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1. Cratilo - Dipartimento di Filosofia

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<strong>di</strong>fformità dall'originale oltre a quelle costitutive della sua natura <strong>di</strong> immagine.<br />

Nel caso <strong>di</strong> una pittura <strong>Cratilo</strong> potrebbe concedere che la “Gioconda” non è<br />

qualitativamente identica a Monna Lisa, ma insistere che essa non sarebbe il<br />

ritratto <strong>di</strong> Monna Lisa se avesse un naso <strong>di</strong> forma <strong>di</strong>versa da quello <strong>di</strong> Monna<br />

Lisa.<br />

Due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care le cose (433 d - 434 a)<br />

La tesi naturalista e quella convenzionalista vengono contrapposte ancora<br />

una volta, con un'importante novità. Socrate assume – e <strong>Cratilo</strong> concede – che<br />

il nome sia un «in<strong>di</strong>catore della cosa» (dhvlwma tou' pravgmato") e si concentra<br />

sui nomi “primari”. Se questi sono in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> qualcosa, ciò può avvenire in<br />

due mo<strong>di</strong>: o essendo simili a ciò che devono in<strong>di</strong>care, o – come vuole<br />

Ermogene – essendo convenzioni e in<strong>di</strong>cando le cose ai contraenti della<br />

convenzione.<br />

Qui dhlou'n ta; pravgmata deve essere qualcosa <strong>di</strong> neutrale fra la tesi<br />

naturalista e quella conventionalista, che si oppongono piuttosto riguardo al<br />

modo (trovpo") <strong>di</strong> adempiere questa funzione. La traduzione migliore <strong>di</strong> dhlovw<br />

in questo caso sembra essere «in<strong>di</strong>care»45, che introduce una relazione generica,<br />

le cui con<strong>di</strong>zioni restano da specificare. Questa definizione della funzione del<br />

nome come quella <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care la cosa, sebbene assai familiare per noi, è una<br />

novità nel <strong>di</strong>alogo. Prima la funzione era stata definita come quella <strong>di</strong> insegnare<br />

e <strong>di</strong>scriminare l' oujsiva, e il criterio della correttezza come quello <strong>di</strong> mostrare l'<br />

oujsiva o «come ogni cosa è» (422 d). Questo mutamento <strong>di</strong> prospettiva,<br />

introdotto senza alcuna enfasi, ha un ruolo decisivo, poiché sarà presupposto<br />

dalla confutazione <strong>di</strong> <strong>Cratilo</strong>.<br />

45 Fowler (Plato: Cratylus, Parmenides etc., Cambridge MA - London 1926): «to<br />

represent», ma «to in<strong>di</strong>cate» in 435 a-b. Schofield (The Dénouement cit., p. 71): «to <strong>di</strong>sclose».<br />

Reeve (Plato: Cratylus cit.): «to express».<br />

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