

digerito con un enzima di restrizione:<br />

Le librerie genomiche: composta dalla totalità <strong>del</strong> <strong>DNA</strong> cromosomico di un organismo (es: se si vuole<br />

studiare l’organizzazione genica);<br />

Le librerie di c<strong>DNA</strong>: composta dall’mRNA di una cellula o di un tessuto in un particolare momento (es:<br />

studiare il profilo di espressione di una particolare proteina in u particolare momento o tessuto)<br />

Confronto tra I principali passaggi richiesti per la costruzione di librerie genomiche e di c<strong>DNA</strong><br />

1 Libreria genomica<br />

Libreria di c<strong>DNA</strong> 1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

Estrazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong><br />

cromosomico<br />

Taglio <strong>del</strong> <strong>DNA</strong> con<br />

endonucleasi di restrizione<br />

(digestione parziale o totale)<br />

Inserimento di ogni frammento<br />

di <strong>DNA</strong> in un vettore<br />

5<br />

Trasformazione batterica<br />

Estrazione <strong>del</strong>l’mRNA 2<br />

Produzione di c<strong>DNA</strong><br />

(trascrittasi inversa)<br />

Inserimento di ogni c<strong>DNA</strong><br />

in un vettore<br />

3<br />

4


Estremità piatte<br />

Esempio: HaeIII (da Haemophilus<br />

parainfluenzae)<br />

La sequenza di <strong>DNA</strong> in doppia elica:<br />

5’-NNNNGGCCNNNN-3’<br />

3’-NNNNCCGGNNNN-5’<br />

viene tagliata nel seguente modo:<br />

5’-NNNNGG pCCNNNN-3’<br />

3’-NNNNCCp GGNNNN-5’<br />

Estremità coesive<br />

Esempio: EcoRI<br />

La sequenza di <strong>DNA</strong> in doppia elica:<br />

5’-NNNNGAATTCNNNN-3’<br />

3’-NNNNCTTAAGNNNN-5’<br />

viene tagliata nel seguente modo:<br />

5’-NNNNG pAATTCNNNN-3’<br />

3’-NNNNCTTAAp GNNNN-5’


Rappresentazione schematica <strong>del</strong> clonaggio (II) - estremità coesive<br />

reannealing<br />

annealing<br />

Gli appaiamenti (annealing-reannealing) sono transitori a causa <strong>del</strong>la debolezza dei legami a<br />

idrogeno tra il numero ridotto di basi a livello <strong>del</strong>le estremità coesive. Questi legami vengono<br />

stabilizzati grazie all’uso <strong>del</strong>l’enzima <strong>DNA</strong> LIGASI in un processo noto con il nome di ligazione.<br />

Enzima T4 <strong>DNA</strong> ligasi (isolato dal batteriofago T4) forma legami covalenti tra il gruppo fosfato 5’<br />

di una estremità e il gruppo 3’ OH <strong>del</strong>la catena adiacente. L’enzima lavora a 10°C e richiede ATP.


Rappresentazione schematica <strong>del</strong> clonaggio (III) - estremità coesive<br />

gene per resistenza<br />

ad antibiotico<br />

GATCC<br />

GG<br />

BAMH1<br />

plasmide<br />

CTTAA<br />

G<br />

CCTAG<br />

BAMH1<br />

ECOR1<br />

reannealing<br />

G<br />

AATTC<br />

Siti di<br />

restrizione<br />

ECOR1<br />

estremità coesive<br />

G<br />

CCTAG<br />

Siti di<br />

restrizione<br />

BAMH1 ECOR1<br />

GATCC<br />

G<br />

BAMH1<br />

ECOR1<br />

G<br />

CTTAA<br />

Ibridazione <strong>del</strong>le<br />

estremità e ligazione<br />

<strong>DNA</strong> estraneo<br />

annealing<br />

AATTC<br />

G


Vettori per il clonaggio (I)<br />

Per clonare una qualsiasi molecola di <strong>DNA</strong> è necessario inserirla in un vettore per il clonaggio.<br />

Questi elementi di <strong>DNA</strong> possono essere mantenuti e propagati in un organismo ospite in cui il<br />

vettore possa replicarsi. Un tipico ospite è Escherichia Coli che cresce e si divide rapidamente.<br />

Qualsiasi vettore con un origine di replicazione adatta si replica con successo in E.Coli<br />

