Diario - Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea

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SCIC
SCIC
MENSILE A CURA DELLE SUORE DI
CARITÀ DELL’IMMACOLATA
CONCEZIONE D’IVREA
Anno XLI n. 2
Febbraio 2011
Direttrice responsabile
Adriana Rossi
Coordinatore
Luigi Russo
Redazione:
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Sr. Vita R. Leone
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Sr. Gemma Mancini
Sr. Luigia Manni
Sr. Anna Eletta Russo
Sr. M. Gaetana Triggiani
Sr. Assunta Veneri
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Sommario Sommario
Editoriale 3
Luce nel mondo
La parola della madre 6
Cronistoria di un evento
Madre Palma Porro
Magistero della Chiesa 9
Alla dimostrazione preferire l'invocazione
Luigi Russo
Approfondimento 11
I nuovi linguaggi della famiglia
Luigi Russo
Contributi 17
Diario 1 19
Diario 2 23
News 27
Recensioni 30
Consorelle e Parenti Defunti 31
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Luce nel mondo
Una intervista durata
in tutto sei
ore, quella del
giornalista tedesco Peter
Seewald a papa Benedetto
XVI da cui è stato tratto il
libro Luce del mondo. Al
giornalista è apparso un
uomo, il papa, «che percepisce
non solo la precisione
del suo pensare e la
speranza che zampilla dalla
fede; ma diviene visibile
in modo particolare quel
brillare la luce del mondo,
lo sguardo di Cristo, che
desidera incontrare ogni
uomo e che non esclude
nessuno». Traspare un
papa umile, semplice, che
vive una prfonda unione
con Dio.
Il libro si divide in 3
capitoli: I segni dei tem-
pi, in cui si affrontano
le principali tematiche
di attualità; Il Pontificato,
sulla missione e l’azione
di Benedetto XVI sino ad
oggi, e Verso dove andiamo?
sulle domande più profonde
della vita.
Con estrema forza e
coraggio il papa risponde
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alle domande che il giornalista
gli pone sul vasto
scandalo degli abusi sessuali
compiuti dai sacerdoti:
egli confessa che ne
è stato sconvolto, ed evidenzia
come nella Chiesa
bisogna riscoprire il giusto
equilibrio tra amore e
diritto e «imparare nuovamente
che l’amore per il
peccatore e l’amore per la
vittima stanno nel giusto
equilibrio per il fatto che
io punisco il peccatore
nella forma possibile e
appropriata».
Per Benedetto XVI
«l’amore non è soltanto
gentilezza e cortesia, ma
è amore nella verità». Su
questo punto è un papa
che non fa sconti, un maestro
severo, sicuro di sé,
Editoriale
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SCIC
Il giornalista tedesco Peter Seewald
e il papa Benedetto XVI
che vuole evitare ogni
possibilità che i sacerdoti
colpevoli entrino ancora
in contatto con dei bambini.
«Quello che conta è in
primo luogo che ci si prenda
cura delle vittime»,
segnando in questo una
prospettiva totalmente
rovesciata rispetto al sentire
comune, che tendeva
a assopire i toni, evitare
lo scandalo, lasciare che
tutto si risolva col tempo
e con il silenzio.
Il lavoro ecumenico è
stato uno degli impegni di
Benedetto XVI, sin dagli
esordi, per «la ricostruzione
della piena e visibile
unità di tutti i seguaci di
Cristo».
Le maggiori speranze,
egli confida al giornalista,
si hanno nei confronti
dell’Ortodossia dove si
stanno compiendo dei
notevoli progressi per «un
avvicinamento che scaturisce
dall’essere profondamente
rivolti gli uni verso
gli altri». E nonostante le
distanze dottrinali e culturali
«è importante che
ci vogliamo veramente
bene, che siamo in un’
unità profonda, che ci
veniamo incontro e che
collaboriamo quanto più
possiamo, cercando di
lavorare insieme sulle
questioni ancora aperte».
Più variegata e complessa
la distanza con la galassia
del mondo protestante.
«Non potremo realizzare
- dice Benedetto XVI - la
piena unità in un prossimo
futuro, ma facciamo
tutto il possibile per compiere
una missione comune
in questo mondo, per
dare una testimonianza
comune». Stessa apertura
troviamo nei confronti
dell’Islam che pone situazioni
e modi diversi
di interpretare la propria
religione. Ed anche l’incidente
di Ratisbona ha
avuto effetti positivi come
l’esaminare il rapporto
dell’Islam con la violenza
e la ragione da parte di
studiosi islamici, «riflessione
che poi è divenuta
dialogo».
Nell’ultimo capitolo,
tra i vari temi, si riprende
in considerazione l’ipotesi
Dio come modello
della società, «oggi che
l’uomo crede di potere
tutto quello che prima
aveva atteso unicamente
da Dio». E la scienza è
diventata la categoria «più
alta in assoluto». In questo
contesto il cristianesimo
deve rigenerarsi e trovare
«nuove forme espressive e
di comprensione», perché
molte formule, sebbene
vere e immutabili, non
sono più comprensibili.
«Cosa, dunque, è veramente
essenziale?» si chiede
il papa.
«Ritornare al Vangelo»
per appurare «cosa gli
appartiene» e «cosa non
gli appartiene. Il punto
decisivo in fin dei conti
consiste sempre nel fare
la giusta distinzione». Ed
anche se si vive in contesti
molto secolarizzati «ci
orientiamo sempre più
verso un cristianesimo per
scelta convinta. E da questo
dipende in che misura
sarà efficace un’impronta
cristiana complessiva».
Avere la forza di plasmare
la società, è l’auspicio
di Benedetto XVI anche
se la maggioranza non è
credente.

Luz deL mundo
La Iglesia tiene un sentido
espiritual, ninguno lo
pone en duda, pero también
un sentido cultural para el
tiempo en el que vivimos. No
es una multinacional, guiada
por funcionarios más o menos
competentes, no es una empresa
orientada al provecho
y al éxito, a la eficacia de sus
obras aunque sean utilísimas
y ejemplares.
La Iglesia debe ser “luz para
nuRu YA uLImWenGu
Kanisa lina sura na tabia
ya kiroho.Huu ni ukweli
a m b a o k a m w e h a u w e z i
kupingwa au kutiliwa shaka,
hasa tukizingatia hali na
mazingira ya nyakati zetu.
Kanisa sio tu kikundi au
kampuni fulani ya kimataifa.
Kanisa halilengi tu kujipatia
faida, fanaka na tija katika
shughuli zake, ingawa haya ni
mambo muhimu katika utendaji
na utekelezaji wa shughuli
zake. Ndio maana Papa
Benedikto wa 16 ameandika:
Kanisa linapaswa kuwa “Nuru
ya Ulimwengu”. Maneno haya
ni kichwa cha habari cha
el mundo” - escribe Benedicto
XVI en su último libro-entrevista
con Peter Seewald publicado
por la LEV - porque es
ante todo una comunidad de
personas que vive la fe y tiene
la función de anunciar esta fe
de manera ejemplar y también
la misión extraordinaria de vivir
en relación con Cristo y con
Dios mismo.
En definitiva su tarea esencial
es volver a poner en el centro
kitabu chake kilichochapwa
hivi karibuni. Kiini hasa cha
mwito huu wa kuwa nuru ya
ulimwengu kinatokana na
ukweli kwamba, Kanisa ni
kwanza kabisa jumuiya ya
watu ambao wakiongozwa na
imani yao, wanajiona kuwa
wanao wajibu wa kuitangaza
imani yao hiyo kwa maneno
na matendo. Isitoshe, jumuiya
hii inao wajibu mkubwa na
wa maana zaidi wa kuishi
katika Muungano na Kristo
na muungano na Mungu
mwenyewe. Kwa kifupi:
mwito wa msingi wa Kanisa
ni kumfanya Mungu ambaye
SCIC
del espacio, del tiempo y de
la cultura el primado de Dios
que es el Bello, el Verdadero,
el Santo, el Justo, utilizando
la vía del diálogo y de la
transparencia. Desde aquí
toda la vida social y cultural
puede encontrar la luz y el
sentido.
Como así también las relaciones
intraeclesiales y los
comportamientos (aún los
privados) de cada uno de
los fieles, religiosos y pastores,
que están llamados a
transformarse en imagen de
Cristo Siervo.
ni Uzuri wote, Ukweli wote,
na ambaye ni Mtakatifu na
Mwenye haki awe kiini na
kikomo cha mambo yote.
Jambo hili litakuwa chanzo
cha mwanga kwa maisha
mazima ya mwanadamu
katika nyanja za kijamii na
kiutamaduni. Linapaswa
kugusa pia mahusiano baina
ya waumini ndani ya Kanisa
na hata namna ya kutenda
ya waumini na wanakanisa
wote: walei, watawa na hata
wachungaji wenyewe, ambao
wote kwa pamoja wameitwa
kuiga na kuwa mfano wa
Kristo Mtumishi.
Editoriale
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SCIC
Cronistoria
di un
evento
Il giorno 14 gennaio 2011 il Santo Padre benedetto
XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto per
la beatificazione della nostra venerata Fondatrice
Madre Antonia Maria Verna.
Questo giorno è stato atteso per 100 anni da tantissime
sorelle che hanno continuato a sperare e pregare
con la pazienza dell’agricoltore evangelico.
Il 10 agosto 1911, esattamente un secolo fa, le
suore capitolari riunite intorno alla Madre Generale
Maria Felicina Perino e alla sua Vicaria Madre Zaccaria
Bonomelli, avevano deciso, con voto unanime,
di dare inizio alla causa di beatificazione di Madre
Antonia avviando le ricerche storiche e la stesura di
una prima biografia. Era il primo passo, che ha portato
a pubblicare i “Brevi cenni”.
In occasione del centenario della morte di Madre
Antonia il francescano Adamo Pierotti, storico acuto ed
attento, scrisse una biografia documentata, completa
e attendibile, che tutte conosciamo.
Iniziava così il Processo Diocesano tenutosi ad
Ivrea dal 06.04.1937 al 20.03.1939
L’esito positivo del Processo ha aperto la porta
alla fase romana. Trattandosi di una causa antica, nel
1963, fu istituita una commissione storica con il compito
di ricercare tutti i documenti. Il decreto di validità
di Madre Palma Porro
del lavoro svolto da tale commissione fu emanato il
10 luglio 1992 mentre la Positio, che raccoglie tutta la
documentazione in tre grandi volumi, fu stampata nel
1999 e fu passata al vaglio degli storici nel processo
del 23 maggio 2000.
L’intera Congregazione si è sentita unita nella
preghiera e nell’offerta, certa di vedere Madre Antonia
beata, ma per otto anni tutto è sembrato tornare nel
silenzio.
Nel 2008 era stato indetto l’anno di Madre Antonia
(AMA) per ricordare tanti suoi importanti anniversari:
170 anni dalla sua morte, 180 dalla sua prima
vestizione e professione nella chiesa di San Giacomo
a Rivarolo, 190 dall’acquisto travagliato anche se
lungimirante e sapiente della casa Merlo per iniziare
il Ritiro, 210 anni dal suo voto di Verginità.
Proprio al termine di questo anno, che ha ridestato
in tanti l’amore alla Fondatrice, nella gioia del Natale e
della commemorazione della sua nascita al cielo, giungeva
la notizia che l’iter aveva una sospirata ripresa.
Il Congresso dei Teologi sulle virtù e la fama di Santità
di Madre Antonia avrebbe avuto luogo il 20 febbraio
2009. Gratitudine e gioia, hanno caratterizzato i giorni
che riaprivano alla speranza.
Passo dopo passo si è giunti al Congresso dei

