1. Cratilo - Dipartimento di Filosofia
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menzione è ancor più interessante se ricor<strong>di</strong>amo la duvnami" dei nomi emersa in<br />
392-94). A questo proposito è importante che dhlovw e <strong>di</strong>anoou'mai appaiano<br />
avere lo stesso oggetto: ciò che viene in<strong>di</strong>cato è identico a ciò che viene pensato<br />
dal parlante nel proferire il nome. Che cos'è questo oggetto comune<br />
dell'in<strong>di</strong>cazione e al pensiero? Verosimilmente un pra'gma (433 d), cioè una<br />
cosa extra-mentale: i nomi in<strong>di</strong>cano le cose e il pensiero è in qualche modo<br />
coinvolto. Tuttavia Platone non sta teorizzando il “triangolo semantico” (nomi-<br />
concetti-cose), e tanto meno la particolare concezione del triangolo – spesso<br />
attribuita ad Aristotele, De interpretatione 1 – secondo cui i nomi significano le<br />
cose tramite i concetti. Il testo non contiene niente <strong>di</strong> così determinato.<br />
In 435 b 5-6 l'argomento giunge alla prima conclusione generale:<br />
convenzione e abitu<strong>di</strong>ne contribuiscono qualcosa all'in<strong>di</strong>cazione delle cose.<br />
L'inferenza può essere letta come una generalizzazione esistenziale: se<br />
sklhrovth" in<strong>di</strong>ca la cosa per convenzione, allora esiste almeno un nome che<br />
in<strong>di</strong>ca per convenzione, quin<strong>di</strong> l'in<strong>di</strong>cazione convenzionale esiste. A questo<br />
punto Socrate potrebbe fare un passo in più e trarre una conclusione più forte:<br />
poiché tutti i nomi devono in<strong>di</strong>care le cose allo stesso modo, tutti in<strong>di</strong>cano per<br />
convenzione, e l'in<strong>di</strong>cazione convenzionale è l'unica esistente. Socrate però non<br />
compie questo passo, ma si ferma all'espressione limitante «contribuiscono<br />
qualcosa», su cui più oltre insisterà.<br />
In 435 b 6 - c 2 Socrate porta un altro argomento. «Se vuoi venire a<br />
considerare il numero, donde cre<strong>di</strong> che potrai attribuire nomi simili a ciascun<br />
singolo numero, se non lasci che il tuo accordo e la convenzione abbiano un<br />
qualche potere [eja;n mh; eja'/" ti th;n sh;n oJmologivan kai; sunqhvkhn ku'ro"<br />
e[cein] riguardo alla correttezza dei nomi?».<br />
<strong>Cratilo</strong>, se nega potere alla convenzione, deve sostenere che ogni cosa ha o<br />
può avere un nome simile ad essa. Ma i numeri non possono avere nomi simili,<br />
poiché non ci può essere un'immagine sensibile <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> così astratto<br />
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