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associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d'italia - anaoai

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e tutti i nomi dei volontari e destinare una somma di denaro alle famiglie che<br />

si erano private di un sostegno di lavoro.<br />

Il 19 marzo 1861, su la Gazzetta di Bergamo, apparivano queste parole: “Ieri a<br />

mezzogiorno il cannone, tuonando dalle mura di S. Giacomo, avvisava i cittadini<br />

bergamaschi, che l’amatissimo monarca Vittorio Emanuele venne proclamato<br />

Re d’Italia… l’Italia novella eroina, si asside al banchetto delle Nazioni. Ella ha<br />

rotto i suoi ceppi e vestita di regio paludamento si mostra ai popoli d’Europa e<br />

dice: riconoscete la mia indipendenza, io vi darò in contraccambio l’ordine e la<br />

pace, vi comunicherò il patrimonio delle mie scienze, delle mie lettere,delle mie<br />

arti. No, non si riderà più al nome d’Italia, ma si tacerà riverenti o si tremerà…”.<br />

La partecipazione di Bergamo al Risorgimento è stata soprattutto la storia di<br />

alcune migliaia di giovani appartenenti a quel popolo di operai, artigiani, studenti,<br />

insegnanti, professionisti, che spinti dall’amore per la libertà e l’unità<br />

della patria italiana, non hanno esitato a rischiare la propria vita, spesso ancora<br />

acerba, per il grande ideale che li animava. L’età romantica è stata un’epoca<br />

di forti passioni, difficile, a volte, da capire nel nostro tempo così segnato dalla<br />

sola dimensione dell’“homo oeconomicus”. Ma così è stato e fino a un certo punto<br />

reggono le analisi fondate prevalentemente sull’interesse all’allargamento dei<br />

mercati che avrebbe mosso la borghesia, in specie lombarda, al compimento del<br />

disegno unitario.I figli del popolo bergamasco accorsero generosamente al richiamo<br />

di Garibaldi con il quale stabilirono un rapporto speciale fin da primo incontro<br />

nel luglio del 1848. La figura dell’Eroe dei Due Mondi corrispondeva all’ideale<br />

di una gioventù, nata tra gli anni venti e quaranta dell’Ottocento, fortemente<br />

segnata dagli ideali mazziniani, repubblicani e unitari, che avevano avuto il loro<br />

massimo sviluppo nelle vicende del ’48-49. I patrioti bergamaschi si erano identificati<br />

in Garibaldi anche perché nel loro Generale ritrovavano appieno le virtù<br />

della gente in cui si riconoscevano. L’audacia, il preferire l’azione alla parola,<br />

l’assenza di ogni sotterfugio politico, l’essere popolo. Questo legame non sarebbe<br />

mai più cessato, al punto che ancora oggi i discendenti di quei volontari, a<br />

distanza di tanti anni trascorsi, si fanno giusto vanto dell’appartenenza a una<br />

stirpe che suscita sempre la nostra gratitudine e il nostro rispetto.<br />

convegni<br />

Claudio Salvioni<br />

Presidente Associazione<br />

Amici del Museo Storico di<br />

Bergamo<br />

Bergamo e Garibaldi<br />

(Abstract)<br />

Bergamo.<br />

La Sala dei Giuristi<br />

ed i due Labari.<br />

PAGINA 35<br />

MAGLIAZZURRA 3/4-2011

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