Padri Cardinali e Vescovi il 17.09.2009 che ha permesso
al Papa benedetto XVI di firmare il decreto super
virtutibus il 19 dicembre 2009.
Subito dopo l’apertura dell’anno dedicato al 150°
anniversario degli eventi prodigiosi riguardanti il quadro
dell’Immacolata dei miracoli è iniziato l’iter per il riconoscimento
ufficiale del miracolo che la Chiesa chiede
per confermare la santità dei servi di Dio. L’Immacolata
ha mantenuto la sua promessa di portare in alto la sua
umile figlia per additarla come esempio alla chiesa e
alla Congregazione.
Madre Antonia ha fatto tantissime grazie, alcune
di esse hanno del prodigioso, tra tutte è stato scelto il
miracolo di Zurigo. La persona miracolata è Sr Maria
Gaetana Corbella, nativa di Costantinopoli, risiedeva
a Zurigo nel 1947 ed era superiora della comunità
nella colonia italiana.
Il 26 ottobre 1947 la suora si era ammalata di una
gravissima broncopolmonite con ascesso polmonare,
diagnosticata e curata con sollecitudine dal dottor
Guggisberg. Da ottobre a dicembre 1947 la situazione
rimase molto grave .
Le suore della comunità, fortemente preoccupate
per il costante peggioramento delle sue condizioni di
salute, il giorno di Natale cominciarono ad invocare
l’intercessione di Madre Antonia per ottenere la sua
guarigione, coinvolgendo nella preghiera anche le
ospiti del pensionato e i bambini dell’Istituto.
Il giorno 26 dicembre, il dottor Guggisberg consigliò
di somministrare l’unzione degli infermi perché
le cure mediche erano
totalmente inefficaci e la
suora era in fin di vita.
Durante la notte tra
il 26 e il 27 dicembre,
suor Gaetana improvvisamente
migliorò
e al mattino, alle ore
6 si svegliò dicendo:
«Madre Antonia mi ha
guarita». Il 27 dicembre,
verso le ore 7,00,
il dottore constatò il
normale funzionamento
dell’apparato respiratorio
e cardio-vascolare,
senza alcuna traccia
della precedente malattia
e confermò la sua
guarigione.
SCIC
Il processo diocesano celebrato presso la curia
di Coira (Chur) in Svizzera, dal 24 maggio al 01
giugno 1966, la Consulta Medica, del 4 marzo 2010,
il Congresso Peculiare dei Consultori teologi del
15 luglio 2010 e infine la Congregazione Ordinaria
dei Padri Cardinali e Vescovi del 14 dicembre 2010,
hanno espresso il voto favorevole circa il presunto
fatto prodigioso.
La firma del Papa, che autorizza la pubblicazione
del decreto sul miracolo, segna il termine di un lungo
percorso, ma ne apre un altro molto più impegnativo.
Il senso di una beatificazione sta nel mettere in luce
la vita evangelica di una persona, nel nostro caso di
Madre Antonia, perchè sia luce sul cammino di molti,
anzitutto sul nostro. Madre Antonia ci indica una via
di santità ed è in essa che dobbiamo impegnare tutte
le nostre forze, perchè la celebrazione finirà, ma la
vita di ognuna di noi potrà continuare ad essere seme
fecondo sulla scia luminosa lasciata da una donna
umile, semplice, gratuita, totalmente donata, granitica
nella fede e lungimirante nelle intuizioni, ardita nella
missione e forte nelle tribolazioni.
La beatificazione è una grazia, un dono da non
lasciar passare invano, è una carezza di Dio nella
nostra situazione precaria.
Santo è Dio e in Lui conta solo la verità dell’amore
che si rivela e si esprime in chi si apre alla luce di
Dio.
Un evento? Sì un grande evento se saremo più
luminose di santità.
La parola della Madre
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SCIC
cRonohIstoRIA de un evento
l 14 de enero del 2011 el Santo Padre
E Benedicto XVI firmó el decreto que
declara la validez del milagro y las virtudes
heroicas que revelan la grandeza de la vida
y de la misión de la Sierva de Dios Antonia
Maria Verna, Fundadora de las Hermanas
de Caridad de la Inmaculada Concepción
de Ivrea.
La Iglesia, que pide un milagro para la
beatificación de los Siervos de Dios, ha
examinado con cuidado el evento prodigioso
acontecido en Suiza en 1947 a Sor María
Gaetana Corbella que estaba gravemente
enferma de broncopulmonía con absceso
pulmonar y fue improvisamente curada por
hIstoRIA fupI YA tukIo mAALum
arehe 14 mwezi wa kwanza mwaka 2011
T Baba Mtakatifu Benedikto wa kumi na
sita amepitisha hati maalum zinazotambua
muujiza, ushujaa na fadhila mbali mbali
zilizojionesha katika maisha na utume wa
mtumishi wa Mungu Mama Antonia Maria
Verna Mwanzilishi wa Masista wa Upendo
wa Bikira Maria Mkingiwa dhambi ya asili
wa Ivrea.
Kanisa ambalo linadai muujiza moja kwa
ajili ya kumtangaza mwenye heri lilifanya
utafiti juu ya muujiza ambao umetokea
Uswiss mnamo mwaka 1947 kwa Sista
Maria Gaetana Corbella ambaye alikuwa
la intercesión de Madre Antonia en la noche
del 26 al 27 de diciembre de 1947.
A las seis de la mañana, la hermana, que
en la noche anterior estaba agonizando,
se despertó diciendo: “Madre Antonia me
ha curado” y desde aquel día no tuvo más
problemas en los pulmones y continuó su
apostolado con alegría y alabando a Dios.
El día 14 de enero de 2011, el Papa Benedicto
XVI ha reconocido la autenticidad
evangélica y la santidad de vida de Madre
Antonia.
Es una gran gracia para nosotras que
estamos en camino hacia la perfección
evangélica siguiendo sus pasos.
mgonjwa mahututi, lakini kwa maombezi
ya Mama Antonia alipona ghafla usiku wa
kuamkia tarehe 27 dicemba 1947.
Asubuhi saa 12.00 aliamka kwa kusema “
Mama Antonia ameniponya” Tangu siku ile
hajaugua tena ugonjwa ule na ameendelea
kwa furaha katika utume wake kwa kumsifu
Mungu.
Tare 14 mwezi wa kwanza mwaka 2011
Baba Mtakatifu Benedicto wa XVI alitangaza
rasmi ukweli juu ya maisha ya utakatifu
wa Mama Antonia. Ni neema kubwa kwa ajili
yetu ambao tuko mbioni kuelekea utakatifu
kwa kufuata nyayo za Mwanzilishi wetu.

Alla dimostrazione
preferire
l'invocazione
Molte volte si ha la sensazione che nella comunità
cristiana si viva in una sorta di timore
irrazionale, quello la fede venga definitivamente
erosa dalla cultura del tempo nel quale si vive,
con le sue seduzioni, con il materialismo cavalcante,
con il relativismo corrosivo. E in particolare, in questo
nostro tempo delle mille opportunità comunicative,
informative, economiche, fideistiche, delle mille idee
che sembra avere tutte lo stesso valore, si ha spesso
il timore che la stessa Chiesa rischi di diventare una
minoranza sempre meno significativa, sempre meno
ascoltata, amata. E allora, quando questi dubbi si
insinuano nella cultura e nella prassi dei credenti,
a volte scatta quel meccanismo rigido della “difesa”,
che spinge le intelligenze nella direzione del
di Luigi Russo
SCIC
desiderio di una riaffermazione della
propria identità, e quindi allo sviluppo
di approcci dimostrativi e razionali,
affermativi delle verità della fede.
Si tende, così, a porsi di fronte alla
complessità della modernità (e della
post modernità) in maniera difensiva
e/o oppositiva, considerando i valori
di cui essa è pure portatrice, come
insidia alla fede, alla Chiesa, perfino
a Dio; sviluppando - soprattutto da
parte di alcuni teologi forse un po’
provinciali - un vis polemica rispetto
alla cultura e al pensiero, che spinge
sul pedale della conflittualità dialettica,
se non perfino fisica, e accresce in
maniera esponenziale percorsi che
puntano a dimostrare la falsità delle
tesi altrui e a dimostrare la sola bontà
delle proprie testi.
Quando questo accada non solo
si perde in profezia - e si mortificano
i profeti, persone che cercano di
“dire” Dio così come è, di dire cosa
Egli si aspetta dai suoi figli (sono tutti
suoi figli!); perché se c’è paura non
c’è profezia, non c’è amore, non c’è
speranza. La via dimostrativa, inoltre,
chiude gran parte delle possibilità di
evangelizzare, perché non è pensabile,
oggi più ieri, una evangelizzazione
che non sia per “contagio d’amore”, che cioè non
punti sulla relazione, modello Emmaus.
In tutte le epoche ci sono stati movimenti che
hanno sviluppato percorsi più inclini alla teoria e
alla dimostrazione teorica della cosiddetta “verità
cristiana”, ma in tutte le epoche i santi e i profeti e i
credenti autentici, seppure con non poche fatiche,
hanno ribaltato questa tendenza, hanno immesso nel
tessuto ecclesiale il piacere e il gusto della bellezza
del Vangelo, della Buona Novella, puntando tutta la
loro energia sulla testimonianza di vita, autentica,
coerente, aperta alla novità e pronta anche a chiedere
perdono: si veda in questo senso ciò che ha
fatto Giovanni Paolo II, tutte le volte che ha preferito
dimostrarsi debole per confondere i forti, ha preferito
Magistero
9

