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FILOSOFIA E ARTI MARZIALI<br />
L’IMPORTANZA DI TROVARE UN MAESTRO<br />
Baluardo del Karate inteso ancora come Arte Marziale, lo SportinGym Samurai Zen Club si fonda<br />
sull'esperienza e sulla preparazione del Maestro Berengario. La sua quarantennale attività in difesa<br />
della tradizione ed il suo impegno pedagogico sono la dimostrazione di come questa disciplina<br />
sappia rinnovarsi ed essere utile alla collettività.<br />
In una società come quella contemporanea che appare sempre più<br />
polarizzata e frantumata nel suo tessuto connettivo, si avverte<br />
sempre di più la mancanza di figure di riferimento. I maestri,<br />
quelli buoni, appaiono persone fuori luogo in un contesto dominato<br />
dalla velocità delle mode e dove mercato e media insegnano che tutto<br />
è possibile. Così accade che si senta parlare con insistenza solo di<br />
“cattivi maestri”, di coloro capaci di impartire lezioni dannose e di<br />
fornire un'immagine falsa della realtà. Intellettuali e politici rintracciano<br />
troppo facilmente nella televisione la figura nefasta per<br />
antonomasia, per poi abbandonare, senza indicare un modello<br />
alternativo valido, gli operatori pedagogici di ogni ordine e grado al<br />
difficile compito di insegnare.<br />
Il mondo dello Sport non può certo sottrarsi alle responsabilità esperienza”.<br />
formative che gli derivano dal fatto di assorbire una porzione Il Maestro di Karate deve essere una figura a tutto tondo dotata di doti<br />
importante del tempo libero dei cittadini, sia di quelli ancora in età carismatiche, che da un lato è il mediatore attraverso cui si tramanda<br />
scolare sia di coloro che cercano svago ed esercizio fisico dopo il una tradizione millenaria, dall'altro è un eterno allievo che non può<br />
lavoro o lo studio. Che l'attività sportiva non sia solo un riempitivo lo mai smettere di cercare il proprio miglioramento personale. In una<br />
sanno bene le Arti Marziali, visto che il loro presupposto è una società come quella contemporanea, inoltre, deve sempre aggiornare<br />
filosofia ed una pratica di vita rivolte all'individuo, una via di ed adattare le proprie tecniche didattiche, soprattutto perché di fronte<br />
autoperfezionamento sia esteriore che interiore. Tra queste, il Karate- a sé ha ragazzi in via di formazione circondati da stimoli forti e,<br />
Do, nel suo rifarsi al Budo, il codice etico dei Samurai che letteral- talvolta, colpiti da deficit di attenzione. Ecco allora che, come in<br />
mente significa “la Via che conduce alla pace”, è innanzitutto qualsiasi altro contesto formativo, vista la difficoltà del compito,<br />
portatrice di valori tradizionali come il rispetto, il coraggio, la spesso alla via ortodossa illustrata finora si preferisca quella più<br />
gratitudine, l'onore e la sincerità. semplice che tiene la barra a dritta verso l'interesse personale. Se è<br />
Nel Karate il Maestro non solo è indispensabile ma conserva ancora ovvio e necessario che anche il Dojo il luogo in cui si pratica il Karate<br />
quel fondamentale carattere maieutico che Socrate attribuiva al - debba pensare alla sua sopravvivenza economica, soprattutto<br />
filosofo. Come un'ostetrica, infatti, il Maestro deve far nascere una quando sempre maggiore si fa la concorrenza di discipline cosiddette<br />
persona complessa e matura, scardinando le barriere che l'io erge a “agonistiche”, meno ovvio è inventare forme di combattimento e<br />
difesa del suo dominio, come pregiudizi e presunzione, egoismo ed difesa personale che scimmiottano queste ultime ma che poco hanno a<br />
avidità, pigrizia e mancanza d'acume. Egli deve saper trarre che vedere con le Arti Marziali. Ancora peggio di queste condotte, che<br />
dall'allievo le doti migliori e nello stesso tempo far sì che quest'ultimo possono essere definite come piacionerie di marketing, è affidare il<br />
trovi la sua espressione, sia che si tratti del campione, del potenziale programma a cinture nere volenterose ma poco esperte e, soprattutto,<br />
agonista o del semplice praticante. Questi concetti sono già riassunti prive della cultura necessaria, che finiscono per ridurre<br />
nella parola giapponese Sensei, che traduce l'italiano Maestro ed l'insegnamento alle pure tecniche di base.<br />
etimologicamente sta a significare “persona dotata di autorità ed Proprio questo atteggiamento intellettuale di taluni maestri è ciò che<br />
più penalizza il Karate e favorisce la diaspora di praticanti verso altri<br />
sport. Volente o nolente, quello del Maestro è un coraggioso lavoro di<br />
scavo che deve conquistare l'attenzione degli allievi con delle<br />
tecniche di facile presa ma, per radicare l'attaccamento alla sua Arte,<br />
deve poi far crescere in loro un motivo più profondo. Questo compito<br />
lento passa, necessariamente, attraverso un percorso in cui gli allievi<br />
vengono allontanati dai rumori di fondo ed educati ad una sensibilità<br />
che li porti per gradi alla scoperta del proprio corpo e delle proprie<br />
sensazioni fisiche e, quindi, di se stessi. Dimenticare questo significa<br />
rinnegare uno dei principi fondamentali enunciati da Gichin<br />
Funakoshi, l'inventore del Karate moderno: “il Karate è come l'acqua<br />
che bolle, se non si tiene la fiamma alta diventa tiepida”.<br />
<strong>Litorale</strong><br />
28 Duilio<br />
marzo duemilanove