(assieme al <strong>DNA</strong> inserito). Quindi, qualsiasi <strong>DNA</strong> inserito in un vettore può essere amplificato<br />

(se ne possono produrre quantità illimitate) e usato per successive analisi<br />

Isolamento di un clone mediante<br />

screening <strong>del</strong>la libreria<br />

Libreria genica: ogni vettore<br />

contiene un frammento diverso di<br />

<strong>DNA</strong> estraneo<br />

Amplificazione<br />

<strong>del</strong> singolo clone


Vettori per il clonaggio (II)<br />

- SONO STATI SVILUPPATI DA MOLECOLE PRESENTI IN NATURA (P<strong>LA</strong>SMIDI BATTERICI, BATTERIOFAGI) O<br />

COMBINAZIONE DEGLI ELEMENTI CHE LI COMPONGONO (COSMIDI).<br />

Plasmidi (i)<br />

• <strong>DNA</strong> extracromosomico circolare di piccole dimensioni presente in molti batteri che conferisce<br />

resistenza a antibiotici, capacità di metabolizzare substrati e capacità di coniugazione.<br />

• anni ’70: alcuni di questi vettori sono stati modificati in laboratorio (digestioni e successive ligazioni)<br />

per costruire vettori di clonaggio (es: pBR322 da Bolivar e Rodriguez);<br />

• un plasmide artificiale è molto più piccolo di quello naturale e viene più facilmente inserito nei batteri<br />

nel processo noto come trasformazione;<br />

• un origine di replicazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong> di tipo batterico cosicchè il <strong>DNA</strong> può essere replicato dalla cellula<br />

ospite<br />

• plasmidi come pBR322 hanno un origine di replicazione rilassata, che non segue cioè la divisione<br />

cellulare, in modo che la replicazione <strong>del</strong> plasmide è molto più frequente di quella cromosomica. In<br />

questo modo ogni cellula produce molte molecole di plasmide.<br />

• introdotti geni che codificano per la rsistenza agli antibiotici<br />

•<br />

•in vari punti <strong>del</strong> plasmide ci sono siti singoli di riconoscimento per una serie di enzimi di restrizione.


Vettori derivati da virus (I)<br />

- Per inserti lunghi (più di 5kb) si usano vettori derivanti dal batteriofago λ in quanto offrono una<br />

efficienza di clonaggio superiore di circa 15 volte rispetto ai vettori plasmidici;<br />

- il batteriofago λ è un fago con <strong>DNA</strong> lieare a doppia elica, lungo circa 50 kb in grado di infettare E.Coli,<br />

inserendogli il proprio <strong>DNA</strong> attraverso la membrana cellulare<br />

- il <strong>DNA</strong> <strong>del</strong> fago λ può replicarsi secondo due modalità:<br />

1. si integra nel cromosoma di E. Coli dove resta quiesciente fino a quando un segnale ne<br />

promuove l’escissione (ciclo lisogenico)<br />

2. si replica aapena infetta la cellula, sintetizza le proteine <strong>del</strong>la testa e <strong>del</strong>la coda, si<br />

formano nuove particelle fagiche (ciclo litico)


coda<br />

Vettori derivati da virus (II)<br />

<strong>DNA</strong><br />

testa<br />

I fagi sono stati utilizzati per la costruzione di librerie geniche perchè hanno permesso di introdurre<br />

frammenti più grandi di <strong>DNA</strong> rispetto ai plasmidi. Il <strong>DNA</strong> <strong>del</strong> batteriofago è lungo circa 50 kb,<br />

approssimativamente 20 dei quali risultano indispensabili agli eventi di integrazione-escissione (I/E). Per<br />

formare le genoteche si è ragionato sulla possibilità di sostituire queste 20 kb con altrettante kb di <strong>DNA</strong><br />

clonato. Una simile molecola di <strong>DNA</strong> si potrebbe perpetuare sotto forma di batteriofago “ricombinante”<br />

tramite cicli litici forzosi.