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SCIC
chiedere perdono quando le colpe non erano neppure
le sue; ma anche Benedetto XVI, che sa unire
bene rigore e dolcezza, non è da meno.
Una prassi testimoniale argomentativa - dice
mons. Rocco D’Ambrosio nel suo libro Cercasi
Profeti - “rischia di ideologizzare la fede, di renderla
un insieme di risposte etiche, pronte e utili per ogni
evenienza. La crisi culturale morale attuale, per
quanto grave sia, non autorizza i credenti ad assumere
atteggiamenti arroganti e offensivi nei confronti
di chi professa idee diverse. Il rispondere a chiunque
Preferir la invocación antes que la demostración
En la praxis eclesial es fácil asistir a actitudes “defensivas”, de parte de los fieles, pero también de tantos
pastores, respecto a lo que se define como el sustrato esencial y no discutible de las verdades de la fe.
Se tiende así a ponerse frente a la complejidad de la modernidad (y de la postmodernidad) de una manera
defensiva y/u ofensiva, considerando los valores y desvalores de los cuales ella es portadora como insidia
contra la fe, contra la Iglesia y hasta contra Dios, desarrollando – sobre todo de parte de algunos teólogos
– una visión polémica respecto a la cultura y al pensamiento, que lleva a la conflictualidad dialéctica y
acrecienta de manera exponencial caminos que apuntan a demostrar la falsedad de las tesis de los otros
y la sola bondad de las propias tesis. En todas las épocas ha habido movimientos que han desarrollado
vías más orientadas a la teoría y a la demostración teórica de la “verdad cristiana”. Muy elocuentes las
palabras de Romano Guardini con respecto a esto: “Hay veces que se dice ‘la verdad’; entre esta verdad y
un cachetazo no hay ninguna diferencia, excepto la de golpear con la palabra”. E Italo Mancini aclara: “Dios
está más presente en la invocación que en la demostración”.
KuPendelea sala KuliKo malumBano
domandi ragione della speranza cristiana, va fatto
con dolcezza e rispetto (cf. 1 Pt 3,15). Il Vangelo
non è mai una clava che colpisce tutti indiscriminatamente,
senza alcun rispetto delle persone, della
loro crescita individuale, dei luoghi e dei tempi in cui
opera”. E Romano Guardini la pensa esattamente
così: “Qualche volta si dice ‘verità’; fra questa verità
e uno schiaffo non c’è alcuna differenza, tranne
quella di colpire con la parola”. Italo Mancini è
esplicito: “Dio è più presente nell’invocazione che
nella dimostrazione”.
M ara nyingine, katika Kanisa kuna kishawishi na mwelekeo wa kupendelea mtindo wa ‘kujihami’
yanapojadiliwa maswala nyeti yahusuyo ukweli wa Imani. Hili ni jambo linaloonekana si kwa wachungaji
tu, bali hata kati ya waumini walio wengi. Tunaishi katika ulimwengu ambao mara nyingi una mitazamo
inayopingana na mafundisho ya dini na ya imani yetu. Katika hali kama hii, mara nyingi unakuwepo mwelekeo
kwa wakristo walio wengi kuwa na mtazamo wa kimalumbano. Mtazamo kama huu huwafanya kuuona mfumo
mzima wa ulimwengu mamboleo kama adui na mpinzani mkubwa wa tunu za kiimani, Kanisa na hata Mungu
Mwenyewe. Hata baadhi ya wana-teolojia wanajenga hoja za ki-teolojia ambazo zinalinda na kutetea imani ya
Kikristo kwa upande mmoja, lakini ambazo pia kwa upande mwingine zinalenga kuanika kasoro na mapungufu
ya imani za wengine. Kwa kusema ukweli, nyakati mbali mbali katika historia ya Kanisa kumekuwepo na watu
au vikundi vilivyojaribu kuutetea ‘ukweli wa Kikristu’ kinadharia. Kwa mfano Romano Guardini aliandika hivi:
“Mara nyingi tunaongea juu ya ‘ukweli’. Lakini ‘ukweli’ huu hauna tofauti na kumpiga mtu kofi. Labda tofauti
pekee kati ya haya mawili ni kwamba, badala ya kumpiga mtu kwa kofi, tunampiga kwa neno”. Naye Italo
Mancini anafafanua: “Mungu anapatikana kwa urahisi zaidi katika sala kuliko katika malumbano”.

Si parla spesso di emergenza
educativa, un tema che suscita
grande interesse in tutti i soggetti
che hanno a che fare in qualche modo
con le giovani generazioni. Con questo
termine si intende mettere in evidenza
la problematicità dell’educare oggi, cioè
del portare bambini, ragazzi, giovani in
una dimensione di maturazione, perché
possano diventare adulti sani, che sappiano
costruire relazioni autentiche, che
sappiano impegnare le proprie energie
per costruire il loro bene personale e
il Bene Comune. Il materiale umano, i
giovani e i ragazzi di oggi, con cui sia ha
a che fare è una generazione, invece, che
viene cresciuta da una miriade di soggetti
senza unitarietà e coerenza, a computer e
precarietà. La famiglia certamente è quel-
SCIC
di Luigi Russo
la che fatica di più, perché è diventata il
perno intorno al quale si scaricano tutte
le forze negative della società, provocate
principalmente dal relativismo culturale
ed etico e dalla rivoluzione della divisione
dei ruoli degli adulti, e dall’eccesso di
esposizione emotiva sul tema del lavoro
(e non lavoro) o dell’inserimento nel
mondo del lavoro.
Il vero problema è che nella disponibilità
della famiglia (e della scuola, e
della parrocchia) oggi non c’è più un solo
modello verso il quale formare. Anzi un
modello c’è ed è quello magmatico della
cultura mediatica, incapace di interagire
con le questioni di senso, con una progettualità
che vada oltre il presente.
Non è certo, però, con una ritirata
verso le forme nostalgiche del passato,
Approfondimento
11

Approfondimento
12
SCIC
né con l’imposizione e la semplificazione
“direttiva” che si riesce a invertire questa
tendenza. Occorre darsi un piano
complesso, che si sviluppi nella collaborazione
con gli altri soggetti educativi, e
che definisca alcune priorità sulle quali
avviare percorsi educativi.
1. La libertà valore irrinunciabile. Indubbiamente
la modernità e la postmodernità,
con la relativa rivoluzione tecnica e
mediatica, hanno portato alla accentuazione
nell’immaginario e nel vissuto delle
giovani
generazioni
il valore
della libertà.
Sono state
s c o n f i t t e
tutte quelle
forme di
dipendenze
materiali o
psicologiche
che impediv
a n o a l l a
persona di
esplicare tutte le proprie potenzialità.
Quel che serve oggi, per cominciare a
educare veramente, è di rendere le persone
abili a sviluppare queste potenzialità,
ma inserendo in questi percorsi una dimensione
etica, perché si comprenda che
si può fare tutto, ma occorre realizzare
ciò che fa bene al sé e alla Comunità
2. La comunità e la cultura della responsabilità.
La famiglia è la prima comunità, è
la prima dimensione in cui si manifesta
la fraternità e si consolidano i vincoli comunitari.
La famiglia deve essere quindi
palestra di dialogo, di confronto. E il dialogo
e il confronto ci possono essere solo
se si dà credito e valore a ogni soggetto
e se si gioca a carte scoperte, evitando
quindi di utilizzare la scorciatoia della
menzogna, seppure a fin di bene. Se
nella famiglia si sperimenta la comunità
questo si riversa anche nella società, nella
comunità ecclesiale, e consolida i vincoli
di responsabilità
3. La bellezza, l’interiorità e il mistero. Siccome
non è vita solo quello che si tocca,
solo quelle cose con cui si può instaurare
un rapporto “concupiscente” (corpo,
danaro, potere, possesso), la famiglia ha
un altro compito essenziale che è quello
di trasmettere all’educando la capacità
di curare
la propria
interiorità,
con l’ascolto,
il silenzio,evitando
che questainteriorità
sia sterile
per effetto
dell’invas
i o n e d i
mille altre
opportunità
che il consumismo offre. Dall’interiorità
alla scoperta della bellezza e al valore
del mistero il passo è breve. Ecco, solo
dopo questo percorso un giovane può
pensare di avere un rapporto con Dio,
incontrare la fede. La fede non è mai
stata, e non può essere neppure oggi per
questa generazione, una serie di pratiche
religiose o precetti, ma un rapporto: con
Dio, il Bene, il Bello.
Educare oggi è un cantiere aperto,
dove il risultato non è mai scontato, ma il
percorso possibile è solo quello che passa
dalla valorizzazione della libertà e della
individualità, che sappia costruire vincoli
comunitari, e infine apra all’alterità e a
al totalmente altro che è Dio. Altrimenti
educare è un doloroso fallimento.

las nuevas PalaBras en la familia
SCIC
El desafío es grande para la familia y para todas las instituciones educativas, en la sociedad
compleja que tiende a individualizar, relativizar, hacer pedazos la base del deber y de las instituciones.
Las que pagan las consecuencias son las relaciones, y consecuentemente el sentido y
el valor de la educación. Es imposible pensar en modelos del pasado que, a través de artificios o
magias culturales, podrían ser repropuestos e impuestos; puede llevar a desviaciones ponerse en
una posición ofensiva y defensiva que podría terminar en actitudes “sectarias”, que por otro lado son
inaceptables de parte de los jóvenes. Es necesario acoger el valor agregado de la libertad y de las
miles oportunidades que se les ofrecen a las jóvenes generaciones a través de los nuevos medios de
comunicación y la cultura de nuestro tiempo. Pero la tarea esencial de los padres, de los educadores
hoy es la de trabajar, relatar, comunicar de todas las formas y en el respeto de los tiempos y de las
inteligencias de los educandos, el gran valor de la relación: con los otros, antes que nada, para que
no se resuelva el diálogo y la comunicación en el Chat o en el video o en los medios; con Dios, que
es fuente y fundamento de la interioridad que se transforma en responsabilidad, apertura al misterio,
al Bello, al Bien, del cual todos tienen nostalgia, a veces aún sin ser conscientes.
maneno maPYa ndani familia
K una changamoto kubwa inayozikabili familia na taasisi zote zinazojishughulisha na elimu. Hali
hii inatokana na ukweli kwamba katika dunia na jamii ya leo, kuna mwelekeo wa ‘kubinafsisha’,
kupuuza na hata pengine kubeza umuhimu na umaana wa taasisi. Athari za mtazamo kama huu
zinaonekana wazi katika swala zima la mahusiano na hasa katika umaana na thamani na elimu.
Haiwezekani na wala haifai kufikiria kwamba mifumo ya zamani ya kuelimisha ni bora na ya kufaa
zaidi kwa mazingira ya vijana wetu wa leo. Zaidi ya hayo, ingekuwa ni kazi bure kujijengea hali,
tabia na mtazamo wa kujihami na wenye lengo la kupingana na wa wengine, kwani kufanya hivyo
kunaweza kuzaa hali ya kuwepo kwa ‘makundi’, hali ambayo kwa ujumla haiwapendezi wengi na
hasa vijana. Ni lazima kujifunza kuuenzi na kuuheshimu uhuru wa watu wengine. Inafaa tutumie
kila nafasi tunayopata ili kuwafikia vijana na kujenga mahusiano mazuri nao. Nafasi kama hizo
zinapatikana katika njia na mfumo mzima wa mawasiliano mamboleo, ambayo ni kivutio kikubwa kwa
vijana wetu walio wengi. Lakini inafaa ikumbukwe kwamba, jukumu kubwa na la awali linalowakabili
wazazi na wadau wote wa elimu leo hii ni lile la kujaribu kutafuta kwa kila njia namna nzuri na bora
zaidi ya kuwarithisha vjana wetu tunu kuu ya kujenga mahusiano, huku wakizingatia na kuheshimu
mitazamo yao na nyakati wanamoishi: Awali ya yote kujenga mahusiano na watu wengine kwani
huu ndio msingi wa mazungumzo na maelewano yote kati ya watu. Zaidi ya yote, kujenga uhusiano
na Mungu, Ambaye ni chanzo na msingi wa maisha ya ndani/maisha ya kiroho. Mawasiliano katika
ngazi hii ni jambo la lazima kwa mwanadamu ambaye anaitwa kujifunua kwa fumbo la Mungu, Aliye
Uzuri wote, Aliye Wema wote na Ambaye watu wote wanamtamani na kumtafuta, na mara nyingine
hufanya hivyo bila hata kujua.
Approfondimento
13

