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1. Cratilo - Dipartimento di Filosofia

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in virtù della somiglianza: la sua affermazione può descrivere un mero fatto<br />

contingente49.<br />

Nonostante il ruolo della somiglianza, Socrate teme che la sua «forza<br />

attrattiva» (oJlkhv), cioè la sua influenza sull'in<strong>di</strong>cazione dei nomi, sia «poca<br />

cosa» (glivscra). Quest'ultimo aggettivo, piuttosto forte, è un'esplicita citazione<br />

da Ermogene (414 c), le cui ragioni vengono così riconosciute in<strong>di</strong>rettamente.<br />

Socrate dunque teme che la correttezza dei nomi richieda anche la<br />

«grossolana» convenzione (grossolana perché arbitraria, a <strong>di</strong>fferenza della<br />

natura; l'autore dell'affermazione che Dio, e non l'uomo, è misura <strong>di</strong> tutte le<br />

cose è restio a <strong>di</strong>fendere la convenzione contro la natura). Per la terza volta<br />

Socrate indebolisce il richiamo alla convenzione, <strong>di</strong>cendo che dobbiamo far<br />

ricorso anche ad essa. Alla lettera questo significa che nella correttezza dei<br />

nomi è coinvolto anche qualcos'altro, come già suggerivano le precedenti<br />

espressioni; è ora il momento <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> che si tratti.<br />

Un'ipotesi semplice è che ci possano essere nomi corretti per natura, che<br />

in<strong>di</strong>cano le cose in virtù della somiglianza, oltre che nomi corretti per<br />

convenzione. Convenzione e natura/somiglianza sarebbero entrambe con<strong>di</strong>zioni<br />

non necessarie ma sufficienti per avere un nome. L'idea <strong>di</strong> un doppio criterio <strong>di</strong><br />

correttezza, però, pare <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bile, né Socrate pare veramente<br />

voler concedere tanto alla somiglianza. Se respingiamo quest'ipotesi abbiamo<br />

varie strade aperte per spiegare le espressioni limitanti <strong>di</strong> Socrate. Forse esse<br />

non hanno significato filosofico, ma sono dovute a fattori <strong>di</strong>versi come la<br />

49 Semmai potremmo vedere un conflitto col fatto che molti nomi presuppongano la<br />

falsa teoria del flusso universale e quin<strong>di</strong> non possano essere simili alle cose. Questo conflitto<br />

non è però fatale, per due ragioni. (1) Questa limitazione può essere coperta dalla clausola<br />

kata; to; dunatovn. (2) A rigore, i nomi “eraclitei” sono fondamentalmente estranei al problema<br />

della somiglianza, poiché sono nomi “secondari”, mentre propriamente la nozione <strong>di</strong> una<br />

somiglianza fra nomi e cose è stata introdotta a proposito dei nomi primari (423 a, 424 d ecc.),<br />

come sklhrovth", da cui è partito l'argomento presente.<br />

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