Cosmidi<br />

Possono trasportare 40 kb di <strong>DNA</strong> clonato e possono essere mantenuti come plasmidi in E. Coli.<br />

Vector system Host cell Insert capacity (kb)<br />

Plasmid E. coli 0.1-10<br />

Bacteriophage l E. coli 10-20<br />

Cosmid E. coli 35-45<br />

Bacteriophage P1 E. coli 80-100<br />

BAC (bacterial artificial<br />

chromosome)<br />

P1 bacteriophage-derived<br />

AC<br />

Vettori di clonaggio<br />

E. coli 50-300<br />

E. coli 100-300<br />

YAC Yeast 100-2,000


TRASFORMAZIONE: assunzione di <strong>DNA</strong> da parte di un organismo<br />

1970: Man<strong>del</strong> and Higa osservarono che batteri, trattati con soluzioni di<br />

CaCl 2 e riscaldati velocemente, potevano essere trasformati con <strong>DNA</strong> <strong>del</strong><br />

batteriofago _ quindi questo trattamento conferiva ai batteri un transiente<br />

stato di “competenza”<br />

COMPETENZA: capacità di assumere <strong>DNA</strong><br />

Efficienza di trasformazione = numero di colonie/ microgrammo di <strong>DNA</strong><br />

trasformato<br />

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi per migliorare<br />

l’efficienza di trasformazione. Le due tecniche maggiormente utilizzate oggi<br />

sono:<br />

Elettroporazione<br />

Trasformazione con CaCl 2<br />

La trasformazione (II)


Trasformazione Per Elettroporazione<br />

Le cellule batteriche unite<br />

al <strong>DNA</strong> vengono sottoposte<br />

ad una veloce scarica<br />

elettrica che permette la<br />

formazione di “elettropori”<br />

che favoriscono l’entrata di<br />

<strong>DNA</strong>.<br />

Competenza: 10 8 -10 10 cellule<br />

trasformate /µg di <strong>DNA</strong>


Crescita di un ceppo E.Coli in<br />

terreno ricco di nutrienti.<br />

Le cellule si raccolgono quando<br />

sono in fase logaritmica<br />

Trasformazione in CaCl 2


I cationi divalenti schermano le cariche negative sul <strong>DNA</strong> (dei gruppi fosfato)<br />

La combinazione di bassa temperatura e di cationi divalenti può aiutare a cristallizzare<br />

regioni <strong>del</strong>la membrana rendendo più accessibili i canali di assunzione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong>


Sommario <strong>del</strong>le fasi importanti nella clonazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong><br />

1. Vettore plasmidico e <strong>DNA</strong> esogeno da inserire devono avere estremità<br />

compatibili. I due “pezzi” di <strong>DNA</strong> sono fusi creando molecole di <strong>DNA</strong><br />

ricombinante;<br />

2. Introduzione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong> in cellule batteriche ospiti idonee (trasformazione)<br />

3. Selezione <strong>del</strong>le cellule resistenti all’antibiotico e selezione dei cloni che<br />

hanno assunto il <strong>DNA</strong> ricombinante


gene di<br />

interesse<br />

BamHI EcoRI<br />

VETTORE I<br />

Secondo esempio di clonaggio


Turno laboratorio Biol Sperimentale IIIA,<br />

previsto per 8-16 gennaio<br />

Si svolgerà invece dal<br />

27 gennaio al 4 febbraio


Proprietà dei vettori di clonaggio<br />

Properties of a good vector:<br />

minimal size<br />

origin of replication<br />

high yield of <strong>DNA</strong><br />

dominant selectable markers (e.g. AMP)<br />

lots of useful restriction sites (polylinker)<br />

selection/screen for inserts (e.g. blue/white)<br />

inducible or high level expression (e.g. lac, T7)