Contributi
14
SCIC
La visione cattolica del mondo, talora da noi stessi
tristemente disattesa o marginalizzata, è e deve
essere ritmata, come in sintesi espresso nell’icona
dell’Immacolata Concezione, da una precisa sequenza:
creazione, peccato, redenzione, trasponetele
con particolare attenzione all’uomo, attraverso tre aggettivi
atti a descrivere tre diverse condizioni dell’uomo
stesso : formatus, deformatus, reformatus. Solo questa
visione può rendere ragione delle vicende umane
nella storia e dell’operare della Chiesa nel mondo, disattenderla
o misconoscerla comporta un irreparabile
errore di “diagnosi” e conseguentemente conduce a
delle “terapie” inutili, fuorvianti o peggio dannose. Per
concludere ritornando ad Emmaus, pur rimanendo
nella Caritas in Veritate e cercando di far emergere
le “sfumature” verniane di tale prezioso documento,
(n° 75) S.S. Benedetto XVI non esita ad ammettere
che oggi occorre affermare che la questione sociale
è diventata radicalmente questione antropologica nel
senso che essa implica non solo il modo stesso di
concepire, ma anche di modificare la vita, sempre più
posta dalle biotecnologie nelle mani dell’uomo.
Ma se gli scenari inquietanti per il futuro dell’uomo
sono frutto e conseguenza di una cultura di morte, negatrice
della vera dignità umana e derivante da un “disincanto
totale” che crede di aver svelato ogni mistero
perché si è ormai arrivati alla radice della vita manipolata
ed offesa secondo una concezione materialistica
e meccanicistica, è quanto mai urgente ed indifferibile
una profonda e vasta opera, in noi e nel prossimo, di
nuovo ed autentico “reincanto” altrettanto totale attraverso
un ritorno ad Emmaus e con tale spirito a quella
“cella” della venerata Madre Antonia Maria Verna, “che
a Lei era tempio, cattedra e chiostro” ed ove “tutta zelo
e pazienza l’ignorante istruisce, il debole conforta, l’af-
flitto consola, e con dolcezza ineffabile, spezzando
a parvoli il pane dell’intelletto, li istruisce
nei primi rudimenti della religione” (Vallosio
pag. 10).
Perché dunque lo sviluppo dell’uomo e dei
popoli possa essere autentico occorre ripartire
dalla verità sull’uomo con occhi nuovi e cuore
nuovo attenti alla dimensione spirituale e con un
criterio orientativo costituito dalla forza propulsiva
della carità nella verità. In sostanza stare
alla scuola della venerata Madre Antonia Maria
Verna significa primariamente et ante omnia ri-
(II parte) conoscere che in fondo al cuore di ogni uomo
alberga la “nostalgia” ossia il desiderio intenso
e sofferente di una condizione apparentemente
di Avv. V. Fornace smarrita, la percezione di un bene che prima si
“aveva” e poi non si “ha più” e la consapevolezza
di questo bene come un fattore indispensabile
per la propria pienezza e felicità. Occorre ammettere,
senza infingimenti ed ipocrisie, che “Senza Dio
l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a
comprendere chi egli sia”. Per vincere ogni sconforto
e la conseguente resa ci viene in aiuto la parola del
Signore Gesù Cristo che ci fa consapevoli “Senza di
me non potete fare nulla” (Gv15,5), e ci incoraggia “Io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt
28,20).
La Venerata Madre Antonia Maria Verna, consacrando
la sua vita e la sua opera all’Immacolata Concezione,
ci testimonia in modo eroico ed esemplare
che, come insegna S.S. Benedetto XVI (n. 79) lo sviluppo
ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso
Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla
consapevolezza che l’amore pieno di verità, Caritas
in Veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è
da noi prodotto ma ci viene donato, nella piena consapevolezza
che, secondo alcuni dei più bei pensieri
del Santo Curato d’Ars: “Gesù conoscerti è amarTi. Se
sapessimo quanto nostro Signore ci ama, moriremmo
di gioia. Non credo che ci siano cuori così duri da non
amare vedendosi tanto amati... l’unica felicità che abbiamo
sulla terra è di amare Dio e di sapere che Dio
ci ama”. “Noi stessi avvertiamo che se non amiamo
il buon Dio, possiamo soltanto essere infelici, molto
infelici. Se l’uomo è creato per amare il buon Dio, non
può trovare la felicità che in Dio solo. Fossimo anche
i padroni del mondo, se non amiamo il buon Dio, potremo
soltanto essere infelici per tutto il tempo della
nostra vita.” “La terra è troppo bassa, è troppo povera
per il cuore dell’uomo. Il cielo, nella sua immensità, il
Buon Dio con il suo amore, possono essi soli riempire
l’infinita capacità di desideri di questo cuore, fatto soltanto
per amare”.

Quale progetto ha Dio per noi?
Quando Lui mi parla sono capace
di ascoltare? Se ascolto la chiamata
del Signore, cosa rispondo? Mi appassiono
alla vita, o la lascio scorrere senza interesse?
Con questi e altri interrogativi, abbiamo dato
inizio al cammino di discernimento vocazionale
per giovani proposto dalle Suore di
Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea
per l’anno 2010-2011. Per noi giovani di oggi
SCIC
Informagiovani
è molto difficile pensare
al progetto che Dio ha
su di noi, senza alcuna
paura o alcun dubbio,
nel disordine e nell’incertezza
che regnano, è
ancor più difficile trovare
il modo e il tempo per
soffermarsi a rifletterci
su. Questa possibilità ci
è stata data grazie alla
prima tappa del cammino
- “Nella notte una voce
…” “Parla, ecco, il tuo
servo ti ascolta” - che si
è svolta nei giorni 13 e
14 Novembre 2010 a Fuscaldo
(CS) . Un numero
consistente di giovani,
circa 30, ha ravvivato e
reso entusiasmante l’atmosfera
di condivisione e
confronto dei due giorni.
Adolescenti e giovani
dai 16 anni in su, hanno
avuto modo di vivere
un bel momento di crescita
umana e cristiana,
giovani di Azione Cattolica,
giovani SCOUT
e dell’oratorio parrocchiale “Antonia Maria
Verna” di Isola di Capo Rizzuto. Riflettere
sul nostro futuro, e soprattutto riflettere sul
disegno che Dio ha per ciascuno di noi è cosa
assai difficile, perché tante sono le motivazioni
che ci inducono ad avere paura, timore,
sfiducia nel domani, soprattutto se lontani dal
conforto di Dio. Ancora più difficile è credere
che il dialogo con Dio possa aiutarci a fare
chiarezza in noi , sulla nostra vita per viverla
Contributi
15

16
SCIC
poi da protagonisti. Nello smarrimento
generale bisogna vedere qualche luce,
bisogna orientarsi verso qualcosa o
qualcuno per poter dare un senso al
nostro cammino, e quale miglior meta
se non l’amore di Dio.
L’incontro che abbiamo vissuto ci ha
messo di fronte a questa certezza: se vogliamo
prendere in mano la nostra vita
e viverla così per come Dio ha prestabilito,
dobbiamo iniziare un cammino
personale che prevede le fasi di:
1. ricerca;
2. scoperta;
3. discernimento.
Solo una persona che è in continua ricerca,
riuscirà prima o poi a trovare ciò che sta
inseguendo e una volta trovato essere in
grado di scegliere con chiarezza cosa fare
della propria vita, impegnandosi a metterla
al servizio dei fratelli per conto di Dio. Arrivare
a questo però non è facile, soprattutto
non è facile riuscirci da soli. Ecco allora
che, Padre Piero Puglisi, la guida dei nostri
appuntamenti, a tal proposito ci ha presentato
un personaggio biblico che rispecchia
molto le caratteristiche di noi giovani poco
sensibili al buon ascolto: Samuele. Chi è
Samuele? Samuele è un servo del Signore,
che pur conoscendo Dio non lo riconosce.
Quando Samuele capisce che a parlargli
è Dio, lui si rende disponibile all’ascolto.
Dunque, Samuele voleva incontrare Dio,
era alla sua ricerca, ma per poterlo trovare
ha dovuto rendersi disponibile, fare silenzio
attorno a se, riconoscere Dio e permettergli
di farsi ascoltare. È ciò che dovremmo fare
tutti: darci la possibilità di fare attenzione ed
essere capaci di riconoscere chi ci sta chiamando,
in quel caso avremo la possibilità di
comprendere il progetto d’Amore che Dio
ha per noi.
Questa consapevolezza ci permetterà di
proseguire il nostro cammino nonostante,
la stanchezza, lo sconforto e la tristezza.
Tutto sarà ancora più facile se accanto a
noi ci sarà una persona capace di aiutarci a
fare chiarezza, a comprendere come e cosa
fare per conoscere il senso della propria
vita. È Eli che spinge Samuele ad affidarsi
al dialogo con Dio senza paura. Eli è colui
che aiuta a sciogliere i nodi, a dissipare i
dubbi e le incertezze. Eli, rappresenta la
figura irrinunciabile della guida spirituale o
comunque sia di qualcuno diverso da noi che
ci aiuti a fare luce, può essere chiunque, un
sacerdote, una suora, un fratello, un’amica…
È importante avere qualcuno con cui confrontarsi
e dialogare, per dissipare quanto ci
impaurisce e ci preoccupa, qualcuno che ci
aiuti ad aprire il cuore e la mente per fare
spazio alla serenità che infonde la certezza
della vicinanza di Dio che ci ama. Sulla scia
di queste riflessioni, abbiamo vissuto un
momento di adorazione eucaristica che ha
permesso alla maggioranza dei presenti di
aprire il proprio cuore e di sperimentare un
primo tentativo di ascolto. I due giorni vissuti
insieme ci hanno permesso di renderci
conto di quanto sia importante fermarsi, fare
silenzio attorno a sé, tramite la preghiera, e
cercare poi di capire cosa Dio si aspetta da
noi, per poi cominciare a farlo. Don Tonino
Bello dice ai giovani: “Appassionatevi alla
vita perché è dolcissima. Mordete la vita…”.
Andate per il mondo con amore e fate sentire
la sua voce.
I Giovanissimi di Fuscaldo

