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Boll. febbraio 2010.indd - Parrocchia di Salò

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Come moltissimi, ho letto il libro<br />

“Gomorra” (Mondadori<br />

2006) <strong>di</strong> Roberto Saviano e ho<br />

seguito con trepidazione la vicenda<br />

personale del giovane scrittore (nato<br />

a Napoli nel 1979). Opera <strong>di</strong> esor<strong>di</strong>o, è<br />

stata tradotta in più <strong>di</strong> quaranta Paesi<br />

ed è approdata al cinema. Fotografia<br />

drammatica delle nostre contrade, ha<br />

coinvolto i Premi Nobel provocandoli<br />

a intervenire con appelli in <strong>di</strong>fesa del<br />

giovane scrittore, la cui incolumità è<br />

stata da subito considerata a rischio, e<br />

invitandolo all’Accademia <strong>di</strong> Stoccolma,<br />

l’ultimo luogo sacro della letteratura.<br />

Da quel libro sono derivati<br />

spettacoli teatrali, interventi televisivi<br />

<strong>di</strong> richiamo.<br />

Recentemente con la sicurezza <strong>di</strong><br />

attore navigato e la sensibilità <strong>di</strong><br />

scrittore, Saviano ha inaugurato<br />

in TV un monologo tratto da un<br />

libro “Dalla bellezza all’Inferno”<br />

titolo della sua recente opera<br />

(Mondadori 2009), de<strong>di</strong>cata ai lettori<br />

che ne hanno decretato il successo<br />

mon<strong>di</strong>ale ma che contemporaneamente<br />

lo hanno “costretto”<br />

a una esistenza blindata: “scrivere<br />

mi ha dato la possibilità <strong>di</strong> esistere, <strong>di</strong><br />

non perdermi, non darmi per vinto,<br />

non <strong>di</strong>sperare”.<br />

Drammaticamente coinvolgente<br />

nell’ultimo libro la storia della<br />

giornalista russa Anna Politkovskaya<br />

bruciata dalla passione civile<br />

che l’aveva sospinta a denunciare<br />

la trage<strong>di</strong>a dei bambini <strong>di</strong> Beslan simbolicamente<br />

parenti <strong>di</strong> tutti i bambini<br />

del mondo che soffrono ingiustizie.<br />

Attuali le pagine de<strong>di</strong>cate a Miriam<br />

Makeba <strong>di</strong>venuta simbolicamente la<br />

ban<strong>di</strong>era della rabbia e della fratellanza<br />

per gli africani che “per molti anni<br />

hanno avuto la sua voce al posto della libertà<br />

e la cui potenza musicale ha finito<br />

per procurarle una citta<strong>di</strong>nanza universale<br />

per aver convinto il mondo che il dramma<br />

dei suoi amici è un inferno che riguarda<br />

tutti”. A 76 anni non aveva esitato<br />

a donare la sua voce ai suoi africani<br />

uccisi a Castelvolturno, chiamata in<br />

causa dalla convinzione che le trage<strong>di</strong>e<br />

non si supereranno mai con l’isolamento,<br />

la noncuranza, l’ignoranza.<br />

Nel recente spettacolo televisivo le<br />

parole infuocate <strong>di</strong> Saviano scrittoreattore<br />

sono state pronunciate “con una<br />

pacatezza drammatica propria della poesia<br />

Invito alla lettura a cura <strong>di</strong> Nerina Lugli<br />

Il dolore e il grido<br />

(insolita nella cronaca!) che ha permesso<br />

agli spettatori <strong>di</strong> partecipare al dramma<br />

dei bambini e dei negri interiorizzando<br />

i valori del racconto e facendo dell’emozione<br />

un arricchimento” (M. Poggialini<br />

– Avvenire).<br />

La sventura <strong>di</strong> questi nostri giorni si<br />

è così moltiplicata partendo dalle nostre<br />

lande toccando drammaticamente<br />

terre lontane e anche il cuore più<br />

sordo avverte il grido delle vittime<br />

innocenti. Pare che l’umana <strong>di</strong>gnità<br />

sia stata sconfitta e affiorano le eterne<br />

domande, sull’uomo e sul suo esistere,<br />

che hanno connotato da sempre la<br />

Giotto “Fuga in Egitto” Padova, Cappella degli Scrovegni<br />

grande poesia. Solo un cenno ai nostri<br />

gran<strong>di</strong> poeti: il Foscolo proteso a me<strong>di</strong>tare<br />

