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Scarica pdf - Museo Tridentino di Scienze Naturali

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60 Peresani et al. Gli inse<strong>di</strong>amenti epigravettiani al Palughetto<br />

Fig. 35 - Palughetto US T6. Nucleo a lamelle (1), punta-troncatura<br />

(2, 3), frammento <strong>di</strong> lamella a dorso in corso <strong>di</strong> lavorazione (4),<br />

punta a dorso (5, 6, 8), lamella a dorso e troncatura (7) (<strong>di</strong>segni<br />

G. Almerigogna).<br />

Fig. 35 - Palughetto context T6. Nucleo a lamelle (1), punta-troncatura<br />

(2, 3), frammento <strong>di</strong> lamella a dorso in corso <strong>di</strong> lavorazione<br />

(4), punta a dorso (5, 6, 8), lamella a dorso e troncatura (7)<br />

(drawings G. Almerigogna).<br />

cedenti il me<strong>di</strong>o Olocene che possano correlarsi con le<br />

fasi più antiche dell’evoluzione del suolo T6. La trincea<br />

1994 e il suo prolungamento 1995 aperti tra la torbiera e<br />

MN mostra un passaggio graduale tra il profilo pedologico<br />

<strong>di</strong> quest’ultimo e l’insieme delle unità organiche, che<br />

nella zona spondale si assottigliano e scompaiono. Pertanto,<br />

quest’assenza <strong>di</strong> rapporti e correlazioni non supporta<br />

l’ipotesi <strong>di</strong> un’appartenenza <strong>di</strong> US T6 al medesimo orizzonte<br />

culturale <strong>di</strong> MN e MO, che potrebbe essere formulata<br />

sulla base delle punte a dorso, delle punte-troncatura e<br />

alcuni dei geometrici. Più consistente risulta invece un’attribuzione<br />

al Sauveterriano, non solo sulla base dell’as-<br />

Fig. 36 - Palughetto US T6: Percussore in calcare dolomitizzato<br />

(foto E. Di Taranto).<br />

Fig. 36 - Palughetto context T6: Hammer in dolomitic limestone<br />

(photo E. Di Taranto).<br />

setto tecno-tipologico dettato dalla punta <strong>di</strong> Sauveterre e<br />

da alcuni geometrici, ma anche per le date ra<strong>di</strong>ocarbonio<br />

che definirebbero un ampio intervallo <strong>di</strong> occupazione antropica,<br />

comprendente anche il Neolitico, peraltro non<br />

in<strong>di</strong>cato da evidenze archeologiche. La con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong><br />

determinate tipologie <strong>di</strong> manufatti litici nella transizione<br />

tra Epigravettiano e Sauveterriano non esclude comunque<br />

che entrambe le fasi culturali siano registrate in questo<br />

settore della torbiera.<br />

In questa <strong>di</strong>scussione si inserisce la riserva litica,<br />

la cui esistenza trova spiegazione nella scarsità <strong>di</strong> selci<br />

qualitativamente e morfometricamente idonee alla lavorazione<br />

sia nella zona <strong>di</strong> Palughetto sia sull’altopiano,<br />

dove queste risorse si limitano all’abbondante detrito<br />

originato dalla demolizione della Scaglia Grigia. Se la<br />

pezzatura <strong>di</strong> questo detrito sod<strong>di</strong>sfa pienamente gli obiettivi<br />

della produzione lamellare e microlamellare mesolitica<br />

(Peresani & Angelini 2002), non lo è altrettanto<br />

per quelli epigravettiani che, come espresso dal calibro<br />

dei manufatti laminari <strong>di</strong> piena produzione <strong>di</strong> Bus de La<br />

Lum (Peresani et al. 1999-2000) e <strong>di</strong> Palughetto MN e<br />

MO, necessitano <strong>di</strong> materiali grezzi con maggiore pezzatura.<br />

Da Palughetto MN rileviamo infatti per la loro lunghezza,<br />

comparabile alla massima <strong>di</strong>mensione dei blocchi<br />

della riserva, le lame a cresta, le lame semicorticali<br />

e anche qualche strumento finito come i due bulini su<br />

lama in selce Scaglia Rossa. Anche escludendo da questa<br />

considerazione suddetti strumenti, per l’eventualità<br />

che possano essere stati realizzati off-site, i prodotti <strong>di</strong><br />

inizializzazione e quelli semicorticali sottolineano una<br />

congruenza tra la pezzatura dei blocchi della riserva e le<br />

esigenze epigravettiane. Interpretata quin<strong>di</strong> come riserva<br />

<strong>di</strong> materia litica <strong>di</strong> qualità destinata a uno sfruttamento<br />

futuro, la struttura dell’unità T6 trova confronto con altrettante<br />

evidenze riferite alla fase recente del Paleolitico<br />

superiore in vari siti d’Europa e a Val Lastari sull’Altopiano<br />

dei Sette Comuni (Peresani 2006).

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