SCIC
ro della libertà, sulla spinta della
rivoluzione francese, in particolare
di Robespierre: una colonna
alta, su cui s’innalzava l’Ente supremo
e davanti alla quale ardeva
un braciere (cf R.Poletto, Antonia
Maria Verna, p.26).
In un contesto caratterizzato
da un consistente analfabetismo,
si pone la nuova cultura, di
matrice francese, con l’attrattiva
della novità atea e con le pressioni
di Napoleone.
La giovane Antonia vedeva
“con infinita amarezza quanto
si disonori Dio” (Vallosio 9) e,
invece che lasciarsene condizionare,
accoglieva con prontezza
il Progetto di carità che lo
Spirito le suggeriva. Non intese
muoversi da sola: e, insieme ad
altre compagne, volle esprimere
concretamente la sua fedeltà
al Cristo, attraverso un proget-
di Sr. Grazia Rossi
to fraterno. Soltanto nel 1817
(non abbiamo precedenti scritti
in merito) lo metterà per scritto,
Da Pasquaro a Rivarolo (To) è quando chiederà al vescovo di Ivrea,
molto breve la distanza chilo- Mons. G.M.Grimaldi, il riconoscimento
metrica. Quello che è impor- del progetto del nuovo istituto religioso
tante al partire è invece l’urgenza della “ferma rimanendo la base dei tre voti”;
carità del Cristo, che spinge a lasciare la si tratta di un monastero “povero”. Ma
propria casa per un’altra (incerta); se- per chi essere nella Chiesa? L’intuizione
guendo e annunziando il Vangelo, con è chiarissima fin dall’inizio: “massime
cuore libero.
coi poveri”, malati e minori, non solo
Gli storici non sanno dire esattamen- l’infanzia in genere, ma particolarmente
te, quando Antonia M. si è trasferita da le bambine, da sempre discriminate. E
Pasquaro a Rivarolo,
la prima conferma del suo agire aposto-
forse alla fine del 700, come ipotizza il lico, così motivato, viene anche dal sin-
Pierotti; certamente senza pubblicità. daco che prende a ben volere la causa
Il “borgo”, benché non avesse il pre- della Verna e delle sue compagne, che si
stigio della capitale del regno sabaudo, distinguono per quei costumi evangeli-
aveva una discreta importanza ed una ci che le fanno operare “ne’ diversi rami
sua dignità, se vi era stato eretto l’albe- di beneficenza pubblica”.
Contributi
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18
SCIC
La fiducia totale nella Provvidenza,
sempre viva in Antonia al punto che la
ritrovava nella nuova opera con segni
particolari, faceva serenamente superare
il fatto che erano sprovviste dei mezzi
di sussistenza, e faceva provare la gioia
dei “piccoli” , che non si affannano, perché
cercano “piuttosto il regno di Dio”
(Lc 12,30).
Già nel 1805 il piccolo nucleo si ispira
ad un istituto “analogo a quello fondato
da San Vincenzo de Paoli”, il grande
santo che, avendo incontrato la povertà
spirituale e materiale, voleva esclusivamente
“la salvezza del popolo povero”,
affidandosi al Cristo, venuto ad annunziare
ai poveri un lieto messaggio,
e proclamare la libertà ai prigionieri (cf
Lc 4,18). Con Santa Luisa de Marillac
avrebbe indicato il povero in cui il Cristo
si identificherà al giudizio finale.
Le stesse indicazioni preziose saranno
presenti nel decreto di approvazione
diocesana, nel 1835, quasi al termine
dell’esistenza della Verna. Era il sì della
Chiesa a questa “serafica figlia di Vincenzo”,
come il Vallosio l’avrebbe ricordata.
E sono indicazioni care al nostro Pontefice,
che termina l’enciclica Deus Caritas
est con i modelli della carità sociale, fra
cui San Vincenzo e Santa Luisa.
Perché noi possiamo conoscere con
chiarezza le “chiavi” del carisma verniano,
dovremo aspettare i gli scritti, lettere
e regole, a noi finora pervenuti, a partire
dal 1817, però il vissuto della prima comunità
di Rivarolo evidenzia uno stile
evangelico semplice e umile, attento alla
preghiera e alla perfezione spirituale dei
suoi membri, e alla formazione ed istruzione
dei bambini, alla catechesi, all’assistenza
dei malati d’ambo i sessi. E per
la piena consapevolezza della specificità
del carisma di fondazione aspettiamo
la lettera del 1835. Cioè la spiritualità di
Antonia è così radicata nel suo carattere
e nella sobrietà delle sue parole, che fin
dagli inizi la contemplazione del Crocifisso
è nella preghiera e nella vita, senza
fratture o discontinuità.
Colpisce profondamente questa sintesi
che lei ha saputo fare, come risposta
d’amore, in un contesto (anche ecclesiale)segnato
dal giansenismo, che allontanava
il volto misericordioso di Dio, proteso
verso la nostra povertà.
Il cammino a Rivarolo è solo iniziato…
Domandiamoci:
A duecento anni di distanza, l’urgenza caritativa
di Madre Antonia, grazie allo Spirito,
urge in noi, o la riteniamo di altri tempi?
Rimando alle varie opere sui luoghi di Madre
Antonia M.Verna, in particolare a:AA.
VV., Un itinerario verniano, Valsele tipografica.
“Io sono con voi tutti
i giorni, fino
alla fine del mondo”
(Mt 28,20).

cz Lido - Ritorno
di sr. Litiziana
da Ivrea
Suor Liziana ha partecipato alla consegna dei
quadri peregrinanti dell’Immacolata dei Miracoli
e ha fatto sosta nella nostra comunità, come
sta facendo ogni settimana per motivi di studio.
Ella a cena ci ha invitate a vedere il Video realizzato
nella Solennità dell’Immacolata e ascoltare
il messaggio del Vescovo d’Ivrea, Mons. Arrigo
Miglio e della Madre Generale Suor Palma Porro.
Il messaggio delle due autorità è stato veramente
vibrante e carico d’amore mariano, invitante ad
ardere di quel fuoco che, sacrilego per il quadro,
per noi dev’essere irradiazione di luce, calore,
fraternità, esempio contagioso di miglioramento
lungo il cammino deserto della vita. Ma mentre
sullo schermo del computer scorrevano le immagini
di quei luoghi santi dove molte di noi hanno
trascorso gli anni verdi della loro adolescenza e
giovinezza, quando nessun sacrificio ci sembrava
troppo grande, nemmeno l’acqua ghiacciata
nel catino smaltato e allineato sulla panchina di
legno nella lunga camerata di S. Nicola, o a fare
Pasquaro
14 gennaio 2011
SCIC
la fila per l’unico bagno al mattino, un brivido di
nostalgia ci ha pervase. Tutto era bello, anche
le partite a “palla avvelenata” sotto i platani nel
ghiaioso cortile. Vedere in video Ivrea, Rivarolo,
Pasquaro… una profonda nostalgia ha pervaso
il cuore, simile a quella che si ha qualche volta
per la casa paterna: all’imbocco del paese già si
avverte l’odore di casa tua. Così anche Ivrea -
Rivarolo sono i luoghi della nascita ad una vita
diversa, nuova, che rompeva la quotidianità di
una vita comune.
Sì, d’ora in avanti tutto doveva scorrere nella
normalità, ma con un ideale più luminoso e più
alto: essere sposa di Cristo. La neve è inodore,
eppure ci è sembrato di sentire quel profumo terso,
pungente di candore. Il pilone… quante volte
l’abbiamo visitato, ma questa sera, con la sensibilità
nuova che nasce da una maggiore conoscenza
di Madre Antonia, assume una bellezza più
luminosa; i personaggi: Gesù abbandonato sul
cuore della mamma, Giuseppe poggiato al suo
bastone sonnecchia, mentre Maria vigila, guardando
lontano, forse vedeva già questa nostra
grande famiglia religiosa che quell’umile fanciulla
di Pasquaro avrebbe fondato e dedicato a Lei, la
Madonna della Provvidenza - l’Immacolata.
Sr. Angela Dell’Orfano
Con la firma del Papa via libera
alla Beatificazione di Madre Antonia.
Suono il campanello: nell’entrare
si sentono urla di gioia mescolate
a lacrime. I bambini cantano“
Antonia Maria Verna “ e saltano felici.
Suor Lia ottantenne, peggio dei
bambini: mi abbraccia econ il fiato
mozzo dice: “Madre Antonia sarà
presto proclamata Beata!!”.
La scena così entusiasmante dura più di mezz’ora. Per calmare i bambini cerco di richiamarli:“
bambini questa è una bella notizia , diciamo una preghiera di ringraziamento!” Niente da fare,una bam-
Diario
19

20
SCIC
bina di cinque anni dice : “ Suor Antonia , anche il
canto è preghiera !” Offro a tutti una caramella; la
scena si calma per qualche minuto.
È ora dell’uscita, ricominciano a cantare “Antonia
Maria Verna ..” Le mamme si guardano …
ma cosa succede: “Madre Antonia sarà Beatificata.”
Tutte nel sentire la notizia partecipano con
entusiasmo alla gioia dei bambini.
Lunedì 17 alle 15,30 faremo insieme un breve
momento di preghiera con qualche cenno alla
biografia della Fondatrice ed alla fine ci sarà un
modesto rinfresco.
Gent.ma suor Angela,
commossa dalla sua squisita gentilezza, sento
di doverle dire un affettuoso grazie per aver portato
nella nostra casa la Madonna dei Miracoli, e per
aver pensato alla mia mamma di 98 anni allettata
già da sei.
Finito di leggere il libricino della storia dell’Immacolata,
che lei mi aveva regalato, e recatami
davanti alla lampada d’olio ho sentito un brivido
percorrermi il corpo. Ho ricordato in quel momento
che, accendere la lampada, era un gesto che
faceva mia mamma nei momenti di bisogno, in
modo da attingere da essa la forza di superare le
difficoltà, soprattutto di salute. Questo giustifica la
mia promessa, fatta durante la preghiera di tante
persone e la lettura della preghiera personale di
La Beata Canavesana ha toccato il cuore dei
suoi concittadini e con l’entusiasmo nel cuore programmiamo
momenti di preghiera, per chiedere a
Madre Antonia di dare forza di lottare contro lo
scoraggiamento di due mamme: Silvana donna
di tanta fede , è stata sempre la prima a partecipare
alle iniziative verniane e provinciali, è affetta
da una grave malattia inguaribile, e la mamma di
un bimbo della nostra scuola che soffre di diabete
dall’età di due anni.
Chiediamo a chi legge questo breve scritto di
unirsi a noi in Preghiera.
Lecce - "G. Saraceno" Monica, di lasciare sempre accesa la lampada.
Col quadro della Madonna dei Miracoli che sr
PrEghiErA Di MOniCA
Adele ha regalato alla mia mamma, ho eretto un
piccolo altare,permettendo così a chiunque ne
senta il bisogno, di venire a recitare un’Ave Maria
ai suoi piedi.
Una mia vicina, tanto devota e tanto amica
di mamma, ha già detto che parteciperà ad alimentare
la lampada per la protezione della sua
famiglia. Ho sentito il bisogno di fare questa piccola
testimonianza per la bellissima esperienza vissuta.
Mi hanno accompagnata i rintocchi della campana
che come quel giorno feci far suonare,per accompagnare
la piccola processione che portava
la Madonna nella mia casa. Quando guardo il
quadro a me sembra che la Madonna mi dica:
ciao, vi voglio bene.
Grazie, sr Angela, a lei e alle sue consorelle.
Teresa
Nei momenti di dolore, Immacolata dei Miracoli, aiutami.
Tra le lacrime, Immacolata dei Miracoli, mostrami il tuo viso.
Nelle ore di perdizione, Immacolata dei Miracoli,indicami la strada.
In ginocchio, Immacolata dei Miracoli, aiutami a rialzarmi.
Nella solitudine, Immacolata dei Miracoli,vieni come un angelo.
Nella disperazione, Immacolata dei Miracoli, ridonami la speranza.
Quando non saprò che dire, Immacolata dei Miracoli, parla per me.
Nel buio, Immacolata dei Miracoli, sii la mia luce.
Monica Mazzotta

