3. Teoria della Trasfusione del Sangue.

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e Voi t (1) ammette che lo zucchero non sia bruciato nel
diabetico per un'insufficienza di ossigeno, dipendente da
un difetto di attività dei globuli, e però essa spiega solo
come il diabetico non abbrucia il suo zucchero, ma non
come egli produca più zucchero: quella di Mia Ih e, dell'acidità
del sangue, è inesatta perchè il sangue dei diabetici
è alcalino. Quanto alle alterazioni, Ambrosiani
Drummond, Bernard hanno dimostrato nel diabete
una vera glicemia, cioè un aumento della quantità di glicosi
contenuta nel sangue, e oltre a ciò il sangue dei diabetici
mostra un aumento nei grassi (Simon, Mùller).
Ma tutti i tessuti sono impregnati di glicogene (Grohe,
Kuhn e), in modo da doversi ammettere che non vi fu
tutto portato dal sangue, e dippiù vi sono lesioni profonde
e svariatissime del fegato, reni, pancreas, sistema nervoso,
da distruggere affatto ogni teoria ematologica per la patogenesi
della malattia. La quale è quasi sempre fatale, se
pure esistono casi di guarigione. La trasfusione non ha qui
dunque alcuna indicazione: è insufficiente ad aumentare
l'ossigenazione del sangue, perchè i globuli trasfusi presto
scompaiono, e ad ogni modo il più di ossigeno viene adoperato
a ridurre ed ossidare l'emoglobina dei globuli disciolti,
piuttosto che lo zucchero del diabetico: è inutile se
il diabete ha la sua patogenesi nelle lesioni epatiche (Bernard),
o consiste in una affezione del ricambio materiale:
è finalmente inutile anche come indicazione sintomatica,
perchè non vale né a far cessare l'aumentato senso della
fame, né ad opporsi al progressivo dimagramento.
(1) PETTENKOFER e VOIT, Ueber das Wesen der Zuckerharnruhr
(Akad. der Wissenschaf., Munchen, 1865).