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Studi di citotossicità del peptide ß-amiloide - A.I.M.A. Biella

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Fig. 8 La cinetica <strong>di</strong> aggregazione <strong>del</strong> processo fibrillogenico ha un andamento sigmoidale tipico <strong>del</strong>le<br />

polimerizzazioni nucleazione-<strong>di</strong>pendenti caratterizzate da una fase <strong>di</strong> latenza, una fase <strong>di</strong> polimerizzazione e<br />

una saturazione. La presenza <strong>di</strong> impurità o aggregati pre-esistenti può mo<strong>di</strong>ficare l’andamento <strong>del</strong>la curva,<br />

dando luogo a cinetiche non riproducibili dal punto <strong>di</strong> vista sperimentale, in cui la fase <strong>di</strong> latenza potrebbe<br />

essere notevolmente ridotta od ad<strong>di</strong>rittura assente (linea tratteggiata) (Nillson, 2004).<br />

La fase lag non in<strong>di</strong>ca tanto il tempo necessario per la nucleazione, quanto il tempo<br />

richiesto per la crescita <strong>di</strong> aggregati sufficientemente gran<strong>di</strong> (Murphy, 2002). Riguardo alla<br />

polimerizzazione <strong>di</strong> βA, questa fase rappresenta il punto critico <strong>del</strong>l’intero processo,<br />

poichè una eventuale presenza <strong>di</strong> pre-aggregati può determinarne una drastica riduzione<br />

nella durata, o ad<strong>di</strong>rittura la scomparsa.<br />

Saggi immunologici e ra<strong>di</strong>ochimici hanno confermato l’idea che la polimerizzazione sia un<br />

processo in cui βA oligomerizza, attraverso una serie <strong>di</strong> interme<strong>di</strong> a breve vita, a formare<br />

protofibrille, che agiscono da fulcri per la crescita <strong>del</strong>le fibrille mature. Infatti, sono stati<br />

osservati oligomeri <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni interme<strong>di</strong>e tra i monomeri e le protofibrille ma nessuno<br />

<strong>di</strong> loro si accumula in quantità significative. Inizialmente, i monomeri si associano a<br />

formare <strong>di</strong>meri che si accumulano durante la fibrillogenesi; poi, il decremento tempo-<br />

<strong>di</strong>pendente <strong>del</strong>la quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>meri risulta parallelo ad un incremento nella quantità <strong>di</strong><br />

protofibrille (Walsh et al., 1997).<br />

Le protofibrille sono interme<strong>di</strong> relativamente stabili, che hanno origine dai nuclei e sono le<br />

prime particelle <strong>di</strong> morfologia fibrillare che è possibile in<strong>di</strong>viduare (Goldsbury et al.,<br />

2000). Esse appaiono <strong>di</strong> lunghezza circa 200 nm e <strong>di</strong>ametro 4-10 nm, flessibili e<br />

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