collepasso
Natale 2010
stato per noi suore della Comunità della sc.
È Materna “Cristo Re” di Collepasso e di tutta
la Congregazione un anno ricco di scadenze che
hanno portato tanta gioia nel cuore di tutte.
Gesù Bambino non poteva farci un dono più
bello. Il Congresso ordinario dei PP. Cardinali e
Vescovi, in sedute diverse, le cui date sono ricordate
e rappresentate sui frutti di quest’albero,
ha discusso e valutato le virtù eroiche e le opere
della nostra cara Fondatrice Madre Antonia Maria
Verna e le ha ritenute valide per abbreviare
i tempi della sua tanto attesa beatificazione. Le
preghiere che per lunghi anni, fiduciose, abbiamo
rivolto al buon Dio, grazie alla sua paterna bontà,
sono state in gran parte esaudite.
Il grande Sole, Gesù Bambino, che splende
sull’albero, ha maturato i frutti col suo Calore.
Madre Antonia, visibile al centro, è la persona
che con la pratica delle virtù eroiche e con la sua
vita santa, è degna di far parte della gloria dei
beati.
Ci auguriamo che dai semi di questi frutti germoglino
tante e sante vocazioni che diano gloria
SCIC
a Dio, sostegno alla santa Chiesa e alla nostra
cara Congregazione.
Suore Comunità “Cristo re”
cursi - Scuola dell'infanzia "cuore di Gesù"
Puntuale come ogni anno, anche questa volta,
domenica 19 dicembre 2010, si è aperto il sipario
del piccolo palco allestito nel salone della
nostra scuola.
Lo spettacolo di Natale è cominciato in una
sala gremita di genitori, fratellini, sorelline, nonni
,zii e soprattutto di persone affezionate alla scuola,
che per nulla al mondo perderebbero questo
appuntamento, diventato ormai una tradizione.
I piccoli attori si sono preparati dietro le quinte
e, come in ogni spettacolo che si rispetti, si
sono anche fatti un po’ attendere; ma, saliti sul
palco, hanno dato il massimo per non smentire
l’emozione che traspariva sul volto dei loro genitori.
Quest’anno i nostri attori in miniatura si sono
cimentati in uno spettacolo davvero interessante
e alquanto impegnativo dal titolo “ La Storia delle
storie”. Accompagnati dalla loro semplicità ed immediatezza,
abbiamo ripercorso il disegno di salvezza
che Dio ha offerto all’uomo, dal momento
della creazione del mondo fino all’immenso atto
di bontà compiuto con la nascita di Gesù Cristo
suo figlio, inviato sulla Terra per offrire agli uomini
la redenzione.
Lo spettacolo (è inutile dirlo) ha avuto un gran
successo e gli attori hanno raccolto gli applausi
Diario
21

22
SCIC
e il gradimento del pubblico, oltre agli elogi del
Sindaco, delle suore e delle maestre, che hanno
dato il meglio di loro nella preparazione dei bambini
e nell’allestimento delle scenografie.
Le iniziative natalizie non si sono fermate però
solo allo spettacolo, infatti i bambini ed i genitori
(ma anche ex e futuri alunni) sono stati coinvolti
in una divertente tombolata della solidarietà, che
si è svolta il 28 dicembre.
Anche in questa occasione tutti hanno dimostrato
spirito di sacrificio e condivisione, per cui è
stata facilmente raccolta una piccola somma, che
Matino - Scuola Materna "San Giorgio"
Anche quest’anno ci siamo ritrovati tutti per festeggiare
insieme ai nostri bambini e le loro
insegnanti la festa più bella e più attesa dell’anno:
IL NATALE. Le insegnanti hanno pensato di
soffermarsi sulla creazione del mondo che, come
certamente già sappiamo è il primo racconto della
Genesi. È il momento in cui la Bibbia mostra
tutta la bontà di Dio Creatore che dalle tenebre,
dal nulla, crea un mondo bellissimo.
In poco tempo, interpretati dai bambini della
scuola, compaiono tutti gli elementi dell’universo:
la luce, il cielo, il mare, la terra, la luna, il sole,
le stelle...piante, fiori, animali e infine a coordinamento
di tutto, l’uomo, creatura fatta a immagine
e somiglianza di Dio.
è stata devoluta al progetto dei Laici Verniani per
la promozione della donna in Albania.
È l’immagine poetica di un paradiso terrestre
bello e buono, non ancora turbato dal male e dal
dolore. Sapientemente guidati dall’esperienza,
dalla fermezza e allo stesso tempo, dalla dolcezza
della Superiora Suor Antonia e delle insegnanti
Ludovica e Nadia, i bambini hanno ballato e
cantato alcune canzoni dedicate alla creazione.
Con questo progetto musicale “In principio
Dio creò” le insegnanti hanno voluto proporre ai
bambini questa antica storia in modo semplice e
simpatico.
Anche le maestre di inglese e francese si sono
impegnate ad insegnare alcuni canti natalizi in lingua
straniera ai nostri pargoli e vederli eseguire
queste canzoni è stato davvero emozionante.
Alla fine della rappresentazione i
bambini hanno dedicato un canto alla
nostra fondatrice Madre Antonia Maria
Verna, ricordando presto la sua
Beatificazione.
La serata si è conclusa con un
canto augurale natalizio e l’arrivo di
Babbo Natale che, accompagnato
dalle dolci note di una pastorale, ha
distribuito un piccolo dono ad ognuno
dei nostri bambini.
Emanuela
Mamma di un bambino della scuola

25 ottobre 2010
Con Madre Antonia
sulla via dell'Amore
NAPOLI
Con Madre Antonia nel cuore, sulla via dell’
Amore … è questo l’impegno che abbiamo
assunto fin dal primo giorno di scuola. Siamo infatti
in cammino verso la beatificazione di Madre Antonia.
Nell’attesa di questo grande evento scandiremo
il tempo realizzando comunitariamente alcune
iniziative il 25 di ogni mese. Perché proprio il giorno
25? Perché il 25 dicembre del 1838 si ricor-
San Ferdinando
di Puglia
Oggi Lunedì 25/10/10 è stata una giornata
speciale per le Suore e per tutti i partecipanti
della Scuola dell’Infanzia Michele Riontino, poiché
è stato piantato un albero, in ricordo della
prossima Beatificazione di Madre Antonia.
L’iniziativa è nata nella prima settimana di settembre
dopo la partecipazione delle insegnanti
al consueto corso di aggiornamento.
SCIC
da la nascita al Cielo di Madre Antonia. Oggi, 25
ottobre 2010, piantando quest’alberello di leccio
nel giardino della nostra scuola, vogliamo esprimere
la nostra ferma volontà di crescere, come
Madre Antonia, nell’ Amore
…. Abbiamo scelto la pianta
di leccio perché queste
bellissime querce, slanciate
ed eleganti, sono un
esempio di socializzazione
e di accoglienza. Nei
boschi di leccio, infatti, gli
alberi grandi e piccoli sono
sempre molto fitti e dalle
radici alla chioma ospitano
un gran numero di animali.
Nella lecceta la cooperazione
prevale sempre sulla
competizione.
Un’ alunna
Diario
23

24
SCIC
La manifestazione si è svolta al mattino, erano
presenti insegnanti, bambini e genitori della scuola.
Con l’aiuto di un giardiniere, l’albero è stato
piantato in un’aiuola di fronte all’ingresso della
Chiesa, e ai suoi piedi è stata posta una lapide,
su cui c’è scritto: “In onore di Madre Antonia, le
Suore depongono questo albero simbolo del ricordo
e della vita”.
L’atmosfera è stata rallegrata dalle voci dei
Collepasso
"Cristo Re"
giornata di sole che c’invita ad uscire nel nostro
ampio giardino, ornato a festa, per godere
gli ultimi tepori che la stagione autunnale porta
con sé! E’ un giorno di festa per i bambini della
nostra Scuola dell’Infanzia “Cristo Re” di Collepasso
e per le nostre famiglie, perché dopo tante
cose belle dette dalle nostre suore della loro fondatrice
Antonia Maria Verna ci è giunta quella tanto
attesa della sua prossima beatificazione. Tale
notizia è stata accolta da noi mamme con tanta
gioia. Subito, insieme alle insegnanti dei nostri
bambini, sr Giacomina ci ha invitate che la data
del 25 ottobre si dovrà solennizzare con un segno
concreto e abbiamo scelto di incidere la targa sopra
un alberello sempreverde: l’ulivo che ricordi
ai nostri bambini e a quelli che frequenteranno
questa scuola il lieto avvenimento. Perciò oggi
IL 25 OTTOBRE A CAPRI
Anche se non abbiamo un giardino per poter
piantare un alberello e curarlo nel tempo, la
fantasia non è stata poca. A Capri abbiamo ricordato
il 25 ottobre con una Messa solenne nella
Parrocchia di “S. Stefano” con la presenza di tutti
i bambini della scuola dell’infanzia e primaria, dei
genitori e dei nonni. L’affluenza è stata numerosa,
la S. Messa, presieduta dal parroco Don Cannine
Del Gaudio, animata dai bambini è stata molto
sentita; alla fine della celebrazione ogni bambino
ha avuto una piantina da curare in famiglia.
bambini che hanno cantato delle canzoni dedicate
a Madre Antonia.
Con molta gioia ha anche partecipato il Parroco
Don Mimmo Marrone, che ha raccolto tutti in
preghiera e ha dato la benedizione sia all’albero
che ai presenti.
La festa si è conclusa con delle belle foto di
gruppo.
dalla cronaca
siamo tutti qui: bambini, suore, genitori, personale
docente e non docente, per far festa insieme accanto
alla fossa già preparata. Un bambino della
scuola materna ha consegnato l’alberello arricchito
dalla targa commemorativa al contadino che lo
ha interrato accompagnato dai nostri battimani e
da espressioni augurali e dall’acclamazione: Viva
Madre Antonia!
Una mamma