sui “Sepolcri” nella consapevolezza<br />

propria <strong>di</strong> Giobbe (I miei giorni<br />

scorrono veloci, svaniscono senza un<br />

filo <strong>di</strong> speranza 7,6) la tomba è l’ultimo<br />

asilo su cui si piega la donna innamorata,<br />

nasce la commozione religiosa<br />

del passeggero solitario, sorge<br />

nell’animo sensibile l’ispirazione a<br />

“Egregie Cose”. Il Leopar<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte<br />

al Vesuvio sterminatore con accorata<br />

pietà esprime la coscienza dell’umiltà<br />

della con<strong>di</strong>zione umana, la necessaria<br />

accettazione del dolore e canta insieme<br />

“Amore e Morte”. Per il Manzoni,<br />

il dolore contemplato con atteggiamento<br />

fortemente religioso “purifica<br />

la vita sulla terra che non è soltanto<br />

un’o<strong>di</strong>ssea cristiana perché viene colorata<br />

dal bene” (A Momigliano).<br />

Il “riposo dell’anima” travagliato <strong>di</strong><br />

questi nostri giorni si incontra nelle<br />

parole <strong>di</strong> Matteo (11, 28-29) “Venite a<br />

me, voi tutti affaticati ed oppressi e Io vi<br />

darò riposo…”. Questo è il messaggio<br />

evangelico forte <strong>di</strong> un libro <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria<br />

attualità (pubblicato recentemente)<br />

del priore <strong>di</strong> Bose – Enzo<br />

Bianchi: “Ero straniero e mi avete<br />

ospitato” (Rizzoli-Bur). Vi si racconta<br />

un cammino lungo e durissimo che<br />

parte da Abramo chiamato ad abbandonare<br />

la propria terra ma sempre testimone<br />

<strong>di</strong> accogliente umanità; si fa<br />

notare come più volte nei testi sacri<br />

risuona l’esortazione <strong>di</strong>vina ad amare<br />

e rispettare le minoranze anche se<br />

è un’operazione umanamente<br />

molto impegnativa.<br />

Vi si sottolinea come nella narrazione<br />

evangelica Gesù è percepito<br />

e raccontato come uno straniero<br />

e non esita ad infrangere le<br />

barriere etniche del suo tempo:<br />

chiede da bere ad una donna Samaritana<br />

stupita (Gv 4, 1-42); si<br />

accosta <strong>di</strong>screto ai <strong>di</strong>scepoli in<br />

viaggio verso Emmaus (Lc 24,<br />

13) ai quali solo più tar<strong>di</strong> rivelerà<br />

la sua identità…<br />

Nel libro si evidenzia attraverso<br />

numerosi riferimenti biblici<br />

come nel Nuovo Testamento le<br />

<strong>di</strong>versità non vengono ignorate,<br />

ma superate grazie alla misericor<strong>di</strong>a.<br />

E sarà lo stesso apostolo<br />

Pietro a definire categoricamente<br />

i Cristiani stranieri e pellegrini, e<br />

la loro comunità destinata a rimanere<br />

“forestiera nella città del mondo”.<br />

Tante sono le risposte autentiche complesse,<br />

confortanti che l’autore ricerca<br />

ed evidenzia nelle Scritture, motivato<br />

sicuramente dalle drammatiche vicende<br />

delle cronache <strong>di</strong> questi nostri<br />

inquieti tempi.<br />

Il libro è de<strong>di</strong>cato: “Agli uomini, alle<br />

donne e ai bambini che andando verso il<br />

pane e sognando la nostra accoglienza<br />

sono morti da stranieri nelle acque del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, mare che avrei voluto che<br />

potessero amare e sentire Nostro”.<br />

A questo commosso ricordo fanno<br />

eco le parole del Papa “Neanche per un<br />

giorno manchi <strong>di</strong> risuonare in ciascuna<br />

lingua la parola dell’assoluto rispetto della<br />

<strong>di</strong>gnità della persona e della vita umana,<br />

perché l’orrore che acceca il mondo e<br />

ferma la storia incomincia dalla selezione<br />

degli umani” pronunciate in tedesco,<br />

nel Giorno della Memoria.<br />

Anno LIX - n. 2 <strong>febbraio</strong> 2010 22<br />

Anno LIX - n. 2 <strong>febbraio</strong> 2010

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