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62 Peresani et al. Gli insediamenti epigravettiani al Palughetto
criteri insediativi noti per l’Epigravettiano recente, la loro
localizzazione ecologica conferma l’interesse verso i punti
rilevati, nelle vicinanze di specchi d’acqua o di zone
umide da utilizzare come supporto per il completamento
di alcune attività artigianali (es. preparazione della pelle).
Nel complesso, l’intero sistema sembra inquadrarsi in una
modalità insediativa a mobilità elevata, con campi di limitata
estensione che coinvolgono un ampio registro di attività
da quelle venatorie a quelle produttive e di trasformazione,
senza evidenti sbilanciamenti tra le due. L’ipotesi
che questa modalità evolva verso un sistema ugualmente
mobile ma anche logisticamente differenziato come quello
Sauveterriano non è ancora sostenibile a causa del basso
numero di siti e delle scarse informazioni di dettaglio
a disposizione, come nel caso di Palughetto UST6, le cui
evidenze attestano una fase di frequentazione riferibile a
questo periodo.
Essa, tuttavia, si inquadra nella frequentazione mesolitica
del Cansiglio, ampiamente rappresentata da una
ventina di insediamenti individuati lungo il versante occidentale
di Piancansiglio nell’area compresa tra Casera
Lissandri e Casera Davià, tra 1060 e 1080 m di quota (Di
Anastasio et al. 1995; Peresani & Angelini 2002; Peresani
et al. 2009c). L’insieme dei ritrovamenti definisce
un’area preferenziale, le cui caratteristiche morfologiche
(superficie poco acclive; posizione rilevata rispetto al fondo
freddo e umido del piano), ambientali (fascia forestata
con zone umide o di ristagno temporaneo) e pedologiche
(substrati stabilizzati da suoli forestali), tracciano le
condizioni ottimali per l’alloggiamento di accampamenti
temporanei che, a tutt’oggi, risultano di difficile inquadramento
nel modello noto in letteratura che riconduce
la forte differenziazione altimetrico/ambientale dei campi
stagionali tra fondovalle e alta montagna ad un unico
sistema strategico, finalizzato a gestire e ottimizzare le
risorse territoriali.
RINGRAZIAMENTI E NOTE
num %
Produzione laminare 36 17,0
Schegge 44 21,0
Débris/frammento non determinabile 110 52,0
Nuclei 5 2,4
Altro 16 7,6
Totale 211 100,0
Tab. 12 - Palughetto US T6. Sintesi delle fasi di produzione
dell’insieme litico.
Tab. 12 - Palughetto context T6. Computation of the main classes
of flaking products.
Gli autori ringraziano il Ministero dei Beni Culturali
e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto
per le concessioni di scavo, Veneto Agricoltura (Dott.
D.Zampieri, Dott.sse A.Vieceli e P.Berto), la Fondazione
Fig. 37 - Palughetto US T6: la riserva di selci con i sei blocchi che
recano evidenze di test di scheggiatura, rimozione delle superfici
corticali, frantumazione, abrasione non naturale di spigoli di fratture
concoidi.
Fig. 37 - Palughetto context T6: the flint cache with six tested
and pre-worked blocks of imported flint showing lightly abraded
edges of conchoidal scars due to carring from long-distance.
Angelini, il Comune di Farra d’Alpago, la Comunità Montana
dell’Alpago, la Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane,
la Banca delle Prealpi, l’Assessorato alla Cultura
della Provincia di Belluno, il C.A.I. Gruppo Terre Alte, il
Centro Culturale di Tambre D’Alpago per avere sostenuto
l’avviamento delle ricerche archeologiche al Palughetto,
il Prof. Mauro Cremaschi per le indicazioni fornite sulla
scoperta del sito. Il supporto logistico per l’allestimento
del cantiere di scavo è stato fornito dal Gruppo Archeologico
di Cordignano e dall’Azienda Regionale delle
Foreste del Veneto, Uff. di Piancansiglio. Per l’alloggio
dei collaboratori sono state utilizzate le strutture messe a
disposizione dall’Azienda Regionale delle Foreste. Le ricerche
attorno al Palughetto hanno visto impegnati Roberto
Avigliano (Università di Udine) per la geomorfologia,
Antonio Salvador (Studio Salvador) per i rilievi topografici,
Marco Peresani per i rilevamenti di campagna, Giulio
di Anastasio per le analisi micromorfologiche, Marco
Peresani, Elisa Di Taranto, Rossella Duches (tecnologia
nuclei), Ilaria Masin (tipologia) e Riccardo Miolo (microbulini)
per lo studio dell’industria litica, Gianni Testori e
Emanuele Fuin per il supporto logistico, Simona Muratori
e Daniela Ghesini (Collaboratrici del Dipartimento di
Biologia ed Evoluzione) per l’elaborazione grafica della
documentazione archeologica.
Agli scavi hanno preso parte il tecnico del Di-