CuRSi (Le)
un ALbeRo PeR
MAdRe AntoniA
il 25 Ottobre, qui nella nostra scuola, abbiamo
vissuto una bella esperienza: aderendo alle direttive
generali del progetto adottato dalla Congregazione
delle Suore d’Ivrea, abbiamo chiamato
un contadino, papà di due gemellini che
frequentano la nostra scuola, per farci aiutare a
piantare un albero in memoria di Madre Antonia e
in attesa della sua beatificazione. La giornata era
calda e soleggiata, quindi è stato piacevole, per
noi e per i nostri bambini, uscire fuori e godere del
tepore, mentre il contadino preparava il terreno
intorno e scavava la buca che avrebbe accolto un
bellissimo “IBISCUS” dai fiori rossi.
Quando abbiamo piantato l’albero nel terreno
è partito un forte applauso da parte nostra
e dei bambini che, felici, hanno poi intonato dei
bei canti preparati per l’occasione. Abbiamo poi
recitato una preghiera e, dopo aver applaudito
e ringraziato il papà volenteroso, ci siamo spo-
SAn GIOvAnnI In fIORE
COmE ALBERO PIAnTATO
LunGO IL fIumE
Sono le ore 10,30 del 25 ottobre 2010, i bambini
della Scuola Materna “ Dott. E. Benincasa
“con le loro Insegnanti si avviano verso il bellissimo
giardino della Scuola per piantare un alberello
di agrifoglio ( il clima non consente altre piante)
con le sue bacche rosse in onore della Fondatrice
Madre Atonia che “come albero piantato lungo il
fiume” ha esteso in alto i suoi rami portando frutti
di UMILTÀ, SEMPLICITÀ e CARITÀ.
Questo richiamo ci stimola all’imitazione delle
Sue virtù per essere di Lei testimoni fedeli di quanto
ha fatto per la gloria di Dio. Con parole semplici
abbiamo fatto capire ai bambini tutto questo e loro
irrompono in festose grida di gioia cantando “ AN-
SCIC
stati all’ombra della grande quercia per lasciare
giocare liberi i nostri bambini sulle altalene e le
giostrine che tanto amano. È stato emozionante
e gioioso allo stesso tempo, guardare gli occhi
dei piccoli che assistevano attenti alle varie operazioni
di giardinaggio e trepidavano nell’attesa
che l’albero venisse posizionato.
Grazie Madre Antonia anche di queste piccole
esperienze che, agli occhi di un bambino e
spesso anche di noi adulti, acquistano un significato
nuovo e creano entusiasmo verso piccoli
gesti che racchiudono grandi intenzioni.
Maestra Veruska Barbara Maruccia
TONIA MARIA VERNA......” mentre si alternano a
mettere la terra intorno alla pianta.
Affidiamo a Madre Antonia il loro entusiasmo
che certamente dal cielo li benedice,e chissà se
domani possa germogliare tra questi bambini il
seme della vocazione.
Le insegnanti
della Sc. dell’Inf. "Dott. E. Benincasa"
Diario
25

26
SCIC
COPREAnO
mAdRE TERESA
CI PARLA
Tutti dicono “il cuore non invecchia”. È vero
e noi, suore anziane di Copreno, lo vogliamo
dimostrare a noi stesse e a quanti
vogliono provarci, perciò abbiamo fatta nostra
l’iniziativa lanciata dal Centro per i bambini
delle nostre scuole di piantare un albero nel
giardino della scuola. L’albero che cresce parla
di tempo trascorso, di perseveranza, di impegno
e cure. Noi che, per età e malanni, non siamo
sicure di perseverare a lungo nell’osservazione
del suo sviluppo, abbiamo piantato non un al-
Lecce
La serata di giovedì 30 Settembre
2010 è stata per noi
genitori e alunni, oltre che per le
nostre suore naturalmente, un’
occasione davvero particolare
di incontro gioioso e di riflessione
alla luce della presenza
speciale dell’Immacolata Concezione
raffigurata nel quadro
della Madonna dei Miracoli.
Eravamo davvero tanti quella
sera ad attendere Maria, pellegrina
in questo periodo nella
nostra terra! n’attesa piena di
trepidazione e di speranza,
un’attesa che manifesta quanto grande è ancora
ai nostri giorni il bisogno di Dio nella nostra vita.
Abbiamo accolto la Madonna e l’abbiamo festosamente
accompagnata nella Cappella dell’Istituto,
portando nelle nostre mani delle piccole fiaccole
in segno di ospitalità.
Abbiamo poi affidato alla tenerezza della Madre
bero che cresce, ma quello che fa crescere in
amore, riconoscenza, imitazione, cioè l’albero
disegnato sui cui rami, ogni 25 del mese,
spunta una virtù di Madre Antonia da imitare,
un’esortazione da eseguire, un impegno di vita
da portare avanti con rinnovato amore. Questo
fino alla prossima gioiosa beatificazione della
nostra amatissima Fondatrice.
La comunità tutta è entusiasta e gioiosa in
questo impegno, anche le più anziane sono
partecipi, per cui pensiamo che Madre Antonia
sia compiaciuta e commossa dell’amore delle
sue figlie e ci benedice. Noi l’amiamo e la ringraziamo
per ciò che è stata ed è per noi:
Madre buona, Guida sicura, Sorella tenerissima.
Sr. Elena D’Angelo
ViSitA deLL'iMMACoLAtA dei MiRACoLi
di Gesù i nostri bisogni e le nostre speranze con i
canti e nella preghiera.
E’ bello ritrovarsi insieme a pregare ed è importante
di tanto in tanto spezzare i ritmi frenetici della
quotidianità e ritrovarsi alla presenza dell’Amore
di Dio che ci parla attraverso i grandi miracoli ma
anche nel dolce silenzio del cuore.

nel periodo 20 - 25 settembre
2010 le Suore di carità
dell’Immacolata Concezione,
i laici verniani e tutti i parrocchiani
della comunità di Collepasso
hanno vissuto un’esperienza
toccante. La storia del quadro miracoloso,
illustrata da una suora, ci
ha fatto capire che 150 anni fa l’effigie
della Madonna si salvò dalla
scure e dalle fiamme in maniera, a
dir poco, sorprendente, non certamente
spiegabile con la ragione.
Le Suore dell’Immacolata Concezione
che ne vennero in possesso,
subito dopo l’evento, l’hanno gelosamente
custodita con grande devozione, fedeli alla
fondatrice della loro congregazione, la venerabile
Madre Antonia Maria Verna.
La Sua presenza in mezzo a noi ha scosso gli
animi, ha fatto commuovere quelli che già erano
i Suoi fedeli, ma ha provocato anche tante conversioni.
Tutti siamo stati pronti a ringraziarLa per le
continue grazie, che ci dona quotidianamente,
delle quali non ci rendiamo conto, sia perché presi
come siamo dai nostri impegni, non abbiamo
tempo per riflettere, o in altri casi, pieni di pretese
come siamo, consideriamo tutto dovuto come la
salute, il lavoro, l’armonia in famiglia, come pure
che i figli stiano lontani dai problemi, che sono
sempre in agguato in questo tempo difficile, in cui
ci troviamo a vivere. Infatti la nostra società ha
cambiato la sua normale fisionomia: droga, alcoolismo,
sesso, divertimento sfrenato, ecc. sono
problemi attualissimi, di cui purtroppo la cronaca
ci informa tristemente ogni giorno. Poche sono
le famiglie per così dire “ normali”, responsabili
che si uniscono in matrimonio cristianamente,
alla luce delle direttive cristiane, che mettono
al mondo i figli, proponendosi loro come guida,
come faro, non solo per le necessità corporali,
SCIC
Considerazioni sulla "peregrinatio"
Madonna dei Miracoli a Collepasso
ma quelle molto più serie, le spirituali. I giovani
dimostrano di essere ancora più fragili rispetto a
prima, bombardati, come sono, da mille distrazioni
e non sempre sane. Forse stiamo pagando lo
scotto del benessere ?!
La società Collepassese non è diversa dalle
altre: per motivi vari siamo, a volte, gli uni contro
gli altri. La visita della Madonna, come missionaria,
è stata graditissima, a Lei abbiamo chiesto
una protezione particolare per i nostri giovani,
per gli ammalati, per la pace fra tutti i popoli, più
armonia nelle famiglie e più altruismo verso il
prossimo, più sante vocazioni, perché c’è tanto
bisogno di Sacerdoti validi e di Suore, l’operato
delle quali è sotto gli occhi di tutti. La Madonna,
insomma, ha portato con Sé un bel fardello di richieste,
ma Lei che è “Mamma “ di tutti noi avrà
certamente ascoltato le nostre suppliche, le nostre
accorate e segrete implorazioni. D’altronde
ognuno di noi conosce la grandezza del cuore
della propria madre, ovviamente, con tutti i limiti
delle creature terrene, e Lei che è perfettissima
sicuramente sa amarci molto, molto di più, anche
se non sempre La comprendiamo.
Perciò “ Mamma Santissima”, aiutaci anche a
meglio capirTi.
Teresa resta
Capogruppo verniano.
Diario News
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SCIC
CHIESA S. PAOLO APOSTOLO
IMMACOLATA DEI MIRACOLI
A CASCINE VICA (TO)
Nei giorni 5,6, e 7 dicembre 2010 c’è
stata grande festa nella Chiesa S. Paolo
Apostolo di Cascine Vica (TO) per la ricorrenza
del 150° anniversario degli eventi
prodigiosi legati all’icona dell’Immacolata
dei Miracoli. Cascine Vica è stata l’ultima
tappa della “peregrinatio” dell’icona che
è stata riconsegnata il giorno 7 dicembre
dalla nostra comunità alle Suore di Carità
dell’Immacolata Concezione di Via
Ormea in Torino. Nei tre giorni in cui
l’Immacolata è stata in mezzo a noi tante
persone si sono susseguite ai piedi della
Madonna per pregare. Tutto si è svolto
in un clima di profondo raccoglimento
e di preghiera continua con Adorazione
Eucaristica. Momento suggestivo è stato
quando la Madonna è arrivata al Monastero
delle Monache Carmelitane Scalze
di clausura, che hanno accolto la Mamma
celeste tra canti e preghiere. Durante la S.
Messa il Sacerdote ha evidenziato:
“L’Immacolata ricorda a ciascuno di
noi come Dio aveva pensato
l’umanità, e che per la grazia
redentrice di Cristo anche noi
siamo chiamati ad essere santi
e immacolati di fronte a Dio.
L’icona dell’Immacolata con
il segno del fuoco che brucia
senza consumarla, ci comunica
che anche un gesto nato
dall’odio può trasformarsi in
amore, considerando come le
fiamme, bruciando quanto non
è immagine di Dio, abbiano reso
l’icona ancora più bella e luminosa. Il
quadro dell’Immacolata è anche il quadro
della nostra anima per tutte le volte che
abbiamo bruciato Dio nel nostro cuore.
Se la Madonna si è presa cura di un quadro
che non è stato bruciato dal fuoco,
quanto più la Madonna fa sì che la nostra
anima non venga presa a colpi di ascia dal
peccato e dal male. Siamo dunque grati
all’Immacolata!”
Al momento dell’addio, erano le ore 11
del 7 dicembre, si ha avuto la sensazione
che una persona cara stesse partendo e ci
facesse l’augurio che là dove il Signore ci
chiama, possiamo dire con gioia il nostro
“eccomi” come lo ha detto Lei.
Come le nubi piene di acqua la riversano
sulla terra, così anche noi riempiamoci
di Dio e del Suo amore per riversarlo sugli
altri. Ringraziamo Dio per questo dono
grande che ci ha concesso e per tutte le
Sue grazie!
Lucia Margherita Renzi