Come esprimete questo gene nei batteri?<br />

The red boxes represent exons,<br />

the blue boxes represent the introns, and<br />

the grey boxes represent the 5’ and 3’ UTRs<br />

Insert only the ORF: into an expression vector<br />

that contains prokaryotic transcriptional and<br />

translational regulatory sequences


Prokaryotes vs eukaryotes: key points<br />

Prokaryotes Eukaryotes<br />

Operons<br />

(functional grouping)<br />

Polycistronic mRNAs<br />

(single mRNA, multiple ORFs)<br />

No splicing<br />

Regulatory sequences lie near<br />

(~100 bp) the start site<br />

Translation is concurrent with<br />

transcription<br />

Moncistronic RNAs<br />

(One mRNA, one protein)<br />

Ribosome scanning<br />

Often spliced<br />

Regulatory sequences can be far<br />

(>1 kb) from the start site<br />

RNA processing is concurrent with<br />

transcription; translation occurs in a<br />

separate compartment


Implicazioni pratiche dei fondamenti<br />

<strong>del</strong>l’espressione genica<br />

1. Prokaryotic and eukaryotic promoters and translation signals are<br />

different...they are not exchangeable.<br />

You therefore can’t simply put a eukaryotic promoter into bacteria<br />

and expect it to function.<br />

2. Processing also presents a problem for bacterial expression of human<br />

mRNAs.<br />

The eukaryotic ORF must be cloned into the expression vector,<br />

not the genomic copy.<br />

3. The genetic code is identical for most bacterial and eukaryotic mRNAs.<br />

Although the code is the same, expression levels can be affected<br />

by codon frequency, which varies between organisms and<br />

transcripts.<br />

4. Post-translational modifications can be important for protein function.<br />

Those modifications might not occur in bacteria. The<br />

solution…try expressing in a eukaryotic expression system (viral,<br />

baculovirus, yeast).


1. Ibridazione su colonia <strong>del</strong> <strong>DNA</strong><br />

Screening di librerie geniche


Screening libraries<br />

Libraries can be screened for specific <strong>DNA</strong> sequences<br />

in different ways:<br />

1. screen for specific sequences by hybridization with<br />

labelled <strong>DNA</strong> or oligo or RNA probes<br />

2. screen or select for biological activity in vivo


Screening una libreria per attività in vivo


Ibridazione<br />

Ibridazione- sfrutta una<br />

caratteristica <strong>del</strong> <strong>DNA</strong><br />

duplex –<br />

complementarità di<br />

sequenza dei due strand<br />

<strong>DNA</strong> può riassemblarsi<br />

con estrema precisione<br />

Strands possono essere<br />

separati (denaturati) dal<br />

calore


Hybridisation<br />

• I due strand di <strong>DNA</strong> sono complementari l’uno all’altro.<br />

• The mRNA synthesized from a gene is identical to one strand of the<br />

<strong>DNA</strong> and complementary to the other.<br />

• Complementary strands could be separated (denaturation) and when<br />

allowed to rejoin (renaturation) do so with high degree of specificity<br />

forming <strong>DNA</strong>-<strong>DNA</strong>, <strong>DNA</strong>-RNA, or RNA-RNA hybrids.<br />

Methods developed on these properties:<br />

• Southern blot: Hybridization of <strong>DNA</strong> to <strong>DNA</strong> (solid/solution).<br />

• Northern blot: Hybridization of <strong>DNA</strong> to RNA (solid/solution).<br />

• RNAse protection assay: Hybridization of RNA to RNA (solution).<br />

• In situ hybridisation: <strong>DNA</strong>-<strong>DNA</strong> or <strong>DNA</strong>-RNA (tissue section, cells)


<strong>DNA</strong> Hybridization<br />

ss<strong>DNA</strong> probe is used to find <strong>DNA</strong> or RNA with a<br />

homologous sequence.<br />

This will tell us if a specific sequence is present<br />

The substrate with the genetic material in question is<br />

fixed on a membrane<br />

Small drops of a known sequence of <strong>DNA</strong> with a<br />

radioactive or fluorescent marker is added (PROBE)<br />

The plate is rinsed and read in the proper instrument


Probing <strong>DNA</strong><br />

One way to study a specific <strong>DNA</strong> fragment within a<br />

genome is to probe for the sequence of the fragment<br />

A probe is a labeled (usually radioactive or fluorescent)<br />

single-stranded oligonucleotide, synthesized to be<br />

complementary to the sequence of interest – probe<br />

sequence is known<br />

Attach single-stranded <strong>DNA</strong> to a membrane (or other solid<br />

support) and incubate with the probe so that it hybridizes<br />

Visualize the probe (e.g. by X-ray for radioactive probes)


Ibridazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong>: metodi di marcatura<br />

Nicks translation<br />

E’ il metodo più comune per marcare il <strong>DNA</strong> anche se il termine<br />

translation può generare qualche confusione: non c’entra nulla<br />

con la “traduzione” <strong>del</strong>l’RNA messaggero nella catena<br />

polipeptidica.<br />

Tale metodo consta dei seguenti passaggi:<br />

1. sono introdotte <strong>del</strong>le rotture <strong>del</strong>la doppia elica di <strong>DNA</strong><br />

utilizzando l’enzima <strong>DNA</strong>asi I che produce frammentazioni<br />

casuali nelle eliche<br />

2. Questo danno viene quindi riparato sfruttando l’enzima <strong>DNA</strong><br />

polimerasi I in presenza di nucleotidi liberi marcati<br />

3. Tali nucleotidi sono incorporati nel <strong>DNA</strong> che risulta così<br />

marcato<br />

Il numero di nucleotidi marcati incorporati è proporzionale al<br />

tempo nel quale la reazione viene proseguita.


