Studi di citotossicità del peptide ß-amiloide - A.I.M.A. Biella
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cellulari, con incremento <strong>del</strong> numero <strong>di</strong> proteine misfolded o unfolded e loro eventuale<br />
aggregazione (Bucciantini et al., 2002).<br />
3. Il Morbo <strong>di</strong> Alzheimer<br />
Nel 1906, Alois Alzheimer, giovane neurologo tedesco, descrisse in una donna <strong>di</strong><br />
cinquant’anni una insolita patologia, che le aveva provocato per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria,<br />
<strong>di</strong>sorientamento, allucinazioni e l’aveva infine condotta a morte.<br />
Nel 1907, lo scienziato espose il caso alla Convenzione psichiatrica <strong>di</strong> Tubingen,<br />
sottolineando che l’autopsia <strong>del</strong> cervello <strong>del</strong>la paziente aveva mostrato una scarsità <strong>di</strong><br />
neuroni nella corteccia cerebrale e la presenza <strong>di</strong> due <strong>di</strong>stinti tipi <strong>di</strong> lesioni cerebrali:<br />
depositi extracellulari e fasci intracellulari <strong>di</strong> grovigli neurofibrillari. Queste lesioni oggi<br />
sono considerate le caratteristiche patologiche invarianti <strong>del</strong> Morbo <strong>di</strong> Alzheimer (Temussi<br />
et al., 2003).<br />
Fig.3 Rappresentazione schematica <strong>di</strong> un confronto fra neuroni sani e neuroni con le caratteristiche<br />
patologiche <strong>del</strong> morbo <strong>di</strong> Alzheimer (http://w3.uokhsc.edu).<br />
Il Morbo <strong>di</strong> Alzheimer viene oggi definito come un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne neurodegenerativo<br />
progressivo, caratterizzato da per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria e cambiamenti nella personalità. Poichè<br />
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