Scarica il numero di Agosto 2009 - Asso Intrattenimento
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HH • 22<br />
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Cosa cambiava da <strong>di</strong>scoteca a <strong>di</strong>scoteca?<br />
“Ovviamente la musica. Gianni Schiuma al Why Not, uno dei locali più importanti del centro Italia dal punto <strong>di</strong> vista<br />
musicale, proponeva un tappeto sonoro unico e irripetib<strong>il</strong>e, altrove la stessa magia non c’era. Ho sempre avuto<br />
grande rispetto per la figura dei dj. Quando uscì quel mitico pezzo dei Faithless, God is a dj, pensai subito che <strong>il</strong><br />
gruppo aveva colto nel segno. Chi seleziona musica in un locale ha un ruolo priv<strong>il</strong>egiato e importantissimo”.<br />
Che rapporti hai con i dj?<br />
“Da quando la mia passione per la musica è <strong>di</strong>ventata una passione remunerata, ho iniziato a conoscere personalmente<br />
tanti alchimisti del suono: Ralf, Nicola Guiducci del Plastic, Clau<strong>di</strong>o Coccoluto. Quando entri in contatto con persone<br />
<strong>di</strong> questo tipo ti accorgi che l’età non conta. Ossia gente così a 50 anni suonati fa ballare ragazzini <strong>di</strong> 18, 20 anni<br />
solo grazie a una cultura musicale sterminata, che mette quasi paura. I musicisti, spesso, sottovalutano <strong>il</strong> potere<br />
dell’ascolto musicale, che crea cultura molto più della tecnica strumentale. E’ <strong>il</strong> passato della musica che ti fa davvero<br />
conoscere <strong>il</strong> presente e ti emoziona. Ricordo perfettamente la prima volta che ho incontrato Lorenzo (Jovanotti, ndr),<br />
abbiamo parlato per tre ore <strong>di</strong> musicisti come Bootsy Collins. Molti non lo ricordano o non lo sanno neppure, ma<br />
anche lui ha fatto per anni <strong>il</strong> dj prima <strong>di</strong> avere successo come rapper”.<br />
Senz’altro lo strumento che suoni, <strong>il</strong> basso, è un strumento ritmico, essenziale nella musica che fa<br />
ballare… e <strong>il</strong> bassista come <strong>il</strong> dj non deve essere un virtuoso, bensì un artista che sa interagire col<br />
suo pubblico…<br />
“E’ stato <strong>il</strong> comune amore per <strong>il</strong> ritmo che mi ha avvicinato a Lorenzo… ed è stato <strong>il</strong> basso elettrico che mi ha scelto,<br />
non l’ho scelto io… Io da ragazzino suonavo <strong>il</strong> violino. C’era un gruppo rock in cui mi avrebbe piaciuto tanto suonare<br />
col violino, avevo già in testa <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> riferimento come Mauro Pagani e Jean Luc Ponty, c’era <strong>il</strong> flautista dei<br />
Jethro Tull, insomma la classica già si mescolava col pop rock. Per farla breve, capitò che <strong>il</strong> loro bassista partì per <strong>il</strong><br />
servizio m<strong>il</strong>itare... e visto che in una settimana riuscii ad imparare tutte le canzoni col basso, iniziai a suonare con<br />
loro. Col tempo ho scoperto che <strong>il</strong> bassista è una figura <strong>di</strong> collante tra melo<strong>di</strong>a e tessuto ritmico, quella della batteria.<br />
Insomma col basso si può volare, ma stando sempre ben attaccati al terreno. E’ per questo che i bassisti sono sempre<br />
quelli che nei gruppi durano <strong>di</strong> più!”<br />
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