End labelling<br />

Ibridazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong>: metodi di marcatura<br />

La marcatura è attaccata alla parte terminale sia 3’ che 5’ sia di<br />

<strong>DNA</strong> che di RNA.<br />

L’enzima polinucleotide chinasi viene utilizzato per catalizzare il<br />

trasferimento di un gruppo fosfato marcato alla terminazione 5’<br />

di una catena nucleotidica.<br />

La sensibilità è minore poiché la marcatura è limitata alle<br />

terminazioni <strong>del</strong>la sonda.


Condizioni <strong>del</strong>l’ibridazione<br />

Quali sono le condizioni che aumentano la specificità <strong>del</strong> legame tra le<br />

due porzioni a singola elica degli acidi nucleici?<br />

Il fattore principale che determina la specificità è la capacità di formare<br />

legami di idrogeno, che a sua volta dipende da 4 fattori esterni:<br />

• Temperatura<br />

• pH<br />

• Forza salina<br />

• Presenza di denaturanti<br />

Gli acidi nucleici possono tollerare un certo grado di copie non<br />

complementari e formare comunque una doppia elica. comunque<br />

maggiori sono le coppie sbagliate e minore è la stabilità <strong>del</strong>la doppia<br />

elica che tenderà pertanto a denaturarsi. Quindi si possono variare le<br />

condizioni operative per verificare la percentuale di complementarità tra<br />

le basi.<br />

Da tali fattori dipende il grado di non complementarità tollerato e quindi<br />

la specificità di una sonda


fattori<br />

temperatura<br />

pH<br />

conc. salina<br />

denaturanti<br />

tolleranza<br />

Specificità <strong>del</strong>le sonde<br />

↓ specificità<br />

basse T<br />

neutro<br />

alta<br />

bassa<br />

alta<br />

↑ specificità<br />

alte T<br />

estremi<br />

bassa/nulla<br />

alta<br />

bassa<br />

Dei quattro fattori la temperatura è quello che può essere<br />

modificato con maggiore facilità e viene usato per saggiare la<br />

specificità di una sonda.<br />

Non è sempre auspicabile un’elevata specificità. Ad esempio<br />

una sonda per il batterio Campylobacter jejuni riconoscera<br />

solo tale batterio in condizioni di elevata specificità, mentre<br />

riconoscerà qualsiasi Campylobacter diminuendo la specificità.


La lunghezza <strong>del</strong>le sonde<br />

Oligonucleotidi corti hanno una lunghezza di 10-50 basi, mentre<br />

sonde lunghe hanno una lunghezza di qualche centinaio di basi.<br />

In condizioni ottimali di alta selettività una sonda dovrebbe<br />

essere capace di individuare il cambio di una coppia di basi in<br />

una sequenza nucleotidica.<br />

Le sonde brevi hanno i seguenti vantaggi:<br />

• più stabili nel tempo<br />

• più semplici da ottenere<br />

• ibridizzano più rapidamente (t < 30 min.)<br />

ed hanno i seguenti svantaggi:<br />

• la quantità di marcatura è minore<br />

• la sensibilità è minore


Applicazioni <strong>del</strong>l’ibridazione<br />

Identificazione di specifiche sequenze nucleotidiche<br />

La ricerca di tali sequenze può essere utilizzata per<br />

diagnosticare la presenza di un particolare microrganismo che<br />

possiede una sequenza nucleotidica caratteristica. In tal modo<br />

è possibile diagnosticare un infezione determinata da vari<br />

agenti, quali batteri, protozoi e batteri. Tale metodo risulta<br />

particolarmente utile per:<br />

• microrganismi che crescono lentamente<br />

• microrganismi che non si possono coltivare artificialmente<br />

Gli svantaggi sono:<br />

• non vengono differenziate cellule vive e morte<br />

• è difficile trovare sequenze uniche e caratteristiche di un<br />

determinato micro organismo.