SCIC
“UNA GIORNATA INDIMENTICABILE”
I Laici Verniani presentano i nuovi membri alla comunità
Mercoledì 8 dicembre è il giorno in cui
la Chiesa festeggia il dogma dell’Immacolata
Concezione.
È in questo giorno consuetudine in
tutto il mondo ed anche ad Isola di Capo
Rizzuto, che le suore dell’Immacolata rinnovino
i voti e con loro anche i laici Verniani
le loro promesse.
Giornata festosa e ricca di avvenimenti,
anche perché l’Associazione dei laici
che contava 39 membri si è arricchita di
altri 12 componenti, che hanno fatto la
promessa per la prima volta.
Nella concelebrazione iniziata alle ore
11:00, e presieduta dal parroco Don Edoardo
Scordio e Padre Gabriele, abbiamo
vissuto momenti intensi e veramente
commoventi, soprattutto quando le suore
e i nuovi laici sono stati invitati sul presbiterio
a pronunciare il loro “ECCOMI”:
“hanno rinnovato la consacrazione battesimale
e hanno preso l’impegno a osservare fedelmente
lo Statuto dell’Associazione dei Laici
Verniani, si impegnano inoltre a seguire il
modello spirituale di Madre Antonia e a vivere
secondo la propria condizione laicale la spiritualità
propria della congregazione, vogliono
anche offrire il loro contributo nell’evangelizzazione
e nel servizio di carità “massime ai
poveri”, in comunione con le suore dell’Immacolata
Concezione d’Ivrea e le missionarie di
carità”.
Tutto con la grazia dello Spirito Santo e
l’intercessione di Maria Immacolata.
Maria ci chiama a vivere l’esperienza
di Dio nel cuore, negli spazi oscuri dei
nostri silenzi, in Maria risplende la compassione
di Dio e al suo amore risponde
con amore.
Anche Madre Antonia Maria Verna ha
risposto “si” all’amore di Dio diventando
segno della sua tenerezza, bontà e misericordia.
Ella divenne testimone dell’amore di
Dio scegliendo di essere non solo la più
umile ma la serva dei più umili.
E ci insegna: che vivere per gli altri non
significa perdersi ma perdere se stessi per
guadagnare in pienezza.
Alla fine della Santa Messa, tutta la famiglia
Verniana insieme ai sacerdoti e alle
suore Rosminiane hanno accolto i nuovi
membri con un gioviale pranzo che ci ha
accomunati tutti insieme.
Al taglio della torta il Presidente Regionale,
ha consegnato come dono di benvenuto
un icona di Maria Immacolata.
A conclusione della giornata ci siamo
recati presso la casa delle suore dell’Immacolata
Concezione dove abbiamo
preparato una sorpresa per ringraziarle
dell’affetto e dell’operosità nei nostri
confronti, tanta è stata la commozione
quando abbiamo dato in dono il presepe
come simbolo della famiglia su cui si basa
la fede cristiana.
Mariella Scerbo, Antonella
e Angela Taverna
I Laici Verniani
News
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Recensioni
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SCIC
Qualche lettura possibile
melene cooper - le BamBine di suGar BeacH
newton compton editori
nella grande villa, vicino
Monrovia (Liberia)
strutturata su tre piani, si
susseguono vicende felici
e dolorose, come in una
saga. Si parte dal 1973, per
risalire poi rapidamente alle
radici. Da New York, non
più schiavi delle piantagioni
del Sud, nel lontano 1820,
due uomini decidono di
tornare nella loro Africa,
in Liberia. La benestante
famiglia Cooper “prendeva molto sul serio il suo ruolo”,
assegnatole dalla struttura sociale liberiana; grazie a
diverse proprietà, viveva in uno stato di benessere pur
segnato da molte paure tribali (ladri, stregoni, spie…)
e da fatti di sangue.
L’autrice, Helene Cooper, secondogenita fra donne,
ricordando gli anni della sua infanzia, fa memoria
anche della messa domenicale nella prima chiesa
metodista, seguita dal suo banco di famiglia. Organo
e coro non le erano affatto graditi! In quegli anni,
piombarono le sofferenze, il divorzio dei suoi genitori
e, dopo alcune rivolte, l’assalto dei militari liberiani al
governo del presidente Tolbert. Iniziava uno dei colpi
di stato che avrebbero insanguinato la Liberia.
A tredici anni, Helene, dopo l’invasione della sua
villa, durante la quale la mamma subisce violenza,
per difendere le sue “bambine”, parte con i suoi,
per tornare negli USA. Si apre la parte seconda del
“romanzo”, che fa memoria del nuovo e faticoso
inserimento, degli studi e delle scelte da fare: Helene
si specializza come giornalista, da guerra. Sarà quindi
inviata nelle zone più calde, sempre avvertendo in sé la
sua matrice liberiana. La protagonista, tormentata dal
ricordo della ragazza liberiana, adottata dai Cooper,
ma lasciata nel paese, alla loro fuga, vuole ritrovarla,
la sente come sorella. L’incontro con lei, Eunice, è
commovente, e permette di ripercorrere le sue ultime
atroci situazioni di madre, fino alla formazione di una
famiglia, in quella terra martoriata.
Helene Cooper ci coinvolge nella sua opera con
il suo stile chiaro e denso di valori umani, che ha
ereditato e che continua a costruire.
a c.d.sgr
aristide serra - maria serva del siGnore e della
nuova alleanZa - donzelli editore
versetti su Maria di Nazaret
i circa 150 volte compaiono
nel Nuovo Testamento: con
questa precisa partenza l’autore
ci introduce nel nuovo studio
mariano.
La successione dei passi
“mostra in che modo e secondo
quale progressione temporale la
comunità cristiana delle origini
abbia compreso la presenza
e il ruolo di Maria nell’arco dell’intera storia salvifica”.
P. Serra, noto biblista del Marianum, che tante volte
ha illuminato le pagine neotestamentarie a fondamento
dei testi mariani, si sofferma su “la via della storia”,
perché Dio l’ha scelta, per rivelarsi a Israele, mettendo
da parte la via del pensiero astratto.
E Gesù continua sulla stessa linea (At 1,1): “Fece
e insegnò”. Dai fatti si ricava la dottrina. Inoltre la
salvezza “si attua nel cuore della storia…Egli, al pari
di ogni essere umano, è un ”. Sarà
il ministero di Maria a rendere possibile la kenosi
dell’incarnazione.
Ecco una storia “in chiaroscuro continuo”, da Abramo
a Maria, perché non fu “un viaggio trionfale”.
Siamo invitati a riscoprire Maria come “il penultimo
anello della peregrinazione millenaria” che sfocia in
Cristo. In Lei Tutta santa “figlia di Sion, trovano riscatto
anche le zone d’ombra della storia dei suoi padri e delle
sue madri”. E’ “l’alba radiosa che annuncia il giorno di
Cristo, salvezza eterna…
L’acme percettivo della purificazione incessante
che il Signore andava operando in seno al suo
popolo”.
Un esodo tribolato, che la Chiesa compie verso la
glorificazione finale,”come la Vergine, sua immagine”.
Con speranza.
Siamo grate all’autore, per averci reso più cara
e, in un certo senso, luminosa la figura di Maria,
“serva” di tutto il mistero di Cristo. Splendida anche
l’ultima pagina (un’omelia mariana di Paolo VI): fra Maria e Gesù.

SCIC
“CRISTO È LA NOSTRA PACE” (Ef. 2,14)
Il Signore ha richiamato alla Patria celeste le nostre care consorelle
Sr. Vita Antonia Lionetti
nata a Barletta
il 02.01.1920
deceduta a Brindisi “
Villa S. Giuseppe”
il 16. 01. 2011,
dopo 63 anni
di vita religiosa
Sr. Maria Carmelita Rizzo
nata a Soleto (Lecce)
il 21.05.1926
deceduta a Collepasso
Oasi “A. M. Verna”
il 09.01.2011,
dopo 60 anni
di vita religiosa
Sr. Pia Nicoletta
Spadafino
nata a Grumo Appula (BA)
il 21.07.1923,
deceduta a Rivarolo
“Villa S.Giuseppe”
il 08.01.2011, dopo 62 anni
di vita religiosa
Sr. Gina Enrica Bosani
nata a Pregnana Milanese
il 02.11.1920,
deceduta a Copreno
il 14.01.2011,
dopo 66 anni
di vita religiosa
"HO dettO A dIO: seI tu IL MIO sIgNOre, seNzA dI te NON HO ALcuN beNe" (Sl. 16,2)
Sono tornati alla casa del Padre
la sorella cesarina di Sr. Maria Costa
la sorella virGinia di Sr. Anna Seppi
il fratello vincenZo di Sr. Raffaella Iaccarino
Sr. Ida Albertina Lorìa
nata a Sarno (SA)
il 13.04.1935,
deceduta a Torino
Ospedale “Molinette”
il 25 01. 2011,
dopo53 anni
di vita religiosa
Sr. Piera Raffaelina
De Carlo
nata a San Pietro in Lama
(Lecce) il 24.10.1920
deceduta a Collepasso Oasi
“A. M. Verna”
il 04.02.2011 dopo 61 anni
di vita religiosa
Sr. Clorinda Sambiase
nata a Zagarise (Catanzaro)
il 17.11.1912
deceduta a Napoli
Villa “San Giuseppe”
il 08.02.2011
dopo 68 anni
di vita religiosa
Sr. Angela Anna Savino
nata a Grumo Appula (Bari)
il 29.11.1934
deceduta a Rocca di Papa
il 09.02.2011
dopo 49 anni
di vita religiosa
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I NOstrI APPuNtAMeNtI
Per i giovani delle regioni
Lazio – Campania – Puglia
6-7 nov. 2010
15-16 gen. 2011
5-6 mar. 2011
Casa “Madre dell’Accoglienza”
Ardea (RM)
Contatta Sr. Lucia cell. 320 8366217
e-mail suorlucia@72libero.it
Per i giovani della regione Calabria
13-14 nov. 2010
“Cuore Immacolato di Maria”
Fuscaldo (CS)
22-23 gen. 2011
Eremo “Santa Croce”
Scandale (KR)
19-20 mar. 2011
“Cuore Immacolato di Maria”
Fuscaldo (CS)
Contatta Sr. Rosaria - cell. 320 0136977
e-mail srrosy@gotmail.it
Per tutti i giovani
in occasione della prossima beatificazione
di Madre Antonia Maria Verna
PeLLegrINAggIO
AI LuOgHI VerNIANI
2-5 gIugNO 2011
Andrate (TO)
Mensile - anno XLi n. 2 Febbraio 2011
ATTENZIONE - in caso di mancato recapito della rivista restituire al mittente
che si impegna a pagare il diritto di restituzione presso l'Ufficio di 83040 Materdomini AV