Applicazioni <strong>del</strong>l’ibridazione<br />

Identificazione di mutazioni in sequenze<br />

nucleotidiche<br />

La ricerca di tali mutazioni può essere utilizzata per<br />

diagnosticare malattie ereditarie anche se molto spesso una<br />

malattia può essere indotta da più di una patologia. Per<br />

questo è necessario utilizzare sonde con bassa specificità o più<br />

sonde contemporaneamente. Tra le patologie diagnosticabili<br />

ricordiamo: fibrosi cistica, distrofia muscolare, fenilchetonuria<br />

e anemia.<br />

Identificazione <strong>del</strong>l’impronta genica<br />

Può essere utilizzata per determinare l’identità di una persona<br />

e viene usata nelle ricerche giudiziarie per confermare i<br />

sospetti su una persona o nei tests di paternità


Ibridazione <strong>del</strong> <strong>DNA</strong>: mescolare target e sonda<br />

Su supporto solido (Dot blot)<br />

La sequenza target è legata ad un supporto solido come un filtro<br />

da membrana e la sonda è aggiunta in soluzione: dopo lavaggio<br />

per rimuovere la sonda libera l’ibridazione viene rilevata sul<br />

supporto solido utilizzando il metodo più appropriato a seconda<br />

<strong>del</strong>la marcatura.<br />

In soluzione<br />

Sia il target che la sonda sono liberi di muoversi così da<br />

massimizzare le opportunità di reazione: in tale modo la velocità<br />

di reazione è massima.<br />

In situ<br />

Con questo metodo la sonda in soluzione è aggiunta ad un<br />

preparato microbiologico o citologico che viene esaminato al<br />

microscopio. La sonda produce una variazione visibile nel<br />

campione se il target viene ibridizzato. La sensibilità e bassa, è<br />

utile per la ricerca di microrganismi in un campione.


1. Ibridazione su colonia <strong>del</strong> <strong>DNA</strong><br />

Piastra<br />

madre<br />

o si piastrano cellule provenienti<br />

dalla reazione di trasformazione<br />

su terreno con antibiotico<br />

Screening di librerie geniche<br />

Trasferimento cellule o ciascuna colonia formatasi sulla<br />

piastra madre, si trasferisce un<br />

campione su una matrice solida<br />

Subcultura <strong>del</strong>la cellule<br />

dalle colonie positive<br />

provenienti dalla piastra madre<br />

matrice<br />

Incubazione con la sonda di <strong>DNA</strong><br />

complementare al <strong>DNA</strong> di interesse.<br />

Lavaggi che eliminano la sonda non legata.<br />

Autoradiografia che rivela i cloni<br />

identificati con la sonda<br />

(membrana di nylon o nitrocellulosa)<br />

si lisano le cellule <strong>del</strong>la matrice<br />

e si denatura il <strong>DNA</strong> liberato,<br />

deproteinizzandolo e legandolo<br />

irreversibilmente alla matrice


Tipi di Blot<br />

Southern Blot – <strong>DNA</strong> to probe <strong>DNA</strong><br />

Northern Blot – <strong>DNA</strong> to probe RNA<br />

Western Blot – anticorpi to probe Protein


Southern Blot – <strong>DNA</strong><br />

<strong>DNA</strong> is<br />

1. extracted from cells,<br />

2. digested with a restriction enzyme<br />

3. loaded into wells and run like a gel electrophoresis, in<br />

solutions that are optimized for <strong>DNA</strong>.<br />

The <strong>DNA</strong> is then transferred out of the gel onto a<br />

membrane (nitrocellulose), radioactive <strong>DNA</strong> is then<br />

added, and the activity is read or staining is used.


The Southern blotting procedure


The Southern blotting technique


Southern Blot Results


Northern blot – RNA<br />

RNA is extracted from cells, and is<br />

loaded into wells and run like a gel<br />

electrophoresis, in solutions that<br />

are optimized for RNA. The RNA<br />

is then transferred out of the gel<br />

onto a membrane (nitrocellulose or<br />

other), and probed with radioactive<br />

RNA or <strong>DNA</strong> and the activity is<br />

read or staining is used.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!